Tumgik
#resta per sempre
themhac · 11 months
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io capisco e ammiro il tifo appassionato, l'amore viscerale per una squadra e la fede incondizionata, ma mi dispiace sempre molto vedere quanto questa parte così bella si traduca sempre nel godere dei fallimenti altrui e nello sputare cattiverie indicibili su chiunque non sia della propria squadra
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littlevals13 · 2 years
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☀️☀️☀️
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enter-the-bear-circle · 3 months
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I saw someone do it last year and it worked wonders so
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smokingago · 28 days
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“Un giorno forse arriverà la notte delle notti dove magari non fai l’amore ma dormi solo insieme, a fumare previsioni di pace, con la testa sul suo seno, sereno. A capire che toccare una mente è assai più complicato che toccare un corpo, perché un corpo puoi stringerlo in un letto ma una mente no. Una mente va dove vuole. Quando resta, una mente, vuole darti tutto, vuole darsi davvero. Oltre presenze e assenze, oltre distanze e vicinanze, oltre quello che puoi dire o non dire, fare o non fare. È ubiquamente tua. Sa sorriderti più delle labbra, quando si accorge che non vuoi possederla ma prendertene cura. Ed è questo il miracolo profondo, il senso denso di un vero incontro. Questo l’apice di ogni corrispondenza d’anima. Questo il senso di appartenenza. Partire per restare. Viaggiare senza spostarsi ma andare dappertutto. Mantenersi sempre un po’ selvatici ma farsi attraversare oltre i limiti dei propri confini. E lasciarsi finalmente contaminare gli occhi da radici felici.”
Massimo Bisotti
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"Il suicidio è sempre stato spiegato come sintomo di un disturbo mentale, in realtà è un fenomeno molto più complesso. Prima si pensava banalmente che chi voleva suicidarsi fosse depresso, e che quindi andasse curato con un antidepressivo. Ma non è cosi: molti depressi non arrivano a pensieri di morte, invece chi ci pensa è vittima di un dolore mentale costante, di un senso di fallimento, di angoscia, di sofferenza anche fisica, di un dialogo incessante con sé stesso... e il suicidio si presenta come la migliore soluzione per uscire da quello stato. Più che il desiderio di avvicinarsi alla morte, è il tentativo estremo di allontanarsi da un dolore psicologico divenuto insopportabile. Se questo dolore potesse essere alleviato, o eliminato, si ritroverebbe la voglia di vivere."
La vita di chi resta - Matteo B. Bianchi
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ilpianistasultetto · 29 days
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Ma se pò campà co' 'sta paura sul collo che scoppia 'na guerra mondiale da un momento all'altro?
Io non ci credo ma la tensione resta, anche perché non trovi più una notizia positiva da leggere per tirare un sospiro di sollievo, solo roba deprimente. Secondo gli analisti più guerrafondai in qualche modo moriremo tutti se non armiamo l'Ucraina, "mo me lo segno" avrebbe detto Troisi, uccellacci del malaugurio sempre presenti in televisione, qualcuno di questi ha detto: "preparatevi alla guerra se volete la pace", ma cosi, di punto in bianco? Mica ogni giorno ci siamo allenati a sparare contro le sagome dei possibili nemici. E poi in che modo mi devo preparare? Comincio a litigare con il mio vicino di casa o mi armo di vaffanculo per l'ENEL?
Non ho fatto nemmeno il militare, esonerato perche' orfano di padre. Io sono un tipo tranquillo, non credo di avere nemici, di armi e bombe a mano non capisco nulla, l'ultima volta che ho giocato a freccette, in un villaggio turistico, sono ancora in causa con un tizio che prendeva il sole con un costume a cerchi colorati! Questo governo fara' partire corsi di formazione per pistoleri occupabili? E che dire dei virus sempre in agguato? Non passa giorno che i giornali non scrivano di nuove pandemie in arrivo. Un futuro da immaginare con infermieri con la siringa del vaccino nella mano destra e il fucile nelle sinistra, guerre e pandemie da combattere, per non parlare delle zanzare, ogni volta ne arriva qualcuna che trasmette malattie, allora ti devi armare di unguenti repellenti e allenarti a tirare pantofole su ogni piccolo segno scuro alla parete o prenderti a schiaffi appena senti un ronzio sospetto all'orecchio!
Praticamente, per chi comanda, devi solo scegliere come morire: sparato, infettato o punto da una zanzara del cazzo. Futuro di cacca! @ilpianistasultetto
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fuoridalcloro · 1 month
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Prenditi cura della tua felicità. Te lo devi. Te lo meriti. Fai un inchino alla dolcezza ogni volta che avrai la fortuna di incontrarla. Innamorati, ma mai a metà. Piuttosto rinuncia. Se non ti spezza il fiato e le vene allora lascialo andare. Se non ti rende libera di impazzire allora lascialo andare. Innamorati dei tuoi sbagli. Della tua solitudine. Resta randagia negli occhi e nelle emozioni. Prendi lezioni di poesia da chi non alza mai la voce. Da chi piange per superare un dolore. Da chi abbraccia per curarsi l’anima. Da chi affronta la rabbia e dalla rabbia, ha smesso di fuggire. Lascia perdere i vincitori. Quelli si sentono eroi. Scegli ultimi. Quelli che nessuno vede. Sii sempre onesta. Nelle scelte, nei giudizi. Dì sempre la verità. Forse perderai persone, amicizie. Amori. Forse perderai tutto. Ma ritroverai te stessa. Quando resti tu quando resti vera sei bella come una canzone cantata a squarciagola in macchina di notte. Sei bella come lei. Occupati della tua felicità e delle persone che ne fanno parte. Tutto ciò che resta fuori non merita la primavera dei tuoi sogni il tuo sole, il tuo coraggio. Tutto ciò che resta fuori non merita il tuo tempo.
-Andrew Faber-
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libero-de-mente · 3 months
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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kon-igi · 4 months
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Ogni anno mi sforzo sempre di più per fare degli auguri originali, non tanto per farvi esclamare 'Oh! Wow! Groovy!' ma più che altro per condividere con voi in modo non scontato la gioia del ritrovarsi, scevra - almeno per me - da qualsiasi connotato religioso.
Potrei dirvi che è stato un anno faticoso e difficile ma se da un lato mi parte subito il coro greco di baccanti che intonano 'ESTICAZZI!' dall'altra mi rendo conto che invece è proprio così... e per così intendo
ESTICAZZI
Evidentemente possiedo molta di quella dote psichica che durante la pandemia era molto inflazionata come termine (quella che fa rima con delinquenza) e in più un innato senso di stoico martirio che mi chiude la bocca nell'attimo in cui mi sto per lamentare e poi vedo che puntualmente l'interlocutore sta messo peggio di me.
Questo è un grosso errore o perlomeno, se portato agli estremi ti strippa emotivamente come una pentola a pressione saldata ma riconosco i miei limito e - mi dico - perlomeno non faccio a gara di sciagure per essere citato nel remake dei Miserabili.
Sto rivalutando il concetto di salute mentale perché dopo averne parlato parecchi ad altri mi sono reso conto che, nel mio caso, la salute mentale non necessita di cure ma di salvaguardia.
Devo scegliere con cura le mie battaglie.
E sebbene battaglie evochi una presunta contrapposizione tra me e chi si frappone davanti a ciò che voglio ottenere, in realtà lo scontro avviene sempre e solo nel mio cuore ed è per questo che in un prorompente scoppio della succitata originalità voglio, come l'anno scorso, ringraziare ancora @autolesionistra che sempre in modo involontario mi ha restituito il senso di quello che provo, parlandomi di una canzone che mi ha fatto fare pace con una parte di me che mi accompagna da più di 50 anni.
Ve la voglio riproporre, scegliendo la versione sottotitolata (ha un testo molto denso e fitto) ma credetemi se vi dico che per quanto dolorosa, molti potrebbero riconoscercisi e proprio perché dolorosa potrebbe sembrare strano che io ve la faccia vedere (non ascoltare... vedere) per augurarvi buon natale e serene feste.
Poi vi dirò il perché...
Il motivo è che siamo tutti piccoli e persi nella continua ricerca di calore e conforto, quotidianamente tormentati dal ricordo di ciò che non è più e nella flebile speranza che il domani abbia meno nubi.
Eppure si va avanti lo stesso, con l'enorme peso dei nostri vuoti e la fragile leggerezza di inutili bagagli, perciò vi dico di volervi bene, di voler bene anche a quella parte di voi che disprezzate perché se siete qua a leggere ciò che scrivo è anche per il desiderio di fuggire da un qualcosa che invece vi seguirà per sempre.
Siamo esseri umani... e se questo a volte può sembrare una dolorosa dannazione io credo che invece sia un degno tributo a chi non è più e un meraviglioso lascito a chi sarà dopo di noi.
Ok... tutta 'sta roba omerica per augurarvi Buon Natale (!) ma prima di andare a filtrare il brodo per i cappelletti vi lascio un'ultima cosa
E se vi debbo dire ancora una cosa, è questa: non crediate che colui che tenta di confortarvi viva senza fatica in mezzo alle parole semplici e calme, che qualche volta vi fanno bene. La sua vita reca molta fatica e tristezza e resta lontana dietro a loro. Ma, fosse altrimenti, egli non avrebbe potuto trovare queste parole.
Rainer Maria Rilke
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omarfor-orchestra · 1 year
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Loro sarebbero così felici ma ve li immaginate che si baciano e sorridono e poi Dante è felice e sono felici tutti quanti e poi un po' di angst per Manuel grazie 🙏🏼
(spoilers in the tags)
#allora#io ho visto l'originale#e ok#alla fine (ma proprio fine fine. nel timeskip) oksana si mette con il fratello di pol fanno 4 figli e girano l'Europa in roulotte#però#jerard si innamora perdutamente di lei poi la molla perché non ce la fa più a stare dietro al figlio#joan smette di scoparci perché boh mette la testa a posto or something#in tutto questo Bruno si fa la sua vacanza a Roma#Pol si innamora di Tania e nel frattempo capisce robaTM su di sé#poi Bruno torna e Pol resta come un coglione#questo succede nella S3#e poi il disastro nello spin-off di cui non si parla in questa casa#ma alla fine si sposano!#tutto questo per dire che loro stanno sperando così tanto nella S3#ma così tanto#forse eccessivamente#quindi ok manuel si innamora di nina ma ce la fa a stare con la bambina? lui che è sempre stato adulto e pieno di responsabilità?#probabilmente lo farebbe ma vorrebbe liberarsi ed essere solo un adolescente come non è mai potuto essere#e secondo me si arregnerebbe così tanto con mimmo ma così tanto#che inevitabilmente qualcuno la domanda se la farebbe#ti sta sul cazzo perché è lui o sei solo geloso?#eh. per dire.#vorrei dire che mi sembrerebbe strano se buttassero a fanculo la storia che ancora tisane incollate le persone a sta serie eh#però poi mi ricordo di vflr e di eros e antonio... anche se antonio veramente era un personaggio terribile ed è giusto secondo me che sia#finita così#però dal punto di vista del marketing super genialata perché così la gente continua a sperarci#io resto ottimista#e penso che mi piaceranno le coppie#un professtag#merltag
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- Non ti ho vista per un po’, dove sei stata?
- In disparte, per conto mio.
- A fare?
- Calcoli. A contare tutte le cose che la vita non mi ha dato, quelle che ha finto di darmi, quelle che mi ha dato per poco, spacciandole per ciò che desideravo in quel momento, e poi rivelandole per le cianfrusaglie e presenze inconsistenti quali erano.
A contare quanto tempo é passato, quanto ne resta.
A guardare il Cielo di questo autunno pieno di enigmi,
a muovergli accuse, ringraziamenti, domande,
a strappargli promesse, a fissarlo in silenzio e versare qualche lacrima.
O un sorriso. O una speranza.
- Sembra una cosa molto molto triste. E come stai, adesso?
- Consapevole.
- Consapevole non é uno stato d’animo. Sembra davvero una cosa triste. Vuol dire triste?
- Vuol dire consapevole.
La tristezza é come la felicità, o come la vita stessa.
A un certo punto, passa. Arriva altro.
La consapevolezza, invece, resta. Se la eserciti, resta sempre.
Gabriela Pannia
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catsloverword · 4 months
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Ho bisogno di mollare i freni.
Un po' come quando ero bambina e ne combinavo una più del diavolo 😈 Mi sentivo sbagliata, per questo. Ero incontenibile (lo so, adesso non si direbbe😜), la ribelle, il "bastian contrario", la pecora nera del gregge. Eppure non mi son mai voluta uniformare, rimettere al volere altrui e per fortuna!! Ho sempre fatto ciò che volevo e l'ho sempre scelto, anche se, spesso, non priva di condizionamenti. Perché io davvero avrei voluto essere accettata così e non cambiata, a loro dire, in meglio, in più convenzionale, in più socialmente concepibile. Poi le incombenze, i doveri, per necessità ti uniformi e ti avvicini agli standard richiesti, ma piano, piano ti allontani da te stessa. La bambina che hai dentro smette di urlare, la azzittisci e finisci anche per dimenticartene per un po'... Fino a che, lenta, lenta, goccia a goccia, lei si alza, si specchia, si trova cresciuta e allora si veste a nuovo e comincia a danzare. Non urla, non più, ma sa farsi sentire, sa farsi amare e altro non resta da fare che tornare con lei a ballare sotto la pioggia.
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