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#africa orientale
italianiinguerra · 19 days
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Pillole di Seconda Guerra Mondiale: 8 aprile
1940 – Norvegia: Ha inizio l’operazione Wilfred: i cacciatorpediniere britannici iniziano a stendere campi minati nelle acque territoriali norvegesi, nonostante le proteste del governo di Oslo. 1940 – Norvegia: il sommergibile polacco Orzel affonda nello Skagerrak, il tratto di mare che separa la Norvegia dalla Danimarca, il mercantile tedesco Rio de Janeiro, carico di truppe dirette in…
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"Bugie Coloniali 3 - La storia coloniale tra omissioni, negazioni e mistificazioni" LIBRO
“Bugie Coloniali 3 – La storia coloniale tra omissioni, negazioni e mistificazioni” di Alberto Alpozzi, presenta fatti mai apparsi come argomenti di discussione nell’ambito delle pubblicazioni di storia coloniale. Stessa cosa dicasi per le immagini che a tutt’oggi non sono mai state mostrate in una qualche pubblicazione o esposizione, nemmeno per essere confutati. Senza i fatti, i documenti e le…
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bergsmotiv · 2 years
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Africa Orientale.
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magauda · 21 days
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Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale
Se i vari governi del Regno si dimostrarono così duri nei confronti dei sudditi in patria, si può immaginare con quale decisione e brutalità operassero nei domini d’oltremare. Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale e conseguentemente nel mantenimento dell’ordine pubblico. In Eritrea e in Libia l’amministrazione della…
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botallo · 21 days
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Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale
Se i vari governi del Regno si dimostrarono così duri nei confronti dei sudditi in patria, si può immaginare con quale decisione e brutalità operassero nei domini d’oltremare. Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale e conseguentemente nel mantenimento dell’ordine pubblico. In Eritrea e in Libia l’amministrazione della…
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sapergo · 21 days
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Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale
Se i vari governi del Regno si dimostrarono così duri nei confronti dei sudditi in patria, si può immaginare con quale decisione e brutalità operassero nei domini d’oltremare. Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale e conseguentemente nel mantenimento dell’ordine pubblico. In Eritrea e in Libia l’amministrazione della…
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bagnabraghe · 21 days
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Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale
Se i vari governi del Regno si dimostrarono così duri nei confronti dei sudditi in patria, si può immaginare con quale decisione e brutalità operassero nei domini d’oltremare. Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale e conseguentemente nel mantenimento dell’ordine pubblico. In Eritrea e in Libia l’amministrazione della…
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bigarella · 21 days
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Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale
Se i vari governi del Regno si dimostrarono così duri nei confronti dei sudditi in patria, si può immaginare con quale decisione e brutalità operassero nei domini d’oltremare. Nelle colonie africane la giustizia militare ebbe un ruolo preponderante nella gestione della giustizia in generale e conseguentemente nel mantenimento dell’ordine pubblico. In Eritrea e in Libia l’amministrazione della…
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adrianomaini · 3 months
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Fu soprattutto ai tre libri sui suoi viaggi in Africa Orientale che Vergani dovette il proprio successo e la nomea di primo fotoreporter italiano
Le narrazioni critiche verso il sistema imperialistico certo non abbondano nel nostro corpus. Tuttavia, una strategia per certi versi comparabile a quella di Rafanelli può forse essere rinvenuta in un romanzo contemporaneo a “L’oasi”: “Io, povero negro” di Orio Vergani <54. Milanese classe 1898, Vergani contribuì attivamente alla formazione della «coscienza coloniale» degli italiani sia…
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italianiinguerra · 2 months
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Un grande soldato italiano, Germano Pellizzari
Quella che andiamo a narrare oggi è la bellissima carriera di Germano Pellizzari, fulgido esempio di soldato italiano, uno dei pochi decorati con la massima onorificenza militare italiana, la Medaglia d’Oro, a vivente. Durante la sua carriera lo ritroveremo prima a Fiume, poi su tutti i fronti di guerra, Africa Orientale, dove fu a capo di una banda indigena che portava il suo nome, nella…
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Alpozzi a Ragusa il 29 settembre per conferenza sul colonialismo italiano
A Ragusa il 29 settembre 2023 si terrà la conferenza “Il colonialismo italiano in Africa” con la partecipazione di Alberto Alpozzi.L’incontro, patrocinato da “Ragusa in Movimento” e organizzato da Mario Chiavola, si terrà alle ore 18.00 presso il Centro Servizi Culturali in via Armando Diaz n. 56. ISCRIVITI AL CANALE TELEGRAM “ITALIA COLONIALE” PER RICEVERE TUTTI GLI AGGIORNAMENTI Il dibattito…
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This is a message to my black brothers and sisters
Learn about your history
Ethiopia is one of the oldest countries in Africa; the emergence of Ethiopian civilization dates back thousands of years. Abyssinia or rather "Ze Etiyopia" was ruled by the Semitic Abyssinians (Habesha) composed mainly of the Amhara and Tigray, the Cushitic Agaw. In the Eastern escarpment of the Ethiopian highlands and more so the lowlands was the home of the Arab-descended Harari that founded Sultanates such as Ifat and Adal and the Afars. In the central and south were found the ancient Sidama and Semitic Gurage, among otheres. One of the first kingdoms to rise to power in the territory was the kingdom of D'mt in the 10th century BC, which established its capital at Yeha. In the first century AD the Aksumite Kingdom rose to power in the modern Tigray Region with its capital at Aksum and grew into a major power on the Red Sea, subjugating South Arabia and Meroe and its surrounding areas. In the early fourth century, during the reign of Ezana, Christianity was declared the state religion. Ezana's reign is also when the Aksumites first identified themselves as "Ethiopians", and not long after, Philostorgius became the first foreign author to call the Aksumites Ethiopians.[The Aksumite empire fell into decline with the rise of Islam in the Arabian peninsula, which slowly shifted trade away from the Christian Aksum.[citation needed] It eventually became isolated, its economy slumped and Aksum's commercial domination of the region ended.The Aksumites gave way to the Zagwe dynasty, who established a new capital at Lalibela before giving way to the Solomonic dynasty in the 13th century. During the early Solomonic period, Ethiopia went through military reforms and imperial expansion that allowed it to dominate the Horn of Africa.
How did Ethiopia Resist Imperialism?
Ethiopia, formerly Abyssinia, is one of the world’s oldest countries. Dating to around 400 BCE, the region is documented in the in the King James Version of the Bible as the Kingdom of Axum. Along with Rome, Persia, and China, Axum was considered one of the four great powers of the era. Throughout the millennia of its history, the willingness of the country’s people—from farmers to kings—to come together as one, coupled with its geographic isolation and economic prosperity, helped Ethiopia score decisive victories against a series of global colonialist forces.
Ethiopia is considered “never colonized” by some scholars, despite Italy's occupation from 1936–1941 because it did not result in a lasting colonial administration.
Seeking to expand its already considerable colonial empire in Africa, Italy invaded Ethiopia in 1895. In the ensuing First Italo-Ethiopian War (1895-1896), Ethiopian troops won a crushing victory over Italian forces at the Battle of Adwa on March 1, 1896. On October 23, 1896, Italy agreed to the Treaty of Addis Ababa, ending the war and recognizing Ethiopia as an independent state.
On Oct. 3, 1935, Italian dictator Benito Mussolini, hoping to rebuild his nation’s prestige lost in the Battle of Adwa, ordered a second invasion of Ethiopia. On May 9, 1936, Italy succeeded in annexing Ethiopia. On June 1 of that year, the country was merged with Eritrea and Italian Somalia to form Africa Orientale Italiana (AOI or Italian East Africa).
Ethiopian Emperor Haile Selassie made an impassioned appeal for assistance in removing the Italians and re-establishing independence to the League of Nations on June 30, 1936, gaining support from the U.S. and Russia. But many League of Nations members, including Britain and France, recognized Italian colonization.
It was not until May 5, 1941, when Selassie was restored to the Ethiopian throne, that independence was regained.
Ethiopia's ability to resist being swept up in the "Scramble for Africa" can be credited to the stability of its longstanding imperial government, beginning with the Abyssinian Empire in the 13th century, and lasting into the late 20th century, with the exception of a brief Italian occupation during the 1930s. King Menelik II, the Emperor during the period of rampant European exploration and colonization in Africa, was careful to cultivate an alliance with the smaller surrounding kingdoms of North Africa, and with European powers including Italy and Russia. When Italy began to turn the sights of their imperial ambitions toward Ethiopia, the Ethiopian military became the only African kingdom able to successfully resist the military might of European colonial power, using Russian-supplied weapons to defeat the Italian invading force at the Battle of Adwa in 1896. In the aftermath of the battle, in exchange for permanent recognition as an independent empire, Menelik II granted Italy the right to claim the neighboring territory of Eritrea under their imperial umbrella.
Ethiopians have a history of taming lions.
Many Emperors kept pet lions including Halie Selassie. Occasionally visitors like Kwame Nkrumah could pet one of the lions!
This practice of keeping lions is said to date back thousands of years to the Axumite period.The descendants of the Royal Lions currently live in the Addis Ababa zoo.
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Meet his imperial majesty, the King of the Jungle.
And if, with his thick, shaggy mane Challa seems to have something of a frisky regal air about him - it's because he knows that he is a genuine blue blood.Challa is a direct descendant of Mochuria and Mollua - royal lions, which the late Emperor Haile Selassie kept as pets. The Emperor's practice of keeping pet lions is said to date thousands of years back to the Axumite period.Years ago in Ethiopia, Lions were pets to the people, some were used like donkeys, some like dogs kept at home. Emperor Haile Selassie of Ethiopia had lions he kept as pets, while some Ethiopians could even ride on them. These were not wild lions, they grew up with humans and became domesticated.They didn't go after human blood or other animals, lions roamed around the streets of Ethiopia and live was beautiful with them. Ethiopia is in East Africa, it's a rugged, landlocked country split by the Great Rift Valley, Ethiopia is a place of ancient culture, they believe and still hold on to ancient affairs.
Any lion that goes wild was immediately hunted killed, they were only killed if they kill a human and not animals like goats and chickens. They forbid killing and eating of any lion because lions were pets used in different palaces.
Ethiopia as a country had its origin in about 980 B.C., which makes it one of the oldest nations in the world.
Due to this very long history and an unmatched diversity of people and cultures, the country has often been described as a “museum of peoples”. With such a highly diverse population, Ethiopia houses an intricate tapestry of language and ethnic groups.
Also nicknamed the “Land of 13 Sunshine’s”, Ethiopia is often described as one of the most enthralling and enchanting places in the world – and definitely in Africa.
Ethiopia may not be the first place any traveller think of when planning or booking a next holiday, but it may just as well soon be the case. As African country Ethiopia can boast about having been at peace for at least the previous 15 years or more years and its economy is consequently one of the fastest growing in the world.
With the added bonus of an astounding diversity of landscapes, mixture of cultures and history that tracks back to when homo sapiens first started to raise itself up onto two legs, a traveller suddenly may look forward to a surprising and breath-taking travel destination.
But talking about planning and holiday dated, you probably didn’t know that this unique nation even has its own calendar?
This is but one of a myriad fascinating facts about the country, of which a number are discussed in this article. Looking at the country’s ancient and statutory history, its religion, culture, people and natural phenomena, here are at least 44 random but fascinating facts that you can ponder in anticipation of a visit to this eastern African country in the near future:
Fact number 1 – The oldest people in the world probably lived here.
Fact number 2 – Ethiopia is the oldest independent country in Africa and the only African country that could evade colonial rule.
Fact number 3 – Ethiopia was one of the first African forces to achieve a significant victory over a European colonial power.
Fact number 4 – Ethiopia has a rich history of rulers, including emperors and queens.
Fact number 5 – Ethiopia is perceived to be the diplomatic capital of the African continent
Fact number 6 – Ethiopia is the country with the second highest population in Africa, and with almost 1,5 % of the world population.
Fact number 8 – Ethiopia has the most orphans in the world.
Fact number 10 – Addis Ababa is the highest capital city in Africa.
Fact number 11 – More than 200 dialects are spoken by the peoples of the country.
Please like and share so others can see, drop your comments below and let me know what you think.
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fridagentileschi · 5 months
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UN AFRICANO PONE ALCUNE DOMANDE INQUIETANTI SULL’ISLAM
Far eguagliare Cristianità biblica con razzismo verso i neri è in ogni modo assurdo. Dobbiamo ricordare che Mosè, il profeta, sposò una donna africana .
Shulamit nel cantico dei cantici era nera e africana e bellissima. Il Dio della Bibbia odia il razzismo.
Ora quello che mi sconcerta è sapere che i neri nel mondo stanno cadendo così facilmente in quella che credo sia una reale religione razzista: l’Islam.
L'islam odia i neri. Nessun nero entrera' nel paradiso in quanto nero!
Come africano sono anche molto sconcertato dalla mancanza di ricerca storica equilibrata fatta dai neri riguardo agli africani.
Sappiamo che nel Nord Africa l’intera regione Sahariana del Marocco, della Libia, dell’Algeria e dall’Egitto fino al Sudan e all’Etiopia era cristiana prima che l’Islam arrivasse e distruggesse le chiese locali. Perché non sentiamo parlare di questo nella storia?
E consideriamo questo: l’Africa ha dato origine a grandi pensatori come Agostino da Hippo (Algeria), Clemente e Anastasio d’Egitto e Tertulliano di Cartagine (Tunisia), mentre l’Etiopia ha avuto la prima chiesa africana totalmente indipendente dall’Europa (Atti 8).
Trovo infatti molto interessante che la chiesa africana sia stata costituita prima di quanto non lo sia stata la chiesa in Gran Bretagna, in Canada, negli Stati Uniti, in Spagna, etc. Così, perché non sentiamo parlare di questa chiesa africana? E perché non vediamo tracce di questa oggi?
La storia del Sudan è un ottimo esempio. Prima dell’invasione musulmana del 1275 d.C. operata dall’islamico Mamluks d’Egitto, il Sudan aveva tre mini stati cristiani chiamati: NOBATIA, nel Nord, la cui capitale era Qustul. MAKURIA, la cui capitale era la vecchia Dondola. ALODIA, o ALWA, la cui capitale era Soba.
Queste tre regioni cristiane dal 300 d.C. al 1500 d.C. avevano la loro propria lingua scritta, avevano grandi centri di apprendimento, di commercio internazionale con l’Egitto, l’Etiopia e altri stati del Medio Oriente e inviavano missionari negli altri stati africani (vedi K. Milhasowski, FARAS, vol. 2, Poland 1965 per una documentazione storica e archeologica maggiore di questi stati).
Ma tutto questo fu distrutto dagli invasori musulmani nel 1295 d.C. non dai colonizzatori europei! Lo stesso tipo di distruzione massiccia
successe in tutta l’Africa, ma mai abbiamo sentito attribuire la responsabilità ai musulmani. Perché?
E non è finita... Nel 1990 il Sudan, nel Nord-Est dell’Africa ha subito la guerra gihad musulmana durante la quale migliaia di cristiani e non credenti sono morti per crocifissione o hanno subito l’amputazione di una mano e di un piede a lati opposti. E’ solo accidentale che troviamo nel Corano, Sura 5:33, la menzione di questa pratica?
UNA DOMANDA INQUIETANTE CHE RIGUARDA LO SCHIAVISMO MUSULMANO
E questo mi porta a fare delle considerazioni a proposito della schiavitù. I musulmani dicono che è solo un fenomeno cristiano.
Mentre l’Impero Britannico aboliva la schiavitù sotto la pressione di cristiani britannici come David Livingston e William Wilbeforce, i musulmani arabi schiavizzavano gli africani (i.e. seguendo la promessa di Allah riguardante “i prigionieri che la tua giusta mano possiede” dalla Sura 4:3). Non hai letto a proposito dell’isola di Zanzibar e Pembe nell’Africa Orientale durante il XIX secolo?
Oppure non hai mai chiesto perché gli stati musulmani non sono mai stati coinvolti nel movimento per l’abolizione della schiavitù?
Mentre gli europei erano impegnati con la tratta degli schiavi per poche centinaia di anni, l’esistenza del traffico di schiavi africani era stata ben solidificata già mille anni prima.
L’affermazione musulmana che attribuisce l’intera colpa per l’invenzione e la pratica della schiavitù dei neri alle porte dell’Europa cristiana è semplicemente non attendibile. Entrambe le società greca e romana erano state schiaviste: per la maggior parte i loro schiavi erano caucasici. Infatti la parola schiavo deriva da'' slavo''. Robert Hughes nel suo saggio “The Traying of America” apparso sul Time Magazine il 3 febbraio 1992 corregge questa falsa affermazione quando dice:
“La tratta degli schiavi, così come il mercato nero, era una invenzione araba sviluppata dai commercianti con la collaborazione appassionata dei neri africani. Fu istituzionalizzata con la più implacabile brutalità secoli prima che l’uomo bianco apparisse nel continente africano e continuo per lungo tempo dopo che il mercato di schiavi in Nord Africa era stato definitivamente annientato... Nulla negli scritti del profeta (Maometto) vieta lo schiavismo, per questo divenne un business dominato dagli arabi. E il traffico di schiavi non sarebbe esistito senza la collaborazione di stati tribali dell’Africa, edificati sulla scorta di prigionieri generati dalle loro implacabili guerre. L’immagine promulgata dalle fictions moderne come Roots, radici, in cui degli schiavisti bianchi irrompono con coltellacci e moschetti nella tranquilla vita dei villaggi africani, è molto lontana dalla verità storica. Un sistema di marketing fu mantenuto sul posto per secoli e la sua scorta fu controllata dagli africani. Non svanì neppure con l’abolizione.
Il mercato di schiavi che riforniva gli Emirati Arabi era ancora operante a Djibouti nel 1950 e sino al 1960 la tratta degli schiavi era rigogliosa in Mauritania e in Sudan. Ci sono ancora cronache di traffici di schiavi nel Nord della Nigeria, Ruanda e Niger.”
I musulmani sostengono che il cristiano occidentale spera di controllare l’Africa. Ora, perché a noi africani non deve piacere “la cultura della Coca-Cola” dell’Occidente, ma dobbiamo essere obbligati a vestirci con gli abiti arabi del VII secolo da quando l’Islam ha preso piede? Cosa c’è che non va nei miei bei abiti africani? E perché i musulmani neri dell’Africa devono pregare rivolti verso una città saudità: la Mecca? Perché non rivolti verso una città locale come Nairobi o Lusaka etc. Chi è che domina? Io pensavo che Dio fosse ovunque e che colui che prega dovesse rivolgersi verso di Lui che vive nel cielo sopra la terra. Ricorda, Dio, la verità, ha detto una volta: “Voi siete di quaggiù, Io sono di lassù.”
Inoltre perché ci è richiesto di leggere la parola di Dio e di parlargli solo in arabo? Dio non è forse capace di capire il mio dialetto africano? Grazie a Dio oggi la Sacra Bibbia è tradotta in più di 2000 lingue parlate nel mondo, perché io so che il mio Dio è capace di parlare ogni lingua. Questo non è un problema per Lui.
CONCLUSIONE
La lettera è stata scritta per amore, amore per la verità anche quando ferisce. La Bibbia ci dice che noi africani abbiamo una grandissima eredità che a volte nella storia ci è stata rubata. Dio è il nostro Creatore e crede in noi. Dopo tutto scelse Adamo ed Eva per essere i primi genitori degli africani.
Dio ha anche usato l’Africa per altri scopi, come permettere all’Egitto di essere un rifugio per gli ebrei al tempo di Giuseppe (Genesi 39-50).
L’Etiopia, altro stato africano, ha posseduto la Bibbia nella sua propria lingua per molti secoli, anche prima che l’Islam nascesse.
Ci è detto a proposito del Regno dei cieli futuro: “Molte nazioni sono qui,” inclusi gli africani (Apocalisse 21:24).
Diversamente dal Dio del Corano Dio non ordinò mai ad alcun cristiano di uccidere per Lui o di prendere “i prigionieri che la tua mano destra possiede”. Ad ognuno è stata data la possibilità di sceglierLo o rifiutarLo. Dio ci ha dato il libero arbitrio, non siamo sottomessi a Lui come nell'islam!!
Attraverso tutta la Bibbia troviamo che Dio salva tutti coloro che credono nel Suo nome . Questo include l’Etiopia di Geremia 38-40 e l’Etiopia e oggi include me e te.
Ora che io ho posto le mie domande, tu poni le tue. Chi mi ha aiutato maggiormente come africano: l’Islam o il Cristianesimo? Devi scegliere saggiamente perché la tua vita dipende da questo.
Fratello Banda
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soulmusicsongs · 4 months
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Soul Around The World
Soul music became popular around the world, influencing countless artists across the world. We’ve put together a list with awesome soul tracks form Africa, Asia, Europa and Latin America.
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Soul Around The World in 30 songs
Asante Kwa Wazazi - Marehemu George Mukabi (Sengula Nakupenda, 196?) - Kenya
Assalam Aleikoum Africa - Francis Kingsley & Emitais (Assalam Aleikoum Africa, 1976) - Ivory Coast
Bailando en la Campiña - Los Orientales (Bailando en la Campiña - Los Orientales / Mosaico: Tres-En-1 -Tito Chicoma, 1974) - Peru
Beat For Two - Franco Micalizzi (I Due Volti Della Paura, 1972) - Italy
California - Azuquita Y Su Orquesta Melao (Pura Salsa, 1975) - Panama
Can't Give You Anything = No Puedo Darte Más Que Amor - Jaime Delgado Aparicio Y Su Orquesta Contemporánea (Jaime Delgado Aparicio Y Su Orquesta Contemporánea, 1976) - Peru
Come Back Baby - Theodore Nemy & His Band (Come Back Baby / Je Reviendrai, 1973) - Nigeria
Djanfa Magni (La Trahison N'est Pas Bonne) - Tidiani Kone Et Le T. P. Orchestre Poly Rythmo De Cotonou - Benin (Fangate Djangele Et Djanfa Magni, 1977) - Benin
Do The Good - The Future Hopes (How Can I Get To My God / Do The Good, 197?) - Nigeria
Dom Za Tebe - Zoran Milivojevic (Rastanak (My Women, My Women, My Wife) / Dom Za Tebe, 1974) - Yugoslavia
Fireman - Benis Cletin (Jungle Magic, 1979) - Nigeria
Kalabuley Woman - Pierre Antoine (Kalabuley Woman / Ye Man Noun (Our World), 1977) - Ivory Coast
Life’s Gone Down Low - The Lijadu Sisters (Danger, 1976) - Nigeria
Moni Ngan - Willie Songue accompagné par Les Showmen (Moni Ngan / Le Jour De Fete, 1974) - Cameroon
Moving World - Kelenkye Band (Moving World, 1974) - Ghana
Overture - Gibson Kente (How Long, 1978\3) - South Africa
Papa's Black Dog - Pazy And The Black Hippies (Wa Ho Ha, 1978) - Nigeria
Pele Rein - Les Loups Noirs (Jouent Pour Vous, 1970) - Haiti
Sound Beat - The Beat Fellows (Sound Beat / Hand In Hand, 1970) - Belgium
Speedy Buggy - Orchester Fritz Maldener (Speedy Buggy, 1972) - Germany
Tilantina Zarie - Alemayehu Eshete (Konjit / Tilantina Zarie, 1974) - Ethiopia
Tsegulani - Musi-O-Tunya (Tsegulani / One Reply, 1973) - Zambia
Tsi Ma Leto - Les As Du Golfe (Les As Du Golfe En Action Vol.1, 197?) - Togo
Ultima Caccia - Giuliano Sorgini (Zoo Folle , 1974) - Italy
Viertel Vor Neun Viertel Vor Zehn - Zanki (Jetzt Komm' Ich, 1977) - Germany
Voodoo Moon - Jackie Mittoo And The Soul Brothers (Last Train To Skaville, 2003) - Jamaica
Wake The Monster - Big Jullien And His All Star (Riviera Sound N°1, 1970) - France
Wait For Me - Roger Damahouzan (Xede Nge / Wait For Me, 1972) - Togo
You Fool, You Fool - The Prophet and His Disciples (You Fool, You Fool / The Pusher, 197?) - Ghana
Zulu Lunchbag - Ndikho Xaba & The African Echoes (Zulu Lunchbag / Big Time, 1968) - South Africa
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mezzopieno-news · 11 days
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NEL MONDO SI VIVE PIÙ A LUNGO
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Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Institute For Health Metrics and Evaluation di Washington ha rivelato che la speranza di vita globale ha registrato un aumento di 6,2 anni a partire dal 1990, un risultato principalmente attribuito alla riduzione dei decessi dovuti a malattie come diarrea, infezioni respiratorie e ictus. L’incremento è stato evidente in Oceania, Asia orientale e Africa subsahariana orientale, dove si è registrato un significativo aumento della speranza di vita. Nell’Africa subsahariana orientale, in particolare, si è verificato il maggior aumento con l’aspettativa di di vita cresciuta di 10,7 anni. Nonostante la pandemia abbia temporaneamente interrotto queste tendenze positive, alcune macro regioni sono state in grado di mantenere i progressi raggiunti grazie a una gestione efficace della crisi sanitaria. America Latina, Caraibi e Africa subsahariana, pur essendo tra le più colpite dal Covid, hanno visto comunque aumentare l’aspettativa di vita sul periodo di riferimento.
La ricerca ha inoltre evidenziato un cambiamento nelle prime cinque cause di morte, con il Covid che ha sostituito l’ictus al secondo posto, identificando inoltre le malattie che sono diventate più concentrate in specifiche aree geografiche e fornendo informazioni preziose per la loro prevenzione e trattamento.
Questi risultati non solo riflettono i progressi nella sanità globale, ma forniscono anche una base per gli sforzi futuri nella promozione della salute pubblica e nella lotta contro le malattie, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità della vita a livello mondiale.
___________________
Fonte: The Lancet; Foto Fajaws
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bagnabraghe · 3 months
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Fu soprattutto ai tre libri sui suoi viaggi in Africa Orientale che Vergani dovette il proprio successo e la nomea di primo fotoreporter italiano
Le narrazioni critiche verso il sistema imperialistico certo non abbondano nel nostro corpus. Tuttavia, una strategia per certi versi comparabile a quella di Rafanelli può forse essere rinvenuta in un romanzo contemporaneo a “L’oasi”: “Io, povero negro” di Orio Vergani <54. Milanese classe 1898, Vergani contribuì attivamente alla formazione della «coscienza coloniale» degli italiani sia…
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