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#accorgere
ragazzoarcano · 5 months
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“Ti auguro qualcuno
che si accorga sempre
di come ti senti.”
— Marco Polani
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deathshallbenomore · 2 years
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ah yes, we’ve all seen so many beautiful photographs taken by ancient romans on vacation
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abatelunare · 1 month
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Il senso della frase
Mi piacciono gli scrittori che hanno forte il senso della frase. Che giocano con le parole senza farsene accorgere. Che mostrano con inaspettata naturalezza una spaventosa padronanza del mezzo espressivo. Che ti buttano lì frasi che avresti voluto scrivere tu. Ma che non hai scritto.
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canesenzafissadimora · 2 months
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E tu vorrai sapere come riconoscerai l’unicità?
Perderai il sonno.
Sconvolgerai i tuoi progetti.
Vaneggerai proposte d’eternità, improvviserai dichiarazioni d’insana follia, avrai lo stomaco invaso da un’ansia innaturale.
Metterai una croce al centro esatto di quel te
che credevi di conoscere, mentre cadranno
le cose che pensavi di sapere.
Guiderai di fretta, in autostrada perché avrai bisogno di correre, di fendere l’aria
con la mano fuori dal finestrino, di accendere una sigaretta, la radio, i sensi, di ascoltare musica trovandoci il suo nome, in tutta,
senza sosta, infedele ai tuoi momenti
per cause completamente estranee alla ragione.
Lei ti agiterà gli eventi, butterà fuori gli attimi, turberà le tue gracili certezze, ridisegnerà
i sospiri, i brividi e l’immaginazione, ti lascerà giocare l’anima con la notte, per perderla
e sdraiarti sul vento e le sue lucciole,
lascerai che dorma dove vuole,
che torni quando vuole, tanto saprai sempre dove va e quando torna quasi ti dispiacerà.
Inventerai un colore nuovo per farla addormentare, le cullerai i pensieri coprendola con attenzioni leggere.
Inizierai a spiare dietro le nuvole i suoi silenzi parlanti come se non t’importasse niente
del cielo limpidissimo che hai sempre amato a dismisura, solo segnali onnipresenti nel desiderio che sale, che proverai a bloccare per poi cedere in un sospiro di benedetta e indecente liberazione.
Sparirai, annullerai gli appuntamenti.
Tutto quello che potrai avere non sarà quel che vuoi avere.
Tutti ti vedranno ma tu non ci sarai più.
E gli altri saranno troppo lontani
per accorgersi di quanto tu sia vicino a lei soltanto, troppo vicino a lei, troppo lontano dal resto, senza mai fartene accorgere, riconoscerai un profumo mai sentito dentro la tua stanza.
Affonderai le mani in una condizione interiore di bellezza totalizzante e ti perderai nel groviglio di una presenza semplice con l’illusione buona di potere finalmente sopravvivere ad un “per sempre”.
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Massimo Bisotti ...alle volte bastano 5 lettere
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ilfascinodelvago · 7 months
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I timidi notano tutto, ma sono molto bravi a non farsene accorgere.
Titta Di Girolamo (Le conseguenze dell'amore)
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noneun · 9 months
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Perché siamo (biologicamente) uguali?
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Che le razze umane non esistano è un fatto ormai scientificamente assodato. Anche se questa invenzione è sempre stata usata per giustificare il razzismo culturale.
Ognuno di noi è ovviamente una versione diversa di Homo sapiens: la riproduzione sessuale fa un gran bel lavoro di rimescolamento con il materiale genetico che ha a disposizione. Ma siamo lo stesso così simili gli uni con gli altri che è possibile trovare qualcuno dall'altra parte del mondo che casualmente ha un genoma più simile al proprio di chiunque abiti nel nostro stesso quartiere (a meno che non si viva con il proprio fratello gemello, ovviamente).
Certo, nel corso dell'evoluzione il nostro cervello ha sviluppato la capacità di riconoscere e amplificare la percezione delle differenze estetiche e la nostra cultura ne ha fatto un totem di appartenenza etnica. Ma i classici tratti somatici che usiamo per discriminare (colore della pelle, dei capelli e degli occhi, statura, forma del viso, eccetera) sono determinati solamente da una manciata di geni, su un totale che si aggira sui 20mila.
Ovvio che se un aborigeno australiano avesse migliaia di geni identici ai miei ma che codificano solo proteine che influenzano il funzionamento del cuore, del cervello, la composizione del sangue e la struttura ossea, non me ne potrei mai accorgere a colpo d'occhio.
La genetica di Homo sapiens è così poco varia che siamo la specie di primate con meno diversità genetica di tutte. È questo che ci rende così simili gli uni con gli altri. E, tra l'altro, ci espone ad un numero maggiore di malattie genetiche. Potremmo dire che siamo tutti consanguinei.
Secondo l'attuale conoscenza scientifica, il motivo è duplice.
Da un lato, circa 73mila anni fa si è verificata una drastica diminuzione della popolazione. Dall'altro, siamo sempre stati una specie fortemente migratoria.
La diminuzione della popolazione probabilmente è stata causata dalla catastrofe di Toba: l'esplosione di un supervulcano che ha lasciato un cratere di 100 km sull'isola di Sumatra e ha disperso polveri che oscurarono il Sole, rendendo ancor più freddo un pianeta che già stava attraversando una glaciazione.
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Questo mise a dura prova gli ecosistemi e provocò una repentina diminuzione degli esemplari di varie specie. Provocando, dal punto di vista genetico, un cosiddetto collo di bottiglia: solo chi sopravvisse potè trasmettere il proprio corredo genetico ai discendenti, e questo ha lasciato una traccia nel genoma delle generazioni successive. I genetisti sono riusciti a datare vari colli di bottiglia di ghepardi, tigri e di molti primati, più o meno nello stesso periodo della catastrofe di Toba. 
Per quanto riguarda Homo sapiens, si stima che circa 70mila anni fa fummo vicini all'estinzione: rimasero solo 20-25mila esemplari. O più precisamente, tutti gli 8 miliardi di persone che oggi abitano la Terra derivano da un ristretto gruppo di 20-25mila che vissero in Africa 70mila anni fa. Avrebbero potuto essere di più ma o non si sono riprodotti, o le loro stirpi si sono estinte.
Questo collo di bottiglia ha quindi distrutto gran parte della variabilità genetica esistita precedentemente: ad un certo punto sopravvissero e si riprodussero molti meno esemplari e quindi molte meno versioni diverse di Homo sapiens.
Un fenomeno geneticamente simile ma con cause totalmente diverse è il cosiddetto effetto del fondatore in serie, causato dalle migrazioni che Homo sapiens ha più volte intrapreso nel corso dei millenni. Si tratta di spostamenti di pochi km per ogni generazione, ma abbastanza per partire dall'Africa e raggiungere, in relativamente poco tempo, la Patagonia.
L'effetto del fondatore provoca un fenomeno di deriva genetica che porta ad una ulteriore diminuzione di una già bassa variabilità genetica. Infatti, se un sottogruppo della popolazione si stacca e non si mescola più con la popolazione iniziale, si porta dietro solo un piccolo pezzettino di variabilità genetica e quindi avrà una variabilità genetica diminuita. Il motivo è quindi simile: un sottogruppo ha meno esemplari, quindi meno versioni di Homo Sapiens, e quindi meno diversità genetica.
Certo, la variabilità può ricominciare ad aumentare col tempo e la globalizzazione può rimescolare un po' il genoma del genere umano, ma è un processo molto più lento (o molto più recente) delle migrazioni. Tanto è vero che ancora oggi si vede come la variabilità genetica sia massima (seppur bassa) in Africa e sempre minore mano mano che ci si allontana dalla culla di Homo sapiens, seguendo le antiche rotte migratorie.
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Se quindi alla nascita siamo tutti così biologicamente simili, allora la quasi totalità delle differenze fra esseri umani è di origine culturale e ambientale, dovuta alla storia e alle esperienze personali. Sono queste che giocano un ruolo significativo nella distinzione fra esseri umani, che definiscono chi siamo e come ci comportiamo. E non è nulla che si possa trasmettere geneticamente.
Con buona pace dei razzisti e di taluni psicologi riduzionisti.
(L'immagine di apertura è stata creata con l'intelligenza artificiale generativa Adobe Firefly)
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sophie-blanceur · 3 months
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Ci sono sguardi che paiono avere mani che sfiorano,
sguardi che sembrano quasi avere voce,
costringono a sentire, a guardare...
fu così che lui la vide.
E la vide abbassare gli occhi
per non farsene accorgere,
e poi ancora,
sconfitta e fatale,
ritornare con gli occhi negli occhi
che la sorpresero a guardare.
Guardarsi,
estirparsi l'anima,
entrarsi dentro,
dipingersi addosso i pensieri più segreti.
Luigi Mancini
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ragazzoarcano · 1 year
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“Che belle le persone
che quando hai
le guerre per la testa
ti guardano
fino a quando non ti accorgi
che ti guardano
e poi a bassa voce
ti dicono "Che c'hai?"
e quel che c'hai
ha già risolto
metà dei tuoi guai.”
— Gio Evan
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haiku--di--aliantis · 3 months
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Nessuno è un angelo, su questa terra. Lei si. E ha scelto di soffrire con noi. Forse te ne puoi accorgere solo d'estate, quando nascondere le ali e quel sorriso le è più difficile. Si, lei è un angelo. E io la adoro.
Aliantis
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Summertime (Joanne Shaw Taylor)
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eleonorasimoncini · 10 months
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Non credere che non lo sappia che quando mi parli la mano della tua mente senza farsene accorgere mi sfila le calze, e si muove cieca e intraprendente lungo la mia coscia. Non credere che non lo sappia che lo sai che tutto ciò che dico è un indumento.
Anne Stevenson
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Non è una cosa facile amare le persone. Amare vuole dire non aspettarsi niente indietro, se uno si aspetta qualcosa non è più Amore. È quel dare senza neanche farsene accorgere. Allora sì che ha senso.
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Franco Battiato
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la-novellista · 10 months
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Non credere che non lo sappia che quando mi parli la mano della tua mente senza farsene accorgere mi sfila le calze, e si muove cieca e intraprendente lungo la mia coscia. Non credere che non lo sappia che lo sai che tutto ciò che dico è un indumento.
Anne Stevenson
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susieporta · 8 months
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Una lettera a te che mi leggi e segui
La spiritualità è una cosa intima… all’inizio la condivido in silenzio senza parlarne.
All’inizio ti accompagno ad ascoltare la tua voce quella che hai messo a tacere come hai imparato a fare.
All’inizio ti spingo a rinforzare le gambe per poterti sostenere anche nelle tempeste più buie e anche davanti al drago che dormiva e che si manifesta più facilmente, spesso negli occhi di chi più ami. Ti stimolo ad avere fiducia in te che sei la persona più importante.
All’inizio ti accompagno a prenderti per mano.. ogni tanto la tengo io e poi la lascio e ti aiuto a cadere facendoti accorgere che non ti fai poi così male ora. Che puoi farcela, che credo in te come mai nessuno ha creduto, nemmeno tu, ma io vedo la tua luce perché sono in contatto con la mia.
Ma poi… potresti odiarmi per questo…. Rinfacciarmi le poche attenzioni, la poca presenza, ma dal primo momento che ti dico “SI ti accompagno”, io ci sono sempre, ti sento da lontano ovunque tu sia, credo in te e so che puoi diventare grande e prenderti la vita per mano scegliendo di farti felice!
Puoi odiarmi. Puoi sentirti giudicat@ forse perché io sono tanto severa ed esigente con me e questa esigenza trasuda. Non è personale verso di te e non devi mai e poi mai assomigliarmi. Non sono migliore. Sono solo compromessa con la grande sfida della terra di ricercare la verità scendendo anche fino al buio più lontano, poiché a volte, lo spirito si nasconde li. Ma lo faccio per me, nessuno è obbligato a venire in quegli abissi terrorizzanti, è una scelta che faccio io e non la consiglio agli altri.
Cerco di essere esempio di umanità e non di una Dea che ha perso il suo Olimpo (visto che qui non Cè Olimpo ma terrenalita), ma di una donna che cresce che cade che medita che prega che ride che sbaglia che piange che ama che è insicura e pretenziosa, selettiva e impaurita e molto altro e cerca di amare tutto questo, includendolo.
È questo che desidero trasmettere. E se a volte sono molto severa, in realtà, mi sto nascondendo dietro a una maschera che protegge una fragilità, una tristezza che davanti alla scelta di perseverare lontani dalla verità e dalla bellezza che siamo, crolla di dolore.
Siamo alla deriva, è un dato di fatto. Come umanità diamo il peggio di noi. Scontri, competizioni, giudizi, falsità anche in nome dello spirito più elevato, ma con intenti ben lontani dall’amore. In nome dello spirito si fanno le
peggio cose. D’altronde lo abbiamo sempre fatto, ricordate? E se fosse ora di cambiare?
Ce lo auguro… perché ne soffro..mi han detto che sono troppo idealista, ma questa visione mi ha permesso di far vita a sogni, parole, immagini che sono diventati reali fatti e grandi creazioni sulla terra.. quindi è possibile non credi?
Buona domenica a te che leggi e a chi mi conosce che sa, ma chi mi legge probabile gli manchi un pezzo🩷
E questi transiti non son poi così male alla fine, dobbiamo solo uscire dalla convinzione che si evolve solo con dolore… c’è anche quello si, ma se scegliessimo la facilità sarebbe meglio? Proviamoci🙏🏻
Lunga ma vera a presto!
Grazie per esserci, sempre🙏🏻
Francesca Ollin
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lamargi · 1 year
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Avevo preso con me questo tirocinante perché incuriosita che un ragazzo volesse imparare a fare il parrucchiere.
E…bè, si, anche perché era gentile, educato e ….carino.
Infatti piaceva alle altre ragazze che lavoravano al salone e alle clienti. Si capiva dai sorrisi che gli rivolgevano.
Ma la verità è che piaceva…anche a me! Certo, avrei potuto essere sua madre….ma da quanto tempo non avevo un uomo che mi scaldasse il letto? Lui era giovane, prestante, con un gran bel sedere!
Lo guardavo di soppiatto spesso, senza farmi accorgere, attraverso gli specchi del salone magari…..ero la sua padrona, una donna più grande, sarebbe stato sconveniente mostrare troppo interesse, vero?
Certo, se fossi stata un uomo non sarebbe stato “troppo” sconveniente allungare le mani su una giovane lavorante carina e ..molestarla sessualmente. Ma non lo ero….
Però una sera lo trattenni in salone anche dopo che l’ultima delle altre ragazze era andata via. Fingevo di controllare là contabilità. - Questo computer mi fa impazzire…., esclamai a voce alta a un certo punto. Lui, che stava spazzando per terra, si offrì gentile di provarci.
Lo feci sedere e mi misi in piedi dietro di lui. Sentii l’eccitazione tra le cosce. Quando gli poggiai le mani sulle spalle lo sentii rabbrividire, ma non si mosse e continuò a guardare lo schermo del computer.
Chinandomi allungai le braccia per accarezzargli il petto. Trovai i capezzoli sotto la camicia e glieli pizzicai dolcemente. - Signora, cosa fa…, mormorò.
Non gli diedi importanza. Presi il mento con una mano e ruotai il suo viso verso la mia bocca. Schiacciai le mie labbra sulle sue e spinsi la lingua tra di loro.
Lo avevo tirato su in piedi baciandolo. Gli palpeggiai quel bel sedere che avevo ammirato tante volte. Senza smettere di baciarlo gli toccai la patta e gliela strinsi. Era duro. Lui non osava toccarmi.
Quando interruppi il bacio aveva il fiatone. - Signora….., disse senza finire la frase.
- Puoi andare, fu la mia risposta, quasi fredda.
Era una pazzia, ne ero consapevole e non volevo rischiare uno scandalo.
Ma nei giorni successivi, lui fu enormemente dolce, senza cambiare in nulla il suo atteggiamento rispettoso, ma guardandomi di nascosto, con un delizioso rossore che gli colorava le guance quando i nostri sguardi si incontravano.
Ero sicura che avrebbe mantenuto il segreto. Feci in modo di restare di nuovo da sola con lui. Lo abbracciai e baciai di nuovo. Gli abbassi i pantaloni e lo trascinai sul divanetto dove attendevano le clienti il loro turno.
- Non l’ho mai fato….., balbettò mentre lo guidavo dentro di me.
- Cerca di farlo bene, allora, se no te lo detraggo dallo stipendio…..
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