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#Operazione antiterrorismo
sinapsimagazine · 2 years
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Operazione antiterrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista della DIGOS
La Polizia di Stato di Napoli, su delega del Procuratore della Repubblica partenopea f.f., sta eseguendo  un’operazione antiterrorismo, condotta dalla DIGOS, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione  e dal Servizio Polizia Postale e Comunicazioni, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 soggetti gravemente indiziati di appartenere ad una…
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ninocom5786 · 11 months
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Israele bombarda Jenin, Palestina: è operazione antiterrorismo.
La Russia attacca le forze ucraine: è terrorismo, difendiamo l'Ucraina, la Russia è un paese terrorista, diamogli le sanzioni.
🤡
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arcobalengo · 1 year
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La democrazia. Parola meravigliosa. Un concetto che si basa su alcuni pilastri, senza i quali (o anche senza uno solo di essi) non esisterebbe. Come un tavolino. Se manca anche una sola gamba, quel che c’è sopra crolla. E i pilastri sono quelli definiti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Dopo l’11 settembre non è più stato così. La Casa Bianca (allora era Presidente George Bush) decise che da quel momento in poi il governo degli Stati Uniti d’America aveva diritto di rapire, torturare, financo uccidere qualsiasi cittadino di qualsiasi nazione del pianeta, senza dover rendere conto a nessuno, senza dover subire nessuna implicazione penale per i crimini commessi, senza dover sottostare ad alcuna implicazione morale. La guerra senza fine al terrorismo era stata lanciata. La Bosnia aveva fatto il suo dovere. L’Italia aveva fatto il suo dovere. La mafia aveva fatto il suo dovere. La destra eversiva aveva fatto il suo dovere. Washington raccoglieva i frutti del successo del suo piano pensato oltre due decenni addietro. Giuliano Tavaroli era un ex brigadiere in servizio presso la sezione Anticrimine dei Carabinieri di Milano, poi passato alla sicurezza di Pirelli e, successivamente, del Gruppo Telecom Italia. Tavaroli (il cui nome di battaglia era “Tavola”) era un mago delle intercettazioni. Negli anni Ottanta aveva lavorato per il reparto antiterrorismo del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ricevendo un gran numero di encomi. Passato al settore privato, aveva mantenuto rapporti con agenti dell’Intelligence, come il numero due del Sismi Marco Mancini, l’ex 007 del Sisde Marco Bernardini e perfino con un agente di collegamento della Cia. Tavaroli si appoggiava anche a un investigatore privato (Emanuele Cipriani), i cui uffici erano in un appartamento della nuora del gran maestro della P2 Licio Gelli. Questi aveva costruito un proprio archivio («l’archivio Z»). Un sistema di archiviazione elettronico che si basava su tre hard disk esterni, che per precauzione venivano custoditi nella sala consolare della Guinea e richiusi in cassaforte ogni fine settimana. Eh sì, perché Cipriani era anche console onorario della Guinea. Soprattutto, il “Tavola” aveva creato il “Tiger Team”, il gruppo di hacker che aveva il compito di spiare. Chi? Cittadini incensurati, associazioni private, aziende e, se la Cia lo chiedeva, anche presunti terroristi. O quanto meno persone definite «terroriste » dalla Central Intelligence Agency. Un gruppo totalmente illegale, che agiva in maniera illegale grazie alla copertura dei servizi italiani e di quelli statunitensi. Tavaroli e Mancini si erano conosciuti nella sezione speciale anticrimine fondata dal generale dalla Chiesa. Da allora erano sempre rimasti in contatto. Fu per questo che, quando il capo del controspionaggio del Sismi (Mancini) ebbe bisogno di favorire una delicatissima operazione richiesta dal capo stazione della Cia a Milano Robert Seldon Lady e dal responsabile dell’Agenzia in Italia Jeff Castelli, pensò subito al “Tavola”. «C’era un problema. L’imam di viale Jenner era sul punto di cedere e di raccontare tutto ai magistrati milanesi. L’intera operazione progettata per oltre due decenni e attuata sul campo da undici anni stava per saltare. Inoltre, cosa ben più grave, Abu Omar avrebbe rivelato al mondo il coinvolgimento degli Stati Uniti nel terrorismo internazionale, il coinvolgimento dell’Italia nel terrorismo internazionale, l’importanza della Bosnia per il terrorismo internazionale, la natura stessa del terrorismo internazionale. Abu Omar doveva sparire e andava fatto ragionare», ha spiegato l’ex funzionario della Nsa, Wayne Madsen.
Franco Fracassi - The Italy Project
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lamilanomagazine · 1 month
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Perugia. Operazione antidroga: associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Eseguite misure cautelari nei confronti di 24 persone
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Perugia. Operazione antidroga: associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Eseguite misure cautelari nei confronti di 24 persone. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Perugia hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Perugia su richiesta di questo Ufficio, nei confronti di 24 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di ingenti quantità di stupefacenti, in particolare eroina. L'esecuzione del provvedimento cautelare è stata eseguita - alle prime luci dell'alba - oltre che nella provincia di Perugia anche in quelle di Caserta, Latina, Arezzo, Lucca, Pisa e Varese, con il supporto di militari dei locali Comandi Provinciali, della componente aerea del 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti e delle Aliquote Antiterrorismo di Primo Intervento di Perugia. Le indagini, avviate nei primi mesi dello scorso anno, costituiscono l'ulteriore evoluzione di quelle concluse dal Nucleo Investigativo perugino nei mesi di giugno e agosto del 2022 nel cui ambito erano stati complessivamente raggiunti, tra provvedimenti cautelari e arresti in flagranza, 45 soggetti, sequestrati 24 kg di eroina e 150.000 € in contanti. Nel prosieguo del filone investigativo gli investigatori, dopo l'arresto di tre cittadini nigeriani eseguiti tra febbraio e marzo 2023 a Terontola (AR) e Sinalunga (SI), trovati in possesso di oltre 1,5 kg di eroina, sono riusciti ricostruire una rete di connazionali, stanziali a Perugia e cittadini italiani, in grado d'importare sul capoluogo umbro notevoli quantità di stupefacente dall'estero. Le indagini sono state condotte mediante attività tecniche - nelle intercettazioni gli indagati usavano un linguaggio segreto e caratterizzato da regole ben definite e rigide e attraverso le tradizionali attività di indagine quali osservazioni e pedinamenti. Il gruppo, unitario e piramidale, era solito utilizzare come base logistica un'abitazione presa in affitto nel centro di Perugia presso la quale sarebbero stati "stoccati" e "rivenduti", in pochi mesi, centinaia di chili di droga. Una volta ricevuto il carico di stupefacenti, presso l'immobile iniziava un vero e proprio "viavai" di altri connazionali i quali, a loro volta e con compiti ben definiti, acquistavano considerevoli quantità di sostanza che poi veniva venduta al dettaglio attraverso di decine di pusher; proprio l'impiego di questi ultimi, utilizzati anche come vettori, consentiva quotidianamente di alimentare le "piazze di spaccio" non solo dell'Umbria ma anche quelle della Toscana, delle Marche e della Campania. I corrieri, al fine di eludere eventuali investigazioni, nel tempo avevano adottato le più disparate tecniche di occultamento; i diversi fermi operati consentivano di rinvenire stupefacente in fusti di detersivo, all'interno di confezioni sigillate di succhi di frutta, all'interno di pneumatici, tra la spesa di generi alimentari e poche volte occultati sulla persona. In più circostanze è stato accertato anche il ricorso alla pericolosissima tecnica dell'impiego dei "corrieri ovulatori": in un caso, addirittura, è stato monitorato un soggetto (poi arrestato) che aveva ingoiato 42 involucri di eroina, trasportando così quasi mezzo chilogrammo di sostanza. Data la rilevanza dei quantitativi trattati e del conseguente ingente valore delle singole partite, l'associazione disponeva anche di un "chimico" deputato a testare le qualità dello stupefacente attraverso appositi reagenti e attrezzatura da laboratorio, prima di dare l'assenso alla conclusione dell'affare. Gli sviluppi investigativi consentivano di appurare che il principale canale di rifornimento dello stupefacente per l'associazione era il nord Europa. Nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi recuperi di stupefacenti spesso operati, per ragioni di opportunità, da altre Forze di Polizia: - il 19 marzo 2023, al valico di Bardonecchia, un uomo di origine campana veniva sottoposto a perquisizione e trovato in possesso di 36 kg di stupefacente - di cui 31 kg di eroina e 5 kg di cocaina - suddiviso in centinaia di ovuli, celati all'interno di una ruota di scorta; - la settimana successiva, un altro maxi sequestro di droga veniva effettuato in Umbria, lungo il raccordo Bettolle - Perugia; in quel caso venivano controllati 2 cittadini portoghesi che, ad altissima velocità, viaggiavano su un'autovettura che trasportava, sempre celati all'interno di uno pneumatico di scorta, 13 kg di eroina e alcune centinaia di grammi di cocaina; - qualche giorno dopo nel capoluogo umbro venivano tratti in arresto nella flagranza del reato di detenzione e spaccio di stupefacenti ulteriori 4 cittadini nigeriani e sequestrati più di 1 kg di eroina. Dall'elaborazione delle informazioni raccolte sono stati testimoniati collegamenti tra l'associazione criminale di matrice nigeriana ed esponenti della criminalità organizzata campana con particolare riferimento ad un soggetto di vertice del "clan dei casalesi", con specifiche attribuzioni di compiti e funzioni per lo smercio del pericoloso oppiaceo, anch'esso destinatario di misura cautelare in carcere. A quest'ultimo il provvedimento cautelare è stato notificato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere (CE), ove lo stesso si trova ristretto per il reato di estorsione. L'uomo, esponente apicale del clan, era da poco tornato in libertà dopo aver scontato una pena detentiva di oltre 20 anni a seguito di condanne per reati associativi e gravi fatti di sangue. Il GIP di Perugia, considerata la gravità indiziaria in ordine anche al reato associativo finalizzato al traffico di sostanze di stupefacenti, ricorrendo la sussistenza delle esigenze cautelari - tra le quali il pericolo di reiterazione dei reati e il pericolo di fuga degli indagati - valutata la pericolosità sociale ha emesso per 10 indagati la misura della custodia in carcere, per 3 la misura degli arresti domiciliari presso l'abitazione di residenza e per altri 11 la misura dell'obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria territorialmente competente. Nel corso delle indagini, oltre ai sequestri operati, è stato tracciato e contestato agli indagati un traffico di circa 250 kg di sostanza stupefacente, immessa sul territorio nazionale, per un valore di mercato al dettaglio stimato in 15 milioni di euro. Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito di rinvenire e sequestrare in una delle abitazioni nella disponibilità degli indagati complessivamente 624 gr di cocaina, 4,7 kg di marijuana e oltre 20.00,00 € in contanti, somma ritenuta verosimilmente provento dell'attività illecita. Per tali fatti sono stati arrestati in flagranza di reato 5 soggetti di origine nigeriana che sono stati deferiti alla Procura della Repubblica competente per territorio. Inoltre sono stati sequestrati diversi supporti informatici che saranno oggetto di successivi accertamenti. Dei 24 soggetti destinatari della misura cautelare 4 sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale per i quali sono state attivate ricerche anche in ambito internazionale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Operazione antiterrorismo a Brescia, 2 arresti per diffusione di contenuti jihadisti
Diffusione di contenuti jihadisti con finalità di proselitismo, riconducibili alle organizzazioni terroristiche Jihad Islamica Palestinese, Stato Islamico e Al-Qaeda: con queste accuse sono stati arrestati nella notte, a Brescia, un cittadino pakistano e un naturalizzato italiano, sempre di origine pakistana. I due sono stati fermati nell’ambito di un’operazione antiterrorismo condotta dalla…
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rosaleona · 1 year
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Turchia, malore in diretta tv per Erdogan: cancellati appuntamenti elettorali. 110 arresti per “operazione antiterrorismo”
Turchia, malore in diretta tv per Erdogan: cancellati appuntamenti elettorali. 110 arresti per “operazione antiterrorismo” https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/04/26/turchia-malore-in-diretta-tv-per-erdogan-cancellati-appuntamenti-elettorali-110-arresti-per-operazione-antiterrorismo/7142155/
Le maledizioni scagliategli dai parenti delle migliaia di vittime che ha sulla coscienza cominciano a centrare il bersaglio.
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telodogratis · 2 years
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Blitz antiterrorismo della Polizia di Stato, arresti e perquisizioni
Blitz antiterrorismo della Polizia di Stato, arresti e perquisizioni
<img src="” title=”Blitz antiterrorismo della Polizia di Stato, arresti e perquisizioni” />Read MoreIn tutta Italia, operazione coordinata dalla Procura di NapoliIn tutta Italia, operazione coordinata dalla Procura di NapoliRSS di – ANSA.it
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sauolasa · 2 years
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Ucraina, la controffensiva di Kiev e le mosse di Mosca per l'annessione di Donetsk e Luhansk
Secondo l’Istituto sugli studi della guerra le forze russe potrebbero tentare di riformulare la loro invasione. L'occupazione del territorio ucraino potrebbe diventare una "operazione antiterrorismo”
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Afghanistan, operazione Usa contro al Qaeda: «Ucciso il leader al Zawahiri»
Era a capo dell’organizzazione terroristica dal 2011. Nelle prossime ore Biden parlerà alla nazione Il leader di al Qaeda, Ayman al Zawahiri, è stato ucciso in una operazione Usa in Afghanistan. A riportarlo è Bloomberg, dopo che una fonte della Casa Bianca aveva dichiarato: «Durante il fine settimana gli Stati Uniti hanno condotto un’operazione antiterrorismo contro un significativo target di…
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paoloxl · 4 years
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La mattina del 28 novembre le agenzie senza enfasi o approfondimenti battono la notizia di una operazione di polizia contro vari estremisti di destra, detta “Ombre Nere“. Poi nel corso della giornata emergono alcuni altri particolari: il blitz aveva avuto luogo da impulso della Digos di Enna e del Servizio per il Contrasto dell’estremismo e del terrorismo del Viminale, d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Ci sono state svariate perquisizioni con 19 indagati. Comunque l’operazione non ha interessato solo Enna ma anche Siracusa, Milano, Monza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro.
I principali quotidiani online, pur non fornendo grandi spazi alla notizia, informano che l’attività di indagine era cominciata un paio di anni fa e sussurrano la figura di un cosiddetto legionario, di origine calabrese, operante in Liguria: ma niente di più.
I giornali cartacei del 29 novembre danno vari particolari, soffermandosi su aspetti per così dire suggestivi come l’indagata Miss Hitler, una signora biondissima ossigenata nazistissima e violentemente antisemita caratterizzata da una enorme aquila con svastica tatuata su tutta la schiena.
Ma con le ore l’indagine si svela che si sta trattando non di una cosetta folklorica e invasata ma di una trama robusta e pericolosa.
In primis i simpatici camerati stavano fondando o avevano fondato una organizzazione nazifascista temibile con contatti coi loro camerati spagnoli, francesi e portoghesi (particolare importante questo, giacchè il paese lusitano, dai primi anni post rivoluzione dei garofani, appariva immune da presenze nazifasciste, laddove durante il lungo regime fascista lusitano l’Internazionale Nera era stata di casa a Lisbona).
Miss Hitler, al secolo Francesa Rizzi, quindi non solo personaggio folklorico, il 10 agosto 2019 rappresentava l’Italia a un convegno internazionale nazi; nel suo intervento aveva chiuso ovviamente con dichiarazioni roboanti antisemite. Al convegno di Lisbona oltre la Rizzi i relatori erano Mario Machado, Blagovest Asenov, Alba Lobera, Josele Sanchez, Mattias Deyda, Yvan Benedetti, tutti personaggi tristemente ben noti delle destre estreme europee.
In secondo luogo, il nome del legionario è stato reso finalmente noto, si tratta di Pasquale (alias Leo/Leone) Nucera, un nome inquietante. Nel corso del 1995 Nucera dichiarò che una settimana prima dell’ omicidio di Lodovico Ligato, nella villa di Reggio Calabria dell’ex presidente dell’ Ente Ferrovie si svolse una riunione, presenti politici e mafiosi locali; la dichiarazione avvenne in una deposizione resa nel carcere di Nizza. Nell’aprile 1995 sempre in quanto pentito di ndrangheta parlò di un enorme carico di esplosivo nelle stive della “Laura C” da mezzo secolo in fondo al mare, in Calabria, di cui le mafie da sempre si sarebbero servite. Successivamente Nucera già conoscitore degli ambienti dei mercenari italiani in Iraq, dichiarerà che era stata programmata una evasione cruentissima di Totò Riina, per il tramite di mercenari slavi e di pezzi degli apparati italiani. Quindi   Nucera è da annoverarsi tra i pentiti ed è pertanto sotto il controllo delle forze di polizia italiane. Eppure qualche mese orsono cercava di organizzare attentati dimostrativi: “Potremmo lanciare una molotov all’Anpi [in Lombardia]”. Lo diceva, essendo intercettato dalla Digos di Enna. Inoltre Nucera risulta tra le figure di riferimento del partito Forza Nuova, di cui a inizio 2018 era diventato vicecoordinatore nella provincia di Imperia. Infine secondo gli investigatori dell’operazione Ombre nere il Nucera avrebbe un ruolo da addestratore delle ‘milizie’ di chiara matrice filonazista, xenofoba e antisemita di cui si progettava la creazione.
Da ultimo la non tanto folklorica Miss Hitler ebbe poco tempo fa una soffiata dall’interno  della Polizia che si stava indagando su lei e i sui suoi camerati, la talpa è stata identificata in un assistente capo che era in servizio all’ufficio di gabinetto della questura Torino, si tratta di L.N., 54 anni, che è ora indagato per rivelazione di notizie riservate e accesso abusivo a un sistema informatico da parte di un pubblico ufficiale.
Definire il quadro inquietante è dir poco.
Claire Lacombe
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samdelpapa · 3 years
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hai terroristi ( quelli Isis ) gli passavamo pure le armi.
Strage di Bologna, il documento declassificato del 1981: la prova dei buoni rapporti tra Italia e Arafat che contraddice la "pista palestinese" - Il Fatto Quotidiano C’è un documento che prova gli ottimi rapporti, all’inizio degli anni Ottanta, tra l’Italia e l’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina guidata da Yasser Arafat. Un’ulteriore smentita a chi ancora nega la pista fascista per la strage di Bologna, sostenendo sia opera di gruppi palestinesi. Il documento è un telex mandato dall’Ucigos (la struttura antiterrorismo del ministero dell’Interno) al Sisde (il servizio segreto civile) datato 10 ottobre 1981 e prova i rapporti di collaborazione tra Olp e il nostro ministero degli Esteri. Il movimento di Arafat usava addirittura la cortesia di segnalare alla Farnesina i palestinesi che entravano e uscivano dal nostro Paese. “Per opportuna conoscenza”, si legge nel telex, “informasi che…”: è in arrivo all’aeroporto di Fiumicino un esponente dell’Olp proveniente dal Kuwait via Parigi; e, dal Libano, nel pomeriggio arriveranno due esponenti del comitato centrale dell’Organizzazione, “accompagnati da sei persone, due dei quali addetti servizi di sicurezza”. Il documento, che il Fatto ha potuto visionare, è stato tenuto segreto fino a oggi e ora è stato declassificato in attuazione della Direttiva Renzi che toglie il segreto alle carte sulle stragi. È di appena un anno dopo la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e conferma il buon andamento delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e i palestinesi, a dispetto dell’insistenza pelosa di chi ancora oggi – dopo una lunga istruttoria giudiziaria durata ben sette anni e infine chiusa con una archiviazione – continua a sostenere che il massacro alla stazione non sia di stampo neofascista, ma frutto di una barbara operazione di gruppi palestinesi. Dopo la strage, invece, continuarono i buoni rapporti tra le due diplomazie, frutto dell’azione politica del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro, che promosse il cosiddetto “Lodo Moro” stretto tra italiani e palestinesi: prevedeva il libero passaggio dei palestinesi in Italia, in cambio della garanzia che nessuna azione violenta sarebbe stata compiuta in territorio italiano. Anche la Francia di François Mitterrand, prendendo esempio dall’esperienza italiana, avviò una analoga collaborazione con la Resistenza palestinese introducendo un accordo ritagliato sul “Lodo Moro”. “Se solo avessimo avuto il vago sentore di una responsabilità palestinese nella tragedia bolognese, non avremmo mai avviato una collaborazione del genere”, ci conferma Frederic Laurant, all’epoca (maggio 1981) assistente di François Grossouvre, consigliere di Mitterrand per la sicurezza nazionale, conosciuto nel nostro Paese per il suo libro L’Orchestre noir, sulla strage di Piazza Fontana. Il telex del Sisde è parte del primo versamento dei documenti relativi alle stragi previsto dalla Direttiva Renzi: una raccolta di carte piena di fascette nere (omissis) e di ritagli di giornale, nella quale pure non mancano carte interessanti come questa. Questa prima raccolta di documenti a cui è stato tolto il segreto fu probabilmente organizzata prima che l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi stilasse la Direttiva, per iniziativa del Dis, il Dipartimento per la sicurezza (che coordina i due servizi segreti per l’interno e per l’estero, Aisi e Aise). La Direttiva Renzi fu probabilmente “ritagliata” sulle proposte del Dis. Ora quella disposizione è stata allargata dal governo Draghi anche a Gladio e P2. Le prossime raccolte di documenti che saranno versati e desecretati saranno dotate anche di indici, per agevolare la consultazione.
Copia e incolla dal ll fatto Quotidiano
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sciscianonotizie · 3 years
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Operazione antiterrorismo a Salerno: Polizia arresta marocchino combattente Isis http://dlvr.it/S3YyrG
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lamilanomagazine · 2 months
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Genova. Operazione ROS Carabinieri: 20 arresti per traffico internazionale di cocaina e detenzione illegale di armi
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Genova. Operazione ROS Carabinieri: 20 arresti per traffico internazionale di cocaina e detenzione illegale di armi. Ritenuto che sia di interesse pubblico la divulgazione di informazioni riguardanti le dinamiche connesse al traffico di rilevanti quantitativi di sostanze stupefacenti che coinvolgano associazioni per delinquere e dinamiche transnazionali, fatta salva la presunzione di innocenza – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede; si comunica che nelle prime ore della mattinata odierna, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di Genova, Como e Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese. Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama; Colombia e Venezuela finalizzata: - alla importazione dall’America Latina di ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, grazie all’illecita collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi, oppure, - al recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, grazie alla possibilità dell’associazione di Assicurare anche tali servizi, in tal caso facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), variabile, ma aggirantesi attorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico presso il porto. L’associazione era diretta da Gabriele Puleo. Questi ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7.10.2015 a seguito del sequestro di un rilevante quantitativo di cocaina, (mentre cercava di recuperare un carico di Kg. 147, 970 di cocaina, in concorso con il latitante Bellocco Giuseppe) Puleo, pur essendo detenuto, comunicava con gli altri associati (tra questi Marco Cuoco, Vincenzo Puleo) per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam. Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti. Agli indagati vengono contestati: - nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, connotati dalla transnazionalità, complessivamente per circa 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro; - 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività della cosca di ndrangheta BELLOCCO); le condotte erano compiute in autonomia sia da appartenenti all’organizzazione che da soggetti legati ai membri di questa che, a loro volta, distribuivano stupefacente di varia tipologia (cocaina, hashish e marijuana) alle proprie filiere di spaccio; - la detenzione di armi quali due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62x25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62x39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65 I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale da settembre 2014 a dicembre 2022. L’indagine ha beneficiato: - del prezioso contributo informativo di Europol, che ha tempestivamente veicolato le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi SkyEcc; - della preziosa collaborazione di Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat e SkyEcc. Su richiesta della DDA sono stati sottoposti alcuni beni riconducibili all’indagato Cuoco ed in particolare quote nominali di una società, una polizza assicurativa, due veicoli, un conto corrente ed un anello in oro bianco con diamante. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale documentale, dispositivi informatici, armi bianche ed una pistola semiautomatica.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Brescia, operazione antiterrorismo jihadista: due arresti
04 dicembre 2023 08:14 In manette un 20enne e un 22enne, entrambi originari del Pakistan Tgcom24   Sulla base di evidenze d’intelligence e di elementi acquisiti nel corso del monitoraggio del web, gli investigatori avevano avviato mirati approfondimenti nei confronti dei due indagati, residenti a Brescia, 20 e 22 anni, entrambi evidenziatisi per la diffusione di contenuti jihadisti con…
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tifatait · 3 years
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Operazione antiterrorismo a Salerno: Polizia arresta marocchino combattente Isis | www.interno.gov.it
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melendugnonet · 3 years
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Operazione "Final Blow” dopo la condanna a 10 anni a Genny Pronjai sequestrati 150mila euro
Operazione “Final Blow” dopo la condanna a 10 anni a Genny Pronjai sequestrati 150mila euro
Nella mattinata odierna personale della Divisione Anticrimine della Questura di Lecce coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della locale Procura della Repubblica, ha eseguito un provvedimento di sequestro nei confronti di PRONJAI Skhelsen, 36enne albanese, meglio conosciuto con il nome di “Genny”, già coinvolto nell’operazione “Final Blow”. (more…)
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