O ÚLTIMO JOGO (2021) - trailer oficial from Michel Gomes on Vimeo.
Diretor: Roberto Studart
Diretor de Fotografia: Michel Gomes
ROTEIRO
Roteiristas: Roberto Studart e Ecila Pedroso
Consultores de Roteiro: Aleksei Abib E Jacques Akchoti
ELENCO
Califórnia: Pedro Lamin
Expedito: Bruno Belarmino
Ruiva: Betty Barco
Arlindo: Norberto Presta
Lola: Juliana Schalch
Casemiro: Lúcio Tranchesi
Mário Maravilha: Derio Chagas
Anastácio: Adriano Basegio
Jacira: Fernanda Carvalho Leite
Tarzan: Rafael Albuquerque
Carlos: Cassiano Ranzolin
Tony: Rodolfo Ruscheinsky
DIREÇÃO
Diretor: Roberto Studart
1º Assistente de Direção: Adler Paz
2º Assistente de Direção: Leonardo Meireles
3º Assistente de Direção: Gisela Stangl
Continuísta: Pedro Hahns
Preparador de Elenco: Christian Duurvoort
Produtor de Elenco: Luiz Antônio Rocha
Produtora de Elenco RS: Simone Butelli
Assistente de Produção de Elenco: Deise Chagas
Produtora de Figuração: Nara Lucia Maia
PRODUÇÃO
Produtor Executivo Brasil: Sylvia Abreu
Produtor Executivo Brasil: Roberto Studart
Produtor Executivo Argentina: Maia Desiderato
Produtor Executivo Colombia: Gustavo Pazmin
Assistente de Produção Executiva: Ana Luiza Campos
Diretora de Produção: Taissa Grisi
Coordenadora de Produção: Camila Machado
Produtora de Base: Nathalia Ruckert
Produção de Locação: Mêmis Muller
Produtor de Locação/Platô: Marcos Rohrig
Assistente de Platô e Produção: Rodrigo Modena
Assistente de Platô: Emiliano Perez Marzano
Limpeza de Base e Set: Elaine Gomes
Coordenadora Adm / Financeiro: Mina Ishikawa
Controller: Anderson Fragoso
Produtor: Locação/Platô: Marcos Rohrig
FOTOGRAFIA
Diretor de Fotografia: Michel Gomes
1º Assistente de Câmera: Alex Meira
2º Assistente de Câmera: Daniel Carvalho
T.I.D.: Edson Paiva
Vídeo Assist: Leandro Foscarini
Gaffer: Jô Fontana
1º Assistente de Elétrica: Deloir Rodrigues
2º Assistente de Elétrica: José Crespo
Maquinista Chefe: Leandro Rosa
1º Assistente de Maquinaria: Fabio Da Silva Dias
2º Assistente de Maquinaria: Anderson Dias
Operador de Steadcam: Maoma Farias
Geradorista: Brunno Ramos Pires
Still: Tuane Eggers
ARTE
Diretoras de Arte: Valéria Verba e Sheila Marafon
1a Assistente de Direção de Arte: Nadine Diel
2o Assistente de Direção de Arte: Giovana Darcie
Produtores de Objetos e Veículos de Cena: Eder Ramos e Gabriela Burck
Contra-Regras: Jamerson Porto e Tiago Alves
Cenógrafa: Isabela Urman
Assistente de Cenografia: Marina Fontes
Cenotécnico: Anderson Santos
Assistente de Cenotécnico: Valdir Santos
Pintores: Andrei Almeida, Angelo Ceriotti, Marcelo Rodrigo Dóss, Valmor Furlanetto
Ajudantes: Cleimar Grassi Casagrande, Juliano Irani Fitarelli, Vilmar Machado Mattos
FIGURINO
Figurinista: Diana Moreira
1ª Assistente de Figurino: Letícia Arakaki
2ª Assistente de Figurino: Joice Oliveira
Assistente de Figurino Adicional: Julia Weber
Estagiária de Figurino: Vanessa de Ávilla
Chefe de Costura: Leticia Santos
MAQUIAGEM
Maquiagem e Cabelo: Baby Marques
Assistência de maquiagem e Cabelo: Michele Nunes e Gislane Pimentel
SOM
Técnico de Som: Facundo Nahuel Gómez
Microfonista: Juan Ignacio Iribarne
Assistente de Som: Gonzalo Pablo Palmieri
MONTAGEM
Montadora: Ximena Franco Lizarazo
TRILHA SONORA
Trilha Sonora: Julián Carando
PÓS-PRODUÇÃO
Pós Produção de Som: Clap Studios - Medellín, Colombia
Desenho de Som e Mixagem: Daniel Vasquez e Sebastian Alzate
Edição de Som: Daniel Vasquez, Sebastian Alzate, Felipe ‘Felo’ Valencia, Daniel Londoño
Foley: Sebastian Vasquez e Alexander Aguilar
Coordenação de Estúdio: Laura Alvarez
Ceo Estúdio: Gabriel J. Perez
Consultor de Pós-Produção: José Augusto de Blasiis
TRANSPORTE
Coordenação de Transporte: Natália Sosa
Carros de Produção: Dorcelino Fratini, Ivandro Beluso, Jadir Guimarães
Doblô: Enio Dequigiovanni
Vans: Edico Sipp, Hugo Guimarães, Rodrigo Scherer, Rose Schabatt, Sergio Schabatt, Vanderlei Marasca, Vilson Trevisol
Caminhões de Elétrica e Maquinaria: João Carlos Nascimento e Luiz Fernando Donia
Caminhão Platô: Alexandre Silveira, Jonathan Stello
Tranfer Poa/Bento Gonçalves: Gerson Guerra, Luciano Maciel, Pedro Rafael Gaspary, Rodrigo Pergher
Transporte em São Paulo: Nilton Farias
CATERING
Alimenset: Adriana Mercanti, Biel Fontoura, Brenda Grazziani, Charles Alexandre da Silva, Daniel Ducati, Eliane Conte, Janete Batisti, Juan Ferrero, Kauane Lima, Noedi Nunes, Rosângela Alves
Hospedagem Em Bento Gonçalves: Pousada Villa Dei Fiori
Seguranças: Anésio Rizzi, Audrin Schineider Peres Alves
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Stai diventando la Chiara Ferragni della cultura italiana… Magari! Un anno di “Pangea”, ovvero: rispondere all’orrore con la meraviglia, vincere il mercato con il canto (il programma politico ce lo facciamo dettare da Artaud)
Primo anno. Tra i primi articoli mi ricordo quello sulla morte di Saint-Exupéry e quello sulle lettere della giovanissima Sylvia Plath. Mi ha emozionato intervistare Susan Stewart e trovare una intrepida sintonia con una poetessa canadese, Jan Zwicky. Idealmente, sono arrivato in capo al mondo, a Ushuaia, traducendo il reportage di Maria Soledad Pereira. Un anno di Pangea. Non pensavo neanche di scrivere un editoriale. Perché? Perché se sei gettato verso l’avvenire – che è avventura – non hai modo di guardarti indietro. L’alba la rimpiangi al tramonto.
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Nel canto X del Paradiso, Beatrice indottrina Dante su come deve rapportarsi con le altezze. “Ringrazia,/ ringrazia il Sol de li angeli, ch’a questo/ sensibil t’ha levato per sua grazia”. Ringraziare per la grazia. Ora. L’idea di Pangea mi agitava da anni. Almeno sei. Ricordo che ne parlai, con un foglio dettagliato, nel 2012. Prima al mio primo direttore, a Milano; poi a un editore. La cosa complicata è trovare chi sappia tramutare una idea in fatto. Infine, dopo il definitivo fallimento del quotidiano locale per cui lavoravo – cioè: con ampio tempo a disposizione – ho trovato l’editore, anzi, l’uomo. Jonathan Grassi. Figlio di Giorgio, fondatore della Grabo, azienda che fa palloncini. Legare la cultura ai palloncini mi è parso un segno. Ricordo una fotografia folgorante di Marco Pesaresi. Nella metropolitana di Tokyo, particolarmente oscura, fredda, un palloncino rosso, a segnalare la fuga, il volo, la libertà, l’impulso del sogno. Dunque, grazie.
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Il pudore mi mozza la lingua. I grazie sarebbero una grandinata: ma delle amicizie è bene celare il senso e il talento. Diciamo sempre troppo rispetto a ciò che andrebbe detto. Nel segreto, ciascuno sa.
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Una circostanza, piuttosto, mi forza all’articolo. Lo scorso primo ottobre, alla Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori in cui insegno, tre studenti hanno discusso un progetto di tesi su tre autori argentini valorizzati da Pangea. Un ragazzo si è laureato sull’opera di Hebe Uhart, una ragazza sui racconti di Liliana Heker e un’altra sulle poesie di Juan Arabia. In tutti i casi, gli studenti hanno lavorato su testi inediti in Italia. A quel punto, mi dico, ecco il compito di Pangea che si realizza: portare in Italia, prima di altri, grandi autori di altri Paesi. Parlare, prima di tutti, dei grandi libri che si pubblicano altrove. Perché siamo cugini di Marco Polo, ci avventiamo verso l’ignoto.
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Una amica mi sfotte, “sei diventato un influencer”. Certo. Proprio questo dobbiamo fare. Influenzare la cultura e l’editoria italiana. A non martoriare con l’oblio certi poeti, a promuovere soltanto testi vertiginosi, capaci di scuotere, anzi, di squartare. Già. Diventerò la Chiara Ferragni della cultura italiana.
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Eravamo quattro gatti, siamo qualche migliaia, tra poco fondiamo un partito politico, il programma lo facciamo scrivere ad Antonin Artaud, il regolamento interno da Dostoevskij, il gruppo dei probiviri sarà capitanato da Dino Campana.
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Gli anniversari non servono per fare festa, ma per celebrare il futuro. Un paio di sogni realizzabili – e conseguenti a questo primo anno: tradurre Pangea in un trimestrale di carta. Il digitale è decisivo – esempio: rende ‘immortale’ e consultabile l’archivio dei contenuti, dilata un ‘pezzo’ in un labirinto di link, permette approfondimenti impensabili sulla fissità cartacea – ma la carta ha un sapore unico. Poi. Dopo il ciclo ‘Hybris’ – il cui successo ha sorpreso un imperiale cinico come me – Pangea deve diventare un evoluto ‘laboratorio di contenuti editoriali’. Accompagnando l’attività giornalistica al dialogo con i protagonisti del genio italiano e internazionale. Pubblicando libri. Proprio così. L’obbiettivo naturale è quello: dare sostanza libraria alle nostre provocazioni culturali.
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Mai ovvio. Senza i bravissimi collaboratori che ogni giorno mi aiutano, questi corsari eroi con il coltello tra i denti e continenti perduti nel cuore, Pangea sarebbe semplicemente il megafono delle mie valide cretinate.
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Tradurre l’accademia in bar: parlare di Iosif Brodskij come della Juventus, discettare di Leopardi al posto di spendere l’ennesima battuta sulla schiena di Di Maio. Credere che ci siano ancora parole su cui rampicare e costruire capanne, e la salvezza esiste, allora, la gioia è possibile dietro l’angolo di un verbo, mescolando una terzina con la luce del giorno che muore, e lascia il suo pelo biondo sui rami degli alberi.
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Un quotidiano culturale. Rispondere all’orrore quotidiano con cui ostacolano i nostri passi con la meraviglia, lo stupore, l’eterna giovinezza della poesia, la ribellione fanciullesca. Il tempo ci costringe all’economia delle cose: tutto ha un prezzo, tutto ha un costo. Noi diciamo che tutto è poesia, e che le cose non si comprano, bisogna saperle riconoscere – e cantare. Il canto vince il mercato.
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Ora arroto i denti perché c’è molto ancora da mordere. (Davide Brullo)
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