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#Carla Moreni
italianoperalover · 2 months
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Recensione di Gianluca Macovez dello spettacolo della FSOA al ‘Giovanni da Udine’ il 17 febbraio 2024 apparsa su L’Idea Magazine USA il 28 febbraio 2024 Il 16 febbraio si è conclusa l’esperienza di Fiorenza Cedolins come Direttrice della sezione Musica e Danza al ‘Giovanni da Udine’ ed il giorno successivo il soprano friulano era su quel palcoscenico, quale ‘partecipazione straordinaria’ al…
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Mefistofele torna a Cagliari, ne parla la critica Carla Moreni
Mefistofele di Arrigo Boito, capolavoro della Scapigliatura musicale, ritorna a Cagliari dopo 62 anni. L’appuntamento è al Teatro Lirico, venerdì 17 novembre alle 20.30, per la Stagione lirica e di balletto. L’opera sarà presentata al pubblico venerdì 10, alle 17, nel foyer di platea del Teatro dalla musicologa e critica musicale Carla Moreni.     Settimo titolo del cartellone, sarà replicato…
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lobo1tomia · 2 years
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Best of 2021 - a 207. epizód
Best of 2021 – a 207. epizód
Szokásos évösszegző, visszatekintő adásunkhoz érkeztünk: ahogy december végén – január elején szoktuk, most is végiggondoltuk és megbeszéltük, melyek voltak a 2021. év fénypontjai számunkra. Beszéltünk könyvekről, filmekről, sorozatokról és mindenféle egyéb élményről, amelyek megszépítették számunkra az elmúlt (nem mindig könnyű) évet. A listáinkon szereplő tételek némelyikéről korábbi adásokban…
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barbiescanner · 6 years
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Ready to Wear A/W 1994-5
Naomi Campbell in Chanel; Carla Bruni in Karl Lagerfeld
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lamilanomagazine · 3 years
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Milano, al Teatro Dal Verme uno dei Premi Franco Abbiati per "Le Quattro Stagioni di Vivaldi"
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Milano, è stato assegnato al Teatro Dal Verme, per l'esecuzione de "Le Quattro Stagioni di Vivaldi" avvenuta allo scoccare della mezzanotte del 15 giugno 2020, uno dei quattro premi speciali della 40esima edizione del Premio “Franco Abbiati della critica musicale italiana". L'annuncio è stato dato oggi su Rai Radio 3 durante la trasmissione “Momus". Il 14 giugno dello scorso anno il Teatro Verdi riapriva le porte al pubblico dopo il lockdown di primavera con la rassegna "I Pomeriggi Musicali di Milano", dando così il primo concerto post pandemia che ha assunto un alto valore simbolico. In programma c'era una delle pagine più famose del repertorio occidentale, legate anche al senso di rinascita e naturale progredire della vita, "Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi" affidate a Stefano Montanari nella doppia veste di direttore e violino solista, fra i più noti per il repertorio barocco e ospite dei teatri di tutto il mondo. "Accogliamo la notizia del Premio Abbiati con gioia e riconoscenza", afferma il direttore generale e artistico dei Pomeriggi Musicali, Maurizio Salerno, che aggiunge: "L’occasione della riapertura dello scorso giugno è stata toccante per tutti, per noi e per il pubblico. Un’emozione fortissima quella di riascoltare la musica dal vivo, dopo un momento difficile, come lo sarà fra qualche settimana, quando potremo di nuovo riaprire le porte sperando di non chiuderle più. Con le Stagioni di Vivaldi volevamo ribadire, senza iniziative faraoniche, la centralità della musica nella vita di tutti e il valore etico e civile della nostra vocazione istituzionale. Da quel concerto, replicato altre dieci volte a Milano e nei luoghi più simbolici della pandemia, non ci siamo più fermati, offrendo concerti dal vivo sino a quando è stato possibile e poi on line, confermando integralmente la stagione annunciata e salvaguardando gli impegni presi con solisti e direttori. All’Orchestra, a Stefano Montanari, all’intera Fondazione I Pomeriggi Musicali e a tutti coloro che hanno collaborato a quella ormai “mitica” notte di musica va il mio ringraziamento più sincero; agli altri premiati le più vive congratulazioni". Questa la motivazione del premio: "La scommessa di non deludere le aspettative degli appassionati di musica sinfonico-strumentale, il dovere di affermare la voglia di non darsi per vinti, l’orgoglio di farsi testimoni attraverso la musica della presenza delle istituzioni nei luoghi-simbolo della tragedia pandemica, si sono incarnati nelle “Stagioni” di Vivaldi che gli archi dei Pomeriggi Musicali hanno suonato al Teatro dal Verme di Milano il 15 giugno 2020. Senza perdere un minuto, allo scoccare della mezzanotte del giorno in cui ai teatri fu concesso di riaprire, l’esecuzione affidata all’estro solistico e concertatore di Stefano Montanari s’è impadronita del luogo naturale e spirituale della musica dal vivo restituendolo al pubblico contingentato ma reale. La riconquista di spettatori e spazi non virtuali è continuata con dieci giorni di ripetizioni del programma, in appuntamenti dedicati e rivolti a pubblici specifici (senza però escludere quello remoto dello streaming) e con un corollario di repliche anche civilmente simboliche nelle città lombarde più colpite. Non frenati o in soggezione delle oggettive difficoltà operative imposte dai decreti in stato di emergenza. Testimonianza ottimistica e ostinata del voler continuare a fare concerti – e, per quanto adempibile, dal vivo – facendo suonare i musicisti, per interpretare senza compromessi il ruolo di servizio culturale pubblico a favore della comunità che altre realtà musicali parimenti sostenute pubblicamente hanno praticato con minore tempismo, continuità e tenacia". La giuria, composta da Danilo Boaretto, Alessandro Cammarano, Sandro Cappelletto, Paola De Simone, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Susanna Franchi, Gregorio Moppi, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, ha scelto di non attribuire le ormai consuete valutazioni individuali, tranne per alcuni riconoscimenti che di per sé lo esigono, ma ha deciso di raccontare e riassumere l’intero mondo musicale italiano con quattro "Premi speciali" motivati in ampiezza e sostanza critica. Segnalando il valore, l’originalità e l’intraprendenza di iniziative collettive e progettuali, o di individualità, che hanno combinato orgoglio e innovazione, dignità artistica e sensibilità sociale, adattabilità e riorganizzazione di spazi e modi operativi. Read the full article
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lospeakerscorner · 4 years
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Fondazione Pietà de’ Turchini esprime soddisfazione per il Premio Franco Abbiati , l’ucita di un libro e la ripresa dei concerti
  NAPOLI – Buone nuove dalla  Fondazione Pietà de’ Turchini: l’ annuncio della ripresa delle attività già da settembre e, ancor prima,  il conferimento del  Premio Abbiati e l’uscita del libro Storia della Musica e dello Spettacolo a Napoli: il Seicento.
Il volume, a cura di Paologiovanni Maione e Francesco Cotticelli per Turchini Edizioni dal 29 giugno è in tutte le librerie. L’opera in due tomi (con appendice allegata in cd-rom) di quasi duemila pagine,  è una ricognizione intorno al ‘600 e segna una tappa uteriore del progetto editoriale intrapreso dai due musicologi napoletani dopo il precedente lavoro dedicato al’700.
A impreziosire il libro la prefazione di Aldo Masullo, l’ultimo scritto del grande filosofo pubblicato prima della morte.
«Un lavoro di ricerca e studio – ha sottolineato Federica Castaldo, presidente Fondazione Pietà de’ Turchini – che proseguirà ancora per approdare ad una futura pubblicazione, dedicata questa volta all’Ottocento.»
La ricerca musicologica è infatti parallela alla intensa attività concertistica e produttiva della Pietà de’ Turchini, che martedì 30 giugno alle 19, riceverà il  XXXIX Premio  della Critica Musicale Franco Abbiati assegnato dalla giuria composta da Alessandro Cammarano, Paola De Simone, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Gian Paolo Minardi, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, Alessandro Rigolli, Lorenzo Tozzi.
La giuria ha attribuito il prestigioso riconoscimento come “migliore iniziativa musicale” al progetto Talenti Vulcanici della Pietà de’ Turchini «per l’alto profilo progettuale e per l’efficacia qualitativa degli esiti a valenza internazionale messi a segno dal giovane ensemble partenopeo.»
Federica Castaldo è l’ideatrice del progetto Talenti Vulcanici che coinvolge Stefano Demicheli per la direzione musicale, Emanuele Cardi per la progettazione didattica, Paologiovanni Maione, Francesco Cotticelli  ed altre eccellenze nel campo della prassi esecutiva e della ricerca musicologica e teatrale di statura internazionale.
«È la seconda volta in 23 anni di militanza musicale e culturale – ha aggiunto la presidente Castaldo – che la Pietà de’ Turchini riceve l’Abbiati, ed entrambe le volte il riconoscimento viene assegnato a progetti “pioneristici” ed innovativi intrapresi dall’eccellenza musicale attiva a Napoli. Un segnale importante ed una grande responsabilità.»
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  XXXIX Premio Franco Abbiati Fondazione Pietà de’ Turchini esprime soddisfazione per il Premio Franco Abbiati , l’ucita di un libro e la ripresa dei concerti…
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lucasmasala86 · 4 years
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Carla Moreni presenta “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo al Teatro Lirico di Cagliari
Carla Moreni presenta “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo al Teatro Lirico di Cagliari
Leggi la notizia su Casteddu Online Carla Moreni presenta “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo al Teatro Lirico di Cagliari
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albertonotar · 18 years
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Pensieeeeeeeeeeer!
C'è uno strano articolo sul miglior giornale culturale italiano, il domenicale del Sole24Ore, di ieri. È una recensione del Don Giovanni all'Opera di Roma nella quale per il primo quarto dell'articolo si parla solo del prossimo Rigoletto alla Scala che, evidentemente, non c'entra nulla.
Se ne parla per denunciare duramente il fatto che alla fine delle arie ci saranno gli acuti, non scritti da Verdi (e, vale forse la pena di aggiungere, sempre rifiutati nelle esecuzioni dirette da Riccardo Muti). 
La decisione viene presentata come ignorante e becera, come infrazione della "forma di cristallo" del Rigoletto e come concessione a un "gusto circense" che "rende superficiale l'interpretazione del cantante". "Ve lo immaginare Pollini che per strappare l'applauso farcisce i notturni di Chopin?", ci chiede cupamente sarcastica Carla Moreni. Perbacco! 
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Mi sento molto limitato, ma non capisco come faccia un acuto a catastrofare un'interpretazione intelligente (presto! nel cesso il 96% delle interpretazioni di tutte le opere italiane di sempre), e lascerei stare il confronto coi pianisti (presto! per restare tra i coetanei di Pollini e tra i pianisti più rigorosi, nel cesso lo Schubert di Brendel che anziché farcire pota, massacrando ritornelli come quello del Molto moderato della sonata D 960 e devastando così la forma di cristallo sciubertiana). 
Piuttosto, reduce dall'overdose di Caruso in Match point di Woody Allen, mi limito a sperare che gli acuti siano facili e argentini, e coronino un'interpretazione che non per questo sarà necessariamente superficiale e circense. Tra Pavarotti e una foca c'è ancora una certa differenza. 
La partenza di Muti dalla Scala è un fardello insostenibile per la pagina della musica classica del Sole24Ore, che se ne duole in ogni occasione possibile e anche in varie occasioni meno possibili, e in maniera più o meno esplicita (ricordo una buffa recensione sul concerto dei Berliner con Rattle alla Scala, dalla quale si evinceva soprattutto che: vuoi mettere con quello dei Wiener con Muti???). 
Io Muti l'ho sentito tanto in teatro, gli ho dedicato tante code, gli ho comprato tanti dischi (e ne ho appena messo uno tra cd dell'anno), mi sta nel cuor d’ascoltatore. Ma mi chiedo se questo tipo di articolo non contribuisca a renderlo, come dire, meno simpatico a chi, come me, non nutre dei sentimenti personali nei suoi confronti ma non vorrebbe farsi largo ogni domenica tra obliqui riferimenti a Lui e astiosamente obliqui riferimenti ai successori di Lui. Dai, basta. Facciamo uno al mese?
A proposito di Match point, qualcuno mi spiega perché nelle sequenze al Covent Garden si sentono i cantanti accompagnati dal pianoforte anziché dall'orchestra? segretaria di produzione ubriaca? scelta registica di criptica lettura?
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albertonotar · 19 years
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33 giri
"Having been unable to play lps for some months owing to a reshuffle of my equipment, I was glad to get back to vinyl recently". Anche il Notar, come Tully Potter, direttore di Classic Record Collector, è tornato a godere dei suoi lp dopo lungo silenzio (dovuto a una squallida riparazione anziché a un più figo "reshuffle"). Ora devo ascoltarmi tutti gli lp accumulati nell'ultimo annetto, durante il quale il Thorens è rimasto a prendere polvere su una sedia di casa aspettando che io trovassi un pomeriggio per portarlo a riparare. 
Intanto, per riprendere confidenza, ogni tanto metto su un disco vecchio. Lunedì mattina è toccato al lato 1 di Document dei Rem, che non mi ricordavo quanto fosse straordinario, molto più delle canzoni singolarmente prese. E ancora una volta non ho potuto fare a meno di pensare che i 20/25 minuti sono la durata ideale per una sequenza di canzoni pop, passata la quale l'attenzione si disfa e il lavoro perde di compattezza. 
Ora l’angolo della tosse. Per non far sentire soli i poveri reduci del recital-sanatorio di Christian Zacharias a Roma, sul domenicale del Sole24Ore Carla Moreni racconta la recente doppia performance di Pollini a Milano, tra Società del Quartetto e Filarmonica della Scala. Pare che anche in queste due assai prestigiose istituzioni meneghine, e di fronte al beniamino di casa, il grande protagonista sia stato il muco degli astanti: "Milanesi (…) in perenne bronchite. Anche alla Filarmonica, con tutto quel dispiegamento di lustro chic, manca il garbo semplice di un fazzoletto che smorzi gli eccessi". 
Curiosamente, l'articolo dà al disgustoso rivoltamento d'interiora dei venerandi melomani anche una valenza spirituale: "Tosse, scatarri, schiarimenti, versacci", tutto sulla Hammerklavier polliniana: "È lo smog di Milano? No, è l'istintivo esprimersi di un turbamento". Moh? Io continuo a pensare che sia il turbamento di chi è costretto a stare seduto e zitto un'oretta, ed è troppo aggressivamente cafone per riuscirci. 
Casi della vita, mentre scrivo queste righe l'iTunes del mio computer mi scodella nelle orecchie Too drunk to fuck dei Dead Kennedys, che conclude i suoi 2'35" di sobria eleganza con una colossale svomitazzata di Jello Biafra. Presto, ridatemi la versione dei Nouvelle Vague, che al massimo evoca un colpetto di tosse per un'oliva del Martini di traverso, verso le sette di un mite pomeriggio d'aprile, alla Villette, nell'attesa di una serata di clavicembalo couperiniano.
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