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Sanremo 2022 uguale, anzi peggiore degli altri.
Avevamo cercato di capire le esigenze della produzione nella passata edizione del festival Sanremese, quella del 2021, che, per la pochezza della qualità delle canzoni in gara e per la mancanza del pubblico in sala, si era arrampicata sugli specchi della trasgressione, oltre ogni limite imposto dalla più elementare decenza, pur di fare “ascolto”.
Lo avevamo detto in una nota postata appunto alla fine del festival scorso.
Quest’anno il pubblico in sala c’era e almeno nella prima serata le canzoni, certo non tutte, qualcosa di buono riuscivano a dire.
Allora, se pubblico e qualità delle canzoni facevano presagire un festival “passabile”, perché riproporre uno schema che, per un anno intero, altro non ha fatto che suscitare critiche e malcontento nella stragrande maggioranza degli italiani?
Perché si continua a volere un festival che va contro il buongusto e la decenza?
Perché queste ostentate esternazioni di volgarità e dissacrazione di quanto rappresenta l’essenza stessa dell’identità nazionale?
C’era proprio bisogno, per fare ascolto, della volgare presenza sul palco di personaggi invisi alle famiglie e, per quello che propongono nelle loro performance, deleteri e fuorvianti per i giovani?
E anche stavolta, un personaggio fuori dalle righe come Achille Lauro, pur se complessivamente morigerato rispetto allo scorso anno, non si è esimato dall’immancabile provocazione. La scena ultima, la chiusura dell’esibizione è stata altamente immorale.
Scene da brividi, volgari e dissacranti, alle quali si è unita la stucchevole finale del pugno chiuso esibito dalla rappresentante di lista.
Un richiamo al comunismo che proprio ci ha fatto venire il voltastomaco.
I poveretti sul palco dimenticano che li erano per cantare, cosa che nemmeno riescono a fare, e che, comunque, l’ideologia che vorrebbero rappresentare non ha bisogno di rappresentanti di lista, essendo stata esecrata dalla società civile al punto da non essere presente sulle schede elettorali oramai da molto tempo.
Questo la prima sera, adesso Amadeus ha a disposizione le restanti serate per cercare di dare un senso a questo festival, provando a farlo diventare quello che deve essere: la vetrina della canzone italiana.
Un festival della musica, una competizione tra professionisti, un traino per l’economia del settore che langue da troppo tempo, e della cui crisi manifestazioni come quelle di ieri sera non sono per nulla estranei.
Febbraio 2022 
Mario Settineri
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Elezioni del Presidente: questo o quello per me pari sono
La vicenda ultima dell’elezione del Presidente della repubblica, per come si è svolta e per l’esito finale che ha avuto, ci ha finalmente chiarito, oltre ogni ragionevole dubbio, come il sistema, voluto subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, non sia rispondente agli interessi degli italiani.
Affermiamo questo di là dalle valutazioni dell’operato di questo o quel Partito politico, di questo o quell’altro capo bastone, ognuno com’era alla ricerca del tornaconto per la propria parte politica.
Oltre gli interessi di parte è il metodo, il Sistema, che non regge.
Siamo, infatti, tutti convinti che se al posto di Mattarella fosse stato eletto un altro qualsiasi delle personalità indicate, nulla sarebbe cambiato, perché chiunque sarebbe stato costretto a muoversi dentro il Sistema, con le regole che esso detta.
Quindi, non è questione di nomi ma di metodo.
Questo noi Missini lo diciamo da sempre, da una vita.
Un Presidente per svolgere appieno e in modo esaustivo il suo mandato, deve poter muoversi senza i lacci e i laccioli che l’attuale sistema impone.
Deve poter essere libero dai condizionamenti dei partiti e deve poter non avere sentimenti di gratitudine, quando non di altro, verso nessuna forza politica, ma, invece, avere come riferimento la Nazione e il popolo e a essi, solo ad essi, avere cura di rispondere.
E’ lapalissiano che a oggi così non sia.
Ritorna, allora, più urgente che mai la necessità di avviare le modifiche costituzionali che portino la Nazione a una Repubblica presidenziale, il cui capo sia scelto con votazione diretta dall’intero corpo elettorale.
Un sistema, come noi lo auspichiamo, in cui oltre al Presidente direttamente eletto, sia prevista la partecipazione nelle scelte politiche della parte sana e produttiva della Nazione, che solo una democrazia corporativa garantisce.
Queste e solo queste sono le grandi riforme di cui c’è necessità.
Ogni altro pannicello caldo servirà alla perpetuazione di un Sistema funzionale solo alla propria stessa esistenza e, perciò stesso, deleterio per gli interessi della Nazione.
gennaio 2022
 Mario Settineri
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Il Camerata Arnaldo Rao ci ha lasciati, è andato oltre.
Col cuore colmo di mestizia diamo questa notizia alla nostra comunità.  Arnaldo è sempre stato impegnato in prima persona in difesa dell’Idea. E’ stato ininterrottamente militante del MSI prima e del MSFT dopo. 
Nella sua lunga militanza ha ricoperto prestigiosi incarichi in seno al Movimento. Sempre presente, sempre disponibile, un grande maestro per tanti di noi.
Aveva il cuore piagato dall’assassinio del fratello Vincenzo, trucidato, a guerra finita, dai partigiani. Non perdeva occasione, Arnaldo, per parlare del fratello, e sempre con le lacrime agli occhi.
Oggi le lacrime bagnano i nostri occhi nel ricordarlo.
Memori dei suoi insegnamenti, della sua fervida fede nell’Idea, oggi che non è più tra noi, gli facciamo una promessa: I barbari non vinceranno. Continueremo la sua lotta. 
Che la terra gli sia lieve.  
Mario Settineri MSFT Sicilia
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Mediterraneo, mare di pace?
13 maggio 2021
Mare senza pace, il Mediterraneo. Una volta culla di civiltà, oggi teatro di vicende tristi, drammatiche, assurde.
Ieri, pensando al Mediterraneo si andava alle civiltà che su di esso erano fiorite: Fenicia, egizia, ellenica, cartaginese, romana, oggi non si può non pensare alle immani tragedie che esso richiama alla mente.
Prima tra tutte quella del popolo palestinese, aggredito quotidianamente dalla protervia sionista che, erodendo continuamente e occupando un territorio non suo, costringe nel dramma dell’incertezza della Patria un intero popolo.
Israele, con metodi subdoli, incurante del più elementare diritto internazionale, l’inviolabilità dei confini di una Nazione, si appropria, quotidianamente, di porzioni di territorio, relegando i palestinesi in spazi sempre più angusti, circoscritti, controllati.
Ricordiamo come la genesi di tutto risalga all’improvvida decisione, presa dalle Nazioni vincitrici del secondo conflitto mondiale, di realizzare in territorio palestinese una Nazione: Israele.
Già quest’atto fu una soverchieria, un atto violento perpetrato ai danni di un popolo che vide imporsi la presenza di una comunità, organizzata in Nazione, che strideva con il proprio diritto a vivere la loro storia.
La creazione artificiale di Israele, ricordiamolo, fu un’esigenza per gli Stati vincitori del conflitto mondiale.
Servì soprattutto agli Stati Uniti per stabilire una testa di ponte in un’area a forte propensione nazionalista, che, assieme all’Italia, avrebbe rappresentato gli interessi americani nel quadrato euro-mediorientale.
Da allora Israele, godendo la protezione della più forte potenza mondiale, l’ha fatta da padrone. Ha continuamente, e in barba ad ogni richiamo internazionale, allargato il proprio territorio; condotto una politica di snaturamento della realtà palestinese; introdotto l’apartheid.
Il controllo delle alture del Golan, l’allargamento territoriale nella striscia di Gaza, il controllo della spianata delle moschee, la proclamazione di Gerusalemme a Capitale dello stato ebraico, sono solo alcune delle azioni oppressive messe in atto da Israele. 
A questo si aggiunga il controllo dell’energia elettrica, dell’acqua potabile, del mare antistante Gaza, di ogni attività economica di rilievo e si ha il quadro della drammatica situazione che vive quotidianamente la Nazione Palestinese.
Una costante pressione che sfocia in legittimi atti di rivolta cui seguono, inesorabilmente, attacchi indiscriminati da parte israeliana, che provocano morti e distruzioni. Ciclicamente, costantemente. 
Altra drammatica situazione è quella che si vive nell’Africa Settentrionale. La Libia, dalla scomparsa di Gheddafi non riesce a trovare un attimo di pace. Troppi sono gli interessi internazionali che le ruotano attorno per sperare in un avvenire di serenità.
Oltre ai conflitti interni, la Libia è anche il valico verso l’Europa per la transumanza umana voluta dai negrieri del XXI secolo, dal padronato cosmopolitico. Spostamenti di masse di clandestini alla ricerca di una condizione di vita migliore che ha ripercussioni negative sull’Europa, per ciò che comporta da punto di vista socio economico, ma che ha risvolti ancora più drammatici per la Sicilia (Lampedusa) che è il primo approdo per questi disperati. 
Altro problema è quello che interessa le attività di pesca che nel Mediterraneo si svolgono. La nostra marineria è costantemente oggetto di attacchi da parte delle forze armate libiche e tunisine che, arbitrariamente, ritengono di limitare l’esercizio della pesca in acque internazionali praticato dalla nostra flottiglia.
A questo si aggiungono, è notizia di questi giorni, le aggressioni dei marinai turchi ad alcuni nostri pescherecci di Mazara, in un crescendo d’intimidazioni internazionali che non possono essere tollerate e che richiedono una presa di posizione chiara e decisa, in difesa dei nostri legittimi diritti, da parte del Governo italiano.
La summa di tutto questo ci consegna un Mar Mediterraneo continuo scenario di fatti drammatici, le cui soluzioni sembrano lontane dal concretarsi, anche per l’ignavia di un’Europa assente nella difesa del Diritto internazionale e di un’Italia incapace di tutelare i propri legittimi interessi.
Mario Settineri
Responsabile Politiche Mediterranee MSFT
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La Guardia Costiera libica apre, ancora una volta, il fuoco sui nostri pescherecci
07 maggio 2021
Ancora attacchi alla nostra marineria civile, ancora terrore per i nostri pescatori nel Mar Mediterraneo, ancora sangue versato sull’altare del diritto al lavoro.
I fatti che si sono verificati al largo delle coste libiche in pieno Mar Mediterraneo, sono noti a tutti. La Libia, avvalendosi unilateralmente dell’applicazione del Trattato di Montego Bay, che consente di allargare fino a 200 miglia la propria competenza sulle acque internazionali, ricordiamo che tale Trattato può essere applicato solo dopo accordi tra le Nazioni interessate, cosa mai avvenuta con l’Italia, ritiene di poter, con atti di vera e propria pirateria, condizionare e limitare l’esercizio alla pesca in quel tratto di mare.
La storia si ripete da troppo tempo, in altro articolo abbiamo dettagliatamente spiegato la genesi e la successiva evoluzione di una crisi che si trascina dagli anni ’70.
La serietà del problema ci impedisce di ironizzare sul fatto che la motovedetta cha ha aperto il fuoco contro i tre navigli di Mazara del Vallo, ferendo il Capitano del peschereccio Aliseo, Giuseppe Giacalone, sia stata regalata ai libici dal Governo italiano. Una casualità che nulla aggiunge alla drammaticità degli eventi che si sono svolti in pieno Mediterraneo.
Da notizie di stampa apprendiamo che la Farnesina si è preoccupata di minimizzare l’accaduto precisando che il Comandante Giacalone “ha solo un lieve taglio di due centimetri” provocato dall’infrangersi dei vetri a seguito degli spari.
Nella dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri italiano c’è tutta l’insipienza di un Governo che non riesce a comprendere la gravità della situazione, che va oltre il caso specifico dell’aggressione ai motopescherecci mazaresi, ma che afferisce alla sicurezza generale di chi opera nel settore della pesca.
E vane sono state le richieste che da più parti sono giunte al Governo, anche il sindaco di Mazara del Vallo ha chiesto immediata risposta alle autorità. per avere una presa di posizione che al di là del fatto odierno e della sua reale dinamica, possa dare prospettiva di tranquillità ai nostri connazionali che dal mare traggono il loro sostentamento.
Non è più possibile tollerare che situazioni del genere possano ripetersi; non è più possibile lasciare un comparto tanto importante per l’economia siciliana, ma anche nazionale, sprovvisto di adeguata sicurezza; non è più possibile che i nostri marinai debbano rischiare ogni giorno la vita per portare a casa un tozzo di pane.
Intervenga, il governo, con forza e decisione. Si attivino tutte le istituzioni internazionali per tutelare il lavoro dei marinai siciliani e la dignità dell’Italia.
Mario Settineri  
Regretario Regionale MSFT
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23 marzo 1919, centodue anni e sembra ieri
Oggi, 23 Marzo, ricorre l'anniversario della fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento, il movimento politico nato a Milano nel 1919 che, due anni e mezzo dopo, si trasformò nel Partito Nazionale Fascista.
La fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento ha segnato un evento di straordinaria importanza, perché è stato proprio quel movimento che ha saputo raccogliere -sotto la stella polare di un programma autenticamente Nazionale e Sociale  - le istanze della migliore Italia, quella che usciva, ferita e arrabbiata, ma soprattutto orgogliosa, dalla Prima Guerra Mondiale e da tutto ciò che essa aveva rappresentato per il nostro Popolo. 
Erano anni di fermento, in cui  su tutta Europa incombeva il mostro Bolscevico che ,versando fiumi di sangue, s'era impadronito della Russia e gia' dilagava in tutto l'Est ed il Centro di essa. 
Dall’altro lato ,la sfrenatezza degli appetiti di una minoranza di "pescicani",  ingrassati dalle commesse di guerra e sostenuti dalla Finanza di Wall Street-vera vincitrice della I G.M- forniva masse di disperati e  diseredati agli eserciti della Sovversione. 
Ebbene, a Milano si radunarono, centodue anni or sono, coloro che compresero una verità fondamentale: ovvero che solo una terza via, quella della socializzazione delle imprese, del nazionalismo e del VERO anticapitalismo, avrebbe potuto salvare l'Italia ,sia dalla prospettiva del liberismo sfrenato, sia da quella del marxismo internazionalista. 
Oggi noi, del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, intendiamo ricordare quanto accadde ormai più di un secolo fa non per retorica o nostalgia, ma per rimarcare una continuità ideale che deve portarci ad attualizzare, ora e nel futuro, quei concetti, quei programmi e quelle battaglie, consapevoli che quel complesso valoriale rappresenta, oggi come ieri, la soluzione dei problemi che affliggono la società. 
Sicuri, sempre di più, che il DOMANI APPARTIENE A  NOI.
Attilio Carelli SN
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Convocazione Segreteria regionale
Ai camerati membri della Segreteria Regionale Siciliana.
Si comunica che per sabato 27 marzo 2021, alle ore 21:00, è convocata la Segreteria Regionale in forma telematica, con il seguente OdG: 1) Stato dell’arte 2) Relazioni dei componenti la Segreteria 3) Varie ed eventuali         Conclusioni del Segretario Regionale. La partecipazione è riservata agli aventi diritto. Il camerata Daniele Mammino fornirà il link del collegamento un’ora prima su questa stessa pagina. Semper urit.
Mario Settineri SRS
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Augusta, No del Movimento Sociale FT  all'abbattimento di parte del Castello Svevo.
Augusta, No del Movimento Sociale FT  all'abbattimento di parte del Castello Svevo.
L’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana,  ha disposto il restauro del castello Svevo di Augusta, edificio simbolo della città fin dal XIII secolo. Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore ritiene improcrastinabile il salvataggio della storica struttura in tutto il suo insieme e non come previsto dal progetto, attraverso l'abbattimento della piano superiore del castello che, a detta degli esperti renderebbe instabile il piano terra; tale improvvido intervento sfigurerebbe per sempre la struttura originaria del manufatto e rappresenterebbe l'ennesimo sfregio alla città di Augusta ed alla sua storia. Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore chiede che il Castello Svevo sia restaurato mantendendone l'attuale configurazione, attraverso uno studio approfondito finalizzato ad evitare l'abbattimento di una sua quota parte. Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore chiede all'amministrazione comunale di attivarsi ed ai cittadini di vigilare affinchè il Castello Svevo sia salvato nella sua interezza: Si al restauro, No all'abbattimento!
Breve storia del Castello Svevo di Augusta: La fortificazione medioevale probabilmente iniziò la realizzazione al 1232, e sarebbe costruito su una preesistente torre di avvistamento di età normanna. La costruzione del castello, sulla piccola penisola denominata "Terra vecchia", fu voluta dall'imperatore Federico II di Svevia e affidata a Riccardo da Lentini. I lavori terminano nel 1242. A testimonianza vi è un'epigrafe nel Castello che recita: "Augustam Dìvus Augustus condidit urbem. Et tulit ut tìtulo sit Veneranda suo". Il nucleo svevo del complesso militare è costituito da un quadrato murario di 62 metri per lato e otto torri con uno spessore murario di 2,60 m e con fodero di conci in pietra arenaria giuggiulena. Gli interni sono caratterizzati da grandi arcate ogivali e volte a crociera costolonate gotiche. Le quattro torri squadrate a centro di ogni lato erano a Est e Ovest di pianta rettangolare e a Nord e Sud di pianta poligonale. Solo nel 1890 il Castello fu dismesso dall’uso militare per essere trasformato in carcere, funzione che ha svolto fino al 1978. Negli anni, grazie ad alcuni interventi, si è evitato lo scivolamento della struttura. Il castello, inoltre, diventerebbe un’attrazione turistica non indifferente, se adeguatamente restaurato e reso museo di storia. su ciò che accade al Castello visto l’importanza storica ed architettonica che rappresenta. Restiamo vigili e pronti a schierarci con tutti i Cittadini che hanno a cuore la Storia di questa già martoriata CITTA’.
Il Commissario del Movimento Sociale Fiamma Tricolore                                                                                                                      GIANNOTTA Benedetto
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#BARRAFRANCA, PATRIOTI IN AZIONE!
Flashmob in piazza Regina Margherita e affissioni da parte dei militanti del Movimento Sociale Fiamma Tricolore e del Centro Studi Praesidium per ricordare i 160 anni di Unità Nazionale. 
ITALIA, UNA PATRIA DA AMARE. LIBERA, SOCIALE, SOVRANA.
#FiammaTricoloreEnna #PraesidiumBarrafranca
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Sanremo ventiventuno, cospargiamoci il capo di cenere.
 Cos’è un Festival? Un festival, oltre una kermesse di promozione di nuovi talenti e l’occasione per ascoltare della musica, è, anche, un momento di rappresentazione dello spaccato di una società.
E’ questo è stato, volenti o nolenti, quello di Sanremo ventiventuno.
Un Festival caratterizzato dal particolare momento che stiamo vivendo a causa del virus che ne ha condizionato, inevitabilmente, l’organizzazione e l’esecuzione sul palco.
La produzione ha cercato di sopperire a tali difficoltà e, permettetemi di dire, alla pochezza delle canzoni in gara, con la spettacolarizzazione.
E’ un trend che oramai da molti anni caratterizza il Festival della canzone italiana.
Quest’anno, però, si è ecceduto.
La produzione, per la necessità di cogliere l’attenzione del pubblico, che annoiato dalla pochezza dei testi e dalla scarsità delle musiche, ancorché dalla sconosciuta (o quasi) schiera di cantanti concorrenti, ha dovuto puntare tutto sulla spettacolarizzazione.
E si è vesto. Il contrasto tra le canzoni e i cantanti, ospiti compresi, è risultato subito evidente.
Insignificanti, per testi e musiche, le canzoni eseguite sul palco; oltremodo eccentrici, per abbigliamenti e comportamenti, gli esecutori.
Il tutto ha dato vita a uno dei più squallidi festival cui abbiamo assistito.
Su questo credo siamo in tanti a convenire.
C’è da chiedersi, a questo punto, perché si è scesi così in basso. Dobbiamo domandarci se la colpa di tutto ciò sia della direzione artistica del festival o, invece, questi non hanno fatto altro che riportare sul palco dell’Ariston uno spaccato della società italiana.
Io propendo per quest’ultima ipotesi.
Quello che intendo dire è che non possiamo stupirci di aver assistito a esibizioni come quelle di Achille Lauro o dei Maneskin, che hanno addirittura vinto il trofeo sanremese.
Quello abbiamo potuto vedere sul palco perché quella è la rappresentazione dell’Italia di oggi.
L’Italia che noi ogni giorno contribuiamo a costruire, con le nostre attività nel campo sociale, economico, politico.
Adesso trovo assolutamente inutile strapparsi i capelli, come qualche anima candida fa; trovo stupido profferire epiteti irriguardosi contro questo o quello, prendersela con il direttore artistico e più in generale con la Rai che è la “padrona” del Festival.
Ci hanno dato quello che noi chiediamo ogni giorno, tutti i giorni.
Rendiamoci conto che il festival, come il campionato di calcio, come mille altre attività sociali, è il frutto del nostro modo di pensare la società.
Se volessimo un festival diverso, che fosse veramente una vetrina della canzone italiana, dove la musica e i testi fossero la parte centrale e predominante della gara; se volessimo un Sanremo senza blasfemia, messaggi devianti, volgari oscenità, dovremmo per primi cambiare il nostro modo di costruire la società. Se ciò facessimo, in conseguenza, Sanremo tonerebbe a essere una piacevole gara di canzoni, un validissimo strumento di promozione dell’arte canora italiana.
 Mario Settineri
Membro Segreteria Nazionale MSFT  
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Giorno del ricordo ad Augusta - Insulse ed infondate notizie sui Media.
I giornali, a volte, riportano articoli che per l’insulsaggine e l’infondatezza del contenuto non andrebbero lette e, tantomeno, commentate.
Ma quando gli articoli vengono diffusi e quindi con essi si fa, inevitabilmente, opinione, si è costretti, nostro malgrado, a rispondere.
È un “atto dovuto”, il nostro.
Dovuto non a chi, con somma ignoranza e la mente ottenebrata dall’odio, ha rilasciato quelle dichiarazioni, ma ai nostri militanti, i quali, con la manifestazione del 10 Febbraio ad Augusta, hanno voluto ricordare le vittime innocenti dell’odio comunista nelle terre d’Istria e Dalmazia.
Evidentemente per questo signore e per gli ambienti politici cui fa riferimento, settantacinque anni e più da quel triste periodo della nostra Storia Patria sono passati inutilmente, e, oggi come allora, la menzogna, l’odio, il disprezzo per ciò che è italiano sono gli elementi fondanti della loro logica politica.  
A ciò si aggiunge la patologica propensione nel vedere manifestazioni violente ove, invece, c’è solo la richiesta del riconoscimento del tributo di sangue che intere popolazioni, quelle istriana e giuliana – dalmata, dovettero versare per la loro conclamata italianità.
Certo, a chi s’ispira a Partiti come quello comunista, il cui capo, Palmiro Togliatti, proprio in quel tempo, dalla sua amata Russia dove si era trasferito perché si vergognava di essere italiano, osava dichiarare che il Partito Comunista guardava con occhio benevolo all’occupazione del suolo italico da parte delle milizie Titine e invitava i suoi Compagni a unirsi alle bande jugoslave, per contribuire a portare a termine quella pulizia etnica che era nel disegno del Generale Tito, chi ha questi riferimenti culturali e politici, dicevamo, non può comprendere che ci sia chi, invece, vuole ricordare eroi atrocemente trucidati nelle Foibe, per la sola colpa di essere italiani.
Per quanto riguarda, nello specifico, i fatti di Augusta, assolutamente false sono le dichiarazioni dell’ex deputato di Articolo uno, infatti non si è data vita a nessuna manifestazione nostalgica, nessun canto fascista è stato intonato. Solo e semplicemente si è voluto onorare, come ben recitava lo striscione esposto, il ricordo delle vittime delle foibe, in concomitanza con quanto avviene, con buona pace dell’ex deputato di Articolo Uno, ovunque in tutta Italia, stante che la data del 10 febbraio, grazie alla ferrea volontà e determinazione del MSI, che da sempre e da solo, si è battuto perché finalmente anche i martiri delle Foibe avessero il loro posto nel calendario dei ricordi delle tragedie umane, è stata dichiarata "Solennità Civile Nazionale Italiana" (Legge 30 marzo 2004 n. 92).
Il resto è solo meschina, bassa, infima falsità che respingiamo con fermezza.
Non pensi l’ex deputato di Articolo Uno di trascinarci in una querelle dialettica. Ci rifiutiamo a priori di interloquire con siffatto soggetto.
Se abbiamo speso il nostro tempo per questa nota, lo abbiamo fatto esclusivamente per rispetto della verità, dei Martiri delle Foibe, dei nostri militanti magaresi.
Mario Settineri
Segretario regionale MSFT Sicilia
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Governo da incubo
Quello che andrà​ ad incassare la fiducia, oggi non sarà​ solo il governo della Banca e del suo proconsole, ma anche quello dei PEGGIORI Peggiori dal punto di vista oggettivo(Speranza ne è​ l'emblema),ma soprattutto da quello etico. Alle Camere l'opposizione di centrodestra (se così​ si può chiamare il gruppetto guidato dalla nuova pupilla dell'ASPEN) è ridotta alla quarta parte,ed anche se non è certa la consistenza numerica dei dissidenti grillini, è​ certo che gli adoratori della poltrona li sopravanzeranno di gran lunga. Neppure è​ il caso di accennare alle larve politiche di FI​ ​ ​ che si accingono a realizzare​ il capolavoro del loro padrone, conchiudendo il di lui luminoso​ percorso politico all'insegna dell'inciucio e del tradimento del patto con gli elettori iniziato​ con lo sconcio del Nazareno. Ma la palma dell'eccellenza del voltaggabbanismo militante, oltre che della stupidità​ politica, spetta senza dubbio alla rappresentanza della Lega di Giorgetti​ ufficialmente "capitanata" da un irriconoscibile Salvini irr che, con​ verve espositiva all'altezza di quella sfoggiata nei giorni(o meglio delle notti ) del Papete, continua a ripetere- malgrado le evidenze- che tutto va bene e che il governo da incubo che con il suo appoggio vedrà​ la luce domani sarà​ il migliore della storia di​ questa​ repubblica. Governo da incubo per i presupposti sui quali è​ stato preposto a formarlo il numero uno degli esecutori dello smantellamento della nostra industria pesante, dell'incatenamento della nostra economia all'euro, del progressivo ed inesorabile cedimento di sovranità a quella UE che è la luciferina imitazioni di quella Europa che in venticinque secoli di magistero di civiltà ha illuminato il Mondo. Governo da incubo che vede rappresentati tutti i Partiti che hanno sostenuto il fallimentare Conte due e la sua criminalmente irresponsabile -e dal punto di vista sanitario e da quello delle disastrose​ conseguenze economiche di spesso cervellotiche e contradditorie disposizioni di prevenzione- gestione della "pandemia"​ . Gestione​ che ha visto​ -nella prima fase-la strage annunciata di anziani abbandonati nelle Case di riposo e di migliaia​ di malati nelle corsie e corridoi dei sovraffollati, insufficienti nosocomi funzionanti, scampati a dissennate politiche di privatizzazioni​ o chiusure perpetrate in tre lustri da centrodestra e centrosinistra ; che ha visto il nulla fatto nei mesi intercorsi tra questa e la seconda PREVISTA ondata; che ha visto e vede in questa ondata in atto​ le migliaia di morti NON CURATI grazie a protocolli che prevedevano la somministrazione del plasma immune solo come "cura compassionevole" cioè​ col paziente ormai intubato ed in fin di vita; che ha visto infine gli inspiegabili ritardi da parte dell'AIFA nella concessione del via libera-solo pochi giorni or sono- dei tanto derisi(quando li usò Trump) anticorpi monoclonali , evidentemente efficacissimi,  ed altrove da tempo impiegati... Governo da incubo perché i fautori dello ius soli, della dottrina gender​ nella scuole primarie e negli asili, della legge sull'omofobia , dell'apertura dei confini all'Invasione, anteprima​ della da loro messianicamente auspicata​ ​ Grande Sostituzione, avranno preponderante presenza, essendosi aggiudicati ministeri chiave. Governo da incubo al quale nani(ogni allusione è​ casuale) e ballerine-i rendono oggi servile omaggi in spregio al Popolo Italiano ed alla sua Dignità ,Diritto alla Libertà e Sovranità .
Anche se tutti noi no. DEO VINDICE!
Attilio Carelli SN MSFT
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Foibe: orrori e responsabilità del PCI
 Mentre ricordiamo con commozione le migliaia d’italiani che, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, e anche dopo, trovarono la morte per mano dei comunisti jugoslavi, non possiamo sottacere le responsabilità che i comunisti italiani ebbero nella drammatica vicenda.
Le foibe, gli esuli, le angherie, le violenze di ogni tipo e su ogni italiano, furono certamente opera della violenza comunista titina, ma quanta responsabilità ebbe il PCI in quelle orrende stragi?
Per avere contezza della complicità del PCI in quelle stragi basta leggere i carteggi tra Togliatti con altri funzionari del Partito Comunista. Da questi carteggi si evince in modo inequivocabile la complicità dei comunisti italiani.
Ricordiamo, inoltre, che da radio Mosca, eravamo nel 1942, Togliatti invitava gli italiani a unirsi ai partigiani jugoslavi.
«Noi consideriamo come un fatto positivo, di cui dobbiamo rallegrarci e che in tutti i modi dobbiamo favorire, l’occupazione della regione giuliana da parte delle truppe del Maresciallo Tito»: Lettera di Palmiro Togliatti al compagno Vincenzo Bianco, citata in Paolo Spriano, Storia del partito comunista italiano, Einaudi, Torino, 1975, Vol. V, pag. 437.
Il Partito Comunista non volle mai ascoltare le ragioni dei giuliano - dalmati, sia per motivi ideologici sia per non urtare la suscettibilità degli alleati jugoslavi e Sovietici, fece scendere sui fatti riguardanti la pulizia etnica operata dai miliziani titini il più assoluto silenzio.
Il Pci, che insieme alla Democrazia Cristiana e ai partiti del cosiddetto Arco Costituzionale, ha avuto il monopolio della cultura italiana, ha preteso che si nascondessero fatti atroci che solo dopo molti anni, e grazie alla tenacia e alla perseveranza del solo Movimento Sociale, hanno potuto finalmente essere portati alla luce e diventare patrimonio storico condiviso.
Mario Settineri
Membro Segreteria Nazionale MSFT
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PER NON DIMENTICARE
C’è una parte di Storia che non viene raccontata, una parte di Storia che non bisogna conoscere.
Se questa fosse conosciuta dalle nuove generazioni, il castello di menzogne costruito intorno alle vicende belliche del secondo conflitto mondiale, quelle menzogne che portano sprovveduti amministratori a erigere monumenti pallonari agli invasori, cadrebbero miseramente.
Un capitolo di quella Storia negletta ci riguarda da vicino.
Durante la seconda guerra mondiale anche i britannici fecero la loro parte, infatti catturarono sui vari fronti oltre diecimila ufficiali e soldati italiani, deportandoli, poi, nei campi di concentramento dell'India e del Sud Africa.
Un nostro concittadino (oggi non più fra noi) ebbe la sventura di essere catturato e deportato, prima in India e successivamente in Africa, da dove riuscì a fuggire e a raggiungere la terra italiana.
Questo nostro concittadino visse la dolorosissima esperienza dei campi di concentramento e delle angherie connesse al suo stato di prigioniero di guerra, ed oggi, "Giornata della Memoria", mi piace ricordarlo sia per il vissuto di cui ho fatto cenno, sia perché ha lasciato il ricordo dei suoi insegnamenti nella locale scuola di Piedimonte, nel corso della sua attività lavorativa, era questi il MAESTRO NINO TRIMARCHI.    ..."PER NON DIMENTICARE".
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COMUNICATO STAMPA Esprimiamo sconcerto e preoccupazione per l'annoso problema della sosta in rada delle Navi da crociera utilizzate per quarantena degli immigrati che sbarcano al porto commerciale. Augusta, ormai da parecchio tempo, è diventato il Porto di riferimento per lo sbarco dei clandestini. Quello che, una volta, era il secondo porto d’Italia per transito merci, è divenuto, nel tempo, punto di ristoro per immigrati clandestini portati in Italia dalle Unità Navali delle ONG. La Sicilia durante questa pandemia dovuta al Covid-19 è stata relegata più volte a zona rossa con tutte le conseguenze del caso per quanto riguarda la già disastrata economia locale. La Sezione di Augusta del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, intende far sentire la propria voce per quanto riguarda tale situazione, in considerazione del fatto che già in città si contano 182 casi di Covid e chiede con forza che si smetta di considerare Augusta il porto franco dove sbarcare gli immigrati clandestini mettendo a rischio la salute della cittadinanza. Inoltre, la presenza in rada delle Unità Navali da Crociera che fanno da navi quarantena, creano disagi e inquinamento visto che, le stesse, per lo scarico delle acque reflue si recano al largo per scaricare in mare, evitando di pagare il dovuto per un giusto ed equo scarico in apposite bettoline. Il Movimento Sociale Fiamma Tricolore chiede con forza alla nuova amministrazione di attivarsi, per la risoluzione di questo annoso problema affinché il Porto di Augusta torni ad essere snodo centrale per l’Economia Cittadina e per il benessere di noi tutti. Augusta deve tornare a vivere! Benedetto Giannotta Commissario Sez. Pino Rauti Movimento Sociale Fiamma Tricolore Augusta
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Dalla crisi alla riforma
Quello che è successo ieri al Senato e l’altro ieri alla Camera, durante il voto per la fiducia al Governo Conte, è stato esattamente quanto avevamo ampiamente previsto. Avevamo detto, in una nota precedente, come sarebbero andate le cose e così è stato. Abbiamo centrato in pieno. Questo non perché abbiamo doti paragnostiche o chissà quali altre misteriose capacità, ma, solo, perchè era fin troppo evidente che una crisi inventata all’insegna del proprio particolare interesse, non poteva che risolversi nell’unico modo possibile, acconsentendo, cioè, alle pretese del richiedente. Tutto chiaro, tutto ovvio, tutto lapalissiano. Non vogliamo trattenerci oltre sulla pochezza di una classe politica che ha smarrito, se mai l’avesse avuto, il senso alto e nobile della politica. Un’accozzaglia di persone, senza riferimenti politici, culturali, ideologici, che bivaccano nelle Aule parlamentari con il solo scopo di prolungarne il più possibile la loro permanenza per goderne le prebende e i vantaggi. Pecore guidate da ignoti pastori, che come tali si muovono fluttuando a destra e a manca senza riuscire a dare un valore alla loro presenza in Parlamento. Ognuno mosso dal proprio “particulare” in spregio agli interessi e alla volontà del popolo italiano. Adesso possono gongolare, hanno salvato la cadrega, e con essa stipendi e vantaggi propri della carica che (immeritatamente) ricoprono. Sarebbe facile mettere in risalto come tutto quanto si è svolto in questi giorni, sembrava essere una rappresentazione del teatro dell’assurdo. Potremmo parlare di una crisi generata in un momento difficile per la vita della Nazione, potremmo parlare delle assurde posizioni assunte dai partiti politici in questa fase e di quelle, particolari, di alcuni deputati. Potremmo dire della pochezza della relazione del presidente del Consiglio; delle sceneggiate, degli insulti nelle repliche, dell’offensivo ricordo di un martire eroe nazionale, utilizzato per portare una nota di “umanità” in un’aula grigia e sorda dimentichi che quando il MSI lo indicò come presidente della repubblica, Maggio 1992, nessuno di loro sostenne la candidatura. Potremmo ma non vogliamo, altri lo stanno facendo. Va bene così. Invece vogliamo portare l’attenzione su una Promessa fatta da Conte. In un passaggio del suo misero, debole, ammiccante discorso, Conte ha affermato che modificherà la legge elettorale in senso proporzionale. Bene! Questo è bene. Questo il MSFT chiede da una vita. Poter votare con il sistema proporzionale, per permettere a tutte le anime della Nazione di trovare posto nel Parlamento italiano. Un Parlamento eletto in modo proporzionale per dare vita a un’Assemblea Costituente, che riformuli le regole della politica in Italia è quanto chiediamo; Fa parte del nostro progetto politico. La riforma annunciata da Conte potrebbe essere il primo passo verso il raggiungimento di tale obiettivo. Forse è questo l’unico modo per dare un senso a questa crisi, perché altrimenti, per quanti sforzi facciamo, non riusciamo a classificarla. O forse si?!
Mario Settineri Membro segreteria nazionale MSFT
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Genitore1 Genitore2, la follia a Sinistra
Noto, con vivo piacere, una levata di scudi contro la malsana determinazione del Ministro, di un Governo in crisi, finito, imploso, Luciana Lamorgese, di sostituire sulle carte d’identità dei minorenni la dicitura “Padre” “Madre” con il generico “Genitore1” e “Genitore2”.
Quanto dichiarato dal Ministro, di un Governo in crisi, finito, imploso, è la ferrea determinazione di un progetto della Sinistra iniziato anni orsono, con l’istituzione dell’aborto, che vuole la disgregazione della famiglia naturale.
E’ un processo lento, che viene da lontano, come abbiamo detto. 
Un susseguirsi di azioni, in stile “finestra di Overton” che ha come scopo ultimo la negazione delle soggettività personali in favore di un collettivismo sociale di marxista memoria.
Da anni le politiche sociali dei vari governi hanno spinto, più o meno apertamente, in questa direzione.
Le motivazioni sono facili da comprendere: l’ossequio della politica mondialista e globalizzante a logiche aberranti portate avanti da ben individuate lobby che propugnano una società costruita su modelli diversi, anzi antitetici, a quelli sui quali si fonda la nostra millenaria civiltà.
Aborto, omosessualità, droga, pedofilia, sono solo alcuni degli strumenti di cui si servono per il raggiungimento dei loro scopi.
Quindi, bene leggere post d’indignazione, di rigetto, di condanna, sui Social. Ma, bisogna rendersi conto che questo non basta. Non saranno certo dei post, per quanto giusti e condivisibili, a fermare la follia che si è impadronita dei politici di Sinistra. No, certamente non basteranno.
Bisogna, per avere qualche speranza di salvare questa nostra Nazione, individuare i responsabili, isolarli e colpirli con l’emarginazione politica. Impedendo loro di arrivare nei posti decisionali, il Parlamento.
I post, le romantiche rivendicazioni, scorreranno via senza lasciare segno se permetteremo loro ancora di essere al Governo della Nazione.  
Rimbocchiamoci le maniche allora, cerchiamo di essere consequenziali, di adoperarci perché le cose che diciamo nei post diventino realtà legislative.
Se veramente crediamo in ciò che diciamo e scriverlo non è mero esercizio dialettico, allora non perdiamo tempo. 
Adesso è il momento di agire, il futuro dei nostri figli si scrive adesso. 
Il resto è nulla. 
Mario Settineri
Membro segreteria nazionale MSFT
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