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#Et Cetera Normalis
chaxinitus · 2 years
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If anyone’s a fan of Mashups and Remixes, go check out Shan’s channel here, they put out some really great work comparable to Neil Cicierega’s Mouth Albums.
I’ve put this and another of their works “Et Cetera Normalis” on repeat quite a few times:
https://www.youtube.com/watch?v=kckM9UTl_tk
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usgsbiml · 4 years
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Today, having been dulled hunting bees in the heat I have decided to write this account in Latin (translation at the end).  Lectio flagranti as we say.
Have septum templi prope chartæ extremitates. Halictus hudsoniellum hic. Abdomen nigrum vel nigra circa quam est quaedam autem fictilis per imaginem suam vogued underlayment rubrum. Hoc est apis occidentis, sed, sicut de ea uvam occidentis apes non sneaks a Badlands in Meridianus Dakota, ubi argilla inquinant gumbo communis inopia fruticum ac aspirant ad meridiem vegetabilis plus mentis habitu. Sic enim in multis apes, scilicet distributionem et deficient et in loco lineae clara demarcate in insulis et in sinu contingat extra septa normalis noxiorum, qui nescit unde quaerere. Non est enim beeographers cetera.
Ranges Have Edges.  Lasioglossum hudsoniellum here.   Rather than a black or near black abdomen it has vogued its image with some brick red underlayment.  This is a western bee, but, like bunches of them western  bees it sneaks into the Badlands of South Dakota , where the clay gumbo soils and general lack of vegetation aspire to a more southwestern vegetative outlook.  So it is with many bees, distributions fail to demarcate themselves in bright lines and instead islands and pockets occur outside their normal ranges to titillate those who know where to look.  There is no rest for beeographers.
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levysoft · 4 years
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Uno degli argomenti più dibattuti fra telegiornali e talk-show è quello relativo alle varie dichiarazioni di allerta meteo. Se ne sente parlare sempre più spesso, magari in relazione alla chiusura delle scuole o, purtroppo, a margine di una tragedia. Ma come funziona veramente il sistema di valutazione dei rischi, per quel che riguarda l’aspetto meteo-idrogeologico?
L’attuale sistema per la prevenzione dei rischi legati alle allerte meteo fa capo alla Protezione Civile. Nasce nel 2016, quando Protezione Civile e Regioni uniformano i loro metodi per la rilevazione del meteo.
È interamente basato sulla rete dei Centri Funzionali, un organismo composto da un Centro Funzionale Centrale (situato presso il Dipartimento della Protezione Civile) e da un gran numero di Centri Funzionali dislocati fra regioni e province italiane.
Ogni Centro Funzionale ha il compito di raccogliere e condividere con l’intera rete tutta una serie di dati e informazioni, relative alle condizioni atmosferiche, raccolte dalle sue piattaforme tecnologiche e dalla rete di sensori disposta sul territorio. Tutti i dati convergono poi nel “cervellone” del Centro Funzionale Centrale, che in base ad essi elabora la propria valutazione dei rischi.
Una volta che il Centro Funzionale Centrale ha elaborato i propri modelli, rilascia un bollettino, che classifica la probabilità di problematiche legate al clima secondo una scala con quattro valori. Il primo gradino di questa scala è contrassegnato dal colore verde, ed indica l’assenza di fenomeni significativi. Il secondo gradino, contrassegnato dal colore giallo, corrisponde ad un livello ordinario di rischio.
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Ben più importanti sono il terzo e il quarto gradino. Il terzo è contrassegnato dal colore arancione, ed indica un rischio moderato. L’ultimo gradino della scala è contrassegnato dal colore rosso, ed indica un rischio elevato. In caso di allarme arancione o rosso, la Protezione Civile si mette in contatto con la o le Regioni coinvolte.
A loro volta le Regioni allertano province, comuni e prefetture. A questo punto i comuni diramano l’allerta meteo e partono le procedure previste dal protocollo. Si riunisce quindi il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), il raggruppamento di tecnici ed autorità comunali che ha l’obbligo di monitorare il territorio e di interfacciarsi con la Protezione Civile in caso di danni o eventi disastrosi.
La decisione di chiudere scuole ed uffici spetta al sindaco, ma questo non è sempre vero
Ora che abbiamo ben chiaro come nasce un’allerta meteo, passiamo ad un altro aspetto molto importante legato a questo evento. Chi decide di chiudere scuole, uffici, metropolitane et cetera? Anche in questo caso si fa riferimento al livello di criticità del bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale.
In caso di allerta meteo arancione (quindi il livello 3 su 4) la decisione spetta autonomamente al sindaco, di concerto con i propri assessori. Alcuni comuni, però, equiparano l’allerta meteo arancione a quella rossa, togliendo la discrezionalità al sindaco.
Questo perché in caso di allarme rosso, appunto, la chiusura di scuole, uffici, palestre, mercati ed altro ancora diventa obbligatoria. Come detto, in questo caso la decisione non spetta più al sindaco ma diventa un obbligo di legge.
I dati a disposizione dei Centri Funzionali sono raccolti da stazioni meteorologiche e radar
Quindi tutto ciò che riguarda allerte meteo e problemi causati da eventi atmosferici è gestito, in gran parte, dal Centro Funzionale Centrale che, come detto in apertura, elabora i dati che gli arrivano dalle sedi regionali e provinciali.
Ma quali dati analizzano i Centri Funzionali Regionali, e come li ottengono? Sono principalmente due gli strumenti utilizzati per queste rilevazioni: le stazioni meteoidropluviometriche e la rete radar.
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Dietro al complicatissimo nome di stazione meteopluviometrica si nasconde uno strumento in grado di effettuare continuamente misure meteo, e dopo trasmetterle. Su di essa sono montati un gran numero di sensori, capaci di rilevare la quantità di pioggia caduta, il livello dei fiumi, la temperatura, l’intensità del vento e la quantità di neve caduta.
Questi sensori rilevano i dati ad ogni intervallo di tempo, che può variare da ogni minuto ad ogni ora. Solitamente sono tarati per raccogliere i dati ogni mezz’ora. Una volta che i dati sono stati raccolti vengono poi “spediti” ai centri di raccolta. Alcune stazioni utilizzano la trasmissione via radio, altre quella satellitare, altre ancora utilizzano un sistema GSM/GPRS.
Il secondo strumento deputato a fornire dati ai Centri Funzionali è la rete radar. Il radar meteorologico è uno strumento di monitoraggio e sorveglianza, in grado di stimare la presenza di precipitazioni nell’atmosfera in tempo reale. Grazie a questa sua capacità, consente di seguire l’evoluzione di fenomeni atmosferici a brevissimo termine.
Il funzionamento del radar meteorologico è lo stesso dei normali radar. Viene irradiata un’onda elettromagnetica nell’atmosfera che interagisce con gli elementi presenti in essa. Grazie a questa caratteristica, il radar meteorologico può rilevare la presenza di idrometeore, cioè particelle d’acqua sia liquide che ghiacciate.
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L’attuale rete di radar in forza alla Protezione Civile conta di 24 elementi operativi, con 8 di questi in funzione ventiquattro ore su ventiquattro. La rete radar, però, è in via di completamento e potrà contare presto su altri sei elementi, portando così il totale a 30.
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amenscraving-blog · 6 years
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Last time I am discovering new music genres, discovered some rock titles in my car omw back to house from university. They are really solid, I can blow some stress out:) Normaly I listen to house, r&b, old school american rap et cetera but I think I can add some rock as well to it:))
#friday feelings
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