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#C.G.J. – Collettivo Giulio Jari
sguardimora · 2 years
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C.G.J collettivo Giulio e Jari in residenza con “Pas de deux”
14 Ottobre 2022 - 28 Ottobre 2022
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Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di C.G.J collettivo Giulio e Jari Pas de deux, progetto selezionato da DNAppunti coreografici 2021. L’attrazione per l’immaginario del Pas de deux accompagna l’esplorazione della potenza di un sistema scenico che, nella storia del balletto, ha messo in luce il profondo valore del legame e della relazione. Prendendo spunto dagli aspetti essenziali del passo a due, la performance sviluppa un linguaggio coreografico che, grazie al movimento, apre la possibilità di liberare stati emotivi attraverso intenzioni, dinamiche e incastri spaziali. L’emersione di climax e di atmosfere sempre più rarefatte guida gli interpreti in un luogo di totale astrazione, dove ogni forma di dialogo ricrea scorci di narrazione senza definire mai un concreto. Un percorso di paesaggi visivi esplorato attraverso il corpo, che attinge ad un illusorio senza tempo per trasmettere nuove forme di virtuosismo.
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residancexl · 3 years
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Conversazione con Giulio Petrucci e Jari Boldrini
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Mi raccontate come nasce il progetto Pas de deux?
Pas de deux è una ricerca che nasce da un mio percorso che condivido da anni con Jari. Nei nostri discorsi esce spesso il mio background formativo che viene dal balletto classico e siamo arrivati al “pas de deux” e alle sue caratteristiche che ci interessa indagare, cioè la relazione, il legame. Ciò costruisce l’imaginario che stiamo affrontando da quando abbiamo iniziato. La collaborazione tra noi è nata da tre anni ma il rapporto è nutrito da una conoscenza di oltre dieci anni, sia come amici che danzatori. Attraverso questa tematica tocchiamo quello che è il nostro gusto per la danza astratta, che non vuole narrare nulla, ma che crea un immaginario evocativo e trasformativo. Attraverso il tema oggetto del passo a due e la sua struttura, ossia entrée, variazioni e coda finale, affrontiamo un discorso di danza che apre all’osservatore la possibilità di crearsi una sua storia attraverso forme e atteggiamenti appartenenti ad altre epoche storiche. Vogliamo anche affrontare una tematica legata al virtuosismo: all’interno del “pas de deux” uno degli aspetti centrali è l’alto livello tecnico che vive dentro una partitura coreografica e in questo senso noi stiamo cercando di capire come ri-osservare il virtuosismo in un’epoca diversa. In questo momento, attraverso la nostra ricerca, nasce il desiderio di come si può ricreare questa sorta di magia, di meraviglia, non attraverso una tecnica eccelsa ma attraverso la possibilità di passare da una condizione completamente diversa, aprendo stati emotivi con il corpo. In questo senso esploriamo con la nostra relazione diversi codici che stiamo sviluppando, stati di sincronia e sintonia, per riuscire a concepire degli atti di unisono inaspettati, ricreando una partitura coreografica che non è mai la stessa e che vive della stessa freschezza, della stessa potenza di questo congegno scenico che ci interessa approfondire.
Che relazione c’è tra questo immaginario che mi avete appena descritto e la partitura musicale, cioè come la scrittura coreografica si evolve in relazione alla partitura musicale?
Simone Grande, che è il compositore delle tracce, è essenziale nel progetto. Prima che arrivasse in residenza con noi, abbiamo lavorato con delle atmosfere e con quelle cercavamo di costruire degli immaginari che potessero lasciare spazio al corpo e al discorso coreografico. Quando lui è arrivato ha ribaltato tutta una serie di meccanismi che ci sembravano essenziali ma che poi si sono evoluti in altro. Con Simone abbiamo lavorato in base a questi immaginari, facendo uscire dalla traccia quei climax che facessero emergere qualcosa a livello del corpo ma senza aggiungere o togliere niente al contesto che esploravamo: quindi musica e coreografia sono elementi che vanno di pari passi nel lavoro. Rispetto a Pas de deux le tracce sono essenziali e non potrebbero vivere senza la presenza di Simone, che è fondamentale e vive con noi all’interno dello spazio di residenza. Le atmosfere che abbiamo cercato di ricreare vanno in contrapposizione a quello che noi facciamo con il corpo: nella prima parte con le due macchinine è tutto un po’ più asettico, meccanico e abbiamo cercato con Simone di creare un’atmosfera sonora più romantica, che permettesse a questi due esserini di prendere vita in qualche modo, mentre nella seconda parte c’è il corpo, ci siamo io e Giulio, c’è la danza e, per cercare di andare in contrapposizione, con la musica si crea un’atmosfera più macchinosa, di contrasto.
A che punto siete del vostro percorso di ricerca e come si è sviluppato il lavoro durante la seconda residenza ResiDance XL a Longiano?
La residenza di Longiano è stata un’occasione strabiliante per far fiorire quello che avevamo portato avanti fino ad ora – avevamo già fatto altre due residenze: ad Anghiari col sostegno di ADH Anghiari Dance Hub e a Teramo, la prima tappa di ResiDance XL, con il sostegno di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo. Attraverso queste residenze avevamo iniziato a imbastire i materiali e quella che poteva essere la proposta coreografica. Poi a Longiano si sono aggiunti due elementi fondamentali, di cui uno Simone, che ha portato in campo il suo pensiero rispetto alla musica e all’atmosfera sonora all’interno del progetto, e abbiamo iniziato ad evolvere una sorta di canovaccio di quello che poteva essere lo spettacolo. Ad ora siamo arrivati a questo punto ma c’è ancora molto da scoprire e sviluppare perché la nostra ricerca mantiene sempre degli aspetti effimeri che noi cerchiamo di conservare perché li vogliamo riproporre; quindi, la ricerca sta in questo continuare ad approfondire quali sono quei meccanismi che facciano emergere le stesse possibilità che ci interessa esplorare. Ora siamo arrivati a una sorta di scheletro che vorremmo mantenere, che ci ha molto affascinato. Longiano è stata un’esperienza forte perché oltre a donarci la bellezza di un panorama incredibile che ha sicuramente nutrito le nostre giornate abbiamo anche incontrato persone meravigliose e questo è un aspetto che come collettivo ci interessa approfondire, ovverosia tutte le relazioni che stanno al di fuori del teatro, quelle figure che lavorano intorno al progetto e al di fuori: abbiamo conosciuto delle persone che ci hanno raccontato le storie di Longiano, e questo è sempre una fonte di nutrimento per noi. Grazie anche a queste relazioni il progetto si è ulteriormente evoluto e ha dato il suo primo frutto, è fiorito. Ora continueremo a svilupparlo.  
Cosa significa per voi come danzatori e autori abitare uno spazio di residenza?
Crediamo che durante una residenza, oltre alla struttura principale, al lavoro in sala e sul corpo, c’è tutto un altro panorama che nutre la ricerca. Oltre al lavoro creativo in teatro, ci piace capire all’interno del luogo, della città che pensiero c’è, come sono le persone, se sono predisposte al dialogo, e ciò crediamo che vada a condizionare il processo stesso. Longiano è stata una scoperta in questo senso, ma anche Anghiari, dove il lavoro dentro il borgo è stato fondamentale: conoscevamo ognuno degli abitanti, tutti erano curiosi e il solo fatto di parlare con queste persone, raccontargli cosa stavamo facendo, permetteva al pensiero creativo di evolversi e di depositarsi. Il nostro progetto è nutrito dalla relazione umana, dal dialogo fra noi ma anche dalla fitta rete di relazioni che possono nascere intorno al progetto. Per noi è importante interagire con le comunità per poi rientrare in sala in modo molto diverso da come eravamo prima.
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fabriziofavale · 3 years
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REVERIE from C.G.J. Collettivo Giulio e Jari on Vimeo.
A digital project, which draws inspiration from the concept of series, split into 5 single episodes that would appear as five artists’ autobiographies. Each figure involved in the project will be the protagonist of a chapter that will represent its own research into neglected spaces. A miniseries dedicated to the relationship between the artist and his own research. -----------------------------------------------------------------------------------------------------------Un progetto digitale, che trae ispirazione dal concetto di serie, suddiviso in 5 episodi che appaiono come delle autobiografie d’impronta artistica. Ogni figura coinvolta nel progetto sarà la protagonista di un capitolo che rappresenterà una propria indagine all’interno di spazi lasciati senza cure. Una miniserie dedicata al rapporto tra l’artista e la sua ricerca.
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residancexl · 3 years
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Terminerà domani la residenza creativa di Jari Boldrini e Giulio Petrucci iniziata il 17 maggio al Teatro Comunale di Teramo, a cura di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo,
Pas de deux di e con: Giulio Petrucci, Jari Boldrini musica: Simone Grande luci: Mattia Bagnoli produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
Il “Pas de deux” è la fase spesso più attesa all’interno di un balletto classico. É il momento in cui gli interpreti consumano una partitura danzante contenente i virtuosismi più complessi dello spettacolo. Denominato anche “Grand pas de deux” è una prova del fuoco per i primi ballerini che, oltre a dimostrare eccelse capacità nell’esecuzione tecnica, devono attingere al proprio bagaglio interpretativo per rendere l’esibizione un’autentica esperienza agli occhi dello spettatore. In passato alcune coppie si sono distinte per l’intensità, la precisione, il pathos e la ricchezza della loro intesa e il grado di complicità con cui accompagnavano la loro esecuzione. Un altissimo livello di performatività che, attraverso lo spettacolo, svelava lo spessore umano e i lati più intimi del loro rapporto. Celato fra la trama ed i personaggi, questo sentimento sosteneva la veridicità dell’intero balletto irrorandolo, al contempo, di atmosfere magiche e realistiche. Nel “Pas de deux” l’emersione di questo climax si compie ancora più densa, divenendo un luogo intimo di totale astrazione, dove la trama scompare lasciando spazio a questa tensione emotiva velata da una virtuosa composizione coreografica.
Il desiderio di approfondire, attraverso il “pas de deux”, un nuovo percorso di creazione ci pare un’occasione privilegiata e inedita, per accrescere non solo la nostra prospettiva autoriale e la pratica danzata, ma anche la nostra dimensione di esseri umani. Di questo immaginario ci ha da subito attratto la possibilità di esplorare la potenza di un congegno scenico che, nella storia della danza, ha messo in luce il profondo valore del legame e della “relazione imprescindibile”. Proprio su questo punto vorremmo orientare la nostra ricerca, focalizzando sul livello di concentrazione quale principio originario del meccanismo di una danza e facendo emergere una riflessione più approfondita sul concetto di unisono tra due individui. Un altro elemento fondante della traccia progettuale coincide con la centralità del virtuosismo all’interno del “passo a due”, questione che, a nostro avviso, produce una serie di quesiti la cui portata arricchirebbe in maniera sostanziale la ricerca. Che cos’è il virtuosismo al giorno d’oggi? Da quali azioni o immagini può scaturire? Partendo da questi punti, vorremmo strutturare il percorso di creazione e le tappe di lavoro delle singole residenze per originare un primo studio coreografico connesso con il “passo a due” e il suo profondo significato.
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residancexl · 3 years
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Inizia oggi la residenza creativa di Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux al Teatro Errico Petrella di Longiano (FC), a cura di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.
Pas de deux di e con: Giulio Petrucci, Jari Boldrini musica: Simone Grande luci: Mattia Bagnoli produzione: Anghiari Dance Hub, Nexus Factory con il contributo di: ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
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residancexl · 3 years
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C.G.J. – Collettivo Giulio Jari #PAS DE DEUX
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Jari Boldrini e Giulio Petrucci collaborano singolarmente con diverse realtà internazionali italiane ed estere e collezionano esperienze in comune con gli autori Fabrizio Favale, Cristina K. Rizzo, Virgilio Sieni e Stefano Questorio. Fanno parte assieme ad altri sette danzatori dello "Stabile di Lì" che avvia flussi di stimoli artistici e scambi di pratiche. Nel 2018 nasce C.G.J. Collettivo Giulio e Jari, un progetto di ricerca e creazioni di formati perforativi che si interessa di osservare i molteplici aspetti celati nella quotidianità di ogni cultura. Nel 2020 ottengono il sostegno di Nexus Factory di Simona Bertozzi, con il progetto “Evento” vengono selezionati alla Vetrina Anticorpi XL 2020, ad Anghiari Dance Hub 2020, al premio Twain_DirezioniAltre 2020 e nello stesso anno vincono il premio Danza&Danza come interpreti emergenti.
C.G.J. – Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini Pas de deux
17 – 22 maggio residenza creativa a cura di ACS - Abruzzo Circuito Spettacolo
14 – 28 giugno Teatro Errico Petrella di Longiano (FC) residenza creativa a cura di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
21 settembre – 1 ottobre Teatro alla Misericordia, Sansepolcro (AR) residenza creativa a cura di Capotrave / Kilowatt
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residancexl · 3 years
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Proseguirà fino al 16 settembre la residenza creativa di C.G.J. – Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux presso il Teatro alla Misericordia di Sansepolcro (AR), a cura di Capotrave / Kilowatt.
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