Tumgik
#anche un piccolo passo
kika-ila · 9 months
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Cara Kika-Ila,
Volevo giusto approfittarne per complimentarmi con te per Total Drama Kids. Non posso dire di essere un grande fan di A Tutto Reality (solo l'Isola e Missione Cosmo Ridicola mi sono piaciute), ma il tuo fancomic... MAMMA MIA!!! Mi sono affezionato ai personaggi come mai avrei pensato di potermici affezionare (mai avrei pensato di arrivare a voler proteggere Scott!!!), e adoro il tuo stile. Leggerlo è stato un po' come tornare per primo ai tempi dell'asilo/prima scuola elementare, e a tutto quanto di bello e brutto portino con sè. A quattro anni e mezzo passai per primo quello che passa Trent (uno dei miei personaggi preferiti dell'Isola, e uno dei più deragliati in assoluto...), e mi sono rivisto tantissimo in quell'implicito senso di colpa ("Volevo vederlo, ma non l'ho fatto...")
Continua così, e in bocca al lupo per il futuro!
Grazie mille!!!
Ammetto che purtroppo quel fancomic non riesco più a finirlo, le serie successive hanno talmente tanto maltrattato i personaggi da affossarmi qualsiasi entusiasmo (e dire che gli devo tanto, è con quelle prime fanart che ho iniziato ad avere un po' di visibilità).
Però ci sono molto affezionata, sarà anche stato pieno di errori e ingenuità, ma ci ho messo tutto quello che avevo dentro e che stavo imparando a fare, passo passo, e sono sempre molto felice di vedere quanta gente ancora se lo ricorda (anche se mi vergono un pochino perché, insomma, è come leggere il mio diario del liceo ^^; )
Ti lascio un piccolo Trent:
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frammenti--di--cuore · 8 months
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Voler ricominciare da zero è un concetto sbagliato. Come fai a cancellare tutto d'un colpo...tutto?!
No, io voglio ricominciare pian piano, facendo ogni giorno un passo, piccolo o grande che sia. Cambiare spaventa tutti, spaventa anche me e ormai l'ho ammesso a me stessa. Voglio cambiare in maniera impercettibile, facendo qualcosa di piccolo ogni giorno che mi renda diversa dal giorno prima.
Non voglio cancellare tutto e ricostruire tutto da zero, perché ci sono cose che vanno bene così come sono e che, magari, sono solo illuminate da un contesto sbagliato. Voglio prendermi il giusto tempo per valutare cosa tenere e cosa no, cosa voglio essere, cosa ho difficoltà ad essere e perché.
Voglio darmi il giusto tempo, me lo merito.
Voglio concedermi il lusso di andare piano, darmi la possibilità di ritornare sui miei passi, di sbagliare, di avere paura e di cadere anche, ma senza puntarmi il dito contro, mai.
Non voglio iniziare tutto da zero,
voglio iniziare da capo ma partendo da quello che ho.
,zoe,
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catsloverword · 5 months
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Ma tu sei sposata?"
"No."
"Fidanzata?"
"No."
"Ti vedi con qualcuno?"
"No. "
"Ho capito, ti piacciono le donne!"
Alzo lo sguardo, solo per un istante, come lo stessi fulminando...
"Ma tu come mai sei cosi curioso di quello che succede alla mia vita? lavori per i servizi segreti e stai indagando su di me? Sono sessanta secondi che sei quì e mi bersagli di domande! Vuoi sapere perché io non abbia un uomo?"
È difficile, trovare un uomo che possa capire veramente cosa significhi l'amore, ed è difficile incontrare un uomo con valori concreti, gli uomini di una volta, quelli sexy, quelli eleganti, quelli di sani principi, quelli con una istruzione come la aveva mio nonno, ad esempio! Quella perspicacia, bastava uno sguardo per indovinare ogni piccolo pensiero, ogni piccolo intento, bastava uno sguardo per dirti "piccola con me sei al sicuro". Ho nostalgia della cavalleria, un gesto semplice, un uomo che apre la portiera dell'auto, che cede il passo dinnanzi ad una porta aperta, e che sia in grado di prendere l'iniziativa, come nelle classiche tradizioni fiabesche. Voglio innamorarmi di un uomo che sia così, che mi trasmetta tutte queste cose ... e voglio un uomo che mi faccia innamorare a tal punto che basti il suo sguardo, anche da un isolato, per farmi tremare. È così che voglio un uomo, così intenso che solo il pensiero di lui mi porti all'orgasmo.Ecco perché non sono fidanzata voglio un uomo pieno di colori, voglio un uomo uguale a me!....
Dal film "L'infinito colore dell'amore"
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ricorditempestosi · 1 year
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ti penso sempre, sai? anche quando non sembra, anche quando fa male. mi chiedo spesso dove sei, se mi guardi da lassù. mi mancano i tuoi abbracci, quando mi stringevi forte e io, piccolo come un granello di sabbia, scomparivo tra le tue braccia. se chiudo gli occhi per un attimo ti sento ancora qui vicino a me. il tempo perde valore dietro il calore dei ricordi. e allora faccio finta che tu ci sia ancora, che oggi sia ieri, che io sia di nuovo bambino. ricordo il tuo profumo che mi faceva sentire a casa quando mi abbracciavi, le tue mani rassicuranti che mi asciugavano le lacrime quando piangevo, il tuo sorriso sempre pronto a dirmi che tutto sarebbe andato bene. mi manchi tanto. mi manchi sempre. avrei tante cose da dirti, tanti segreti da raccontarti, tanti consigli da chiederti, tante persone da farti conoscere. ti porto sempre qui, nel mio cuore. mi prendo cura del tuo ricordo, dei nostri giorni passati insieme, delle nostre mattine di sole, dei nostri giorni di pioggia, dei nostri album di famiglia, dei nostri piccoli grandi segreti che erano soltanto nostri. non ci sei più eppure sei sempre con me. sei distante ma sempre presente. a un passo dal cuore, ad un bacio di distanza. ci sono mancanze che non passeranno mai e ricordi che ci apparterranno per sempre. alzo gli occhi al cielo e mi fermo a cercare la tua stella.
ovunque tu sia, so che il tuo abbraccio mi arriverà anche da là. ti amo mamma, per sempre.
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harshugs · 1 month
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piccolo weight loss journey update
(di cui non frega niente a nessuno ma a volte la scrittura serve soltanto a me stessa)
a maggio sarà esattamente un anno, un anno da quando dal nulla iniziai a perdere del peso, senza visite mediche, senza una vera e propria dieta, senza che io mi sforzassi a fare nulla, era semplicemente capitato
a maggio sarà un anno da quando quei x5kg diventarono pian piano x2kg, poi x0kg…
a maggio sarà un anno da quando, vedendo quelle poche cifre scendere, decisi che forse il mio corpo mi stava dicendo che era il momento di fare qualcosa e cambiare quella situazione
situazione oppressante, di malessere, inconsapevolezza, incoscienza, ignoranza e finto menefreghismo nei confronti della mia figura
manca ancora un mese
e soprattutto manca ancora 1kg per entrare ufficialmente nei -20kg
mancano ancora 2kg ad una mia probabile soddisfazione, ancora 2kg e toccherò una cifra che non tocco da almeno 8 anni, se non di più
8 anni di via libera, 8 anni di lievitazione senza sosta e senza fine, e soprattutto senza la consapevolezza di ciò che mi stava accadendo, senza sapere che in quel periodo ero ancora in tempo per prendere in mano la situazione ed evitare quegli 8 anni infernali
non sono sicura che con la perdita di questi ultimi 2kg sarò soddisfatta, molto probabilmente non sarà così, anzi, 2kg non cambiano molto la mia figura attuale, è questo il motivo che non mi fa essere sicura al 100% di poter provare quel senso di soddisfazione
quello che vedo ancora non mi piace, o meglio, mi piace di più rispetto a prima, e questo lo notano anche tutte le persone che mi stanno intorno, ma non vedo ancora ciò che vorrei vedere nello specchio quando mi guardo
però una cosa la so, ed è un po’ dura da accettare ma è così: l’unica cosa che mi aiuterà a vedere ciò che voglio è lo sport, il che mi terrorizza alquanto, perché qualsiasi cosa riguardi lo sport per me è parte di tanti piccoli traumi che ho vissuto per tutta la mia vita.
a gennaio sono andata a chiedere informazioni nel luogo dove vorrei allenarmi, ed è da gennaio che aspetto di perdere gli ultimi chili che mi avrebbero motivata a fare questo passo
è da gennaio che ogni chilo che passava guardavo il calendario degli orari dicendo tra me e me: “ancora qualche chilo e dovrò iniziare davvero”
sono due settimane che continuo a guardare quel calendario pensando: “adesso è veramente arrivato il momento di cominciare”
io mi ci vedo a giugno: finalmente potrò mettere un costume carino, finalmente potrò mettermi i pantaloncini corti che ho chiuso nell’armadio anni fa nella speranza che un giorno sarei riuscita a chiuderli in vita (bonus: cosa che già riesco a fare), finalmente potrò smettere di bidonare le mie amiche ogni volta che vogliono andare al mare con me, perché sarò al pari loro. Finalmente potrò mangiare quel dannato gelato insieme a loro mentre indosso un bikini decente e non da vecchia sulla spiaggia senza sentirmi la balena di turno.
ma questo sarà possibile solo con l’inizio dell’allenamento, ed è difficile conciliare quell’idea con la realtà che devo affrontare.
che poi effettivamente se ci penso l’allenamento non serve tanto a perdere altro peso, perché ormai quello è fatto, sono già quasi arrivata al mio traguardo, manca pochissimo.
l’allenamento serve soltanto a tonificare, perdere quel filo di pancetta che ho ed eliminare gli ultimi liquidi rimasti nel mio corpo, a rimodellare braccia, fianchi, glutei, niente di più, ed è un effetto che si ottiene in mediamente poco tempo, lo so che se iniziassi adesso allora a giugno sarei apposto, però sono terrorizzata, e questa sensazione mi blocca dal cominciare.
spero di rileggere questo post un giorno durante quest’estate e pensare: “beh alla fine ho cominciato e ora eccomi qua, sulla spiaggia con le amiche, con indosso questo bel bikini giovanile e colorato mentre mi mangio un buon gelato artigianale in pace”.
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meanwhiiile · 1 month
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abito in un paesino in provincia di Napoli,
esattamente a metà strada tra Napoli e Caserta
poco meno di trentottomila abitanti.
sarebbe un'assurdità dire che tutti conoscono tutti,
ma la maggior parte conosce la maggior parte.
ho sempre voluto scappare da qui, non l'ho mai sentito mio questo piccolo angolo di mondo;
sempre stata estranea a questa realtà,
un po' come se in viaggio verso il mio posto qualcuno mi avesse persa per strada senza accorgersene e mi sono ritrovata per sbaglio a crescere qui.
negli anni ho cominciato a definire casa mia la mia piccola isoletta felice,
forse perché ho avuto l'immensa fortuna di essere capitata in un contesto in cui ho potuto crescere con i miei affetti più cari anch'essi catapultati entro i confini di quest'isoletta.
mi basta fare toc toc ad una porta per ritrovarmici dietro mio fratello,
cercarla con lo sguardo e trovare mamma,
allungare la mano fuori dal letto per essere bagnata dal nasino di luna,
svegliarmi la mattina con papà che si affaccia in camera prima di andare a lavoro;
mai dovuto fare un passo per aiutare nonna a cucinare per tutti o sentire la sua voce che ogni due per tre urla il nome del cagnolone che c'è in giardino credendo sia scappato, cagnolone che ormai in cinque anni ha imparato a conoscerla e si nasconde dietro ogni albero per spaventarla;
non ho mai dovuto varcare nessun confine per sedermi accanto a nonno mentre scrive, con quella grafia che avrei sempre voluto fosse un po' anche mia; per dirgli che l'uomo che vorrei al mio fianco dovrebbe essere esattamente come lui;
salgo solamente una semplice rampa di scala ed ecco che sono sul letto di mia cugina a parlare per ore.
sono sempre stati tutti qui,
salvi, tra queste mura, dalla guerra che c'è al di fuori.
se chiedete alla me bambina però, vi risponderà che la guerra è sia dentro che fuori queste mura,
si perché il padre non è sempre stato quello che si affacciava alla porta di camera sua e la madre non sempre quella che riusciva a trovare solo con lo sguardo;
vorrei ora dire a quella bambina che con gli anni siamo riuscite a perdonarli, che la madre e il padre sono adesso mamma e papà, che erano troppo piccoli forse all'epoca per saper crescere due figli, che sono cresciuti anche loro insieme a noi e non possiamo fargliene una colpa.
ora siamo tutti grandi,
lei e il fratellino, entrambi forse con qualche piccolo trauma irrosilto, ma che stanno cercando di costruirsi una vita serena;
e mamma e papà, forse non l'emblema di un matrimonio felice, ma capaci di essere ora genitori.
non vorrei spoilerarti troppo, bambina, ma continuerai a fantasticare ogni giorno di una vita completamente diversa da quella che hai,
per un periodo di tempo penetrerai così tanto in quei racconti che perderai la connessione con la realtà e farai credere ad altre persone di vivere vite che non hai mai vissuto.
incontrerai il primo amore, quello fatto di emozioni forti, quello che ti brucia dentro;
e quello stesso amore continuerai a cercarlo in altre mille volti e in altri mille cuori una volta perso,
la tua sarà una ricerca sfrenata, quasi interminabile,
qualcuno ci si avvicinerà, altri nemmeno lontanamente,
e poi finalmente un giorno ti arrenderai
ti arrenderai il giorno in cui incrocerai i suoi occhi per la prima volta e nascerà dentro di te la consapevolezza di non poter mai rivivere un qualcosa di così forte,
lo capirai, lo accetterai e te ne farai una ragione,
d'altronde certe cose sono fatte per essere vissute una volta soltanto, altrimenti diventerebbero ordinaria quotidianità.
continuerai a sognare quel mare quasi tutte le notti
e sarai grata per questo, perché i contorni di quel ricordo sembreranno non sbiadire mai.
viaggerai, bambina, non tanto quanto vorresti, ma qualche città diversa dalla tua la vedrai
e sentirai in quel luoghi sensazione di casa,
sensazione che giù in quel paesino non sei mai riuscita a sentire.
riuscirai addirittura ad andare via da lì, salvo poi rirornare,
come risvegliarsi di colpo da un sogno e accorgersi di essere sempre lì, nello stesso letto, il tuo.
avrai però, almeno l'illusione di aver vissuto per un periodo quella vita che avevi sempre voluto, circondata da persone che avevi sempre aspettato,
con una di esse ci passerai addirittura una notte su un tetto durante un turno in ospedale.
cambierai poi di nuovo vita, scenderai da quel tetto e ritornerai nella tua isoletta, circondata dalla guerra.
ti sembrerà di aver ritrovato la tua strada, ma ad un certo punto questa strada si interromperà nuovamente
e non saprai se costruirci sopra un ponte per raggiungere l'altro lato dell'interruzione
o tornare indietro e imboccare un altro vicoletto.
scapperai dalle persone, da chiunque, anche da chi sembra farti provare qualcosa di nuovo.
non so ancora dirti se ci sarà quella persona che ti prenderà per mano e ti fermerà,
spero di riscriverti tra qualche anno per dirti che ce l'abbiamo fatta, la nostra strada l'abbiamo trovata, la stiamo percorrendo con accanto qualcuno di speciale e siamo dirette verso la vita che hai sempre sognato.
chissà bambina.
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haiku--di--aliantis · 5 months
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Quando finalmente capirai che a stare senza di me nella tua vita non puoi farcela.
Quando capirai che l'amore non lo puoi mettere in in un cassetto, facendo finta che non esiste.
Quando nella tua testa risuoneranno le mie mille frasi d'amore dedicate a te, solo a te.
Quando capirai che indietro non si può tornare, che ormai noi non possiamo più essere solo 'amici'.
Quando avrai nostalgia delle mie braccia, delle mie mani, della mia bocca, di 'noi'.
Quando maledirai anche tu le foglie di questo orribile autunno. E prenderai la giusta decisione.
Quando farai finalmente e nuovamente anche solo un piccolo passo verso di me, esitante e incerta, tentennante. Bella più che mai. Illuminata dalla luce dell'est.
Aliantis
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La luce dell'est (Lucio Battisti)
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Tutti che mi chiedono ossessivamente cosa voglio fare, come occupo il mio tempo, cosa desidero
Ecco io in realtà non lo so cosa voglio fare, mi sento completamente incapace di decidere quale sia la mia strada, ho il terrore di sbagliare, di non essere in grado di fare cose che si danno per scontato che tutti sappiano fare come dare il resto, portare un piatto appena uscito dalla cucina di un ristorante, saper interloquire con il cliente... E se poi sbaglio? Mamma mi risponde «Buttati, tanto cos'hai da perdere?» Ma il mondo del lavoro prevede responsabilità e conseguenze, o almeno così ho studiato e questo mi spaventa, pertanto appena sento mia mamma parlare di concorsi e quindi di eventuali posti in ambienti dove la responsabilità del proprio operato è un masso in bilico sopra la propria testa per tutto il tempo pronto a crollarti addosso al primo errore, beh storcio il naso.
Poi mi vedo messa in continuazione in paragone con altri, banalmente «Hai visto come è brava quella commessa nel suo lavoro, ecco così bisogna essere, svelti!» oppure «Hai sentito sta facendo la magistrale, studia lingue, si è laureata con il massimo dei voti, ha preso 30 e lode a quell'esame» Istintivamente rispondo con: «Cosa vorresti dire scusa?» Cioè mi sento in continuazione con il dito puntato contro, tutti in attesa di vedere quale sarà il mio passo, tutti in attesa di dire la propria su qualsiasi passo farò, nessuno che consideri come un primo passo il fatto che sto realmente scrivendo un libro, che ho sogni piccoli ma per me giganteschi legati a quel libro, che in quel libro ci sto mettendo tutta me stessa in tutti i sensi perché in quel libro è raccontata la versione di me che sogno e immagino da quando ero bambina, ma c'è anche la me di ora che non sa davvero cosa vuole, che non sa decidere e che prende decisioni sempre o spinta da ciò che la famiglia pensa sia giusto per lei o che comunque trovano il sostegno nella famiglia, un "va bene te lo concedo", quindi niente che li possa deludere, niente che possa essere effettivamente ciò che vuole ma ritenuto dalla famiglia un non-lavoro o un lavoro non serio, non importante, non dignitoso, non ai loro standard.
Nessuno che si renda davvero conto di quanto tutto questo sentirmi bloccata mi faccia male, ai loro occhi sono solo una scansafatiche che sta rimandando sempre più in là quella decisione che sia iniziare la scuola guida, che sia iniziare un lavoro e dopo che aspetteranno che mi accaso con un ragazzo, che metto su famiglia e che altro?! Ma scusate è la mia vita o è solamente un copione già scritto da dover seguire alla lettera e nei tempi stabiliti dalla società, dalla famiglia, dal pensiero degli altri?! «Se resti in casa come le incontri le persone? Mica ti vengono a bussare alla porta!» Eppure quando esco di casa non mi pare ci sia la fila di gente che mi voglia conoscere eh anzi mi ignorano tutti nonostante io sia quella che sorride agli sconosciuti per regalare un piccolo raggio di gioia nelle loro giornate, in tutta risposta mi ritrovo sguardi infastiditi e perfino disgustati... Sono io sbagliata per questa società e questa epoca in cui se si è buoni e gentili si viene solo sfruttati, ghostati, insomma te la prendi nel culo sempre. Io quella che sorride fuori ed è un fiume di lacrime dentro che spesso fuoriescono ma chissà come mai quasi sempre di nascosto nel buio della mia cameretta, lontano dallo sguardo di tutti, tanto chi conosce o ormai conosceva davvero i miei crolli li considerava appunto crolli, semplicemente un momento continuo in cui bum essere fragili, piagnucoloni, fare i capricci e cercare attenzioni, abbracci e affetto... Eppure io non recito, quelle lacrime che scendono lungo le mie guance solo io so davvero quanto bruciano e quante ne reprimo. Solo io conosco quella sensazione che non mi abbandona mai e che al massimo resta nello sfondo qualche volta di quel vuoto nel petto, conosco il punto preciso in cui sento quel vuoto è proprio al centro del petto, è una voragine interiore circondata da tutte quelle ferite interiori mai davvero totalmente cicatrizzate: delusioni, bugie, doppiogiochisti, approfittatori, paure, quella parolina che urla dentro senza sosta "non abbastanza", mancanze, promesse infrante, "per sempre" diventati addii, rimpianti e rimorsi. In una parola dolore. Un vuoto circondato da dolore, eppure sorrido, eppure regalo affetto a destra e a manca, eppure ingenuamente continuo a mantenere viva una speranza, eppure cerco di vedere sempre il buono in ogni cosa, eppure eppure sono viva e respiro la vita, tocco la vita, sento la vita attraverso la musica, guardo la vita attraverso un cielo dipinto di azzurro o nelle stelle che brillano e mi ricordano che non sono sola anche se mi ci sento tanto, anche se proprio quelle stelle mi ricordano persone che sono diventate mancanze. Guardo la vita nella natura anche nella frenesia della città e di una società in cui tutto è scandito, in cui sembra proprio di seguire un copione e giammai fermarsi per beh banalmente vivere per davvero.
Quindi ritornando alle domande iniziali manca da rispondere all'ultima: cosa desidero? Io in realtà l'unica cosa che desidero è riuscire a sentire di meno questo vuoto interiore invece che ritrovarmi ad alimentarlo in continuazione, non voglio diventare il mio demone interiore ma non voglio lottare tutto il tempo, io desidero vivere per davvero e non limitarmi a sopravvivere... Ma ahimè non esistono manuali o istruzioni su come si vive, come affrontare la vita senza distruggersi.
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La vita coi cani è strana.
Diventerai, senza nessuno che te lo insegni o ti spieghi come farlo (a volte con qualche piccolo aiuto), il capo branco di un cane che sarà pronto a qualunque cosa per te non appena saprà riconoscere il tuo odore e la tua voce.
La vita coi cani è misteriosa.
Sarai spiato da un Grande Fratello peloso che non perderà nessun tuo movimento, specialmente quando capirà dove sono la cucina ed il recipiente dei premietti.
La vita coi cani è crescere.
Non puoi farci niente, non puoi fermare il tempo perché quel cucciolo che hai tenuto in braccio crescerà troppo velocemente, per diventare il grande amico che ti vorrà accompagnare ovunque andrai.
I cuccioli durano troppo poco.
La vita coi cani è confronto.
Avrai sempre uno sguardo con il quale misurarti, affogherai senza poterti salvare nelle profondità inimmaginabili degli occhi di un cane. Dove la gente crede che non ci sia un'anima.
La vita coi cani è sincera.
Non avrai bisogno di raccontar loro una bugia o delle storie inventate perché tanto, qualunque cosa tu dica loro, i cani la sanno. Sempre.
La vita coi cani è scomoda.
Ti ritroverai una sera d'inverno, con la tramontana che ti graffia il viso ed il gelo che ti arriva alle ossa, a passeggiare da solo con il tuo cane che corre e scodinzola felice, incurante del vento che gli arruffa il pelo e del caldo che avete lasciato in casa.
La vita coi cani è buffa.
Parlerai con un essere che non ti potrà mai rispondere e che però ascolterà ogni tua parola, con così tanta attenzione ed interesse che non ritroverai in nessun altro uomo o donna al mondo.
La vita coi cani è ritorno a casa.
Nessuno come il tuo cane sarà felice di vederti ogni volta che spunterai dalla porta dalla quale ti ha visto andar via; imparerà i tuoi orari, riconoscerà il tuo passo e sarà lì ad aspettarti, anche quando sarà vecchio e stanco, saltando di gioia come se non ti vedesse da un mese.
Anche se sei uscito per comprare il giornale.
La vita coi cani è rinuncia.
Perderai a poco poco quella porzione di divano su cui stavi tanto comodo, dove ti godevi il riposo ed il meritato relax dopo giornate faticose e noiose. E la cosa bella sarà che non ti dispiacerà affatto.
La vita coi cani è comunione.
Dividerai il tuo ultimo boccone con il tuo cane, perché non potrai resistere al suo sguardo implorante che hai incrociato purtroppo per te mentre stavi cenando.
La vita coi cani è insegnamento.
Sono loro che ti mostreranno, semplicemente correndo in un prato o sulla riva del mare, la bellezza di una giornata di sole e l'importanza di stupirsi -ogni volta- davanti alle cose semplici.
La vita coi cani è amore.
Quello che proverai ad emulare, che proverai a restituire al tuo cane senza però riuscirci.
Ma cimentarti in questa prova sarà una delle tue imprese più entusiasmanti.
La vita coi cani è un viaggio.
Nessun sentiero di montagna ti sembrerà lo stesso dopo che lo avrai percorso insieme al tuo cane: ricorderai profumi, odori e colori del bosco che prima non avevi sentito o visto; proprio come succederà per il tratto di vita che farete insieme.
La vita coi cani è una parentesi.
Per te è una parte della tua vita, un dolce intervallo fra mille impegni e anni da riempire di cose da fare, un breve cammino insieme ad un cane che tu ben sai, ad un certo punto, si fermerà per lasciarti andare da solo.
Invece per il tuo cane, la tua vita è tutto.
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mynameis-gloria · 4 months
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Quest'ultimo periodo si è rivelato molto più impegnativo e difficile di quello che pensassi. Non che non stia bene ma quello che mi manca è davvero il tempo per fare moltissime cose. Dalle più importanti alle più futili, dal vedere persone a starmene beata sul divano 10 minuti dannati. Un periodo frenetico, forse a volte troppo per il mio cuore e la mia testa, per la mia persona. Ma stringo i denti e cerco di stare al passo
Molti i giorni in cui mi son sentita sopraffatta, sotto pressione, stanca morta, con questo macigno che a parlarne la gente non capirebbe, risultando ridicola o patetica. Ma la mia testa sta facendo uno sforzo enorme per reggere tutto quanto, alle volte non mi sembra di avere la mia età, prendendomela ancora con me stessa per la stanchezza o per "perdere questo tempo che non ritornerà", per non riuscire ad essere ovunque e gestire tutto senza impazzire; gli altri anni facevo sempre una sorta di ringraziamento e di resoconto annuale, quest'anno non ne ho la concentrazione e non so nemmeno bene che dire, se non che sono grata, anche per quei piccoli e pochi momenti in cui ho vissuto esperienze che ricordo con amore, per l'imprevedibilità che è sempre stata presente, ma che forse mi ha pure rafforzata e temprata, per la costanza che in qualche modo non ho perso. Per le persone che mi sono accanto ugualmente, soprattutto quando son nervosa, quelle che hanno provato a comprendermi e quelle che non mi hanno dimenticata, per quelle conosciute e diventate quotidianità. Grata per gli abbracci, i baci e le carezze ricevute. Per quell'affetto e gentilezza che a volte mi fa ancora dubitare. Ma che mi fa così bene
Per quello che ho fatto, nel mio piccolo, per i cambiamenti e nuovi inizi affrontati, per i capitoli chiusi, per questo 2023 che è stato davvero uno dei più intensi a livello mentale, emotivo e fisico ma anche quello in cui ho sentito davvero di esser cambiata sotto moltissimi aspetti.
Domani mi aspetta l'ultima giornata di lavoro di questo folle anno, un brindisi e poi chissà!
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omarfor-orchestra · 7 months
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Film italiani in uscita a ottobre
Nata per te (Fabio Mollo): 05/10
Luca è single, gay, cattolico, dedito al volontariato e con un grande desiderio di paternità. Alba è una neonata con sindrome di Down che è stata abbandonata in ospedale subito dopo il parto. Mentre la sua infermiera le dedica ogni tipo di cura, il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia che possa occuparsi di lei. Luca si propone per ottenerne l'affidamento, ma è single ed è omosessuale. Ad aiutarlo ci penserà un'avvocata agguerrita, esperta tanto di legge quanto di umanità.
Volevo un figlio maschio (Neri Parenti): 05/10
Alberto è un marito e un padre felice. Ha però un cruccio: avere solo figlie femmine. Il film racconta la storia di Alberto che, grazie a una magia, si ritrova improvvisamente padre di quattro figli maschi.
Phobia (Antonio Abbate): 05/10
Dopo aver abbandonato da anni il casale di famiglia, Chiara torna dalla sua famiglia insieme a Michela, una sua amica. Nel passato di Chiara c'è un trauma non superato: si sente responsabile di un incendio alla stalla avvenuto quand'era bambina e che ha ridotto permanentemente a letto, collegato alla bombola dell'ossigeno, il padre. Tutti sono pieni di rancore. Quando nel cuore della notte Chiara si sveglia, Michela non c'è più e sono scomparse anche le sue cose. Chiara si alza e chiede ai familiari se l'hanno vista, ma questi sostengono che non esiste: Chiara è venuta da sola. Chiara, sconcertata e preoccupata, precipita così in un mistero inatteso e intricato.
La fortuna è in un altro biscotto (Marco Placanica): 06/10
In una città portuale di provincia Leo ha un piccolo negozio di oggettistica e modesto antiquariato. Le cose non gli vanno bene, e si fa sempre più presente la minaccia di uno strozzino. Leo è disposto a tutto, per evitare lo strozzino, con una tanica di benzina e con l'aiuto di un ragazzo cinese, trasforma il suo negozio in un cumulo di cenere. È disposto anche a rubare. A rubare un quadro di valore: la tela di un esponente delle avanguardie del Novecento. Il quadro si trova nella villa di un facoltoso imprenditore, collezionista d'arte, aspirante sindaco nella lista "Famiglia Unita". Destino vuole che il figlio dell'imprenditore e la figlia dello strozzino abbiano una relazione..
Il vuoto (Giovanni Carpanzano): 06/10
Giorgio e Marco vengono da due mondi diversi: il primo è il figlio di un avvocato affermato, il secondo di un agricoltore, lotta per emanciparsi dalla periferia di una città del profondo sud. Entrambi sognano un amore travolgente e soprattutto, per motivi diversi, brucia- no dalla voglia di emergere. La forza che li ha attratti li costringerà a combattere per stare insieme. Il 'vuoto' che li spinge l'uno verso l'altro porterà i protagonisti ad inseguirsi, camminando in bilico proprio sul vuoto che li attrae: due ragazzi e un sentimento inaspettato
La luna sott'acqua (Alessandro Negrini): 09/10
Un visionario affresco nel tempo dalle atmosfere oniriche a Erto, paese devastato dalla tragedia del Vajont, diviso tra il desiderio di rinascita e il bisogno di preservare la memoria di un passato doloroso. Un ritratto onirico che oscilla tra realtà e sogno e sul crinale di una domanda: qual è il confine tra il preservare la propria memoria e la necessità di sopravvivere al dolore e ritrovare una speranza?
Doppio passo (Lorenzo Borghini): 12/10
Dopo che la Carrarese Calcio è stata promossa in serie B con cinque giornate di anticipo, il suo storico capitano Claudio Russo decide di esaudire uno dei più grandi desideri della sua vita e apre un ristorante con sua moglie Gloria grazie anche al prestito del suo amico Sandro Costa. La fortuna però gli volta improvvisamente le spalle. Cerca di arrangiarsi come può finendo per accettare di andare a lavorare nella cava. Ma i soldi guadagnati non bastano, il suo matrimonio va in crisi e la sua vita, di conseguenza, si trasforma in un inferno. Per provare a uscirne fuori, dovrà mettere in discussione la sua integrità morale.
Gli ospiti (Svevo Moltrasio): 12/10
Un casale sparso in mezzo al verde, nove amici che si conoscono da una vita, un bambino che dorme. Poi si accorgono di un intruso, tale Marco. Ma Marco dice che quella è casa sua, anzi, che la sta vendendo e per questo ha lasciato la porta d’ingresso aperta. Il film è una black comedy esclusivamente finanziata grazie a una campagna di crowdfunding.
L'ultima volta che siamo stati bambini (Claudio Bisio): 12/10
Vanda, Italo, Cosimo hanno dieci anni e, nonostante la Seconda guerra mondiale, conoscono ancora il piacere del gioco che condividono con l'amico Riccardo che è ebreo. Il giorno in cui scompare decidono che non si può attendere: i tedeschi, che devono averlo portato via con un treno, debbono essere resi consapevoli del fatto che il loro amico non ha alcuna colpa per cui essere punito. Si mettono quindi in marcia seguendo la strada ferrata. A cercare di raggiungerli ci sono il fratello Vittorio, milite fascista che ha subìto una ferita, e la suora dell'Istituto per gli orfani che ospita Vanda.
Me contro te - Vacanze in Transilvania (Gianluca Leuzzi): 19/10
Nel laboratorio ormai abbandonato del Signor S., Viperiana, Perfidia e la banda dei Malefici stanno tramando un piano malvagio per distruggere i Me Contro Te e il mondo intero: oscurare il Sole con il prezioso diamante delle paure e rendere la Terra un posto buio e desolato. Ma il diamante è nascosto nel posto più spaventoso del Pianeta: il Castello del Conte Dracula in Transilvania! Sofì, Luì, Chicco, Tara e Ajar partono così per la Transilvania, mentre il Signor S. si mette sulle tracce dei Malefici. Qui i nostri amici dovranno vedersela con il Conte Dracula in persona, il suo fedele servitore Patumièr, e sua figlia Ombra. Attraverso passaggi segreti, quadri parlanti e nuovi amori, il gruppo di amici imparerà ad affrontare le proprie paure e realizzerà che le diversità sono un valore e non un limite e non bisogna temerle"
Un weekend particolare (Gianni Ciuffini): 19/10
Elena e Claudio si rincontrano a Malta nello stesso hotel in cui era finita la loro burrascosa storia d'amore. Sarà questo incontro inaspettato a far rinascere in loro la voglia di rivalsa dell'una sull'altro ma anche, forse, il desiderio di recuperare qualcosa che entrambi sentono di avere perduto. Tra sorprese, colpi di scena e combattivi pretendenti che non si danno per vinti, riuscirà la magia dell'isola a riannodare i fili strappati del loro amore?
Mi fanno male i capelli (Roberta Torre): 20/10
Una bella signora bionda sulla spiaggia, orme, onde, lei che raccoglie qualcosa dalla sabbia. Poi si avvicina a un ragazzo e gli dice di essersi perduta. Da una casa vicina un uomo la osserva: Monica sta perdendo la memoria, Edoardo, il marito, la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso i film di Monica Vitti. Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi, con il quale lei dialoga attraverso uno specchio, abiti, cappelli, sentimenti, sperdimenti.
Holiday (Edoardo Gabbriellini): 23/10
Veronica, dopo un lungo processo e due anni di prigione per l'omicidio della madre e del suo amante, viene riconosciuta innocente. Ha solo vent'anni e tutta la vita davanti, ma è difficile guardare al futuro quando gli occhi di tutti sono ancora rivolti a quel tragico evento. Attraverso i ricordi suoi e della migliore amica Giada, riavvolgeremo il nastro di una storia che più avanza, più si fa ambigua.
C'è ancora domani (Paola Cortellesi): 26/10
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra.
Comandante (Edoardo De Angelis): 31/10
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo.
Documentari
La strada infinita (Alberto Valtellina, Paolo Vitali): 03/10
Una mappatura delle "eterotopie" che insistono su un importante asse viario di una città italiana.
Gorgona (Antonio Tibaldi): 06/10
Un sguardo sull'isola-carcere della Gorgona, unico esempio europeo di questo tipo di penitenziario.
Careseekers - In cerca di cura (Teresa Sala, Tiziana Francesca Vaccaro): 09/10
Le persone anziane spesso finiscono con il necessitare di attenzioni e cure particolari. Queste possono provenire da più soggetti: i familiari, le badanti, le strutture definite 'case di riposo' ecc. Il documentario si interroga, grazie alla collaborazione di un gruppo di donne che si occupano da tempo della questione, su quali possano essere le condizioni più favorevoli sia a chi è assistito che a chi assiste. Se l'Italia pensa di poter essere nel prossimo futuro un Paese per vecchi deve ripensare alla proprie modalità di assistenza. Si riuniscono sotto la definizione associativa di "Laboratorio di pensiero e parola" a Fabbrico, cittadina in provincia di Reggio Emilia le donne che si trovano al centro della riflessione che Sala e Vaccaro propongono all'attenzione di chi vedrà questo loro lavoro. Ecco allora, in questa narrazione suddivisa in capitoli, una proposta utopica che però è già stata sottoposta a verifica in un gruppo ristretto
Pasolini - Cronologia di un delitto politico (Paolo Angelini): 16/10
Un film inchiesta alla ricerca della verità politica dell'omicidio di Pier paolo Pasolini
Zucchero Sugar Fornaciari (Valentina Zanella, Giacomo De Stefano): 23/10
Jeff Koons - Un ritratto privato (Pappi Corsicato): 23/10
L'artista che è riuscito a elevare il kitsch e il pop per trasformarli in capolavori come pochi artisti visionari nella storia recente.
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susieporta · 6 months
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E poi c'è Moulaye Niang che ha preferito la vita lenta di Murano. Perché se non hai il silenzio dentro e intorno a te non vivi. Dice: «A Murano ho ritrovato la vita lenta della mia Africa, i ritmi indolenti del villaggio. Non ci sono grattacieli, il cielo si lascia guardare. C’è acqua attorno alle botteghe, nessuna automobile. All’alba gli uccelli annunciano il risveglio, le campane delle chiese sostituiscono il canto del muezzin che ascoltavo da bambino. E poi c’è il vetro. Richiede un passo di lavorazione pacato, che è proprio degli artigiani della mia terra d’origine. Non puoi accelerarne il tempo di fusione, devi adeguarti, imparare ad aspettare».
Primo maestro vetraio africano riconosciuto dai maestri veneziani, Moulaye Niang si sente un artista. E a vedere le sue composizioni, perle di vetro create a lume, arrivano conferme. Cresce a Parigi, ma ogni estate da bambino la trascorre coi genitori, artigiani nel campo dei gioielli e dei tessuti, a Casamance, una regione nel sud del Senegal dove la natura, fra sentieri di sabbia rossa che dalle montagne scendono al mare, è incontaminata. La bellezza l’accompagna da sempre, della bellezza ne ha fatto un mestiere: «Amo il bello – confida –, anche spirituale: cerco di trattenere solo il positivo di ciò che ho attorno, al brutto non faccio caso. E così è il bello che cresce, il resto svapora».
Non è stata una passeggiata la vita di Moulaye. A Casamance lo chiamavano “il piccolo francese”. A Venezia il Muranero, prendendolo in giro. «L’ho preso come un complimento – confida –. Tanto che Muranero è diventato il nome della mia attività. Non ho mai cercato di essere accolto dai muranesi, piuttosto apprezzato. Fin dall’inizio ho voluto dare a Murano qualcosa, la mia arte, piuttosto che attendere qualcosa. Ho creduto che tutto il resto sarebbe potuto venire da sé. E di doni ne ho ricevuti. Un lavoro che amo in un luogo a misura d’uomo. La mia famiglia, una moglie italiana, due figlie. L’Africa era la foresta. Parigi la giungla. Murano il mio Eden».
Di Moulaye Niang ho scritto martedì su Corriere Buone Notizie con cui ho iniziato una collaborazione. Ci sono storie che non fanno rumore ma che meritano di essere raccontate. Quella di Moulaye Niang è una di queste.
Paolo Rodari
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telefonamitra20anni · 5 months
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Dai bordi di periferia, al cielo sopra Berlino.
26 novembre 1988,
Volo sopra Berlino e nell'attesa di atterrare, un muro divide l'Europa, la stessa Europa che condivide e esercita il mio sogno. Con la forza di un sogno e dell'immaginazione, quel muro diventa cielo, telo bianco su cui proiettare immagini, dove riversare fantasia. Questa sera, lo smoking è la mia divisa di "maschio italiano", incarnazione perfetta della mia dolce vita che mia ha portato fino qui, non con poco sacrificio e passione, ma si deve pur "timbrare il cartellino!". Lo confesso, mi sento teso, in queste occasioni lo sono sempre un pò, ma cerco un distacco. Prendere premi, riconoscimenti è piacevole e per certi versi, per me, poco sostanziale, in me, c'è quella lotta eterna che mette in discussione mia effettiva bravura. Sono occasioni queste per stare in vetrina, lasciarsi spiare, mettersi sotto una luce tagliente di giudizi, ma questo è circostanziale. A me importa solo amare il mio mestiere, farlo bene e con passione, in realtà dello smoking me ne farei probabilmente ben poco. Dalle quinte mi sento chiamare, " ladies and gentleman, Marcello Mastroianni!" passo sicuro e da buon professionista, conquisto il centro del palco. Il teatro esplode in un applauso e mi riversa il suo calore. In queste occasioni, sono bravo a schermare un emozione tradita, ma qui, in questo teatro, a Berlino, quell'applauso mi è sembrato significativo. La mia storia l'avevo scritta come una sceneggiatura imperfetta, caratterizzante, io protagonista di mille storie, vite, anche equidistanti dalla mia, ho lasciato che si raccontassero, che dicessero anche un pò di me, come adesso, in questo esatto momento che a tradire, proprio me, ironicamente sono io. Per un attimo ho pensato a mia madre, a cosa avrebbero visto i suoi occhi, al suo esortare "Bravo"! ma è stato un solo attimo. Applaudono me, opportunamente sbagliato ed onesto, il "romano tranquillo", l'immagine italiana, esito di un tipo d'uomo che vorrebbe pigramente migliorarsi, progredire, ma che alla fine vorrebbe solo eternamente giocare al mestiere d'attore. Applaudono me, e lo fanno in piedi, con il rispetto dovuto, di chi si sente in debito per aver ricevuto bellezza, applaudono e lo fanno referenzialmente e mi sembra di ricevere incredibilmente tante pacche sulla spalla. Applaudono, e dicono che sono grande, ed io mi sento sempre più piccolo e distante.
Stasera la mia Hollywood è l'Europa. "ma adesso, guarda quanta bellezza ricevo, come potrò contraccambiare?"
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Novità (ma non solo...)
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Fonte: pixabay.com
Il vostro affezionato staff delle Biblioteche di Milano vi imbandisce un piccolo antipasto letterario, prima delle pantagrueliche proposte natalizie.
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Di Geoffrey Holiday Hall si sa soltanto che fu giornalista e scrittore. Elogiato da Leonardo Sciascia che lesse La fine è nota nel 1952, pubblicò solo due gialli e poi scomparve praticamente nel nulla. La fine è nota (uscito per la prima volta in Italia con il titolo La morte alla finestra) fu premiato in Francia nel 1953 come miglior poliziesco in lingua non francese. Il titolo originale (The end is known) deriva dal Giulio Cesare di Shakespeare: “Oh, se fosse dato all’uomo di conoscere la fine di questo giorno che incombe! Ma basta solo che il giorno trascorra e la sua fine è nota”. Un giallo di classe, strutturato come un viaggio a ritroso nella vita del protagonista di cui si ricostruisce la storia passo per passo, testimonianza per testimonianza, come un misterioso puzzle che si completa, ovviamente, solo nel finale. Molto godibile è anche il secondo titolo Qualcuno alla porta, dai toni più leggeri, nonostante gli omicidi e l’atmosfera della Vienna sotto l’occupazione sovietica nel secondo dopoguerra che non ricorda neppure lontanamente gli splendori dell’impero asburgico. “Sembra uno di quei soggetti che piacevano a Hitchcock (e non è detto che il pressoché ignoto Holiday Hall, scrivendo Qualcuno alla porta, non avesse in mente le figure di James Stewart e Doris Day, o di Cary Grant e Grace Kelly)”. La frizzante coppia americana che si trova, suo malgrado, a gestire le indagini ricorda anche il duo Tommy e Tuppence di Agatha Christie. Doppio colpo di scena sul finale: cosa chiedere di più a un libro giallo?
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Ha un solo difetto Un volto nella folla di Budd Schulberg: è troppo breve. Parliamo ancora dell’autore di Perché corre Sammy? e I disincantati per questo racconto appena uscito e finora inedito in Italia, da cui Elia Kazan trasse il film omonimo con protagonista Andy Griffith (l’indimenticabile avvocato Matlock della fortunata serie televisiva, per intenderci). Il tema, fin troppo attuale, è quello della manipolazione del pensiero e dei comportamenti (e quindi del voto) delle masse da parte dei personaggi dello spettacolo: in questo caso si tratta di un finto sempliciotto proveniente da un paesino dell’Arkansas che, in virtù della sua sconcertante capacità di coinvolgimento, diventa il paradigma dell’America intera. Grazie alle sue canzoni folk, a vecchi luoghi comuni sulle tradizioni popolari e a un indubbio carisma, il nostro eroe riesce a condizionare il pubblico e ad arricchirsi con i lauti proventi della pubblicità. Cambia il tema negli altri due racconti della raccolta: i ‘dietro le quinte’ del mondo del cinema in Questa è Hollywood, che l’autore, sceneggiatore e figlio di un tycoon della Paramount, non solo conosceva bene, ma sapeva anche descrivere con agile penna, e L’imbonitore, sul mondo della boxe. Ricordiamo che per la sceneggiatura di Fronte del porto (che è anche un romanzo), celebre film con Marlon Brando, Schulberg si aggiudicò l’Oscar nel 1954.
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Per la serie i grandi classici hanno sempre qualcosa da dire è stato ripubblicato da Mondadori e da Sellerio Brighton Rock di Graham Greene. Una lettura da consigliare sotto tutti i punti di vista: un giallo ben costruito con protagonisti tratti sia dalla malavita, sia dal caso che fa di un personaggio del tutto inaspettato un accanito segugio alla ricerca del colpevole, come fosse Porfirij Petrovic che insegue Raskolnikov o Javert che perseguita Jean Valjean, ma con uno spirito diverso, fresco e originale. “Nello specchio inclinato sopra il lavabo si poteva vedere riflesso, ma gli occhi si distolsero rapidamente da quell’immagine di guance livide e mal rasate, di capelli lisci e occhi da vecchio. Non lo interessava. Era troppo orgoglioso per preoccuparsi del suo aspetto”.
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Nuova ristampa anche per Le vittime di Norwich (1935) uno dei gialli più famosi (insieme a The House of Dr. Edwardes che ispirò il film Io ti salverò diretto da Alfred Hitchcock) fra i 31 composti dalla coppia britannica John Leslie Palmer e Hilary Aidan St. George Saunders sotto lo pseudonimo di Francis Beeding.
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Da La regina degli scacchi di Walter Tevis, lo scrittore di Lo spaccone e Il colore dei soldi, è stata tratta una miniserie televisiva di grande successo. Accade spesso che i geni abbiano avuto una vita difficile, siano dei disadattati, spesso asociali, in perenne conflitto con se stessi, il prossimo e il mondo che li circonda. È anche questo il caso della protagonista, la piccola Beth, cresciuta in orfanotrofio, che trova una riscossa alla sua grigia esistenza grazie alla passione per la scacchiera. Una curiosità sul ‘caso letterario’ di Tevis: dopo il successo dei primi libri, fu dimenticato anche a causa dei problemi con l’alcol. Quando decise di riprendere a scrivere, lo fece seguendo un corso di scrittura all’Università dove fu riconosciuto dal poeta Donald Justice che, stupito, gli chiese cosa ci facesse un grande autore come lui in mezzo agli studenti, quando avrebbe invece dovuto salire in cattedra. Breve fu purtroppo la sua seconda stagione creativa: Tevis morì a soli 56 anni per un tumore.
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Il voyeurismo è il tema principale dell’ultimo romanzo di Simenon pubblicato da Adelphi, Delitto impunito: composto nel 1953 durante il soggiorno dello scrittore a Lakeville nel Connecticut, fu edito l’anno successivo in volume e a puntate sul settimanale «Les Nouvelles littéraires». Il secondo tema del libro è l’invidia, quella di chi non ha nulla, né bellezza né fascino nè denaro ed è stato defraudato perfino dell’affetto dei genitori, nei confronti di chi invece ha tutto questo e ne mena vanto, e gode nell’esibirlo senza ritegno. Una lotta accanita tra due personalità, che è la lotta atavica tra gli uomini per la supremazia. “A Élie non era mai successo di trovarsi davanti un uomo completamente felice, felice in tutto e per tutto, sempre e comunque, in ogni momento della giornata, e che approfittava con candore di tutto quel che lo circondava per accrescere il proprio piacere”.
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Una nuova indagine per l’improbabile detective di Partanna Giovà, metronotte per caso, coinvolto in un duplice omicidio di stampo mafioso insieme a tutta la scombinata famiglia Di Dio. Sarà ancora una volta l’anziana madre, autentica virago arroccata alle salde tradizioni popolari e armata di un cervello dalla logica “acuminata”, ad avviare le indagini verso l’inevitabile conclusione. Ma cos’è La boffa allo scecco? Questo, almeno, ve lo possiamo svelare: si tratta di un gesto simil-apotropaico (in realtà un autentico sopruso) che a tutti è occorso di subire almeno una volta nella vita, ovvero lo schiaffo di rimando, come sfogo per un’ingiustizia patita che non si è in grado di vendicare altrimenti. Roberto Alajmo non delude le aspettative.
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Per quanto riguarda Sarà assente l’autore di Giampaolo Simi, si può dire che, se esiste una sana via di mezzo tra assecondare a priori i gusti dei lettori meno esigenti e scrivere in modo che solo l’autore possa comprendere i propri contenuti, Simi l’ha sicuramente trovata e ce la propone in queste succulente paginette. Dedicato a chi ha la voglia, la necessità, l’urgenza di ridere a crepapelle.
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Nell’ultimo nato della serie del BarLume di Marco Malvaldi, La morra cinese, gli inossidabili vecchietti sono alle prese con l’omicidio niente di meno che di un giovane filologo romanzo alle prese con un carteggio appartenente alla famiglia di un nobile “arci-decaduto” del luogo, in cui, pare, compariva addirittura un’epistola inedita di Giacomo Leopardi. Ma questo non è l’unico movente per un delitto che non resterà a lungo irrisolto.
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raccontiniper18 · 6 months
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Quarto racconto erotico
La masturbazione.
Un tabù per gli uomini? Per la donna è ancora peggio!
''Se lo fai sei una p*ttana'' ''Se lo fai ti svergini'' '' Se lo fai non ti sposi''
e tanti altri luoghi stereotipi che inculcano che il piacere tocca solo agli uomini,ma cosa? A noi donne piace godere, e piace anche tanto.
Vi racconto del mio primo ditalino.
Premessa ho una sorellina,una sorella gemella, siamo nate lo stesso giorno ma lei è ''la maggiore'' essendo nata qualche minutino prima di me. Siamo cresciute praticamente insieme,stessa pancia,stessi hobby,stesso modo di crescere. Pensate che il primo bacetto per ''imparare'' l'ho dato proprio a lei,cosi non facevo cattive figure con il mio primo fidanzatino.
Avevamo un rapporto bellissimo e lo abbiamo tutt'ora,come ogni gemella e come ogni sorella o fratello credo, pensate che spesso ci lavavamo assieme,facevamo il bagno assieme e se il water era occupato l'altra si sedeva sul bidet,insomma credo che ogni sorella con sorella o fratello con fratello non abbia questa vergogna della nudità, e appunto non ne avevamo nemmeno noi.
Ai nostri primi pruriti sessuali,dopo l'ora di educazione sessuale ci incuriosimmo tantissimo,e approfondivamo il tutto a casa sul pc e google,santissimo google,che leva molte curiosità, ci sentivamo bagnaticce tutte e due e con il clitoride bello duro. Allora decidemmo di fare una doccietta per ''spegnere'' i bollori, ad una certa lei prende il doccino e se lo punta li e fa ''scusami ne ho troppa voglia'' io non l'avevo mai fatto e non sapevo cosa si provasse e le chiesi cosa si provasse e chi gliel'aveva detto di fare cosi' visto che su internet non avevamo trovato nulla che parlasse di ciò,allora mi svelò che aveva visto la mamma farlo,mentre lei era in bagno e la mamma non si rese conto che fosse entrata,e allora provo' per la prima volta con me e gli piacque,dopo poco mi passo ''il testimone'' e dio mio. Davvero mi sentivo in paradiso,il calore dell'acqua passava dal clitoride quel piccolo bottoncino minuscolo a tutto il corpo, dio mio,pensai mamma mia con un cm di corpo mi sento piena e vuota in tutto il mio corpo. Dopo un po' decidemmo di uscire visto che il bagno serviva a tutti e non volevamo certo farci beccare da papà o da mamma anche se ripeto ci lavavamo spesso assieme ma oggi era un ''lavaggio'' più approfondito.
Uscimmo
Ci asciugammo
Ci recammo in camera nostra (perchè la dividevamo).
Ci denudammo dell'accappatoio
e iniziammo ad ispezionarci bene per prima cosa decidemmo di entrare dentro con un dito ,pochissimo dito per evitare di sverginarci ma a me non piacque anzi non sentivo praticamente niente se non i miei umori quindi solo un po' di umidiccio sulle dita. Lei fece un paio di su e giu' e uguale zero coinvolgimento allora con il dito fradicio si toccò il clitoride e fece il classico movimento rotatorio sul grilletto, la vidi in paradiso,con gli occhi girati e lei tremante.
Allora feci lo stesso sempre guardando lei mimai i suoi movimenti e dio mio, cazzo,se mi piaceva. Sentivo un bollore sempre più forte e la testa vuota,tipo quando fai una montagna russa,che devi stare calmo e scalpitante allo stesso modo.
Non so se lei venne,ma io no.
Smettemmo perchè era l'ora della cena e papà e mamma ci urlarono dalla sala. Smettemmo ci rivestimmo con un pigiamino e ci recammo da loro. Cenammo
Post cena vedemmo un film tutti sul divano, ma io sentivo il pigiama bagnato ancora. Finito il film andammo a dormire, la mia sorellina mi disse senti finiamo di masturbarci? Mettiamo su un porno ?
Io dissi che non ne avevo mai visto uno. Neanche lei ammise.
Quindi non sapevamo che sito vedere allora idea,google immagini ''cazzo grosso'' ne trovammo uno lo misimo a tutto schermo, e Dio quanto è bello un cazzo, i nostri odori di fica si mischiarono e la stanza era inebriata di odore di fica. Dopo un po' lei disse che sentiva una sensazione strana e che forse stava per venire, si contorse un po' e smise di toccarsi perchè poi le dava fastidio a detta sua. Allora io non credendo spostai la mia mano dal mio clitoride al suo e la toccai ma quasi si mise a piangere per il fastidio allora disse dai ti faccio concludere io, mi masturbo' lei e in poco venni anche io. Eh si il mio primo orgasmo non l'ho avuta da sola. Continuò e capii anche io la sensazione di fastidio di essere appena venuta e di essere titillata al clitoride. Ci ripromettemmo che almeno una volta a settimana ci saremmo masturbate assieme e se una delle due avesse avuto qualche esperienza nel mentre raccontava ci dovevamo masturbare assieme. E cosi' fu... Ma questa è tutto un'altro racconto.
Fine
E voi? La vostra prima masturbazione? E l'ultima com'è stata? Raccontateci in chat anche con profili fake
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fashionbooksmilano · 1 year
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Ritratti Africani      Seydou Keïta , Malik Sidibé, Samuel Fosso
a cura di Filippo Maggia
Electa, Milano 2023, 144 pagine,  22.3 x 28.4 cm, Bilingue Italiano/Inglese, ISBN  978-8892823785
euro 32,00
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Il catalogo è pubblicato in occasione della mostra, a cura di Filippo Maggia, allestita presso il Magazzino delle Idee di Trieste dal 18 febbraio all'11 giugno 2023. Seydou Keïta e Malik Sidibé, nati da famiglie modeste, hanno iniziato la loro carriera in piccoli studi fotografici nella capitale del Mali, Bamako e con il loro obiettivo hanno immortalato anni cruciali per la storia del paese e dell'Africa. Di una generazione successiva, è Samuel Fosso: anche lui ha iniziato la propria carriera in un piccolo studio fotografico ma la sua opera non si compone come quella di Keïta e Sidibé di ritratti di altri, ma ritrae sé stesso interpretando ironicamente gli stereotipi dell'Africa vista con gli occhi dell'Occidente o in cui reincarna, a partire da Malcolm X, le figure simbolo dell'emancipazione dei neri. Il percorso che si dipana nel libro è una sorta di "staffetta", come la definisce il curatore, che permette di coprire un lungo periodo di storia africana: il filo narrativo tracciato da Keïta alla fine degli anni Quaranta ha poi trovato un suo percorso evolutivo che corre di pari passo con la progressiva conquista e manifestazione di una consapevole 'africanità', segno distintivo che leggiamo nei loro ritratti, che non casualmente divengono autoritratti in Fosso.
12/04/23
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