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#lacrime da coccodrillo
ross-nekochan · 2 years
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Patetico.
Patetico, ai limiti del disdicevole. Anzi, per come mi hai cresciuta, ai limiti del vomitevole.
Sentirti piangere al telefono è stata la cosa più disgustosa che io abbia dovuto sopportare. Una conversazione ai limiti del surreale: tu che mi dici "menomale che sono venuti mamma, fratello e la tua amica, sennò sarebbe stato davvero brutto laurearsi da soli". Ma non hai vergogna? Ma ti ascolti quando apri quel tombino di merda di bocca che ti ritrovi?
Ovviamente, hai preteso che ti informassi quando non mi hai chiesto niente per mesi. Quando al mio "non preoccuparti, non è necessario che tu venga" non hai nemmeno risposto scrivendomi "ok, va bene". Nulla, zero, silenzio cosmico.
La tua vita è più importante della mia, è chiaro. E allora non fare finta che te ne fotta qualcosa. Anzi, non fare che te ne fotte solo solo perché così puoi sfoggiare il distintivo da "padre orgoglioso della figlia da 110L", dato che, nella tua testa bloccata al 1990, "eh no, certe cose contano per trovare lavoro". Allora facciamo che io aspetto che qualcuno mi chiami senza che io cerchi nulla, che dici? Col voto che mi ritrovo la gente verrà a cercarmi sicuramente sotto casa, no? Sogna, mio caro boomer, sogna.
Dicevamo, distintivo da sfoggiare ORA quando al primo anno di università mi volevi far fare l'Accademia militare contro la mia volontà perché così ti era girato il cervello.
Ti ho pianto davanti un sacco di volte, per le cose più banali come l'essermi rotta il cazzo di andare in vacanza per il settimo anno nello stesso cazzo di posto, senza la possibilità di andare altrove, alle cose più serie come per la mia contrarietà a fare qualsiasi domanda, concorso pubblico, militare e chitebbiv. Ma sei sempre stato irremovibile nelle tue volontà.
E ora pretendi che le tue lacrime da coccodrillo mi facciano sobbalzare il cuoricino? Eh no, caro amico, mi spiace non funziona.
Per giunta, mi sono laureata DUE CAZZO DI GIORNI FA e ti ho sentito già molto volenteroso di sapere cosa devo fare dopo, suggerendomi velatamente chissà qualche ambitissimo concorso pubblico in cui sia meglio fare domanda. Perché il futuro è la PA, è chiaro. Meritavi un sincero vaffanculo, ma in passato mi hai sempre detto che ero volgare e scostumata, quindi adesso quando ti parlo mantengo un certo contegno così ti faccio fesso e contento.
Menomale che le nostre telefonate sono sporadiche (perché fortunatamente ti ricordi raramente che esisto) e che durano poco perché sennò non so se riuscirei troppo a mantenermi.
Una cosa però mi sono dimenticata di dirtela: grazie mille per il cash.
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mccek · 19 days
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Tutto è cambiato da quel 2010,
anni passati buttata in un letto, 
salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci, 
per me sono state eterne, mi sentivo inerme, 
“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata, 
non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo, 
questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,  
ti ha tolto l’uso dei tuoi arti, 
non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere, 
quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere, 
ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti? 
Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto, 
tuo figlio é sempre quello di un tempo, 
un concentrato di ansie e incertezze, 
che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,
dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,
di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno, 
tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,
speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino, 
chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie  trasportate dalla burrasca,  
di idee negative succubi di voci “cattive”, 
ti chiedevo “Mamma? 
Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?
Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”
“Ognuno é fatto a modo suo, 
non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.
“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso, 
non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,
Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),
strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.
Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,
umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno, 
finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.
Ti sento piangere le notti, 
con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente, 
mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”, 
io non ne conosco di altri motti, 
mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente, 
io invidio il tuo essere, fragile e tenace, 
tu non vivi, sopravvivi, lotti,
come quando ballavi il tango, 
cambiavi l’atmosfera, 
la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare, 
a ogni tuo passo il mio cuore accelera, 
professionisti che dicevano “incantevole, come
una bambina si diverte in mezzo al fango”.
In una vita di spine, senza una rosa,
sei un’artista nel dipingere le mie giornate, 
metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori, 
siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa, 
ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.
Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare? 
Ma testardo davo retta solo a me stesso,
capendo che una donna é l’unica soluzione, 
se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,
ti scrivo le mie lacrime del cuore, 
quelle che nessuno vede, 
mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.
Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”, 
tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.
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ilfascinodelvago · 1 year
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Ci sono donne che non hanno diritto a un'istruzione, a un lavoro, che non possono scegliere il compagno/a da amare oppure non possono lasciare il marito che qualcuno ha scelto per loro e che ne è diventato il padrone. Donne che non possono disporre della loro vita. Vivono in Afghanistan, Iran, Siria, Arabia Saudita e altri cento paesi in tutto il mondo. Sopravvivono, anzi. Ci sono donne vittime degli uomini, picchiate, uccise, violentate, considerate proprietà, "tu sei mia", talmente plagiate e sottomesse da confondere la violenza con l'amore. E questo succede nel mondo occidentale, ma un po' di più nel nostro Paese patriarcale, maschilista e gerontocratico. In Europa, in Italia soprattutto, ci sono donne che hanno in mano il potere e non fanno niente per le altre donne, anzi provano a riportarle indietro in quanto mogli madri e donne di casa, sono donne potenti ma quando qualcuno le attacca sul merito si difendono dicendosi discriminate in quanto donne, e lo dicono protette da guardie del corpo. Alle prime auguro di avere la forza per continuare a lottare e finalmente debellare un mondo e una religione che le vuole prigioniere. Alle seconde auguro di riuscire ad imparare dalle prime il coraggio per ribellarsi e riprendere in mano le loro vite. Alle ultime invece auguro di andare a visitare più spesso le persone che fuggono da guerre, carestie e persecuzioni, persone che hanno perso tutto, persino una speranza per il futuro, e non andare soltanto a dispiacersi davanti alle bambole di pezza dei bambini morti sotto le bombe russe. Si sporchino le mani e i vestiti di quelle persone, non spargano lacrime di coccodrillo davanti ai peluche.
Ecco, questo è il mio pensiero per un 8 marzo a due facce, diviso tra donne preoccupate che chiedono ai follower quale smalto abbinare alla borsa (non lo so, sto vagheggiando) o che si lamentano di non trovare posto il sabato sera al jappo dopo una settimana di lavoro duro e donne che vedono morire i propri bambini tra le braccia affamati, annegati o mutilati dalle bombe. Ognuna ha i suoi dolori, non intendo assolutamente criticare chi ha il privilegio di avere problemi più risolvibili, alcune hanno solo la colpa di essere nate dalla parte sbagliata del mondo.
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fridagentileschi · 2 years
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25 MOTIVI PER NON ESSERE COMUNISTI:
1) Falso complesso di superiorità morale.
2) Falso pacifismo.
3) Sindacati che scioperano ad orologeria.
4) Mandanti politici degli assassinii di Biagi e D'Antona, pur riempiendosi la bocca con la lotta democratica e versando lacrime da coccodrillo ai funerali.
5) Sostenitori di infami regimi liberticidi.
6) Sostenitori di terroristi come Hamas.
7) Odiano il Cristianesimo, pur dichiarandosi portatori dei valori dei frati trappisti. e tutte le religioni ( meno l'islam)
8) Dicono di essere il partito dei lavoratori ma proteggono i fancazzisti.
9) Dicono di aver liberato l'Italia dai nazisti, in realtà lo hanno fatto gli anglo-americani, che loro odiano visceralmente.
10) Si sono impadroniti della Resistenza, a cui avevano partecipato anche cattolici e liberali...molti dei quali sterminati perchè non condividevano l'abbraccio mortale con l'URSS. Porzus docet.
11) Parlano ed abusano del termine società, e dei suoi aggettivi derivativi come sociale, mentre cercano in ogni modo di sferrare colpi mortali contro la cellula della società che è la famiglia.
12) Dicono di stare con i lavoratori, ma tutti i loro propagandisti sono la gauche-caviar del mondo dello spettacolo: giornalisti, presentatori, cantanti, comici, nani, ballerine.
13) Invidia rosicante contro chi è riuscito nella vita a fare qualcosa di buono per sè e per gli altri.
14) Pochezza o mediocrità culturale associata da abnorme ipertrofia dell'io condita con schizoide autoreferenzialità.
15) Poco gusto nel vestire e nel presentarsi, spesso con barbe incolte, untuosi e maleodoranti.
16) Arrivano su ogni cosa con 50 o più anni di ritardo: evidentemente son ritardati.
17) Dicono di odiare il nazismo, sconfitto anche dalla loro amata URSS, ma sono alleati dei regimi arabi che nella II guerra mondiale appoggiarono Hitler.
18) Parlano di conflitto d'interesse, ma non vedono quello più grande: il sistema delle cooperative rosse.
19) Parlano di ritorno alla dittatura quando si esprime un pensiero diverso dal pensiero unico: il loro.
20) Spiccata propensione all'insulto ed all'arroganza.
21) Fautori del consumo di droga, corruttrice della gioventù.
22) Falso femminismo: in realtà a favore di uno squallido maschilismo d'antan(es: posizioni contro la Carfagna) e silenzio assoluto contro i regimi arabi che infibulano le donne o le lapidano in piazza per adulterio o le mascherano con il burqua.
24) Politiche energetiche antinucleari in occidente, ma sostegno al nucleare per regimi arabi o antidemocratici.
25) Falsi paladini della questione morale, scivolati su Primo Greganti, Del Turco e Mautone.
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yukari-hayasaka · 1 month
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Il fatto che nelle relazioni ci sia sempre una componente di calcolo, bisogna mettere alla prova, aspettare il passo falso e rinfacciarlo, e via dicendo, è per me motivo di grandissima angoscia.
Per questo, credo, io mi trovo tanto bene con i bambini, con tutti i loro capricci, teatralità e i tentativi di suicidio/omicidio da cui li devi allontanare. L'amore, la rabbia, l'odio, la gioia, la colpa, le lacrime di coccodrillo sono tragicamente assolute e non può esserci calcolo. Io mi rilasso in loro compagnia.
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tulipanico · 1 year
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Lo sfrigolare dell'olio sul fuoco, la luce che entra di taglio, la trama del sole sulle ante più alte del mobile della cucina. Sono due persone diverse, la domenica sera ed il lunedì mattina. Uscendo di casa per andare al lavoro, tredici minuti dopo il sogere del sole, l'aria era colorata di rosa, ho pensato: io sono devota alla luce. Al buio, nella deprivazione d'ogni senso, s'acuisce l'udito interno, il senso di ciò che c'è dentro, e non mi piace. Piango lacrime di coccodrillo e vedo nero, mi smarrisco tra i solchi cerebrali, non so dove andare. La mattina, in una dimensione nuova del tempo, mi sembra tutto chiaro, fattibile, raggiungibile. È martedì oggi, il cielo è trasparente, i miei occhi assomigliano ad un barattolo di miele attraversato da un poco di sole. Mi mancano alcune cose, ma sto bene, andrò al cinema da sola.
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palmiz · 2 years
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Lacrime di coccodrillo
E adesso TUTTI a negare di conoscerlo, tutti a negare di averlo candidato... Falsi come Giuda, quello che : " ma come ha comprato una casa da 300.000€ se non ha mai lavorato? " " Vendendo il mio libro sponsorizzato dalla Boldrini" ( mi hanno sempre detto di leccare il culo dalla "parte" giusta, e le strade diventano ben comode, e questa ne è una prova) Però, Intanto sua moglie e la suocera, con le 2 coop in fallimento, ha ricevuto negli anni 69 mln di euro, lei che pubblica su Istagram borsette che l'italiano medio servono almeno 5/6 paghe per averle , oltre a viaggi, macchine etc etc ma Però dimenticando di pagare fornitori e dipendenti , facendo capolarato sui suoi stessi "paesani" ma lui però non ne sapeva niente, e riguardo alle spese della moglie lui risponde: non è un delitto la bellezza, quindi non mi dava fastidio mia moglie se voleva apparire bella. Non è un reato Se i soldi non sono rubati ma però, Ostentare ricchezza e poi andate nelle piazze di sx a condannare chi non aiuta i suoi fratelli solo per il colore della pelle , dandoci dei meschini razzisti, perché non doniamo tempo e denaro per aiutarli, stride un po'!!! . E nel mentre sua moglie oltre a fare capolarato, o non li pagava o gli dava solo 2€ l ora sotto ricatto!!! Che schifo di gente e chi li supporta.
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t-annhauser · 1 year
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Poi dice che la gente si disaffeziona
Ho sentito Calenda che minacciava l'intenzione di andare casa per casa, di convincere persona per persona, ci manca solo questo, che venga a suonare alla porta per spiegarci cos'è un vero liberale, fortuna che sono tutte fregnacce. Il nonno faceva dei bei film, ha fatto pure Pinocchio, il Pinocchio con Manfredi e Franco e Ciccio, c'era sempre una certa tendenza all'apologo morale, è vero, ma almeno non era così pedantemente molesto e maestrino come il nipote. Altro grande luogo comune della politica, soprattutto in occasione di una disfatta elettorale, è il ritorno al territorio, il tornare alla gente, il che implica dal punto di vista semantico un precedente allontanamento, e per quale motivo questo doloroso allontanamento su cui poi piangere regolarmente le proverbiali lacrime di coccodrillo? Calenda è uno che ha studiato, un competente di professione, a forza di studiare la teoria si sarà dimenticato della pratica, il suo dice che è un "partito d'opinione" ("partito con un limitato gruppo di iscritti, che si propone essenzialmente di influenzare e orientare l’opinione pubblica", De Mauro), ma allora deciditi: o fai i numeri o lasci che qualcuno traduca in voti il tuo lavoro di influencer. Ecco, appunto, vogliono fare tutti gli influencer, vincere le elezioni da casa, poi a un tratto s'accorgono che c'è pure la gente e cominciano ad interessarsene annunciando grandi reportage etnografici sulle riserve indiane dov'è possibile trovare la gente ancora allo stato brado, tipo i reportage della Riefenstahl sulla cultura Nuba in Sudan. Poi dice che la gente si disaffeziona.
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sguardimora · 1 year
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[ph. Mirco Lorenzi]
Venerdì per la prima volta il progetto La scuola elementare del teatro e della danza si è tenuto nel pomeriggio e ha visto la partecipazione non solo di una realtà scolastica ma anche dei genitori degli alunni e delle alunne. Infatti, in occasione della presenza della compagnia Kepler-452 in residenza all’Arboreto per la ricerca e composizione del nuovo lavoro Album, i bambini e le bambine della scuola elementare di Schieti, accompagnati dai genitori e dalle maestre sono entrati nel processo creativo degli artisti. Album è un lavoro è sostenuto dal progetto europeo Stronger Pheripheries e coprodotto da Pergine Festival (Italia), Pro Progressione (Ungheria) e L’Arboreto Teatro Dimora (Italia) e si sta sviluppando intorno al tema “Dealy bread”, trattando più nello specifico il tema della famiglia e della memoria.
Dopo essere stati accolti da una merenda nel foyer del teatro, il gruppo è entrato dentro la scena di Album guidati da Nicola Borghesi, Enrico Baraldi e Roberta Gabriele e sono stati catapultati come in una sorta di set cinematografico abitato da un conduttore-intervistatore (Nicola), accompagnato dal suo cameraman (Enrico) e da Roberta che osservava lo spazio. Che cos’è un ricordo? Qual è il tuo primo ricordo? Dove vanno i ricordi quando spariscono? Da queste tre domande si è mosso l’incontro tra gli artisti e la comunità scolastica/famigliare disposta sul palco allestito con una cinquantina di sedie e mobilio vintage. All’interno di questo dispositivo scenico dove spettatori e artisti si mescolano, che ospiterà anche la prova aperta che si terrà venerdì 26 maggio dalle ore 20, Nicola ed Enrico hanno accolto bambini e adulti facendo convergere l’ora di lavoro insieme sulle tre domande di cui sopra. Da questo confronto serrato tra padri e figli, maestre e alunne, madri e figlie, genitori e insegnati condotto con audacia e sensibilità da Nicola sono emersi ricordi, immagini, odori e sensazioni che hanno dato vita a una biblioteca di proto-racconti immaginari.
Un ricordo è un’esperienza del passato che ti rimane impressa nella memoria. È un’immagine sensoriale, sinestetica. Spesso sono gli altri il nostro ricordo. I ricordi sono ricostruzioni artificiose, sono immaginazione. I ricordi sono spesso brutti. I ricordi hanno bisogno di una storia e deve essere forte, spesso traumatica. È qualcosa che abbiamo percepito in passato e che con gli stimoli esterni torna alla memoria. Il ricordo non è razionale, quanto meno te l’ho aspetti arriva.
Il mio primo ricordo è la paura di affogare durante il battesimo. Un foglio verde grande che sembrava un terribile coccodrillo. Giocare alla guerra con bombe di carta. Imparare a fischiare insieme a mio padre. L’odore dei limoni nel giardino della nonna in Sicilia. Un bimbo dell’asilo che mangiava la terra e gli altri che lo incitavano a mangiarla. Molti ricordi me li sono inventata. Una camera, tanti libri e tanta luce, di mattina: era la stanza dei miei genitori. La prima volta che ho galoppato sopra un cavallo.  Il primo concerto a cui sono andata sola con un’amica.
I ricordi che scoppiano vanno nel fuorimemoria, un tuo secondo cervello che non sai di avere. Vanno in una parte del cervello che non conosciamo. Ha il nome di una dea greca… I ricordi vanno nelle teste di chi hai incontrato. Scappano dal tuo corpo e si dissolvono nell’aria. I ricordi non vanno da nessuna parte non ci sono più. Non svaniranno mai restano nella testa e quando vedrai un posto magari ti torna in mente un ricordo che non ricordavi più: è il luogo te lo fa ricordare. Sono legati alle emozioni, scompaiono e tonano con le emozioni a cui sono legati. Quando scompaiono ritornano nel luogo da dove sono venuti.
Queste sono alcune delle memorie e delle riflessioni che adulti e bambini hanno condiviso in questo pomeriggio denso ed emozionante, ricco di risate e silenzi, abbracci e lacrime, parole e sguardi che molti dei presenti non dimenticheranno ma serberanno a futura memoria.
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Wednesday, for the first time, the project The elementary school of theater and dance was held in the afternoon and saw the participation not only of a school but also of the parents of the scholars. In fact, on the occasion of the presence of the Kepler-452 company in residence at the Arboretum for the research and composition of the new creative work Album, the scholars of the elementary school of Schieti, accompanied by their parents and teachers, entered the creative process of the artists. Album is a work supported by the European project Stronger Pheripheries and co-produced by Pergine Festival (Italy), Pro Progressione (Hungary) and L'Arboreto Teatro Dimora (Italy) and is developing around the theme "Dealy bread", dealing more specifically the theme of family and memory.
After being welcomed by a snack in the foyer of the theatre, the group entered the scene of Album led by Nicola Borghesi, Enrico Baraldi and Roberta Gabriele and were catapulted as if into a sort of film set inhabited by a conductor-interviewer (Nicola), accompanied by his cameraman (Enrico) and Roberta who observed the space. What is a memory? What is your earliest memory? Where do memories go when they disappear? From these three questions the meeting between the artists and the school/family community moved on the stage set up with about fifty chairs and vintage furniture. Within this scenic device where spectators and artists mingle, which will also host the open rehearsal to be held on Friday 26 May from 8.00 pm, Nicola and Enrico welcomed children and adults by focusing the working hour together on the three questions of above. From this close confrontation between fathers and sons, teachers and pupils, mothers and daughters, parents and teachers conducted with audacity and sensitivity by Nicola, memories, images, smells and sensations emerged that gave life to a library of imaginary proto-stories.
A memory is an experience from the past that stays in your memory. It is a sensory, synesthetic image. Often others are our memory. Memories are artificial reconstructions, they are imagination. Memories are often bad. Memories need a story and it must be strong, often traumatic. It is something that we have perceived in the past and that comes back to memory with external stimuli. The memory is not rational, the less I wait for it, it will arrive.
My first memory is the fear of drowning during baptism. A large green sheet that looked like a terrible crocodile. Play war with paper bombs. Learning to whistle with my father. The smell of lemons in grandma's garden in Sicily. A kindergarten child who ate the earth and the others who encouraged him to eat it. I made up many memories. A room, lots of books and lots of light in the morning: it was my parents' room. The first time I ever galloped on a horse. The first concert I went to alone with a friend.
Memories that burst go into “out of memory”, a second brain of yours that you don't know you have. They go to a part of the brain that we don't know about. It has the name of a Greek goddess… Memories go into the heads of who you met. They escape from your body and dissolve into air. The memories go nowhere they are no more. They will never vanish, they remain in your head and when you see a place, perhaps a memory that you no longer remember comes to your mind: it is the place that makes you remember it. They are tied to emotions, they disappear and tone with the emotions they are tied to. When they disappear they return to where they came from.
These are some of the memories and reflections that adults and children exchanged on this dense and exciting afternoon, full of laughter and silence, hugs and tears, words and looks that many of those present will not forget but will keep for future reference.
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aitan · 1 year
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Il fatto é che quando sono morti Bach, De Falla, Ellington, Mingus, Jobim, Tenco, Piazzolla, Modugno, Demetrio Stratos e Miles Davis non avevamo Facebook.
E se faccio bene i conti, il nostro chiacchierio in rete non c’era nemmeno ai tempi in cui sono finiti Kurt Cobain, Jaco Pastorius e Fabrizio De Andrè.
Avremmo per certo scritto coccodrilli strappalacrime anche per loro.
E l’avremmo fatto soprattutto per noi stessi: un modo goffo è piuttosto disperato per elaborare il lutto e non rimanere sopraffatti dalla triste certezza che non ci sarebbero state nuove note provenienti da quelle mani e da quelle bocche ormai consumate da vermi e formiche o già trasformate in mucchietti di cenere.
[...]
Perché, in fondo, più che per il morto, ai funerali ed alle commemorazioni sulle reti sociali (quelle piene di pianti e rimpianti per le persone e per i personaggi che abbiamo più o meno ignorato per una vita e scoperto o riscoperto nel giorno della loro pubblica dipartita), più che per il morto, dicevo, mi pare che si pianga per se stessi: per quello che ci viene a mancare; per quello che abbiamo perso con l’avanzare degli anni; per il rimpianto di quello che eravamo quando entrammo in contatto col morto ai tempi in cui era ancora vegeto e vivo; per l’amore, per le considerazioni e per le emozioni che non potrà più darci e, non di meno, per il fottuto timore che prima o poi toccherà anche a noi (avevamo la stessa età…; abbiamo lo stesso sangue…; frequentavamo lo stesso bordello…; un giorno ci incontrammo a un altro funerale…; abbiamo mangiato lo stesso piatto di funghi avvelenati…; dottore, dottore, sento anch’io un dolore allo stomaco e mi gira la testa come se fossi al Luna Park…; dottore, mi dica quanto mi manca; non finga con me; ne ho viste già tante; ma tante, tante, tante che neanche lei sa quante…).
[...]
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Il mio pianto funebre continua qua...
https://aitanblog.wordpress.com/2023/02/24/pianti-funebri-e-funerali-pubblici/
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sainztander · 2 years
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"Spiando" Twitter Italia sembra che quasi tutti siano felici delle dimissioni di Binotto, oppure si stanno rendendo conto solo ora a cose fatte di aver perso uno dei migliori ingegneri del paddock dopo mesi e mesi di #binottoout.
E poi ci sono in assoluto i miei prefe: i leclerchini assatanati che quando girava la voce di Vasseur TP hanno esultato manco avessero vinto alla lotteria della vita solo per il legame che ha con Charles.
Per non parlare di Novella 20... Ehm... Della Gazzetta e altri media (tipo Sky, Vanzini in primis, ma non solo la redazione di Sky) che continuano, imperterriti, a fomentare una certa narrazione contro Carlos "spingendo" proprio su quelle tesi complottistiche tanto care a quella parte che si considera "ferrarista" ma che poi insulta un proprio pilota un giorno sì e l'altro pure. La cosa che più mi dà fastidio di quest'ultimi e proprio la loro totale incapacità di leggere le interviste di Carlos e comprenderne il contenuto. Ti giuro, non so come facciano a leggere "X" e comprendere "Y" e distorcere completamente ogni singola virgola di quello che dice Carlos, davvero, ogni volta rimango sconcertata da come cercano di rivolgere le cose a loro favore. Certe volte penso che si meriterebbero che Charles corresse da solo, senza nessun compagno di squadra ad aiutarlo, così avrebbero quello che tanto desiderano e non potrebbero incolpare nessun' altro se non sé stessi.
Scusa per lo sfogo, ma a quanto pare nemmeno durante la pausa invernale possiamo avere un po' di tregua; anzi, con le dimissioni di Binotto penso che le cose potranno andare solo che peggio dato che ai vertici c'è Elkann. In ogni modo spero vivamente, per la Ferrari, per Carlos e per Charles di sbagliarmi su tutta la linea.
OH ECCOMI 28373727 tentativi di risposta dopo
Guarda, lo ammetto, provo un certo senso di perversa soddisfazione nel vedere le stesse persone che da MESI urlano e sbraitano insulti e chiamano il #binottoout fare dietrofront con la coda tra le gambe perché si rendono finalmente conto cosa cazzo stia succedendo <3 si ok siamo tutti rovinati tanto vale apprezzare le piccole gioie della vita
Ti giuro i leclerchini favolosi. Da quando sono partite le voci su Vasseur gli unici post a favore che ho visto sono fotine caruccine di lui e Charles o citazioni in cui lo elogia....... assolutamente NULLA sulla sua carriera da TP o come stia andando il team che sta dirigendo (dal 2019 ormai! lo stesso numero di anni di Binotto! le coincidenze.....) o come si trovino i piloti che lavorano con lui. Assolutamente nessun commento su come abbia trattato il nostro Giovinazzi dalla FDA né niente sullo strano caso di Bottas e Zhou che da Silverstone in poi (TREDICI GARE) siano riusciti a portare a casa solo 4 (QUATTRO) punti totali per il mondiale nonostante la macchina niente male! Ma vabbe basta che sia amiketto di Charles no? Alla fine è lo stesso motivo per cui Binotto era tanto amato fino a Monaco...
La Gazzetta del Calcio con la caduta di stile nella risposta ad Alesi si è un po' dimostrata per quello che è, confermando la definizione di carta straccia <3
Guarda, Skysport è una testata/tv così imbarazzante, impreparata, incommentabile sotto ogni punto di vista che ormai i fritti misti che si inventano manco mi stupiscono più. Vedere gente (pure qua) che cerca di avvalorare le proprie narrazioni ripetendo cose dette da Vanzini mi mette i BRIVIDI. Quasi come vedere gente chiamare Charles "predestinato" in maniera non ironica. Ancora non ho digerito la faccia tosta con cui hanno passato mesi a piangere lacrime di coccodrillo per Seb che si ritira dopo tutta al cattiveria che gli hanno sputato addosso per ANNI. Figurati se mi stupisce il riciclaggio di tutto quello schifo contro Carlos.
Boh sì è veramente un atteggiamento strano, mai visto questo soprattutto perché appunto ripetono quello che hanno fatto a Seb, teorie del complotto incluse. Saranno contenti solo quando Charles sarà il primo pilota della storia a guidare due macchine contemporaneamente.
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ninocom5786 · 2 years
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Per cento giorni ci rompete le scatole con questa storia che i russi sono "cattivi" e gli ucraini sono i "buoni". Storia che mi sta sulle ⚾⚾⚾ e che ne ho abbastanza di tutta questa narrazione tossica che fanno i telegiornali, i quotidiani, i rotocalchi televisivi, i politici, gli attori, gli sportivi, i social media e via dicendo. 😒
E' da otto anni che esiste la guerra in Ucraina e voi da cento giorni vi siete già accorti di ciò. E' da tanto che ho spento la tv per non sentire più le vostre castronerie sulla (vostra) pace (che sa di guerra), le vostre lacrime di coccodrillo e i vostri (patetici) reportage sugli orrori della guerra (che ahimè esistono da 8 anni nell'est e nel sud Ucraina).
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Lacrimazione di Maria a Siracusa e il Magistero dei Pontefici
Il Signore dice a santa Caterina, nel Dialogo: «Figlia, le lacrime mi convincono perché sono unite alla mia carità, sono versate per amor mio e mi legano ai vostri sofferti desideri», tanto da essere stata definita: LA DOTTRINA DELLE LACRIME…. mettendo in guardia dalle “lacrime di coccodrillo“… Cari Amici, per quanto certi prodigi soprannaturali (questi fatti come le lacrime appartengono…
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alemicheli76 · 5 months
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"Lacrime di Coccodrillo" di Valeria Corciolani, Altrevoci editore. A cura di Barbara Anderson
55 del mattino, sveglia da 5 minuti del mio 5 giorno di riposo dal lavoro, 5 volte che tento di far partire il mio computer da antiquariato. Se questa mattina avesse un colore sarebbe rosso!Rosso come i capillari all’interno delle mie pupille che chiedono pietà perché non dormo, rosso come il nervoso quando le cose non funzionano come dovrebbero e rosso come il mio conto in banca e come la spia…
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erosioni · 5 months
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Non saremo perdonati
Non saremo perdonati per aver amato invano. Non saremo perdonati per aver amato riamati e neppure per non aver amato affatto. Non saremo perdonati per aver dato le perle ai porci. Non saremo perdonati per aver cresciuto piantine sul davanzale. Non saremo perdonati per le ferite inferte o subite. Non saremo mai perdonati per la paranoia. Non saremo perdonati per l'inazione e per l'omissione. Non saremo perdonati di aver mangiato il cibo a tradimento e di aver riso mentre il debole moriva (peraltro non sarà perdonato neanche il debole). Non saremo perdonati per i desideri impuri e neppure per quelli puri. Non saremo perdonati per le lacrime sincere e per quelle da coccodrillo. Ci incammineremo privi di perdono, per l'incerta pianura, col segno di Caino ben stampato sulla fronte. E non saremo perdonati. Forse, prima di morire, impareremo a perdonarci da soli. E allora sarà fatta la Sua volontà.
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cerentari · 5 months
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Mai 'na gioia 581
Non è carino esumare argomenti come lavoricidio o violenza sulle donne specialmente sotto le feste. Diamo tempo al tempo. Succederà presto che qualcuno morirà per lavoro o per violenza altrui, ora siamo troppo impegnati coi bambini di Gaza su cui spargiamo lacrime da coccodrillo. D’altra parte i fatti di Palestina sottolineano bene quanto netamiauuu (come hitler) abbia bisogno di massacri per…
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