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#il dottor stranamore ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba
stefandreus · 2 years
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*squarcio nei cieli
l'illustrissimo ha risposto
rendiamo grazie a dio
ah ora fa i colloqui via skype? beh è sempre lui dai
già apriva gli scomparti dei treni con un fazzoletto, figurati mo
sti ca, tanto
e si ricordava di me? ma tu pensa.
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lamiaprigione · 2 years
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Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb (1964)
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libriaco · 2 years
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Corpo a corpo
« Bene, ragazzi, credo che lo sia. » « Che cosa? » chiese Ace Owens. « Combattimento. » « Ma noi portiamo bombe all’idrogeno, » brontolò Lothar Zogg. King annuì gravemente, in segno di assenso. « Esatto, combattimento atomico! Corpo a corpo con i russi. »
P. George, [Dr. Strangelove or: How I learned to stop warrying and love the bomb, 1958], Il dottor Stranamore ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, Milano, Mondadori, 1971
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sixteensaltines · 5 years
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Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba | Stanley Kubrick (1964)
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simonettiwalter · 2 years
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Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba e cambiare il mio destino.
Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba e cambiare il mio destino.
Il colonnello Walter E. Kurtz , comandante della base aliena del Pianeta Terra, trasmette al suo stormo 14 U.F.O. detta anche la Fazione in quel momento in volo[3] l’ordine esecutivo del piano “R”, ossia il piano di reazione nucleare a un attacco nemico, allo scopo di iniziare una guerra nucleare contro l’Italia. Di norma, solo il consiglio degli unici può autorizzare l’impiego di armi nucleari,…
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muatyland · 3 years
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"Il Dottor Stranamore - Ovvero..." (1964) di Stanley Kubrick
“Il Dottor Stranamore – Ovvero…” (1964) di Stanley Kubrick
“…Ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”. E’ questo il titolo completo del comunemente noto Dottor Stranamore. Un altro dei miei film preferiti che mi ha colpito per quanto fosse unico nel suo genere. Non ci credete? In quanti altri film avete visto un uomo indossare un cappello da cowboy mentre cavalca una bomba atomica? Prima di cominciare a parlarne vorrei definire il…
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miozio · 6 years
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Dr. Strangelove Il dottor Stranamore Ovvero, come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba.
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arnesaknussemm · 7 years
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Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba
Stanley Kubrick, 1964
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“Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova Milk Bar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milk Bar vende lattepiù, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza.”
Nella Londra di un imprecisato futuro seguiamo le imprese del disadattato Alexander DeLarge e della sua banda di drughi. La loro vita trascorre tra stupri, furti e ultraviolenza, per poi ritrovarsi al Korova Milk Bar, un locale dove si serve lattepiù, cioè, come spiega lo stesso Alex, latte mescolato con mescalina e altre sostanze stupefacenti. Alex è appassionato di musica classica e soprattutto di Beethoven (che chiama il buon vecchio Ludovico Van).
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Una sera, dopo una delle loro scorribande dove una donna è rimasta uccisa (colpita da Alex con un enorme soprammobile a forma di fallo), è tradito da Dim, uno dei drughi con il quale aveva avuto un alterco, che lo colpisce e lo lascia ferito al sopraggiungere della polizia. Alex è arrestato, picchiato dalla polizia e condannato a quattrodici anni di carcere per omicidio. Durante la detenzione, dove cerca di comportarsi in modo esemplare ma dove sente anche la mancanza dell’amata ultraviolenza, viene a sapere del trattamento Ludovico, un programma di rieducazione introdotto su iniziativa del governo, cui chi vi sottopone potrà godere della scarcerazione immediata. Alex riesce a farsi ammettere al trattamento che consiste nel rimanere legato su una sedia con gli occhi tenuti costantemente aperti da pinze davanti ad uno schermo che trasmette incessantemente immagini di violenza e sesso. Il risultato ottenuto, coadiuvato anche dalla somministrazione di farmaci, è un soggetto che ogni volta che prova ad abbandonarsi alla violenza o al sesso, è assalito da una fortissima sensazione di nausea e dolore. Ironia della sorte, la musica che accompagna alcune immagini del trattamento è la Sinfonia n° 9 di Beethoven.
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Una volta rimesso in liberta, Alex si trova a dover fare i conti con tutti quelli che prima avevano subito le sue violenze e che, adesso che è praticamente innocuo, cercano rivalsa. I genitori affittano la sua camera a un altro ragazzo, è picchiato da un gruppo di barboni, interviene la polizia ma i due agenti sono due ex-drughi che lo picchiano ulteriormente. Vagando per la città, Alex trova rifugio a casa dello scrittore Alexander, che in precedenza aveva reso invalido e stuprato la moglie. L’uomo è un oppositore del governo che cerca di screditare la cura Ludovico. Riconosciuto Alex, lo narcotizza e gli fa ascoltare la nona sinfonia di Beethoven. Il ragazzo decide di mettere fine alle proprie sofferenze buttandosi dalla finestra e invece di morire rimane in coma per lungo tempo. Risvegliatosi, scopre presto che la cura Ludovico non ha più effetto su di lui. L’opinione pubblica, venuta a sapere della storia di Alex, comincia a incalzare il governo. Per evitare guai e scandali, il ministro dell’interno propone ad Alex un accordo. Egli diventerà capo della polizia, in questo modo potrà continuare a esercitare l’ultraviolenza ma senza preoccuparsi della legge, che adesso è lui a rappresentare.
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Arancia meccanica rappresenta la terza e ultima incursione di Stanley Kubrick nei territori della fantascienza. In Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb, 1964) aveva messo alla berlina i meccanismi politico-militari della Guerra Fredda. Con 2001: odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey, 1968) ci aveva mostrato le meraviglie della scienza e della tecnologia in un asettico Duemila e calato nell’inintelligibile mistero dell’universo. Con questo film il regista torna sulla Terra e con il suo usuale sguardo freddo e distaccato, ci mostra una proiezione, neanche tanto irrealistica, di quello che poteva essere un’evoluzione della società vista dagli anni Settanta. Una società decadente dove il governo reagisce alla violenza con ulteriore violenza e il confine tra legalità e illegalità e dato solo dal soggetto che commette la violenza. Tre film molto diversi tra loro che vanno a comporre una virtuale trilogia futuristica, specchio delle diverse inquietudini di Kubrick, seppur traslati da opere letterarie altrui.
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Il regista americano scrisse la sceneggiatura basandosi sul romanzo omonimo di Anthony Burgess del 1962, che non venne in nessun modo coinvolto nel film. Nonostante ciò ne risulta una trasposizione abbastanza fedele. Burgess lo aveva scritto quando era tornato in Gran Bretagna dopo sei anni di servizio coloniale in Malesia ed ebbe modo di assistere alla crescita e agli scontri tra bande giovanili che imperversavano in quel periodo. Questi gruppi svilupparono una sottocultura con linguaggio, modo di vestire e riti propri. Nel romanzo non fece altro che spostarsi dieci anni nel futuro e vedere come questi avvenimenti si siano evoluti. Un tragico avvenimento nella vita dello scrittore fu invece alla base di una delle scene più brutali del romanzo e del film, lo stupro della moglie di Alexander (non a caso uno scrittore), morta in seguito allo shock riportato. La moglie di Burgess, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu infatti violentata da quattro disertori americani e in seguito al trauma ebbe un aborto spontaneo e l’autore attribuì a ciò anche la sua prematura morte.
Il romanzo, come il film, è raccontato in prima persona da Alex esprimendosi in uno slang opportunamente inventato dall’autore, il Nadsat. Ciò rende meno immediata la comprensione del testo e la sua lettura piuttosto difficoltosa, ma che rappresenta un efficace mezzo per mitigare i passaggi più violenti, cosa che invece il film, che usa le immagini, ci restituisce in modo quasi insostenibile.
Fu proprio la violenza a creare i maggiori problemi al film. Mai prima di allora era stata mostrata al cinema con tale sconvolgente potenza in un film mainstream. D’altro canto era impensabile fare un film sulla violenza senza metterla in scena, soprattutto impensabile per un regista come Kubrick. In Gran Bretagna, patria di produzione del film e paese dove il regista si era accasato da alcuni anni, fu condannato per una supposta apologia della violenza, mentre l’intento era proprio quello opposto e il tema principale era il libero arbitrio. Durante il processo a un quattordicenne accusato di omicidio colposo di un compagno di classe, il pubblico ministero suggerì che il film aveva una macabra rilevanza per il caso. L’omicida di un anziano vagabondo, un ragazzo di sedici anni, dichiarò che gli amici gli avevano raccontato del film. La stampa accusò anche il film di uno stupro in cui gli aggressori avevano cantato “Singin ‘in the Rain” come avevano fatto i drughi nella famosa scena di violenza a casa dello scrittore. In sua difesa Kubrick affermò:
“Cercare di addossare ogni responsabilità all’arte come causa di vita mi sembra uno sviare il problema ignorandone le cause principali. L’arte rimodella la vita, ma non la crea, non la produce. … Direi che il tipo di violenza che potrebbe causare un impulso imitativo è quella “divertente”: la violenza vera la vediamo nei film di James Bond o nei cartoons di Tom e Jerry. Violenza irrealistica, igienizzata, presentata in modo burlesco… Ci sarebbe quasi da appoggiare il ragionamento che, in effetti, qualsiasi violenza al cinema assolve a un utile fine sociale, permettendo alla gente di scaricarsi in modo sostitutivo delle emozioni e degli istinti aggressivi nascosti, che si esprimono meglio nei sogni o nello stato onirico di quando si assiste a un film che in qualsiasi forma di realtà o di sublimazione.”
“Attribuire qualità suggestive a un film è in contrasto con la visione scientificamente accettata che, anche dopo un’ipnosi profonda in uno stato post-ipnotico, le persone non possono essere costrette a fare cose che sono a dispari con la loro natura.”
“C’è sempre stata violenza nell’arte. C’è violenza nella Bibbia, violenza in Omero, violenza in Shakespeare e molti psichiatri ritengono che essa funga da catarsi più che da modello… Quello che voglio dire è che il film viene accettato come opera d’arte e che nessuna opera d’arte ha mai fatto un danno sociale, anzi una gran quantità di danni sociali li hanno fatti coloro che hanno cercato di difendere la società dalle opere d’arte che giudicavano pericolose.”
Come è solito fare, anche in Arancia meccanica Kubrick pone dei quesiti morali non da poco ma non fornisce nessuna risposta e nessun giudizio. Quello che resta è la sensazione di disagio che affligge il pubblico dopo la visione:
“L’idea centrale del film riguarda il problema della libertà di scelta. Se veniamo privati della possibilità di scegliere tra il bene e il male, perdiamo la nostra umanità? Diventiamo, come suggerisce il titolo, un’arancia meccanica? Il film esplora le difficoltà di riconciliare il conflitto tra libertà individuale e ordine sociale.”
“Il subconscio dello spettatore si scarica in Alex proprio come si può trovare sollievo in un sogno. Ci si duole che lui sia schiacciato e represso dall’autorità, ma per lo più il nostro inconscio riconosce la necessità di quell’azione.”
Le polemiche che accompagnarono il film spinsero il regista a ritirare il film dalla distribuzione britannica dopo la prima visione. Solo dopo la morte di Kubrick nel 1999 il film è stato ripubblicato per la prima volta nel paese e reso disponibile su VHS e DVD.
Tornando al rapporto tra romanzo e film, quest’ultimo differisce solo nel finale. Nell’ultimo capitolo Alex si trova al Korova Milk Bar con una nuova banda di drughi, ma pensa di rinunciare alla violenza e di mettere su famiglia, una mancanza che rende il film più pessimistico. Anche l’edizione americana del romanzo era monca dell’ultimo capitolo ed è probabile che Kubrick abbia letto propria questa, non si sa se per scelta o perché non sapesse che le due edizioni erano differenti.
Il film non spiega neanche l’origine del bizzarro titolo A Clockwork Orange, letteralmente un’arancia a orologeria. Nel romanzo è il titolo dello scritto cui Alexander sta lavorando quando lui e la moglie vengono aggrediti dai drughi.
Una scena del film contiene anche un’autocitazione del regista. Tra i dischi esposti in un negozio di musica, fa bella mostra di se il vinile della colonna sonora di 2001: odissea nello spazio. Tra gli altri dischi è possibile riconoscere anche Magical Mystery Tour dei Beatles e Atom Heart Mother dei Pink Floyd.
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Fantastiche le scenografie di John Barry che si rifanno alla pop art del periodo (tutto il film è intriso di suggestioni anni Settanta, tanto che molti non lo considerano neanche un film di fantascienza), come fantastica è la caratterizzazione di Alex da parte di Malcom McDowell, nella sua carriera quasi mai più visto così “in parte”.
Arancia meccanica (A Clockwork Orange, GB/USA 1971, 136’, C). Regia di Stanley Kubrick. Sceneggiatura di Stanley Kubrick dal romanzo di Anthony Burgess Arancia meccanica (A Clockwork Orange, 1962). Con Malcolm McDowell (Alex DeLarge), Patrick Magee (Frank Alexander), Michael Bates (capo guardia), Warren Clarke (Dim), Adrienne Corri (signora Alexander), Carl Duering (dottor Brodsky), James Marcus (Georgie), Anthony Sharp (ministro dell’Interno), Philip Stone (papà), Sheila Raynor (mamma).
  ARANCIA MECCANICA “Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova Milk Bar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata.
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Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba
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jacopo-luchetti · 4 years
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Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba // Stanley Kubrick // (presso NuovoCinema Azzurro) https://www.instagram.com/p/B8JP67moZWB/?igshid=1l3bfz3g7idxq
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letiziapalmisano · 6 years
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6 agosto 1945: viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima. 140mila i morti Immaginate l’arma “fine del mondo”. Kubrick, il regista di “Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, immaginava che questa “arma” fosse proprio l’atomica. Nel 1905 fu Albert Einstein il primo a intuire la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo e, nel 1939, firmò insieme ad altri una lettera all’allora presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt per suggerire l’uso bellico dell’energia atomica. Lettera e firma che ancora oggi si pensano dubbie ma certo è che il Progetto Manhattan decollò e a guidarlo furono i migliori fisici del mondo, primo fra tutti l’italiano Enrico Fermi. Il progetto partorì “Little boy”. Macabro umorismo per battezzare quella prima bomba atomica da sganciare su persone vive. Accadde il 6 agosto del 1945, alle ore 8,16, sulla città giapponese di Hiroshima: 80.000 morti all’istante, più altri 60.000 nei giorni successivi. Tre giorni dopo toccherà a Nagasaki. Tecnicamente la prima bomba atomica fu fatta esplodere, per ragioni sperimentali, qualche settimana prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico. Einstein fu contento di quell’uso? Probabilmente no, se è vero quello che riferì Oppenheimer anni dopo: "Einstein aveva ragione quando diceva che se avesse dovuto ricominciare la vita, avrebbe fatto lo stagnino". Molti scienziati, infatti, di fronte alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki decisero di abbandonare ogni sostegno alla ricerca bellica. #UnGiornoallaVolta #accaddeoggi https://ift.tt/2vIpqIk
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marcogisottiblog · 6 years
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6 agosto 1944: viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima. 140mila i morti Immaginate l’arma “fine del mondo”. Kubrick, il regista di “Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, immaginava che questa “arma” fosse proprio l’atomica. Nel 1905 fu Albert Einstein il primo a intuire la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo e, nel 1939, firmò insieme ad altri una lettera all’allora presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt per suggerire l’uso bellico dell’energia atomica. Lettera e firma che ancora oggi si pensano dubbie ma certo è che il Progetto Manhattan decollò e a guidarlo furono i migliori fisici del mondo, primo fra tutti l’italiano Enrico Fermi. Il progetto partorì “Little boy”. Macabro umorismo per battezzare quella prima bomba atomica da sganciare su persone vive. Accadde il 6 agosto del 1944, alle ore 8,16, sulla città giapponese di Hiroshima: 80.000 morti all’istante, più altri 60.000 nei giorni successivi. Tre giorni dopo toccherà a Nagasaki. Tecnicamente la prima bomba atomica fu fatta esplodere, per ragioni sperimentali, qualche settimana prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico. Einstein fu contento di quell’uso? Probabilmente no, se è vero quello che riferì Oppenheimer anni dopo: "Einstein aveva ragione quando diceva che se avesse dovuto ricominciare la vita, avrebbe fatto lo stagnino". Molti scienziati, infatti, di fronte alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki decisero di abbandonare ogni sostegno alla ricerca bellica. #UnGiornoallaVolta #accaddeoggi https://ift.tt/2OLDfi2
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letiziapalmisano · 6 years
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6 agosto 1944: viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima. 140mila i morti Immaginate l’arma “fine del mondo”. Kubrick, il regista di “Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, immaginava che questa “arma” fosse proprio l’atomica. Nel 1905 fu Albert Einstein il primo a intuire la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo e, nel 1939, firmò insieme ad altri una lettera all’allora presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt per suggerire l’uso bellico dell’energia atomica. Lettera e firma che ancora oggi si pensano dubbie ma certo è che il Progetto Manhattan decollò e a guidarlo furono i migliori fisici del mondo, primo fra tutti l’italiano Enrico Fermi. Il progetto partorì “Little boy”. Macabro umorismo per battezzare quella prima bomba atomica da sganciare su persone vive. Accadde il 6 agosto del 1944, alle ore 8,16, sulla città giapponese di Hiroshima: 80.000 morti all’istante, più altri 60.000 nei giorni successivi. Tre giorni dopo toccherà a Nagasaki. Tecnicamente la prima bomba atomica fu fatta esplodere, per ragioni sperimentali, qualche settimana prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico. Einstein fu contento di quell’uso? Probabilmente no, se è vero quello che riferì Oppenheimer anni dopo: "Einstein aveva ragione quando diceva che se avesse dovuto ricominciare la vita, avrebbe fatto lo stagnino". Molti scienziati, infatti, di fronte alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki decisero di abbandonare ogni sostegno alla ricerca bellica. #UnGiornoallaVolta #accaddeoggi https://ift.tt/2MmfR9b
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letiziapalmisano · 7 years
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6 agosto 1944: viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima. 140mila i morti Immaginate l’arma “fine del mondo”. Kubrick, il regista di “Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, immaginava che questa “arma” fosse proprio l’atomica. Nel 1905 fu Albert Einstein il primo a intuire la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo e, nel 1939, firmò insieme ad altri una lettera all’allora presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt per suggerire l’uso bellico dell’energia atomica. Lettera e firma che ancora oggi si pensano dubbie ma certo è che il Progetto Manhattan decollò e a guidarlo furono i migliori fisici del mondo, primo fra tutti l’italiano Enrico Fermi. Il progetto partorì “Little boy”. Macabro umorismo per battezzare quella prima bomba atomica da sganciare su persone vive. Accadde il 6 agosto del 1944, alle ore 8,16, sulla città giapponese di Hiroshima: 80.000 morti all’istante, più altri 60.000 nei giorni successivi. Tre giorni dopo toccherà a Nagasaki. Tecnicamente la prima bomba atomica fu fatta esplodere, per ragioni sperimentali, qualche settimana prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico. Einstein fu contento di quell’uso? Probabilmente no, se è vero quello che riferì Oppenheimer anni dopo: "Einstein aveva ragione quando diceva che se avesse dovuto ricominciare la vita, avrebbe fatto lo stagnino". Molti scienziati, infatti, di fronte alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki decisero di abbandonare ogni sostegno alla ricerca bellica. #UnGiornoallaVolta #accaddeoggi http://ift.tt/2ucZvXb
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marcogisottiblog · 7 years
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6 agosto 1944: viene sganciata la bomba atomica su Hiroshima. 140mila i morti Immaginate l’arma “fine del mondo”. Kubrick, il regista di “Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, immaginava che questa “arma” fosse proprio l’atomica. Nel 1905 fu Albert Einstein il primo a intuire la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo e, nel 1939, firmò insieme ad altri una lettera all’allora presidente degli Stati uniti Franklin Delano Roosevelt per suggerire l’uso bellico dell’energia atomica. Lettera e firma che ancora oggi si pensano dubbie ma certo è che il Progetto Manhattan decollò e a guidarlo furono i migliori fisici del mondo, primo fra tutti l’italiano Enrico Fermi. Il progetto partorì “Little boy”. Macabro umorismo per battezzare quella prima bomba atomica da sganciare su persone vive. Accadde il 6 agosto del 1944, alle ore 8,16, sulla città giapponese di Hiroshima: 80.000 morti all’istante, più altri 60.000 nei giorni successivi. Tre giorni dopo toccherà a Nagasaki. Tecnicamente la prima bomba atomica fu fatta esplodere, per ragioni sperimentali, qualche settimana prima, il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo Messico. Einstein fu contento di quell’uso? Probabilmente no, se è vero quello che riferì Oppenheimer anni dopo: "Einstein aveva ragione quando diceva che se avesse dovuto ricominciare la vita, avrebbe fatto lo stagnino". Molti scienziati, infatti, di fronte alla distruzione di Hiroshima e Nagasaki decisero di abbandonare ogni sostegno alla ricerca bellica. #UnGiornoallaVolta #accaddeoggi http://ift.tt/2ucZvXb
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