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#Vittorio Avanzi
beatricecenci · 2 months
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Vittorio Avanzi (Italian, 1850-1913)
Il Canale dell’Acqua Morta
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goodbearblind · 1 year
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"Ho finalmente trovato il coraggio, dopo cinque anni, di aprire il bagaglio di Vittorio, che mani amorevoli avevano preparato perché tornasse con lui, nella sua casa.
E ogni cosa che tocco, mi tocca l'anima.
Indumenti, pennarelli che scrivono ancora, pipe e avanzi di toscano nelle tasche. Il cappellino con il Che.
Agende fitte di appunti, cartelle piene di parole che leggerò con riverenza e tremore.
Ricordi di persone che io non ho mai conosciuto e che lui ha conservato perché gli erano care.
Poi, nello zainotto verde, ancora integro, quello che lo ha accompagnato in tutti i suoi Viaggi, trovo una pettorina bianca e arancione. So cosè. E' quella che indossava nei campi della buffer zone, quando, con i suoi compagni, si faceva scudo umano ai contadini.
E' più che un ricordo, é un pezzo della sua vita.
La guardo e la tocco, la accarezzo. Provo a indossarla. E' lì che un po' sorrido e un po' piango.
So che è come se Vittorio mi chiedesse di non dimenticare quei giorni, di continuare a raccontare, di non lasciare che l'indifferenza abbia la meglio nei nostri cuori, di continuare a indignarci, perché noi, che nel suo nome vogliamo Restare Umani, non abbiamo a dimenticarci della sofferenza di Gaza e di tutta la Palestina.
E della Palestina che è anche "fuori dell'uscio di casa"."
(Egidia Beretta, mamma di Vittorio Arrigoni)
#pernondimenticare #FreePalestine #vittorioarrigoni
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personal-reporter · 9 months
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Torta dei Fieschi 2023 a Lavagna
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Sarà da non perdere la 73/a edizione della Torta dei Fieschi, evento clou dell'estate di Lavagna, in programma il 14 agosto, dove si ricordano le nozze del conte Opizzo Fiesco, condottiero vissuto nel tredicesimo secolo, fratello maggiore di papa Innocenzo IV e della sua sposa Bianca de' Bianchi, figura legata alle alleanze politiche tra i Fieschi e i banchieri senesi. La novità di ogni anno riguarda chi impersona gli sposi, quest’anno il conte sarà il lavagnese Enrico Bonicelli, impiegato di 34 anni e la sposa è Elena Avanzi di Lavagna,  impiegata di 27 anni. Dopo il ritorno ai festeggiamenti dello scorso anno anche per la prossima edizione la rievocazione sarà  nel solco della tradizione tra sfilate, sbandieratori, combattimenti e torta gigante posizionata in piazza Vittorio Veneto la cui bontà è accessibile attraverso il gioco dei biglietti delle coppie, infatti una lei e un lui si devono trovare nella folla e ritirare insieme la porzione. La Torta dei Fieschi 2023 ritrova l'11 agosto il palio d'armi e il palio d'arco, il 13 agosto alla basilica dei Fieschi si terrà l’addio al celibato del conte e la torta, di  sette quintali, sarà confezionata dalla pasticceria Vedova Romanengo di Genova. La storia della Torta del Fieschi comincia nel 1230 quando  il conte Opizzo, tornato vittorioso da una guerra, sposò la senese Bianca dei Bianchi, con un matrimonio sfarzoso, che vide l’offerta di una gigantesca torta nuziale alla popolazione di Lavagna. Ancora oggi, dopo la lettura del proclama di nozze, la Contessa taglia la torta che sta al centro della rievocazione storica di Lavagna, pesante 13 quintali e realizzata dai maestri pasticceri del luogo che ne tengono gelosamente segreta la ricetta. La sera prima della festa si tiene sul sagrato della Basilica di San Salvatore la festa di addio al celibato di Opizzo con i suoi cavalieri, tra un sontuoso banchetto, musiche, danze e giochi d’arme. Con il taglio della enorme Torta a Lavagna prende  il via il gioco per trovare l’anima gemella, dove i  partecipanti al gioco sono munti di cartoncini colorati, rosa e azzurro per donne e uomini, con sopra impressa una parola medievale. Al momento del taglio della torta bisogna cercare nella piazza il possessore della stessa parola presente sul proprio cartoncino e i partner così individuati si recano al centro della piazza per ricevere le due fette di torta da consumare insieme. Con la distribuzione della torta non mancano i festeggiamenti in onore degli sposi, con spettacoli a carattere medievale come duelli, giochi, sbandieratori, danze e musiche, mangiafuoco e saltimbanchi. I Fieschi della rievocazione furono una potente famiglia ligure che raggiunse il culmine del suo splendore nel XIII secolo, e l’operazione di recupero di questa tradizione risale agli anni Cinquanta del Novecento. L’evento della Torta del Fieschi rappresenta il culmine di una settimana di eventi collaterali, che comprendono palii, mostre, musica e danza antica, che culminano nel corteo del 14 agosto, con gli spettatori che superano le 10 mila presenze in ogni edizione. Read the full article
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A Fermo replica ufficiale Ritratto Elisabetta II da Annigoni
(ANSA) – FERMO, 03 FEB – La mostra “I Pittori della Realtà” in corso a Fermo, a cura di Vittorio Sgarbi con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, si arricchisce di una nuova opera. Si tratta di una immagine iconica del Novecento: la replica ufficiale del “Ritratto della Regina Elisabetta II”, realizzato a Buckingham Palace da Pietro Annigoni tra il 1954 e il 1955. La replica fu eseguita dall’artista…
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Vittorio Avanzi (Italian, 1850–1913)
Pergolato nel Cortile
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chez-mimich · 4 years
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DIALOGHI DAL TERZO MILLENNIO. BUON CAPODANNO
Per la strada
Pamela : “Mariooooo, auguri, auguri, auguri...Buona fine e buon inizio!! Sono tutta eccitata! Ti rendi conto tra poche ore sarà il 2020! Dico ma ci pensi?!”
Mariulin: “No.”
Pamela : “Come no?! Io non sto più nella pelle! Ma pensa che a Sidney hanno già festeggiato! Ma ci pensi?”
Mariulin: “Che culo.”
Pamela : “Ma nooooo! I fortunati siamo noi, loro adesso stanno già andando a nanna, mentre noi dobbiamo ancora incominciare! Ti rendi conto?!”
Mariulin: “Davvero entusiasmante.”
Pamela : “Vero?! Pensa che non mi sono persa nemmeno una delle trasmissioni televisive di questi giorni, davano un sacco di suggerimenti per il cenone, ma soprattutto su cose fare degli avanzi! Tu cosa fai degli avanzi?”
Mariulin: “Io non avanzo niente.”
Pamela : “Ahhhh golosone! Beh a me aiuta molto il mio cane....Sai vero che ho un cagnone? Immagino che vorrai sapere come si chiama...”
Mariulin: “No.”
Pamela : “Si chiama Papugo, ma noi lo chiamiamo Papugone o anche Papu o anche Gone. Sai perché?!”
Mariulin: “No e non mi interessa saperlo.”
Pamela : “Te lo dico, perché Papu è l’inizio del nome e Gone è la fine!”
Mariulin: “Geniale”
Pamela : “Vuoi sapere cose cuciniamo stasera?”
Mariulin: “È l’ultima cosa che vorrei sapere.”
Pamela : “E la prima?”
Mariulin: “È perché vorresti dirmelo.”
Pamela : “Pensavo ti interessasse! Tu cosa prepari di buono?”
Mariulin: “Apro una scatola di sardine.”
Pamela : “Naaaaaa, ma non senti nel tuo corpo il brio della vita che si rinnova?!”
Mariulin: “Perché?”
Pamela : “Ma perché finisce l’anno e ne comincia uno nuovo! Che spero porti a tutti tanta felicità, gioia, ricchezza, salute, serenità, comprensione amicizia, incontri, occasioni, viaggi, vacanze, benessere, euforia, sesso, piacere, bellezza, entusiasmo, saggezza, simpatia, equilibrio, novità, rilassatezza, armonia, indipendenza, fantasia, ilarità, eccitazione, fermento!!”
Mariulin: “Solo questo?
Pamela : “Ma naaaaa, anche forza, energia, empatia, sinergia, resilienza, fertilità, fecondità, preveggenza, temperanza, tolleranza, condivisione, inclusione,..”
Mariulin: “Manca termosifone.��
Pamela : “Termosifone? In che senso Mario?”
Mariulin: “Mi sembrava mancasse “termosifone” tra le tue aspettative...”
Pamela : “Stronzo! Sei uno stronzo, ma possibile che mi devi rovinare anche l’ultimo meraviglioso pomeriggio dell’anno?! E mi devi fare andare di traverso anche il Capodanno? Ma perché fai così? Perchè? Dimmi perché?”
Mariulin: “Perchè altrimenti cosa ci metto nei dialoghi?”
Pamela : “Ma naaaaaa?! Siamo in un dialogo?! Non ci posso credere Mario!! E poi andiamo sui social e su “La voce di Novara?!”
Mariulin: “Temo di sì.”
Pamela : “Naaaaaaa, allora posso fare un saluto?“
Mariulin: “Un saluto? Ma a chi?”
Pamela : “Wowwwwww, ciao a tutti!! Vi voglio bene!!! Volevo salutare tutti quelli che mi conoscono e che mi vogliono bene!! In particolare Carlo Carli detto “Mauro”, il Signor “Saliscendi” e sua figlia Saponetta, Biagio della palestra “Super Fitness Body”, Angelica della Pizzeria “Rosina” e Rosina della gelateria “Tiziana”, poi Poppy e Bryan della Carrozzeria “da Ciro”, Cicco Santapolenta del lanificio “Amalia” e poi Carmen, Daria, Andrea, Vittorio, Giangi, Esther, Ines, Alba, Costanza, Renata, Cloe, Federico, Palmira, Giacomone, Jacopo, Caterina, Elisa, Franco, Lena, Jonathan , Cleia, Ortensia, Mango, Uberto, Rachele, Passerina, Angy, Ettore, Rubino, Fiorenzo del Bar “Siamo solo noi”, e poi tanti, tanti, tanti auguri ai lettori de “La Voce di Novara” e agli amici di Mario di Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, Tumblr, Blogger, e a tutti quelli che ci seguono in video, attraverso la radio, e i nuovi mezzi di comunicazione,..”
Mariulin: “Pamela, scusa, mi sembra sia un po’ troppo ‘Urbe et Orbi’...”
Pamela: “E perché non sordi e ciechi?! Devi sempre rovinare tutto. Sai cosa ti dico?”
Mariulin: “Buon Anno?”
Pamela: “No, vaffanculo!”
Illustrazione di Mario O.
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isoleminori · 2 years
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Isola di San Pietro, F.lli Alinari, 1913 "Riprendiamo la navigazione, costeggiando l'isola di S.Pietro. C'interessano le belle rocce trachitiche che si vedono all'estremità dell'isola. Primo è uno scoglio a forma di cono, poi due colonne che sembrano avanzi di un colossale tempio romano, sprofondato nel mare. Su una di esse dicono nidifichi l'aquila, ma non riesco a distinguere il preteso nido del re dei volatili. In una veduta pubblicata dal La Marmora nel suo Voyage en Sardaigne le due colonne tutt'ora esistenti sembrano circondate da altre sei colonne profilantisi nella roccia a picco sul mare. Queste colonne, che dovevano formare un colpo d'occhio del migliore effetto scenico, più non esistono. Devono essere state abbattute dagli scalpellini che sfruttavano la cava fino dai tempi del La Marmora, il quale ci fa sapere die questa pietra di ottima qualità, era conosciuta anche all'estero sotto il nome di pietra di S. Pietro e che serviva più specialmente alla pavimentazione di vestiboli e di magazzini." Dal libro di Vittorio Alinari, "In Sardegna", 1915. #carloforte #isoladisanpietro #alinari #sardegna #tirreno #isoleminori #isoleitaliane #mare #isole #island #sea #isola #mediterraneo #photography #blackandwhite #bn #vintagephoto #vintagephotography #oldphoto #foundphoto #lostmemories #antiquephoto #oldphotos #oldphotograph #isoleminorifoto #arcipelagodelsulcis (presso Isola di San Pietro) https://www.instagram.com/p/CZWg2JmtVhO/?utm_medium=tumblr
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giankamoverona · 3 years
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#veronadipinta il canale dell'Acqua Morta di Vittorio Avanzi, 1882 https://www.instagram.com/p/CMg-pK-DDPA/?igshid=1g2e6mf7jm51c
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giancarlonicoli · 4 years
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19 FEB 2020 09:48“COME FAI AD ESSERE AMICO DI SORDI? AVARO ANCHE DI SENTIMENTI” – L’ULTIMA BOMBASTICA INTERVISTA DI FLAVIO BUCCI BY GIANCARLO DOTTO: "SORDI MI MANDAVA LA SARTA NELLA ROULOTTE A RIMEDIARE TRA GLI AVANZI DEI CESTINI LE OSSA PER I CANI. MA MANFREDI ERA PIU’ ANTIPATICO DI LUI - CASTELLITTO E’ LA MIA CONTROFIGURA. POVERACCIO, SE DEVE FA’ ‘NA PLASTICA”.  "PLACIDO? UNO CHE NON SA DOPPIARE NEMMENO SE STESSO”. NANNI MORETTI? L’INSUCCESSO GLI HA DATO ALLA TESTA”. MONTESANO NON LO SOPPORTO - MASTROIANNI? A CENA CON LA DENEUVE ESPLOSE: “NON TE PIACE NIENTE, PIJATELA NER CULO” - LE DONNE? SONO SEMPRE VOGLIOSO. NON PRENDO FARMACI. LA SANDRELLI? LA PIÙ SUBLIME"  - VIDEO
Giancarlo Dotto per Diva e Donna
Flavio Bucci è un uomo, al confine dei settant’anni, che se ne frega di quello che è stato ieri o che sarà domani e se ci sarà un domani. Gli basta poco. Dategli un pacchetto di sigarette e l’occasione di fare il suo mestiere.  Non ha altro da chiedere. E nemmeno questo chiede. Una bella faccia, anche un po’ sinistra, di uno che ne ha di vite e di storie da raccontare, a cominciare dalla sua. Attore dal talento smisurato, disperso e spesso voluttuosamente sprecato, senza un vero perché, in quarant’anni di cinema, teatro e televisione, da Elio Petri a Paolo Sorrentino, da “La piovra” a “I promessi sposi”.
Alla fine degli anni ’70 era un italiano celebre, un divo nazionalpopolare, nei panni e nella pelle di Ligabue, il pittore lunatico e naif, sceneggiato televisivo Rai da 20 milioni di spettatori a sera. Ha scelto di vivere distratto e smemorato a Passoscuro, contrazione di Passo Oscuro, tanto per darsi un nome adeguato al destino, paesino di pescatori a nord di Roma, fuori dai flussi turistici.
Agli “ergastoli domiciliari”, come dice lui . Da lì si sposta il meno possibile. Eccezione, il volo per Amsterdam, a trovare la compagna olandese e il figlio Ruben. Un fratello, Riccardo, che lo protegge con discrezione dagli ingiuriosi disagi del mondo reale.
Assolutamente ipnotico è il racconto di Flavio a tavola. Sarà per  quella sua voce da caverna, sarà la tavola, sarà il vino bianco che va giù facile, a litri. “Punto, punto e virgola, punto a capo” è la sua locuzione preferita, quando si stufa e deve liquidare un argomento. Si comincia dal Capoccione.
Chi è Capoccione?
“Elio Petri. Il mio indiscusso maestro. Detto così per intuibili motivi”.
Con Petri, la tua prima parte da protagonista, il Total di “La proprietà non è più un furto”.
“Avevo già girato due anni prima “La classe operaia va in paradiso”, un film culto dell’epoca”.
Gli attori di allora. Da brividi.  Gian Maria Volonté. Salvo Randone, Mariangela Melato, Mario Scaccia, Ugo Tognazzi.
“Gian Maria e Corrado Pani sono stati i primi che ho conosciuto a Trastevere, quando arrivo a Roma. Con Volonté parlavamo sempre di politica, con Corrado solo di sesso e di donne”.
Bell’uomo Corrado Pani, ex di Mina.
“Aveva perso la testa per lui. Era quel tipo di figlio di puttana fascinosissimo che piaceva alle donne. Il nostro James Dean, di una simpatia rara. Non so quante macchine ha sfasciato”.
Comunista convinto Gian Maria Volonté.
“Il padre era un gerarca fascista. Busso alla porta di casa sua. Mi vede, neanche mi fa entrare e mi porta a fare la tessera alla vicina sezione del partito”.
E tu l’hai fatta?
“Dovevo mangiare”.
Sei stato anche con Mario Monicelli ne “Il Marchese del Grillo”.
“Quando mi mandò il copione, gli dissi: “Maestro, io piemontese, molisano da parte di padre e pugliese da parte di madre, non posso fare il romano con Alberto Sordi. E lui: “Fa come cazzo te pare, basta che lo fai”.
Enrico Montesano ha riportato di questi tempi il Marchese del Grillo a teatro.
“Attore che non sopporto. Tu mi devi spiegare quale presunzione ti spinge a rifare un personaggio che ha fatto un grande come Sordi. Non è normale”.
Dimmi di Alberto Sordi.
“Impossibile averci a che fare. Un grande attore, ma un pianeta a parte. Indescrivibile”.
Perché impossibile?
“Non l’ho mai sopportato, ma era un grande. Come fai ad essere amico di Sordi? Avaro anche di sentimenti. Neanche Fellini gli era amico. Mi divertivo a provocarlo”.
Come?
“Lo aspettavo fuori del bar di Cinecittà. “Mi offri un caffè?” gli  chiedevo. E lui: “Ma perché me devi rovina’ la giornata?”. Mi mandava la sarta nella roulotte a rimediare tra gli avanzi dei cestini le ossa per i cani”.
Hai incrociato tutti i più grandi della tua e precedente generazione.
“La cosa più curiosa è che più grandi erano e meno se la tiravano. Penso a gente come Mastroianni e Tognazzi”.
Se ti dico che Tognazzi è stato un talento naturale assoluto?
“Dici bene. Amava la vita. Il cibo e le donne. Se l’è goduta”.
Vittima a fine corsa di depressione, come l’amico Gassman.
“Ugo organizzava ogni anno quelle feste a Torvaianica abbinate al tennis, piene di gente famosissima. L’ultima volta non lo vedo. Salgo su, lo trovo sdraiato su un lettino. “Che scendo a fare, non conosco nessuno”.
Diversissimi Gassman e Tognazzi.
“Storie diverse. Vittorio era il teatrante della prosa. Ugo veniva dalla rivista. A me interessa solo l’essere umano. E Ugo era il più grande. Punto, punto e virgola, punto a capo”.
Più vicino, come umano, Mastroianni a Tognazzi.
“Cena di Capodanno. Marcello  stava con Catherine Deneuve. Arriva ogni bendidio. E lei, schizzinosa: “Je ne pas…”. Al terzo o quarto “Je ne pas”, Marcello esplode: “Non te piace niente, pijatela ner culo”.
Grande Marcello.
“Se non c’era, bisognava inventarlo”.
Nino Manfredi, l’altro grande dell’epoca.
“Bravo. Dopo Sordi, c’è lui. Ma più antipatico di Sordi. Un borghese piccolo piccolo. Sordi era talmente surreale da diventare simpatico”.
Hai lavorato con Pasquale Festa Campanile.
“Un geniaccio, completamente fuori di testa. Cominciava a bere gli amari alle quattro di mattina. Faceva il cinema perché gli permetteva di scrivere romanzi. Scriveva di notte. Non dormiva mai. Tranne che sul set”.
Sul set con Toni Servillo ne “Il divo”. Ti piace? .
“No. Lo trovo molto freddo come attore. Nel nostro mestiere tu devi arrivare col cuore allo spettatore dell’ultima fila. Che me ne frega della tecnica”.
Vi confondono ancora tu e Castellitto?
“E’ la mia controfigura. Poveraccio, se deve fa’ ‘na plastica”.
Hai doppiato John Travolta in “Grease” e tanti altri film.
“C’incontriamo in un ristorante a Roma, Lucherini fa a Travolta: “Lui è la tua voce italiana”. E io: “E lui la mia faccia americana”.
Hai doppiato Gerard Depardieu.
“Quasi tutti, tranne uno, che l’ha doppiato Michele Placido. Uno che non sa doppiare nemmeno se stesso”.
Hai prodotto Nanni Moretti in “Ecce bombo”.
“Dio mi perdoni. Un altro borghese piccolo piccolo. L’insuccesso gli ha dato alla testa”.
Hai mai mandato qualche regista a quel paese?
“Alberto Lattuada. Mi aveva chiamato per “Cuore di cane”. “Ti ho fatto preparare un costumino…”. Manco fossi una ballerina del Bolshoi. M’è venuto uno sbocco di sangue. Mai più voluto vederlo, neanche in foto”.
Con “Ligabue” hai conosciuto la nazionalpopolarità, quella vera.  
“Per carattere, non me n’è mai fregato nulla. La gratificazione, se viene, la vivo come un diritto. Fa parte della paga. Non mi monto la testa per queste cose”.
Premi e osanna per la tua interpretazione.
“Ho studiato due documentari su Ligabue e mi sono fidato del mio istinto. Questo è quanto. Me ne sbatto di scuole e maestri. L’unico genio che ho conosciuto nella finzione del gioco si chiama Cesare Zavattini”.
Uomo e attore di una generazione che non ha avuto paura degli eccessi.
“Ho avuto il mio periodo. Alcol e cocaina insieme. Tiravo cinque grammi al giorno e ci mettevo sopra una bottiglia di vodka. Ne ho fatte di tutte. Fumo da sempre. Prima o poi la faccenda si conclude”.
Niente approdo senile al salutismo o alla fede?
“No. Resto un materialista inguaribile. Tutto è opinabile. Si muore a diciotto anni, si nasce morti. Mi rompe i coglioni morire, ma non mi lamento, ho avuto tutto dalla vita”.
Sei stato sposato con la principessa Micaela Pignatelli, anche lei una storia d’attrice.
“Quando arrivava la pasta a tavola e facevo la scarpetta col sugo, la suocera inorridiva: Ma come, due carboidrati? Non poteva funzionare”.
La compagna olandese?
“Tutta un’altra storia. Viviamo separati, ma ne sono ancora innamorato dopo vent’anni”.
I figli?
“Ne ho tre. I primi due non li vedo da una vita. M’incuriosisce che, dei tre, nessuno abbia seguito le orme del padre. Non me ne frega niente, ma lo trovo singolare”.
Ti assolvi come padre?
“Non mi sento un padre che si è comportato bene. Ho tante colpe. Sono stato egoista. Ma sono stato in giro per cinquant’anni. Ancora adesso, che mi sono fermato, ogni tanto mi chiedo dove sto”.
Le ricordi tutte le donne che hai avuto?
“Alcune le ho dimenticate. Anche volutamente”.
Bucci e le donne oggi.  
“Ancora mi piacciono molto. Sono sempre voglioso. Non prendo farmaci. Se ce la faccio da solo, bene. Mi piace proprio la presenza femminile. E’ l’altra parte di noi. Una cena di solo uomini mi rompe”.
Indimenticabile?
“La storia con Stefania Sandrelli. Una donna magica. La più sublime che abbia mai incontrata. Sessualmente e come essere umano”.
La tessera del partito comunista l’hai stracciata?
“Mai stracciata. Non so più dove sia.  La tessera, ma anche il partito…”.
Cosa ti fa stare bene oggi?
“Una sola cosa, il lavoro. Cinema, teatro, qualunque cosa. Del resto non me ne frega niente. Punto, punto e virgola, punto a capo”.
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tmnotizie · 5 years
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MACERATA – Con l’inaugurazione dell’esposizione dei lavori delle scuole che hanno aderito al progetto “La mia scuola per l’Europa”, lo show cooking “Ciauscolo chiama Europa” con lo chef Andrea Ciccioli e il Ludobus Logicup, ovvero giochi in legno per tutti, in piazza Vittorio Veneto, ha preso il via ieri la XIII edizione della Festa dell’Europa – For earth organizzata dal Comune di Macerata con la collaborazione della Pro Loco Macerata, main sponsor Contram, Palazzo Gentili e Pino Nero. Sponsor Wall Street Institute, Antinori Assifin – marchio Zurich, New Packing, CM Viaggi, Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno – Fermo.
Su invito del Comune di Macerata ad aderire a un percorso didattico che prevedeva la possibilità per le scuole di inserire all’interno della programmazione della Festa dell’Europa 2019 i progetti, avviati autonomamente dagli istituti, sui temi e sugli argomenti inerenti all’Europa, hanno detto sì 6 scuole  – secondarie di primo grado “Enrico Fermi” e Convitto nazionale Giacomo Leopardi”, la primaria Convitto nazionale “Giacomo Leopardi”, le scuole dell’infanzia “Gianni Rodari”, “Goffredo Mameli” e “Helvia Recina –  per un totale di 13 classi e quasi 300 alunni.
Gli incontri didattici, finalizzati a favorire tra gli studenti la conoscenza dell’Europa, dell’Unione Europea, della cittadinanza europea e delle politiche e opportunità per i giovani, si sono svolti a partire dallo scorso mese di marzo per sfociare in questi giorni della Festa dell’Europa, nell’esposizione agli Antichi forni dove si possono ammirare lavori, giochi, video, materiale fotografico sulle bandiere nonché su cibo e usanze dei vari Paesi dell’Unione europea.
La mostra “La mia scuola per l’Europa”  è visitabile tutti i giorni fino all’11 maggio dalle 18 alle 23.  Il programma della Festa dell’Europa prosegue domani, venerdì 10 maggio, alle 18, ai Magazzini UTO dove l’emergenza climatica in Europa sarà al centro dell’ incontro informativo Che aria tira, a cura di Fridays for Future Macerata.
In questa occasione sarà presentato il progetto pilota eco-aperitivo sostenibile da mettere in campo per la prossima edizione della festa, un ulteriore tassello dell’impegno per un futuro ambientale sostenibile e nell’azione del cambiamento culturale da una logica usa e getta a quella del riuso. Alle 21.30 ai Giardini Diaz passeggiata per tutti nel territorio comunale con “Salute in Cammino – Macerata”.
Sabato 11 maggio, ultimo giorno della festa dell’Europa, alle 22 in piazza Mazzini, in programma il concerto di Riciclato Circo Musicale. In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà asl Teatro Don Bosco. Al via da ieri anche gli aperitivi europei a cui hanno aderito su base volontaria ben 68 esercizi commerciali di cui 37 adottano il Protocollo verde varato dal Comune di Macerata con l’obiettivo di ridurre il consumo della  plastica.
Oltre all’impegno nell’allestimento di piccole isole per il corretto smaltimento differenziato dei rifiuti, i 37 locali, debitamente segnalati nella mappa della Festa, si sono impegnati a eliminare la plastica monouso usando stoviglie biodegradabili e compostabili, servire acqua del rubinetto, eliminare gli sprechi alimentari evitando, inoltre, che gli “avanzi” finiscano nei rifiuti. A questo  proposito saranno riforniti di vaschette in mater-bi con coperchio.
Si tratta del primo esempio di progetto condiviso fra Amministrazione e pubblici esercizi di Macerata per promuovere la riduzione dell’impatto ambientale di eventi come la Festa dell’Europa che hanno il pregio di raccogliere migliaia di persone nella nostra città con risultati positivi economici, sociali e di immagine ma che determinano anche la produzione di una ingente quantità di rifiuti di vario tipo, in particolare plastica ed organico, a volte anche non correttamente separati.
Per quanto riguarda i servizi si ricorda che tutti i locali aderenti all’iniziativa sono dotati di bagni, quelli chimici sono posizionati  in fondo a corso della Repubblica, in vicolo Torri nei pressi dell’ex Oviesse, in piazza Oberdan vicino alle Poste mentre quelli pubblici di viale Trieste, piaggia dell’Università e via Berardi  sono aperti h 24.
Sul fronte smaltimento dei rifiuti le postazioni per la raccolta differenziata destinate agli utenti sono installate in piazza della Libertà, piazza Mazzini, piazza Vittorio Veneto, piazza Oberdan, via Garibaldi e piazza Annessione.
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goodbearblind · 3 years
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"Ho finalmente trovato il coraggio, dopo cinque anni, di aprire il bagaglio di Vittorio, che mani amorevoli avevano preparato perché tornasse con lui, nella sua casa. E ogni cosa che tocco, mi tocca l'anima. Indumenti, pennarelli che scrivono ancora, pipe e avanzi di toscano nelle tasche. Il cappellino con il Che. Agende fitte di appunti, cartelle piene di parole che leggerò con riverenza e tremore. Ricordi di persone che io non ho mai conosciuto e che lui ha conservato perché gli erano care. Poi, nello zainotto verde, ancora integro, quello che lo ha accompagnato in tutti i suoi Viaggi, trovo una pettorina bianca e arancione. So cosè. E' quella che indossava nei campi della buffer zone, quando, con i suoi compagni, si faceva scudo umano ai contadini. E' più che un ricordo, é un pezzo della sua vita. La guardo e la tocco, la accarezzo. Provo a indossarla. E' lì che un po' sorrido e un po' piango. So che è come se Vittorio mi chiedesse di non dimenticare quei giorni, di continuare a raccontare, di non lasciare che l'indifferenza abbia la meglio nei nostri cuori, di continuare a indignarci, perché noi, che nel suo nome vogliamo Restare Umani, non abbiamo a dimenticarci della sofferenza di Gaza e di tutta la Palestina. E della Palestina che è anche "fuori dell'uscio di casa"." -Egidia Beretta, mamma di Vittorio- #pernondimenticare #FreePalestine #vittorioarrigoni https://www.instagram.com/p/CJabZC4AR8Y/?igshid=rcmte0cccy8i
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dachitivuolebene · 6 years
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StudioAperto Natale 2017
Papa Francesco dice qualcosa,Michael bublè in sottofondo, i regali dei bambini,un bambino ha ricevuto il pallone da calcio della Juventus di Champions League,Babbo Natale era in Finlandia ma anche in spiaggia in Australia, immagini impressionanti, bus travolge stazione di metropolitana,immagini impressionanti ripete la conduttrice,
proiettile vacante colpisce alla testa un 14 enne nel casertano,
Giovane 17enne aggredito col coltello da baby gang a Napoli
Uomo di 70 anni uccide la sorella
Figlio 35 uccide padre 70
Ritrovato un corpo martoriato ed in avanzato stato di decomposizione,probabilmente è quello dell’Ucraina scomparsa ,è un intrigo,il suo ex fidanzato si è ucciso, ma lei aveva altre 2 liason con altri uomini
Pensionato dice di essere stato aggredito con L’acido, ma in realtà era ubriaco e si è scottato con l’acqua bollente.
I genitori della piccola Maddie lanciano un appello su Facebook, hanno messo ,come ogni Natale , dei pacchetti da scartare nella sua cameretta.
Il papa benedice,applausi
Un’attivista di Femen in topless cerca di strappare Gesù bambino dalla mangiatoia nel presepe in Vaticano, fermata dai vigilantes
La prima uscita della nuova fidanzata del Principe Harry tutta vestita di marrone dal cappello al cappotto alle scarpe, la Regina Elisabetta loda il marito Filippo per il suo senso dell’umorismo
Domani piove,mercoledì di più, ai mille metri nevica
Bufera di neve nel Maine, preoccupazione per Jessica Fletcher
Nonna Peppina ha la tosse, dorme da una delle sue figlie,lontana dalla casa ,simile alla grotta di Betlemme dove viveva, lei dice che nella vita bisogna aspettarsi di tutto, il bello ed il brutto
Barriere in cemento ,militare con i fucili imbracciati in piazza Duomo a Milano,
Interviste agli italiani che non hanno niente da dire,in val Badia, ci sono i lama ed i turisti, tutti pazzi per le Dolomiti, giapponesi, sudamericani,gente da tutti il mondo,intervista Al domatore dei Lama.
A Mondello classico tuffo in mare,costume e cappellino di Babbo Natale, cantano in tono scherzoso “Solo la nebbia” inSicilia è sempre estate,ma torneranno e glielo faremo notare.
Cosa fare con gli avanzi dei pranzi di Natale
Uno dice che il baccalà è più buono il giorno dopo, uno dice di darlo ai Poveri,una dice che li butta
Gli auguri dei Vip sui social
I Rodríguez,le Iene, la hutzinker canta con la figlia, Fedez scia,nex dice qualcosa
Vittorio Cecchi Gori ricoverato d’urgenza.
Vittorio non mollare
Studio Aperto finisce qui
Buon Natale a tutti
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giuliocavalli · 7 years
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La mamma di Cocò e i suoi incubi
La mamma di Cocò e i suoi incubi Un articolo magistrale di Giovanni Pastore per la Gazzetta del Sud: Cocò aveva due grandi occhioni neri e vispi. Una sera di pioggia di gennaio del 2014, quel cucciolo di uomo era in auto con suo nonno Peppe Iannicelli, sorvegliato speciale, e la bella amica marocchina di nonno Peppe, la “Zia Betty”. Quei tre, senza saperlo, quella sera andarono incontro alla morte, in contrada “Fiego”, un pezzo di campagna nella Sibaritide che non è solo cassanese e nemmeno castrovillarese. I killer avevano l’ordine di sbarazzarsi di Iannicelli ma fecero una strage. Morì ammazzato Peppe e con lui morirono ammazzati anche Cocò e Betty. Uccisi a pistolettate e poi arsi nella loro auto. Sgarro o vendetta, il massacro ha piegato un intero casato. A distanza di tre anni, gli avanzi di quella famiglia numerosa, che vive prigioniera di un incubo, sono sparsi tra il carcere di Castrovillari e una casa religiosa in una località protetta. È una stirpe ferita, ridotta a impasto di lacrime e dolore. E di miseria. Lo hanno ripetuto ieri mattina, davanti ai giudici della Corte d’assise di Cosenza (presidente: Giovanni Garofalo; a latere: Francesca De Vuono), la mamma di Cocò, Antonia Maria Iannicelli, la nonna (nonchè vedova di Peppe, Maria Rosaria Lucera) e la zia del bimbo, Simona. Tutte e tre in carcere, per scontare una condanna definitiva per droga. Droga, tanta droga. Anche la storia della mattanza di contrada Fiego è fermentata in mezzo alla gestione dello spaccio. Anzi, secondo il pm della Dda Saverio Vertuccio, il controllo degli stupefacenti rappresenterebbe la miccia a combustione lenta della carneficina. Il pianto di una mamma infelice, piegata dal dolore, continua a riversarsi sulla Piana cosentina, un pezzo di Calabria che ormai non fa più storia nemmeno in Calabria e che resta impregnato di mafia, nonostante la voglia di ribellarsi ai boss, di spezzare le catene della paura. Antonia Maria, incalzata dai patroni di parte civile, gli avvocati Angela e Liborio Bellusci, ha rivissuto le scansioni temporali di questi ultimi tre anni. «Anni d’inferno. La mia vita è distrutta, non parlo più con nessuno e non mi resta più niente. Dopo aver perso Cocò è come se fosse accaduta la stessa cosa con le altre mie figlie piccole. Non vedo entrambe da due anni, vivono in una struttura religiosa che si trova in una località protetta. Neanche mio marito sa dove siano. Dopo la sua scarcerazione lui è riuscito a incontrarle in un sito indicato dall’autorità giudiziaria. E per mantenermi, lavoro in carcere, insieme a mia madre e mia sorella. Purtroppo, non abbiamo altre possibilità». I legali hanno poi spostato l’attenzione sull’arma personale di Peppe. «Girava sempre armato, aveva una “Beretta” calibro 7,65 nascosta sotto il sedile della sua auto». La rivoltella, però, secondo gli avvocati dell’accusa privata non sarebbe stata rinvenuta. Altro aspetto affiorato dall’esame delle testimoni è quello legato alla rottura del fidanzamento tra uno Iannicelli e una figlia Donato (Parente di Cosimo, uno dei due imputati) che si sarebbe verificato, per volontà della giovane donna subito dopo la strage di contrada “Fiego” e ciò, secondo la tesi dei familiari, perchè i Donato avrebbero temuto ritorsioni. Ma, in questo caso, naturalmente, si tratta solo di ipotesi. A giudizio, davanti alla Corte d’Assise di Cosenza ci sono due imputati. Si tratta di Cosimo Donato, detto “Topo”, e di Faustino Campilongo inteso come “Panzetta”. I due, difesi dagli avvocati Vittorio Franco, Ettore Zagarese e Mauro Cordasco, si sono sempre protestati innocenti. Sono stati incastrati dall’inchiesta del procuratore aggiunto della Dda, Vincenzo Luberto, che ha coordinato le investigazioni dell’Arma.
Un articolo magistrale di Giovanni Pastore per la Gazzetta del Sud: Cocò aveva due grandi occhioni neri e vispi. Una sera di pioggia di gennaio del 2014, quel cucciolo di uomo era in auto con suo nonno Peppe Iannicelli, sorvegliato speciale, e la bella amica marocchina di nonno Peppe, la “Zia Betty”. Quei tre, senza saperlo, quella sera andarono incontro alla morte, in contrada “Fiego”, un pezzo…
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jucks72 · 7 years
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Barak Obama: Mangiare meglio? Yes we can
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Barak Obama: Mangiare meglio? Yes we can
Magro, atletico, sorridente, positivo, autorevole: difficile trovare un testimonial più adatto di Barak Obama per «l’importanza del mangiar sano». Osservandolo durante il suo speech al Global Food Innovation Summit organizzato da Seeds&Chips durante la «Food week» milanese, viene subito da pensare che se rientra nelle proprie ambizioni diventare uno dei personaggi più influenti del mondo ed essere bramati – pur essendo un politico – come un sex symbol hollywoodiano da migliaia di fan di ogni età (anche insospettabili signore si scioglievano in lacrime alla sua vista), allora val davvero la pena di ascoltare i consigli del 44º presidente degli Stati Uniti d’America. E soprattutto, a sentir lui, quelli dell’energica moglie Michelle, che insieme a  Sam Kass (intervistatore di Obama al Summit), chef e consigliere per le politiche alimentari negli anni della Casa Bianca, è stata la prima sostenitrice della campagna Let’s Move contro l’obesità.
È una vera star, Obama, non certo il casalingo di Chicago  -come lui si descrive scherzosamente – che litiga con la moglie per ottenere più spazio nell’armadio e che ha smesso di fumare a «suon di bastonate» in testa, sempre da parte della consorte. Ma sul resto è assai credibile: è fondamentale seguire una dieta sana, a base di cibi freschi, non necessariamente vegetariana («rispetto i vegetariani ma io non lo sono. Ti ricordi Sam le centinaia di bistecche che mi hai cucinato?»). A volte, poi, concede di potersi gratificare con piatti non dietetici ma davvero meritevoli, come quelli dei tristellati fratelli Cerea, del ristorante Da Vittorio, che hanno preparato la cena organizzata in suo onore a palazzo Clerici, e di brindare con le irresistibili bollicine italiane, come, nel suo caso, con Ferrari Trentodoc.
Barack Obama durante la cena di gala a Palazzo Clerici con John Elkann, Matteo Renzi e Francesco Cerea.
  Tra gli argomenti trattati durante lo speech più atteso dell’anno, oltre al futuro dei giovani, la guerra al terrorismo e il clima, Obama ha parlato a lungo di sicurezza e spreco alimentare, sostenibilità del cibo e salute, in particolare dell’obesità causata da una dieta scorretta. Un problema di cui si parla sempre più spesso, considerato che  secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sono 1,9 miliardi di persone in sovrappeso, di cui 600 milioni obesi: di questi, 6 milioni solo in Italia.
Ma anche lo spreco alimentare è un grosso problema: in America, il 40% dei prodotti acquistati finisce nella spazzatura; in Italia, ogni anno vengono buttati via più 12,3 miliardi di euro di cibo, circa 40 kg a persona di avanzi non riutilizzati o di alimenti scaduti o andati male.
Per sensibilizzare le nuove generazioni, visto che la cultura del cibo va insegna anche tra i banchi di scuola, all’interno di Agrogeneration, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno organizzato il primo hackathon della scuola italiana con idee e progetti contro lo spreco alimentare. I vincitori dell’hackathon saranno protagonisti al G7 dell’agricoltura di Bergamo a ottobre, per confrontarsi sui nuovi modelli di produzione agricola e sul consumo alimentare con altri ragazzi provenienti da tutto il mondo.
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Per poca conoscenza delle materie prime e per la mancanza di tempo per fare un’accurata spesa giornaliera, troppo cibo finisce nel bidone dei rifiuti. Ci sono molti avanzi del pranzo o della cena, parti di verdure, bucce e foglie considerate scarti che potrebbero invece essere utilizzati per preparare piatti molto gustosi e originali. Flan di bucce di fave, mondeghili o gli gnocchi di pane, panzerotti con il verde delle carote, pesto di foglie di ravanelli sono, per esempio, alcune delle ricette tratte dal libro A tavola senza sprechi ( Slow Food): utilissimi suggerimenti di chef che propongono varie soluzioni per usare tutto quello che abbiamo in dispensa, sempre con uno sguardo alla qualità e alla bilancia (nella gallery fotografica alcune delle 12o ricette del libro).
    Foto in alto di Getty Images
L’articolo Barak Obama: Mangiare meglio? Yes we can proviene da VanityFair.it.
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random-brushstrokes · 9 months
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Vittorio Avanzi - Paisaje (ca. 1898)
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goodbearblind · 4 years
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"Ho finalmente trovato il coraggio, dopo cinque anni, di aprire il bagaglio di Vittorio, che mani amorevoli avevano preparato perché tornasse con lui, nella sua casa. E ogni cosa che tocco, mi tocca l'anima. Indumenti, pennarelli che scrivono ancora, pipe e avanzi di toscano nelle tasche. Il cappellino con il Che. Agende fitte di appunti, cartelle piene di parole che leggerò con riverenza e tremore. Ricordi di persone che io non ho mai conosciuto e che lui ha conservato perché gli erano care. Poi, nello zainotto verde, ancora integro, quello che lo ha accompagnato in tutti i suoi Viaggi, trovo una pettorina bianca e arancione. So cosè. E' quella che indossava nei campi della buffer zone, quando, con i suoi compagni, si faceva scudo umano ai contadini. E' più che un ricordo, é un pezzo della sua vita. La guardo e la tocco, la accarezzo. Provo a indossarla. E' lì che un po' sorrido e un po' piango. So che è come se Vittorio mi chiedesse di non dimenticare quei giorni, di continuare a raccontare, di non lasciare che l'indifferenza abbia la meglio nei nostri cuori, di continuare a indignarci, perché noi, che nel suo nome vogliamo Restare Umani, non abbiamo a dimenticarci della sofferenza di Gaza e di tutta la Palestina. E della Palestina che è anche "fuori dell'uscio di casa"." -Egidia Beretta, mamma di Vittorio- #pernondimenticare #FreePalestine https://www.instagram.com/p/B6r6QemCDVJ/?igshid=1bct0q61ew8v2
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