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#bici per cammino
cammini-ciclovie · 1 year
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Ecco le 4 migliori e-bike per un cicloturismo sostenibile
Scegli la tua e-bike per andare in giro lungo i più bei Cammini in Italia e non solo. Qui si parla dei migliori 4 modelli a partire da appena 699 Euro!
Con la sempre più accentuata consapevolezza sull’importanza della conservazione della biodiversità nel nostro ambiente quotidiano, il turismo sostenibile in bicicletta e ultimamente sempre più in sella ad una e-bike è divenuta una formula con la quale tutti noi possiamo contribuire alla tutela del patrimonio naturale. Ma, oltre che rispettare l’ambiente, il turismo sostenibile in bicicletta…
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nineteeneighty4 · 1 month
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È notte , io e mamma stiamo viaggiando sulla SS18 , fa molto caldo come se stessimo nel mese di agosto , tanto da dover tenere il vetro dei finestrini abbassato. In macchina la radio è spenta , e tutt’intorno regna un silenzio rigenerante interrotto soltanto,di tanto in tanto,dal canto dei grilli sugli sprazzi di verde lungo i bordi della carreggiata. I fari dell’auto illuminano a giorno il rettilineo, lasciando intravedere sullo sfondo gli scorci della costa che realmente percorro in bici tutti gli anni. Il mare all’orizzonte è piuttosto agitato ma il moto delle onde appare dolce ,non tempestoso. Nel muoversi l’acqua diventa turchese in certi punti , fluorescente come durante il fenomeno della bioluminescenza. Ne sono incantata, ed estraggo subito la reflex che ho con me adagiata sui sedili posteriori. Poi, in un secondo momento, chiedo a mamma di accostare in una delle tante piazzole sui promontori per cercare di fotografare qualche istante. Le faccio vedere gli scatti , li commentiamo insieme entusiaste dopodiché riprendiamo il cammino verso M . Nel guidare verso la meta finale attraversiamo le piccole frazioni che ne delineano il percorso: case per lo più piccole , in pietra , rustiche e dagli usci in legno sempre aperti . Spazi ridotti , stanze in cui disporre delle seggiole bordo strada e commentare qualunque passante o qualsiasi novità del luogo. Abbiamo entrambe fretta di arrivare nel posto stabilito perché mamma deve consegnare dei documenti importanti. Mi espone la questione in maniera tranquilla,spiegandomi che abbiamo urgenza di risolvere il tutto quanto prima. Poi , come sempre accade nei miei sogni lucidi , mi ritrovo nell’appartamento di una donna anziana la cui abitazione è in cotto e ceramica. Sta in piedi con un bicchiere d’acqua tra le mani e guarda mia madre seduta a terra con una mano poggiata sul petto. Mi avvicino allarmata e le dico “Mamma la prima volta ti sei salvata ,accadrà lo stesso anche adesso. Non preoccuparti”promettendole che i soccorsi sarebbero arrivati nel minor tempo possibile. Chiamo il 118 ma non risponde nessuno. Nel frattempo la situazione precipita ,le condizioni si aggravano ,i parametri vitali scendono. Allora , capendo che avrei potuto fare ben poco, la abbraccio e le do un bacio sulla guancia. “Ti voglio bene” le sussurro “e te ne vorrò sempre”. Lei mi guarda e risponde “ Non dimenticare di consegnare i documenti”
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elorenz · 4 months
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Quando esco dal mio corpo - accade spesso - e mi soffermo ad osservare quell'attimo dall'alto vedo un'anima dispersa dentro al mito della vita. Ma questa rimane la favola che mi raccontavano da bambino quando proiettando le mani sul futuro mi mostravano che questo era pieno di strade da percorrere. Bellissimo, certo. Dalle mani di mia madre si diramavano dieci strade, tutte in direzioni diverse, tutte verso l'alto e diceva "queste sono dieci ma da queste se ne diramano altre ed altre". Ed era credibile, lo ammetto. Era possibile quando, allo scuro dei principi della base sociale, cercavo di capire come funzionasse un temperamatite, oppure ebete nell'età dell'incoscienza guidavo la bici senza mani per andare a scuola o privo della conoscenza del concetto di libertà non avevo opinioni. Tutto era estremamente credibile perché il mondo era natura e semplicità. Poi qualcosa mi ha toccato la coscienza e sono nate le lotte per creare un potere giusto, le lotte per i diritti degli individui, l'espressione "libertà" ha preso il suo vero significato ed ho visto quanto le catene ai piedi mi stessero fermando il cammino. Anche in questo c'era qualcosa di bello ed era l'unione di pensiero. Poi tutti i principi col tempo sono evaporati dalla mente dei miei coetanei ed il pensiero è diventato un gesto e questo gesto una presa di posizione sbagliata che ha portato con sé la pigrizia e la violenza di azioni che non avevano nulla a che fare con concetto di libertà fisica e di pensiero.
Continuo ad osservare dall'alto per cercare di capire se il mito della vita sia qualcosa che vada oltre la percezione del tempo, al di là del significato di società, di ceto, di istituzioni, di economia, di politica, di globalità e di consumo. Se il miracolo della vita riguarda unicamente le dinamiche naturali, quale è il senso del vivere inserito nella società? Se il miracolo sta nel calore che nasce guardando il sole riflettersi spezzato nel mare che importanza può avere fare un lavoro che mi soddisfa? Se la felicità me la crea stare disteso nel bosco ad osservare gli alberi piegarsi per il vento mentre le foglie frusciano cambiando luci ed ombre, cosa importa la materialità che possiedo grazie ai soldi?
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ninfettin · 2 years
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Che allenamento fai per i glutei?
Cammino tanto, vado tanto in bici
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Quali sono i tuoi limiti?
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Ho passato da gennaio a giugno a lavorare 12\14 h al giorno. Sono passato da 6 a 25 clienti, ho reclutato un team di 4 persone, ho dato delle iscrizioni che loro stessi hanno definito chiare, ma non volevano fare il lavoro. Ho proposto di aumentare la paga se ci fossero state delle prestazioni significative per i nostri clienti.Il risultato è stato da parte loro, fare il minimo indispensabile, e siamo passati da 25 clienti a 8, con inevitabili perdite ( e goodbye all’idea di aprire un'attività per un pò). 
Per mesi mi ero preparato a questa cosa, girando come un pazzo ogni sera per Trento. 7 giorni su 7, 25 chilometri, 200 m dislivello Soprattutto, il weekend prima avevo fatto 100 km con 1000 m di dislivello senza problemi. 
Non ero preparato quando sono partito, non avevo nemmeno prenotato la stanza.  Non avevo idea del percorso. Mesi alle spalle di preparazione, di studio per capire cosa avrei affrontato, 
Il piano era andare a vedere il luogo del ritrovamento di Otzi, a 3100 m slm sul ghiacciaio di Similaun. La valle dove è posto il Similaun e di fianco al passo dello Stelvio per intenderci.
Parto in treno da Trento direzione Bolzano, presa la ciclabile da lì arrivo easy a Merano, da qui c’è da seguire la ciclabile - la via Augusta- per il confine.
E ad un certo punto bisogna svoltare per la Val Senales, dove si trova il mio obiettivo, Verlag. 
Mi perdo, faccio 20 km di troppo e attraverso una galleria di 1km per poi vedere il mio telefono morire. Arrivo in un parcheggio dove non c’è nulla. Le mie scorte di cibo sono 1l di birra e 1 chilo di taralli. Mentre consumo la mia cena, noto il bus che dovrebbe portarmi a destinazione ( l’ultimo presumo dall’ultima volta che ho visto l’ora). Salgo in bici, mi getto alla rincorsa del mezzo.
Sinceramente non ho idea di quello che avrei fatto. Attraverso un altro chilometri di galleria che è vuota solo perché sono le 7 e qualcosa di sabato sera. Il rombo dei motori delle due moto e della macchina che passano rimbombano nel mio cervello. Esco fuori.
Una curva sul vuoto, due corsie una per scendere una per salire, e sul lato della salita una parete di roccia. Sta arrivando in tramonto e non posso restare lì, devo proseguire.
In montagna specie per I ciclisti e il passo dopo un tornante quello più pericoloso, specie se la visuale è ostruita da una parete di roccia, perché le macchine dall'altra parte non ti vedono e se sei nella loro traiettoria ti prendono. Ah, non solo macchine, anche scooter, camion e ogni forma loco motorizzata.
Inizio a spingere ma Il mio zaino pesa, e la salita è dura, molto dura. Per arrivare a destinazione sono 18 chilometri di salita con un dislivello di 1400 metri, per farli in 1h e necessario avere una potenza tale da tenere comodamente I 70 km\h in pianura senza tenere in considerazione I miei chili di troppo, e lo zaino con ramponcini e scarponi da montagna. In una parola, una prova buona per uno che fa il giro d'Italia non per me.
Cammino, corro in bici e ancora cammino e corro in bici, tremo all'idea di macchine che passano. Passata l'ennesima galleria, vedo a destra che c'è un cantiere aperto. Stanno togliendo i cavi di rame, la vecchia connessione telefonica probabilmente. Solo quella può essera fatta di grossi cavi di rami intrecciati.
Il manto stradale al lato della galleria è spaccato al centro. Quella che prima era una strada da a picco su una scarpata che porta ripida ad un torrente. Il cantiere è fresco, non abbandonato. Ci sono pale, picche in giro, prendo una pala e penso che probabilmente qui non ci sono animali, perché spaventati dai rumori del cantiere. Che culo.
Mangio ancora qualcosa, bevo poco, voglio tenermi un litro d'acqua per il giorno dopo. Metto la bici da parte, indosso un secondo paio di pantaloncini e il kway e mi metto a dormire. Lentamente il cielo passa dalle tenui luci che si affievoliscono nel fondo valle ad un rosso intenso riflesso sulle rocce e sulla ruspa di fronte a me che mi protegge dal vento. Non fa freddo, non per quella notte. Chiudo gli occhi, ma senza dormire.
Arriva il buio. E le prime stelle. E poi BUM! Un cazzo di cielo costellato di luci dove le costellazioni potevi vederle a occhio nudo.
Sentivo nelle orecchie il rumore di allodole e passeri nel bosco sotto. Il che significava che non c'erano predatori in giro. Nemmeno il rumore del torrente a fondovalle aveva attratto cinghiali, o per meglio dire, l'illusione sonora del torrente che scroscia che rimbalza lungo le pareti, mi faceva credere che il torrente fosse vicino, magari era a decine di metri sotto e magari si c'erano dei cinghiali ma non potevo sentirli a quella distanza.
Passai quattro ore in posizione fetale dietro la pala scavatrice di una ruspa per difendermi dal vento con la bici al lato, il pacco di taralli lontano da me ( cosi se qualche animale volesse approfittarne non mi avrebbe rotto). All'1 sono crollato, alle 5 mi sono svegliato con il sole.
Il giorno dopo poneva un altro problema. Tornare indietro o avanzare fino a trovare una fermata del bus.
Pura follia. 700 mt di dislivello con la bici fatti la mattina presto con 4h di sonno e 200 g di taralli in corpo dal giorno prima.
Dal giorno prima avevo percorso quasi 65 chilometri e avevo consumato qualcosa come 2000 kcal + quelle che ti servono per restare vivo, nel mio caso 2500.
Era troppo. Alle 9.30 mollo a 1200 metri dopo 12 km percorsi. A questo punto mi volevo arrendere. Avevo pedalato troppo, senza risorse. Vedo la mia destinazione fuori dal bus e penso “Nah resto dentro il bus e arrivo in stazione, ritenterò questa avventura un'altra volta. E a quel punto qualcosa dentro di me ha detto “ Stocazzo”.
Scendo, prendo la bici, vado alla pensione nella quale volevo prenotare e prendo la camera per la notte. Mangio un Tiramisù e compro delle patatine al bar del piccolo posto che si affaccia sul lago mentre il telefono si ricarica.
Il posto è sfigato non c'è nulla e solo un piccolo avamposto a ridosso delle montagne che danno sul confine austriaco.
Alle 10.30 di mattina, col sole a picco e un telefono al 12% decido di salire.
Vabbè che ero partito tardi ma io ho iniziato a vedere gente scendere alle 12.00 della mattina, che per quanto tu voglia essere a casa per le 14.00. Perchè???
In realtà arrivato in cima ho realizzato che le persone salgono dalla parte Austriaca per monte per poi scendere dal lato italiano, prendono il bus e se ne tornano al parcheggio in Austria per poi andare a casa, quindi hanno bisogno di essere giù un italia prima delle 17.00 quando parte l'ultimo autobus o sono bloccati per la notte in terra straniera e poi devono far strada per tornare nelle loro austriache case.
Arrivo in cima in 3h e mezzo, 1h in più del previsto. Sono le 14.30 non c'è tempo per andare da Otzi. Solo fare la discesa mi richiederebbe di passare attraverso allevamenti e recinti che la notte vengono chiusi e custoditi. Troppo pericoloso davvero., Missione abortita.
Durante la discesa non ce la facevo davvero più. Non solo avevo dato tutto e anche di più ma non riuscivo proprio a vedere bene le cose. Iniziando la discesa dal ghiacciaio ( su un sentiero al lato del picchi che si vedono sopra) c'era un padre che si era fermato al lato del sentiero perché al figlio gli sanguina il naso.
Dopo un paio di convenevoli del tipo " Ciao Sono stanco posso seguiti ho la vista annebbiata" il padre gentilissimo mi ha detto di si, per poi tornare sul figlio, lavarlo con l'acqua che usciva dal Ghiacciaio lì di fianco e fargliela bere.
A quel gesto ho pensato, beh se un padre la fa bere al figlio, e non gliela fa sputare, sarà buona. No, faceva cagare il cazzo, sembrava ci succhiare da una marmitta catalitica. Padre dimmerda
Ceno, sveglia alle 6. Devo pagare e ho solo carta ma mi servono soldi per il biglietto del bus. Il tizio della pensione con estrema fatica mi prepara un cappuccino. Lo so che effetto mi fa il caffè ma non ho il coraggio di rifiutarlo. Lo bevo, mi accompagna al paese più vicino per prelevare. Pago con mancia. Mi offre delle merendine e una mascherina per il viaggio.
Il tizio del bus mi fa “ Sticazzi il biglietto per la bici”. Che bello quando scopri che anche l'Alto Adige e Italia da questi piccoli gesti. Faccio due passi per uscire dal bus. Mi cago letteralmente addosso.
Un mezzo stronzo mi rimane nelle mutande, ma ce l'ho fatta, salgo sul bus. Resto un'ora in ginocchio sui sedili in fondo mentre immagino la puzza che le persone nel bus devono sentire. Ma nessuno dice niente. Sono troppo educati.
Scendo a Naturno. Non vado nemmeno in bagno, aspetto il prossimo bus. Il mio obiettivo è arrivare a casa il prima possibile e mettermi a lavorare. Il tizio mi fa “Non so quanto passa bus per bici”.
Faccio sticazzi, trovo un bagno, entrò in quello per disabili e mi pulisco, abbandonando il costume e i pantaloncini che portavo sotto irrimediabilmente rovinati. Mi è dispiaciuto un sacco per la persona che ha dovuto pulire quel macello. Nel bagno c'è anche una cinghia abbandonata alla quale lascio attaccati 5 euro per scusarmi. Una volta uscito pulito e riposato dico “Sticazzi del bus” e mi sparo un diretto Naturno-Bolzano alle 7 del mattino. Arrivo alle 9 a Bolzano dopo essere stato per 30 minuti il gregario di una squadra ciclistica che si stava allenando. Avranno pensato che ero uno schiappa ma quei ragazzi non avevano idea di quello che avevo passato quei giorni.
Arrivo a Trento con un temporale da paura. Piove forte. Ancora una volta dico “Sticazzi” salto sulla bici con K Way e salgo per casa mia. Mentre l'acqua mi si rovescia sulla bici a catinelle. Arrivo fradicio, sporco nell'anima, i calzini bagnati di pioggia e inzuppati della merda di vacca che ho calpestato il giorno prima mentre scendevo.
3 giorni, 175 km percorsi in bici, Km\h medi 10, 1600 metri di dislivello fatti, un ghiacciaio visto. 2000 calorie al giorno ingerite. Il giorno dopo lo passo a letto con 40 di febbre. Tremo, non riesco a bere altro che the. Il giorno dopo sono di nuovo in piedi.
Perché andare alla ricerca di tutto questo?
Agisci kata metron, come dicono i greci, secondo misura. La misura non è qualcosa di imposto o una scelta sociale, la misura è data da ciò che ci rompe, da ciò che non possiamo superare.
Non possiamo superare i nostri limiti senza correre il serio rischio di farsi male, e paradossalmente, solo dal quel dolore possiamo diventare più forti.
In questo viaggio mi sono sentito come mai prima d'ora in contatto con la natura, dal canto degli uccelli la sera al rispetto per le vacche mentre passavo i recinti, alla gratitudine per delle nuvole che oscuravano il cielo e riducevano l'afa in cima alla montagna.
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Cammino di santiago italiano
Andare ben equipaggiati non significa portare le bisacce fino all'orlo. Scegli con cura tutto ciò di cui hai bisogno ed evita oggetti inutili nel tuo bagaglio. Il sovrappeso o il sovrappeso si noteranno ad ogni pedalata, influenzando in modo significativo la tua resistenza e il tuo umore. Più di un pellegrino è stato costretto ad abbandonare i propri averi a metà strada per alleggerirsi.
Una buona opzione per godersi ancora di più il Cammino è assumere il servizio di trasporto bagagli e dimenticarsi di portare il peso. Ogni mattina puoi lasciare lo zaino o la valigia alla reception dell'alloggio e un veicolo si occuperà di spostarlo al termine della tua tappa, così al tuo arrivo la tua valigia sarà già ad aspettarti. Ricorda che questo servizio è incluso in tutti i nostri viaggi in bicicletta. Priorità negli ostelli Se hai intenzione di fare il Cammino di Santiago in bicicletta e passare la notte in ostelli pubblici, devi sapere che i posti letto sono assegnati in rigoroso ordine di arrivo alla struttura. In primo luogo hanno la precedenza i pellegrini con limitazioni fisiche, poi quelli che fanno il cammino a piedi, poi quelli che fanno il cammino a cavallo e infine i bicigrini.
Questo non significa che rimarrai senza alloggio, ma dovresti tenere conto di questo aspetto quando pianifichi il tuo viaggio, specialmente in alta stagione quando gli ostelli raggiungono il 100% di occupazione.
Metti a punto la tua bici prima di iniziare il viaggio È molto importante che prima di iniziare il viaggio tu veda in che stato è la tua moto, soprattutto se non la porti fuori dal garage da un po' di tempo. La regolazione dei freni, delle ruote e della trasmissione dovrebbe essere più che sufficiente per eseguire una messa a punto minima. Puoi portarlo in officina o farti aiutare da un amico, in questo modo eviterai molti grattacapi e potrai goderti al massimo l'esperienza.
Impara un po' di meccanica della bicicletta Quando si fa il Cammino di Santiago in bicicletta, è essenziale che tu sappia qualcosa di meccanica. Anche se è vero che su percorsi popolari come il Cammino Francese, il Cammino Portoghese o il Cammino del Nord troverai numerosi negozi e officine specializzate in biciclette; ma potresti avere qualche difetto in mezzo al campo e non sapere come risolverlo finirà per infastidire il tuo viaggio.
goditi l'esperienza Anche se può sembrare ovvio, la verità è che molte volte dimentichiamo che il Camino de Santiago non è una corsa per vedere chi arriva prima alla fine della tappa. Come sai, in bicicletta non si percepiscono le stesse cose di quando si cammina, poiché si passa più velocemente di un pellegrino a piedi. Annota i luoghi interessanti di ogni tappa, visita monumenti, fermati a contemplare un paesaggio o goditi una conversazione rilassata con le persone intorno a te, accadono sempre cose meravigliose. clicca qui cammino di santiago italiano
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lamilanomagazine · 1 year
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Modena: "Pedalare e camminare", aumentano le proposte di itinerari
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Modena: "Pedalare e camminare", aumentano le proposte di itinerari. Dieci nuovi percorsi alla scoperta del territorio modenese, otto di trekking e due di cicloturismo, arricchiscono l’offerta di “Pedalare Camminare”, il progetto di promozione turistica del Comune di Modena che dallo scorso settembre propone già 25 itinerari, in bici e a piedi, dalla pianura all’Appennino, fornendo a turisti ed escursionisti informazioni aggiornate e dettagliate sia online, attraverso il portale visitmodena.it, sia con mappe cartacee da tenere in tasca. Adatti a gusti e livelli di pratica diversi, i nuovi percorsi sono dedicati per la maggior parte all’area collinare e montana e fanno tappa in luoghi suggestivi come, per esempio, il Ponte d’Ercole, l’imponente monolite di oltre 30 metri immerso in un bosco di querce e castagni dai colori vivaci, il Rio Bucamante, con un itinerario fino alle cascate adatto alle famiglie, il lago Patrignano e la Grotta delle fate. Ma non mancano proposte anche nella zona della bassa pianura modenese, come il percorso ciclabile tra argini e valli, che si sviluppa su piste, stradelli di campagna e su tratti dei percorsi natura del Secchia, del Panaro e della Ciclovia del Sole-Eurovelo 7. “Pedalare Camminare”, che ha riscontrato un buon successo nella prima pubblicazione, risponde alla crescente richiesta da parte dei turisti di esperienze da svolgere all’aria aperta mettendo a disposizione informazioni in formato digitale e cartaceo che descrivono in maniera dettagliata e aggiornata le opportunità di svago outdoor offerte dal territorio. Il progetto è promosso dal Comune di Modena, Servizio Promozione della città e turismo, in collaborazione con Modenatur, gestore dell’Ufficio informazione e accoglienza turistica (Iat) di Modena, e con il supporto tecnico della cooperativa sociale La Lumaca e della piattaforma Outdooractive per il tracciamento dei nuovi itinerari e il caricamento delle schede tecniche sulla sezione dedicata del portare di informazione turistica Visitmodena. “Zaino in spalla o caschetto allacciato, queste nuove proposte - spiega l'assessora alla Promozione turistica Ludovica Carla Ferrari - non sono solo per appassionati di escursionismo e sportivi ma sono esperienze adatte a tutta la famiglia. Questa bellissima iniziativa consente di scoprire il territorio della montagna, della collina e delle campagne modenesi avvicinando le persone alla storia di luoghi più e meno noti. Si tratta di itinerari che si inseriscono nella strategia più ampia di potenziamento del turismo outdoor che riguarda anche la promozione dei cammini e delle Vie del territorio modenese” Le informazioni sugli itinerari si possono trovare nelle mappe tascabili e in due segnalibri uno dedicato al camminare e uno al pedalare, che riportano un QR Code attraverso il quale si può accedere direttamente alla pagina dedicata su visitmodena.it, disponibili negli Iat in italiano e in inglese. Tutti i contenuti digitali sono disponibili gratuitamente nella sezione dedicata su vistimodena.it. Qui, grazie alle funzionalità del software Outdooractive, è possibile non solo conoscere le caratteristiche del percorso, come lunghezza, durata, dislivello, grado di difficoltà e attrezzatura necessaria, ma anche scaricare una mappa dettagliata e tracce Gpx, Kml e Fit, e persino effettuare un volo 3D sul percorso selezionato. Gli itinerari possono inoltre essere filtrati in base agli interessi e le esigenze dei turisti, per consultare ad esempio i percorsi più adatti a famiglie con bambini oppure a chi viaggia con i propri animali. Dei dieci nuovi itinerari, due riguardano il cicloturismo e sono il percorso Tra argini e valli, da Carpi verso la Bassa, e il percorso intorno al Cammino di Santa Giulia e la Via Romea Germanica imperiale. Gli otto nuovi percorsi di trekking sono dedicati al Ponte d’Ercole, lungo la Via Vandelli; alla Croce arcana e al lago Scaffaiolo, con inizio da Capanna Tassoni; al lago Patrignano, unico esempio di torbiera in Italia, e alla Grotta delle fate; all’antico ghiacciaio del lago Baccio, con partenza dal lago Santo; alle cascate del Bucamante; al Castello di Spezzano e alle Salse di Nirano; alla cascata del Pastore, lungo il rio Cella, con un itinerario che porta alle capanne celtiche; al sentiero dell’atmosfera che parte da Pian Cavallaro, a 1880 metri d’altitudine, e arriva sulla vetta del Monte Cimone. I 35 itinerari di “Pedalare Camminare” sono promossi anche in manifestazioni fieristiche come la Fiera Agri Travel Expo di Bergamo e la Fiera del cicloturismo di Bologna in corso fino a domenica 2 aprile, e l’Italian bike festival di Misano a settembre.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carraromarco · 1 year
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Giorno 11 senza te.
In questi giorni sto andando al lavoro a piedi. La mia coinquilina dice "Dai, andiamo al lavoro in bici" ed io le dico che no, non me la sento, non sono ancora pronto; i miei pensieri hanno la velocità di passi d'uomo, e mentre cammino per andare al lavoro penso alle cose che ho perso perdendo te. Anzi, no: ultimamente penso alle cose che tu hai perso perdendo me. Capita talvolta che, al lavoro, dia ai colleghi il tuo nome; loro dicono "Guarda che non mi chiamo mica così" e nell'impeto della figuraccia dico scusa, scusami, non volevo; è solo che il tuo nome non lo pronuncio da un pò, rimane conficcato in gola e a volte da dentro ha bisogno di articolarsi. Però mi dicono anche che mi vedono bene, che mi vedono cambiato, che mi vedono deciso. Mi sto impegnando a slegare i ricordi dai fatti, e a slegare il bene che mi hai dato dal male che adesso mi hai lasciato addosso.
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cammini-ciclovie · 1 year
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Il Cammino di Sant'Elena (Alto Molise, 3 tappe, 61 km. - anche in bici)
Il bellissimo Cammino di Sant’Elena consente di scoprire il fantastico Alto Molise: parte dal borgo del profumo e degli arrotini Sant’Elena Sannita, fa tappa a Civitanova del Sannio e a Pietrabbondante per poi terminare ad Agnone, il borgo delle campane. Ma tocca anche altre amene località quali San Pietro in Valle/Frosolone, Duronia (questo l’unico in provincia di Campobasso), Chiauci,…
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telodogratis · 2 years
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Adriano Pacifico, il giovane scomparso in Francia: "Avvistato vicino Tolone, è senza soldi"
Adriano Pacifico, il giovane scomparso in Francia: “Avvistato vicino Tolone, è senza soldi”
Dall’11 luglio non si hanno più notizie del 32enne che stava percorrendo il cammino di Santiago in bici. La madre: “Prima… Sparito nel nulla. Dall’11 luglio scorso si sono perse le tracce di Adriano Pacifico, 32enne di Modena partito a inizio mese per raggiungere Santiago… Read MoreCronaca, MondoToday
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alessandrozorco · 2 years
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Non so cosa aspettarmi da questo viaggio. Mi alleno quasi ogni giorno. Cammino, nuoto, vado in bici. Ma mi alleno soprattutto a lasciare a casa le cose superflue. Vorrei viaggiare leggero, portare nel mio zaino soltanto cose belle. I volti delle persone che amo o ho amato, i ricordi più belli. Lasciare qui i dolori, i fallimenti, gli errori. Le delusioni date e ricevute. Ma temo che anche quelli verranno con me. Mi porterò dietro tutte le cose utili che mi serviranno nel cammino. Anche quelle spiacevoli. Quelle che non ho capito e archiviato. Magari cercherò di perderle per strada, dimenticandomele distrattamente in qualche ostello per pellegrini. Come De Niro in The Mission, quando alla fine della salita taglia via il suo pesantissimo fardello fatto di sensi di colpa. Cosa mi aspetto da questo viaggio? Forse di riuscire a fare un po' di posto. Per nuovi volti, nuove speranze. Nuove prospettive. Strano, alla mia età. Ma non c'è età per chi ha voglia di mettersi in cammino. Davvero non ho idea su cosa aspettarmi da un viaggio come questo. Magari mi troverò faccia a faccia con me stesso. Farò un tagliando alla mia vita. Scoprirò cosa è rimasto dei miei sogni. Scoprirò senz'altro qualcosa. Spero solo di non scoprire, alla fine, di essere soltanto un povero coglione.
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yomersapiens · 2 years
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Il tuo culo è la mia comfort zone. Ha preso il posto del divano, dove ero solito sognare, ma dato che alla fine sognavo sempre il tuo culo ho deciso di ottimizzare i tempi. È grande solo pochi pollici in meno rispetto alla mia gigantesca tv, che ho comprato perché non ero ancora a conoscenza dell’esistenza del tuo culo, altrimenti avrei lasciato perdere dato che passo la maggior parte del tempo con gli occhi fissi sul tuo culo.
Il tuo culo rende le mie giornate migliori e non deve fare molto, gli basta esistere. Perdono ogni cosa al tuo culo. Gli parlo quando ti addormenti e ogni tanto guardo qualche serie tv noiosa mentre sei stesa con me sul divano solo per farti crollare prima, girarti e passare del tempo col tuo culo.
Quando usciamo cammino piano per poterlo guardare. Quando sei in bici pedalo piano per lo stesso motivo. Tu pensi io sia lentissimo ma se solo sapessi quanto sono ossessionato dal tuo culo allora forse capiresti.
Il tuo culo dovrebbero vederlo tutti così forse la smetterebbero di ammazzarsi a vicenda. Dovrebbero insegnarlo nelle scuole d’arte insieme a Giotto.
Il tuo culo è il motivo per cui mi sveglio prima e ti preparo la colazione. Per cui metto tre tazze in tavola per offrire anche a lui il caffè. Per il tuo culo metto in pausa i videogiochi, quando mi passi davanti senza pantaloni. Il tuo culo è il mio cuscino preferito. Mi aiuta a tollerare la tua esistenza, ho imparato ad accettare la tua presenza. È il mio premio per portare pazienza.
Il tuo culo è un tramonto, un orizzonte, un paesaggio tondeggiante. Il luogo ideale dove voglio passare le vacanze. Fargli una foto è uno spreco perché non si riesce a capire quanto è maestoso, è come vedere l’aurora boreale ma senza il freddo e che puoi toccare.
Del tuo culo, vale la pena di scriverne. Tramandare la leggenda. Inventare una religione. Imparare a fare grafica 3D e comprare stampanti adatte per riprodurlo in copie esatte ed esporlo in tutti i musei del mondo. Il tuo culo attira gli ufo. Il tuo culo è il mio pensiero felice quando non prendo sonno e lui lo sa quanto poco dormo perché con lui mi confido. Il tuo culo oramai è il mio migliore amico.
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exninfettina · 2 years
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Ricomincia quel periodo in cui cammino sette km e vado in bici per 25 km al giorno
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arya-80 · 2 years
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Ci sono cose che impari nel cammino della vita.
Le impari così tra una caduta e l'altra, esattamente come quando impari a camminare. Le impari tra i respiri e le lacrime, esattamente come quando impari a pedalare e piangi se cadendo ti fai male, ma sali e riprovi fino a quando di quella bici non sarai padrone. Impari che niente arriva gratis, ma te lo devi sudare, giorno per giorno senza mollare mai le motivazioni. Impari che amare non basta per camminare vicini. Impari che pensare a volte è qualcosa che porta a "Capire"! E il capire a volte può far male. Impari a vivere e mentre lo fai a volte muori. Impari a sopravvivere in quei momenti dove nulla è come desideri. Impari a proseguire senza più la paura del dolore che porti dentro per ciò che lasci dietro. Impari che ci sono persone fatte per "Obbedire" ed altre per "Comandare". Impari che a te non piace ne' una ne' l'altra cosa. Impari che la vita non è per niente facile, nemmeno quando senti di aver preso la strada giusta.
Silvia Nelli
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Arya 🍃
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mccek · 2 years
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C’è un solo albero che ha cominciato a fiorire nel parco di Reschigliano.
Tutto intorno piante brulle.
Quell’albero in fiore è l’albero di Emanuela.
Lo riconosci dai tanti biglietti di ricordi e amore che sono appesi sul tronco.
Era un pomeriggio di ottobre quando Emanuela, di 11 anni, è salita in bici per tornare a casa, come faceva spesso, dopo aver giocato con le amiche al parco.
Quel pomeriggio un camion l’ha presa in pieno: è morta due giorni dopo.
Il giorno dopo l’incidente i ragazzi hanno cominciato a portare peluche, fiori, lettere intorno ad un alberello.
E poi ancora, hanno continuato anche quando la notizia che Emanuela non ce l’aveva fatta ha ferito il cuore di ognuno di loro.
Quell’albero ha visto tutto.
Ha sentito i respiri spezzati dalle lacrime, ha percepito le preghiere silenziose.
Quel piccolo albero ha assorbito l’energia dell’amore disperato per una piccola anima fuggita via.
E ieri, l'albero ha parlato come la natura può fare: con i fiori.
Ad Emanuela le volevano bene tutti e lei amava cantare e scrivere.
Il papà ha pubblicato un passaggio tratto da un tema di Emanuela.
Eccolo: “la vita è come un pianoforte, i tasti bianchi rappresentano la felicità, i tasti neri la tristezza.
Ma qualunque sia il cammino della vita ricorda che anche i tasti neri servono per fare musica”.
C’è un albero che si colora della tua musica, Emanuela.
E non sappiamo dove tu sia, ma quando lo guardiamo pieno di fiori, ci sembra di vedere i tuoi occhi, di percepire il tuo cuore, e di sentire la musica di un pianoforte.
Come se tu adesso fossi dappertutto.
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perimmagini · 3 years
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Piastrellato ROSA
Fine ottobre, forse già Novembre. Sono per le strade intorno al mio quartiere, a Milano, che cammino con una giacca troppo leggera, i pantaloni della tuta e sotto solo una magliettina, per farmi sbollire l’incazzatura. E’ sera, inizia a fare freddo, e io parto da isola e inizio a camminare, cammina cammina, spingendomi sempre più in là, fino a quando la città diventa diversa, i palazzi si allontanano tra loro e in giro ci sono solo persone come me, pazze e sole. In Viale Valtellina a un certo punto riconosco l’Alcatraz, mi fermo pensando a tempi migliori in cui mi ci ero divertito un sacco, poi proseguo incuriosito dalle stranezze della via, tipo un palazzo piastrellato in ROSA, o alcune voragini aperte tra gli edifici in vista di nuove costruzioni che con sto covid chissà quando verranno terminate. Mi sento un po’ umarell.
A pochi passi da questo palazzo rosa, davanti a un palazzotto in vetro e acciaio, c’è una costruzione molto più anonima con davanti una di quelle postazioni comunali con le bici. E appoggiato alla postazione scorgo un ragazzo; sembra giovane, ha il telefono in mano e dà l’idea di essere un “bullo”. Sembra stia aspettando la ragazza sotto casa per farci un giro, tipo quando sei adolescente e ti infratti per un pompino o cose così. Ha una giacca di pile troppo leggera e pantaloni della tuta, pure lui, che sembrano fatti apposta per tirare giù l’elastico e far scavallare il cazzo teso.
Lo guardo, perchè purtroppo quando uno mi piace non riesco a fare a meno di mangiarmelo con gli occhi, e pure lui mi guarda con fare interrogativo. Decido di proseguire, e di nuvo mi perdo in mille vie, viali e viuzze, senza mai sapere bene dove mi trovo perchè la geografia di Milano non mi entra in testa, non è un bel reticolo come Barcellona, non è a cerchi concentrici come Amsterdam, o meglio lo è ma i cerchi sono inframmezzati da troppi viottoli casinari. Miei unici punti di riferimento sono i luoghi che vedo camminando: una banca, un palazzo, una casa che avevo visitato quando ancora ero alla ricerca... cose così.
Dopo una mezz’ora buona passo vicino a un’Intesa San Paolo (credo) con tanto di fontana, mi giro e mi rendo conto di essere a 100-150m dal punto in cui ho visto quel bel ragazzo. Inizialmente scrollo le spalle e proseguo, ma poi come una forza invisibile mi fa girare e tornare verso quel posto, senza nessun intento preciso, sicuro di non trovarci più nessuno. E invece eccolo lì, che mi vede ripassare nella direzione opposta, di nuovo guardandolo, con ancora più insistenza.
Anche lui mi sta guardando, sempre con una espressione stupita/divertita negli occhi, sempre con il telefono in mano. Come ho già fatto mille altre volte nella vita decido di essere sfrontato, lo supero e mi giro di continuo a guardare. Lui mi sta ancora fissando, io proseguo per una ventina di metri, sempre girato all’indietro verso di lui che mi guarda interrogativo. Poi mi fermo, mezzo coperto dal tronco enorme di un albero del viale. Non c’è quasi nessuno in giro, poche macchine che passano; mi metto in modo che lui mi veda parzialmente, quando lo decido io, e che nel frattempo mi vedano anche le auto in marcia, nel caso la situazione si facesse rischiosa. Per ora è solo eccitante.
Ora ci fissiamo a distanza, lui sta iniziando a fare gesti con viso e mani tipo “cazzo vuoi?”, io lo guardo insistentemente, e con la testa gli faccio segno di avvicinarsi. Ho paura in quel momento, ma sono in un posto abbastanza aperto, posso scappare, farmi vedere... chi lo sa. Lui non se lo fa ripetere due volte, e io faccio un passo verso la carreggiata delle auto, per non restare nella mezz’ombra. Quando è vicino mi dice “COSA VOI?” con un forte accento straniero. Visto in azione forse non è bello come mi pareva, ha un po’ di panciotta da adolescente, e è un po’ più basso di me. Però ha questa faccia un po’ balcanica, ipotizzo potrebbe essere Rom, e un’espressione strafottente.
Gli dico che non voglio niente, ma lui non ci crede: “SE VOI QUALCOSA DIMMI”
- tipo cosa?
-QUELO CHE VOI!
-...tipo potrei farti una sega
- SI VA BENE ANDIAMO!
E così iniziamo a passeggiare senza meta, con lui che mi dice di essere etero ma di andare per soldi con uomini e mi chiede se ho qualcosa per lui. Io sono sinceramente convinto di essere uscito senza soldi, e gli dico che ho solo qualche monetina, ma lui non se ne va, anzi mi cammina sempre più vicino. Nell’imbarazzo generale ricordo di aver messo nella tasca interna un 20euro che mi han dato di resto, e per rompere il ghiaccio (non ho mai pagato nè contrattato nulla di tutto ciò, non so come si faccia nè sono interessato a farlo) glielo sventolo davanti e gli dico che ho solo quello. Lui tutto contento mi dice che va bene, che ci possiamo divertire, e continuiamo a camminare in cerca di un posto.
Io in realtà sono un po’ preoccupato, nel mondo dei sogni avrei fatto di tutto in mezzo alla strada con un ragazzotto etero ed eccitato, nella vita reale sono ipocondriaco e voglio vederci chiaro, quindi sto all’erta e mi dico da subito che al massimo gli farò una sega. E poi mi fa strano la cosa del pagare, è come se mi trovassi in un sogno e volessi vedere dove si va a finire, qualsiasi cosa è meglio della prostrazione psicologica e fisica che mi ah portato ad uscire di casa senza soldi, senza telefono, poco vestito.
Lui comunque è simpatico, parla abbastanza bene l’italiano, dice di avere 18anni, di essere turco, di essere arrivato in italia da un annetto con genitori e nonni. Non studia ma durante il giorno fa il dogsitter, e la sera verso le nove si mette in strada e vede di arrotondare. Sei gay? Bisex? NO, ETERO, MA NON HO RAGAZZA. Usi il preservativo? NO, e alza le spalle. 
Per un po’ giriamo nelle vie intorno a Viale Valtellina, ma c’è sempre qualcuno, magari qualche sbandato seduto per terra, o luci accese nelle case di fronte. A un certo punto mi tocca il culo, mi si avvicina da dietro e mi sussurra entusiasta “MI PIACE SCOPARE”. Però se gli tocco il pacco non sento granchè duro. Alla fine gli viene in mente un parcheggio isolato, proprio dietro a quel palazzo di vetro e acciaio, dove tra l’altro ero già passato prima. Ci mettiamo sotto a un albero, in piedi. Gli apro la zip della felpa di pile e mi scaldo contro il suo panciotto. Lui tira fuori il pisello che ora è ben duro: nulla di che, saranno 12-13cm. Non voglio baciarlo, gli lecco solo un po’ il collo e sento un odore che non capisco se è il suo, di maschio poco lavato, o se è il mio, di sudore, lacrime, moccio colato ovunque mentre ero in casa e urlavo come un pazzo al telefono. Non è sgradevole, ma non voglio troppo contatto. Lui cerca di mettermi le mani nelle mutande ma glielo impedisco, prendo in mano il suo pisello e lo sego lentamente, mentre lui si lamenta, dice che mi vuole scopare, e mi stringe a sè.
Sego per un po’ ma oggettivamente sopno già stufo del giochino, già appagato di aver trovato un per strada e avergli visto il cazzo, senza app di mezzo, così per un colpo di fortuna. Lui mi prega di inginocchiarmi e succhiarlo, almeno di bagnarglielo un po’, perchè è tutto secco, e io mi inumidisco la mano e lo lubrifico con la mia saliva segandolo. Lui apprezza molto, è duro come non mai, mi dice che una volta verrà a casa mia e mi scoperà duro, e io annuisco distrattamente, in realtà a casa vorrei già esserci, non ho più voglia di stare lì, mi fa fatica anche l’idea di dover camminare indietro.
A un certo punto ritiro fuori i 20 euro dalla tasca, glieli dò:
-Dai grazie, per me stasera è abbastanza, ci si vede
Me ne vado, lui mi dice di dargli il numero, ma non esiste proprio allora mi dice di ripassare dilì, perchè lui tutte le sere sta in quel posto, ma io mi sono già girato con un cenno di saluto.
Lì per lì non mi ha fatto nè piacere nè dispiacere questa esperienza: ero molto triste, lo ero da tempo e lo sono stato ancora per giorni, ma almeno per una mezzoretta avevo pensato ad altro. Oggi se ci ripenso ho sentimenti contrastanti, per lo più mi eccito, ma non credo lo rivedrei.
#storie 
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