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PISA: DUOMO - BATTISTERO - TORRE CAMPANARIA?
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
PISA
1063 – 1118
  Storia:
Prevede sin da subito il grande Battistero (richiamo al complesso del San Sepolcro di Gerusalemme).
Emblema del romanico pisano testimonia la ricchezza e l’importanza raggiunti dalla repubblica marinara di Pisa all’epoca.
Dedicata a Santa Maria Assunta , ma inizialmente nota come Santa Maria Maggiore.
I lavori iniziarono nel 1063 sotto la direzione dell’architetto Buscheto.
I lavori iniziarono subito dopo che Pisa avendo sconfitto Palermo, sancisce il suo dominio di Repubblica marinara nel Mediterraneo (proprio il sacco di Palermo fornì abbondante materiale per la nuova costruzione).
Rispetto a quella attuale in origine l’edificio era più piccolo e a croce latina, fu ampliato nel XIII sec. Dall’arch. Reinaldo  che prolunga l’edificio verso la facciata di tre campate (come si nota dalla vista laterale la sezione aggiunta da Lanfranco continua sui fianchi il partito decorativo del progetto originario), innalza la cupola ellittica e ridefinisce l’abside centrale.
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L’intero edificio come tutti i monumenti della piazza è sotto il livello del suolo a causa del terreno argilloso su cui è stato costruito e questo lo si può notare soprattutto fra la navata di Buscheto e le campate verso ovest e la facciata.
  Architettura:
Tutto il monumento è scandito da tre ordini sovrapposti: ad archi ciechi quello inferiore, a lesene architravate quello intermedio, di nuovo ad archi su semicolonne quello superiore. Tutti gli spazi isolati da archi e lesene sottendono finestre (rettangolari nell'ordine intermedio) o oculi e rombi gradonati. Ovunque gli elementi decorativi sono arricchiti da intarsi marmorei policromi.
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Delle absidi si staccano dalle facciate dei transetti.
Nei cilindri si ripete la sovrapposizione degli ordini con alcune modifiche: quello inferiore è di altezza ridotta con semicolonne al posto delle lesene; quello intermedio è compattato mentre quello superiore, su semicolonne, ha un'altezza pari all'ordine intermedio del corpo dell'edificio.
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  Gli archi dell'ordine inferiore dell'abside meridionale sono decorati con intarsi policromi particolarmente elaborati.
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 Una più ampia abside si apre sul prospetto orientale. Qui gli ordini superiori sono sostituiti da due loggette sovrapposte, quella inferiore su archi, quella superiore architravata.
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  La stessa struttura architettonica si ripete sul lato settentrionale, anche se la ricchezza decorativa qui appare inferiore.
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  All'incrocio tra navata e transetto si erge la cupola a pianta a cerchio schiacciato con l'asse maggiore in direzione Est-Ovest. La loggetta cuspidata che la circonda fu costruita dopo il 1383, probabilmente a scopo di rinforzo.
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La Facciata attuale è più ricca del progetto di Buscheto, progetto di Rainaldo che ha allungato anche il copro longitudinale.
Dalla facciata della cattedrale prenderanno spunto le architetture del Battistero e della Torre Campanaria.
È a frontoni ed ha una copertura a 4 falde o spioventi (2 per la parte alta e due per la parte bassa).
La facciata ha una solo cuspide(monocuspidata) ed è a salienti.
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 La facciata si divide in 5 piani:
pian terreno: è caratterizzato da un infinito porticato costituito da 7 arconi con sottarco sorretti da colonne corinzie. Il secondo, il quarto ed il sesto arco racchiudono i tre portali d’ingresso. Quello centrale ed il suo arco è più alto rispetto a quelli laterali. Dentro alle finte arcate si trova una decorazione a losanghe di influsso orientale.
Il primo, il secondo ed il terzo piano: sono sviluppati secondo la tipologia dei loggiati; sono costruiti mediante colonne bizantine che reggono archi muniti di sott’arco, sono praticabili divise da cornici con tarsie marmoree, dietro i quali si aprono monofore, bifore e trifore.
Le loggette sono decorati da cornici scolpiti con fini rilievi e da intarsi policromi.
I loggiati sono importanti perché decorano la facciata creando ritmi uniformi e forti contrasti chiaro-scurali.
Decorazione marmorea in bianco e nero (motivo di derivazione orientale), anche la cupola ricorda modelli orientali.
  Interno:  
pianta a croce latina
a 5 navate nel corpo longitudinale e 3 navate nel transetto lobato (per la presenza di strutture circolari).
I transetti sono lunghi quanto la parte del presbiterio-coro.
Abside centrale circolare.
Le navate sono sorrette da grandi colonne di granito sormontate da matronei.
Il grande mosaico absidale del Cristo in trono tra la Maria e  San Giovanni è reso famoso dal volto di San Giovanni di Cimabue del 1302.
Tra la navata e il transetto vi è una cupola pseudo-ellittica(due archi di cerchio raccordati da segmenti lineari), richiamo alle cupole orientali, raccordata alla struttura da 4 pennacchi.
Copertura a cassettoni, ricostruita nel 500 dopo un incendio, risolve i problemi di contrafformtamento.
In elevazione l’interno è organizzato su 3 pinai: colonne monolitiche di spoglio con interasse ravvicinato e capitelli fioriti; le colonne sono sormontate da archi a tutto sesto molto rialzati. Al 2^ livello troviamo il finto matroneo, ed al 3^ ci sono finestre monofore che forniscono luce diretta.
BATTISTERO
Il Battistero è posto di fronte al Duomo, con la sua mole monumentale e le sue quattro porte ai quattro punti cardinali. La costruzione a pianta circolare fu iniziata nel 1153 dall’architetto Diotisalvi fino al secondo ordine di finestre successivamente, poco oltre la metà del Duecento è Nicola Pisano con la sua scuola a  completare la loggia mediana esterna con una complessa decorazione in stile gotico. Insieme a Nicola tra il 1278 ed il 1284  vi lavorò anche il figlio Giovanni Pisano autore del pergamo del Duomo.
A completamento dei lavori nel 1358 venne messo a punto un modello definitivo dell’opera per la costruzione della cupola ed in questa fase venne modificato e rialzato l’originale tamburo ad opera di Cellino di Nese e, in seguito nel 1365 di Zibellino da Bologna. Al suo interno si segnala il pulpito del Battistero opera di Nicola Pisano eseguito tra il 1255 ed il 1260 un capolavoro della scultura duecentesca italiana.
Il battistero fu terminato soltanto nel XIV secolo, quando vengono effettuate delle aggiunte gotiche che sono visibili sopra al basamento romanico.
L’architetto Diotisalvi riprende i temi della basilica che si trova di fronte.
L’impianto è a base circolare, coperto da una cupola a schiena d’asino.
 Le loggette non sono praticabili, tuttavia seguono lo stesso linguaggio decorativo della basilica grazie anche all’uso della stessa bicromia. L’interno propone un ambiente molto austero su due livelli, in particolare la seconda loggia è molto elevata.
L'ordine inferiore è caratterizzato da una serie di archi ciechi e da un paramento murario costituito dalla sovrapposizione di strati di materiale a colori diversi, secondo gli stilemi del romanico pisano.
In corrispondenza dei punti cardinali si aprono quattro portali di cui quello orientale, rivolto verso la facciata del duomo, è un magnifico esempio del classicismo che caratterizzava la scultura pisana della fine del XII secolo.      
Al di sopra del primo ordine di gusto romanico si sovrappongono i contributi gotici. La leggera loggetta su colonnine coronate da cuspidi e pinnacoli risale alla seconda metà del XIII quando i Pisano assunsero la direzione del cantiere.
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TORRE CAMPANARIA
Nei pressi della zona absidale del duomo sorge il famoso campanile pendente. Alto 56 metri e con un diametro alla base di 16 metri, la costruzione doveva nel progetto originale probabilmente superare i 70 metri. Arrivati al terzo ripiano nel 1185 i lavori vennero interrotti in quanto si manifestarono i cedimenti del terreno che ne hanno causato la pendenza. I lavori ripresero tra il 1275 ed il 1284 quando furono nuovamente interrotti al sesto ripiano.
Nel 1350 si decise di non innalzare ulteriormente il campanile che venne terminato con la cella campanaria di Tommaso Pisano. Prima di costruirla Tommaso riportò in orizzontale il pavimento del settimo piano rialzandolo di 45 cm sul lato della massima pendenza allo scopo di compensare l'inclinazione della torre.                              
La torre riprende la struttura della facciata di Lanfranco, con un primo livello ad archi ciechi su colonne sormontato da sei logge su colonnine. Il paramento bicromo ricorda però quello buschettiano del duomo. Nonostante il lungo periodo di costruzione la torre non ha pertanto perso l'omogeneità con la vicina chiesa.
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CHIESA DI SAN MINIATO AL MONTE FIRENZE
BASILICA DI SAN MINIATO AL MONTE
FIRENZE
1028-1062
  La basilica di San Miniato al Monte sorge sul Monte alle Croci una collina che domina la città ed è collegata ad essa tramite una erta via, che uscendo dalle mura sale rapidamente al colle, dove è situata la chiesa. Nonostante non sia collocata in città ne fa comunque parte, dominandola dall’alto.
Storia:
sorta  dopo il 1000 su un preesistente oratorio edificato da San Miniato, primo evangelizzatore e martire cristiano fiorentino. La costruzione ebbe inizio nel 1018 e proseguì fino al 1207(anno in cui risulta terminata la facciata e la pavimentazione interna). Nell'annesso convento prima si stabilirono i monaci Benedettini, poi i Cluniacensi ed infine la comunità Olivetana che ancora oggi lo abita.
  Esterno:
 La facciata è uno dei maggiori capolavori del romanico fiorentino, è a salienti in marmo bianco di Carrara e verde di Prato è divisa orizzontalmente in due settori da una cornice di marmo verde.
La facciata, nella parte inferiore, è caratterizzata da 5 archi sorretti da colonne in marmo verde, con basi e capitelli di marmo bianco stile corinzio; dentro a tre degli archi troviamo i portali, negli altri due tramite decorazioni geometriche se ne finge la presenza.
 I frontoni laterali realizzati con marmo bianco di Carrara e verde di Prato, presentano delle figure romboidali che alludono all’opus reticolatum (la tessitura muraria romana tipica dell’età imperiale, ripresa da Leon Battista Alberti nel  basamento di palazzo Rucellai).
Nella parte centrale della facciata si trova un pronao tetrastilo. Al centro del pronao (la chiesa di San Miniato si può ricondurre al tempio di Giove a Terracina) è presente una finestra incorniciata da due colonne sorrette da teste di leone marmoree, e sono sormontate da un frontespizio al cui centro è presente un intarsio di un vaso tra due colombe.
Nella parte superiore del pronao è possibile ammirare il mosaico su fondo dorato risalente al 1260 che rappresenta Cristo in trono benedicente fra la madre Maria e San Miniato.
Il frontone presenta nove archi sormontati da motivi ornamentali e da una croce. Sulla sommità spicca un'aquila, simbolo della corporazione che per anni si occupò del mantenimento della chiesa.
A destra guardando al chiesa c’è il palazzo vescovile ora abitato dai monaci Divetani. A sinistra rimangono i resti degli antichi bastioni, con la torre campanaria (1518), questo campanile costruito in luogo dell’originale nel 1499 è rimasto incompiuto.
Interno:
o             Pianta a tre navate senza transetto
o             Cripta semi interrata
o             Copertura a capriate lignee decorate (riferimenti paleocristiani)
L'interno della basilica mostra tre navate, il presbiterio e il coro rialzati, un pavimento ad intarsio marmoreo e, tra il coro e il presbiterio, un pulpito romanico del 1207.
 La parte superiore dell'abside è decorata da un mosaico, con lo stesso tema di quello proposto nella facciata.
 Al centro della navata maggiore c'è la Cappella del Crocifisso, un'edicola realizzata su disegno di Michelozzo nel XV secolo per custodire un venerato Crocifisso che ora è stato traferito in Santa Trinità.
 Immediatamente sotto il presbiterio si trova la cripta, la parte più antica della chiesa, che ha la stessa lunghezza della struttura sovrastante e ben 38 colonne che la dividono in sette navate: tre centrali e quattro laterali.
La mancanza delle volte a crociera rende inutile la costruzione di molti pilastri, che vengono ridotti a 4, sono di tipo composito, collegati trasversalmente da 2 arconi a tutto sesto che scompartiscono la navata centrale in 3 campate. Queste, intervallate da una coppia di colonne, hanno forma rettangolare. I capitelli corinzi sono sormontati da un pulvino a gola e si prolungano in una cornice che lega i paramenti murari ai sostegni in aggetto. Una decorazione orizzontale a fasce alternate verdi e bianche corre tangente al cervello degli archi, all’altezza di capitelli delle alte semicolonne sorreggenti gli archi trasversali, come una trabeazione classica.
L’interno purtroppo non è apprezzabile nella sua originalità per una serie di interventi successivi: le decorazioni in bicromia che rivestono le pareti e le colonne rivestite di falso marmo sono della metà dell’800.
La zona absidale è l’unica rimasta originale, ed è scandita da arcate che riprendono quelle della facciata.
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BATTISTERO DI SAN GIOVANNI FIRENZE
Battistero di San Giovanni Firenze
1070-1230 
  L’architettura di Firenze è chiara, razionale e definita. È diversa non solo da quella veneziana ma anche da quella delle altre città italiane.
Si può dire che Firenze è l’erede del classicismo romano: eredita il senso della misura e la facoltà di esporre con chiarezza le proprie idee.
Il razionalismo della città si esprime nella forma geometrica. Nell’architettura fiorentina la linea domina sulla massa muraria.
Le esperienze lombarde giungono anche in Toscana dove si fondono con le diverse tradizioni locali di Firenze e Pisa
I due maggiori edifici romanici a Firenze sono il Battistero di S. Giovanni e la Basilica di S.Miniato a Monte
  Il battistero dedicato a san Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, sorge di fronte al duomo di Santa Maria del Fiore, in piazza San Giovanni.
La facciata principale dell'edificio ottagonale è rivolta verso il duomo, mentre l'abside si trova verso ovest.
  Il Battistero di San Giovanni di Firenze è stato costruito per accogliere degnamente il fonte battesimale del Duomo.
  Storia:
–        Il battistero di San Giovanni è stato costruito tra XI e XII sec, forse ristrutturando un edificio romano risalente al V o al VI secolo; ampliato e decorato nel XIII sec. .
Il tetto e la lanterna sono successivi di un secolo; nel 1202 l’abside circolare è sostituito da una scorsella rettangolare.
–        Nel  1128 l’edificio diventa ufficialmente battistero
  Architettura:
Il battistero ha pianta ottagonale coperta da una vasta cupola a spicchi, non visibile però all’esterno perché è inglobata da un tetto piramidale: questa soluzione esalta ulteriormente il rigore delle forme, conferendo all’edificio la nitidezza di un solido geometrico regolare, tipico del Romanico Fiorentino e diverso dal Romanico Pisano.
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  Esterno:
La pianta è ottagonale, ogni faccia è suddivisa in nove settori da strutture verticali e orizzontali.
Esternamente sono presenti tre livelli: lesene, colonne sormontate da arcate al cui interno sono inserite le finestre, e lesene leggere. I tre livelli sono separati da trabeazioni classiche.
Il disegno geometrico esterno prepara alla comprensione dell’interno, in cui le strutture, dovendo sopportare il peso della cupola, sono staccate dalla parete denunciando la loro funzione portante.
L’involucro perimetrale è interamente rivestito da un suntuoso paramento di marmi vivacemente contrastanti, bianco di Carrara e verde di Prato.
L’ordine inferiore è giocato su elementi rettilinei: lesene e semi pilastri reggono una trabeazione che gira tutt’intorno, mentre il marmo di Prato disegna due serie di rettangoli di dimensioni degradanti verso l’alto. Nell’ordine superiore prevale la linea curva, per la presenza di arcate su semi pilastri a sezione ottagonale e di finestre classicheggianti, in parte centinate, in parte sormontate da un timpano. Sopra una seconda trabeazione, conclude la sequenza degli ordini un alto attico.
Gli intarsi marmorei in bianco di Carrara e in verde di Prato definiscono su ciascuna faccia la tripartizione dei piani in verticale (terreno, matroneo, attico e imposta della cupola) e in orizzontale, che sovrappone in basso lesene corinzie , al piano dei matronei arcate cieche su semicolonne ottagone, includenti finestre centinate e timpanate, semplici specchiature filettate all’attico; tripartizione che viene puntualmente ripresa nella decorazione dell’interno.
L'ornamento esterno, è scandito da tre fasce orizzontali, ornate da riquadri geometrici, quella mediana occupata da tre archi per lato, nei quali sono inserite superiormente finestre con timpani. Il pilastri in marmo verde del registro inferiore corrispondono colonne poligonali in strisce bianche e nere in quello superiore, reggenti gli archi a tutto sesto. Si tratta di uno spartito di gusto classico, usato già in altri monumenti romanici come la facciata di San Miniato al Monte.
Nonostante il battistero sia considerato la matrice del “Romanico fiorentino”, alcune caratteristiche della sua architettura non hanno riscontro altrove. La disposizione di colonne e capitelli non è né uniforme né casuale, ma come nella architetture della Tarda antichità è finalizzata a indicare precise gerarchie spaziali.
Le finestre a edicola si differenziano per forma, tipo di capitelli e colonne, e colore dei marmi impiegati, secondo un ordinamento molto complesso che distingue i lati obliqui da quelli volti ai punti cardinali e tra questi il lato est, con l'ingresso principale, differenziato in tutto dagli altri. La disposizione simmetrica di differenti tipi di capitelli si riscontra anche nei tre lati volti a sud dell’attico,
Nel perimetro si aprono tre porte, che tra Trecento e Quattrocento ricevettero le celeberrime imposte: alla principale, volta ad Oriente e al Duomo, fa fronte la scarsella rettangolare contenente l’altare, il cui profilo era in origine semicircolare.
Le tre porte bronzee, realizzate secondo un programma figurativo unitario nell'arco di più di un secolo, mostrano la storia dell'umanità e della Redenzione, come in una gigantesca Bibbia figurata. L'ordine narrativo, sconvolto dal cambiamento di posizione delle singole porte, va dalle Storie dell'Antico Testamento nella porta est, a quelle del Battista nella porta sud, fino a quelle del Nuovo Testamento (Storie di Cristo) nella porta nord
    Interno:
L'interno è a pianta ottagonale.
La decorazione interna è ispirata agli edifici romani, come il Pantheon, con un ampio uso di specchiature marmoree policrome.
 È suddivisa, come all'esterno, in tre fasce orizzontali, la più alta però coperta dalla cupola, mentre la fascia mediana è occupata dai matronei. Inferiormente le pareti sono suddivise verticalmente in tre zone per mezzo di lesene e di colonne monolitiche in granito e in marmo cipollino di spoglio, con capitelli dorati che reggono l'architrave.
 Le pareti, tripartite da colonne e raccordate agli angoli da doppi pilastri scanalati in marmo, presentano un rivestimento marmoreo a due colori alternati in fasce e altre forme, bianco di Carrara e verde di Prato. Sopra le bifore si trovano tarsie geometriche.
Il pavimento presenta tarsie marmoree di grande pregio.
Un'altra caratteristica del battistero che non ha riscontri nell’architettura romanico-gotica è la relazione architettonica tra le facciate, che – sia all’interno che all’esterno – non sono raccordate da nodi strutturali (gli attuali pilastri bicolori esterni sono un rifacimento: in origine erano in 
arenaria e separavano le facciate contigue incrostate di marmi), ma sono invece intese come unità bidimensionali indipendenti e solo accostate – all’interno addirittura separate da un vuoto angolare – in modo da esaltare l’architettura del battistero come puro solido geometrico.
Sulla cupola mosaici di ricordo bizantino.
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DUOMO DI PARMA
DUOMO DI PARMA
1106 CA – 1130
  La cattedrale fa parte di un complesso di edifici composto da duomo, battistero e campanile.
Il Duomo di Parma sorge in piazza Duomo, accanto al Battistero e al Palazzo vescovile ed è dedicato a Maria Vergine Madre di Dio.
  STORIA
-          La prima basilica paleocristiana (o Chiesa madre) fu costruita nel IV-V secolo, ma a causa di un incendio venne gravemente danneggiata e intorno all'860 fu riedificata, nelle vicinanze della precedente costruzione sacra.
 Nell'890 la chiesa venne denominata Domus.
 In seguito ad un ulteriore incendio che si verificò intorno alla metà del 1000, il duomo fu distrutto e un nuovo edificio fu fatto costruire dal vescovo Cadalo (che divenne antipapa come Onorio II).
  -          La costruzione dell’ attuale Duomo cominciò sotto il vescovo Cadalo ( 1046 – 1071), dopo che un incendio nel 1058 aveva distrutto la chiesa precedente.
I lavori iniziarono nel 1059 e terminarono nel 1074, ma la consacrazione avvenne solo nel 1106.
La Cattedrale subì danni durante il terremoto del 1117, ; certo è che nel periodo successivo si intervenne con diversi lavori e che per la loro realizzazione, nel 1178, collaborò anche Benedetto Antelami, scultore e architetto, molto attivo a Parma.
Vengono eseguiti alcuni cambiamenti nella struttura della zona presbiteriale, viene coperta a volte la navata, viene costruito il tiburio.
Negli anni 1280-94 si ha l'intervento dei maestri campionesi che rialzano la facciata ed inseriscono il protiro del portale centrale; negli stessi anni viene elevato il campanile.
Dal Trecento in poi si assiste all'aggiunta delle cappelle laterali cinque cappelle, fatte costruire dalle famiglie più importanti di Parma).(della navata e degli edifici che circondano l'abside, snaturando la natura originale dell’edificio.
Nel XII secolo venne creata la Fabbriceria, un ente nato con lo scopo di interessarsi della manutenzione e dell'amministrazione del duomo.
ARCHITETTURA
  ESTERNO
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La facciata è a capanna , con paramento murario in blocchi di pietra squadrati e presenta tre ordini sovrapposti.
Nel primo ordine è liscio, privo di decorazioni,  si trovano tre portali i due laterali più piccoli, quello centrale più grande, ciascuno dei quali è leggermente strombato ed è sormontato da una lunetta chiusa da vetrate.
Il portale centrale, a differenza degli altri due, è preceduto da un protiro, opera di Giambono di Bissone (1281), con arco a tutto sesto, poggiante su due colonne corinzie ognuna delle quali a sua volta e retta da un leone stiloforo. Il protiro termina con una loggia con copertura a doppio spiovente e volta a botte, il cui archivolto è decorato con motivi ad archetti; la copertura è sorretta da una colonnina corinzia per lato.
Al centro, sopra il protiro, si apre una grande monofora con arco a tutto sesto, che dà luce all'interno.
 La fascia mediana è composta da due ordini di loggette ad arcate cieche percorribili a trifore con colonnine in marmo veronese. Probabilmente in origine esse dovevano essere continue, essendo il protiro di costruzione posteriore. La secondaloggia ha il medesimo schema di quella inferiore, ma è meno alta.
  La terza galleria continua segue gli spioventi del tetto.
Durante la fase campionese il tetto è stato rialzato costringendo ad aggiungere le cornici a torciglione ed a scaletta.
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Il portale è il risultato di una riedificazione in epoca campionese quando fu aggiunto il protiro a due piani con i leoni stilofori. Originariamente il portale doveva essere caratterizzato da un protiro poco aggettante e pertanto doveva essere simile ai portali laterali.
Bello l'archivolto a ghiere concentriche a colori contrastanti e finemente scolpite. Al di sopra dell'architrave in marmo rosso una fascia decorativa si distende sui capitelli e sull'imposta della botte del protiro. Sul bordo inferiore dell'arco del protiro si trova la sequenza dei rilievi dei mesi che risale ai primi decenni de XII e che costituisce la parte più interessante del portale. Il protiro poggia su due colonne dotate di capitelli in marmo a decorazione vegetale.
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I portali laterali hanno una struttura più semplice: gli archivolti sono a triplice ghiera decorata a racemi e palmette in nello stile piatto del romanico lombardo, piedritti tripartiti e capitelli figurati.
La zona presbiteriale all’esterno è caratterizzata da effetti plastici grazie al susseguirsi di volumi squadrati e semicilindrici decorati con lesene e arcate cieche terminanti con loggette.
È in laterizio lavorato e disposto in modo da creare un motivo decorativo; questa novità diventerà una caratteristica tipica di questa area.
L'attuale campanile risale alla fine del XIII secolo, è alto circa 65 metri è quadrata, secondo la tipologia del romanico lombardo, con sottili lesene verticali. L’elegante trifora e la guglia di coronamento, risalgono alla fine del XIII secolo e sono di chiara ispirazione gotica.
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(Essa fu costruita in stile gotico tra il 1284 e il 1294 in sostituzione di una torre più antica; il paramento murario è in mattoni scuri a vista, ad eccezione degli angoli, rivestiti con blocchi di marmo. Il campanile è suddiviso in quattro fasce da cornicioni decorati con archetti ciechi ogivali in marmo. Nella prima fascia, quella più bassa, si aprono, sul lato anteriore, due finestre rettangolari e, sul lato destro, una porta; la seconda fascia, invece, non ha aperture sull'esterno. Su ognuno dei quattro lati della terza fascia, invece, si apre una piccola bifora e, su quello anteriore, si trova il quadrante dell'orologio. Nella parte superiore della quarta fascia, infine, su ognuno dei quattro lati si apre una trifora, corrispondente alla cella campanaria. Alla sommità del campanile, corre una balaustra in marmo e, ai lati, vi sono delle guglie; la copertura è costituita da una cuspide a forma piramidale, con base ottagonale. Sopra di essa vi è una statua dorata di un angelo con in mano la croce, copia dell'originale del XV secolo, attualmente nel museo diocesano.)
   INTERNO
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L'interno della cattedrale di Santa Maria Assunta è a croce latina,
con tre navate di sette campate ciascuna,
 transetto costituito da due bracci gemelli con absidi
e profondo coro, con campata quadrangolare e abside semicircolare.
Corpo longitudinale caratterizzato da un forte verticalismo dovuto ai pilastri compositi alternati a pilastri a fascio, con capitelli e con semicolonne, sui quali poggia la copertura ad alte volte con costoloni a sesto acuto.
I matronei, a differenza del Duomo di Modena, sono percorribili. Sono formati da quadrifore con capitelli decorati con motivi vegetali e temi simbolici
La navata centrale è larga il doppio delle due laterali ed è, come quest'ultime, coperta con volta a crociera; lo schema di ciascuna delle due pareti laterali di ogni campata è il seguente: dal basso, l'arco a tutto sesto di comunicazione con la navata laterale; sopra di questo, la quadrifora con archetti sorretti da colonnine, che dà sul matroneo; in alto, una monofora che dà sull'esterno.
Lo slancio delle strutture è accentuato dalla sopraelevazione del presbiterio sulla cripta culminante nel tiburio, in cui nel XVI secolo è stata innestata la famosa cupola .
Capocroce: Il transetto e l'abside sono rialzati e preceduti da una lunga scalinata in marmo rosso, presente sia nelle navate laterali, sia in quella centrale. Il capocroce è stato costruito nel 1180: precedente la cattedrale era priva di transetto e terminava con tre absidi, una per ognuna delle tre navate.
 Transetto e coro: Nella crociera, si innestano i due bracci del transetto e il coro.
Il transetto è costituito, come già detto, da due bracci speculari, ciascuno dei quali è costituito da un'unica campata rettangolare con volta a crociera avente una doppia abside semicircolare: una verso l'esterno, uno in corrispondenza della relativa navata laterale.
Oltre la crociera, in asse con la navata, si trova il coro, costituito da una campata rettangolare con volta a crociera e dall'abside semicircolare.
Cripta: Sotto il capocroce, si sviluppa la cripta romanica, più volte rimaneggiata. Essa è coperta con volte a crociera sorrette da colonne in marmo con capitelli scolpiti con motivi fitomorfi del XII secolo. Le navate hanno un numero variabile: in corrispondenza del soprastante transetto, sono undici, mentre sotto il coro e l'abside centrale si riducono a tre.
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CHIESA SAN FEDELE A COMO
CHIESA DI SAN FEDELE
COMO
Fine XI sec – 1120 CA
La chiesa è situata nel luogo in cui precedentemente era una chiesa paleocristiana risalente al VII secolo dedicata a Santa Eufemia. Importante opera del romanico lombardo è il coro, ispirato alla Cappella Palatina di Aquisgrana.
L'attuale chiesa risale al 1120. Il complesso subì diversi rimaneggiamenti e restauri nella parte della facciata e della copertura dal 500 ad oggi.
Risale al XI secolo ache se alcune parti quali l’abside risalgono al XII  secolo.
La parte del coro è romanica ispirato alla cappella Palatina di Aquisgrana con importanti opere scultoree.
Architettura:
-          Esterno:
Facciata in stile noe-romanico, così come la vediamo oggi insieme al campanile è una ricostruzione in stile dei primo del 900 di cui è stato mantenuto solo il rosone del 500.
È  a doppio saliente che dichiara la ripartizione interna in 3 navate
La facciata è suddivisa in tre parti da due lesene.
Nella parte centrale si apre un portale a tutto sesto leggermente strombato. Il portale prsenta una lunetta decorata con bassorilievo del cristo benedicente.
Al di sopra si apre un rosone del 500.
Coronata da archetti pensili e da una cornice a denti di sega.
A sinistra la torre campanaria la parte inferiore, quella più antica del 1217 mentre quella superiore è di un rifacimento del 900. È a pianta quadrata. E si sviluppa in due ordini di finestre: bifore al livello inferiore e trifore a quello superiore.
Davanti alla basilica si protendeva un atrio porticato di cui si vedono vestigia nelle tozze colonne residuali del portico che affianca la chiesa.
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Abside: nel lato orientale della chiesa.
Poligonale, scandito da semicolonne con capitelli cubici in 5 specchiature.
Coronata da una loggetta del XII secolo.
Al suo fianco un portale cuspidato del XI/XIII secolodetto ‘’del drago’’ decorato da bassorilievi.
2 ordini di aperture, oculi e monofore di restauro.
A livello dei capitelli si distende una sequenza di archi pensili in forte aggetto al di sopra del quale si apre una loggia di colonnine.
La loggia , del XIII secolo, è coperta da volte a botte radiali che poggiano su architravi sorretti a loro volta da colonnine in marmo cipollino dotati di capitelli a decoro vegetale e figurato.
Ancora al di sopra archetti pensili e una cornice con denti di sega.
Ai lati dell’abside si trovano altru due absidiole nascoste nello spessore murario; a destra di quella settendrionale (ricostruita) si trova il portale del drago.
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-          Interno: pianta a croce latina
Corpo longitudinale diviso in 4 campate e diviso in tre navate delimitate da pilastri quadrilobati che sostengono alti matronei al di sopra delle navate laterali che sono voltate a crociera.
Il transetto (trilobato) e nei bracci corti presenta 2 absidi pentagonali e deambulatorio.
All’incrocio fra navata centrale e transetto si innalza una triburio ottagonale.
  In corrispondenza della 4^ campata le navate laterali curvano verso l’esterno creando un ambulacro che compie una arco di cerchio che si chiude di fronte alle absidi. L’ambulacro isola una superficie vagamente rettangolare di fronte al presbiterio.
In questo modo la chiesa assume una pianta triconca (i lobi sono costituiti dagli ambulacri e dall’abside) su cui si innesta la navata occidentale.
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  Abside Maggiore  con deambulatorio costituito da archi a tutto sesto sorretto da colonnine.
Si sviluppa in una serie di 5 nicchie semicircolari sormontate da una galleria su colonnine simile a quella esterna a livello delle monofore.
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CHIESA DI SAN MICHELE A PAVIA
CHIESA DI SAN MICHELE
PAVIA
1120 ca. 1150 ca.
  Storia:
La chiesa di San Michele ha rivestito una enorme importanza nell'XI e XII secolo vi fu incoronato Federico Barbarossa.
Una prima chiesa dedicata a san Michele Arcangelo fu costruita originariamente sul luogo della cappella del Palazzo Reale nel periodo longobardo, ma fu distrutta da un incendio nel 1004.
La costruzione attuale iniziò verso la fine dell'XI secolo (a cui risalgono la cripta, il coro e i transetti) e fu completata nel 1155 (con una interruzione dovuta al grande terremoto del 3 gennaio 1117).
Le volte della navata centrale, originariamente dotata di due campate a crociera grossolanamente quadrate, furono ricostruite nel  XV sec, con uno schema di quattro campate rettangolari, tali da garantire una migliore efficienza statica del complesso architettonico.
  Pianta: La pianta a croce latina presenta una suddivisione in tre navate, a ciascuna delle quali corrisponde un portone sulla facciata. La navata centrale è larga il doppio delle laterali. Transetto eccezionalmente sviluppato, molto sporgente rispetto al corpo longitudinale del fabbricato. Tale transetto presenta una propria facciata con tanto di portale d'accesso, situato sul lato nord e una propria finta abside nel lato opposto e di una volta a botte sostanzialmente diversa dalle volte a crociera delle restanti parti della chiesa, costituisce quasi un corpo autonomo . Tale facciata è sostanzialmente differente da quella principale, in quanto meno ricca di dettagli, ma dispone di una propria ampia piazzetta indipendente in funzione di sagrato.
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Esterno:
-          Facciata La facciata a capanna è delimitata da pesanti contrafforti angolari e divisa in tre sezioni da contrafforti a fascio.
La sezione centrale in particolare è aperta da tre livelli di aperture (bifore, monofore ed oculi).
La facciata è delimitata da una loggia su colonnine che segue gli spioventi del tetto. Le volticine sono supportate da mensole la cui testata è decorata da sculture.
La facciata è inoltre ricoperta di rilievi. Questi rilievi sono concentrati nei tre portali e in una serie di fasce parallele che percorrono tutta la facciata sino al livello delle bifore.
La facciata è percorsa orizzontalmente da fregi scolpiti ormai talmente consunti da renderne difficile l'interpretazione
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I portali hanno tutti la stessa struttura a fascio, con architrave liscia e lunetta ospitante solo un rilievo raffigurante un angelo in posizione frontale. Quello centrale è più grande dei laterali.
Al di sopra dell'archivolto è murato un rilievo in pietra raffigurante San Michele che calpesta un drago.
             -          I fianchi della chiesa sono scanditi da pesanti contrafforti che reggono la spinta delle volte delle navate.
Il fianco meridionale presenta un bellissimo portale avente una strombatura più profonda di quella dei portali di facciata, pur mantenendone la struttura generale.
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  La facciata del transetto è scandita da una serie di semicolonne che ne accentuano lo slancio verticale, funzione estetica resa necessaria dal fatto che questo lato si affaccia su vie particolarmente strette.
Sulla testata del transetto sono murati due rilievi di pregevole fattura, un'Annunciazione ed una Madonna col Bambino.
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  All'incrocio tra navata e transetto si eleva il tiburio, a pianta ottagonale e aperto da loggette a tre aperture sui lati minori e a cinque su quelli maggiori. Al di sopra una sequenza di piccole fornici.
L'unica abside è suddivisa in tre sezioni disuguali da due contrafforti a fascio. La parte superiore è aperta da una loggia costituita da bifore accostate.
Al di sotto, tre monofore strombate.
Il campanile che si eleva sul fianco settentrionale è la parte più antica della chiesa (fine dell'XI secolo).
La sezione inferiore è divisa in due piani ognuno dei quali è diviso in due specchiature da una lesena piatta. Al di sopra di una cornice a denti di sega la muratura è invece continua.
 La facciata del transetto settentrionale è l'unica che si apre su una piazza, costituendone la quinta. Delimitata da enormi contrafforti, la facciata è divisa in tre sezioni da semicolonne che salgono sino agli spioventi del tetto. Sopra il portale una cornice orizzontale la divide in due parti diseguali.             
Il portale del transetto presenta un'architrave scolpita.
 Materiale di costurzione è la pietra arenaria
 I muri sono molto solidi, soprattutto all'esterno, rinforzati da contrafforti in muratura che respingono la pressione delle volte.
  Intenro:
Pianta a tre navate
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Una sola abside e un grande transetto
Cripta
Cupola su pianta ottagonale su trombe
Alto matroneo quindi interno molto luminoso
Pilastri postili quindi estremamente possenti che non ha un alto sviluppo in altezza     
L'interno della chiesa di San Michele ha una struttura a tre navate coperte da volte (quelle attuali sono del XV secolo) poggianti su pilastri compositi di dimensione diseguale. Un'unica abside chiude la zona orientale che presenta un presbiterio rialzato al di sopra della cripta.         
Ampi arconi delimitano i matronei che si aprono al di sopra delle navate laterali, anch'esse coperte da volte a crociera.
All'incrocio della navata col transetto, sorretta da possenti pilastri, si eleva la cupola del tiburio.
La cripta si estende sotto il presbiterio e l'abside ed è divisa in due navatelle da due file di sei colonne.
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CHIESA DI S ABBONDIO COMO
CHIESA S. ABBONDIO
COMO 
1095
  La chiesa di s. Abbondio risale nella sua forma attuale alla fine del XI secolo (consacrazione nel 1095). Origini paleocristiane risalenti al V secolo , sorse al posto della chiesa paleocristiana  in titolata ai SS. Paolo e Pietro.
La sua forma architetonica dimostra influenze con il mondo nordico: si guardi alle due torri nella parte terminale delle navate laterali
Esterno:
-          FACCIATA
Facciata a salienti (da cui si evince la struttura intena a 5 navate)
Originariamente ea preceduta da un portico
Suddivisa in 5 sezioni da lesene  che poggiano su 4 colonne che appartenevano al quadriportico a due piani successivamente eliminato
Archetti pensili nella parte superiore
Parte superiore della sezione centrale scandita da semicolonne che poggiano su una cornice orizzontale
Facciata aperta da 7 monofore
Portale ornato da sculture romaniche a bassorilievo, è poco strombato, presenta un arco a tutto sesto che poggia su colonnine terminanti in due semi-capitelli scolpiti a rilievo con motivi animali
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  -          IL FIANCO DELLA NAVATA
è molto sobrio e la decorazione si limita alle fasce di archetti pensili sottogronda
è scandita da monofore
la zona presbiteriale inizia all’altezza di uno pseudo transetto delimitato da semicolonne
in corrispondenza della navata mediana si alzano due torri
le torri nei due piani terminali presentano archetti pensili; 2 monofore al pino inferiore e una trifora a quello sueriore
il coro sporge fra le due torri e termina in un alto abside.
Una cornice divide il paramento murario in senso orizzontale ed è diviso in senso verticale da semicolonne
Nei muri del coro due ordini di monofore con cornici decorate
Le finestre hanno tutte un ampia strombatura e ai late hanno colonnine
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Interno:
5 navate
Navata centrale molto alta sorretta da colonne e con soffitto piano
Navate laterali sorrette da colonne più piccole rispetto a quelle nella navata centrale e con soffitto a capriate
Capitelli cubici con angoli smussati e basi di tipo attico
La prima campata è un atrio con ampio matroneo al piano superiore tutti voltati a crociera
 A oriente le navate laterali terminano in due absidiole precedute da campata rettangolare
Coro costituito da due campate quadrate con volta a crociera che recedono un abside scandita da 4 colonne
Abside completamente coperta da affreschi del XIV secolo
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DUOMO DI IVREA
DUOMO DI IVREA
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
1002 ca
    L’edificio e stato sottoposto a diverse fasi di ristrutturazione ed ampliamenti nel corso dei secoli sul corpo della costruzione romanica.
La cattedrale vanta una storia ultramillenaria a partire dai resti di edifici romani sui quali venne costruita intorno al IV secolo quando nacque la diocesi di Ivrea.
Come tipica chiesa paleocristiana aveva pianta basilicale a tre navate e a fianco il battistero, oggi scomparso.
La costruzione della cattedrale romanica fu voluta dal vescovo Warmondo sul finire del X secolo, la chiesa venne ingrandita e arricchita secondo il corrente gusto romanico.
il Duomo, intitolato a Santa Maria Assunta
  Della struttura romanica attualmente sono rimaste visibili alcune zone tra cui:
-          parti dell’abside,
-           i due campanili e
-           la cripta
-          ed il deambulatorio alle spalle del coro
Le due torri campanarie, inglobate nella chiesa, sono suddivise esternamente in sette livelli con feritoie in basso e bifore nei piani più alti.
Le aperture – com'è tipico nei campanili romanici – sono costituite da semplici feritoie nei piani inferiori, che diventano bifore nei piani superiori; infine, nella cella campanaria di sud trovano posto eleganti trifore, in quella a nord sono poste coppie di bifore divise da un pilastro. Le colonnine delle bifore e delle trifore si congiungono agli archi tramite capitelli a gruccia.
Nella cripta, già in quel periodo, era custodito un sarcofago romano in cui poi furono deposti i resti di San Besso, con San Savino, copatrono di Ivrea.
 Probabilmente la struttura interna era a due absidi contrapposte con i due campanili posti ai lati di ciascuna, rifacendosi cosi al modello romanico presente alla stessa epoca in Germania.
Sulla base anche di risultanze emerse in recenti lavori di restauro si è introdotta l'ipotesi che le strutture romaniche che oggi si possono ammirare nella parte occidentale della chiesa siano quanto resta del westwerk, impostato secondo una soluzione presente soprattutto nell'architettura ottoniana in area germanica.
 Secondo tale ipotesi la cattedrale di Warmondo doveva aver mantenuto
-              il preesistente schema ad absidi contrapposte (con quella alle spalle del presbiterio rivolta, come d'abitudine, verso oriente), con una coppia di campanili posta ai lati di ciascuna abside.
-              Lo spazio sopra la cripta, circondato da un deambulatorio, doveva a quel tempo costituire una tribuna, posta in posizione sopraelevata rispetto alle navate laterali, riservata alle autorità imperiali, che assistevano in tal modo alle funzioni religiose stando sullo stesso piano del presbiterio collocato al lato opposto della navata maggiore.
 Nel corso della ricostruzione avvenuta nel XII secolo la cattedrale cambiò dunque profondamente la propria fisionomia adottando una pianta assai più simile a quella odierna. Spostato il presbiterio in capo all'estremità ovest della navata, ed ampliata la cripta sottostante, la facciata col portale di accesso venne costruita sul lato est; fu ricostruita la parte alta delle due torri campanarie (crollate forse con il terremoto del 1117). Venne effettuato inoltre il rifacimento delle navate, scandite da pilastri cilindrici in laterizio - ancora visibili sopra l'attuale porta d'ingresso della cripta- reggenti le volte a crociera, fu creato un transetto poco profondo (che non oltrepassava la larghezza delle due navate laterali) ed edificato un tiburio sull'incrocio del transetto con la navata centrale.
Nel corso del XII secolo la cattedrale conobbe verosimilmente anche un notevole sviluppo del proprio apparato decorativo.
Per completare le descrizione delle strutture romaniche occorre ricordare anche la presenza dei ruderi di un chiostro, posti in prossimità dell'abside del duomo, ruderi che si lasciano ammirare per l'eleganza degli archi e dei capitelli in pietra, tutti diversi tra di loro. La denominazione di chiostro dei canonici, lascia intendere come esso dovesse servire per il capitolo dei canonici che, assieme al vescovo, abitavano in costruzioni poste nei pressi della cattedrale.
   In seguito ai danni subiti per il terremoto nel 1117, furono eseguiti dei lavori di ristrutturazione: il presbiterio spostato ad ovest della navata e ingrandita la cripta, rifatte le navate con colonne cilindriche e la zona alta dei campanili.
 In seguito, i cambiamenti più radicali avvennero alla fine del XVIII secolo: nel 1761 fu edificata la cappella del Santissimo Sacramento e il tutto rifatto in stile tardo barocco: le alte lesene, i capitelli corinzi delle colonne che sostengono gli archi delle navate, le pareti e le volte decorate a stucco e il maestoso altare in marmo del presbiterio.
 Il prospetto attuale di gusto neoclassico risale alla metà dell’Ottocento.
  Sulla base anche di risultanze emerse in recenti lavori di restauro si è introdotta l'ipotesi che le strutture romaniche che oggi si possono ammirare nella parte occidentale della chiesa siano quanto resta del westwerk, impostato secondo una soluzione presente soprattutto nell'architettura ottoniana in area germanica.
 Secondo tale ipotesi la cattedrale di Warmondo doveva aver mantenuto
-           il preesistente schema ad absidi contrapposte (con quella alle spalle del presbiterio rivolta, come d'abitudine, verso oriente), con una coppia di campanili posta ai lati di ciascuna abside.
-          Lo spazio sopra la cripta, circondato da un deambulatorio, doveva a quel tempo costituire una tribuna, posta in posizione sopraelevata rispetto alle navate laterali, riservata alle autorità imperiali, che assistevano in tal modo alle funzioni religiose stando sullo stesso piano del presbiterio collocato al lato opposto della navata maggiore.
 Nel corso della ricostruzione avvenuta nel XII secolo la cattedrale cambiò dunque profondamente la propria fisionomia adottando una pianta assai più simile a quella odierna. Spostato il presbiterio in capo all'estremità ovest della navata, ed ampliata la cripta sottostante, la facciata col portale di accesso venne costruita sul lato est; fu ricostruita la parte alta delle due torri campanarie (crollate forse con il terremoto del 1117). Venne effettuato inoltre il rifacimento delle navate, scandite da pilastri cilindrici in laterizio - ancora visibili sopra l'attuale porta d'ingresso della cripta- reggenti le volte a crociera, fu creato un transetto poco profondo (che non oltrepassava la larghezza delle due navate laterali) ed edificato un tiburio sull'incrocio del transetto con la navata centrale.
Nel corso del XII secolo la cattedrale conobbe verosimilmente anche un notevole sviluppo del proprio apparato decorativo.
Per completare le descrizione delle strutture romaniche occorre ricordare anche la presenza dei ruderi di un chiostro, posti in prossimità dell'abside del duomo, ruderi che si lasciano ammirare per l'eleganza degli archi e dei capitelli in pietra, tutti diversi tra di loro. La denominazione di chiostro dei canonici, lascia intendere come esso dovesse servire per il capitolo dei canonici che, assieme al vescovo, abitavano in costruzioni poste nei pressi della cattedrale.
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CHIESA DI SANTO STEFANO A VERONA
CHIESA DI SANTO STEFANO
VERONA
Inizi XI sec.
Storia: La chiesa di Santo Stefano risale al V secolo ed è uno degli edifici più antichi della città, che mantiene ancora oggi le originarie mura perimetrali paleocristiane. Le reliquie che vi sono conservate fanno ritenere che fu la prima cattedrale di Verona.
Venne costruita attorno al 450 sopra un area cimiteriale posta all'esterno delle mura romane, quando iniziò a diffondersi anche in Veneto il culto di Santo Stefano (il primo martire cristiano) le cui reliquie erano state ritrovate nel 415 vicino a Gerusalemme. Una basilica cimiteriale che molto probabilmente fu la prima cattedrale di Verona, come lascerebbero intuire la presenza delle tombe vescovili del V-IX secolo e L'ANTICA CATHEDRA ALTOMEDIEVALE in pietra, conservata nell'abside. La struttura originaria venne modificata nel X secolo creando le attuali navate, realizzando la cripta sotterranea e chiudendo le grandi finestre laterali che davano troppa luce all'interno. Pur non avendo subito gravi danni durante il terremoto del 1117, venne ristrutturata anche durante il XII secolo, adeguandosi allo stile romanico del tempo; ulteriori interventi tra il trecento ed il settecento portarono alla realizzazione degli altari e delle cappelle che ornano le navate laterali. LA FACCIATA è imponente e tipicamente romanica, con fasce alternate di pietra e mattoni in cotto che vengono interrotte da una coppia di lesene poste ai lati del piccolo protiro pensile; un rosone centrale e due longilinee monofore che alleggeriscono la struttura, portando lo sguardo verso la finestra a croce sovrastata da una cornice di archetti ciechi sotto gli spioventi. Interessante il tiburio ottagonale con doppio ordine di finestre bifore che sovrasta l'edificio; realizzato in mattoni nel corso del XII secolo, è l'unico di tipo lombardo presente nel veronese. L’interno è a CROCE LATINA CON TRE NAVATE, di cui la centrale è poco più ampia ed alta delle laterali. Conserva numerose opere d'arte.
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CHIESA ROTONDA DEL SANTO SEPOLCRO CAMBRIDGE
HOLY SEPULCRE
THE ROUND CHURCH
CAMBRIDGE
1130
    La chiesa è costruita in pietra.
La pianta consiste in una navata circolare circondato da un ambulatorio, un coro con navate a nord e sud e una sagrestia a nord.
Nel corso della navata è un piano superiore sormontato da una cuspide conica.
 A nord della chiesa è una campana ottagonale torretta contenente due campane.
L’ingresso della chiesa è una porta ovest normanna con tre ordini di colonnine, decorato con capitelli. Tra il deambulatorio e la navata sono otto massicce colonne e archi a tutto sesto. Ciascuno dei capitelli delle colonne è scolpito con un design diverso.  
Nel deambulatorio e la navata sono scolpite teste umane risalenti al 19 ° secolo.
Sopra la navata è un triforio contenente doppi archi normanni.
 A est sono il presbiterio e navate. Nel presbiterio e la navata nord sono angeli scolpiti risalenti al 15 ° secolo, che sono attaccati alle mensole che sostengono il tetto, alcuni degli angeli sono in possesso o suonare strumenti musicali.
 La tabella di comunione risale al 1843 ed è stata fatta da Joseph Wentworth.
Il coro è pavimentato con piastrelle posate nel 1842. Essi raffigurano la stemma reale , e le braccia della regina Vittoria e il principe Alberto . Agli angoli sono animali che rappresentano i quattro Evangelisti .
Ci sono due campane del campanile della torretta. Uno di questi è datato 1663 ed è stato lanciato da Robard Gurney, l'altro è il campanello di un prete probabilmente lanciato da J. robusta di Londra tra il 1440 e il 1458.
 La maggior parte delle vetrate della chiesa è stato introdotto nel corso del 19 ° secolo restauro ed è stato progettato e realizzato da Thomas Willement e William Wailes . Il vetro della finestra orientale è stata distrutta da una bomba nel 1942 e fu sostituito da una nuova finestra nel 1946 raffigurante Cristo in Maestà.
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CATTEDRALE DI SAN PIETRO A WORMS
 CATTEDRALE  DI SAN PIETRO A WORMS
GERMANIA
La "Cattedrale di San Pietro", si trova a Worms, fu costruita nel secolo XII ed è di stile "romanico tedesco". È  una delle più significative chiese del tardo romanico tedesco.
La cattedrale di Worms è la più tarda fra le cattedrali renane ed è un bellissimo ed omogeneo esempio di tardo romanico tedesco.
Cattedrale di S. Pietro costruita fra il 1000 e il 1025 ed è un edificio ricostruito praticamente completamente in epoca gotica, nasce in realtà come duomo della città voluto dal vescovo Bucardo consigliere dell’imperatore Enrico II.
STORIA
Nel 614 d.C. sotto Berthulf, vescovo di Worms, già esisteva una piccola cattedrale e sotto il vescovo Burchard (1000-1025), in quello stesso sito, venne costruita una nuova cattedrale romanica, i cui lavori iniziarono poco prima della sua morte avvenuta nel 1025. La nuova costruzione aveva dimensioni molto simili all'attuale luogo di culto. Cento anni dopo, nel 1125, questo edificio venne sostituito dall'odierna cattedrale. Inizialmente venne realizzata la parte orientale, poi tra il 1160 e il 1170 la navata centrale (il cleristorio risale al 1160) e nel 1181 venne ultimato il coro occidentale. Nel 1156 vi venne incoronata la regina Beatrice di Burgundia, moglie di Federico I Barbarossa e per questa occasione, costoro donarono alla chiesa una famosa reliquia di San Nicola. Più tardi, nel 1235, in questo luogo sacro si sposò anche Isabella d'Inghilterra. Nel corso della Guerra della Grande Alleanza, e più precisamente nel 1689, l'esercito di Luigi XIV, re di Francia, distrusse la città di Worms ed incendiò la cattedrale. Per fortuna non ci furono danni irreparabili, ma venne danneggiata solo una parte del tetto, che nel giro di pochi anni fu sistemata. Successivamente, intorno al XVIII secolo, nella cattedrale vennero effettuati interventi in stile barocco, che poi furono distrutti nel corso della Rivoluzione francese. Nel XIX secolo venne demolito e ricostruito il coro occidentale e i lavori terminarono nel 1933, più tardi dovettero essere effettuati nuovi lavori in seguito alla Seconda Guerra Mondiale.
ESTERNO
Il maestoso edificio è realizzato in pietra arenaria di colore rosso, mentre alcune pareti, quelle che non devono sorreggere la struttura, sono costruite con del materiale più leggero, ma del medesimo colore.
Presenza di un imponente westwerk, ma questo edificio presenta una novità significativa non ha il transetto.
Troviamo quindi le due torrette direttamente ai lati della zona presbiteriale il che fa si che l’abside semicircolare spunti molto dai lati dell’edificio. Per il resto elementi comuni: torri al centro del w e a coronamento della zona presbiteriale. La cupola che corona il w ha impiegate come elemento decorativo le ghiere di archi. Cupola poggiata su trombe.
Presenta sei torri, quattro torri laterali cilindriche e due ottogonali, una sul lato ovest ed una sul lato est e due cupole di grandi dimensioni . Si presenta a pianta basilicale, con due cori alle estremità della navata fiancheggiati ciascuno da due torri rotonde; inoltre ha due tiburi ottagonali collocati uno sul transetto e l'altro fra le due torri occidentali.
 Inoltre ha una doppia abside, sia sul lato est che su quello ovest.
Sulle pareti esterne delle navate laterali si trovano dei finestroni con vetrate assai colorate, piuttosto recenti.
Il portale nord mostra un'edicola con un bronzo di Federico I Barbarossa, mentre quello sud, gotico, è caratterizzato da diverse statue e dalla lunetta riservata alla Vergine Maria.
  INTERNO
L'interno della cattedrale, forse anche per l'utilizzo della pietra arenaria, è piuttosto cupo.
 Della costruzione originaria, rimane solo il piano inferiore e la base delle torri occidentali.
 È lunga circa 110 metri e larga 27, mentre la navata raggiunge i 27 metri di altezza, che diventa 40 metri sotto le cupole.
 È a pianta basicale, con tre navate con campate scandite dall'alternarsi, lungo la navata, di pilastri semplici e pilastri più complessi, che hanno semicolonne e lesene.
 La navata è caratterizzata da volte a vela costolonate.
Bicromia che ritorna e nell’abside interno con nicchie che sono absidiole e sono caratterizzate da un susseguirsi di ghiere d’arco.
Il duomo viene ricostruito dopo il 1120-1130 completato entro il 1118 e vediamo il coro orientale, che ora ha una forma poligonale in cui sono ben chiari questi giochi di arcate cieche e soprattutto qui troviamo la presenza di rosoni.
  La torre sulla crociera è identica a Spira che fu costruita poco tempo prima. 
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ABBAZIA DI MARIA LAACH
ABBAZIA MARIA LAACH
1093-1200 ca. consacrata 1156
    La chiesa abbaziale di Santa Maria Laach (in tedesco Abtei Maria Laach) fa parte di un'abbazia benedettina situata sulla riva sudoccidentale del lqgo Laacher See vicino Andernach, nella regione di Eifel della Renania-Palatinato in Germania. Per quasi 770 anni l'abbazia rimase conosciuta semplicemente come Abbazia di Laach, prima che i gesuiti, nel 1862, vi aggiungessero il nome di Maria.
Nel 1093 l'abbazia venne fondata come prioria dell'Abbazia di Affligem (situata oggi in Belgio) dal primo conte palatino del Reno Enrico II di Laach e sua moglie Adelheid von Orlamünde-Weimar, vedova Ermanno II di Lotaringia. L'abbazia divenne indipendente nel 1127, sotto il suo primo abate, Gilberto. Ermanno, che aveva fondato anche la stessa Affligem, era un personaggio che promuoveva la riforma cluniacense.
Durante il XII secolo l'abbazia divenne un interessante centro di studio, e con gli abati Alberto (1199-1217) e Teodorico II (1256-1295) l'edificio della chiesa abbaziale venne completato
Fondata nel 1093 viene concluso nel 1156.
 STORIA
L'abbazia venne fondata nel 1093, come prioria dell'Abbazia di Affligem, dal primo conte palatino Enrico II di Laache e da sua moglie Adelaide, che non avendo figli decisero di utilizzare il denaro destinato alla dote della prole per la fondazione di un monastero. L'imponente struttura venne realizzata sul lato ovest del lago che oggi è chiamato Laacher See. L'abbazia inizialmente si chiamava Laach, parola che nell'antico germanico significava “lago”, poi nel XIX secolo è stata aggiunto anche il nome “Maria”. Nel 1138 divenne indipendente, con Gilbert come suo primo abate. I lavori continuarono alacremente sotto Fulbert, successore di Gilbert, e nell'agosto del 1156 furono consacrate la cripta, la navata e il coro occidentale. La donazione di una contessa (1170) permise il completamento della torre orientale e della galleria occidentale. Durante il XIII secolo vennero apportate delle modifiche in stile gotico e venne completata la chiesa. Nel corso del XV-XVI secolo l'abbazia divenne un centro di studio, e tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo vennero effettuate delle modifiche in stile barocco. L'abbazia fu sciolta nel 1802 sotto Napoleone e nel 1815 divenne proprietà della Prussia. Molti degli edifici monastici furono venduti a privati, però la chiesa venne risparmiata. Nel 1864 l'abbazia venne acquistata dai gesuiti che le dettero il nome di “Maria Laach” e la trasformarono in una scuola. Più tardi, tra il 1892 e il 1893, con i monaci benedettini ritornò ad essere un'abbazia.
ESTERNO
La parte centrale della chiesa è delimitata dal transetto e dal Westwerk (costruzione medievale carolingia caratterizzata da un ampio corpo a più livelli affiancato da due torri piuttosto alte);
quest'ultimo presenta una torre centrale con tetto a spioventi e costituisce il punto più elevato dell'intera struttura.
Nel punto di intersezione tra navata e transetto si innalza una torre ottogonale.
L'edificio sacro ha le strutture portanti costruite con pietra lavica di colore scuro, mentre la restante parte è realizzata in arenaria gialla.
Esternamente le pareti presentano delle lesene in pietra di colore più scuro e degli archetti pensili. Compaiono sei torri, quattro sono scalarie, e più precisamente: due cilindriche ad ovest e due quadrate ad est, ma tutte si trovano ai lati delle navate; le altre due torri si trovano sulle crociere: la torre sulla crociera orientale è di forma ottagonale, invece quella sulla crociera occidentale è quadrata.
Degno di nota è il portale d'ingresso occidentale assai elaborato.
    INTERNO
Ha tre navate, due laterali ed una centrale.
 La navata centrale presenta cinque campate, con pilastri quadrati ed archi a tutto sesto.
 L'interno è piuttosto buio, poiché il sole entra solo dalle finestre poste in alto nelle navate.
Si trovano due absidi semicircolari, posizionate agli estremi delle navate
ed una cripta, anch'essa caratterizzata dal duplice colore grigio scuro e giallo ocra.
Le vetrate dell'abside occidentale sono state realizzate nel 1956, in occasione del VIII centenario della sua dedicazione, da Diedrich II von Lehmen.
 I due pilastri occidentali sostengono grandi affreschi del 1500: su quello nord è dipinto San Cristoforo, mentre su quello sud, dall'altra parte della navata, è rappresentato San Nicola. Il coro est presenta stalli del 1905, dove i monaci benedettini si riuniscono per la preghiera, invece nell'abside si trova un baldacchino donato dal Kaiser Guglielmo II nel XIX secolo.
    Caposaldo dell'architettura romanica in Germania, nonostante il lungo arco di tempo della costruzione, l'aspetto dell'edificio si presenta unitario e caratterizzato da un complesso accostamento di volumi differenti.
La parte centrale è racchiusa dalla zona monumentale del transetto e dal Westwerk, entrambi affiancati da due torri (da un lato a base quadrata, dall'altro rotonda); inoltre all'incrocio del transetto con la navata si erge un corpo ottagonale, mentre il Westwerk è dominato da una robusta torre centrale a volumi parallelepipedali sovrapposti, culminante con un tetto a spioventi, che segna il punto più alto della basilica. Le pareti esterne sono movimentale da lesene in pietra più scura ed archetti pensili.
  La caratteristica principale di questa chiesa è che le strutture portanti sia all'esterno che all'interno sono in pietra lavica scura, mentre le pareti e tutto il resto sono in arenaria giallo ocra. Il risultato è di una struttura giallo ocra con semicolonne, costoloni e archetti ornamentali scuri, molto ben evidenziati e sottolineati che sembrano un ricamo continuo lungo tutta la struttura. Inoltre, tutti i ricami a sbalzo in pietra scura, le arcate cieche e i capitelli sono sottolineati con un filo di pittura rossa e gialla all'esterno e rossa, gialla e azzurra all'interno, che accentua l'effetto ricamo.
  La navata centrale non rispetta il sistema obbligato – siamo lontani da Spira -, una campata per ciascun arco della navata, così come per le navate laterali. Volte a vela e senza costoloni, come a Spira. Pilastri con semicolonne che portano, all'attacco dei costoloni, capitelli, anch'essi sottolineati con colorazioni vivaci. Anche gli attacchi dei pilastri alle arcate portano delicati cornicioni, anch'essi colorati.
  Anche la cripta è in doppio colore grigio scuro e ocra. Qui i capitelli sono semplici cubi smussati, dipinti con i colori delle navate.
  La chiesa ha due absidi ai lati estremi della navata, entrambe semicircolari con mosaici di epoca successiva, sulla volta dell'abside orientale.
  La chiesa custodisce il sarcofago di Enrico II, sormontato da statua lignea con viso di giovinetto, del 1270.
  Prezioso è l'altare maggiore dell'epoca.
  Il portale d'ingresso, sul lato ovest, è riccamente ricamato e sottolineato con i colori tipici della chiesa. I preziosi capitelli delle colonnine, di ottima fattura, sono realizzati con motivi floreali, animali o con figure umane. Un atrio con colonne binate, con al centro una fontana retta da leoni, che ricorda l'Alhambra di Granada, precede l'ingresso alla chiesa. L'accesso all'interno della chiesa è da un lato dell'abside occidentale.
  Un complesso di sei torri svetta sulla chiesa, quattro scalarie ai lati delle navate, cilindriche ad ovest e quadrate ad est. La torre all'incrocio del transetto occidentale con la navata è quadrata; quella sulla crociera orientale è ottagonale. Entrambe sono del tipo chiuso, non illuminano all'interno. Il tutto arricchito con un trionfo di archi ciechi, semicolonne ed archetti ornamentali di colore scuro con pitture rosse.
  Al pari di altre abbazie tedesche, Santa Maria Laach decadde nel XIV e XV secolo, prima di entrare nella sfera di influenza della Bursfelder Kongregation. Risalgono a questo periodo i contributi di figure come Jakob Siberti, Tilman di Bonn, Benedetto di Munstereifel e il priore Johannes Butzbach.
  La pianta recupera modelli carolingi, ossia l’atrio, il westwerk con le due torri angolari rotonde ai lati, transetto è chiuso da una superficie piana, i lati del transetto presentano però absidi, ancora una volta torre nel punto d’incontro tra navata centrale e transetto e navata centrale e westwerk.
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DUOMO DI MAGONZA
CATTEDRALE DI MAGONZA
GERMANIA
1110 – 1239
  Il "Duomo di Magonza", fatto edificare dal vescovo Willigis, dedicato a San Martino di Tours e a Santo Stefano, si trova a Magonza, sulla riva occidentale del fiume Reno ed è un altro celebre esempio di arte romanica fu costruito nel secolo X ed è di stile "romanico renano".
STORIA
Nel 975 Willigis, vescovo di Magonza, fece costruire una cattedrale prendendo come modello San Pietro a Roma. Il giorno prima della consacrazione, che si sarebbe dovuta tenere nell'agosto 1009, il duomo fu distrutto da un terribile incendio e fu necessario attendere fino all'anno 1036 per la sua apertura ai fedeli. La costruzione attuale venne iniziata in seguito all'incendio del 1081 e venne continuata nei secoli successivi procedendo sempre da est verso ovest. Nel 1774 venne distrutta la torre occidentale gotica, invece la torre orientale gotica venne trasformata intorno al 1870 circa in torre neoromanica. Il duomo non venne interessato solo da incendi, ma fu colpito anche da fulmini e bombardamenti, per questo si resero necessarie diverse ricostruzioni nei secoli e in conseguenza di ciò presenta un varietà di stili.
  ESTERNO
È una costruzione assai massiccia, realizzata in arenaria rossa ed è caratterizzata da ben sei torri, quattro torri scalarie (contenenti scale per salire ai piani più alti) cilindriche, che si trovano lateralmente al corpo longitudinale, mentre le altre due sono di forma ottogonale ed una si trova sulla crociera, laddove il transetto incontra la navata centrale.
Westwerk in facciata.
Le entrate principali sono sui fianchi.
Il W. Presenta due torricine cilindriche ai lati delle navate laterali, mentre il transetto presenta due bracci laterali con le estremità chiuse da larghi portali laterali.
Altro elemento è la presenza della torre campanaria accanto a uno dei lati del transetto.
  INTERNO
La cattedrale è caratterizzata da una navata centrale più grande con copertura a crociera e da due navate laterali, sulle quali si trovano delle cappelle.
Presenta inoltre due cori, quello occidentale, dedicato a Santo Stefano, nel quale è presente l'altare maggiore, e nel passato era riservato al vescovo, mentre quello orientale era destinato ad accogliere l'imperatore. E proprio quest'ultimo coro rappresenta la parte più antica del duomo.
Al centro del transetto è collocata una torre parzialmente distrutta da alcuni bombardamenti verificatisi alla fine del XVIII secolo, che venne restaurata solo nel secolo successivo.
Sotto il coro orientale si trova una cripta risalente all'XI secolo.
 Nell'interno si possono vedere le tombe di principi e vescovi, come per esempio quella dell'arcivescovo Sigfrido III di Eppsrein, e ammirare numerose opere religiose, come alcune pale d'altare intagliate e uno splendido crocifisso ligneo di stile barocco realizzato da M. Rauchmiller intorno al 1700.
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DUOMO DI SPIRA
DUOMO DI SPIRA
GERMANIA
La cattedrale di Spira è un edificio di enormi dimensioni, fondato sopra un altro edificio ottomano preesistente, di cui però rimane traccia soltanto nella planimetria.
SPIRA I: Il primo grande impianto, costruito dal 1030 al 1061 su ordine dell’imperatore Corrado II. All’epoca era uno dei migliori esempi di architettura ottoniana.
Si distingue per:
-          grandi dimensioni
-          tre navate su pilastri
-          transetto sporgente
-          abside fiancheggiata da due torri
-          fronte su portico
-          presbiterio articolato
-          cripta ampia
-          scansione delle partei della navata centrale con altissime semicolonne che sembrano quasi - sorreggere il soffitto (all’epoca piano, senza volte)
-          alta galleria di arcate cieche che incorniciano le finestre
-          semicolonne appoggiate a pilastri anche nella cripta
 la trasformazione di fine secolo sotto Enrico IV
SPIRA II:
-          stesse dimensioni
-          viene ricostruito il transetto, l’abside
-          rinnovamento della partitura della navata centrale per rendere possibile l’innesto di una copertura a volta
-          12 arcate su pilastri
-          Pareti della navata centrale decorate non solo da semicolonne ma da un triplo strato di semicolonne con ciascuno livello destinato a terminare a concludersi nella parte superiore in un elemento architettonico.
-           comprende la ricostruzione del transetto, dell’abside e soprattutto il rinnovamento della partitura nella grande navata, operazione diretta a rendere possibile l’innesto di una copertura a volta.
La navata era composta da 12 arcate singole su pilastri, inserite sopra semicolonne addossate ed alte fino ad includere le finestre (motivo ispirato alla basilica di Treviri), è stata rifatta nelle intelaiature con l’aggiunta di un risalto ogni due pilastri, ricavando così un sistema alternato di sostegni principali e secondari, quindi la serie dei pilastri principali diventa l’ossatura primaria, preparata a ricevere i contrarchi. In questo modo l’interno della cattedrale, dominato dalla grande navata, appare marcato dal ritmo serrato ed imperioso delle altissime arcate (vero ordine colossale posto ad assicurare l’unità figurale dell’impianto).
In questo monumento da una pianta semplice e compatta si innalza nello spazio un complesso architettonico variato e mosso, in cui lo slancio verticale delle quattro torri risalta sulle masse orizzontali della navata, e dove il blocco costituito dal transetto e dal coro, con torri e tiburio si contrappone a quello del corpo occidentale, dotato di altre due torri e di un secondo tiburio.
Esterno:
Westwerk
-          a 3 campate ognuna abbinata ad un portale
-          3 piani sovrapposti:
1)nartece
2)rosone più due monofore laterali
3) galleria di archetti ciechi
-          Al disopra del corpo del westwerk tiburio ottagonale recante sulle 4 facce 4 quadranti di orologi
-          Di fianco al westwerk due slanciati campanili inglobati all’interno del corpo delle due navate laterali.
-          Le torri scalari che circondano il capocroce sono alleggerite nella parte superiore da monofore e trifore, mentre gli ultimi tre piani del campanile sono scanditi da cornicioni di archetti.
Abside:
-          coro a pianta quadrangolare con tetto a spioventi
-          ai suoi lati due campanili coperti da guglie
-          grande abside semicircolare. Questa è decorata nella sua parte superiore subito sotto il tetto da una galleria di archetti a tutto sesto sorretti da esili colonnine con capitelli romanici.
  In planimetria:
-          endonartece o westwerk con 3 ingressi
-          corpo longitudinale in 3 navate (quella centrale più larga misura 15 m) in origine con copertura lignea e poi successivamente (Spiara II) con copertura a volta
-          navate laterali con volta a crociera risalente a Spira I
-          sul quadrato di incrocio si erige il tiburio mentre torri scalari sono ricavate dall’endonartece e a ridosso dell’abside e del transetto
-          transetto spostato verso l’alto e con bracci a terminazione piana
-           il coro è circolare ma privo di deambulatorio (caratteristica tipica ottomana); non è presente l’alternanza dei pilastri, infatti questi sono differenziati l’uno dall’altro soltanto da una semicolonna.
-          I muri sono molto spessi, con poche finestre posizionate molto in alto.
-          Al di sotto del transetto cripta divisa in 3 ambienti con colonne basse e tarchiate. La cripta ha una copertura con volte a crociera.
  Interno:
presenza come di elementi portanti di sostegno di pilastri a cui sono addossate due colonne: una sulla facciata della navata centrale, una su quella laterale; ma ciò che è innovativo che diventerà tipico del romanico e del gotico è che queste colonne sono alzate: il loro arco di imposta arriva all’altezza degli archi che coronano le grandi finestre centinate del cleristorio nella navata centrale che è più alta.
navate e campatelle: L'aula della cattedrale di Spira è suddivisa in tre navate da una serie di pilastri con semicolonne addossate. La navata centrale appare molto luminosa grazie alle grandi monofore delle pareti laterali e piuttosto slanciata grazie alla mancanza di matroneo o del triforio. Lungo le pareti, al disotto delle grandi monofore, vi sono degli affreschi raffiguranti Store della vita di Maria, opere in stile Nazareno realizzate da Johann Schraudolph nell'Ottocento. In realtà, nel progetto originario, le pareti della chiesa dovevano essere completamente spoglie ma, quando negli anni '60 del Novecento sono stati rimossi tutti i dipinti ottocenteschi, si decise di lasciar stare gli affreschi della navata centraler poiché consoni all'ambiente.
Le due cappelle principali della chiesa sono la Doppelkapelle (cappella di Santa Caterina) e la Unterkappelle (cappella di Sant'Emmeram). La cappella di Sant'Emmeram si trova al piano delle navate ed è anche il battistero della cattedrale. Essa è a pianta quadrata ed è divisa in tre navate con tutte le campate uguali da quattro colonne romaniche con i capitelli finemente scolpiti. Il vano centrale della cappella è privo della volta (che per le altre campate è a crociera) e vi è il grande lucernario ottagonale che dà sulla cappella di Santa Caterina. Anche quest'ultima, come il battistero, è composta da tre navate sorrette al centro da quattro colonne ed è coperta da volte a crociera. Però a differenza della Unterkapelle, è priva di altari e, lungo le pareti, si trovano dei moderni reliquiari di alcuni santi.
Transetto e presbiterio: Come in gran parte delle grandi chiese coeve, anche la cattedrale di Spira è dotata del transetto. Quest'ultimo, di notevoli dimensioni, è dotato di due cappelle semicircolari (una per braccio) sulle pareti di fronte alla fine delle navate laterali, di cui una è dedicata a Sant'Afra di Augusta, e di due piccole cappelle rettangolari prive di altari in corrispondenza delle due bifore che si trovano sulle pareti fondali dei due bracci, ognuna chiusa da una bifora sorretta da una colonna. All'intersezione fra la navata centrale, il transetto e l'abside, che qui appare molto profonda, vi è una semplice cupola ottagonale coperta da una semplice volta ad ombrello in cui si aprono delle monofore con arco a tutto sesto.
La zona del presbiterio è rialzata su diversi livelli e il lungo coro termina con l’abside con arcate.
 Il presbiterio si sviluppa sia all'interno dell'abside e della crociera, che nelle ultime due campate della navata centrale, si presenta costituito da due livelli:
livello inferiore: interamente all'interno della navata centrale, costituisce il "presbiterio feriale" con un piccolo altare in stile moderno;
livello superiore: collegato da una scalinata con il livello inferiore, accoglie sia l'altar maggiore della chiesa che la cattedra vescovile del vescovo della Diocesi Cattolica di Spira.
  Il modello della Cattedrale di Spira fu spesso utilizzato come modello per altre chiese, come per esempio nella chiesa dei SS. Apostoli a Colonia, dove però appare anche il tricoro.
  Nella cattedrale di Spira abbiamo due soli livelli, poiché la grande altezza della navata laterale consente di poter fare a meno del matroneo: abbiamo così due livelli, quello degli alti piedritti e quello delle monofore
È presente una galleria praticabile che gira tutta intorno alla chiesa.
L’illuminazione è diretta sulla navata centrale, che è completamente costruita in pietra con pochissime decorazioni. La luce entra dalle ampie monofore inquadrate dalle arcate e dalla monofora centrale sotto l’arcata d’imposta della volta a crociera centrale.
L’interno è caratterizzato dal colore del materiale di costruzione, blocchi di arenaria rossa, alternata ad arenaria striata gialla, bicormia che sottolinea gli archi delle volte a crociera.
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CATTEDRALE DI ELY
ELY CATTEDRALE
INGHILTERRA
1090
Primo edificio 673 monastero doppio di Ely 8doppio: sia maschile che femminile) distrutto dai danesi nel 870. Il monastero venne ricostruito per diventare comunità benedettina nel 970. La prima edificazione della chiesa nella forma attuale iniziò nel 1083 e fu consacrata cattedrale nel 1109.
Costruita sotto Guglielmo I nel 1083 dall’abate Simeone all’interno di un ambiente monastico del X secolo sorto probabilmente sui resti di una costruzione religiosa precedente, ha una pianta cruciforme con un ulteriore transetto nella parte occidentale parallelo al corpo longitudinale (è la Cappella della Madonna realizzata in stile gotico). Il nartece è massiccio, scandito da 3 campate quadrate e più largo del corpo longitudinale, presenta una torre scalaria centrale a base quadrata fiancheggiata da 4 rotonde laterali di cui, però, le 2 a sinistra non più esistenti.
 Il corpo longitudinale, come il transetto, sono tripartiti da pilastri con semicolonne e, nel loro punto d’intersezione, si erge una torre posto sotto una cupola ad ombrello.
Superato il transetto, la parete del corpo longitudinale risulta movimentata da robusti contrafforti. Come la cattedrale di St. Albans, l’edificio è decorato con arcate a sesto acuto che si sviluppano su 3 registri sovrapposti.
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CATTEDRALE DI ST ALBANS (SANT ALBANO)
CATTEDRALE ST ALBANS
(CHIESA ABBAZIALE DI SAN ALBANO)
HERTFORDSHIRE - INGHILTERRA
dal 1077
  La cattedrale di St Albans (cattedrale e chiesa abbaziale di Sant'Albano, in inglese Cathedral and Abbey Church of St Alban precedentemente St Albans Abbey) è la chiesa principale della diocesi anglicana di St Albans, nell'Hertfordshire (Inghilterra).
La chiesa ha la navata più lunga d'Inghilterra (84 metri) ed è una cattedrale solo dal 1877, anno in cui fu creata la diocesi locale. Chiamata tuttora abbazia, la chiesa rappresenta solo una parte dell'antico monastero benedettino che qui sorgeva sin dall'VIII secolo, fondato sulla tomba del martire Albano d'Inghilterra.
Caratteristico di quest’edificio è l’uso di archi a sesto acuto in sostituzione a quelli a tutto sesto di comune impiego.
 La facciata presenza 3 portali di accesso, che anticipano la ripartizione interna, collocati dentro archi concentrici posti una sorta di tetti molto acuti. Contrafforti, un rosone centrale e archetti pensili movimentano la facciata e nascondono la copertura delle navate laterali (più basse di quella mediana). La facciata è inquadrata da 2 esili torri circolari scalarie che nascondono, ad una prima visione frontale del complesso, i possenti contrafforti esterni che reggono le pareti delle navate laterali.
Internamente il corpo longitudinale, di forma allungata, è tripartito da possenti pilastri con semicolonne addossate sopra le quali partono arcate concentriche e costoloni delle coperture a crociera delle navate laterali mentre quella centrale presenta una copertura piana lignea. Le pareti della navata centrale si sviluppano in altezza e sono articolate su 3 registri: arcate, triforio e cleristorio. Il corpo longitudinale porta al coro prima di raggiungere il punto d’intersezione con il transetto (molto sottile) sopra il quale si erge una torre quadrata; infine si arriva al presbiterio e, in fondo ad est, si apre un piccolo vano rettangolare dove è stata ricavata la Cappella della Madonna.
Questa cattedrale forma il centro di uno schema a forma di croce (o di "X") sul territorio della città insieme ad altre quattro chiese medievali, tre delle quali ancora esistenti, una per ciascuna direzione di provenienza, ed abbiamo chiamato questo schema "crucibulum", l'antico nome del crogiolo alchemico, per i profondi significati che esso ha. Troviamo il simbolo di questo crucibulum più volte sul suolo attorno alla cattedrale, celato da elemento decorativo.
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NOTRE DAME DI JUMIEGES
NOTRE DAME DI JUMIEGES
FRANCIA - NORMANDIA
1037-1066
  Di questa chiesa rimane ben poco: le coperture sono crollate insieme ad alcuni muri.
Abbazia intitolata alla vergine
Chiesa ricostruita nel 1040-1067 dopo essere stata distrutta dai vichinghi.
È un’abbazia benedettina che viene mandata in rovina prima durante le guerre di religione tra cattolici e protestanti francesi e poi durante la rivoluzione francese.
Opera voluta dal re normanno Guglielmo I. È una chiesa normanna.
Le chiese normanne si caratterizzano per lo sviluppo in altezza con torri in facciata, la chiesa diventa quasi una fortezza, infatti erano spesso soggette a saccheggi e poi per la ricerca della luce attraverso alte finestre (caratteristica che sarà propria dell’arch. Gotica)
Tra le due torri (46 m h) vediamo ciò che rimane dello stretto frontone della navata centrale. Campate su base quadrata; ad ogni campata della navata centrale ne corrispondono due delle navate laterali.
Deambulatorio (del periodo gotico) attorno al grande abside del lato orientale.
3 ordini: gli archi, il triforio aperto e poi il cleristorio formato da finestre.
La navata ha un’altezza di 25 m la più alta in normandia.
4 campate di cui 8 nelle navatelle.
  La facciata è molto alta e con due torri laterali che occupano lo stesso spazio delle navate laterali: lo spazio interno è leggibile dalla forma della facciata.
Le aperture sono ben poche tanto che la chiesa assume l’aspetto di un edificio fortificato (questa caratteristica deriva dalla forte influenza dell’architettura dei castelli).
Il materiale usato è una pietra locale assai ben lavorabile; questo rende possibile scolpire la pietra in blocchi molto regolari e limitare al minimo l’uso di malta.
Planimetria: è presente il sistema obbligato, l’alternanza tra colonne e pilastri a fascio è accentuata da una nervatura che continua sulla volta definendone le campate; in questa chiesa troviamo uno dei primi deambulatori.
Il desiderio di rendere leggibile il sistema costruttivo emerge da tutto l’insieme e dai numerosi particolari, un sistema costruttivo che dopo molti esperimenti e momenti di passaggio è diventato ormai finalmente chiaro e sicuro. 
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