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#travestimento
yourtrashcollector · 1 year
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E che siamo tutti degli armadi. Armadi pieni di indumenti, vestiti e bambole, da cui pigliamo ogni giorno ciò di cui abbiamo bisogno: prima di infilarci nel mondo apriamo il nostro, di armadio, e ne tiriamo fuori il travestimento di quello che dovremmo o vorremmo essere.
Mattia Insolia, Cieli in fiamme
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Travestimento
Marialba Russo
Postcart, Roma 2016, 84 pagine,  fotografie in b/n,  21 x 31 cm, ISBN  9788898391493
euro 35,00
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Marialba Russo, tra il 1975 e il 1980, realizza una serie di ritratti nell’ambito della cultura del travestimento in Campania, in cui l’antropologia culturale dialoga con il progetto artistico.
“Uomini abbigliati e truccati da donna, per i quali travestirsi vale un po’ come spogliarsi: è un modo di liberarsi dal consueto e dal quotidiano, di spingersi oltre le colonne d’Ercole del genere e della categoria. Un modo che, seppur vissuto inconsciamente e nell’ambito di una festa carnevalesca di oggi, affonda le sue radici in una selva di antichi miti e di riti transculturali che avevano lo scopo di riconnettere gli opposti. coincidentia oppositorum qui significa far riaffiorare sulla superficie del corpo e della comunità le possibilità di un dialogo effettivo tra le polarità di maschile e femminile, ritualità magica per favorire la fertilità ed esorcizzare la morte; sono coincidenze che travalicano i confini geografici e che si riflettono in una modalità operativa arcaica per cui il superamento del genere sessuale, che rivive oggi nel travestitismo uomo-donna di sagre e carnevali di questo tipo, porta in sé la memoria segreta di remoti riti propiziatori e apotropaici che avevano la funzione di connettere con il sacro, il divino e il magico.”
06/04/23
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dolcementefemmia · 1 month
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Nessun
travestimento
può nascondere
l'Amore
dove esiste,
né fingerlo
a lungo
dove manca.
François de La Rochefoucauld
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susieporta · 2 months
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Si ha paura di mille cose, dei dolori, dei giudizi, del proprio cuore, del risveglio, della solitudine, del freddo, della pazzia, della morte… specie di questa, della morte. Ma tutto ciò è maschera e travestimento. In realtà c’è una cosa sola della quale si ha paura: del lasciarsi cadere, del passo incerto, del breve passo sopra tutte le assicurazioni esistenti. E chi una volta sola si è donato, chi una volta sola si è affidato alla sorte, questi è libero. Egli non obbedisce più alla legge terrena, è caduto nella spazio universale e partecipa alla ridda delle stelle.
Herman Hesse
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crazy-so-na-sega · 6 months
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Chi legge CriminiDem difficilmente celebra Halloween, festa delle zucche vuote americane; ma se proprio costretti suggeriamo di seguito alcune delle maschere più orripilanti del secolo ventesimo: Churchill, lo Zio Sam e il travestimento più orrendo - “filosofo” francofortese
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CriminiDem
punti di vista...;-)
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sottileincanto · 9 months
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...eccomi a te per tenerti un poco di compagnia durante le tue ore madrilene.(...)
Le ultime ore passate assieme sono state calde, roventi, e hanno lasciato un segno di desiderio, di languore, di eccitazione aspra, di smania. Quanto sto bene stretto a te, con te, su di te, dentro di te: guaina, fodero, rilegatura, discesa, labirinto, adito. Mi piaci perché hai un corpo penetrabile e cedevole, un corpo che ama essere attraversato, inchiodato, dilatato, tormentato, illanguidito; e mi piace quel corpo perché è tuo, lo porti come un modo per consentire l’accesso a te, a quel fulvo calore che ora ha avuto ragione dell’inveterato gelo della tua pelle.
Ti scrivo e ti desidero, vorrei che ti arrivasse, che ti disturbasse gli ozi madrileni il desiderio, il puro e crudo desiderio di averti, di progettare un incontro, di fantasticare nuovi abbracci, di sentire in me e in te, il languore della saliva, del sudore, l’indulgenza e il furore delle mucose, della rosa cedevole e della rosa penetrativa. Se tu mi pensi, come spero, il tuo pensarmi ti dirà che io ti penso, e che anche desiderarti è un’arguzia, un gioco, un travestimento del pensarti. Ti penserò finché non ti sentirò, di nuovo, gemere. A presto. Ti bacio.
Lettera di Giorgio Manganelli a Viola Papetti - settembre 1968
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canesenzafissadimora · 9 months
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Non c'è travestimento che possa alla
lunga nascondere l’amore dov'è,
né fingerlo dove non è.
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François de La Rochefoucauld
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fallimentiquotidiani · 6 months
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E tu da cosa ti travesti stasera?
Da membro dei Sons of Anarchy = travestimento geniale per non travestirsi e vestirsi come ci si veste tutti i giorni.
Chiodo di pelle, camicia di flanella, t-shirt nera, jeans e anfibi.
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schizografia · 28 days
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[…] PETER EISENMAN: Io scrivo fiction, non filosofia, e la mia architettura è fiction, non filosofia, e la fiction è mille volte più entusiasmante della filosofia. Qualsiasi cosa sia stata detta di me, la maggioranza dei miei scritti sono fiction; non penso che la Maison Dom-ino fosse un oggetto auto-referenziale prima che io avessi inventato la finzione che ne fosse uno. Quando ho scritto sulla Maison Dom-ino, sulle opere di Le Corbusier, si trattava per me di dissimulare il mio proprio lavoro. Di fatto ciò che scrivo serve da travestimento per il mio pensiero. Dunque non prendete troppo sul serio quel che scrivo o che ho potuto scrivere; io stesso non lo prendo molto sul serio – preciso: in quanto filosofia non in quanto fiction. In quanto fiction, lo prendo assolutamente sul serio (…). Ho senza dubbio letto male l’opera di Derrida, ma leggere male è un modo di creare ed è leggendo male che riesco a vivere nella realtà e che potrei lavorare con lui.
Jaques Derrida, Le arti dello spazio. Scritti e interventi sull’architettura
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francesca-70 · 1 year
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Il nudo
e' il migliore travestimento
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...❤
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libriaco · 10 months
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Come erravamo - 4
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L'elemento essenziale della dottrina di Marx è la lotta di classe. Così si dice e si scrive molto spesso. Ma questo non è vero e da questa affermazione errata deriva, di regola, una deformazione opportunista del marxismo, un travestimento del marxismo nel senso di renderlo accettabile alla borghesia, Perché la dottrina della lotta di classe non è stata creata da Marx, ma dalla borghesia prima di Marx, e può, in generale, essere accettata dalla borghesia.
Colui che si accontenta di riconoscere la lotta delle classi non è ancora un marxista, e può darsi benissimo ch'egli non esca dai limiti del pensiero borghese e della politica borghese. Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare. Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato. In questo consiste la differenza più profonda tra il marxista e il piccolo (e anche il grande) borghese di dozzina.
Da: Lenin, [Государство и революция, Gosudarstvo i revoljucija, 1917], Stato e rivoluzione in: Lenin, Stato e rivoluzione / Marx, Critica del programma di Gotha, Milano, Feltrinelli, 1976 [Questa traduzione è conforme a quella delle Edizioni in lingue estere di Mosca].
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bicheco · 10 months
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Non ride più
Giorgia Meloni è una romanaccia simpatica. Battuta pronta, risata contagiosa e un po’ di sana autoironia. Anche sulla statura non proprio slanciata, eterno cruccio dell’altro nano ancor più della calvizie (“Sono alto un metro e 71, cribbio!”). Ma, nelle ultime uscite pubbliche, di quella Giorgia non rimane neppure l’ombra. La sostituisce una donna truce, torva, astiosa, biliosa, minacciosa, in una permanente crisi di nervi. Non ride né sorride: ghigna e digrigna. Non parla: ruggisce. Non c’è più l’underdog che, dopo un’infanzia difficile e una carriera costruita con le sue mani, ce l’ha fatta. Ora c’è una capetta che fa la spavalda per nascondere l’insicurezza e attacca per difendersi da nemici immaginari. Come se fosse ancora lì col 4% a fare opposizione sola contro tutto e tutti. Invece è a Palazzo Chigi con un potere smisurato, il 99% dei media che canta le sue lodi e le opposizioni che balbettano (quando non la fiancheggiano). E il travestimento da San Sebastiano non suscita solidarietà, ma ilarità. Dalle praterie dell’opposizione solitaria alle strettoie del governo, dai voli della campagna elettorale all’atterraggio sulla realtà, c’è un bel salto. Che però non basta a spiegare una metamorfosi che può costarle cara. Ci dev’essere dell’altro. Forse si rende conto di quanto sia scadente il personale politico di cui si circonda (e giustamente diffida). Forse in cuor suo soffre a fare o a subire tutto ciò che rinfacciava agli “altri” (migranti, accise, austerità, condoni, politiche anti-sociali e anti-legalitarie, riverenze a Usa e Ue, Mes, draghismo, Figliuolo, Panetta, scandali di ministri gaffeur o impresentabili). La “pacchia” che doveva finire per l’Ue è finita per lei. E questo suo primo luglio al governo lo ricorderà e lo ricorderemo tutti. Ci rammenta quello di un altro neo-premier che Montanelli immortalò sulla Voce nel luglio ’94, nei giorni del “Salvaladri”: “Uno strazio aggiuntivo di questi torridi giorni sono per me le apparizioni sul video del Cavaliere che, avendone a disposizione sei tra pubblici e privati, non perde occasione di abusarne… A opprimermi è il sorriso con cui Sua Presidenza accompagna le parole: tirato, stirato, studiato col consueto puntiglio cosmetico, ma ormai completamente estraneo a un volto non più bene ambrato come una volta, ma lucido di sudore. Non erano questi i sorrisi di Berlusconi quando non era ancora ‘il Cavaliere’. Anzi, quelli non erano nemmeno sorrisi, ma risate: belle, aperte, squillanti, a gola spiegata… Ecco perché mi fa tanto male vederlo sul video con quel sorriso fasullo. Quasi un ghigno, che non ricorda neanche da lontano la bella risata fresca e squillante del Silvio di Arcore, non ancora Cavaliere”. Era il ritratto di Silvio. Pare quello di Giorgia.
Marco Travaglio
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withoutskin · 10 months
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Per la prima volta nella mia vita ho dato una possibilità al bene, gli ho permesso di entrare, ma il bene è solo un ottimo travestimento
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fiammarock · 1 year
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Non c’è travestimento
che possa alla lunga nascondere l’amore dove c'è,
ne fingerlo dove non c'è.
F. de La Rochefoucauld
🔥
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ilsalvagocce · 1 year
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essendo io di formato piccino e mia madre alta e grande io credo da quando nacque, tanto che non riesco a concepirla di spazio occupante meno d'un metro, non ci siamo mai scambiate vestiti io e lei — anche per età, generazione e magari gusti chissà, al massimo foulard che infatti quello suo di seta rossa e blu è il mio preferito, e unico che voglio.
quel che ho sempre desiderato però son state le sue scarpe, un paio in particolare, un numero 40 che già da bambina rimiravo con ardore
delle open toe verde mare intenso, incrociate sul davanti, non più d'otto cm di tacco, pelle morbida e intensa e vissuta mi pareva
le cerco tutt'ora in giro per il mondo, copie, sempre brutte copie, per il mio piedino di gatto
oggi ho recuperato un po' dei suoi vestiti che erano rimasti in una casa in irlanda dove una volta l'anno ultimamente andava per lavoro da amici lì residenti
non riesco ad aprirla
sta lì nell'angolo di entrata della mia casa
e non penso oh, i vestiti le maglie a righe i maglioni le camiciole di mia mamma grande, quello lo penso già del suo armadio a casa, che giace lì intatto glaciale di mughetto,
penso
se apro quella valigia io vorrò indossar tutto, tener tutto, appender alla gruccia i miei prossimi maglioni.
Vorrò trovar il modo per accorciare i bordi, ficcare l'abbondanza dentro i pantaloni, le maniche girarle centmillevolte fin alle spalle, il collo alto triple volte, i pantaloni magari li arrotolo per quando vado al mare
mi estraggo da lì, mi strappo dallo slancio travestimento, li lascio, immagino quel che sta dentro figuro me con addosso le righe di mamma con le interlinee diverse, e io che le rendo ancor più strette stropicciate senza tenderle col corpo grande, un quadernino di bambina
magari pure le scarpe verde mare scuro trovo lì dentro, mica è vero, dalla punta a goccia che così poco le ho visto indossare, sempre appoggiate lì, nella scatola preziosa dello scaffale, in attesa del momento perfetto, perché troppe, scarpe di regina, potere luminoso, sfrontate di bellezza di corpo slanciato, con cui camminare io sul ciglio del mondo che non vedo
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blacklotus-bloog · 11 months
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Ti scrivo e ti desidero, vorrei che ti arrivasse, che ti disturbasse gli ozi madrileni il desiderio, il puro e crudo desiderio di averti, di progettare un incontro, di fantasticare nuovi abbracci, di sentire in me e in te, il languore della saliva, del sudore, l’indulgenza e il furore delle mucose, della rosa cedevole e della rosa penetrativa. Se tu mi pensi, come spero, il tuo pensarmi ti dirà che io ti penso, e che anche desiderarti è un’arguzia, un gioco, un travestimento del pensarti. Ti penserò finché non ti sentirò, di nuovo, gemere.
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GIORGIO MANGANELLI - Lettere a Viola
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