Tumgik
#giustiziata dalle masse
spidergirlfangs · 2 years
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I've never been this ashamed of my country or this angry at one of its leaders. I hope she fucking dies.
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pleaseanotherbook · 1 year
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Il libro di Joan di Lidia Yuknavitch
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Senza rivolgermi a nessuna verità più alta di questa: noi siamo materia, come la terra e l’acqua e gli alberi e il cielo, come lo erano gli animali, come lo sono le stelle e i corpi umani. Rivendicando la nostra umanità come semplice umanità. Scriverò questo. Racconterò la verità.
“Il libro di Joan” di Lidia Yuknavitch edito in italiano da Einaudi è entrato nelle mie cose da leggere per puro caso, con quelle intuizioni fortuite che arrivano dalle ricerche a caso su internet. Scrolli un articolo a caso e ti ritrovi con dieci libri aggiunti alla tbr. E devo dire che questo è stato un viaggio molto interessante.
Anno 2049. Il riscaldamento globale e le guerre hanno ridotto la Terra a un cumulo di macerie inabitabili. Chi ha potuto permetterselo è scappato su una stazione orbitale diventata l’enclave di ricchi privilegiati su cui governa un dittatore ancora più ricco e privilegiato. I pochi resistenti si tramandano la leggenda di una giovane donna, forse una pazza, forse una terrorista, forse una santa, che potrebbe salvarli. Ma Joan è morta: è stata giustiziata anni fa. O così si dice… In questi tempi oscuri sembra che l’unico realismo possibile sia la distopia. Pochi altri libri sono stati accolti come il romanzo di Lidia Yuknavitch al suo apparire: Il libro di Joan è stato salutato come la più precisa e cruda cronaca dell’oggi, quasi che solo un racconto di fantascienza (ma di una fantascienza completamente nuova, visionaria e «inaudita») potesse rendere conto di un presente allucinato e violento. Un potere maschile opprimente e violento che dispone del corpo delle donne come una risorsa da prosciugare; le diseguaglianze economiche che rendono il pianeta inabitabile tanto quanto il cambiamento climatico provocato da quelle stesse logiche inique; il discorso politico che fomenta il risentimento attraverso lo spauracchio dell’emergenza continua; la nostalgia di un passato immaginario come unica, posticcia, via di fuga: di tutto questo la Yuknavitch fa il materiale grezzo di un racconto ustionante, un viaggio fantastico tanto estremo quanto emozionante.
Il mito di Giovanna d'Arco non mi ha mai interessato particolarmente, so molto poco della sua storia e di come si è evoluto, le basi insomma. La ragazza francese, conosciuta anche come la pulzella d'Orléans è vissuta durante la Guerra dei Cent'anni durante cui vinse per la Francia una parte del territorio caduto in mano agli inglesi. Catturata fu venduta agli inglesi da un vassallo del re d'Inghilterra che la processarono per eresia e fu condannata al rogo e arsa viva il 30 maggio 1431. Raccolti volontari e mercenari Giovanna guidò il suo gruppo alla conquista contro gli inglesi nei territori intorno Compiègne. Considerata una sconsiderata, Giovanna d'Arco è una di quelle figure mitiche che sfuggono a qualsiasi definizione e assurgono a mito perché troppo grandi per essere comprese nei confini della storia. Lidia Yuknavitch prende la storia di Giovanna e la rimodella in un racconto post-apocalittico che mette in luce il degrado di un mondo consumato dall'uomo. Siamo in un futuro neanche troppo remoto, il 2049 ma il mondo così come lo conosciamo non esiste più. E' Christine la protagonista che racconta come il riscaldamento globale e l'esaurirsi delle risorse e lo scatenarsi di guerre per accaparrarsi i pochi mezzi rimasti abbiano portato la terra sull'orlo del collasso. I potenti sono scappati su Ciel questa stazione spaziale che ospita i superstiti agli ordini del dittatore Jean de Men, un uomo egoista e micidiale che si è fatto portavoce delle masse e non esita a reprimere qualsiasi dissenso. Christine è una donna che continua a rimuginare sul passato, che nonostante i cambiamenti subiti dal suo corpo continua a fremere per Trinculo a metà tra un amante e un amico, e mentre si occupa degli innesti che attraversano la cute degli uomini e delle donne che occupano Ciel non riesce a smettere di rivangare il passato. Ma soprattutto è Christine che mette a parte il lettore della storia di Joan. E se Christine è sicuramente al centro della scena la vera protagonista lungo tutte le pagine è Joan. Dall'inizio delle sue visioni, alla sua fine in mezzo al fuoco Joan è una cometa che attraversa la Francia e il mondo nella sua opera di ribellione. Apparentemente senza neanche una guida effettiva in una situazione che sembra già perduta ma Joan si schiera inevitabilmente contro Jean de Men e ne vuole uscire vincitrice. L'opera di Yuknavitch diventa quindi un manifesto di denuncia a più livelli. Mentre urla la lotta clandestina delle donne, mette in luce il totalitarismo e l'accondiscendente patriarcalismo che permea tutti i livelli della società. Mentre la terra viene lasciata a morire tra continuo sfruttamento e abbandono, Ciel prospera sulle spalle di una società che ha perso tutto ciò che la contraddistingue: i tratti fisici che discriminano tra femminile e maschile, gli innesti cutanei che mascherano ancora di più l'aspetto, la mancanza di forme di attrazione e amore, in uno sbilanciamento di potere tutto nelle mani del dittatore. Christine lascia cadere una scintilla in mezzo ad una società addormentata, sedotta solo da scoppi enormi, da fascinosi show che sconvolgono, ogni atto di ribellione viene amplificato in maniera spropositata e la punizione l'occasione di intrattenere le folle, un po' come succedeva nei circhi dell'antica Roma. E se prima c'erano i leoni nel mondo della Yuknavitch c'è il fuoco, la violenza. Ma se tutto sembra funzionare per il meglio in mezzo si nasconde ancora un modo per sfruttare e massacrare le donne, se le società stagna c'è bisogno di qualcosa che le dia una scossa. Ogni avanzamento significa usare violenza su un pezzo che è rimasto indietro. Ma gli eroi, i martiri, i simboli non smettono di avere un loro potere quando vengono uccisi, ci vuole molto di più per sradicare il mito. E' per questo che Christine inizia a raccontare la storia di Joan, perché non venga dimenticata, per trarne forza, per ancora una volta contravvenire allo status quo e rovesciare gli equilibri di sfruttamento e tortura prima che sia troppo tardi.
Il particolare da non dimenticare? Il mare…
Lidia Yuknavitch racconta una storia universale ancorandosi al mito di Giovanna d'Arco e raccontando di lotta e ribellione in un mondo post apocalittico che sembra non perdonare niente. Crudele e spietata la storia del libro di Joan diventa fuoco per scuotere il lettore e lasciarlo a riflettere sul futuro.
Buona lettura guys!
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