Tumgik
ulfhed · 6 years
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Quando invecchi scopi molto di meno... succede perché inizi a dire la verità.
Gunther Stauber von Gùzan - Wien - 1882
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ulfhed · 6 years
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Piccole morti quotidiane (Xtract)
La tua Azienda ti odia fattene una ragione.
E’ una questione di punti di vista non devi meravigliarti più di tanto. Se stai leggendo queste pagine probabilmente hai più di 45 anni e un posto fisso; uno di quelli con un contratto nazionale che ancora non è redatto su rotoli di carta igienica. Nel caso più fortunato hai anche una timida rappresentanza sindacale, una di quelle che vedi una volta l’anno per consegnarti la tessera di PVC preforato, la triste agendina di fintapelle e la penna ‘tre colori’ con la scritta giallopiscio sullo stelo.
Sei un impiegato 1.0, versione base.
Se giri la testa a sinistra vedi consulenti brufolosi con la barba di sei giorni e la tessera interarete. Se la giri a destra vedi un tipo con il completo blu della UPIM che cammina per i corridioi con il portatile aperto che riflette una luce bluastra sulle sue occhiaie da powerpoint. Non illuderti, non sei in un brutto ufficio, sei all’Inferno.
Ti aiuterò a capire come uscirne ma ho bisogno che ti fidi di me e abbiamo entrambi bisogno che tu faccia ESATTAMENTE quello che ti dico.
Iniziamo dai fondamentali,
il bagno.
Il bagno è tuo amico anche quando non hanno alzato la tavoletta e nemmeno tirato l’acqua. Alzati adesso, metti il telefono aziendale nel cassetto o nello zaino, e avvicinati al bagno. Cammina piano con la schiena eretta, prenditi il tuo tempo e fai la faccia assorta e leggermente pensierosa per scoraggiare il sottocapetto ‘X’ che ti ha avvistato da sopra i divisori e sta scarrocciando verso di te spinto dalla vela dei suo A4 pieno di stronzate che non servono a nessuno ma che, lui se ne è appena convinto, dovresti fare tu. Fai in modo di arrivare alla porta del bagno un istante prima di arrivare a tiro di voce. Questa distanza è estremamente variabile e dipende dalla sua insicurezza ma anche dalle dimensioni dell’open space (perchè lavori in un open space, vero!?) e dal suo sovraffollamento. Mi spiego, alle otto del mattino la distanza del tiro di voce è molto maggiore di quella in vigore alle tre del pomeriggio.  Se non è già in tuo possesso acquisirai questa sensibilità molto presto, allenati molto, da essa dipende un buon trenta per cento della tua resilienza quotidiana. Parlo di resilienza e non di resistenza perchè la battaglia contro l’Azienda non puoi vincerla, puoi solo sperare in un mesto pareggio, di prenderli per stanchezza o se ti impegni molto di confonderli a tal punto da rivolgere le loro attenzioni a qualcun’altro. Qualcuno meno fortunato o forse solo meno intelligente. So esattamente cosa pensi ma non puoi fare nulla per lui, a malapena puoi salvare te stesso, il resto del mondo deve salvarsi da solo. Quindi metti da parte la tua sindrome da primogenito e concentrati sulla maniglia della porta dei servizi igienici, abbassala un secondo prima che lo sciacallo possa dirti “Sei impicciato?” perchè a lui non interessa nulla del tuo livello di impicciamento, nel suo cervello da crotalo lampeggia solo un segnale luminoso: “Ammolla questa merda a qualcuno prima che ti rimanga appiccicata alle dita” A chiunque ovunque e a qualsiasi ora. Se ci presti attenzione ti accorgerai che è indifferente se stai uscendo per le tue ore di legge 104 che passerai a cambiare pannoloni a tua madre rincoglionita e paralitica. Se stai infilando il portatile nella borsa e se hai già addosso il cappotto, il cappello di lana, l’impermeabile la sciarpa e il casco integrale. Se sei al telefono con la questura che ti ha appena avvisato del rogo del tuo appartamento. Qualunque sia il tuo dramma personale, il tuo problema o il tuo diritto al sottocapetto ‘X’ non fotte un cazzo...
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ulfhed · 10 years
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ulfhed · 10 years
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buio
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non vi era un regno d'aria,
né un cielo al di là di esso...
Non vi era morte,
ne alcun essere immortale:
non vi era alcun segno,
divisore del giorno e della notte.
Quell'Unica Cosa, senza respiro,
respirava per natura propria:
oltre a essa non vi era nulla.
Regnava l'oscurità:
inizialmente nascosto nell'oscurità
il Tutto non era altro che un caos indiscriminato.
Ciò che esisteva era vuoto e privo di forma:
dalla grande forza del Calore nacque l'Unità.
Emerse quindi il Desiderio,
il Desiderio, primo seme e germe dello Spirito.
I saggi che cercarono con il cuore integro
scoprirono il legame dell'esistente
nel non esistente.
Il Buio…
  In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre.
Dio chiamò la luce Giorno e le tenebre Notte. E fu sera e fu mattina: fu il primo giorno.
e la Luce.
- Vedi?
- Cosa?
- tutti e due parlano di legami e di separazioni.. "separò la Luce dalle Tenebre.."
- Due?
- Sì. I Veda e la Genesi..
- E allora? Che vuol dire?
- Che le tenebre sono reali quanto la luce.
- Avevi dubbi?
- Beh.. sì. Ho sempre pensato che il male fosse essenzialmente 'assenza di bene'
- E non è così?
- Ma allora sei sordo..
- No è che.. mi sono distratto.
- Ti spiego.
- OK
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ulfhed · 10 years
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Agnus Dei
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l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Lui leva i peccati al pianeta come le pulci ad un cane e tu, per tutto ringraziamento, lo mangi a pasqua insieme alla cicoria all’agro? Ma ti viene in mente che c’è qualcosa di sbagliato? Come fai a pensare che un tipo onnipotente manderebbe il suo unico figlio in gita scolastica sulla terra per lasciarlo inchiodare alla lavagna sotto la scritta ‘buoni’? Come minimo un tipo così i mandava l’arcangelo Gabriele con gli angeli più incazzosi del sistema solare a fare il recupero crediti!
E dell’Impero Romano rimaneva solo una buca per terra...
Dici di no?
Dici che ha sacrificato suo figlio per liberarci da quel peccato che ci si incolla addosso appena mettiamo piede fuori dalla fica di mamma?
Tu non stai bene...
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ulfhed · 10 years
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ulfhed · 10 years
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Voglio rinascere petrolio. Di me faranno creme idratanti, lubrificanti anali e perizoma.
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ulfhed · 10 years
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QUAL E' IL POSTO CHE PIU' TI PIACEREBBE VISITARE NEL TUO PIANETA?
il Ponte di Resurrezione della Marianne Davies mentre incrocia il Sinus Arabicus.
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ulfhed · 10 years
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1K3A
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Vaffanculo IKEA. Cosa ci fa una pelle di pecora scuoiata viva sui tuoi scaffali eco-compatibili e stronzo-solidali finti svedesi e veri cinesi? Tutto qui dentro alimenta l’illusione di potersi nascondere in un nido veramente sicuro che ti protegga dalla competizione e dalla sensazione di solitudine che t’insegue assassina. Una casa con tutto a portata della tua mano dominante - quella con la quale ti masturbi - il telecomando, il gamepad, il netbook, l’iPod, l’iPad, l’iPhone, l’iMbecille compulsivo che sei. Passeggio tra i commessi ex-giovani, stronzi e stronze che non hanno avuto nemmeno il tempo di farsi venire i brufoli o le mestruazioni tanto erano occupati a gestirsi i cambi turno per comprare voli low-cost verso altri posti dove erano più “nessuno” che qui. Sì mi sento tanto Tyler di FightClub, solo che non mi scoperei Marla nemmeno se la sciacquassero in una vasca di amuchina e ranelato di stronzio. In compenso mi scoperei Brad. Ma chi non se lo scoperebbe? E’ buono come il pane, e mi chiedo perché non lo abbiano chiamato direttamente Bread.
Il divano angolare con bracciolo “sinistro” mi fa pensare a qualcosa di veramente inquietante. E Boja, la lampada a sospensione? La serie di armadi Pax modello Eterna? E mi chiedo se hanno ancora il set di coltelli da cucina Carne-Fix.
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ulfhed · 10 years
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Sto sperimentando il metodo dimagrante Von Ribbentrop: pedalo in mountain bike mentre il dietologo m’insegue a bordo di una Hummer, armato di gatto a nove code.
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ulfhed · 10 years
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Cruzca
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ulfhed · 13 years
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ulfhed · 13 years
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Il campanello
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E mi ritrovo a buttare la sigaretta dalla finestra cercando di arieggiare la stanza con la giacca strappata al volo dall’appendiabiti. Il campanello suona ancora e mentre sventaglio come un torero ubriaco ne approfitto per far scivolare i contenitori di cartone del ristorante cinese sotto la scrivania. Solo un istante per gettare il Wild Turkey nel cassetto e per dare una spremuta alla pompetta dorata del profumo per ambienti. Vuoto. Vuoto da tre anni.
“Un momento” con la ragionevole imitazione di una voce molto occupata riesco persino a infilare la giacca che sa di fumo come un allibratore cinese, raddrizzo la cravatta nera e sono pronto.
La porta d’ingresso si apre su una tipa alta come me e almeno altrettanto incazzata. L’unica differenza di rilievo è che io sono uno sbirro a cottimo sfigato alcolizzato e vecchio, mentre lei è una bimba da cardiopalma con un’autostrada di gambe fasciate di buona sartoria e un decolletè esposto con la giusta parsimonia, a un pollice dalla lussuria.
“Buongiorno. Iniziavo a pensare di rivolgermi a qualcun altro.” Mi soffia in viso come una gatta irritata.
“Le sarebbe andata male, nel palazzo c’è solo una lavanderia, e un broker assicurativo. Nessuno dei due pulito.”
“Conversiamo sul pianerottolo?” Lo dice indicando Julius Cesar, il ragazzo dell’ascensore, che ha settant’anni ed è sordo come uno strozzino.
“No, la prego si accomodi.” La lascio passare e non visto passo il gomito sulla targa d’ottone – Alienato Bordovasca. Indagini delicate. – Recita la targhetta fuori dal mio ufficio, quando è libera dalla polvere intendo.
La leoparda attraversa in due passi tutto l’attraversabile e si lascia andare nella poltroncina. Solo per un attimo, poi si alza di scatto, estrae qualcosa dal cuscino lo esamina e me lo porge con aria schifata. E’ il mio minipony viola con la criniera bionda, la mia mascotte, Dio solo sa quante ne abbiamo viste insieme.
“è di mio nipote…” finisco la frase in un borbottio indistinto.
“Certo. Signor Bordovasca, non le faccio perdere tempo…”
“Può chiamarmi Alienato se vuole.” Imperterrita la pantera riprende come se non l’avessi interrotta:
“Non le faccio perdere tempo: Ho perduto qualcosa.” Infila una mano nella borsetta strappata da culo di qualche rettile molto raro.
“Qualcosa che intendo riavere ad ogni costo.” Mi porge una foto ingiallita voltata in basso, come se le facesse male guardarla.
Ma io la guardo, la guardo bene senza parlare per un minuto o due e poi:
“Posso essere sincero?”
“Deve!”
“Non mi sembra un gran che.” Mi aspetto di essere scuoiato da una zampata ben assestata, invece la giaguara reclina la testa in avanti e abbassa di un tono la voce:
“Bordovasca, non mi interessa il suo parere. Non può interessarmi, è tutto quello che avevo e lo rivoglio. E’ tanto difficile da capire?” Se non fosse improbabile giurerei di aver visto luccicare una lacrima nel bulbo oculare sinistro, ma è molto improbabile.
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ulfhed · 13 years
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