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#joella loy
gacougnol · 1 year
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Joella Haweis Bayer
photograph of Mina Loy, Calla Lily Lamp “Arum Lumineux,”
ca. 1927,
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enespiral · 6 years
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Lee Miller, c. 1930
Joella Loy
Mina Loy
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pangeanews · 5 years
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“Amate l’orrendo”. Riscopriamo Mina Loy: fece impazzire Marinetti e Pound, fu poetessa, femminista, anarchica
Amo queste figure sfuggenti, che passano come una allucinazione, un tornado di diamanti. Di lei, ad esempio, non concretizzi nemmeno il nome. Nata due giorni dopo il Natale del 1882 a Hampstead, Londra, come Mina Gertrude Löwy – fausto incrocio tra un ebreo ungherese e una protestante inglese –, nel 1946 ottenne la cittadinanza americana come Gertrude Mina Lloyd. Per la storia della letteratura si chiamava semplicemente Mina Loy – e fu l’amazzone della poesia del Novecento.
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“Poetessa, pittrice, agente d’arte e disegnatrice di lampade, nei suoi giri conobbe Hemingway, Cocteau, Gide, Erik Satie, Paul Valéry; fu amica di Gertrude Stein, Marcel Duchamp, Picasso, Bernard Berenson, Eleonora Duse, Peggy Guggenheim; fece l’amore con Marinetti, Papini ed il boxer-poeta Arthur Cravan, con cui viaggiò in Messico; conquistò l’ammirazione di T.S. Eliot, Ezra Pound e William Carlos Williams”, scrive Carlo Anceschi in un bel libro, Poeti nel deserto. Basi Bunting e Mina Loy, edito da Diabasis nel 2005.
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Parigi, 1923, foto di gruppo. In basso, in ginocchio, Mina Loy. Si riconoscono: Ezra Pound, Tristan Tzara, Man Ray
Quando la vedevano, dopo averne elogiato l’amazzonico corpo, Papini & Marinetti, coda e aggeggio tra le gambe, scappavano. Solo lei sapeva titillare la loro viltà, le ipocrisie, le ipocondriache vanità. Mina Loy bazzica per Firenze dal 1906, insieme al marito, Stephen Haweis (da cui divorzia nel 1917), s’intende con Balla e Carrà, nella primavera del 1914 partecipa all’Esposizione libera futurista internazionale di Roma, la sua ricerca artistica – di sensuale avanguardia – si raffina nell’orda Futurista. Non va oltre, però. “Non ero abbastanza intellettuale per diventare futurista – ma sufficientemente intelligente per fare altro”, disse (Salvatore Marino su “Biblioteca di Rivista di Studi Italiani” scrive un saggio ricco di dati, Storia di Mina Loy Futuriste in cinque attimi).
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Il Futurismo fermenta in Mina Loy che nel 1914 scrive il Feminist Manifesto, con sfolgorio di caratteri da ‘poesia visiva’ paroliberista. “Il movimento femminista così come è stato istituito è inadeguato. Donne se volete realizzarvi siamo alla vigilia di uno sconvolgimento psicologico – tutte le mansioni domestiche devono essere smascherate – le bugie di secoli eliminate – nessuna mezza misura – nessun graffio sulla superficie della spazzatura tradizionale porterà alla Riforma, il solo metodo è la Demolizione Assoluta”.
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Più interessanti gli Aforismi sul Futurismo pubblicati nel gennaio del 1914 su “Camera Work”. Eccone una sfilza nella traduzione di Salvatore Marano:
MORIRE nel Passato Vivere nel Futuro
LA velocità delle velocità raggiunge l’inizio.
QUANDO si pressano i materiali per ricavarne l’essenza, la materia si deforma.
E la forma schiantandosi su se stessa è scagliata oltre la sinossi della visione.
LA linea retta e il cerchio sono progenitori del disegno, formano le basi dell’arte; non c’è limite alla loro coerente variabilità.
AMATE l’orrendo per trovarne il nucleo sublime.
APRITE le braccia a tutto ciò che va in rovina per restituirgli dignità.
VOI preferite osservare il passato sul quale gli occhi sono già spalancati.
MA il Futuro è oscuro solo dal di fuori. Saltateci dentro – e lui ESPLODERÀ di Luce.
DIMENTICATE di abitare nelle case, dal momento che potreste abitare in voi.
POICHÈ vivono nelle case più grandi le persone più piccole.
MA la persona più piccola, in potenza, è grande quanto l’Universo.
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Nel 1920 – per capirne il tipo – Mina Loy, finita la vampata futurista, sputtana gli amici del tempo in un poemetto, Lions’ Jaws pubblicato sulla “Little Review”. Gabriele d’Annunzio è detto “Danriel Gabrunzio… automatico amante di uccelli lirici”, Marinetti è “Raminetti” che “schioccò la frusta da maestro del circo/ cavalcando una locomotiva prismatica”, mentre Papini, “l’erudito Bapini/ sperimenta/ la testa di Dio in autoipnosi…/ esplode la sua corteccia/ di polvere libresca”.
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L’anno prima, Mina Loy parte dal Messico in direzione Buenos Aires. 1919. Incinta. Un secolo fa. La prima figlia, Oda Janet, muore poco dopo il parto, degli altri due, Joella e John Giles Stephen gli resiste la prima, l’altro muore a 14 anni. L’ultima figlia, Jemima Fabienne, la ha avuta dal poeta pugile Arthur Cravan, svizzero, di nordica bellezza. Dovevano ricongiungersi in Argentina. Il poeta muore, in circostanze misteriose, in Messico.
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Ezra Pound opponeva Mina Loy a Marianne Moore, la riteneva l’emblema della logopoeia, della “danza dell’intelletto tra le parole”. Ricevette gli elogi di Thomas S. Eliot e di William Carlos Williams, Gertrude Stein la adorava (“Era in grado di capire ogni cosa”), ebbe una fugace liaison con Marcel Duchamp, pubblicò nel 1923 Lunar Baedeker, dedico una poesia a Joyce’s Ulysses: “Spirito/ impalato sul fallo// Fenice/ di fuochi irlandesi/ che infiammano Occidente// Parola che si fa carne/ divorando se stessa/ con zanne erudite// Don Juan/ di Giudea/ in pellegrinaggio/ verso Libido..// Empireo emporio/ dove il/ creatore che ripudia/ Joyce/ lampeggia un riflettore gigante”.
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“Per i modernisti è stata la prima a tracciare la sensibilità della ‘nuova donna’. Ezra Pound ha elogiato la sua intelligenza che non trafficava in sentimenti (le sue poesie erano irte di intelletto, tanto che Pound coniò un termine, logopoeia, per descriverle). William Carlos Williams, Hart Crane, E.E. Cummings impararono dal suo esempio… A metà degli anni Trenta, tuttavia, era scomparsa, le sue poesie introvabili. Secondo Kenneth Rexroth, Mina Loy fu dimenticata perché le sue poesie erano diverse da quelle di qualsiasi altra poetessa. Hanno sfidato un genere e una categoria”. Così Carolyn Burke in Becoming Modern: The Life of Mina Loy, 1996. In Italia alcune poesie di Mina Loy si possono leggere in Per guida la luna (Le Lettere, 2003). Libro difficile da trovare, però, in molti repertori dato come “non disponibile”.
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Bellissima, sparì, come ciò che acceca per eccesso di luce, Mina Loy. Morta a 83 anni, il 25 settembre 1966, a Aspen, Colorado; abitava con le figlie, Joella e Jemima, stava lavorando a una biografia di Isadora Duncan, la star che fece scalpore a Parigi accompagnandosi al poeta russo Sergej Esenin. Mina Loy era morta da decenni, aveva abdicato alla poesia, di cui è stata guerriera. (d.b.)
***
Baedeker lunare
Un Lucifero d’argento offre cocaina in cornucopia
a sonnambuli dalle cosce adolescenti drappeggiate di satirici drappeggi
Peri in livrea preparano Lethe per postumi parvenù
Viali deliranti illuminati d’anime in infusione candelabri dalle tombe del Faraone
piombano verso finimondi mercuriali Oasi odiosa in fosforo solcato
il quartiere a luce bianca lucernario a bianco d’occhio di lussurie lunari
Cartelloni Stelletrici
Spettacoli alati sulla via stellare carosello dello Zodiaco
Cicloni di polveri estatiche e ceneri levano in volo crociati da cittadelle allucinatorie di vetro frantumato a crateri evacuati
Un gregge di sogni bruca su necropoli
Dai litorali di oceani ovali nell’Oriente ossidato
odalische dall’occhio d’onice ed ornitologi osservano il volo di Eros desueto
E “l’immortalità” ammuffisce nei musei della luna
Ciclone notturno concubina di cristallo
Butterata di personificazione la vergine fossile dei cieli cresce e cala
Mina Loy
da: “Poeti nel deserto. Basil Bunting e Mina Loy”, a cura di Carlo Anceschi, Diabasis, 2005
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ftnbooks-blog · 6 years
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Herbert Bayer is forgotten by many, but he definitely is one of the most important designers/artists from last century. He studied at the Bauhaus and was at one time educated by Kandinsky and Klee.
In the spirit of reductive minimalism, Bayer developed a crisp visual style and adopted use of all-lowercase, sans serif typefaces for most Bauhaus publications.[3] Bayer is one of several typographers of the period including Kurt Schwitters and Jan Tschichold who experimented with the creation of a simplified more phonetic-based alphabet. From 1925 to 1930 Bayer designed a geometric sans-serif Proposal for a Universal Typeface[1] that existed only as a design and was never actually cast into real type.[4] These designs are now issued in digital form as Bayer Universal.[2] The design also inspired ITC Bauhaus and Architype Bayer, which bears comparison with the stylistically related typeface Architype Schwitters.
Then his life changed drastically. In 1944 Bayer married Joella Syrara Haweis, the daughter of poet and Dada artist Mina Loy. The same year, he became a U.S. citizen. The result….Many lost interest in the works by Bayer, he did some typography and made some fonts, but gained again some importance in collecting over 30.000 works of art for the ARCO company. Still Herbert Bayer is recognized again as one of the more important artists from the Bauhaus era and this means his works start to grow in importance again.
www.ftn-books.com has some Bayer titles available.
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Herbert Bayer (1900-1985) Herbert Bayer is forgotten by many, but he definitely is one of the most important designers/artists from last century.
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ladiesalmanackfilm · 9 years
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BERNADETTE SCHWEGEL AS JOELLA LOY
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Meet Bernadette Schwegel, a warm, insightful fifth grader at the Skinner North Classical School in Chicago, who just celebrated her golden birthday this year, turning 11 on February 11 (a master number in the Tarot deck used for the card of Strength, or Justice). She does not like wars and bloodshed, but she does like revolutions. Her favorite subject in school is Social Studies and she sharpens her pencils with two brassy presidential sharpeners: one of George Washington and one of John F. Kennedy. If she could elect anyone in the world to be the next president, it would have to be her father, the wisest person she knows. No one can be quite so sure of the future, and of that she is fully aware that one day she wants to be this and the next, that, but her vision includes becoming a doctor, drawing comics for a newspaper, working on a cartoon for television, and designing as well as physically constructing a building that will be tall, fat, and made of blue glass, a nonchalant color that carries happiness and sadness at the same time, and she would complete the architecture with Roman murals and pillars. She is interested in anime, reading, and drawing, and has written one book so far in kindergarten about a transformative venus fly trap named Greenie who wished to be a rose and a petunia. She credits her mother for her creativity. In the Ladies Almanack, she will play our Joella Loy, the daughter of Mina Loy.
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