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#emilio borelli
italiasparita · 9 months
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Emilio Sommariva (1883-1956)
Lyda Borelli
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dispatchdcu · 3 months
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Spider-Woman #3 Preview
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Spider-Woman #3 Preview: GANG WAR RAGES ON! Spider-Woman tried to take down Diamondback’s operation from the top…and barely escaped with her life. Now she’s angrier than ever and ready to hit him – and Hydra – where it hurts. Jessica Drew goes street level as GANG WAR nears its brutal conclusion! STEVE FOXE • CAROLA BORELLI (A) • Cover by LEINIL FRANCIS YU VARIANT COVER BY EMILIO LAISO WOLVERINE…
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Emilio Sommariva :: Portrait of Italian stage actress Lyda Borelli, 1911-1913
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fotopadova · 7 years
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Lyda Borelli primadonna del novecento
di Nicola Bustreo 
 -- Ricordo e passione di un’attrice “stereoscopica”
 La sempre delicata cornice di Palazzo Cini ospita nella galleria temporanea tra il 1 settembre e il 15 novembre 2017 una nuova mostra dove la fotografia è stata proposta ma anche valorizzata come documento primario. L’esposizione s’intitola Lyda Borelli primadonna del Novencento ed è stata curata dalla professoressa Maria Ida Biggi, direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Il progetto e’ stato realizzato , in accordo con gli eredi di Lyda Borelli, con la collaborazione di istituzioni quali SIAE – Biblioteca e Raccolta Teatrale del Burcardo, Roma; ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Roma; Fratelli Alinari,  Fondazione per la Storia della Fotografia, Firenze.
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Entrata della mostra a Palazzo Cini
La mostra racconta le vicende artistiche dell’attrice veneziana attraverso una serie di documenti inediti, vestiti ma soprattutto un’ampia produzione fotografica sull’attrice e dell’attrice. Si potranno ammirare gli scatti di alcuni dei più grandi fotografi del tempo: Mario Nunes Vais, Arturo Varischi e Giovanni Artico, Emilio Sommariva e Attilio Badodi, per i quali la Borelli ha posato sia in abiti di scena, sia dando sfoggio delle sue celebri toilettes. Proprio questa varietà di punti idi vista permette allo spettatore di immergersi in una sorta di metafora del mondo del teatro dove realtà e finzione corrono a braccetto  e forse possono scambiarsi i ruoli nelle rispettive vite.
Il sapore e’ quello della belle époque e dell’illusione più magica.
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Vestiti di scena (1910-1015) di Lyda Borelli, ICCD Gabinetto Fotografico Nazionale, Archivio Nunes Vais, Roma
La mostra e’ dedicata agli estimatori dell’attrice, del mondo del teatro come del cinematografo muto italiano dove l’attrice e il suo gesto erano i medium con i quali si riassumevano  parole ed l’estetica scenografica. E proprio a risaltare questa espressività assordante, seppur priva di rumore, sono le fotografie dell’attrice nelle sue pose e nelle sue espressioni rese ancor più uniche dai costumi di scena del tempo, che d’improvviso prendono vita in abiti di lusso realizzati ad hoc dalla sartoria veneziana Atelier Nicolao o gli sgargianti quanto preziosi gioielli.
La selezione delle immagini si è rivelata fondamentale, quanto necessariamente puntuale, per valorizzare tutti gli altri documenti scritti, le locandine degli spettacoli come  i libretti di sala e gli abiti presenti nelle sale.
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Lyda Borelli in Salome' (1909-1910), ICCD Gabinetto Fotografico Nazionale, Archivio Nunes Vais, Roma
 L’occasione di questa celebrazione e di questo racconto ci fa scoprire inoltre una Lyda Borelli “stereoscopica”: un viaggio tridimensionale alla scoperta della vita privata dell’attrice e della sua tournée in Sudamerica (1909-1910), fruibile dal pubblico grazie alle videoproiezioni curate da Umberto Saraceni di Visual Lab.
La stereoscopia si conferma la fotografia del teatro permettendo di amplificarne, ma soprattutto di implementarne, la percezione della tridimensionalità sia fisica sia intellettuale del contesto teatrale. Cinema e Fotografia si mischiano in un dolce balletto e fondendosi danno vita a una nuova filosofia di Teatro.
Questa sala rappresenta simbolicamente la missione sull’immagine intrapresa dalla Fondazione Giorgio Cini. Dalle Nozze di Cana di Paolo Veronese riprodotte digitalmente nel 2009 e riconsegnate alla città nelle sale del Convitto palladiano nell’isola di San Giorgio come copia siamo giunti alle stereoscopie di Lyda Borelli, dove teatro, cinema, fotografia si trasformano in immagine e ci permettono di assistere ad un nuovo incontro tra il presente e il passato.
Informazioni utili:
Durata della mostra: 1 settembre – 15 novembre 2017 Orari: 11.00 – 19.00, chiuso il martedì (ultimo ingresso ore 18.15) Sede: Palazzo Cini,: San Vio, Dorsoduro 864 Venezia
Catalogo in mostra: Il Teatro di Lyda Borelli, a cura di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, Fratelli Alinari, Firenze 2017
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sinapsinews · 4 years
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a Pianura-Un gruppo di ragazzini manda in frantumi i vetri di un autobus di linea Borrelli:” È un problema di mala educazione dei giovani e di inadeguatezza dei genitori” Come anche denunciato da un cittadino al Consigliere Regionale dei Verdi Francesco Emilio Borelli, nel pomeriggio del 24 febbraio un gruppo di ragazzini ha, senza alcun motivo, preso a calci lo sportello di un autobus di linea che si trovava nello stazionamento di Pianura.
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gaiaitaliacom · 6 years
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Conclusa la stagione semestrale di apertura, di Palazzo Cini a Venezia: l’Arte vista da Emilio Campanella
Conclusa la stagione semestrale di apertura, di Palazzo Cini a Venezia: l’Arte vista da Emilio Campanella
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Tweet di Emilio Campanella #Arte twitter@gaiaitaliacomlo #emiliocampanella     Con il 15 novembre, si è conclusa la stagione semestrale di apertura, di Palazzo Cini a Venezia. Una stagione fitta di manifestazioni, esposizioni, occasioni culturali molto frequentate. Ultima in ordine di tempo, la bella, importante mostra dedicata alla “diva” Lyda Borelli. Curata dalla studiosa del teatro, Maria Ida…
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pangeanews · 4 years
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Alberto Arbasino alla Camera! Eletto tra i Repubblicani, si occupò di immunità parlamentare, fame nel mondo, tribunale di Voghera e di una signora “rapinata di tutti i suoi averi”
Alberto Arbasino si riteneva il ‘nipotino’ di Carlo Emilio Gadda, amava tanto Carlo Dossi, battezzandolo “il gin & tonic della letteratura italiana”. Dopo aver scritto pressoché tutti i libri degni di nota – oltre a Fratelli d’Italia, L’Anonimo Lombardo, Super-Eliogabalo, La bella di Lodi – il romanziere avanguardista, che “forse non è neppure uno scrittore. È soltanto un uomo di mondo che sa scrivere” (questa la sintesi di Giorgio Bassani) si diede alla politica. Affiliato al Partito Repubblicano durante gli anni di Bettino Craxi al governo, il gioco gli riuscì. Fu eletto nel collegio di Milano-Pavia il 12 luglio 1983, occupandosi della Commissione Interni. Come co-firmatario fu co-protagonista di 15 progetti di legge, tra cui quello sulle “Nuove norme per il controllo sulle nomine negli enti pubblici”, poi ritirato, e quello sull’“istituto dell’immunità parlamentare”. Il testo – era il 21 dicembre 1983, ma non accadde nulla di risolutivo – prevedeva che “senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del parlamento può essere sottoposto a procedimento penale” (ovvero che “la Camera è tenuta a pronunciarsi, con provvedimento assunto con voto palese e motivato, entro 90 giorni dalla richiesta del magistrato”) e che “senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale”. Altrimenti, vediamo Arbasino impegnato nel promuovere le “norme per favorire il rilancio dell’edilizia privata” e “per la costituzione dei centri di socio-riabilitazione dei tossicodipendenti”. L’attività politica gli strozzò la vena estetica: nel 1983 Arbasino esce con la raccolta Matinée: un concerto di poesia (per Garzanti), nel 1985 con lo zibaldone di reportage Il meraviglioso, anzi (sempre Garzanti). Poca roba, insomma.
Il 7 aprile 1984 Arbasino è tra i firmatari di una proposta di legge “contro la fame nel mondo”, dacché – così il testo – “la battaglia contro la malnutrizione ed il sottosviluppo è una battaglia di civiltà ed è anche di sicurezza”. Stornata la tautologia e il delizioso buonismo, la proposta di legge prevedeva di destinare per l’opera pia 500 miliardi di lire nel 1984, 800 miliardi nel 1985 e 1.000 miliardi nel 1986. La proposta, temperata da progetti analoghi, divenne Legge dello Stato nel 1987 con il titolo “Nuova disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di sviluppo”.
Le interrogazioni di Arbasino non spiccano per originalità: il 7 aprile 1984 si erge a difesa della Libreria ‘Tuttolibri’ di Roma, tra le “numerose librerie minacciate di sfratto”, mentre nello stesso anno e nel 1986 si occupa della “carenza di organico presso il tribunale” della sua città natia, Voghera. Più interessante la discussione del 24 luglio 1985 quando il deputato Arbasino se la piglia con “quelle manifestazioni spettacolari e pubblicitarie, sempre più frequenti, che possono danneggiare i siti archeologici e gli ambienti monumentali usati come contenitori”. Allo scrittore avanguardista non piacciono “gli spettacoli sons et lumiere dentro il Foro romano e le sfilate di moda nella sala bianca di Palazzo Pitti”. Il 22 marzo del 1984 una sua interrogazione reclama “un intervento presso il governo sovietico affinché ponga termine alle persecuzioni in atto nei confronti di Andrej Sakharov, della moglie e degli altri dissidenti politici in Urss”; quella precedente – 13 febbraio 1984 – implora “un intervento in favore della professoressa Giuseppina Bontempo Lo Martire, autrice di una rinomatissima grammatica di lingua francese, rapinata di tutti i suoi averi”, pare la trama di un romanzo. Il 25 gennaio 1984 aveva partecipato, con un certo brio – “la nostra tendenza, il nostro desiderio sarebbero quelli di ottenere il massimo possibile a favore di artisti che, come si diceva una volta, hanno ben il merito della nostra cultura, come cantanti, come attori, hanno svolto un’opera culturale e non hanno ricavato evidentemente dei corrispettivi di reddito” – per l��“Aumento del contributo dello Stato a favore delle case di riposo per musicisti ‘Fondazione Giuseppe Verdi’ di Milano e per artisti drammatici italiani ‘Lyda Borelli’ di Bologna”.
Uscito dal Parlamento il primo luglio del 1987, Arbasino tornò a fare la “Casalinga di Voghera” e si produsse in qualche stornello rap. (d.b.)
*In forma ridotta, questo articolo è stato pubblicato nel libro “Grandi scrittori, pessimi politici”, Edizioni de il Giornale, 2017
  L'articolo Alberto Arbasino alla Camera! Eletto tra i Repubblicani, si occupò di immunità parlamentare, fame nel mondo, tribunale di Voghera e di una signora “rapinata di tutti i suoi averi” proviene da Pangea.
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the-volleyball-blog · 5 years
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The Breakfast Club and Sexuality
https://www.youtube.com/watch?v=RG3-n9ABoLA&index=10&list=PLF37Yj4A_mOc-t7xKHInVQ73eQgZoVC9B
As a college student who has a younger brother who is gay, the discussion of his sexuality comes up fairly regularly, usually initiated by himself. Some of the topics he brings up are related to bullying and abuse of people who have sexual preferences that are different from the majority of society. I have heard enough conversations so I could analyze films like Love, Simon and talk about how his orientation could be the source of bullying or abuse. However, I wanted to focus on something slightly different for this blog post. Instead of orientation, something similar but not quite the same is the societal stereotypes of sex in general and analyze how they are similar to today’s pressures and how sex for men and women are different. In The Breakfast Club, the film does not quite truly destroys these and many other stereotypes, which can lead to problems especially as the film ages further and societal norms are continually changing as we move further towards the second decade in the 21st century.
According to Laura M. Carpenter’s study in the Sociological Forum, many of those young people who have not had sexual experiences have looked to films and mass media as a way of information, which places even more emphasis on Hollywood to take these subjects very seriously and portray them properly. “ Longitudinal studies have linked youths' sexual conduct to their consumption of media with sexual content. Brown et al. (2006) found that 12-14 year-old white boys and girls exposed to media diets high in sexual content...were significantly more likely to have had sex by ages 14-16 than white teens with media diets lower in sexual content, even after controlling for other predictors of sexual activity” (Carpenter, 808). The Breakfast Club, therefore, can be seen as a threat to the youth of society, especially today as things seem to get more and more liberal. The opportunity of children and young adults to consume such media without a definitive stance on whether or not sexual exploration is good or bad can be dangerous considering the film’s fairly ambiguous ending and the different context in which it was first created.
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While The Breakfast Club may have a feel-good ending and have the majority of stereotypes destroyed, the case of sexuality and sexual harassment is still somewhat prominent even as the film rolls its credits. In one analysis of a modern discussion of the film, Christopher Borrelli of the Chicago Tribute notes that “Estevez is in detention for sexually assaulting a fellow athlete; Nelson's locker is scrawled with homophobic hate language; Ringwald says a relationship is one man, one woman. Thirty years on, where to begin here?...Emilio's character engaged in what we regard as hazing. Since sexual harassment happened, he would be in a Title IX lawsuit for years...though nobody talked about stuff like sexual harassment in schools then. Today, a school can't avoid its responsibilities with a situation like that" (Christopher Borrelli). By today’s standards this is a terrible thing to do to a woman, resulting in lawsuits and prison time as Borrelli states. While The Breakfast Club may be a timeless classic, some elements of the film such as the parts where it jabs at sexuality and social pressures are not fit for modern standards. Just like Steve Carell recognized that The Office would not see the same success in 2018, The Breakfast Club might not as well since it infringes on some of today’s social norms.
One final striking example of what was mentioned above is a retrospective look from Molly Ringwald in The New Yorker at the actions of Bender in the film. As exemplified in the youtube clip at the top, she mentions the subtle themes of sexual harassment towards her from the character Bender throughout the film. “What’s more, as I can see now, Bender sexually harasses Claire throughout the film. When he’s not sexualizing her, he takes out his rage on her with vicious contempt, calling her “pathetic,” mocking her as “Queenie.” It’s rejection that inspires his vitriol. Claire acts dismissively toward him, and, in a pivotal scene near the end, she predicts that at school on Monday morning, even though the group has bonded, things will return, socially, to the status quo. “Just bury your head in the sand and wait for your fuckin’ prom!” Bender yells” (Ringwald). She touches heavily on the scene where Bender hides under the table and catches a glimpse of Claire’s underwear as one such example of this sexual harassment. However, these actions seem to be blown over in the film. Claire does snap at Bender at one point, but even with that Bender still maintains a relatively powerful position in the conversation, even calling Claire a bitch.
It pains me to write this paper for my topic since I absolutely love The Breakfast Club, but the point can be made that the film may not see the same success in 2018 due to its offensive ideals that it touches upon and does not fully conclude or resolve. I must admit, as much as I appreciate the film today, the first time I watched it I was not left with an overwhelmingly feeling; there was a lot that was still to be resolved in the next few sessions of detention between the five students.
Carpenter, Laura M. “Virginity Loss in Reel/Real Life: Using Popular Movies to Navigate Sexual Initiation.” Sociological Forum, vol. 24, no. 4, 2009, pp. 804–827.
Borelli, Christopher. “'The Breakfast Club' 30 years later: Don't you forget about them.” Chicago Tribune, n.d.
Ringwald, Molly. “What About ‘The Breakfast Club’?” The New Yorker, Apr. 6, 2018.
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giancarlonicoli · 6 years
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Il reparto di Chirurgia Vascolare del nuovo Ospedale del Mare a Napoli "è stato chiuso con dimissione di tutti i pazienti nella notte tra venerdì e sabato scorsi per consentire a medici e infermieri di partecipare alla festa organizzata in un locale a Pozzuoli dal neo primario per celebrare il nuovo incarico". Lo denuncia il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità, affermando di aver ricevuto diverse segnalazioni in tal senso. "Ho contattato il direttore dell'Asl Napoli 1, Mario Forlenza, ed il direttore sanitario dell'Ospedale del Mare, Giuseppe Russo, per chiedere conferma sull'incredibile vicenda" aggiunge.
Dal canto suo, Forlenza annuncia di aver disposto "la sospensione del primario di Chirurgia Vascolare, Francesco Pignatelli, in attesa di ulteriori accertamenti". "Lunedì formalizzerò il provvedimento" fa sapere. Spiega Borelli: "L'intero reparto si sarebbe organizzato tra ferie, turni, malattie, affinchè nessuno potesse mancare all'evento".
Da lunedì comincerà un'ispezione nel Reparto di Unità operativa complessa di Chirurgia Vascolare dell'Ospedale del Mare a Napoli dopo la sospensione del primario. Lo annuncia il direttore generale della Asl Na1, Mario Forlenza, il quale ha sospeso - "per motivi cautelari con riferimento a notizie riferite da più parti" - il primario, dottor Francesco Pignatelli. La vicenda è relativa alla chiusura del reparto "con dimissione di tutti i pazienti nella notte tra venerdì e sabato scorsi per consentire a medici e infermieri di partecipare alla festa organizzata in un locale a Pozzuoli dal neo primario per celebrare il nuovo incarico" come denunciato dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.  
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gaiaitaliacom · 6 years
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Conclusa la stagione semestrale di apertura, di Palazzo Cini a Venezia: l'Arte vista da Emilio Campanella
Conclusa la stagione semestrale di apertura, di Palazzo Cini a Venezia: l’Arte vista da Emilio Campanella
di Emilio Campanella #Arte twitter@gaiaitaliacomlo #emiliocampanella     Con il 15 novembre, si è conclusa la stagione semestrale di apertura, di Palazzo Cini a Venezia. Una stagione fitta di manifestazioni, esposizioni, occasioni culturali molto frequentate. Ultima in ordine di tempo, la bella, importante mostra dedicata alla “diva” Lyda Borelli. Curata dalla studiosa del teatro, Maria Ida…
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