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#cognatos
b0ringasfuck · 1 year
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Parole gravi come gli stronzi
Con: «enorme emergenza sostituzione etnica per colpa della teoria gender» Fontana ci ha vinto le elezioni in Lombardia, con tutta la destra che lo difendeva.
Se questi fanno finta di smarcarsi è perchè sanno che agli italiani piace farsi prendere per il culo piuttosto che assumersi la responsabilità di aver eletto dei pezzi di merda.
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omarfor-orchestra · 5 months
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Mi sono appena ricordata della mia laurea e il vero unico momento in cui mi sono mezza ubriacata e in metro vedevo i ragazzi del liceo e continuavo a dire "non fate l'università"
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ma porca puttana
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curiositasmundi · 5 months
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Con ordine: è mezzogiorno, i marciapiedi della stazione Termini erano ancora bagnati dalla pioggia mattutina quando il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme con quattro-cinque persone del suo staff salgono sul Frecciarossa 9519 Torino-Salerno. Destinazione, Caivano, fermata Napoli-Afragola. Dove accanto a don Aldo Patriciello, il ministro era atteso per inaugurare un Parco urbano attrezzato, nel giorno della “Festa dell’albero”. Certo, dirà qualcuno, il ministero di Lollobrigida nulla ha a che fare con il “Decreto Caivano” del Governo ma questa è un’altra storia. Lollobrigida era atteso alle 15 ma è in ritardo e non può perdere tempo. «Perché lo aspettavano i cittadini», hanno ripetuto ieri i suoi compagni di partito, a partire dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. «Perché doveva correre in tivvù per registrare la sua partecipazione ad Avanti popolo di Nunzia De Girolamo», dicono i maliziosi.
Fatto sta che Lollobrigida sale sul convoglio quando i monitor di Trenitalia, come spesso accade in questo periodo, segnano un ritardo di 7 minuti. Lollobrigida si siede in prima classe e si accorge che qualcosa non va. Appena uscito da Termini, il mezzo inchioda: un guasto sulla linea dell’Alta velocità costringe i treni ad andare sui vecchi binari. Significa che si sarebbe accumulato ritardo su ritardo. Sono passate le 12,45 quando Lollobrigida e il suo staff capiscono che non sarebbero mai potuti arrivare in tempo utile. «Serve un piano B». L’idea è quella di usare l’auto di servizio, ipotesi legittima che avrebbe potuto scegliere già in partenza. Ma era salito su un treno che non prevede fermate intermedie. Che fare quindi?
Qui arriva il pasticcio. Da quello che risulta a Repubblica qualcuno dal treno chiama la segreteria dell’amministratore delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, chiedendo una via di uscita. «Siamo a Ciampino, vorremmo scendere qui che qualcuno ci viene a prendere in stazione». La fermata a chiamata non è prevista in nessun protocollo. Può esistere soltanto per gravi motivi di salute dei passeggeri («e anche in questo caso si tende sempre a evitare» spiegano fonti di Rfi) oppure di ordine pubblico. Arrivare in orario a una manifestazione non sembra rientrare in queste due categorie. Fatto sta che qualcuno di Trenitalia chiama il capotreno, che ieri confessava ai colleghi: «Mi hanno chiamato dalla centrale». Spiegando che per ragioni superiori quel treno si doveva fermare. A quel punto dal 9519 avviano la procedura standard: chiamano Rfi, chiedono il via libera tecnico a fermarsi a Ciampino e aprono per tutti le porte: «Abbiamo fatto l’annuncio, chiunque poteva scendere», dicono da Trenitalia. Invece il solo ad approfittare è il ministro, «anche perché è il solo ad avere un’auto blu che lo aspettava…».
Le porte si aprono e si chiudono velocemente, «non c’è stato alcun impatto né sui viaggiatori né sulla circolazione», assicura Trenitalia, senza chiedere scusa a tutti gli altri passeggeri che non sono riusciti nemmeno ad arrivare a Salerno visto che il treno in questione è stato soppresso alla stazione di Napoli, dove è arrivato con 111 minuti di ritardo.
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sonego · 4 months
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song of all time PER ME
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williamnessuno · 4 months
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we are family
Mi lamento spesso di essere in linea generale sfortunato. Nelle relazioni amorose mi è andata male per ben due volte: sicuramente per inadeguatezza o incapacità mie. Però posso dire che sono stato MOLTO fortunato con la mia famiglia: padre (che non c’è più), madre, sorella. E poi cognato e nipote. Speciali anche loro. Lì trovo sempre un mare di bene e di amore indescrivibili. In questo sono…
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rockman-x · 1 year
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luxo (pt-br) = luxury (en)
luxúria (pt-br) = lust (en)
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homesweeteurope · 2 years
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FALSOS COGNATOS ITALIANO - PORTUGUÊS
Conheça alguns falsos cognatos são aquelas palavras que parecem ser semelhantes na língua portuguesa, mas com outro sentido em italiano.
Falsos cognatos são aquelas palavras que parecem ser semelhantes na língua portuguesa, ou mesmo iguais, mas em italiano possuem um significado completamente distinta. Conheça alguns dos principais: Palavra em italiano Significa Parece com Que em italiano éaccordare=afinar um instrumento musical acordar=svegliarsiacqua sanitaria=água encanada água sanitária=candeggina,…
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onoranzetriolo · 2 years
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è mancata Giuseppina Pedà ved. Romeo
è mancata Giuseppina Pedà ved. Romeo
Ne danno il triste annuncio i figli: Leandro, Giovanna con il marito Fabio Gambino, Rosa con il fidanzato Saverio Labate; la mamma Rosa Meomettina ved. Pedà, gli amati nipotini: Desirèe, Pasquale, Mathias e Thomas; i fratelli: Annunziato con la moglie Francesca Foti, Antonio, la cognata Ornella Mallamaci; i cognati Romeo: Carmelo con la moglie Cristina Crea, Lucia con il marito Bruno Liuzzo, Rosa…
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b0ringasfuck · 8 months
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Ma si... e fatelo anche voi un bel falso in bilancio. Dico, non per du spicci ma per 10 milioni. Tipo... quello che uno che lavora guadagna in 300 anni ma lei restituirà in 10.
Però i poveri mangiano meglio, ma non al Twiga.
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omarfor-orchestra · 1 year
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Raga Ve lo giuro lo so che è stupido Ve lo giuro ma aspettavo questa cosa da mesi
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angelap3 · 8 days
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“A Roma, dopo la guerra, facevo il contabile in una casa cinematografica: la Rank Film. Non ero riuscito a inserirmi nell’industria edilizia e una cugina m’aveva trovato quel posto alla Rank. Qui lavoravo, o fingevo di lavorare, con cinque donne: in una stanza tappezzata con i ritratti di attori come James Mason, Patricia Neal, Margaret Lockwood, Phyllis Calvert. Forse influenzato da ciò, lasciavo che le cinque donne sgobbassero per me e passavo le giornate leggendo ad alta voce libri di poesie. Leggevo bene. Un giorno, la signora della stanza accanto mi disse:
«Ho un cognato che recita all’università, vuole che gli parli di lei?». «Magari, risposi». Guadagnavo 28mila lire al mese che se ne andavano in medicine per mio padre ammalato. Mai un cinematografo, mai uno svago, tutt’al più un po’ di biliardo. Mi iscrissi all’università, facoltà di Economia e commercio, per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Mi piacque. Recitai due anni mentre gli amici del quartiere mi prendevano in giro: «Ecché, se’ diventato frocio?».
Poi Luchino Visconti mi vide, per caso, e mi mandò a chiamare: gli serviva un giovane e pensava di scritturarmi. Dissi: «Quanto?». Rispose: «2.500 al giorno». «75mila al mese, Gesù!». Lasciai subito la Rank e per mesi non confessai nulla a mia madre: ogni mattina continuavo a uscire alle otto e a dire che andavo in ufficio. Mi ci volle coraggio per confessare la verità. Lei la prese bene ma sussurrò: «Figlio mio, durerà?». Lo ripete ancora: «Figlio mio, stacci attento. Con tutti i camerieri che hai, con quel che costa la vita. Un buon impiego sarebbe stato meglio». È convinta che, se fossi entrato alle Ferrovie dello Stato, ora sarei capostazione e avrei i biglietti gratis per la famiglia.
Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. La fortuna che a Visconti servisse un giovanotto rozzo come me. La fortuna che la sua compagnia fosse la più importante e allineasse attori come Ruggero Ruggeri, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Vittorio Gassman. La fortuna che Gassman se ne andasse e io prendessi il suo posto. La fortuna che mi offrissero il cinema, infine, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie. A me si addice la battuta che c’è in un film di Federico Fellini: «Ho troppe qualità per essere un dilettante e non ne ho abbastanza per essere un professionista»."
Marcello Mastroianni
Marcello in 8½ di Fellini
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generalevannacci · 10 days
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Donatella Di Cesare
Il prossimo 15 maggio dovrò presentarmi davanti al Tribunale di Roma, perché sono stata querelata per diffamazione aggravata da Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, esponente di FdI, cognato della premier Meloni. I fatti risalgono a un anno fa – 18 aprile 2023 – quando Lollobrigida in un intervento pubblico disse: “non possiamo arrenderci alla sostituzione etnica”. La sera dello stesso giorno, nel corso del talkshow DiMartedì, interpellata dal conduttore, ho commentato: “la sostituzione etnica è un mito complottistico”, “è il cuore dell’hitlerismo”. Nella mia argomentazione, sottolineando la pericolosità di principi ispirati alla purezza etnica e riferendomi al ministro, ho aggiunto: “credo che le parole del ministro non possano essere prese per uno scivolone, perché ha parlato da Gauleiter, da governatore neohitleriano”. Non ho detto “è”, ma “ha parlato da”: si è trattato non di un’equazione, bensì di un paragone, una similitudine storica. “La teoria della sostituzione è un mito neonazista secondo il quale i bianchi vengono sostituiti dai non bianchi”, è quello che si legge nel sito del governo https://www.governo.it/it/dipartimenti/coordinatore-nazionale-la-lotta-contro-lantisemitismo/noantisemitismo-def-grandesostituzione.
È inconcepibile che in un paese democratico un ministro trascini in tribunale una filosofa, una privata cittadina, per questioni sulle quali si dovrebbe aprire un confronto democratico. Rifiutare il dibattito vuol dire stigmatizzare l’avversario politico, considerarlo un nemico da trattare con misure punitive.
E’ palese la sproporzione tra un ministro, con tutto il suo potere e una docente che deve difendersi da sola, con i propri mezzi. Non ho l’appoggio di nessun partito, nessun giornale, nessun gruppo di potere politico o editoriale, nessuna tribù. In compenso ricevo ogni giorno la solidarietà di moltissimi di voi. E colgo l’occasione per ringraziarvi per le lettere, i messaggi, le parole di stima e incoraggiamento.
Cercando di legittimarsi nel contesto europeo e internazionale, questa destra ha bisogno di mutare il proprio volto pubblico tacitando chi ne sottolinea la provenienza storica.
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ilpianistasultetto · 4 months
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Provo tenerezza per quest'uomo. Penso alla sua vita d'inferno, ai sabati passati quasi sempre tra Opera, Rebibbia e Ucciardone. Ha iniziato col portare un canestrello di arance al suo capo, Umberto Bossi; poi ad altri colleghi di partito, per passare ai parenti stretti: prima il suocero, condannato a 5anni e mezzo per bancarotta; adesso il cognato, accusato di truccare gli appalti anas a favore di "ditte amiche", alcune legate anche al clan Carminati.. Sono anni che Matteo fa quest'opera di volontariato. Visto l'aggravio di lavoro, non credo vada piu' col canestrello. Per portare qualche quintale di arance avra' comprato un buon furgone.. @ilpianistasultetto
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soldan56 · 8 months
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Ragazzi che pacchia fare il cognato, spari allegre cazzate quotidianamente, strapagato vai a lavorare a cuor leggero e gaudente, prendendo per il culo i poveracci
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