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residancexl · 2 years
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Alcune immagini dalla residenza creativa di Laura Gazzani per Walter presso il Teatro Petrella di Longiano. Dopo la prova aperta Laura e i performer, Nicolò Giorgini e Francesca Rinaldi, ci hanno raccontato come stavano trascorrendo quei giorni al Teatro Petrella e quale fosse per loro il significato e il senso dello stare in residenza a Longiano. Ci hanno così portato dentro le domande di ricerca che hanno attraversato quelle giornate d lavoro: che cos’è la presenza di un corpo in scena? quali sono gli strumenti per noi performer per mantenere quella presenza?
“Abbiamo lavorato alla parte ancora provvisoria di Walter, in particolare il momento del duetto, ripercorrendo le lezioni di valzer che abbiamo fatto durante la residenza a Torino; in quell’occasione abbiamo imparato che nel valzer le teste non si incrociano mai, e che i corpi non si toccano mai, solo i bacini: quindi abbiamo provato a capire cosa vuol dire per noi che al massimo si sfiorano solo i bacini? Che cosa significa che i bacini sono il motore del movimento? E ancora, qual è un valzer per noi?”
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A queste domande si è aggiunta un’ulteriore riflessione su quello che è il tema centrale del lavoro, cioè la relazione tra pubblico e performer: qual è il limite sottile tra il coinvolgimento e la danza “pura”? 
“Durate una prova aperta che abbiamo avuto qualche giorno fa a Pesaro abbiamo sviluppato un sistema nuovo per cui dopo gli inchini finali, riprendiamo il circuito iniziale, dove i performer camminano in circolo, e invitiamo il pubblico ad entrare: a Pesaro il pubblico si è alzato spontaneamente, dopo i primi che son stati chiamati da noi, ed è nata come una festa: era come stare in una balera, si percepiva il piacere dello stare insieme e di divertirsi. Abbiamo così provato a decodificare il valzer utilizzando strumenti tangibili, come il circuito, la coppia e la piazza per portare tutto in Walter, per creare così un sistema coinvolgente per tutti.”
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Dal racconto di Laura è emerso così come la residenza creativa non sia solo il tempo della solitudine e della creazione ma anche il tempo dell’incontro e della condivisione:
“Questa residenza è stata fondamentale per noi sia a livello corporeo che di ricerca di contatto. Come empatizziamo con le persone? Siamo usciti dal teatro e siamo andati in piazza, al bar, in ferramenta e al karaoke per stare in contatto con le persone di Longiano. Per noi è stata una residenza tra il dentro e il fuori. In ogni residenza che abbiamo attraversato abbiamo creato una mini-famiglia e ci siamo dati delle regole precise e abbiamo lavorato su Walter.”
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residancexl · 2 years
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Laura Gazzani in residenza a Longiano per “Walter”
27 Maggio 2022 - 10 Giugno 2022
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Al Teatro Petrella di Longiano è in coro la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Laura Gazzani
“Anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più” da “La bella addormentata nel bosco” di Walt Disney
Walter è un walzer futuristico. Due corpi e una regola danzano insieme per ricreare l’incanto, immersi nello stesso spazio e nello stesso tempo, uniti dall’1-2-3. Come in una corte aristocratica o in una ballroom popolare, intrighi, amori e incontri nutrono lo spazio. L’aspetto umano si svela in un perimetro fantastico e circolare, dove la ridondanza dei movimenti è condivisa con chi guarda. Una ripetizione che aiuta l’opera a ricreare l’incanto perduto di un passato affezionato alle fiabe. Walter gira gira gira e non si ferma più.
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residancexl · 2 years
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Alcune immagini dalla residenza creativa di Chiara Frigo e Marigia Mangippinto per Miss Lala al Circo Fernando presso il Teatro Petrella di Longiano; la prova aperta al pubblico sarà venerdì 20 maggio alle ore 21. 
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residancexl · 2 years
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Sul nuovo numero di Hystrio (gennaio-marzo 2022) un ampio dossier sulla nuova danza italiana con protagonisti alcuni degli autori sostenuti dall’azione ResiDanceXL.
Per una lettura completa del dossier: https://www.hystrio.it/numero/numero-1-di-gennaio-marzo-2022/
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residancexl · 2 years
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Termina oggi il percorso di residenza di Nicolas Grimaldi Capitello per CHAT Keep in touch al Teatro Comunale di Vicenza, residenza creativa a cura di TCVI Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.
CHAT - keep in touch di Nicolas Grimaldi Capitello concept coreografico Nicolas Grimaldi Capitello interpreti Samuele Arisci, Eva Campanaro, Sibilla Celesia e Marco Munno produzione Cornelia residenze Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (Veneto), C.L.A.P.Spettacolodalvivo - Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari (Lombardia), Armunia (Toscana)e L’Asilo (Campania) con il contributo di ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche - azione del Network Anticorpi XL
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residancexl · 2 years
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residancexl · 2 years
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Proseguirà fino al 14 novembre la residenza creativa di Nicolas Grimaldi Capitello per CHAT Keep in touch presso la Sala Nardini, Rosignano Marittimo (LI), a cura di Armunia. 
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residancexl · 2 years
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Termina domani la residenza di Adriana Borriello per Studi sul corpo musicale - Corpo adolescenza musica/movimento trasmissioni. Iniziata il 3 novembre presso la Lavanderia a Vapore di Collegno (TO) la residenza creativa a cura di Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare.
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residancexl · 3 years
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Si è tenuta dal 21 al 30 settembre la residenza creativa di Adriana Borriello  a cura di FIND-Festival Internazionale Nuova Danza di Cagliari per Altri studi sul corpo antropologico - Matrici rito corpo contemporaneo/arcaico – presso il Teatro Civico di Si'e Boi - Selargius.
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residancexl · 3 years
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Terminerà il 13 ottobre la residenza creativa di Daniele Albanese per HOME a cura di ACS - Abruzzo Circuito Spettacolo, presso il Teatro Comunale di Teramo.
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residancexl · 3 years
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Alcune immagini da Altri studi sul corpo antropologico - Matrici rito corpo contemporaneo/arcaico, residenza creativa di Adriana Borriello che si è tenuta dal 25 giugno al 4 luglio a Ruvo di Puglia (BA).
Le mie prime ricerche coreografiche ispirate al rito, alle tradizioni popolari e all’etnocoreologia risalgono ai secondi anni ’90. Tammorra, del 1997, è il primo dei miei spettacoli antropologici, Chi è devoto, del 2006, è l’ultimo. Sono molto legata a quegli spettacoli e ai processi che li hanno generati. Stranamente la loro natura arcaica mi richiama continuamente e mi risuona sempre così attuale, così contemporanea. Essi contengono qualcosa di primordiale e generativo. Ho sentito più volte il bisogno di tornare lì a rimestare in quei materiali coreografici, rimetterci le mani per nuove plasmazioni, come quando si torna a casa dopo tempo e si guarda nelle proprie cose e si sposta si getta si ammoderna si riconsidera si riparte [...]
Adriana Borriello
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residancexl · 3 years
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Conversazione con Nicolas Grimaldi Capitello
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Mi racconti di cosa tratta il tuo nuovo progetto coreografico Chat - keep in touch?
CHAT - keep in touch, prodotto dalla compagnia Cornelia, vede in scena un quartetto. La ricerca coreografica mette in luce la trasformazione e l'alienazione che l'essere umano nel XXI secolo subisce attraverso l'uso quotidiano dei mezzi di comunicazione che evolvono continuamente in risposta alle nuove e sempre più avanzate tecnologie. L'intento principale del lavoro è vedere come questi corpi partendo da quei gesti quotidiani, che effettuiamo in ogni singolo momento della vita e per la maggior parte del tempo utilizzando cellulari, computer, tablet, passano da uno stato neutrale e meccanico ad uno stato di trasformazione energica nei movimenti e nelle dinamiche.
Qual è l’immaginario che sta nutrendo la tua ricerca creativa? 
La partitura coreografica è partita dall'analisi dei movimenti delle dita che sono sempre più protagoniste nella nostra vita rispetto al resto del corpo che più spesso si trova in uno stato di sedentarietà. Questo task, che ho cercato di nutrire con una mia ricerca fisica poi passata e ulteriormente sviluppata con i danzatori, ha dato sempre più concretezza a questa metamorfosi scenica, una qualità che partendo dalle dita si è irradiata in tutto il corpo. Con i danzatori abbiamo parlato tanto delle tematiche che ci influenzavano nella ricerca del movimento, partendo dall'isolamento sia fisico che degli stati d'animo fino alla ricerca di un contatto fisico o all’opposto al tentativo di evitare questo stesso contatto. Il confronto con ogni danzatore ha permesso di creare immagini e movimenti scenici che hanno arricchito tutto il processo creativo. Visceralità del corpo e costruzione-decostruzione delle immagini e degli stati fisici, sono stati gli strumenti fondamentali per la creazione del lavoro e per la traduzione del concetto di partenza in danza.
A che punto sei del tuo percorso di ricerca e come si è sviluppato il processo di lavoro durante le diverse residenze di ResiDance XL?
Attualmente sono in attesa dell'ultima tappa di residenza che sarà ad Armunia, dove potrò vedere il mio lavoro finito attraverso la costruzione del disegno luci. La ricerca attualmente ha attraversato due fasi. Nella prima, presso il Teatro Comunale di Vicenza, ho creato una bozza del lavoro della durata di 20 minuti; all'inizio c'erano molte idee che abbiamo analizzato e grazie alla presenza e alle domande di Stefano Tomassini durante una giornata di prova, sono riuscito a capire sempre di più la mia necessità come coreografo, cosa volevo dire al pubblico e cosa volevo veder venir fuori dai corpi dei miei danzatori. Dopo un mese di sedimentazione abbiamo ripreso il lavoro a Brescia presso il Circuito C.L.A.P.S.: ogni singolo giorno abbiamo aggiungo un tassello del puzzle al lavoro, rivoluzionando alcune situazioni e trasformandone altre. Durante questa residenza abbiamo trovato una vera famiglia all'interno dello staff, pronti a vedere le prove e a darci consigli: questi scambi fruttosi hanno dato sostegno alla mia ricerca che al termine della residenza è arrivata al suo stadio finale. Ultimata la ricerca coreografica ora resta la parte più difficile: il lavoro di pulizia coreografica e l'ideazione precisa del disegno luci. La speranza è vedere il lavoro girare così da poterlo alimentare sempre di più in ogni replica grazie anche all’incontro con il pubblico. 
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Cosa significa per te come danzatore e autore abitare uno spazio di residenza?
Abitare una residenza per me è fondamentale per dedicarmi costantemente al lavoro senza altri pensieri esterni; negli anni ho capito che la modalità di ricerca creativa che preferisco è quella di lavorare in residenza per periodi lunghi (un mese di prova o massimo due periodi di 15 giorni) e non distaccati. Vivere insieme alla mia compagnia Cornelia il luogo della residenza e la città dove è collocata è fondamentale per sviluppare la mia creatività e il rapporto con i miei colleghi. Abitare per me è la parola giusta poiché l’intento, oltre che chiudersi in sala per ricercare e creare la coreografia, è anche quello di confrontarsi e conoscere persone nuove, vivere una città nuova, pronta ad accoglierti e a darti nuovi punti di vista sulle tue idee creative.
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residancexl · 3 years
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CHAT - keep in touch di Nicolas Grimaldi Capitello concept coreografico Nicolas Grimaldi Capitello interpreti Samuele Arisci, Eva Campanaro, Sibilla Celesia e Marco Munno produzione Cornelia residenze Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza (Veneto), C.L.A.P.Spettacolodalvivo - Circuito Lombardia Arti Pluridisciplinari (Lombardia), Armunia (Toscana)e L’Asilo (Campania) con il contributo di ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche - azione del Network Anticorpi XL
Le chat e la tecnologia, rappresentano dei temi che da sempre dividono la coscienza sociale, innescando dibattiti che non sempre forniscono una soluzione, ma si limitano a mostrare dei punti di vista differenti.In questo senso, il lavoro coreografico rappresenta un mezzo artistico attraverso il quale riflettere sul concetto di TRASFORMAZIONE fisica e mentale legata alla tecnologia, lasciando libero lo spettatore di dare un giudizio personale rispetto alla questione.Difatti, il sottotitolo Keep in touch, pone l’attenzione sul l’ importanza del CONTATTO, come strumento conoscitivo valido nelle sue svariate declinazioni, purché conservi lo scambio sano di pensieri, emozioni e ideali.
Nicolas Grimaldi Capitello
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residancexl · 3 years
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Proseguirà fino al 16 settembre la residenza creativa di C.G.J. – Collettivo Giulio Jari | Giulio Petrucci & Jari Boldrini per Pas de deux presso il Teatro alla Misericordia di Sansepolcro (AR), a cura di Capotrave / Kilowatt.
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residancexl · 3 years
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Proseguirà fino al 9 settembre la residenza creativa di Martina Gambardella per Error presso la Lavanderia a Vapore, Collegno (TO), a cura di Fondazione Piemonte dal Vivo – Circuito Regionale Multidisciplinare.
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residancexl · 3 years
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residancexl · 3 years
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Conversazione con Daniele Albanese
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Il progetto precedentemente selezionato dal bando ResiDanceXL era Birds Flocking e riguardava le migrazioni, tematica connessa anche al nuovo Home. Come nasce questo nuovo progetto coreografico?
Sto notando, anche rispetto a un altro progetto in fieri, che c’è sempre una concatenazione di temi tra i miei lavori. Qualcosa del progetto precedente torna spesso in quello successivo. Sono partito da una riflessione sul volo e sulle migrazioni, con un chiaro riferimento a quelle umane, per toccare successivamente il tema della ricerca dell’identità, che è propria dell’essere umano, fino ad arrivare a quello della ricerca di una casa. Ciò che accomuna i due progetti è la ricerca di una definizione di “casa” come luogo dell'identità. Home è uno spettacolo che vuole indagare l'idea di casa come linguaggio ed è nato dall’esigenza di mettere a punto una grammatica che tenga presente la liquidità, la fragilità e le difficili definizioni del mondo in cui siamo immersi. Quando parlo di linguaggio non penso a un sistema rigido, ma a un'infra-lingua che si innesta tra le cose, tra le parole, tra la parola e il gesto e, a livello di processo creativo, tra i vari formati.
Il progetto Home si compone, quindi, di differenti formati: come si sviluppa la scrittura coreografica tra i vari formati e la relazione con il pubblico?
Home è un progetto composito. Alcuni formati sono più propriamente “spettacolari” come Home Altrove. Altri, come Home_action, hanno invece un'identità più performativa e site-specific, e si installano nel luogo in cui si svolge l’azione: in questo caso, modifico alcuni elementi della partitura sia a livello spaziale che in termini di collocazione/dislocazione del pubblico. Altre soluzioni che ho indagato, come il formato video di Home_external, modificano molto l’assetto del lavoro perché il video può essere parte della performance oppure avere una vita autonoma e in alcuni contesti abbiamo optato per un percorso del pubblico attraverso vari spazi installativi. Con Home Altrove credo che si stia andando verso una scrittura sempre più precisa anche se fortemente interattiva con il momento. Ciò sembra paradossale perché l’interazione con il momento apre la scrittura a un'infinità di variabili, ma per il tipo di linguaggio che stiamo utilizzando le variabili facilitano la precisazione: Home Altroveinteragisce fortemente con il contesto ma al contempo è il formato più codificato, più chiaro a livello di partitura fisica. In ogni caso, il risultato finale che deriva dalla modulazione dei vari formati dipende molto dalla situazione, dalla città o dal festival in cui siamo ospitati: in alcune occasioni abbiamo fatto degli esperimenti con la comunità del luogo e il suono di Daniela Cattivelli, come è successo a Calderara di Reno; in altre abbiamo lavorato in sinergia con le riprese del luogo creando un gioco di interazioni con i video di Salvatore Insana. Abbiamo diversi elementi che spostiamo per far sì che l’incontro con il pubblico sia il più reale possibile in quella data situazione; ad esempio, Home Altrove si conclude con la proiezione di un video che mostra una finestra, che è quella da cui mi affacciavo durante il primo lockdown, con in sottofondo la voce di Eva Karczag – storica danzatrice, coreografa e mia maestra con cui ho collaborato per il progetto Birds Flocking e lo spettacolo Elsewhere – che risponde alla domanda “come immagini la danza dopo il Covid-19?”. Lo stesso video viene utilizzato anche in alcune versioni di Home_action, ma il modo in cui viene introdotto è totalmente diverso. Quindi, cambiando la grammatica tra gli elementi cambiano anche gli elementi stessi e la composizione complessiva.
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A che punto sei della tua ricerca coreografica e come hai lavorato nelle varie residenze di ResiDanceXL?
A Santarcangelo, la prima delle tre residenze previste, abbiamo fatto esperimenti approfonditi con le luci, insieme al light designer Alessio Guerra,  e il suono per una ipotetica versione lunga. Molte cose sono cambiate nel frattempo, siamo in un anno denso e flessibile e la progettualità cambia ed evolve molto rapidamente. Ma questo non ha rappresentato un reale problema, perché di fatto Home è un lavoro che nasce e si definisce proprio in relazione alle variabili del contesto. A Sansepolcro avevamo già bene in mente il formato al quale stavamo lavorando: una versione più breve e tecnicamente semplice, e l’abbiamo messo a punto con le musiche di Daniela Cattivelli. Contemporaneamente a questa idea di scena, abbiamo iniziato a immaginare una situazione più installativa, senza luci, da presentare in uno spazio museale in dialogo con le opere esposte, che abbiamo realizzato lo scorso giugno al Macro di Roma all'interno del festival Buffalo a cura di Michele di Stefano. A Teramo, l'ultima residenza prevista, lavorerò da solo per tirare le fila del tutto e vedere cosa rimane di questo lungo percorso in termini puramente fisici.
Come raccontavi il progetto è nato prima della diffusione della pandemia; nel corso del lockdown hai lavorato anche a un formato strettamente pensato per l’ambiente digitale o non ti ha interessato esplorare quello spazio?
Ogni luogo che attraversiamo per svolgere una residenza o presentare uno spettacolo va a integrare di volta in volta il progetto Home_external attraverso un video. Insieme a Salvatore Insana scegliamo spazi specifici di ciascun luogo che ci suggeriscono qualcosa e poi creiamo delle clip “performative”. Avevamo già in mente questo formato, ma sicuramente l'idea è stata in parte catalizzata anche dalla situazione. Home_external fornisce un altro punto di vista, non lo chiamerei propriamente un formato digitale del lavoro. È molto utile avere media diversi che informano il progetto, ma non credo che il digitale possa mai sostituire il live. Può aggiungere un punto di vista che confluisce nel processo creativo.
Cosa significa per te come danzatore e autore abitare uno spazio di residenza?
È un tempo sospeso in cui posso fare ricerca. È un luogo di incontro: può essere un momento di incontro con me stesso quando è una residenza solitaria, oppure un luogo in cui capire cosa si genera dall’insieme quando ho dei collaboratori.  È un luogo in cui andare a fondo interrompendo la routine della quotidianità.
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