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#femminismo💙
luposolitario00 · 1 year
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Era uscita da casa indossando un cappello da baseball al posto del tradizionale velo, cosa che stava facendo ormai da settimane in segno di protesta contro il regime al potere.
Ma qualche giorno fa Mahak Hashemi non è più tornata.
La ragazza è stata uccisa a soli 16 anni a manganellate dalle forze di sicurezza a Shiraz, città dell'Iran centromeridionale. È l'ennesima vittima, donna e adolescente, delle manifestazioni che vanno ormai avanti da quasi tre mesi nel Paese dopo la morte della 22enne Mahsa Amini.
Mahak è stata uccisa il 24 novembre scorso. Per 48 ore non è tornata a casa, poi la chiamata alla famiglia: il padre doveva recarsi in obitorio per riconoscere due cadaveri senza nome, e uno era il suo. Metà del suo volto è stato completamente distrutto dai colpi ricevuti e la schiena è stata spezzata dalle bastonate. I funzionari dell'IRGC hanno chiesto un grosso riscatto alla famiglia per la restituzione del corpo e ne hanno anche proibito il funerale, pur continuano a parlare di incidente, come già successo con le precedenti vittime. leri anche l'Unicef è intervenuta per condannare "tutte le violenze contro i bambini e chiede di porre fine a tutte le forme di violenza e abuso che, secondo le notizie arrivate, hanno causato la morte di oltre 50 bambini e il ferimento di molti altri durante i disordini pubblici in Iran". E nei giorni scorsi anche l'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Volker Turk, aveva denunciato, durante una sessione straordinaria del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra che il numero dei minori arrestati durante le proteste in Iran "impressionante. Sono allarmato dalle notizie secondo cui anche i bambini sospettati di aver partecipato alle proteste vengono arrestati a scuola". Degli oltre 14mila arresti effettuati finora dal regime, tra i 500 e i mille sono minorenni, molti dei quali minacciati anche di esecuzione.
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sonego · 4 months
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lorenzo sonego per l'italia e per il femminismo ❤️💙🇮🇹
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pizzettauniversale · 2 years
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ciao pizzetta, volevo consigliarti un libro che spero possa incuriosirti. il titolo è: biglietto blu. forse leggendo la trama in libreria, resteresti perplessa ma sono sicura che la trama e la scrittura brillante di sophie mackintosh ti piaceranno. è una finestra inedita e particolare sul femminismo💙
Eheheheheh difficile consigliarmi i libri. Ma apprezzo il messaggio 💙
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luposolitario00 · 1 year
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VIOLENZA SULLE DONNE
Su tiktok gira questo video di una canzone araba che viene tradotta in italiano. Questa canzone è il massimo del maschilismo, il massimo della tossicità e della violenza sulle donne.
Praticamente dice: “Nessuno ha il diritto di parlare con te, non ti è permesso sorridere a nessuno tranne che a me, se qualcuno ti chiede come ti chiami .. di loro il mio nome”
La cosa che mi ha spinto a scrivere questo post sono i commenti di tantissime donne.
È triste che la maggior parte delle donne (una grande fetta) hanno commentato cose de tipo: “se non è così non lo voglio” “voglio un ragazzo arabo” “uno così LO VOGLIO” o le faccine a cuore: “😍😍” più altre che taggavano le amiche per dire che vorrebbero un uomo così. Tutte meravigliate manco ci fosse scritta la più bella poesia d’amore.
Questo non è amore. Con ciò non dimostra che ci tiene a voi. Con ciò dimostra che vi ritiene una sua proprietà. Gli uomini così vedono voi donne come inferiori e una donna di fronte a loro non è libera. Perché se si oppone rischia anche le botte.
Questo è il primo campanello d’allarme che vi fa capire che si tratta di una relazione tossica e violenta. Se notate queste cose lasciatelo il prima possibile perché se vi ci sposate poi sarà tardi. Quando vi alzerà le mani sarà difficile scappare.
Uomini così vi manipolano facendovi credere che il loro è amore. Ma in realtà non è amore ma possessione. Se vi vieta di vestirvi come volete non è gelosia sana ma possessione. Ma anche solo se vi fa problemi per un vestito dicendo “non te lo sto vietando ma questo vestito è troppo corto” o frasi del tipo “so come sono gli uomini per questo non vorrei che ti vesti così”. Non ha senso perché è la donna che sceglie se rimanere fedele o no. Se dice così non si fida di voi. Perché se si fidasse come dice non si farebbe problemi. Se vi vieta qualsiasi cosa o se vuole decidere per voi non è amore ma un maschilista e violento. Mi ricordo che anche qua su Tumblr c’era un utente che aveva sti pensieri maschilisti ed era pieno di donne corteggiatrici. Ricordo che ti ritrovavi il suo blog pieno di domande di donne e donne che gli mandavano complimenti. Solo perché romantico e per la descrizione in bio ecc… Si può essere romantici anche senza mettere divieti. Il romanticismo non include la possessività. Non faccio nomi, non so se esista ancora questo utente perché non ci andavo d’accordo e mi aveva bloccato. Ma era assurdo come molte si fermavano solo all’apparenza.
Facciamo in modo che uomini così rimangono soli e che nessuna donna ci si metta insieme. Perché meritano di rimanere soli.
Ci sono tante testimonianze di donne ex vittime di violenza, guardatele e capirete che questi sono campanelli d’allarme e che gira tutto attorno alla manipolazione e al maschilismo. Perché vi fa credere che vi ama e vi fa credere che quello che fa sia giusto.
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LupoSolitario00 🐺
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luposolitario00 · 1 year
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Sono dell’idea che vanno educati i bambini a non fare violenza e ha rispettare le donne e le persone in generale.
In quella scuola nel Fiurli e in Italia in generale, dovrebbero fare lezioni e parlare di violenza sulle donne scrivendo testi in cui citano “consigli su come portare rispetto verso le donne”. Ma vale anche per le persone in generale perché anch’io ho subito violenza sessuale in passato. Quindi non sto dicendo che succeda solo alle donne. Sono il primo a non pensarlo.
In questi testi va soprattutto citato che anche palpare, fare catcalling è una violenza. Come lo è anche vedere la donna come una schiava.
Va insegnato ad avere rispetto.
Ci insegnano che mancare di rispetto significa solo insultare.
Ma mancare di rispetto è anche fare commenti molesti, toccare senza il consenso, alzare le mani, dire che la donna debba fare i lavori domestici ecc…
Perché non insegnate cosa significa rispetto invece di prendervela con le vittime? Per aiutare le vittime bisogna iniziare educando.
VOI COSA NE PENSATE?
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LupoSolitario00 🐺
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luposolitario00 · 2 years
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La ragazza che giustifica i stupratori
Una ragazza della mia città commenta spesso i vestiti delle altre ragazze dando loro delle troie se mettono vestiti corti e un po’ scollati. Ad una ragazza ha pure urlato davanti a tutti “sei una Troia !”. E pensare che tutti si erano girati a guardare la vittima. Immagino non sia stato piacevole.
La cosa ancor più assurda è che lei sostiene che le donne vengono stuprate per colpa del loro vestiario. E ha pure il coraggio di dire “le donne che si vestono scollate meritano di essere stuprate”.
Invece di essere comprensiva e capire che i vestiti non danno il consenso, lei ragiona da maschilista.
Quando ho sentito queste cose dalla sua bocca sono rimasto scioccato. All’apparenza sembrava una ragazza normale ma poi ho notato che ha un brutto carattere e una mentalità molto retrograda.
La cosa assurda è averlo sentito da una ragazza. E pensare che non è la prima volta che mi capita di incontrare ragazze che la pensano in questo modo. Lei finora batte tutte perché nessuno come lei aveva detto “le donne devono essere stuprate”.
Tutto ciò è assurdo perché certe donne dovrebbero essere le prime a capire che i veri colpevoli sono i stupratori.
Forse queste donne non hanno mai subito stupri/molestie e quindi non capiscono cosa significa subirle.
Io non glielo auguro perché è brutto. Molto brutto.
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LupoSolitario00
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luposolitario00 · 1 year
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Quale donna non si è mai imbarazzata almeno una volta nel dire a qualcuno di avere le mestruazioni? Tanti i modi di dire: “ho le mie cose“, “sono indisposta“, “sono in quei giorni“. E quante volte, invece, è capitato agli uomini di arrossire al solo sentir nominare la parola mestruazioni o assorbenti?
Ciò è dovuto al senso di vergogna ed inadeguatezza che con gli anni è stato associato a questo fenomeno fisiologico e non certo sovrannaturale.
Considerare le mestruazioni alla stregua di un “disturbo” ha origini antiche ed è un modo di pensare più radicato di quanto si creda.
Le religioni in questo hanno fatto la loro parte: nei secoli hanno avvalorato la tesi secondo cui le donne sono “colpevoli” di avere le mestruazioni. Sono immonde, impure e fragili. Sulla base di alcuni testi sacri è stata concepita l’idea della debolezza della donna, basata appunto sul fatto di avere le mestruazioni per sette giorni al mese.
In molte culture e religioni questo periodo biologicamente naturale viene usato per stigmatizzare la donna condannandola all’isolamento e alla vergogna.
La legge ebraica proibisce letteralmente qualsiasi contatto fisico tra uomini e donne durante i giorni delle mestruazioni. Questo in particolare tra marito e moglie. Sono due i temi che ricorrono più spesso in relazione alle mestruazioni: uno è quello dell’isolamento a cui le donne vengono destinate, quasi come fosse una punizione per qualcosa che non possono controllare; un altro è quello della sessualità, in quanto agli uomini viene severamente proibito di giacere accanto alla propria moglie durante i famosi sette giorni e di avere rapporti sessuali, in quanto il solo contatto fisico potrebbe renderli impuri. Ci troviamo ancora una volta alla riduzione della donna a puro oggetto del desiderio sessuale dell’uomo.
Anche il Cristianesimo si è servito delle mestruazioni per creare disuguaglianze e impedire alle donne di occupare posizioni autorevoli. Ci sono molti tabù all’interno della Chiesa che escludono le donne dall’assumere posizioni di una certa importanza all’interno della gerarchia ecclesiastica. Ciò accade perché anche nella Bibbia viene affermato che le donne sono impure, soprattutto durante il loro ciclo mestruale.
L’Induismo ha costruito negli anni una figura della donna “inquinata” e un’idea delle mestruazioni come una maledizione che bisogna combattere con l’isolamento. Il ciclo infatti viene visto come un evento privato che la donna deve vivere da sola. In molti Paesi e culture esse vengono isolate nelle cosiddette “menstrual hut” (capanne mestruali), che si trovano per lo più in luoghi isolati e senza accesso a servizi igienici.
Se una pratica così dannosa è però anche ben radicata in una cultura, cosa bisogna fare? In che modo si può attuare un cambiamento nel modo di percepire le mestruazioni?
L’istruzione è il primo elemento chiave su cui bisogna lavorare: la salute della donna non deve essere un tabù, ma deve essere spiegata nelle scuole così che le ragazze non vengano sorprese dall’arrivo del primo ciclo.
È ciò che è successo in Etiopia, dove Sara Eklund, madre etiope e padre americano, ha fondato il primo marchio africano di coppette mestruali per aiutare le donne, sia dal punto di vista economico che igienico-sanitario: “Noble cup”, coppette eco-sostenibili.
L’imprenditrice del Corno d’Africa non si è limitata a questo: alla creazione e distribuzione delle coppette alle ragazze e donne etiopi, accompagna una serie di incontri educativi sulla biologia femminile e le mestruazioni.
Smettere di considerare le mestruazioni un tabù e garantire l’accesso ai prodotti necessari è il primo passo per liberare le donne dallo stigma che le accompagna. Non stiamo infatti parlando di “affari da donna” bensì di qualcosa di più grande che riguarda tutte e tutti e che dovrebbe essere considerato un diritto imprescindibile.
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luposolitario00 · 1 year
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Aveva 22 anni la giovane donna uccisa in Iran per una ciocca di capelli fuori posto. Masha Amini, questo il suo nome, ha avuto la colpa di non aver indossato correttamente il velo. Ciò che è accaduto ha messo in moto ondate umane di donne e uomini che reclamano i propri diritti non soltanto scendendo in piazza in Iran ma anche in Italia e in molti altri Paesi europei. L'obiettivo è essere a fianco della lotta delle donne iraniane e di tutte le donne.
Non si può essere arrestate, per poi morire, a causa di una ciocca di capelli fuori posto sotto il velo.
Non si può essere vittime, ancora oggi, di matrimoni forzati (profondi e sofferenti, da far venire i brividi, sono gli occhi delle spose-bambine), stupri impuniti. È intollerabile essere schiave di lavori disumani, di tratte; non si può essere condannate “all’analfabetismo”. Tante e troppe sono le discriminazioni, gli abusi e le ingiustizie che nell’epoca attuale molte donne in diverse parti della Terra subiscono sulla loro pelle silenziosamente.
Se da un lato nei paesi civili sempre più donne faticosamente e meritatamente conquistano ruoli di prestigio e riescono a occupare spazi che fino a pochi anni fa erano riservati ai soli uomini, dall’altro diversi sono i Paesi in cui anche solo la strada verso la conquista della libertà, del rispetto e della tutela dei diritti del mondo femminile è totalmente al palo. Ci sono luoghi in cui molte sono le donne a cui anche il solo decidere “cosa indossare e come” è vietato.
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luposolitario00 · 2 years
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Questa altra ragazza ha spiegato benissimo come stanno le cose mettendo a tacere questa ragazzina superficiale.
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luposolitario00 · 2 years
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In poche parole ha spiegato tutto quello che la maggioranza delle etero non capiscono. Ovviamente non sono tutte così ma sono dell’idea che chi è gay/lesbica ragiona molto spesso meglio di chi è etero. Ovviamene ci sono delle eccezioni ma a mia esperienza le lesbiche e i gay sono molto più attenti alla parità rispetto a gli/le etero. Perché si sa che nella maggioranza dei casi gli/le etero guardano la cosa che fa più comodo a loro e non la cosa giusta.
Questo video non è per mettere in cattiva luce gli etero ma è uno sfogo per far capire che bisognerebbe mettersi anche nei panni altrui. E questa ragazza l’ha spiegato bene. Io non ce l’ho con nessuno. Ce l’ho solamente con le persone ipocrite. Qua nessuno è santo e entrambi i sessi hanno bruttissimi difetti.
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luposolitario00 · 2 years
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Sono d’accordo con lui 👍🏻
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luposolitario00 · 2 years
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VIOLENZA SUGLI UOMINI IN ITALIA, COME SIAMO MESSI?
Un'indagine del 2012, effettuata da una equipe dell'Università di Siena su un campione di uomini tra i 18 e i 70 anni, afferma che, nel 2011 sarebbero stati oltre 5 milioni gli uomini vittime di violenza femminile configurata in:
- minaccia di esercitare violenza (63.1%);
- graffi, morsi, capelli strappati (60,05%),
- lancio di oggetti (51,02%);
- percosse con calci e pugni (58,1%).
Inferiori (8,4%), rispetto alle donne, gli atti che possono mettere a rischio l'incolumità personale e portare al decesso.
Altre forme di violenza riguardano l'ambito psicologico ed economico:
- critiche a causa di un impiego poco remunerato (50.8%)
- denigrazioni a causa della vita modesta consentita alla partner (50,2%)
- paragoni irridenti con persone che hanno guadagni migliori (38,2%)
- rifiuto di partecipare economicamente alla gestione familiare (48,2%)
- critiche per difetti fisici (29,3%).
- distruzione, danneggiamento di beni, minaccia (47.1%)
- Insulti e umiliazione raggiungono una quota di intervistati del 75.4%
- minaccia di suicidio o di autolesionismo (32,4%), specialmente durante la cessazione della convivenza e in presenza di figli, spesso utilizzati in modo strumentale.
- minaccia di chiedere la separazione, togliere casa e risorse, ridurre in rovina (68,4%)
- minaccia di portare via i figli (58,2%)
- minaccia di ostacolare i contatti con i figli (59,4%)
- minaccia di impedire definitivamente ogni contatto con i figli (43,8%).
Le proiezioni dei risultati sull'intera popolazione maschile risultano essere analoghi alle proiezioni ISTAT sul target femminile.
In totale assenza di dati ufficiali, questa indagine costituisce l'unica fonte attualmente disponibile in Italia.
Al momento della consegna del questionario cartaceo i soggetti dimostravano la volontà di sottoporsi all'inchiesta ma, successivamente se ne discostavano.
Conclusioni
La teoria secondo la quale la violenza Uomo›Donna sia la sola forma diffusa si è rivelata inattuale e non corrispondente alla realtà dei fatti.
Dall'indagine emerge come anche un soggetto di genere femminile sia in grado di mettere in atto una gamma estesa di violenze fisiche, sessuali e psicologiche; quindi anche un soggetto di genere maschile possa esserne vittima.
Ciò che gli autori auspicano è che il fenomeno venga approfondito dagli organi istituzionali, indagando con identici strumenti e modalità un campione composto da un uguale numero di donne ed uomini, secondo criteri di trasparenza ed imparzialità sino ad oggi sconosciuti.
L'obiettivo è lo studio di adeguate contromisure istituzionali, affinché la tutela della vittima sia garantita indipendentemente dal sesso di appartenenza.
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Fonti: www.vittimologia.it
Vi consiglio di andare a leggere tutta la ricerca, la trovate facilmente su internet. Molto chiara, spiega tutto nei dettagli, vi sono molte altre informazioni in più che io, non ho potuto inserire.
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luposolitario00 · 2 years
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“Voi uomini non potete capire i problemi delle donne”, “Non subite discriminazioni”, “Gli uomini sono tutti uguali”, “Combattere per i nostri diritti è un compito che non vi spetta”, “Siete tutti maschilisti e non avete voce in merito per la parità”.
Diverse donne, dichiarandosi “femministe” (anche se non lo sono e si avvalgono di questo termine solo per giustificare la loro MISANDRIA), escludono nella loro visione della lotta per l’uguaglianza sociale gli uomini, ritenendoli non idonei a servire la causa perché “fautori in primis” della discriminazione combattuta e “inadatti” in quanto esterni ai problemi del genere femminile. Ciò che però bisogna capire è che generalizzare su un’intera categoria di persone definendola incapace di comprenderci È UNA DISCRIMINAZIONE.
GLI UOMINI NON SONO TUTTI UGUALI, come non lo sono le donne.
Ognuno ha il suo carattere e a incidere su di noi ci sono gli stereotipi e l’educazione di genere, ma così facendo non si farà ALTRO che rafforzarli e favorire le differenze.
Proprio per quest’ultime, i problemi per i due generi presi in considerazione sono DIVERSI, ma non significa che non li si possa risolvere INSIEME,
Perché sono pur sempre PROBLEMI e per raggiungere la parità dovremmo smettere di LITIGARE anche quando vorremmo e dovremmo AIUTARCI A VICENDA.
Essere maschi non significa essere maschilisti e non significa automaticamente far parte “del patriarcato”.
Non c’è bisogno di “capire”, cioè VIVERE, qualcosa per poterla cambiare, perché l’importante è RISPETTARSI con il fine di collaborare per un mondo migliore dove siamo semplicemente ESSERI UMANI
E coesistiamo senza divergenze in Libertà.
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LupoSolitario00 🐺
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luposolitario00 · 2 years
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“Quello ce l’ha piccolo”, “Ha un pisellino minuscolo così”, “Dai, l’importante non è la grandezza, ma come lo sai usare!”, “Ma come la soddisfa una donna così?”, “Le dimensioni contano”, “Io proverei imbarazzo al tuo posto”, “Non è un vero uomo se è così poco dotato”“Essere uomo”. È questo lo stigma intorno a cui rotea l’immaginario della vita di ogni ragazzo.
Chi è “uomo” è chiamato ad assolvere dei compiti per cui deve cimentarsi in diverse sfide; così da dimostrare forza, prestanza e potenza, cioè le virtù dell’eroico e virile maschio perfetto.
Tra i tanti requisiti che “l’essere uomo’ richiede, c’è l’avere il pene grande, per l’appunto, simbolo di dominanza e mascolinità per eccellenza.
Quindi, lo scherzo più comune che si fa in merito, vede un soggetto sfortunato deriso per le dimensioni del suo membro; e questa è una vessazione psicologica enorme non solo per un “uomo”, MA PER UN ESSERE UMANO.
Non si può SCEGLIERE il modo in cui si nasce, è lo stesso discorso per questa parte del corpo COME UN’ALTRA dalla misura non modificabile, E NON C’È NULLA DI MALE.
Il nostro fisico NON CI DEFINISCE, NON STABILISCE quanto valiamo e sicuramente non è da lui che dipendono la forza, la prestanza e la potenza (che, badiamo bene, NON SONO CIÒ CHE UN UOMO DEVE PER FORZA ESSERE, ma un semplice tratto caratteriale che può appartenerci oppure no).
E la “dominanza“ NON È DETERMINATA dal proprio membro, perché la sessualità va oltre un gioco di penetrazioni come lo è “l’essere uomo”, visto che una persona È MOLTO DI PIÙ di uno stereotipo ed è per questo che è fantastica.
LA LUNGHEZZA DEL MIO PENE NON È UNA PRESA IN GIRO.
Siete bellissimi, siete validi e nessuno ha il diritto di offendervi,
Che siate “uomini”, che siate persone,
Meritate di essere COME SIETE nella vostra Libertà.
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Maria Sofia Pia Federico
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luposolitario00 · 3 years
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“Se lo andassi a raccontare alla polizia ti riderebbero in faccia”, “Come è possibile? Solo gli uomini possono violentare”, “Beato te! Mi fosse capitato non avrei fatto tutte queste storie”, “Ma dai che alla fine ti è piaciuto pure”, “I maschi vogliono solo quello e per una volta che gli capita si lamentano!”, “Un uomo non può essere stuprato”.
Cosa vedi…
Guardando in faccia un uomo?
Nella nostra società il giudizio nasce per una convenzione comune, la quale desidera semplificare il più possibile le cose così da precludere qualsiasi profonda investigazione sul mondo vicino e circostante. Ed ecco che, un uomo, in quanto tale, viene visto come un insaziabile cacciatore alla costante ricerca di spasimanti per soddisfare la sua voglia sessuale e alimentare il suo ego; con la conseguente impossibilità di essere creduto in caso di stupro. Ma ciò che bisognerebbe capire è che il giudizio è una convenzione quanto una LIMITAZIONE, E CHE LO STUPRO NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO.
Il genere maschile NON VIVE IN FUNZIONE DELLA SESSUALITÀ, perché oltre a essere un bisogno, quest’ultima è una VOLONTÀ AL DI FUORI DI QUALSIASI STEREOTIPO.
E se la volontà non c’è anche in un solo atto, CHE CONTEMPLA TANTISSIME COSE LE QUALI POSSONO ESSERE INFLITTE A UN RAGAZZO, si tratta di VIOLAZIONE DELLA PERSONA.
Non è importante quante vogliate dirne “su un uomo” in quanto appoggiati da un sistema con la stessa convinzione,
Perché “un uomo” è UN ESSERE UMANO e il sistema VA CAMBIATO in favore dell’umanità stessa.
Sono un uomo,
Sono stato stuprato.
E quando smetteremo di giudicare per COMPRENDERE il nostro prossimo
Creeremo una civiltà costruita sulla base della fratellanza e della Libertà.
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Maria Sofia Pia Federico
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luposolitario00 · 2 years
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Il multitasking non esiste
Molte persone pensano ancora che essere “multitasking” sia una caratteristica biologicamente femminile. Tutto ciò perché qualcuno ha fatto credere loro che la donna può fare mille cose insieme, a differenza dell’uomo.
Se ci sono donne che pretendono che al primo appuntamento la cena la paghi l’uomo, è perché qualcun* ha insegnato loro che l’uomo deve pagare tutto se vuole essere considerato un valido compagno.
Questi meccanismi di maschilismo interiorizzato portano avanti solo altri stereotipi patriarcali applicati nel quotidiano che portano comunque a una dipendenze e a un ruolo subalterno. Infatti, l’idea che debba essere l’uomo a pagare la cena ha radici profonde nella nostra storia, deriva da un tempo in cui la donna, anche se possedeva delle proprietà, in realtà non ne era mai la proprietaria effettiva, perché passavano dal padre al marito. La donna non poteva possedere nulla, non poteva lavorare, nella maggioranza dei casi non poteva nemmeno imparare a leggere e a scrivere. Questo per secoli (e consiglio su questo di leggere “Una Stanza tutta per sé” di Virginia Woolf).
Se portiamo avanti l’idea che la donna sia nata proprio a livello biologico per fare più cose contemporaneamente (cosa assolutamente non vera, sono state costrette nei secoli ad imparalo), pensando alla casa, alla prole e al lavoro in realtà vi state condannando a una vita di schiavitù.
Vi dicono che le donne sono “multitasking” mentre l’uomo è capace di fare una sola sola una per volta… ma ne siete proprio sicur*? Oppure è così perché fin dall’infanzia ci hanno insegnato che è così? Se pretendete che sia l’uomo a pagare al primo appuntamento rimarcate la dipendenza economica quando invece è fondamentale essere economicamente indipendenti per essere autonome e non dover niente a nessuna persona.
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