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#alba sul mare
ariablu-96 · 1 year
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ninfaribelle · 11 months
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Non c’è un perché per chi ama.
Ti ho amato perché eri tu,
perché ti riconobbi al primo fiato
che non era voce, ma suono,
quello dell’anima che chiama.
E non ti amai per il buio,
cercai con te la luce
e le tue mani
dove c’era il mistero
che sorrideva alla poesia.
Ci si ama per la vita
non per la morte
e poggiai la testa sul tuo petto
per sentire il battito entrare nelle mie vene
ad annullare il suono della materia.
Noi non eravamo e non saremo.
Noi siamo adesso il perché.
Siamo suono e silenzio,
alba e tramonto,
onde di una chioma di mare
che si frange sugli scogli della vita
ma che sempre torna al verde dei tuoi occhi
e ti porta il segreto delle maree.
Non c’è un perché per chi ama,
nessuno conosce il segreto
ma tu ne conosci il sapore e la paura.
Ti ho amato perché eri tu.
Mi hai amato perché ero io
l’incanto segreto delle tue maree.
(Giulia Torelli)
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Photober good vibes: alba sul mare
Autore foto: @lionsweet
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lunamarish · 1 year
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Non c’è un perché per chi ama. Ti ho amato perché eri tu, perché ti riconobbi al primo fiato che non era voce, ma suono, quello dell’anima che chiama.
E non ti amai per il buio, cercai con te la luce e le tue mani dove c’era il mistero che sorrideva alla poesia.
Ci si ama per la vita non per la morte e poggiai la testa sul tuo petto per sentire il battito entrare nelle mie vene ad annullare il suono della materia.
Noi non eravamo e non saremo. Noi siamo adesso il perché. Siamo suono e silenzio, alba e tramonto, onde di una chioma di mare che si frange sugli scogli della vita ma che sempre torna al verde dei tuoi occhi e ti porta il segreto delle maree.
Non c’è un perché per chi ama, nessuno conosce il segreto ma tu ne conosci il sapore e la paura. Ti ho amato perché eri tu. Mi hai amato perché ero io l’incanto segreto delle tue maree.
Giulia Torelli
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canesenzafissadimora · 5 months
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Non c’è un perché per chi ama.
Ti ho amato perché eri tu,
perché ti riconobbi al primo fiato
che non era voce, ma suono,
quello dell’anima che chiama.
E non ti amai per il buio,
cercai con te la luce
e le tue mani
dove c’era il mistero
che sorrideva alla poesia.
Ci si ama per la vita
non per la morte
e poggiai la testa sul tuo petto
per sentire il battito entrare nelle mie vene
ad annullare il suono della materia.
Noi non eravamo e non saremo.
Noi siamo adesso il perché.
Siamo suono e silenzio,
alba e tramonto,
onde di una chioma di mare
che si frange sugli scogli della vita
ma che sempre torna al verde dei tuoi occhi
e ti porta il segreto delle maree.
Non c’è un perché per chi ama,
nessuno conosce il segreto
ma tu ne conosci il sapore e la paura.
Ti ho amato perché eri tu.
Mi hai amato perché ero io
l’incanto segreto delle tue maree.
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Giulia Torelli
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theretirementhome · 1 year
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Egisto Macchi - Alba sul mare
Buy it here.
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bicheco · 1 year
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Alba politica
Una notizia buona e una cattiva.
Nella giornata di oggi Enrico Letta si toglierà dalle palle (almeno da quelle del PD). Ora la notizia cattiva: verrà sostituito da Bonaccini o da Schlein.
Per noi di sinistra permane ancora e sempre il deserto.
Per quanto mi riguarda sono le sei del mattino e vorrei trovarmi al mare a guardare l'alba mentre invece sono al buio, sul letto, a fissare il soffitto della camera. Allego immagine:
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Buona domenica.
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lunamagicablu · 8 months
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Imparate a tirarvi indietro davanti alle proposte che non vi portano in avanti, invitate il silenzio a fare passeggiate lungomare quando la musica del mondo è solo rumore e distorsione e canta con voce innaturale, non abbiate paura di rimanere soli, non abbiate paura di diventare sole date il benvenuto a ogni vita siate alba in mezzo a persone tramontate, accogliete tutto ma non raccogliete tutto, siamo fiori ma non tutti vanno bene al nostro bouquet, bisogna farsi il mazzo per farsi il mazzo giusto, ama le ortiche ma lasciale vivere nel dirupo, ricorda che quello che è male per te non sempre è male per gli altri, quello che tu vedi come precipizio l'ortica lo vede come piedistallo rispetta i luoghi, le prospettive rispetta gli sguardi di chi non ti vede, ama i posti delle persone anche quando non poggiano sul tuo basamento, non è importante essere sulla stessa onda, quello che conta è stare sullo stesso mare siete nati per stare con tutti ma non per rimanerci, non rimanete con chiunque, fate il cambio stagione degli armadi della vita, scegliete nomi cose città animali senza fare mai il totale, cambiate la posta in gioco cambiate appostamenti cambiate gioco spostate le radici se occorre ramificarsi altrove, spostatevi di banco se la vita vi mette accanto ad un coglione, non siete querce, muovetevi pure! siete nati per stare con tutti, ma non per restarci, abbiate il coraggio di alzarvi e andare a prendere la meraviglia che vi spetta. (Gio Evan) art by_tachi7 ************************************ Learn to pull you back in front of the proposals that don't take you forward, invite silence to take walks along the seafront when the music of the world it's just noise and distortion and sings with an unnatural voice, don't be afraid of being alone, Don't be afraid of becoming alone welcome all life be dawn among people who have faded, welcome everything but don't collect everything, we are flowers but not all of them suit our bouquet, you have to do your best to do the right thing, loves nettles but let them live on the cliff, remember that what is bad for you it's not always bad for others, what you see as a precipice the nettle sees it as a pedestal respects places and perspectives respect the looks of those who don't see you, loves people's places even when they don't rest on your base, it's not important to be on the same wave, what matters is being on the same sea you were born to be with everyone but not to stay there, don't stay with just anyone, change the seasons of life's wardrobes, choose names things cities animals without ever doing the total, change the stakes change stakeouts change the game move the roots if you need to branch elsewhere, move desk if life puts you next to an idiot, you are not oaks, go ahead! you were born to be with everyone, but not to stay there, have the courage to stand up and go get the wonder that awaits you. (Gio Evan art by_tachi7 
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dreamers-queen · 1 year
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Sanremo 2023 - Prima Serata Pt. 1
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Anna Oxa - Sali (Canto dell'anima)
LET THE SKYFAAA-ah, no
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gIANMARIA - MOSTRO
Bellina dai, bellino lui, mi mancano i miei vent'anni
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Mr.Rain - SUPEREROI 
Inaspettatamente ed incomprensibilmente tra le mie favorite subito
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Marco Mengoni - Due Vite
Marco è bravissimo, che gli vuoi dire? È il brano che boh, non so. Lui vincerà, l'ESC lo amerà, qualche politico si imbruttirà.
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ARIETE - MARE DI GUAI
Madonna le break-up song in corsivœ NO
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Ultimo - Alba
Ultimo canta (neanche male) una canzone di Ultimo, la Sala Stampa gli regala un quarto posto che potrebbe anche mantenere o persino diventare un podio. Cosa non avrei dato per vedere la sua faccia quando Blanco si è coperto di ridicolo facendo Tazmania in mezzo alle rose e distogliendo l'attenzione dal suo ritorno sul luogo del delitto.
Petizione per avere le telecamere nel backstage when?
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Stanza 9D, piano 01
1° giorno, vuoto. Dove sono? Non conosco questo soffitto. Apro le tende. L'orizzonte conduce al nulla. Mi reggo in piedi? La pelle delle mie ginocchia sul mio volto. Il telefono squilla. No, mancherò. Mi manca un libro. Non riesco a mangiare. Ficcare le dita nella carne per tirarne via il cuore. Esprimi un desiderio. La morte non mi salverebbe. I miei sentimenti? Fanne ciò che vuoi. L'umido lo ritirano il Giovedì. Il conto dell'hotel. Fuori è ancora giorno. Vorrei solo piangere. È dentro. SOS. Sta bene signore? Si sente vuoto signore? È ancora lì signore?
Due giorni per ricordare. Avevo fiducia in te. Benvenuti a casa nostra. Stai mentendo. Smettila di pensare. Sei una persona disgustosa. Le ho chiesto di sposarla. Per quale motivo lo hai fatto. La nostra prima foto. Vai a pagare le bollette? Smettila. Vorrei andare a Varsavia. Non ti voglio più vedere. Hai distrutto il mio affetto. Cent'anni di solitudine. Preferisco stare in hotel. Alessandro, smettila di pensare. La dedica. Non voglio condividere con te un secondo di più. Non vedevo l'ora di vederti. Ti amo Alessandro. Non pensarci più. Non ti voglio più. Tua, Laura. Finiscila. Ti amo, Laura. Mi fai schifo. Basta. Non vedevo l'ora di essere tra le tue braccia.
Alba, formicolii. Il letto la mia nave che affonda. Il cuore ho controllato, funziona. Cosa ci sarà domani? Basta. Ai posti di partenza. Non riesco a provare altro che dolore. Vorrei solo riuscire ad alzarmi. I pensieri mi trovano ogni volta. Destinazione: il nulla. Conto alla rovescia. Non voglio immaginare il domani. Le palpebre tremano. Cosa dovrei fare? Il traguardo lontano da me. Vorrei solo che tutto finisse. Accarezzare l'infelicità. Dov'è il tasto per spegnere il sistema. Astenia. I polmoni si riempiono d'acqua. Basta. Vorrei solo una soluzione. C'era una volta. Niente può consolarmi. Incertezza. Non so nuotare. Sei una vergogna. E vissero tutti felici e contenti. Buonanotte infelicità. Che schifo.
4° giorno? B/N. I sensi si risvegliano. 9D, contenitore temporaneo della mia anima. Il passato sbatte contro le pareti della mia mente. Daena. Ti piace quanto ti sfioro così? Posizione fetale. Percorro il corridoio dei ricordi. Il mare accarezza le mie guance. Basta così. Servizio in camera. La luce che illumina il mio corpo. Tirare su col naso. Il futuro proiettato al cinema delle mie fantasie. Betelgeuse. Il buio che inquieta il mio animo. Un film horror. Il futuro mi aspetta al varco. Intorpidimento. L'odore dei tuoi capelli appena lavati. Dove mi trovo? Basta, ti prego. La conformazione del mio universo. Abbandonare il passato. Alessandro, il nostro protagonista. Un cane in autostrada. Le mie labbra che ti sfiorano. Immaginazione. La seta di queste tende. A cosa credere? Titoli di coda.
04:00. Tasto ON. Due mani che premono sulla mia gola. "Sei uno stronzo". Una montagna che mi avvolge. Laura, dove sei? "Smettila". Tremo come mai prima d'ora. Lo spettacolo della mia disperazione. "Cosa vuoi ancora?". Capita, che ci vai a fare. Il freddo di queste lenzuola. "Bastardo". Si va in scena. Chi c'è accanto a noi? "È colpa tua". Le mie labbra che ti cercano. Lasciatemi respirare vi prego. Raggiungere la meta. "Togliti di dosso". Un eterno scrutare. Dove mi trovo? "Cosa vuoi ancora da me?" Una luce, ad illuminarmi su questo palco. Qualcuno che ci interrompe. "Ti odio". Lorazepam. L'odore delle onde del mare. "Vergognati". Un angolo in cui rifugiarsi. Non c'è colore senza luce. Perché tutto questo? Basta, non ancora. I tuoi insulti, alle spalle di un faro. Cosa ti ho fatto? "Vaffanculo". Il sospiro nel pubblico. Parlami, ti prego. "Sei disgustoso". Perché tutto questo? La scenografia che crolla. "È solo colpa tua". Un bicchiere si infrange a terra. "Hai rovinato tutto". Il pubblico si alza in piedi. Il nulla mi avvolge. "C'è un'altra persona nella mia vita". Le mie mani a trattenere le lacrime. "Non sei più nulla per me". Il sipario si chiude. Un cuscino a far tacere i miei pensieri. Applausi a scena aperta. Un inchino. Basta. Grazie per essere venuti. Tasto OFF.
Giovedì? Servizio in camera. "Pronto?". Lo stridio dei gabbiani. "Caricamento...". Nessuna risposta. Un pescatore che ormeggia. Pezzi di vetro sotto la pianta dei piedi. Cosa c'è, al dì fuori di qui? "Attendere prego". Silenzio. Il rosso del mio sangue, unico colore in questa stanza. Basta. Chi è Alessandro? "Segreteria telefonica". La sabbia tra le dita dei piedi. E se la mia realtà non fosse questa? "Vuoi cancellare tutto?" Il rumore di un treno che passa. Chi è Laura? "Chiami il 901 per ulteriori informazioni". Una donna, seduta su una panchina. "Signore, posso entrare?". Forse non l'ho mai conosciuta davvero. Un palloncino rosso. Basta Laura. "Errore, chiudere il programma e riavviarlo". Prego, entri pure. Dondolare le gambe. Mi ha mentito per tutto il tempo. "Il numero da lei chiamato non è momentaneamente raggiungibile". Al suo posto un tulipano bianco. Appoggiati a me. Che bello il tramonto quando ci sei tu. "Riprovi più tardi. Grazie".
Di nuovo a questo mondo. La melodia della mia disperazione risuona nell'aria. Una lista di cose da fare. Toc toc. Come ho fatto a non accorgermene? Lì fuori tutti dormono. La sabbia che scorre tra le mie mani. Non svegliarmi guardando il tuo sorriso: fa male. Fa freddo, fuori le lenzuola. Basta. Chi è? Risolvere l'insonnia: da fare. Basta, non ho fatto nulla di male. Cos'è questo improvviso dolore alle gambe? Ho perso il controllo. Ciao, Laura. I miei sentimenti serviti a colazione. Cavaliere, salva la tua principessa. Ritrovare la lucidità: da fare. Il sole ti illumina ma è ancora buio. 404 - l'anima non è stata trovata. Perché tutto questo? Smettere di rigirarsi nelle lenzuola: fatto. Il sibilo di un cerbiatto in fin di vita. Come sei bella quando dormi. Ritrovare la lucidità: da fare. 7° giornata di sopravvivenza su quest'isola deserta. No, non potrei mai odiarti. I miei polpastrelli che delimitano il tuo viso. Non sei qui con me, vero? Alzarsi dal letto: fatto. Basta, non ne posso più. Ti odio quando mi dai i calci alle gambe. L'universo alternativo in cui tutto questo non è successo. No, non ne avresti il coraggio. Abituarmi alla tua assenza: da fare. Aggiungere un nuovo punto alla lista. Distorsione della realtà. Le tue labbra sottili, che nascondono il tuo splendido sorriso. Vattene via. Grazie Alessandro, ma la tua principessa è in un altro castello. Buongiorno dolcezza, hai dormito bene? Guardarti distesa sul nostro letto: fatto. No, non mi serve niente. Trovare uno scopo alla propria vita: da fare. Ciao, Laura. Non ha senso tutto ciò. Smettere di amare Laura: non so se lo farò.
Un 17. Una data o un orario. 71 ricordi feriti stamattina nella strage di Parigi. Chiudi gli occhi Alessandro. Marco, ci sei per domani? Basta. Ultima chiamata per il gate 17, volo Ryanair per Varsavia delle 11:17. Abbandonati al tuo destino. Un umarell a contemplare il cantiere di me stesso. È colpa tua Alessandro. Premi sulla ferita, più forte. Basta Laura, finiscila. Cosa ci fai tu qui? I miei biglietti, prego. Costruisci il tuo universo e infarciscilo dei tuoi desideri. Gianluca, finalmente c'incontriamo. Cos'ho fatto? Basta per favore. Ti farà male, ma continua a premere. Indagata una donna di nome Laura. Non sai quanto ti voglio bene Riccardo. Vuoi che Laura ritorni? Allora addormentati. Nulla, ma è colpa tua. Basta così ti prego. Basta. Si sposti. È suo questo orologio? Non svegliarti, torna a dormire. Allacciate le cinture di sicurezza, l'aereo sta per decollare. Basta Laura, ti prego. Signor Alessandro, è sua questa fotografia? Basta, ti scongiuro. Ti prego basta, basta Laura. Non ne posso più. Buonanotte Alessandro, non vedo l'ora che sia domani.
Guardo il soffitto. Vuoto. Sgombro da ogni possibilità. Lo guardo perché alla ricerca di un punto luminoso, un qualcosa che possa distrarmi e guidarmi in questo mare di assenza e silenzio. Riattivo i miei muscoli lentamente: li sento strusciare, sotto queste ruvide coperte. Mi sembra di sentire il sibilo del vento, solo che ho il potere di deciderne l'intensità, il rumore, la frequenza e la forza, addirittura la direzione. Ma il vento rallenta, fino quasi a fermarsi, quando capisco che sono in un letto, anche se non mio. Il mio corpo è a galla mentre le onde mi cullano ma allo stesso tempo mi agitano, da una parte all'altra di questo infinito ma delimitato oceano chiamato letto. Galleggio e quasi mi lascio annegare, quasi ad abbandonare un corpo che non sento mio. Che non ho mai sentito mio. Che abbandonerei, se potessi, su un'isola deserta a deperire per, poi, lasciarlo mangiare agli uccelli e ai pesci. Ma non affogo completamente. No. Non ne ho il coraggio. Anche se non sto cercando di nuotare perché, mi rendo conto, di non avere la forza per farlo. Non al momento almeno. Mi lascio quindi cullare da tutto questo, anche se sono stato sbattuto con violenza nei meandri di questo piccolo spazio, ritagliato all'interno delle infinite possibilità di un universo pieno di spazi, mal riempiti e mal concepiti, anche dalla mia piccola ed infinitesimale immaginazione. Una violenza che, però, ho scelto: ho cercato, addirittura desiderato, ad un certo punto. Che ho bramato fino a qualche ora fa ed immaginato, nei più piccoli e nefasti dettagli. I miei sensi, mi accorgo, sono spenti: gli occhi, aperti, non hanno nessuno stimolo. L'olfatto riesce solamente a captare il mio fiato, pesante e disgustoso. La mia bocca permea di un sapore orribile. Le mie orecchie che rifiuta quel sibilo così assordante. Il tatto che, al contrario degli altri sensi, capta un piccolo segno di vita: con i polpastrelli riesco a sfiorare qualcosa, ma capisco solo dopo cos'è. È carne. Pelle, nuda, che giace accanto a me inerme, immobile. C'è qualcuno accanto a me. Laura, è accanto a me. Il suo respiro è leggero, labile anche se accompagnato da un sibilo e, solo ora che sposto l'attenzione dei miei sensi su di lei, mi accorgo della sua esistenza, nella vacuità di questa camera d'albergo. Faccio un po' di fatica ad ascoltarla: per quanto sia accanto a me allo stesso tempo è dall'altro lato di quest'oceano limitato da questi bordi così stringenti ma accoglienti. So però che è viva e sopravvive, anche nel pieno della sua tenera arrendevolezza e, questo, mi rincuora. Cerco di muovermi il meno possibile; non vorrei tirarla fuori dal suo regno, fatto di subconscio e colori perché, forse, non ne sono degno. Mi rendo conto che l'assenza di guide, in questo cielo fatto di cemento armato, è proprio il risultato di una luce che mi ha portato proprio qui, accanto a lei, in questa stanza completamente buia. Potrei avvicinarmi al suo corpo docile e inerme per proteggerla dalle intemperie del mondo esterno ma decido di non farlo. Non credo sia giusto, come non credo sia giusto svegliarla, per quanto desideri osservarla nella sua semplice ma rassicurante bellezza. Mi piacerebbe scorgerla, dall'antro del suo io più incontrollato per guardarla dritta nei suoi occhi grandi e marroni ed osservare, nel suo sguardo, quello che Laura prova per me. Non posso però, no, o forse non voglio, perché nella staticità di tutto posso stare tranquillo ed esser sicuro che nulla cambierà, almeno finché lei dorme. Preferisco osservarla, o quantomeno immaginarla, visto che il buio mi nasconde i suoi lineamenti gentili. La figuro nella mia mente, nei rimasugli di ciò che mi rimane della sua immagine e, mentre lo faccio, il sibilo del vento aumenta perché i miei muscoli si riattivano. Mi rigiro nel letto e, nel farlo, le do le spalle. Farlo è condizione necessaria e sufficiente, perché qualsiasi cosa io veda in questo momento non è reale, non esiste, è tutto frutto della mia immaginazione. Le immagini che creo, i colori che associo a tutto questo, anche solo i lineamenti di Laura e il suo odore, le sue spalle, i suoi lunghi capelli, non esistono e, al momento, non ho bisogno di vedere. Non ho bisogno di vedere al di là delle cose e di tutto questo, né sento la necessità o la volontà di farlo. Le do le spalle perché così posso raffigurarla come voglio attingendo dai miei ricordi. Forse lo faccio perché temo che, dentro di me, il vederla di nuovo accanto a me, inerme, amorevole nei miei confronti potrebbe distruggermi. Forse lo faccio perché, stavolta, è l'unica cosa che posso fare: immaginarla è l'unica possibilità che ho di tenere in vita un qualcuno che, a quanto so, potrebbe anche non esistere più. Attingo ai ricordi della prima volta in cui sono stato qui, con Laura: faceva freddo, fuori era buio ed eravamo qui, insieme, increduli della rapidità in cui eravamo scivolati in quella stanza e dell'incredibile bellezza di quella giornata e di noi due. Era la prima volta che ci vedevamo, eppure sembrava come se ci conoscessimo da una vita, come se ci volessimo da praticamente sempre. Provo a ricostruire l'enorme passeggiata, in quei vicoli lunghi e nefasti ma, nel farlo, mi accorgo che i miei ricordi sono stati alterati. Qualcosa o qualcuno ha sostituito la luce del sorriso di Laura con del buio, cupo e denso, come fanghiglia. La luce è stata spenta in qualche modo e lei, Laura, non c'è più. Al suo posto ci sono delle sensazioni vaghe, che riflettono debolmente quello che ho provato in quei momenti e una sagoma, a cui attribuisco e indirizzo tutte le mie emozioni e sentimenti ma, che, non riesco più a riconoscere, comprendere e ricordare, rivivere, riflettere su quello che è ed è stata la mia vita, finché lei non se n'è andata. Laura è sparita e, con lei, la mia capacità di vederla, figurarla, ricordarla ed immaginarla. Laura ha distrutto sé stessa uccidendosi dentro di me. Sono stato privato dei miei stessi ricordi, estirpati come erbacce e cancellati in una maniera così brutale e cruda che ho fatto fatica ad accorgermene. Mi sento come se qualcuno avesse deciso di tirarmi via il cuore e farne carne da macello. Violato perché nessuno, nessuno, aveva così brutalmente distrutto la mia intimità, nei confronti dei miei stessi ricordi. Ma non voglio, no. Non deve andare così. Mi catapulto nei vicoli della cittadina dei ricordi che abbiamo costruito insieme, nel tentativo di rincorrere Laura e quello che è stato ed ha rappresentato per me: percorro i suoi gesti, piccoli, che mi dedicava ogni giorno. Riguardo e riscopro, in una ricerca affannosa, le sensazioni che mi ha trasmesso, l'amore che ho e che mi ha dedicato. I momenti di noi due che nessuno potrà cancellare ma, che, son stati irrimediabilmente modificati ed alterati, in nome di non so bene che cosa. Ricerco il suo sguardo, ma più ci provo più mi accorgo di non riuscire ad attingere dai miei ricordi perché Laura non c'è più: sono da solo in questa cittadina e, più tento di attraversare le strade della nostra storia, più mi accorgo di quanto desolata e in rovina sia il tutto. Laura è sparita, sostituita da una vaga figura che non le assomiglia più e io sono da solo, in mezzo a tutto questo. Provo a guardare nelle vetrine dei negozi, esposti i quadri dei nostri ricordi ormai imbrattati da ciò che è stato. Rincorro qualsiasi ombra perché, in cuor mio, spero di vedere la tua figura. Corro, urlo e mi dimeno, sperando di farmi notare da te almeno per un'ultima volta ma, ogni volta che mi avvicino a te, c'è un vicolo cieco e, ogni volta che mi metto sulle punte per guardare in là e cercare di scrutare il tuo dolce viso, non vedo altro che desolazione, tristezza, paura. Non posso rimanere qui, non c'è altro che la mia infinita tristezza. All'improvviso sono di nuovo a letto, accanto a lei: è da qualche minuto, o forse di più, che credo di aver distrutto l'immobilismo di questo posto con il rumore, incessante ma labile, del mio singhiozzare. Aggiungo nuove gocce d'acqua a quest'oceano che, lentamente, mi sta inghiottendo, lasciandomi respirare a fatica. Dall'altra parte Laura è immobile, impassibile, mentre continua a far sibilare il vento col suo semplice e dolce respirare. Il suo sibilo, il suo dolce sibilo, fa agitare le onde di quest'oceano. Ho deciso di lasciarmi andare. Impassibile, come se non m'importasse più nulla di tutto questo. Sono quasi felice, al fatto che io stia lì, inerme, pronto a morire senza lottare. Pronto ad assumermi la responsabilità e la colpa di ciò che è successo, anche se non è un qualcosa che mi dovrei affibbiare ma non importa, perché sono sicuro che nel fondo di questo oceano troverò le mie colpe e, allo stesso tempo, la mia liberazione. Perché forse di colpe ne ho, anche se sono stato soltanto vittima. Chiudo gli occhi, o almeno ci provo, mentre l'acqua comincia ad invadere la mia gola e le mie narici mentre il mio corpo, stanco e provato, comincia ad arenarsi sul fondo di quest'oceano di colpa e dolore. Potrei reagire, ma non lo faccio. Non reagisco, no. Morire è una giusta punizione. Come dovrei reagire poi? Perché dovrei farlo? Non c'è niente che mi aspetti, nulla che possa anche solo mitigare ciò che è successo. Chiudo gli occhi, in attesa della fine ma, appena lo faccio, le onde si calmano. Non sono più in balia della mia colpa e delle onde, di questo mare 160 X 190 blu notte. Il sibilo del vento è cessato perché Laura si è svegliata e, dall'alto di questo oceano, mi sta parlando. Continuo a tener chiusi gli occhi, perché non credo di voler vedere come finirà tutto questo. Mi affido quindi al mio udito: sento la sua voce lontana, filtrata dall'acqua, che mi dice di fidarmi di lei. Fidati di me Alessandro. Fidati di me, per favore. Per quanto io ci provi non posso annegare nel mio mare di colpa e dolore, nemmeno se volessi. Potrei farlo, mi basterebbe pochissimo per annientare completamente ciò che sono e chi ho attorno. È una possibilità, com'è una possibilità giacere nel fondo di quest'oceano e restare qui, a contemplare la mia vita nell'indifferenza generale. Potrei, ma è la mia ultima possibilità per stare con Laura. Riapro gli occhi e, appena lo faccio, il mio corpo reagisce. Cerco di risalire e, più mi avvicino ai bordi di questo letto, più mi accorgo che è ancora tutto buio. Laura è oscurità e, più tento di metterla a fuoco, più i bordi del suo dolce corpo si confondono con le asperità di questa stanza. Fidati di me Alessandro. La mia testa fuoriesce da quest'oceano e, appena succede, sento la sua mano tra i miei capelli. Mi accarezza, come faceva quando eravamo a letto e voleva consolarmi dall'ennesima giornata storta della mia vita, dall'ennesimo dolore subito, da un torto che non avevo meritato. Sono tra le sue braccia, perché sento il suo odore attorno a me. Vorrei darle un bacio, guardarla negli occhi e dirle che la adoro ma non posso, non riesco, o forse non voglio perché sento, sento, che è tutto così sbagliato, che non è naturale, che è tutto frutto della mia immaginazione. Fidati. Quello che c'è dentro di me è, però, più forte e il desiderio di vederla solamente un'ultima volta per stringerla tra le mie braccia, prima di abbandonarla al suo destino, cresce ed è enorme dentro di me anche se so che, quando tutto questo finirà, dovrò imparare a fare a meno di lei, in tutto e per tutto. Ma è la mia ultima possibilità per accarezzarla, sfiorarla, sentire il suo dolce corpo sotto i miei umili polpastrelli, leggere le note della sua pelle, percepire i movimenti della sua carne viva. Per favore, non lasciarmi andare. Non la vedo, no, ma non importa, perché le mie dita percorrono i suoi fianchi, dolcemente, assaporando ogni vivido spigolo, pregustando ogni lembo di carne e aggredendolo come se fosse una preda e le mie dita il cacciatore. Mi abbandono alla mia volontà e, questo, mi permette di arrivare al suo seno piccolo e morbido, che sfioro. Per quanto io non la veda sento il suo respiro e il suo sibilare acquietarsi e rallentare, come se già sapesse cosa sta per accadere, come se stesse aspettando il momento in cui tutto questo finirà. Fidati, c'è un motivo per tutto ciò. Le mie dita arrivano alle sue clavicole, che percorro nella loro interezza e tenerezza, perché questa era la cosa che più mi piaceva fare quando c'era lei. Lei lo adorava, e mi diceva sempre che ero il primo e l'unico a fare questa cosa. Ma per quanto quel gesto, ripetuto 1000 volte, fosse automatico non lo è più in questo momento perché, in quest'ultimo brandello di felicità, non sto facendo altro che raccontarmi una menzogna. Fidati e riaccoglimi tra le tue braccia. La Laura che è qui, accanto a me, è solo rimasuglio di ciò che è rimasto dentro di me ma, forse, non importa. Credo vada bene così, perché è inutile continuare a lottare per dei ricordi che, forse, solo io mi porto dentro. Forse è il momento di lasciarla andare davvero. Il mio respiro è affannoso, ansioso, pesante. Non mi rendo ancora conto di cosa io stia per fare. Laura è di fronte a me: non la vedo, ma ne percepisco la presenza, anche solo grazie al suo sibilo. Le sue mani afferrano le mie, accarezzandole come faceva sempre. Fidati di me, sarò ciò che vuoi che io sia. Chiudo gli occhi perché ho paura. Mi avvicino alla linea del suo volto, morbido e accogliente, per tentare di ricordarla un'ultima volta. Le mie lacrime continuano a scendere, ancora e ancora, quando le mie mani si avvicinano al suo collo e cominciano a stringere. Non lascio per un istante la presa e uso tutta la mia forza, il più a lungo che posso, per far sì che Laura soffochi: non ne vedo i connotati, non sento alcun rumore, non c'è nessuna reazione, ma so che sta soffocando per causa mia. Fidati di me. Perché lo sto facendo? Perché sto uccidendo gli ultimi ricordi di una persona che ho amato? Le sue mani sono ancora appoggiate alle mie, continuando a rassicurarmi. Perché ho bisogno di questo, per andare avanti? Perché tanta violenza? Perché tutto questo? Forse perché non posso fare finta di nulla, non posso far finta che non sia successo nulla. Forse perché bisogno di porre fine a tutto questo. Forse perché non posso più sopportare questo dolore. Ho sbagliato. Ti amo, Alessandro. Ti amo anch'io, Laura.
EXIT ↦. Il soffitto della 9D. Pronto? Una luna rosso sangue, raffigurata in maniera raffazzonata. Perché sono ancora qui? Acidità di stomaco, una sensazione di amarezza. Fidati di me Alessandro. La zip di una borsa. Volume della TV a 17. Forse sono pronto a lasciare questa stanza. Raccogliere dei resti. Andrà tutto bene? Segnali dal futuro. È stato ritrovato morto Ugo, l'ultimo gufo bianco della colonia. L'acqua nelle orecchie. Fidati. Era un sogno? Le ricordiamo che deve lasciare la stanza entro le 17. È vero, capita. Di colpo le mani mi fanno male. Com'è andato il soggiorno? Sono pronto ad uscire da qui. Lasci una recensione se vuole. Non so come andrà. Il solco di due corpi su questo letto fradicio. Fidati di me. Buon proseguimento. Dove la porto? Non so se andrà tutto bene. Era realtà? Tenga il resto. Prego, l'uscita è lì. Fidati di me Alessandro. Grazie di tutto.
È davvero una bella giornata.
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maryvictory64 · 1 year
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La prima alba sul mare...
Il sorgere del sole in fondo ad un orizzonte dove una linea divide l'acqua dal cielo
e i colori si alternano uno dopo l'altro...
Un pontile si insinua penetrante...
dalla spiaggia dentro le acque
d'un Mare Adriatico calmo...
striato da un pennello di grigio e giallo
Un gabbiano lassù vola libero
Come solo i gabbiani sanno fare
godendosi un sole di fuoco
Che dipinge il cielo di calde sfumature
Solo il suo grido si sente
Mentre ancora tutto nel silenzio dorme
Maryvictory64 🌹
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Orso in trentino e runners
I runners nei boschi dovrebbero essere una categoria sportiva inesistente. Correre nei boschi in natura è come nuotare in mare aperto per chilometri.
Nemmeno i nuotatori esperti nuotano in mare completamente aperto, si accontentano delle boe o comunque di vedere la costa, non si addentrano col solo corpo fuori.
Se tolleriamo runners nei boschi è perché dopo averli ridotti al minimo sindacale abbiamo anche sterminato lupi e orsi per renderli sicuri, e adesso ci sembrano come il parchetto sotto casa.
Si la regione trenino ha re introdotto gli orsi e probabilmente lo ha fatto anche per soldi per farsi pagare per mantenere la popolazione. E no, l'orso non è pericoloso per l'uomo se non sei un deficiente.
L'orso non preda l'uomo, l'orso se può ti sta a distanza. anche se tu sei sul sentiero e lui è in tana.
Sono più volte andato a fare escursioni dove il ragazzo è stato ucciso, le persone che fanno trail running non si comportano come dovrebbero. Sperano che il fatto di trattare il bosco come casa nostra tenga a distanza lupi, cinghiali, e anche se corrono e inciampano in una tana di tasso, è colpa del comune che non controlla anche se loro vanno sui sentieri degli animali ( si, tracciati che gli animali usano per andare da a a b, carroccie, sentieri per andare a far legna). Mi sono allenato a volte per correre in montagna, semplicemente parto correndo dai 2000\2500 in zone dove ho ampia visione, dove so che gli animali non ci stanno perché sui 2000 inizia a non esserci un cazzo. Partire da 500 metri per arrivare a 2000 in una zona con gli orsi segnalati è come tuffarsi con una ferita che getta sangue in un mare di squali. Bisogna insegnare alla gente a non essere deficiente. Dico davvero. In quegli stessi posti ho visto decine di volte persone con il cane libero. E la gente in città che crede che l'orso mangi le persone. L'orso preda un cazzo di cervo che pesa come 3 persone insieme a 10 km di distanza, può aprirlo in due e mangiarne il 70% in meno di 3 ore, se l'orso mangiasse le persone del corpo del runner avreste trovato le scarpe. Se vi andava bene. Se corri a bassa quota, in mezzo a un bosco presto di mattina sei un corpo che sfreccia veloce quando i predatori stanno cacciando ( NDA- fine notte\ alba). Il gesto del ragazzo dovrebbe essere trattato alla stregua di uno che va a nuotare in mare aperto o si butta senza paracadute. Alla famiglia e alle persone che vogliono cacciare l'orsa direi che forse bisogna essere un pò più consapevoli di quel che si fa, essere meno arroganti. Quello è andato su di mattina presto sperando di non incontrare nessuno. Sicuramente non si è accorto dell'orso perché quando fai trail running sei un uno stato di trance e grazia divina e pensi solo a spingere. L'orso lo ha visto, lo ha seguito è arrivato troppo vicino. Quando lui se n'è accorto era tardi. Non poteva arrampicarsi, né correre. Si è fermato in piedi. l'orso stava già correndo. Quando ha visto l'umano fermarsi si è fermato pure lui. Si sono guardati negli occhi. Lui ha pensato " che bell'animale" l'orso ha pensato " che cazzo è sta roba", l'uomo impaziente ha provato a fare qualcosa, la pausetta dalla corsa si faceva sentire.Ultimo errore L'orso ha pensato "qualunque cosa tu sia ti tiro giù". Tagliata la giugulare. La stanchezza, la paura e il fiatone hanno fatto il resto. L'orso se n'è andato e uno e morto. Ci sono delle regole per stare al mondo se non le rispetti, paghi in questo caso con la vita.
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grungeboy-blog · 29 days
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Alba sul mare
La sfera annebbiata dai fumi del cielo, da esso si alza lentamente.
Per diversi fumi si annebbia la mia mente.
Tra lo sciabordio delle immense acque salate,
Le pupille guardando restan gelate.
Anche lui che illumina tanto,
come me è punto nero su foglio bianco.
Che dio usi allora la sua penna, anche se diverso è il suo volere:
destinarci soli tra mille preghiere.
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pradadada6 · 2 months
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sonounacattivapersona · 4 months
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L'ho amata per molto tempo.
sono stati anni di amarla a fuoco, sangue e morte
pazza, frenetica e appassionante, ma in silenzio
Peccato che non sia stato abbastanza.
Lei è stata per me un prima e un dopo,
è arrivato e ha lasciato impronte inermi nella mia mente,
invece ero solo una stella cadente
che si è rapidamente disperso all'orizzonte.
Ho navigato per lei in un mare senza fine,
tra canti di sirene che mi facevano rizzare la pelle,
sono stato ingannato dai suoi baci, dalla sua nudità
che ho sentito miei più di una volta
Anche se il tempo è durato solo un istante
è bastato e l'ho eterno,
è passato del tempo e non sono più quello di prima
ma il suo ricordo sboccia ad ogni alba.
So che questo amore per lei è immarcisibile,
So anche che siamo estranei,
che sembriamo vivere un impossibile...
che in questa vita non è toccato appartenerci.
Sì, l'ho amata per molto tempo.
e oggi devo dimenticarla per il bene di entrambi.
anche quando la coscienza me lo esige
il cuore resiste e mi urla di no.
Devo toglierla dai miei sogni
dei miei sogni perversi, della mia folle ispirazione,
Devo dimenticarla, dico sul serio
e prima sarà meglio è.
Alan Rodriguez Ramirez.
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Vicini,
sempre più vicini
che lontano non sappiamo stare,
due cuori ed un respiro
su un letto come
su una panchina
tra foglie brillanti
e colori accesi
di una stagione come tante
in un luogo come tanti,
non so dove ma insieme.
Giochiamo a disegnare
battiti e sguardi
su una tela invisibile
con colori accecanti
e musiche coinvolgenti
fino all'ultima emozione.
Sono momenti vissuti
dentro la mente
a rovistare fra speranze e sogni,
e noi,
li lasciamo liberi di esprimersi,
come un bambino che impara a parlare,
come un bambino il giorno di Natale.
È uno sprazzo di gioia,
da fissare nell'attimo
di un'attesa rinascita
di una necessaria nuova alba.
Ci lasciamo bagnare
da una pioggia di sorrisi,
ci nascondiamo
dietro le gocce sul viso
per mascherare lacrime
che firmano parole nuove,
parole mai pronunciate
che ora sono la nostra nuova
vecchia casa.
I nostri volti
brillano
su una pozzanghera,
i nostri occhi
parlano
di quanto amore poteva essere sprecato
di quanta vita ci stavamo privando.
Un abbraccio,
lungo,
eterno,
per non sciogliersi più
per non lasciarsi le mani
sotto i colpi del vento.
In questo nuovo mare
mi stupisco ed imparo
quanto semplice sia
tenere fra le mani
la vela della vita.
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M.B. writer
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