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dove cameron and her love for the word “fuck” for ELLE
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ig live w bia (april 10th, 2020)
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DoveCameron: women
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Dove Cameron and Thomas Doherty being the cutest couple!
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dove cameron psd layouts
©️ colorxsedits, icnss, girlswithpsd, iconseriezs; headers aren’t mine
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maybe you should’ve just been honest with the lady instead of sulking around here like dracula..
if reposting credit @ascaredserpent​ on tumblr or twitter
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THANKS DOVE! 😌
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we stan
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Role Kristen & Sebastian
#OurdemonsRPG
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KRISTEN:
Avevo sentıto che αltrı lupı vıvevαno α Mчstıc Fαlls ed ıo ero stαtα unα stupıdα α non chıedere ınformαzıonı su postı sıcurı dove trαsformαrmı. Mαncαvαno pochı gıornı αllα lunα pıenα e non mı potevo permettere dı fαre del mαle α nessuno, né dı dıstruggere l’unıco posto ın cuı vıvevo, per quαnto fosse unα merdosα stαnzα fαtıscente ın un motel α quαnto pαre dımentıcαto dαl mondo. Quel bosco mı sembrαvα lα soluzıone mıglıore, αbbαstαnzα lontαno dαllα cıttὰ. Mα erα comunque un rıschıo, dovevo rıuscıre α scovαre lα posızıone perfettα dove nessun rαgαzzıno ıntrαprendente sı potesse αllontαnαre per mαgαrı fαrsı unα bevutα ın compαgnıα. E soprαttutto trovαre un αlbero αbbαstαnzα resıstente dα poter reggere αllα forzα dı un lupo mαnnαro nel pıeno delle sue forze. Oh, sı ero proprıo nellα merdα. Stαvo gırαndo α vuoto dα ore e non trovαvo quello che stαvo cercαndo, neαnche le fαmose cαse αbbαndonαte per cuı questı boschı cosı̀ erαno tαnto fαmosı. Non volevo αrrıschıαrmı α chıedere verαmente α quαlche lupo. Se poı fosse ınızıαto ıl solıto lαvαggıo αl cervello α cuı dı solıto mı sottoponevαno, non so se αvreı retto. “Devı entrαre ın un brαnco. Dα solα non reggerαı per molto.” Non lαvorαvo bene con glı αltrı, non mı pıαcevα che quαlcuno mı dıcesse cosα fαre. Avevo un problemα con le fıgure αutorıtαrıe e vıα dıcendo. Rıngrαzıαmo pαpıno per questo. Un αlcolızzαto che αvevα preferıto αuto commıserαrsı che bαdαre αllα fıglıα ın pıenα crısı, che αvevα αppenα perso lα mαdre. Un αlbero αttırò mıα αttenzıone. Alto, robusto e non sembrαvα mαrcıo come glı αltrı. Glı dıede quαlche cαlcıo gıusto per esserne sıcurα, e strαnαmente ıl vecchıo resıstette pıuttosto bene. Tırαı un sospıro dı sollıevo, αlmeno unα cosα erα fαttα e spuntαtα dαllα mıα lıstα mentαle. Certo, αvreı dovuto uscıre dı cαsα αlmeno tre ore prımα per prepαrαre tutto ed essere sıcurα dı rıuscıre α trovαrlo, mα sıcurαmente ne vαlevα lα penα. << Orα sı beve>> Estrαssı dαllα mıα borsα unα bottıglıα dı vıno scαdente, ıl bello dı essere un lupo è che cı mettevo un po’ dı pıù αd ubrıαcαrmı e smαltıvo molto prımα lα sbronzα. Lα fıglıα dı un αlcolızzαto che beve? Ebbene sı, lα melα non cαde mαı molto lontαno dαll’αlbero. Soprαttutto se lα melα e mαrcıα, e solo Dıo sαpevα quαnto fossı mαrcıα. Mı lαscıαı cαdere conto ıl tronco dell’αlbero, αppoggıαndo lα testα contro lα superfıcıe legnosα e chıudendo glı occhı αssαporαndo ıl sılenzıo che αleggıαvα ıntorno α me. Forse non sαrebbe stαto cosı̀ dıffıcıle pαssαre lα notte dı lunα pıenα ın quel posto. Mαgαrı αnche lα lupα αvrebbe αpprezzαto lα quıete e non αvrebbe αvuto voglıα dı uccıdere quαlche conıglıo. Che vıtα dı merdα.
SEBASTIAN:
Doveva ammettere che quegli abiti moderni erano decisamente più comodi e pratici dei suoi. Marcus era stato gentile a proporsi per dargli una mano, ma Sebastian non era abituato alla gentilezza e quella disponibilità, nonostante fosse stata apprezzata dal giovane vampiro, un po’ lo aveva spiazzato. Anche quella sera, come quella precedente, si era ritrovato a vagare per la città senza una direzione precisa. Ancora non aveva preso decisioni in merito al suo ritorno, avrebbe voluto sfruttare al meglio quella seconda /forse terza/ occasione che gli era stata data, ma doveva rifletterci bene e ancora non se la sentiva di affrontare chi, un’altra possibilità, già aveva provato a dargliela, anche se loro non si ricordavano più di lui. Camminando verso la periferia della cittadina, continuava a tormentarsi da solo. Cercava di stilare una lista dei prossimi passi da seguire, nonostante Marcus gli avesse offerto un posto in cui dormire, c’erano ancora tante altre cose da sistemare. Arrivato lungo la strada che tagliava a metà il bosco, si spostò immediatamente in direzione del verde per evitare di essere travolto nuovamente da qualche macchina. Difatti, poche ore dopo essere tornato da Malivore, era stato ucciso da uno di quei marchingegni moderni che sfrecciava a tutta velocità nella notte e, colui o colei che conduceva quel mezzo, non si era neanche degnato di spostare il suo corpo da dove era atterrato a seguito dell’impatto. Si era addentrato abbastanza nel bosco da essere quasi certo di non trovare nessuno. Ovviamente un paio di campeggiatori non sarebbero stati sgraditi al palato del vampiro, non aveva intenzione di ucciderli, ma aveva bisogno di rimettersi in forze e ancora non sapeva come rimediare del sangue fresco in un modo diverso da quello. Il rumore di una bottiglia che veniva stappata arrivò rapido alle sue orecchie e sul volto del giovane apparve subito un mezzo sorriso di sollievo. Forse anche quella sera sarebbe riuscito a nutrirsi. Muovendosi velocemente, andò nella direzione da cui proveniva il suono e si ritrovò a guardare una ragazza da sola, seduta a ridosso di un albero massiccio, con una bottiglia di vino tra le mani. Trovò il tutto estremamente familiare e, avanzando verso di lei, uscì allo scoperto con la sua solita compostezza d’altri tempi. ‹È una notte perfetta per ubriacarsi in un bosco al chiaro di luna, peccato per la bevanda. Si riflette meglio con cose più forti.›
KRISTEN:
Il suono di quella voce e il modo in cui quelle parole erano state pronunciate, mi avevano colto completamente alla sprovvista. Da dove era sbucato? Non ero neanche minimante brilla, ci voleva molto di più di una bottiglia di vino economico per rallentare i miei riflessi. Era impossibile che non fossi riuscita a sentirlo arrivare. Mi guardai intorno, ma c’era solo lui. Strizzai gli occhi nella speranza di vederlo sparire, ma quando guardai verso di lui era ancora lì. Merda. Era sicuramente un bel ragazzo, moro, viso squadrato e sguardo penetrante, ma aveva qualcosa che non andava, come se non dovesse trovarsi lì. Sentivo i miei sensi in allerta, i brividi mi attraversavano la schiena, ma solo quando una folata di vento portò alle mie narici il suo profumo mi fu tutto più chiaro. Vampiro. Un odore inconfondibile, lo avrei riconosciuto fra milioni. Molto più dolce rispetto all’odore degli umani e il mio istinto mi diceva di allontanarmi da lì il più velocemente possibile e se non avessi fatto attenzione mi sarei ritrovata ad essere lo spuntino di un vampiro in un dannatissimo bosco. Come avevo già detto: la notte non poteva che peggiorare. Sarei potuta scappare o almeno provarci, ma in quel momento non ne avevo né la forza, né la voglia. << Sicuramente hai ragione, ma i soldi mi permettono di bere vino scadente, non molto altro >> Dondolai la bottiglia verso di lui, e gli feci cenno di avvicinarsi. Sicuramente stavo dando atto alla più grande stupidaggine della mia vita: offrire da bere ad un vampiro. Oh, il giorno che incontrerò mio fratello, lo abbraccerò e poi lo picchierò per avermi fatto attraversare mezzo paese per cercare il suo culo pulcioso. << Se vuoi servirti fa pure, non mi dispiace bere in compagnia. Però, se ti avvicini alla mia giugulare, farò in modo di trovarti la prossima luna piena e non sarà un incontro così piacevole. Anche se sarò morta.>> Presi un sorso abbondante di quel vino, pulendomi la bocca con il dorso delle mano. Faceva veramente schifo, avrei dovuto trovare lavoro al più presto o sarei finita a leccare l’asfalto in cerca di cibo e acqua. Con la coda dell'occhio guardai il vampiro che stava ancora in piedi di fronte a me. Il motivo per cui ancora stavo lì, mi era completamente sconosciuto: avevo bisogno di compagnia per la prima volta in vita mia o il mio era più un istinto suicida? Avvicinai le gambe fasciate dai jeans al petto e appoggiai il mento sopra le ginocchia. <<Il vino è poco, decidi tu cosa fare>>
SEBASTIAN:
Il leggero aumentare del battito cardiaco della ragazza, immediatamente fece sì che il vampiro percepisse il suo stato di allerta. Non si stupì di averla colta di sorpresa, infondo era sbucato dal nulla limitandosi a commentare ciò che stava bevendo, a stupirlo fu il fatto che lei non si mosse da dove si trovava in quel momento. Ascoltando il motivo per cui aveva scelto quel tipo di alcool scadente, si ritrovò ad accennare un sorriso. Se appena l’aveva vista aveva provato una sensazione familiare, in quel momento quella percezione si fece più forte. Anche lui in passato si era ritrovato solo, appoggiato da qualche parte, a scolarsi qualsiasi cosa gli capitasse a portata di mano. Infondo aveva passato oltre un secolo su vascelli pieni di pirati ubriachi ed erano rare le volte in cui gli capitava qualcosa di raffinato tra le mani. Solitamente, il solo scopo dell’alcool non era quello di essere buono, bensì di dare quella sensazione di piacevole stordimento che permetteva, per un periodo di tempo /purtroppo/ limitato, di dimenticare ogni male che affliggeva l’uomo. Le parole successive della ragazza lo colpirono ancor di più. Sapeva che era un vampiro e, da quello che aveva inteso dalle sue parole, lei era un licantropo. Il sorriso sul volto del giovane si ampliò, non aveva problemi ad interagire con le altre razze, la faida tra la sua e la loro specie non gli era mai interessata. Inoltre non era lì per farsi nuovi nemici, né per uccidere. ‹Sei fortunata, ho già abbastanza fantasmi che si divertono a tormentarmi. La tua giugulare è al sicuro, per questa notte.› La guardò divertito e si mosse verso di lei, andandosi a sedere a terra e poggiandosi al tronco dello stesso albero ma di lato. Non poteva osservarla, ma era certo di poter star tranquillo, fino a quando non fosse stata in forma di lupo non sarebbe stata una minaccia per lui. ‹Credo che te ne ruberò un sorso.› Allungò la mano verso la bottiglia, ma non riuscì a deglutire neanche un assaggio di quel liquido acidognolo che sembrava quasi essere veleno. Adagiò nuovamente la bottiglia piena di quell'intruglio accanto alla ragazza e fece come per schiarirsi la voce, mentre un’espressione di disgusto prendeva il posto di quella divertita di poco prima. ‹Mi stupisce che tu abbia più paura di essere lo spuntino di un vampiro piuttosto che di morire a causa di questa sostanza tossica. Neanche il pirata più assetato e disperato accetterebbe di bere una tale schifezza. O hai dei terribili gusti o sei davvero, profondamente, turbata da qualcosa.› Accennò una risata e sollevò lo sguardo ad osservare il cielo notturno che si intravedeva fra le chiome degli alberi mosse dal vento, godendosi quella che sembrava essere un po' di pace per la sua mente.
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Role Marcus & Sebastian
#Ourdemonsrpg 14 Aprile 2020 ore 3:45 Mistyc Fall, Virginia
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MARCUS:
**Erano giorni che non riuscivo a dormire bene, come se un macigno mi schiacciasse la testa. Ogni sera era una tortura stare chiuso nella mia camera. Me ne stavo fermo sul mio letto a fissare il soffitto, a contare il ticchettio dell'orologio che svandiva un passare delle ore così lentamente che sembrava quasi che il tempo si fermasse. Non ne potevo più, era come se quella vita cominciasse ad essere troppo stretta per me, forse era la stanza? Non ho dato una risposta quella sera, ne quelle future. Ricordo che mi alzai, piano (molto piano) non volevo svegliare nessuno. Afferrai il mio cellulare, nello sbloccare lo schermo maledii quel bagliore accecante**
<<Sono le 3?>>
**Dissi lasciandomi cadere sulla poltrona colma di vestiti da sistemare. Dieci minuti dopo ero già vestito, pronto a fare quello che facevo (quasi) tutte le notti. Jeans e t-shirt, occhiali da vista e Nike ai piedi. Prima di uscire controllai la famiglia. Mamma e papà dormivano abbracciati, per un attimo li invidia i chiedendomi se un giorno anche io avrei fatto la loro fine. Un brivido di disapprovazione attraversó ogni muscolo del mio corpo. ********** Lasciai casa dalla veranda, prima però mi dovetti arrampicare sull'albero del vicino, un impresa quasi titanica. Quando atterrati sui bidoni della spazzatura scoppiai a ridere nel sentire le chiavi di casa dentro le tasche dei jeans, le avevo peecare per circa 45 minuti. Mi alzai a fatica cercando di ricompormi. Guardai in alto, uno spicchio di luna sembrava prendersi beffa di me, come se il cielo stesso stesse sorridendo **
{...}
<<Benvenuti a Mistyc Falls>>
**Lessi accendendomi l'ennesima sigaretta. Tirai un calcio ad una bottiglia di birra, lo feci d'istinto, senza pesare il fatto che quella bottiglia era fuori posto. Un attimo, un secondo dopo e un bagliore al centro della strada mi scaraventó contro il campo di granturco alla mia sinistra. Una macchina, di grossa cilindrata sbandava da ogni lato. La scansai per il rotto della cuffia. Inutile dire che centrai l'unica pozzanghera, forse, nel raggio di intere miglia. Mi bastó un attimo, sfiorai il mio medaglione al collo e sorrisi sentendo la magia pervadere ogni millimetro del mio corpo. Un unico gesto della mano e il granturco difronte a me sparii in un vortice di foglie e terra. Avanzai a stento e con fatica, la poltiglia (che una volta era un terreno) sembrava inghiottire ogni mio passo**
<<SEI IMPAZZITO AMICO? STARE IMMOBILE IN MEZZO ALLA STRADA? VUOI MORIRE? GUARDA CHE HAI FATTO!>>
**Attorno a quel ragazzo, apparso dal nulla, il bagliore andava sempre più scemando. L'auto era sparita dietro alla curva come se niente fosse successo. Attorno a Lui sembrava essere esplosa una bomba. L'asfalto era disastrata, gli alberi divelti e un ripetitore elettrico sparava scintille ovunque. Un gesto dell'indice e il grosso tronco davanti a me sparii volando sopra la testa del giovane sconosciuto che da come si guardava intorno sembrava essere uscito da un incubo**
<<Ma come diavolo sei vestito? Stai bene>>
SEBASTIAN: 
Erano passate poche ore e già ogni cosa sembrava dirgli che ritornare nel mondo reale non era stata la scelta giusta. Era stato investito da una macchina morendo sul colpo e, quando si era risvegliato, aveva fatto un incontro che avrebbe potuto definire come "particolare". Non aveva idea di come avrebbe affrontato i prossimi giorni, sapeva di dover rimanere a Mystic Falls, quella cittadina pullulava di esseri soprannaturali come lui e ciò lo faceva sentire stranamente al sicuro. O meglio, la Scuola Salvatore poco fuori da Mystic Falls lo aveva fatto sentire al sicuro e, per un breve istante, gli aveva dato la sensazione di poter appartenere a qualcosa; la cittadina era solo un'estensione di quel luogo che gli permetteva di avere l'illusione di potersi sentire nuovamente così in futuro. Aveva continuato a camminare in mezzo alla strada, lasciandosi affogare tra i mille tormenti che i fantasmi del passato gli regalavano da secoli. Con i suoi vestiti eleganti e sgualciti a causa dell'impatto di qualche ora prima, chiunque l'avesse visto, avrebbe potuto pensare che fosse scappato da chissà quale riproduzione storica, ma se lo avessero osservato attentamente avrebbero notato che anche i suoi modi - dalla camminata lenta ma sicura, alla compostezza che mai sembrava abbandonarlo - sembravano appartenere ad un'altra epoca. Ritrovandosi di fronte al cartello di benvenuto della città, si rese conto di aver percorso una sorta di giro intorno ad essa. Decise quindi di fermarsi, ignorando, ancora una volta, il fatto di essere al cenrto della strada. Rimase lì, immobile, godendosi la sensazione del vento sottile che incontrava il suo viso. Se non fosse stato per l'odore di asfalto e bosco che sostituiva quello marino, avrebbe potuto avere la sensazione di stare ancora a bordo di qualche vascello a contemplare le stelle mentre si chiedeva quando tutto quello sarebbe finito. Infatti, il vampiro, solo due volte durante la sua lunga vita si era ritrovato a sentirsi perso in quello stesso modo. La prima quando era ancora umano, quella sensazione lo aveva accompagnato per quasi vent'anni, tormentandolo ogni singolo giorno e facendo sì che dentro di lui si creasse una rabbia tale da fargli perdere ogni aspettativa positiva nei confronti del mondo. La seconda quando aveva visto l'amore della sua vita venire dilaniata davanti ai suoi occhi, quando lui non poteva far nulla mentre veniva essiccato. In quel momento sentiva l'angoscia divorargli l'anima. Non sapere cosa fare, dove andare e come comportarsi in quel mondo troppo moderno per lui, lo faceva sentire completamente disorientato, ma lasciarsi andare ai suoi antichi istinti, solo perché non sapeva come affrontare un percorso che si prevedeva arduo, non se lo sarebbe concesso. Improvvisamente sentì le ruote di una macchina fare rumorosamente attrito con l'asfalto nel tentativo di frenare per evitarlo. Sebastian sgranò gli occhi, ma rimase immobile, come se fosse ancora troppo ancorato a ciò a cui stava pensando prima per riuscire a comunicare con il proprio corpo per dirgli di spostarsi. Si preparò quindi al nuovo impatto. Sorprendentemente l'auto lo superò sbandando e proseguendo lungo la strada, mentre tutt'intorno si era creato un vortice di granturco e terriccio, un palo aveva iniziato ad emanare scintille e un tronco era volato sopra il giovane vampiro. Tutto ciò non poteva essere dovuto solamente dal veicolo. Quando sentì la voce urlante di un ragazzo, si domandò da quanto si trovasse lì e come avesse fatto a non rendersi conto della sua presenza. Possibile che fosse così tanto distratto dai suoi pensieri da annullare quasi totalmente i suoi sensi da vampiro?! Lentamente si voltò verso la voce, gli occhi ancora leggermente sgranati, confusi da tutta la situazione. ‹Io -- Sì, sto bene.› Nonostante l'esitazione iniziale per non saper come rispondere alla domanda riguardante il suo abbigliamento, la sua voce si fece subito più sicura nel comunicare il suo stato, anche se poteva ancora scorgersi la confusione che provava. Aguzzando leggermente la vista, squadrò il ragazzo da capo a piedi e si avvicinò a lui, togliendosi così dal centro della strada. ‹Cosa è successo? Quella --- cosa› fece una pausa cercando di ricordare il nome di quel veicolo ‹Quell'automobile non può aver fatto tutto ciò, mi doveva solo superare. Cosa è successo?›
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