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#coccoli
stilouniverse · 9 months
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Antipasti toscani: crostini, pasta fritta, finocchiona, cecina
L’antipasto tipico toscano è particolarmente robusto: affettati misti e crostini, oggi di vari colori, ai tempi solo di fegatini di pollo. Più che un antipasto, ha la consistenza di un secondo appetitoso, ma sulle tavole delle trattorie toscane o nelle feste comandate fa sempre la sua comparsa e la sua figura. Anche oggi, in tempi in cui la “linea” detta legge sulle scelte e le quantità delle…
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andrewfoodforthought · 9 months
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Episode #29 - Tony's Pizza in San Francisco
Come with us as we journey to Tony's Pizza in San Francisco. Today's episode was recorded with five friends as we ventured to North Beach to feast on a variety of pizzas and appetizers at Tony's. Our conversation explores pizza, New York/New Jersey, and all things North Beach.
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asterargureo · 2 years
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benvenuto anche al pallone
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idettaglihere · 11 months
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mi coccoli piano finché non mi addormento?
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Il sinonimo della parola domenica dovrebbe essere "pigrare a letto con qualcuno/a che ti coccoli".♠️
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praticamenteniente · 1 month
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Se la scopi forte dopo bisogna anche che la coccoli forte.
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sophie-blanceur · 3 months
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È quel misto di tenerezza e oscenità
che mi sussurri sulla pelle che mi devasta,
quando mi coccoli come una bambina,
mentre mi scopi come una puttana.
E io mi arrendo.
A te.
Elisabetta Barbara De Sanctis
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ttrdl · 10 months
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se mi chiedessero di cosa avrei bisogno risponderei:
ho bisogno di una bucchina malata che mi dia attenzioni dalla mattina alla sera che mi coccoli che mi faccia dormire con le sue tette in bocca oppure sul suo culone che mi mandi foto del culo mentre è in pale e poi che ci tenga davvero a me(!!!) (soprattutto) e poi poi di un golden retriever si un dolcissimo e simpaticissimo golden retriever e in fine un grandissimo prato verde per giocare e correre con lui… vabbe buona domenica e buon pranzo
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A volte manca anche a me avere qualcuno con cui perdermi.
Qualcuno che mi coccoli.
Che si prende cura di me..
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inseguendoilfuturo · 1 month
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Odio non avere nessuno da coccolare e nessuno che mi coccoli.
Io adoro le coccole ed è una sofferenza.
#me
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Circe, ammettiamolo una volta buona: tu sei una che ha capito tutto. Sì, certo, hai una brutta fama, figlia mia. «E’ una Circe, è una Circe!» dicono quelli che ti vogliono criticare, e si fermano per farlo a qualche dettaglio di contorno, tipo il fatto che trasformavi gli uomini in maiali. Che poi, anche senza essere maga, ci volesse un granché.
Circe, la grande ammaliatrice, il prototipo della donna fatale e pericolosa, quella ti rovina l’esistenza e la famiglia, un disastro e una jattura.
Ma quando mai? No, davvero, ditemelo, spiegatemelo bene, perché se una si va a leggere l’Odissea, ma tutta tutta, da principio alla fine, sta cosa non si trova, e Circe, al contrario, ne viene fuori come una donna molto ammodo e riservata, anzi persino schiva, che se ne sta tranquilla sulle sue, non seduce, non gattamorteggia. Pure con gli uomini, si fa gli affari suoi quando capita e il tizio vale, ma poi non frigna, non lagna, lo lascia andare via senza drammi e senza patemi, battendo di molte misure le sue discendenti donne in carriera tutte Sex and The City, che però dopo lacrimano come scolarette non appena quello con cui hanno deciso di fidanzarsi parte per un convegno di due giorni a Canicattì e le lascia sole a rimirare l’armadio di Manolo Blahnik.
Certo, la famiglia di provenienza aiuta. Ti chiamano maga, ma in realtà eri la figlia del Sole, e quindi fin da piccola di cose ne devi aver viste di ogni. Dea di prima grandezza, quindi, per ascendenza quasi più antica di Zeus, quel parvenu che s’era preso l’Olimpo con un colpo di mano.
Tu, di antica razza e di antico potere. t’eri ritirata nell’isola tua, ed è difficile darti torto. Ai confini del mondo e soprattutto lontano dalle rotte frequentate, perché gli umani dilagavano ovunque e tu di mischiarti con loro non avevi gana. Snob? Certo, ma non più di qualsiasi vip odierno, e poi la privacy nella nostra società è ipertutelata, perché Circe non ne dovrebbe aver diritto?
Lì, nella tua isola, non dai fastidio a nessuno. Capita invece che molti diano fastidio a te. Ogni tanto qualcuno arriva e da bravo mortale si crede autorizzato a sbarcare e fare come se fosse a casa propria. Tanto tu sei donna, no? Quindi si piazza sulla spiaggia, poi sale al tuo palazzo, e pretende accoglienza, e tavola pronta, e magari anche qualche conforto che va più in là. Tanto tu sei single, no? Quindi, nella testa di questi idioti, sei a disposizione, anzi dovresti pure essere grata se t’invadono e si piazzano lì a farsi servire, che almeno riempiono la tua noiosa vita con la loro imprescindibile presenza.
Tu, che sei una gran signora, mica strepiti o lagni. No, che diamine. Possono scocciarti, ma umiliarti mai. Così li accogli con il più sarcastico dei sorrisi, che loro, scemi, scambiano per ancillare benevolenza. Sei l’ospite perfetta: li curi, li coccoli, servi loro cibo prelibato. Ci mancherebbe altro che ti abbassi a lottare o a perdere la calma. E poi, zacchete, quando meno se lo aspettano, un goccetto di pozione qua e là mischiata ai cibi, li trasformi in ciò che poi è loro vera natura: sono porci invasori, che porci diventino davvero.
Hai torto? No, eccheccazzo. Un giudice equo archivierebbe nell’ambito della legittima difesa, anche se esercitata con somma e perfida intelligenza. Che nessuno riesce mai a battere davvero, poi. Perché persino Ulisse, che con te la sfanga, mica si salva per acume suo: è Ermes a dagli una dritta e fornirgli l’antidoto al tuo veleno. Sennò anche lui, da solo, sarebbe finito a grufolare nel tuo recinto e poi a trasformarsi in porchetta.
Certo, poi tra voi nascono le scintille. E vorrei ben vedere. Lui è Ulisse, uno che ha tanto fascino da riempire l’intero Mediterraneo e oltre. Lo vuoi tra i tuoi trofei. Ma tu sei Circe, però. E infatti, gli stai a fianco ma da pari a pari, e comunque gli fai capire che la distanza c’è. Se Calipso si era umiliata ad offrirgli il matrimonio e l’immortalità, a te manco passa per la testa. E’ uomo, caspita, e tu sei dea. Può essere divertente e intelligente, ma alla lunga è solo un mortale, e viene a noia. Così lo ospiti, finché diverte te, e lo aiuti pure, perché ritrovi la strada di casa, regalandogli anche un’ultima notte di favoloso sesso d’addio. Vuole tornare dalla moglie? E che torni. La dimensione sua è quella là: la casa, la sposa, l’isoletta su cui comandare indiscusso, perché alla fin fine anche il più intelligente dei maschi quello vuole, un posto dove nessuno lo contesti e possa sentirsi re.
Per cui lo metti sulla nave, dopo aver controllato che si porti via ben tutti quegli zotici dei suoi compagni, e gli fai ciao ciao con la manina quando sparisce all’orizzonte.
Poi te ne torni a casa tua, che hai un sacco di cose da fare, non ultimo magari accogliere qualche altro bel marinaio sperduto e più giovane, naufragato qua e là. C’è un mondo, attorno, e tu sei libera ed immortale. E guardando all’orizzonte la barca che si allontana, sorridi.
Perché loro, poveretti, pensano che tu sia una povera donnetta sola senza un uomo. E tu, invece, Circe, sei una dea.
Galatea Vaglio
Illustrazione Circe di Franz von Stuck (dettaglio)
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sohtaq · 4 months
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volete dei gattini??? Ne ho 5 che stanno tipo nel garage perché non posso farli entrare in casa ne ho già SEI dentro e mi fanno pena stanno davanti alla porta hanno freddo voglio che qualcuno li porti a casina che li coccoli che li tenga al caldo sono così spippolini volete un gattino?????
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ragazzoarcano · 2 years
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“Che poi, alla lunga, se non c'è mai nessuno che faccia niente per te, impari a fare tutto da sola.
Ti aggiusti, anche.
Ti medichi, ti coccoli, ti sgridi e ti dici che andrà tutto bene anche se sai che non è vero.
Impari a bastarti, a darti tutto ciò di cui necessiti.
E questo è pericoloso - perché poi impari a non aver più bisogno di nessuno”.
— Catherine Black
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empreinte0 · 8 months
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“Che poi, alla lunga, se non c'è mai nessuno che faccia niente per te, impari a fare tutto da sola.
Ti aggiusti, anche.
Ti medichi, ti coccoli, ti sgridi e ti dici che andrà tutto bene anche se sai che non è vero.
Impari a bastarti, a darti tutto ciò di cui necessiti.
E questo è pericoloso perché poi impari a non aver più bisogno di nessuno.”
C. Black
Illustrator Lee S.Hee
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ambrenoir · 8 months
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Circe, ammettiamolo una volta buona: tu sei una che ha capito tutto. Sì, certo, hai una brutta fama, figlia mia. «E’ una Circe, è una Circe!» dicono quelli che ti vogliono criticare, e si fermano per farlo a qualche dettaglio di contorno, tipo il fatto che trasformavi gli uomini in maiali. Che poi, anche senza essere maga, ci volesse un granché.
Circe, la grande ammaliatrice, il prototipo della donna fatale e pericolosa, quella ti rovina l’esistenza e la famiglia, un disastro e una jattura.
Ma quando mai? No, davvero, ditemelo, spiegatemelo bene, perché se una si va a leggere l’Odissea, ma tutta tutta, da principio alla fine, sta cosa non si trova, e Circe, al contrario, ne viene fuori come una donna molto ammodo e riservata, anzi persino schiva, che se ne sta tranquilla sulle sue, non seduce, non gattamorteggia. Pure con gli uomini, si fa gli affari suoi quando capita e il tizio vale, ma poi non frigna, non lagna, lo lascia andare via senza drammi e senza patemi, battendo di molte misure le sue discendenti donne in carriera tutte Sex and The City, che però dopo lacrimano come scolarette non appena quello con cui hanno deciso di fidanzarsi parte per un convegno di due giorni a Canicattì e le lascia sole a rimirare l’armadio di Manolo Blahnik.
Certo, la famiglia di provenienza aiuta. Ti chiamano maga, ma in realtà eri la figlia del Sole, e quindi fin da piccola di cose ne devi aver viste di ogni. Dea di prima grandezza, quindi, per ascendenza quasi più antica di Zeus, quel parvenu che s’era preso l’Olimpo con un colpo di mano.
Tu, di antica razza e di antico potere. t’eri ritirata nell’isola tua, ed è difficile darti torto. Ai confini del mondo e soprattutto lontano dalle rotte frequentate, perché gli umani dilagavano ovunque e tu di mischiarti con loro non avevi gana. Snob? Certo, ma non più di qualsiasi vip odierno, e poi la privacy nella nostra società è ipertutelata, perché Circe non ne dovrebbe aver diritto?
Lì, nella tua isola, non dai fastidio a nessuno. Capita invece che molti diano fastidio a te. Ogni tanto qualcuno arriva e da bravo mortale si crede autorizzato a sbarcare e fare come se fosse a casa propria. Tanto tu sei donna, no? Quindi si piazza sulla spiaggia, poi sale al tuo palazzo, e pretende accoglienza, e tavola pronta, e magari anche qualche conforto che va più in là. Tanto tu sei single, no? Quindi, nella testa di questi idioti, sei a disposizione, anzi dovresti pure essere grata se t’invadono e si piazzano lì a farsi servire, che almeno riempiono la tua noiosa vita con la loro imprescindibile presenza.
Tu, che sei una gran signora, mica strepiti o lagni. No, che diamine. Possono scocciarti, ma umiliarti mai. Così li accogli con il più sarcastico dei sorrisi, che loro, scemi, scambiano per ancillare benevolenza. Sei l’ospite perfetta: li curi, li coccoli, servi loro cibo prelibato. Ci mancherebbe altro che ti abbassi a lottare o a perdere la calma. E poi, zacchete, quando meno se lo aspettano, un goccetto di pozione qua e là mischiata ai cibi, li trasformi in ciò che poi è loro vera natura: sono porci invasori, che porci diventino davvero.
Hai torto? No, eccheccazzo. Un giudice equo archivierebbe nell’ambito della legittima difesa, anche se esercitata con somma e perfida intelligenza. Che nessuno riesce mai a battere davvero, poi. Perché persino Ulisse, che con te la sfanga, mica si salva per acume suo: è Ermes a dagli una dritta e fornirgli l’antidoto al tuo veleno. Sennò anche lui, da solo, sarebbe finito a grufolare nel tuo recinto e poi a trasformarsi in porchetta.
Certo, poi tra voi nascono le scintille. E vorrei ben vedere. Lui è Ulisse, uno che ha tanto fascino da riempire l’intero Mediterraneo e oltre. Lo vuoi tra i tuoi trofei. Ma tu sei Circe, però. E infatti, gli stai a fianco ma da pari a pari, e comunque gli fai capire che la distanza c’è. Se Calipso si era umiliata ad offrirgli il matrimonio e l’immortalità, a te manco passa per la testa. E’ uomo, caspita, e tu sei dea. Può essere divertente e intelligente, ma alla lunga è solo un mortale, e viene a noia. Così lo ospiti, finché diverte te, e lo aiuti pure, perché ritrovi la strada di casa, regalandogli anche un’ultima notte di favoloso sesso d’addio. Vuole tornare dalla moglie? E che torni. La dimensione sua è quella là: la casa, la sposa, l’isoletta su cui comandare indiscusso, perché alla fin fine anche il più intelligente dei maschi quello vuole, un posto dove nessuno lo contesti e possa sentirsi re.
Per cui lo metti sulla nave, dopo aver controllato che si porti via ben tutti quegli zotici dei suoi compagni, e gli fai ciao ciao con la manina quando sparisce all’orizzonte.
Poi te ne torni a casa tua, che hai un sacco di cose da fare, non ultimo magari accogliere qualche altro bel marinaio sperduto e più giovane, naufragato qua e là. C’è un mondo, attorno, e tu sei libera ed immortale. E guardando all’orizzonte la barca che si allontana, sorridi.
Perché loro, poveretti, pensano che tu sia una povera donnetta sola senza un uomo. E tu, invece, Circe, sei una dea.
Galatea Vaglio
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i-mlosingyourmemory · 9 months
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Comunque quando si hanno le mestruazioni, qualcuno che ti coccoli dovrebbe essere d'obbligo! Uff
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