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#vino italiano
feriasymesas · 5 months
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Trento: el destino perfecto para los amantes del vino y las burbujas
¿Estás planeando una Ruta Winelover en Italia? ¡Atentos a esta nota! Les voy a contar sobre la ciudad de Trento, una joya secreta en el norte de Italia que seguramente encantará a todos los amantes del vino. Nacida a los pies de la montaña la ciudad de Trento ofrece a los amantes del vino una experiencia única que le permitirá conocer y degustar vinos y espumante italianos de altísima…
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ritroviamocida · 25 days
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Vino e italiani: un amore che cambia, con un occhio di riguardo ai giovani
Il vino e l’Italia: un connubio indissolubile che affonda le sue radici nella storia millenaria del nostro Paese. Una passione che si tramanda di generazione in generazione, un elemento distintivo della cultura e della tradizione italiana. Tuttavia, negli ultimi anni, questo rapporto sta subendo un’evoluzione interessante, soprattutto tra i giovani. Se da un lato il consumo di vino in Italia…
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The Wine Route in Colli, A Small Village in the Ciociaria Region, Is a Must-Visit For Wine Lovers.
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Today, the wine business is an established reality in the territory, showcased along the Wine Route of Colli, a source of pride for Ciociaria.
If you enjoy fine wine, the Wine Route through the Colli Hills is an ideal chance to try out the wines and oils from the area of Ciociaria. You can also indulge in the local traditional specialties and visit the vineyards. The Village of Colli is located in the heart of Ciociaria, just a short distance from Rome. It is home to places of rare beauty with fascinating stories, and of course, you can taste many excellent wines there. However, one must know how to make use of good wine! And choosing the right pairing of wine for pleasure and with food is essential to enhance both flavors. Learn more in ⏬⏬
⏩ The Board Behind ⏩
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rinaldofan · 1 year
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amarone di valpolicella,adelino lucchese,recioto di valpolicella
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belle-et-inspirante · 2 years
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
  un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/vini-da-dessert/abbinamento-vino-e-cibo-ricetta-della-zuppa-di-vino/
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blissful-moontrip · 2 years
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori.
Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
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danni-phantom · 2 years
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori. Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente […]
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laughing-at-nothing · 2 years
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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feriasymesas · 1 day
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Cata de Viajes. EXPERIENCIA DE cata de vinos italianos de Cinque terre
Nuestras catas de viajes son experiencias lúdicas y entretenidas en las que degustamos una variedad de vinos de distintas partes del mundo. En esta edición, nos embarcaremos en un viaje a Italia, específicamente a una de las zonas más bellas de Italia: Cinque Terre . De allí hemos traído 6 etiquetas únicas en Chile y seleccionadas especialmente para conocer y apreciar los vino e identidad de…
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mimwashere · 2 years
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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  Liquori. Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente […]
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joaomurakami · 2 years
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ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
ABBINAMENTO VINO E CIBO, RICETTA DELLA ZUPPA DI VINO.
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Certamente a nessuno salterebbe mai in mente di abbinare un bicchierino di liquore con un goccio di vino. Non è tuttavia raro che liquori e distillati entrino in maniera anche prepotente nella composizione di alcune ricette, e allora può presentarsi il problema dell’eventuale scelta del vino. Ma è meglio mettersi il cuore in pace: se il liquore è presente nel piatto in maniera netta non c’è nulla da fare, perché di vino in tavola insieme con quel piatto non ce ne vuole proprio.
Marinature.
Al vasto repertorio delle marinature appartengono tutte le preparazioni in agrodolce, delle quali si è già parlato. Altre marinature sono quelle che si applicano alla selvaggina da pelo, essenzialmente per togliere l’odore ‘di selvatico’ e ammorbidire la carne prima della cottura in salmì. L’abbinamento cibo-vino in questo caso deve tener conto non tanto della marinatura di per se stessa, quanto piuttosto del piatto finale. E allora ecco che la tradizione piemontese sposa al classico civet di lepre dei grandi rossi come il Barolo e il Barbaresco, mentre altri vini rossi di buona struttura come il Taurasi o le riserve del Chianti o del Valpolicella si abbinano in maniera eccellente col salmì.
Più recentemente sono entrate nell’uso della ristorazione altre marinate ‘leggere’ a base di olio e limone per il carpaccio di carne, di pesce o di verdura. In questo caso, la presenza più o meno del limone (e talvolta anche dell’arancio e del cedro) creano problemi nella scelta del vino: quindi l’abbinamento cibo-vino diventa pressoché inpossibile. Se però il succo di agrumi è stato usato con estrema più simonia ci si potrà orientare verso un vino rosato (ad esempio il ‘dice Salentino o il Garda classico Chiaretto) nel caso delle carni o il bianco secco e morbido per il pesce (per esempio un Lugana o il Trebbiano di Romagna).
Minestre.
Per scegliere un vino che possa accompagnare una minestra in brodo occorre distinguere fra i brodini domestici ‘acque e dado’, i brodi veri e propri (scaturiti da una lunga, paziente cottura di carni o di verdure), le vellutate e le zuppe. Con le minestrine in brodo (parliamo del brodino di acqua e dado, oppure di un semplicissimo brodo vegetale, fatto con verdure non aromatiche) si può bere qualche sorso d’un vino piuttosto leggero, scegliendo fra bianchi e rosati, gli stessi magari che hanno accompagnato l’antipasto o che si assoceranno al piatto successivo. Il brodo di carne o quello nato dalla bollitura di verdure particolarmente saporite può associarsi a un rosato o a un rosso leggero. Coi passatelli e coi tortellini in brodo sta benissimo un Lambrusco. Le vellutate di verdure amano i vini bianchi d’una certa stoffa (un Tocai ad esempio), ma la Parmentier di patate preferisce dei bianchi più leggeri,
Zuppa di vino.
2 bicchieri di vino bianco secco (Pinot Grigio del Trentino o dell’Alto Adige, oppure Sylvaner dell’Alto Adige),
2 bicchieri di latte,
2 tuorli d’uovo, una noce di burro,
zucchero, sale, cannella.
Tipico piatto trentino-tirolese, la semplice, ma profumatissima zuppa di vino presuppone l’utilizzo di uno degli eleganti vini bianchi secchi della regione. Scaldate il burro sul fondo di una pentola e quindi versate il vino, portandolo a ebollizione. Aggiungete i tuorli d’uovo e un cucchiaio di zucchero avendo cura di mescolare immediatamente per evitare che l’uovo si rapprenda. Subito dopo versate lentamente il latte, regolate di sale e servite nei piatti individuali, aromatizzando la zuppa fumante con una spruzzatina di cannella in polvere.
Il minestrone di fagioli è in genere così denso che siamo già nel campo delle zuppe: va benissimo un rosso giovane (Tocai Rosso, Chianti giovane), così come al rosso si associano un po’ tutte le minestre a base di legumi. La rustica jota della Carnia a base di fagioli e orzo sta benone coi rossi friulani (Cabernet e Merlot in particolare). La ribollita toscana a base di cavolo nero si sposa meravigliosamente ai rossi della regione, a cominciare dal Chianti classico. La zuppa di funghi si associa con dei rossi asciutti di medio corpo, morbidi ed eleganti: un Teroldego Rotaliano o un Merlot sembrano perfetti, purché non passati in barrique.
Molluschi.
In genere un po’ tutti i cosiddetti ‘frutti di mare’ crudi possono sposarsi con dei buoni spumanti italiani, ma anche con dei bianchi secchi, tranquilli, di medio corpo. Uno Chardonnay ad esempio può essere una buona soluzione, a condizione che si tratti d’un vino abbastanza giovane e soprattutto che non sia stato affinato in barrique.
Gli spumanti accompagnano anche il conchigliame cucinato al naturale e quello gratinato, ma queste preparazioni si sposano anche con dei bianchi secchi abbastanza morbidi, dallo spiccato profumo floreale e fruttato come il Tocai friulano, la Vernaccia di San Gimignano, il Verdicchio dei Castelli di Jesi o il Frascati. Anche le zuppe di cozze vogliono bianchi secchi abbastanza morbidi, floreali e fruttati nelle sensazioni olfattive: un Terre di Franciacorta, ad esempio, o un Pinot Grigio.
In tema di molluschi è aperta un’annosa disputa fra gastronomi sul possibile accostamento fra vino e ostriche: i pareri sono contrastanti, e li vediamo di seguito.
Ostriche.
Ostriche e Champagne: un intrigante simbolo del lusso. In effetti, c’è chi pensa che i grandi spumanti vadano benissimo insieme con i molluschi crudi. Ma altri sono invece del tutto contrari e accettano al massimo vinelli bianchi leggerissimi. Una terza fazione reclama vini bianchi di buona struttura. Ma sta crescendo a vista d’occhio una quarta corrente: quella che per le ostriche sceglie_ LJn Moscato d’Asti aromatico e leggero, servito ben fresco.
Pasta.
e ‘è chi sostiene che con la pastasciutta si deve bere solo ed esclusiv.unerrte acqua. La prescrizione può esser condivisibile quando si tratti di mangiare, magari per motivi di dieta o di salute, un piatto di pasta in bianco, condita solo con un po’ di burro crudo o con un filo d’olio. Non è invece giustificata con delle splendide paste arricchite con sughi di pesce, di verdure, di carne o di selvaqqina. Nella scelta del vino è proprio il condimento a risultare determinante. Un sugo di pesce si può dunque generalmente consigliare un vino bianco secco, più o meno strutturato a seconda della delicatezza o della robustezza del condimento: per la pasta con le sarde della tradizione siciliana sceglieremo dunque un bianco più maturo di quello che abbineremo agli spaghetti con le vongole in bianco. Ma se il sugo di pesce è ancora più impegnativo, sarà possibile passare anche a un vino rosato o a un rosso giovane e leggero, entrambi serviti freschi.
Con un semplice ragù di carne basta un rosso leggero, ma le pappardelle con la lepre non possono che farci orientare verso un rosso robusto, anche se è importante avere ben presente le esigenze della portata successiva, che non può essere accompagnata da vini di minore struttura. Le verdure stanno benissimo insieme con la pasta: in questo caso si scelgono in genere dei bianchi abbastanza morbidi. Una pasta col sugo di funghi puo’ sposarsi con un vino rosato o con un rosso leggero e poco tannico. La pasta profumata col tartufo chiama dei rossi maturi (anche particolarmente importanti quando si usa il prezioso tartufo bianco). Della pasta ripiena (ravioli, tortellini, agnolotti e via discorrendo) parliamo più avanti.
Pesce.
Col pesce ci vuole il vino bianco. Vero, ma non sempre: talvolta col pesce ci può star bene il vino rosso, e più spesso di quanto molti credano. E così pure ci sono ottimi abbinamenti
fra piatti di pesce e vini rosati. La scelta della bottiglia giusta per le ricette di pesce può dunque essere fatta in una gamma piuttosto ampia di tipologie. In ogni caso occorre far bene attenzione a un particolare: molti hanno la discutibile attenzione di irrorare il pesce di succo di limone e questo, oltre a rovinare alcune cotture (non c’è fritto che non perda croccantezza dopo essere stato asperso di limone), rende difficilissimo, se non impossibile, l’abbinamento col vino.
L’abbinamento classico, e anche più semplice da realizzare in maniera ottimale, resta quello fra pesce e vini bianchi. Per un pesce bollito, oppure cotto alla griglia facendo attenzione che le carni non si abbrustoliscano, o ancora per un pesce leggero cucinato al vapore, si sceglierà un bianco delicato, morbido, di basso tenore alcolico. Per il pesce al cartoccio si opterà in genere per un bianco di buona struttura, secco, morbido, caratterizzato da spiccati profumi di frutta. Per le preparazioni alla mugnaia ci si può orientare verso dei bianchi secchi giovani, anche in questo caso con un bel bouquet fruttato e floreale. I pesci cotti nel sale chiedono un bianco giovane, morbido, secco, intensamente profumato di fiori e di frutta matura.
In ogni caso, occorrerà graduare la scelta del vino a seconda della tipologia del pesce in questione: il pesce azzurro, in particolare, necessita d’essere accostato a dei bianchi di corpo abbastanza spiccato. Ed è proprio dal pesce azzurro che si può incominciare a parlare anche degli abbinamenti coi vini rossi, dato che alcune tipologie di rosso si avvicinano perfettamente (addirittura meglio di tanti bianchi) con questo genere di sapidi prodotti ittici. Benissimo con alcuni rossi anche le zuppe di pesce particolarmente saporite, a base di pomodoro, e con i piatti tradizionali della cucina lacustre. Il rosso ‘da pesce’ va comunque servito fresco (che non vuol dire freddo) e dev’essere tendenzialmente leggero, comunque giovane, piuttosto fruttato, con un tenore alcolico non particolarmente alto. Dev’essere soprattutto un rosso povero di tannini (presenti in particolare nei grandi rossi da invecchiamento). Chi volesse cavarsi la soddisfazione di provare l’abbinamento pesce-rosso (rosso fresco, ben inteso) può incominciare con un Bardolino, un Chianti giovane, un Gutturnio, una Bonarda, un Marzemino, un Grignolino o una Freisa serviti insieme con una cernia al cartoccio, un fritto di acciughe, uno sgombro al pomodoro, una grigliata di sardine, un tonno coi capperi. E con piatti di pesce particolarmente carichi di sapori sta benissimo anche un Pinot Nero, ovviamente fresco.
Con dei pesci leggeri cotti alla griglia o bolliti in questo caso nulla vieta di ricorrere a dei rosati, serviti anche questi freschi di temperatura, in alternativa ai bianchi.
Ravioli.
Se per la pastasciutta conta il sugo, per i ravioli, accomunando sotto questa denominazione le varie tipologie di pasta ripiena tipiche delle varie tradizioni regionali italiane, quando si vuol scegliere il vino in abbinamento occorre fare attenzione alla farcitura. La farcia può essere infatti di verdure, di carne, di selvaggina, di pesce. Con gli agnolotti, i casoncelli e le altre tipologie di ravioli ripieni di carne sceglieremo dei rossi giovani, secchi, di medio corpo, dal profumo fruttato e poco tannici: un Dolcetto piemontese, una Barbera dell’Oltrepò Pavese, oppure un Merlot o un Valcalepio, per esempio, tenendo conto nella scelta anche dell’intensità del sapore dei formaggi utilizzati insieme con la carne.
Se il ripieno è a base di selvaggina occorrono vini più robusti, maturi, di carattere, come un Barolo o una Barbera d’Asti invechiata. Con la farcia di pesce va bene un vino bianco secco, di buona acidità, morbido, fruttato, come il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Lugana, il Cinque Terre o il Langhe Favorita.
Un’altra tipologia di paste ripiene è quella che prevede farciture a base di erbe: i ravioli agli spinaci possono sposarsi con un rosso giovane e fresco di acidità come un Refosco o un Merlot, i tipici pansotti liguri alle erbette conditi con la salsa di noci si abbinano ottimamente con un bianco come il Pigato, i classici cialzons della Carnia (ripieni di carne, uova, formaggio ed erbe) vogliono altri bianchi: un Tocai Friulano o un Riesling. I tortelli mantovani di zucca, avendo una forte componente aromatica e speziata, vanno a nozze col Gewùrztrarniner, col Mùller Thurgau o col Riesling.
E poi ci sono le tradizioni regionali. A Bologna i tortellini in brodo si servono rigorosamente col Lambrusco di Sorbara in un abbinamento pressoché perfetto. E a Mantova il Lambrusco Mantovano è lo sposo ideale degli agnoli in brodo, al punto che c’è chi versa un bicchiere di vino persino dentro al piatto, creando una squisitezza imperdibile: il bevr’in vin.
  un nuovo post è stato publicato su https://online-wine-shop.com/vini-da-dessert/abbinamento-vino-e-cibo-ricetta-della-zuppa-di-vino/
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biwifeenergia · 1 year
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hoy en discusiones de tiktok: es messi blanco?
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Un piatto che ti scalda il cuore!
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INGREDIENTI PER 4 PERSONE
PER IL BRASATO:
1,5 kg di muscolo di manzo oppure di altra carne da brasato
750 ml di vino rosso
brodo di carne o vegetale
1 cipolla grande
1 carota
1 costa di sedano
salvia, rosmarino, alloro
sale grosso
burro per legare la salsa
olio extravergine d’oliva
PER LE PATATE:
1,5 kg di patate pasta gialla
salvia
1 spicchio d’aglio
burro
olio extravergine d’oliva
sale
PROCEDIMENTO:
Sala la carne e tienila un’oretta in frigorifero;
Prepara un soffritto grossolano con carota, sedano e cipolla;
Fai scaldare, aggiungendo un filo d’olio extravergine d’oliva, una pentola di ghisa e fai rosolare la carne da tutti i lati:
Quando la carne è rosolata, toglila e aggiungi le verdure con le erbe aromatiche e fai rosolare il tutto;
Unisci di nuovo la carne e poi aggiungi il vino rosso e il brodo. Sala, copri lasciando uno spiraglio e abbassa la fiamma al minimo, facendo cuocere per almeno tre ore;
Quando sarà cotto spegnilo e lascia riposare il tutto fino a raffreddamento;
Pela le patate, tagliale a spicchi e mettile in acqua fredda, poi lessale in acqua bollente salata per circa 5 minuti;
Nel frattempo fai fondere del burro, con poco olio, in una padella e aromatizza il tutto con aglio e salvia;
Scola le patate e termina la cottura nel burro, tenendo la fiamma molto bassa, fin quando non saranno ben dorate. Salale alla fine;
Prendi il sugo del brasato, filtralo e fallo ridurre in un pentolino. Quando sarà ridotto di tre quarti aggiungi il burro freddo da freezer;
Taglia il brasato da freddo e scaldalo aggiungendo un po’ di sugo;
Impiatta e servi insieme alle patate.
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lifeitalych · 3 months
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(Copia) Tonno Bianco del Mediterraneo in olio di oliva - 830 gr
Experience the taste of the Mediterranean with our Copia White Tuna in Olive Oil. Delight in every bite of this 830g delicacy, available at Lifeitaly.
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chicaescondida · 8 months
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Capítulo 14: Dubidu, un capítulo en tres simples pasos
Nos conocimos gracias a una app nueva. Quedamos. Vestias impecable. Estabas de espaldas luego de haberme esperado durante 40 minutos. Vinos de Córcega. Simple, despues, Nabucho. Una charla divina entre dos personas que parecía que se conocían de toda la vida. Y así inició y así fracasó. Cada charla era de horas, con confianza, con cariño. No se, algo particularmente diferente pero tan igual a las novelas que el caramelo nos terminó empalagando. Ambos, híper dulces, quizás algún un amaro lo compensa.
epílogo: una amistad no como cualquiera :)
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feriasymesas · 15 days
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"CoolTourAll Experience - TRATTORIA": Vinos y platos clásicos italianos
Ven a divertirte y disfrutar en @cooltourall_experience “Trattoria”. Una entretenida experiencia para descubrir los más clásicos y saborosos vinos y platos de la Italia cotidiana. Ven a compartir y disfrutar una “bellisima serata”. ¿Qué probaremos en esta experiencia de vinos italianos y comida de trattoria? Vinos italianos , Limoncello y los clásicos de clásicos de la cocina italiana: Vitello…
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