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#intermesoli
telodogratis · 2 years
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Tragedia in montagna: due scalatori morti sul Gran Sasso
Tragedia in montagna: due scalatori morti sul Gran Sasso
A fare scattare le ricerche sono stati i familiari, che non riuscivano più a mettersi in contatto con loro Tragico incidente sul Gran Sasso, ai pilastri di Pizzo Intermesoli (Teramo). Due scalatori, originari di Roma e Arezzo, soo morti. Di loro si erano perse le tracce nel pomeriggio di ieri. A lanciare l’Sos ono stati i familiari, che non… Read MoreCronacaToday
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.. by Valerio Boncompagni!
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luciamosca14 · 5 years
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Grande festa a Intermesoli, il 31 agosto, per l’intitolazione di un’area picnic ad Alfonso Di Michele, alpino del Battaglione L’Aquila
Grande festa a Intermesoli, il 31 agosto, per l’intitolazione di un’area picnic ad Alfonso Di Michele, alpino del Battaglione L’Aquila
TERAMO – Autorità religiose, civili, e militari e ovviamente immancabili i Gruppi alpini del teramano e la rappresentanza militare del 9° Reggimento Alpini del glorioso Battaglione L’Aquila, tutti presenti sabato 31 agosto alle ore 11 a Intermesoli, frazione di Pietracamela, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, per la cerimonia d’intitolazione dell’area picnic in memoria di Alfo…
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notingrid-blog · 6 years
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.. by Valerio Boncompagni Via Flickr: Follow me on Tumblr | Instagram
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murphy---lee · 2 years
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Sacro Moderno by director Lorenzo Pallotta, with our original soundtrack, at Laceno D’Oro Film Festival..
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TERRE MUTATE.
FABRIANO, ferragosto,in quella bottega della carta retta da un vivace signore sulla settantina gli occhi cadono su quella copertina, il cammino delle Terre Mutate. Mi rimane nella testa quell’elenco di paesi nominati come tappe, inizio a capire perché “mutate”. Si torna a CAMPOTOSTO, passando dal Passo del Lupo il colpo d’occhio è incantevole, davanti agli occhi il lago, il profilo del Corvo, Intermesoli e il Corno Grande e sulla sinistra i Monti della Laga a chiudere il coro. E via sulla provinciale, SIVIGNANO, spento il motore lo sgorgare
di una fontana è l’unico segnale di vita percettibile tra quelle poche case puntellate. Profumo intenso di fichi proviene dall’albero che cresce sopra la fontana, bello che pare abbracciarsela.
Alla ricerca di un market verso un comune più grande, MONTEREALE, sul corso un anziano in panchina a cui nel vederci una donna più giovane alza meglio la mascherina, come a proteggerlo dagli estranei.
CITTAREALE,a sentinelle dell’ultimo tornante prima di entrare in paese due cavalli si accudiscono sotto la pioggia, il cielo si tinge di bianco, non passa nessuno, il vento tira talmente forte che la macchina si trasforma in una culla. E avanti per un po’ di km fino al cartello “città degli italiani”, AMATRICE. Mi riecheggia nel cervello quel cronista in quel giorni maledetto “Amatrice non c’è più”. C’è una gru, una. Anche i militari se ne sono andati, c’è un cartello del comune in cui invita le persone al rispetto, “no selfie”. La rabbia sale, perché è stato necessario mettere un cazzo di cartello. Una rabbia di fondo mi accompagna sempre, innegabile, metabolizzo a fatica. La nebbia e la pioggia mi accompagnano fuori, qualcuno ha cucito una coperta molto grande a forma di cuore per coprire le ferite, mi rendo conto mentre mi avvicino di calpestare delle mattonelle rotte, sono inavvertitamente entrata nella cucina di qualcuno. Ho voglia di fotografare la coperta, mi dico che non fotograferò le case, le storie di quelle famiglie, continuano ad essere le loro anche se i muri son venuti giù. Verso POGGIO CANCELLI la luce inizia a filtrare dalle nubi, il verde si accende, i campi ordinati tornano a brillare e mi sembra di tornare ad un anno prima, mentre giravo per la Val d’Orcia. Quel posto non ha nulla da invidiargli, dovremmo solo decidere che è altrettanto bello e dargli la stessa opportunità di riscatto. Perché le decidiamo noi spettatori delle sorti del mondo queste cose.
Pensavo di aver visto già troppo e invece, lasciata la Salaria mi ritrovo con lo sguardo alzato su un lavandino di una cucina al secondo piano di una casa di ARQUATA DEL TRONTO che sembra esser stato utilizzato poco prima tanto tutto è immutato. La vista del Monte Vettore mi riporta sulla terra, il bivio di Forca di Presta, l’attacco del sentiero verso la vetta che toccherò di lì a qualche giorno, e giù per la strada che ti fa dominare la piana di CASTELLUCCIO DI NORCIA, che avevo visto soltanto sui social come presenza martellante negli ultimi tempi. Ascolto involontariamente una ragazza della mia età che lavora alla locanda che ha come confino le transenne della zona rossa, perché praticamente tutto il paese è zona rossa come 5 anni fa. Rispondendo alle domande premurose di un turista visibilmente colpito con una fiducia che non conosco dice di non aver fretta, l’importante è che si muova qualcosa. Senza ironia, senza critica. Divento minuscola come un granello di sabbia e mi ripeto quel, “ma no non abbiamo fretta basta che ci aggiustano” me lo ripeto mentre percorro la curva e vedo il rifugio Perugia, sto per esclamare oh che bell.. e mi rendo conto che è accartocciato su se stesso. Poco dopo nel varcare le mura di NORCIA faccio un respiro profondo, mi preparo ad altra devastazione, mi rendo conto che sarà così per tanti km ancora. Sul balcone alle spalle della statua di un San Benedetto che indica l’unica cosa rimasta in piedi chiedono di sbloccare la ricostruzione, “siamo stati dimenticati”. È vero, dico a bassa voce.
Il negoziante che ci vende la maglietta del Parco dei Sibillini ci racconta il retroscena di tutte quelle foto che ho visto sui social; perché l’anno scorso la fioritura di Castelluccio era un’ossessione e ha fatto sì che qualcuno restasse bloccato in auto anche nove ore, maledicendo quei comuni che semplicemente non si aspettavano tanto e non avevano le forze per gestirlo. Risultato? Quest’anno non è venuto nessuno per paura di trovare la stessa situazione e cosa ben peggiore, chi abitualmente andava in zona per il Vettore e gli itinerari preferiti si è allontanato per non ricaderci, indirettamente. Ma i giornalisti li pagano a sensazionalismi. Non possono star a perder tempo scrivendo del fatto che le imprese edili sono introvabili in zona perché con il bonus del 110% sono tutte occupate altrove, chissà forse guadagnano di più, dice Rita, sconsolata ma di nuovo, senza critica, davanti agli scheletri che ospitavano la sua vita. MONTEMONACO, l’odore di forno, entro in un emporio di quelli belli davvero in cui puoi trovare di tutto, cose che i cinesi neanche immaginano, e tutti a dare il proprio contributo riempiendo il paese di vasi e fiori, per abbellire ciò che è rimasto, e intanto noi si va in su per la vetta della Sibilla dopo aver fatto uno spuntino in riva ad un lago di un blu dolomitico che ho paura a menzionare, dovesse finire come Castelluccio. C’è poi ASTORARA, dei quattro sentieri della lavanda, che per qualcuno è diventato il punto da dove ripartire,optiamo per il più breve e arriviamo all’agrimusicismo Cantantonella,è l’ora di un bicchiere di vino, chiediamo, forse con un fare che mi rimprovererò dopo, se è dura lì e se aprono solo in estate, ma loro aprono tutto l’anno, e sono solidi, tanto da non chiedere oltre, li cerco su fb e mi imbatto in un’altra storia che mi ammutolisce. Tornerò anche qui. Di nuovo in macchina gli occhi colpiti dal blu,il lago di FIASTRA è un posto da cartolina. Il paese, come Campotosto, un cazzotto in pieno viso. Tra strade chiuse, deviazioni, cartelli punti di ritrovo, CAMERINO,sulla collina appare maestosa. Prima di questo viaggio io lo chiamavo il “terremoto di Amatrice”. Quello che mi ha svegliata e che ho sentito particolarmente forte, quello dei parallelismi su quanto avessimo avvertito anche L’Aquila.
Li, in quella Camerino che dieci anni fa un ragazzo iraniano a Salamanca mi aveva descritto come l’università più bella del mondo, in quella Camerino con tutti gli edifici in piedi, le strade deserte, i cartelli zona rossa, tutta, li crollo. Davanti a quei due militari, due ragazzi a far la guardia a nessuno, mi sento carezzare il braccio mi giro ed è una signora che mi sorride e trattiene le lacrime davanti alle mie, non ci diciamo nulla ma solo Dio sa quanto abbiamo condiviso. Un pezzo di un campanile con il tetto e la campana adagiato a terra accanto alla sua metà rimasta in piedi, Ale mi chiede se voglio fermarmi a fare una foto perché sa che avrei voluto raccontare come faccio io, con le foto. No,non ci riesco. Parlare solo di una ricostruzione lenta in modo inaccettabile non rende giustizia agli sguardi speranzosi,agli animi composti e alla tenacia delle persone che ho incontrato. Tanti di loro hanno dei tic, sono andata a cercare come una scema su google se sono conseguenze di un terremoto. Una scema patentata, si. Loro che le SAE le hanno ribattezzate Soluzioni Abitative Eterne, ridendoci su. Loro che hanno la mia età e decidono di ripartire coltivando lavanda sui terreni che erano appartenuti ad un papà scomparso, o che hanno concluso il contratto di affitto del terreno la sera prima del terremoto. Che se vai a cena nel loro ristorante riallestito sotto al paese devastato ti trattano come un nipote e se gli chiedi il dolce ci tengono a precisarti che no, il dolce l’ho comprato non l’ho fatto io. Che non chiedono nulla ma ti insegnano come si resiste quando tutto intorno crolla. Passo di nuovo per MATELICA, dove presi un calice di buon vino a ferragosto, ed eccoci a Fabriano, qualche edificio anche qui è puntellato, la bottega oggi è chiusa. Fabriano, quell’album con la copertina bianca e azzurra che tutti conosciamo, che è famosa in tutto il mondo ma le fabbriche continuano a chiudere.
Ora so di che parlava quel libro. E non perché l’ho letto su una palina di legno in cui era tracciato il sentiero. Nasce dalla “lunga marcia per L’Aquila” organizzata per la prima volta nel 2012 come segno di solidarietà ma anche di protesta perché dal 2009 tutto sembrava fermo. Ne esco mutata anche io, sebbene l’abbia affrontato in macchina e in maniera involontaria. Ai primi squarci al cuore mi ero proposta di denunciare tutto, foto, invettive; ho passato la fase del senso di colpa perché si, ho dato il mio contributo all’inizio come abbiamo fatto un po’ tutti ma poi non sono stata costante, oggi sono giunta alla conclusione che non ho una conclusione e questo è solo il mio modo di raccontarlo.
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goodbearblind · 5 years
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Posted @withrepost • @ibuxus Quando fotografo una Montagna difficilmente so quale sia il suo Nome 🏔 . . Ce ne sono tante e ognuna ha una forma particolare, qualcuna ha qualcosa in più per il mio “occhio da fotografo” ed é difficile, soprattutto quando ho dovuto affrontare una camminata in salita sulla neve non indifferente, non immortalarla 📸 . . Mi trovavo al fianco del Rifugio Duca degli Abruzzi, al di sopra di Campo Imperatore, e quello che vedete si chiama Pizzo Intermesoli ⛰ . . Scattate con EOS R di @canonitaliaspa + 24-105 RF + 15mm di @irixlens nella terza foto 📷 . . . . . . #pizzointermesoli #rifugioducadegliabruzzi #gransassoditalia #italy #ig_abruzzo #ig_laquila #yallersabruzzo #yallersitalia #snowscape #winterscape #montagne_my_life #mountainview #outdoortones #paesaggidabruzzo #canon_photos #irixlens . . Powered by @yallersabruzzo 💚 . . Don’t you understand Italian? 🇮🇹 Click on VIEW TRANSLATE ⤵️ https://www.instagram.com/p/B40Gf2EivvG/?igshid=m6k4fyhzl8gz
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tmnotizie · 6 years
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MACERATA – Start: donne in partenza. Si chiama così il progetto del Consiglio delle donne dedicato a donne e sport che oggi, alla presenza della presidente del Consiglio delle donne Ninfa Contigiani, di quello del Consiglio comunale Luciano Pantanetti e dell’assessore allo Sport Alferio Canesin, ha visto assegnare un premio  all’ASD Sci Cai di Macerata.
L’attestato è stato consegnato nelle mani della giovane sciatrice Agnese Intermesoli, accompagnata dal presidente Carlo Riccitelli, in rappresentanza della componente femminile del club maceratese.
L’idea di un premio alle associazioni sportive maceratesi, come ha spiegato la Contigiani, nasce dopo il terremoto, con la convinzione che anche chi ha continuato a gareggiare in regione e fuori, anche a livello internazionale, dopo i terribili momenti dell’emergenza del sisma, abbia contribuito a tenere in vista le nostre terre, portandosi dietro una sorta di valore aggiunto, quello di un territorio che resiste e che pensa a ripartire e con esso quello della nostra città.
“In particolare – ha affermato la presidente del Consiglio delle donne, Ninfa Contigiani – al Consiglio delle donne non possono non stare a cuore quelle associazioni che hanno la sezione femminile, che spesso è protagonista e portatrice di risultati. Tanto più che il volontariato sportivo è un vero e proprio perno dello sport italiano mentre nel mondo professionistico si consumano ancora oggi evidenti disparità di trattamento tra donne e uomini, a tutti i livelli e man mano che si sale nei ranghi”.
“Purtroppo – ha detto l’assessore allo Sport Alferio Canesin – la disparità di genere ancora esiste anche nello sport e per superare questa cultura bisogna impegnarsi e partire dal basso. L’iniziativa del Consiglio delle donne  è un segnale importante che va in questa direzione e l’augurio è che questo gap diventi sempre più sottile”.
In Italia le atlete guadagnano stipendi e premi minori dei colleghi maschi (un gender gap pay che oscilla tra il 17% e il 30%), non hanno tutela legale per la maternità e non sono nelle condizioni di avere coperture previdenziali per malattie, infortuni, pensione, né TFR.
Sono conseguenze della legge n. 91/81, articola 2, che regola il professionismo sportivo, attribuendo lo status di professionisti solo a “gli atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi e i preparatori atletici che esercitano l’attività sportiva a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal Coni e che conseguono la qualificazione dalle Federazioni sportive nazionali, secondo le norme emanate dalle Federazioni stesse con l’osservanza delle direttive stabilite dal Coni per la distinzione dell’attività dilettantistica da quella professionistica”.
Solo che di fatto, queste discipline e relativa regolamentazione sono limitate, per decisione di Federazioni e Coni a calcio, golf, pallacanestro, motociclismo, pugilato e ciclismo, mentre tanti di quelli che vedono un’alta partecipazione femminile non sono riconosciuti come pallavolo, nuoto, basket, atletica leggera, ginnastica, tennis.
“Così, sostenere il volontariato sportivo e al suo interno quello femminile  – ha concluso la Contigiani – era e sarà per il Consiglio delle donne naturale, iniziando a rendere almeno merito della presenza femminile nelle associazioni sportive maceratesi e a valorizzarle anche attraverso riconoscimenti come quello che oggi abbiamo assegnato al CAI-Sci di Macerata”.
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allnews24 · 6 years
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Pietracamela: isole ecologiche per residenti e turisti Il Comune di Pietracamela ha fatto installare diverse isole ecologiche in un’area che comprende anche Prati di Tivo ed Intermesoli.
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allnews24 · 7 years
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Pompiere ferito durante sgombero di neve nel teramano
Pompiere ferito durante sgombero di neve nel teramano
Pompiere ferito durante sgombero di neve nel teramano.  Un Vigile del Fuoco svizzero del contingente di Bellinzona impegnato negli interventi di sostegno alle popolazioni teramane per l’emergenza maltempo, è rimasto seriamente ferito questa mattina a Intermesoli, frazione del comune di Pietracamela, dove era impegnato nella sgombero della neve dalle abitazioni private.
Secondo una prima…
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