Tumgik
#Serie Le regole del gioco
lostaff · 1 year
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Abbiamo apportato alcune modifiche alle nostre Linee guida della community! Ti preghiamo di leggere il post su Staff.
Abbiamo migliorato il modo in cui i post di collegamento creati dalle app mobili e il nuovo editor web appaiono sui temi del blog.
Abbiamo aggiornato la nostra integrazione di incorporamento di Twitch sul Web e ora include la chat di Twitch.
Ora puoi selezionare più blocchi nel nuovo editor di post sul web. Siamo consapevoli che ci sono ancora alcuni bug da correggere, ad esempio, non è ancora possibile selezionare più blocchi e modificare il tipo di testo (come da normale a indentato). Ci stiamo lavorando!
Ci sono alcune novità in Tumblrmart: granchi a tema Halloween e un gioco chiamato Horse Friend.
Il motivo della raccomandazione apparirà ora in cima ai post consigliati nei tuoi feed sul web.
Quando visualizzi un blog sul Web, ora vedrai le opzioni di layout durante la visualizzazione della scheda "Seguente".
Collegamenti "Apri nell'app" migliorati per le persone che utilizzano il Web mobile. Ora avrai la possibilità di scaricare l'app o aprire l'app.
🛠 Correzioni
Abbiamo risolto un problema nell'ultima versione dell'app Tumblr per iOS che causava l'aggiornamento della dashboard ogni volta che aprivi l'app.
I set di foto pubblicati dalle app mobili e dal nuovo editor web ora hanno una spaziatura verticale più coerente sui temi del blog.
Abbiamo risolto un problema visivo sul Web che causava il ricaricamento della dashboard in background quando si faceva clic sul pulsante Reblog.
I set di foto pubblicati dalle app mobili e dal nuovo editor web non usciranno più dai loro contenitori sui vecchi temi desktop. (In precedenza, applicavamo un margine sinistro e destro negativo di 20 pixel a ogni tema, nonostante quel numero fosse personalizzato per il tema ufficiale. Se sei uno sviluppatore di temi e facevi affidamento su quel CSS iniettato, ora è il momento di adottarli regole nel foglio di stile del tuo tema!)
Risolto un problema per cui mostrare un post tramite il nuovo banner del post portava a una pagina che non poteva essere caricata.
Risolti vari problemi di layout e allineamento nel nuovo modulo post sul web.
Risolto un problema per cui non era possibile aggiungere immagini remote in Domande.
Sul Web, il menu a discesa dei suggerimenti dell'editor di tag nel modulo del post ora si chiude quando fai clic al di fuori di esso.
Risolto un problema nel modulo del post sul Web in cui Annulla smetteva di funzionare se si inseriva un'immagine.
Risolto il problema con i nomi di blog nel percorso del reblog che non venivano collegati correttamente.
Risolto un problema che impediva la pubblicazione delle bozze salvate automaticamente con video lunghi per un po' di tempo.
🚧 In corso
Siamo consapevoli che la versione beta aperta dell'app Tumblr per Android presenta alcuni seri problemi e arresti anomali, ora stiamo risolvendo.
🌱 In arrivo
Niente da segnalare qui oggi.
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile! 
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un'occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
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der-papero · 2 years
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Ciao Cara Alexandra,
sì, mi contattaste nel 2015, io ero al mare, era pieno Agosto. La posizione era su Stoccarda.
Sembrava interessante, era nelle mie competenze, dissi "cia', proviamola, dai, si sa mai che va".
La prima selezione prevedeva la creazione di un videogioco degli scacchi, senza intelligenza da parte del computer, ma per il resto con tutte le regole e il flusso del gioco. Mi costò tutte le notti di due settimane di vacanza, ma riuscii nella cosa, superai la prima selezione.
Feci un primo colloquio. Superato. Un secondo, superato. Poi un terzo, un quarto, un quinto. Tutti superati. Esame della cacca, delle urine, dell'animechivestramuort, tutto superato. Proposi di fare un ennesimo colloquio presso la vostra sede, accettaste, io ormai ero convintissimo di avercela fatta, mi preparai una bella vacanza a Stoccarda e ci infilai questo colloquio. Mi passò al setaccio prima uno dei vostri, e poi chiuso in una stanza con altri due stronzi per un altro paio di ore.
Tornai a casa a Milano ... e siete spariti. Il peggiore dei ghosting, manco a dire "senti, non ti vogliamo, ma per il disturbo ti abbiamo inviato questa torta alle mele". La selezione (o, per meglio dire, la perculata) più lunga della mia vita, durata circa un mese. Per colpa vostra, accantonai ferocemente l'idea di andare a lavorare all'estero (poi tornata per tutta una serie di eventi favorevoli).
Oggi io non vi rispondo nemmeno, perché se lo facessi le uniche parole che mi verrebbero in mente sarebbero, perdendo quel poco di civiltà ed educazione che mi rimane,
jat a fa' duje bucchin
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sguardimora · 1 year
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[ph. Mirco Lorenzi]
Si è conclusa domenica 5 marzo la residenza creativa di Catinca Draganescu con una prima presentazione di alcuni dei materiali di ricerca che sta sviluppando intono al progetto The future belongs to those who hope. Nel contesto del progetto europeo Stronger Peripheries, Catinca e il suo team hanno lavorato attorno alla tematica Right to the future declinandola attorno ai concetti di comunità e utopie di futuri possibili.
In questa primissima fase di lavoro il dispositivo che hanno individuato per coinvolgere spettatori e spettatrici di Mondaino nel loro processo di ricerca si rifà al teatro partecipativo alla Roger Bernát: si tratta di un gioco socio-interattivo che prova a riflettere sulle dinamiche che si creano in una comunità temporanea di spettatori-attivi e sulle reazioni che si innescano nella platea di spettatori-osservatori. 
Il pubblico entra e viene accolto sul palcoscenico da tre performer che guideranno il gioco; lo spazio è inizialmente vuoto e circondato da sedie sui lati. L’interazione si apre con una serie di domande che invitano alla partecipazione e conducono all’autoselezione dei partecipanti: chi desidera essere attivo nel gioco si alza in piedi e chi desidera esserne il testimone resta seduto.
L’architettura drammaturgica progettata per gli spettatori si sviluppa all’interno di un preciso frame di istruzioni e domande utili ad orientare le azioni e le riflessioni del pubblico. Come proprio del paradigma partecipativo di Bernát anche qui è nei bivi, nelle biforcazioni che «si inserisce l'azione dello spet-atore, spesso alle prese con domande che contemplano risposte diferenti, senza approdare a una conclusione certa» (Pedullà 2015, p. 40). L’espediente d’innesco è la fine della Terra, devastata da disastri naturali, riscaldamento globale e guerre e il trasferimento di alcuni esseri umani in un pianeta sconosciuto. Sbarcano in nove dall’astronave alveare e, dopo esercizi fisici e di immaginazione, iniziano a costruire il nuovo pianeta con piante e frutti tropicali, aria sana e acqua potabile.
Poi si presentano, alcuni con nomi reali altri con nomi immaginari e ognuno di loro porta dalla Terra precisi desideri da conservare: fratellanza, pace, autogestione, creatività, equità, tranquillità, simbiosi, tutela per cambiamenti individuali.
Attraverso sfide sia fisiche che dialogiche si crea una sorta di comunità temporanea che mette in moto per renderli visibili e così disinnescarli, in maniera ludica e ironica, gli stessi meccanismi che si attivano nella realtà: nel momento in cui vengono date precise regole che limitano la sopravvivenza del gruppo sul pianeta si creano alleanze, si autoproclamano leader, si solidarizza provando a portare l’attenzione sulle proprie opinioni...
Chi resta vivo? Chi è disposto a sacrificarsi per mantenere intatto il numero dei 15 possibili abitanti umani del nuovo pianeta? Tornare indietro o restare? Discutere per trovare una soluzione ottimale e condivisa o votare “democraticamente” per arrivare alla soluzione finale? Queste sono solo alcune delle questioni che si aprono durante le quasi due ore di incontro che hanno colpito e appassionato gli spettatori e le spettatrici che hanno partecipato anche all’incontro successivo con la compagnia, durante il quale sono state dipanate le tematiche del lavoro e non sono mancati i feedback sia da parte dei partecipanti attivi che soprattutto dai testimoni che hanno condiviso con gli artisti le loro impressioni, la loro “invidia” nel guardare da fuori e il loro parteggiare per alcune delle decisioni prese o al contrario suggerire possibilità che non erano state immaginate nel corso del gioco.
*Pedullà, C. (2015). Lo spett-attore: il teatro partecipato di Roger Bernat. Antropologia E Teatro. Rivista Di Studi, 6(6). 
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Catinca Draganescu's creative residency ended on Sunday, March 5, with a first presentation of the research materials. The project The future belongs to those who hope is developping in the context of the European project Stronger Peripheries; Catinca and her team have been working around the theme Right to the future by declining it around the concepts of community and utopias of possible futures.
At this very early stage of their work, the device they have identified to involve spectators of Mondaino in their research process is based on Roger Bernát-style participatory theater: it is a socio-interactive game that tries to reflect on the dynamics that are created in a temporary community of spectator-activists and the reactions that are triggered in the audience of spectator-observers.
The audience enters and is welcomed to the stage by three performers who will lead the play; the space is initially empty and surrounded by chairs on the sides. The interaction opens with a series of questions that invite participation and lead to self-selection of participants: those who wish to be active in the game stand up and those who wish to be the witness remain seated.
The dramaturgical architecture designed for the spectators is developed within a precise frame of instructions and questions useful for guiding the audience's actions and reflections. As proper to Bernát's participatory paradigm, here too it is in the forks, the bifurcations that "the action of the spectator-viewer is inserted, often grappling with questions that contemplate diferent answers, without landing at a certain conclusion" (Pedullà 2015, p. 40). The trigger device is the end of Earth, devastated by natural disasters, global warming and wars, and the relocation of some humans to an unknown planet. Nine of them disembark from the hive ship and, after physical and imaginative exercises, begin to build the new planet with tropical plants and fruits, healthy air and clean water.
Then they introduce themselves, some with real names others with imaginary names, and each of them brings from Earth precise desires to preserve: brotherhood, peace, self-management, creativity, equity, tranquility, symbiosis, and protection for individual changes.
Through both physical and dialogical challenges, a kind of temporary community is created that sets in motion to make them visible and thus defuse, in a playful and ironic way, the same mechanisms that are activated in reality: the moment precise rules are given that limit the group's survival on the planet, alliances are created, self-proclaimed leaders are made, solidarity is established by trying to bring attention to one's own opinions...
Who stays alive? Who is willing to sacrifice themselves to keep the number of the 15 possible human inhabitants of the new planet intact? Go back or stay? Discuss to find an optimal and shared solution or vote "democratically" to arrive at the final solution? These are just a few of the questions that opened up during the nearly two-hour meeting that impressed and impassioned the spectators and viewers who also participated in the subsequent meeting with the company, during which the themes of the work were unraveled and there was no shortage of feedback both from active participants and especially from the witnesses who shared with the artists their impressions, their "envy" in watching from the outside and their siding with some of the decisions made or on the contrary suggesting possibilities that had not been imagined in the course of the play.
*Pedullà, C. (2015). Lo spett-attore: il teatro partecipato di Roger Bernat. Antropologia E Teatro. Rivista Di Studi, 6(6). 
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gcorvetti · 11 months
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La clessidra.
Leggendo le notizie tra dighe e tubi, sparatorie spalmate oramai un pò ovunque, femminicidi, pestaggi da parte di agenti di polizia (gli stessi che dovrebbero proteggere), corruzione di ogni tipo e altre cose, ma soprattutto violenza di ogni tipo. Che il mondo sia rotondo non c'è dubbio, alla faccia di chi lo vede in forme diverse e dovrebbe smetterla di prendere droghe, la società a me sembra una clessidra dove il focus temporale del presente è collocato nella strozzatura, la parte di sotto, dove si raggruppano i granelli, è il passato e la parte superiore è il futuro. Dall'alto vengono gettati granelli continuamente, sono le azioni che facciamo, ma sembra che da tempo vengano gettate solo cattive azioni e con l'andare del tempo quelle buone siano cadute nel fondo; sono sicuro che la tensione e l'allarmismo dei giornali sia un modo per vendere di più, giustamente, le buone notizie non vengono diffuse, a chi importa se tal dei tali ha salvato il gattino sull'albero o le persone in tempi di carestia come questi siano solidali l'un l'altro, a nessuno, nessuno vuole sentire che c'è del buono e che l'umanità ha qualcosa di bello da dare e naturalmente da insegnare come l'unione delle persone, che fa la forza e fa paura. Questo però è riconducibile anche e non solo ai media, ricordo che quando arrivarono i film di Bruce Lee in Italia, era più o meno il 1980 ero in quarta elementare e ricordo benissimo che il giorno dopo il film tutti a scuola si menavano, per gioco naturalmente, ma per quel gioco un bambino prese un vero pugno in faccia e iniziò a sanguinare, la maestra figuriamoci panico, non tanto per il sangue ma per la mancanza di preparazione, penso, a doverlo dire ai genitori, una volta le cose erano diverse. Quindi riprendendo il discorso, c'è violenza ovunque, le notizie, i film, le serie, lo sport, violenza fisica soprattutto ma anche psicologica; una frase che viene attribuita a Tolstoj recita
"Non si può asciugare l'acqua con l'acqua, non si può spegnere il fuoco con il fuoco, quindi non si può combattere il male con il male."
Si può interpretare come non si può combattere un elemento usando lo stesso elemento; ma il mondo sembra andare inesorabilmente, almeno sulla facciata, in quella direzione.
I modelli che le persone prendono come veritieri sono quelli finti di film e serie tv, inconsciamente e non tutti che sia chiaro, vedono nel cattivo una sorta di figo che calpesta le regole e che la fa franca e quindi pensano sia fattibile anche nel mondo reale, quando nella realtà se esageri finisci ar gabbio, ma basta poco a chi ha poco per sentirsi grande e grosso con atti di violenza verso chi è più debole, e qua potrei fare milioni di esempi tanto ne accadono tutti i giorni. La giustizia fa il suo lavoro, quando non intasca mazzette, ma solo quando accade qualcosa che è punibile per legge e per le violenze di ogni giorno ci dovrebbe essere un tribunale popolare, ma le persone che assistono, e spesso ci sono, ad atti del genere sono omertose per paura, se vedo un bullo che con i suoi seguaci insulta un ragazzo invece di girarmi dovrei andare la e dirgliene quattro ma il cittadino si guarda intorno e vede che gli altri abbassano lo sguardo e vanno via, così segue la massa ed evita lo scontro. Non c'è più coesione sociale, siamo tutti nel nostro piccolo scatolino a pensare a quello che è buono per noi, quando in realtà se fossimo di più potremmo cambiare le cose, anche quelle semplici. Va bè non mi dilungo, Chaplin disse che il mondo è in mano ai farabutti oramai ma già parecchi anni fa, il che vuol dire che la clessidra è riempita di malvagità da decenni. Per concludere in bellezza ci vuole una frase ad effetto e chi meglio di Winston era divulgatore dell'amore fraterno? “Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l'amore, mentre la violenza e l'odio si diffondono alla luce del sole” Naturalmente cito John Lennon non Churchill ci mancherebbe.
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schizografia · 1 year
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Un tale gioco senza regole, senza vincitori né vinti, senza responsabilità, gioco dell’innocenza e corsa al Caucus, in cui la destrezza e il caso non si distinguono più, sembra non avere realtà. Del resto non divertirebbe nessuno. Non è certamente il gioco dell’uomo di Pascal o del Dio di Leibniz. Quale imbroglio nella scommessa moralizzatrice di Pascal, quale pessimo colpo nella combinazione economica di Leibniz. Senza dubbio tutto ciò non è il mondo come opera d’arte. Il gioco ideale di cui parliamo non può essere realizzato da un uomo o da un dio: può essere solo pensato, e inoltre pensato come non senso. Ma appunto perciò: esso è la realtà del pensiero stesso. È l’inconscio del pensiero puro. È ogni pensiero che forma una serie nel tempo minore del minimo di tempo continuo coscientemente pensabile. È ogni pensiero che emetta una distribuzione di singolarità. Sono tutti i pensieri che comunicano in un Lungo pensiero, che fanno corrispondere al suo spostamento tutte le forme o figure della distribuzione nomade, infondendo ovunque il caso e ramificando ogni pensiero, riunendo “in una volta” l’”ogni volta” per “tutte le volte”. Infatti, affermare interamente il caso, fare del caso un oggetto d’affermazione, è possibile solo per il pensiero. Se si cerca di giocare a questo gioco al di fuori del pensiero, nulla accade, e se si cerca di produrre un risultato altro dall’opera d’arte, nulla si produce. È dunque il gioco riservato al pensiero e all’arte, in cui vi sono soltanto vittorie per coloro che hanno saputo giocarlo, cioè affermare e ramificare il caso, invece di dividerlo per dominarlo, per scommettere, per vincere. Tale gioco, che si trova soltanto nel pensiero e che non ha altro risultato che l’opera d’arte, è anche ciò per cui il pensiero e l’arte sono reali, sconvolgono la realtà, la moralità e l’economia del mondo.
Gilles Deleuze, Logica del senso
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sognareleggiesogna · 18 days
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RECENSIONE: FLIPCUP- Le regole del gioco di Kim Hartfield
Cari Sognatori, Siria continua il suo viaggio nella serie Vino & Veritas leggendo il settimo volume della serie, questa volta scritto da Kim Hartfield pubblicato dalla Triskell Edizioni !!! SERIE: Vino & Veritas vol 7 GENERE: FF Romance DATA DI PUBBLICAZIONE: 7 dicembre 2023 EBOOK / CARTACEO Affiliati Amazon Rinunciare agli uomini potrebbe portare Chelsea alla donna perfetta? Dopo essere stata…
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newtechworld · 2 months
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Amplifica il Tuo Spazio Digitale con Verbatim VX500: La Soluzione di Archiviazione Esterna Avanzata
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Amplifica il Tuo Spazio Digitale con Verbatim VX500: La Soluzione di Archiviazione Esterna Avanzata
Nell'era digitale, l'archiviazione e la gestione dei dati sono diventate priorità assolute per professionisti e appassionati di tecnologia.
Con l'aumentare del volume di dati che maneggiamo quotidianamente, la necessità di soluzioni di archiviazione esterne sicure, affidabili e ad alta capacità è più pressante che mai.
Il Verbatim VX500 External SSD rappresenta una soluzione all'avanguardia per chi cerca prestazioni superiori in un dispositivo portatile e robusto.
Capacità e Velocità Impressionanti
Il Verbatim VX500 si distingue per la sua capacità di archiviazione digitale di 1 TB, offrendo ampio spazio per salvare documenti importanti, collezioni multimediali e backup di sistema.
Grazie alla tecnologia USB 3.1 Gen2, questo SSD esterno garantisce trasferimenti dati ultraveloci, rendendo il backup e il recupero dei file un processo rapido e senza intoppi.
Design e Compatibilità
Con il suo fattore di forma da 2,5 pollici e un elegante colore grigio, il VX500 si adatta perfettamente a qualsiasi ambiente di lavoro o di gioco.
La sua compatibilità con computer portatili lo rende una soluzione versatile per utenti Windows e, sebbene il software di backup Nero incluso non sia compatibile con Mac OS, il drive stesso può essere facilmente utilizzato con sistemi operativi Apple formattandolo correttamente.
Facilità d'Uso e Portabilità
Il dispositivo include tutto ciò di cui hai bisogno per iniziare: un cavo USB-C per connessioni moderne e un cavo USB-A per compatibilità universale, assicurando che tu possa connetterlo a una vasta gamma di dispositivi.
Il design compatto e leggero del VX500 ne fa il compagno di viaggio ideale, permettendoti di portare i tuoi dati importanti sempre con te, in tutta sicurezza.
Conclusioni
Il Verbatim VX500 External SSD USB 3.1 Gen2 da 1TB rappresenta una scelta eccellente per chi cerca una soluzione di archiviazione esterna performante, affidabile e facile da usare.
Che tu sia un professionista in cerca di una soluzione robusta per i backup di lavoro, o un appassionato di tecnologia desideroso di espandere lo spazio di archiviazione per la tua libreria multimediale, il VX500 soddisferà e supererà le tue aspettative.
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solitudinenumeriprimi · 4 months
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I principi del successo Ray Dalio: come ho imparato ad agire secondo principi.
Buonasera, oggi, 14 dicembre 2023, ho finito di leggere per la terza volta "I Principi del Successo di Ray Dalio".
Alcuni di voi si chiederanno: «Come per la terza volta? Quale è il motivo che ti ha spinto a farlo?»
La risposta è molto semplice...
Ogni volta imparo qualcosa di nuovo, il libro è composto da 552 pagine di informazioni vitali per imparare ad essere produttivi, imparando dai propri errori senza compierli una seconda volta.
Il libro ha una struttura semplice:
nella prima parte l'autore (uno dei più grandi investitori della storia) racconta la sua vita e i motivi che l'hanno spinto a scrivere il libro;
nella seconda parte elenca e spiega nel minimo dettaglio I Principi di Vita;
nella terza, ed ultima, parte scrive dei Principi di Lavoro.
L'autore spiega che senza principi il nostro cervello affronta le varie situazioni che gli capitano come se fosse la prima volta, i principi si imparano sulla base di esperienze, riflessioni, ciò che riceviamo e kit di principi già pronti come quelli offerti dalla religione o dalle strutture gerarchiche.
Cosa volete? Cosa è vero? Cosa avete intenzione di fare?
L'autore ci pone subito queste domande, a mio parere così semplici ma anche cosi dannatamente difficili.
Ci rifletto in modo costante fin da quando ho letto la prima volta il libro ma ogni tot tempo la risposta cambia.
Ho provato ad interrogarmi e a chidermi: è colpa mia? Mi sono analizzato abbastanza?
E se la risposta fosse che non so veramente chi sono...
Stavo per impazzire... al punto che oggi, scrivendo questo articolo, ho deciso di dover mettere fine a questa situazione, anche se ci sono grosse probabilità che la visione cambi nuovamente.
La risposta che mi son dato è che sicuramente una parte della colpa è mia, ma allo stesso tempo è anche il percorso della vita.
Noi mutiamo ogni singolo giorno, le nostre idee si fondono con l'esperienza quotidiana ed ogni giorno un frammento dei nostri pensieri precedenti varia.
La riflessione su questo carpe diem mi affascina tantissimo ma allo stesso tempo mi pone davanti una serie di paura soprattutto nei momenti decisivi della mia vita dove uno non può più tornare indietro.
In quell'esatto momento, quando capisco di essere difronte ad un bivio, partono, come freccie scoccate da un arco, una serie di pensieri negativi a cui non riesco porre rimedio, fino a che non mi calmo, vado difronte ad uno specchio e mi ricordo fermamente che ho 25 anni, non posso sapere tutto e non posso avere il controllo di tutto ciò che mi capita perchè è la vita stessa che impone le regole, e le sue regole impongono che dobbiamo vivere in uno stato di incertezza, divertirci in questo stato, insomma bisogna imparare a ballare sotto la pioggia...
La vita va vista come se fosse un gioco in cui ogni problema che si affronta è un enigma da risolvere.
La natura ottimizza per l'insieme non sulla base del singolo, per essere buona una cosa deve funzionare in modo coerente con le leggi della realtà e contribuire all'evoluzione dell'intero.
Bisogna essere iperrealisti.
Non fate confusione tra ciò che vorreste fosse vero è ciò che lo è;
Non preoccupatevi di suscitare una buona impressione: piuttosto imparate a raggiungere gli obiettivi;
Non date troppo peso alle conseguenze di primo ordine rispetto a quelle di secondo e terzo ordine;
Non lasciate che il dolore ostacoli il progresso;
Non incolpate nessun altro che voi stessi per i risultati negativi.
La vita va vista come un gioco, le sfide servono, i problemi ci sono, più volte in filosofia è stato ribadito che i problemi sono fonte di energia per l'uomo, l'uomo che non ha grandi problemi, si creerà grandi problemi da piccole cose.
Bisogna vivere la vita come se fosse un enigma da risolvere, la vita stessa ci insegna ad avere pazienza, di fare le cose passo dopo passo, giorno per giorno, in modo costante e persistente e di evitare di perdere tempo rincorrendo una sterile serenità ovvero una vita priva di problemi, perchè tanto troveremmo il modo per averne degli altri.
Le due barriere più importanti che impediscono all'uomo di raggiungere i propri obbiettivi sono l'ego e i punti ciechi, come Aristotele ha definito la tragedia come un risultato terribile che sorge da un difetto fatale in una persona, Ray Dalio definisce l'ego e i punti ciechi come difetti fatali che impediscono alle persone intelligenti e volenterose di esprimere tutto il loro potenziale.
L'ego deriva dalla paura di fallire, bisogna imparare a farlo, non a conoscerla solo in linea teorica, bisogna essere iperrealisti, lavorare molto ed essere consci che sbaglieremo perchè solo così si possono ottenere risultati.
Jeff Bezos: «dovete essere disposti a fallire ripetutamente. Se non siete disposti a fallire, dovrete stare molto attenti a non inventare nulla»
- fallite bene: se una persona ha successo e basta, forse vuol dire che non si è spinta al limite;
- non sentitevi in colpa per i vostri errori e per quelli degli altri. amateli!
I punti ciechi derivano dal non sapersi analizzare e dal non essere disposti ad imparare dalle critiche altrui.
L'apertura mentale radicale è la soluzione e richiede di sostituire la pretesa di avere sempre ragione, con la gioia di scopire cos'è vero. L'apertura mentale ci permette di contrastare un bias cognitivo che pone l'uomo in una posizione molto scomoda perchè lo porta a valutare se stesso in modo poco realistico.
L'ascolto della critica altrui non deve essere portato all'eccesso, non tutte le opinioni contano ma solo quelle delle persone più autorevoli di noi (quelle che hanno più conoscenza ed esperienza in un dato campo), è importante sapere a chi fare le domande e separare le opinioni dai fatti.
Jung: « Rendi cosciente l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino».
I Pensieri devono essere espressi sotto forma di principi, non devono vagare senza essere messi a terra perchè senno rimarranno sempre e solo dei pensieri che non riescono ad influire sulla nostra vita, è inutile essere le persone più intelligenti al mondo se non riusciamo a tramutare le idee e i pensieri in principi o comunque cose concrete che gli altri possono comprendere.
I principi per renderli utilizzabili sia da noi stessi che da altri devono diventare degli algoritmi, in modo tale da poter essere scalabili e portare ad un ottimizzazione delle decisioni.
CHI è più importante di COSA: scegliamo con cura le persone che ci stanno attorno, come viene comunemente detto Noi siamo il risultato delle 5 persone che ci stanno più vicine.
Per trovarle dobbiamo basarci sui valori, solo le persone con i nostri stessi valori devono rientrare in questa cerchia, dobbiamo essere molto selettivi.
Un grande rischio è che quando le abbiamo trovate, lasciamo che le piccole cose ci dividano... evitiamo che il "narcisismo delle piccole differenze" vada a rovinare questi rapporti, impariamo ad essere molto trasparenti e a comunicare quello che realmente pensiamo.
Soprattutto stiamo molto attenti alla sindrome del rospo nell'acqua bollente, come il rospo muore bollito se la temperatura dell'acqua cresce piano piano e non in modo esponenziale, allo stesso modo se sottovalutiamo i piccoli problemi ad un certo punto moriremo schiacciati dal loro peso. Impariamo ad elencare i problemi, identificarne le cause di fondo, elaborare un piano e metterlo in pratica.
Non arrendiamoci mai.
Dobbiamo sempre essere alla ricerca della perfezione con la consapevolezza e l'umiltà che non potremmo mai raggiungerla.
Dobbiamo essere molto riflessivi, imparare dagli errori e iniziare a vivere una vita sulla base della causa-effetto.
Dobbiamo porci degli obbiettivi ed essere consapevoli che solo noi siamo artefici del nostro destino, che anche se le cose non vanno come noi vogliamo saranno le nostre reazioni a questi eventi che definiranno chi siamo.
Dobbiamo essere consapevoli che le persone che ci circondano sono il nostro motore, non possiamo permetterci di avere rapporti non in linea con i nostri valori, il tempo è breve, la vita sfugge, viviamoci ogni momento solo con persone che possono veramente arricchirci la vita.
E voi lo avete letto questo libro?
Nel caso non lo aveste fatto vi consiglio vivamente di farlo...
Nel caso lo aveste fatto ditemi assolutamente cosa ne pensate.
Un Abbraccio,
A presto
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agrpress-blog · 4 months
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Con il titolo “Salvador Torres ed Enzo Trepiccione: un dialogo artistico tra segno e narrazione”,  lo spazio “Movimento Aperto” dell’artista Ilia Tufano, in via Duomo 290/C a Napoli, ospita, a cura  dell’artista Mario Lanzione,  l’esposizione di una serie di opere realizzate, intervenendo a quattro mani su vecchie carte geografiche, dallo spagnolo Salvador Torres e dall’italiano Enzo Trepiccione che in Spagna vive e lavora (aperta fino al prossimo 25 gennaio il lunedì e il martedì dalle 17.00 alle 19.00 e il giovedì dalle 10.30 alle 12.30). Rappresentare la superficie del pianeta sul quale viviamo nella maniera più oggettiva possibile sembra questo il compito delle carte geografiche, scrive Mario Lanzione, il punto d’arrivo di un percorso durato millenni. Che poi la pretesa oggettività trovi un limite nella curvatura della terra, anche questa non è una novità. La rappresentazione è convenzionale: monti, lagune, fiumi, città sono tutti al loro posto, tutti segnati come ci aspettiamo, nessuno presente nelle sue particolari forme. Il tempo è fermo. I confini tra uno stato e gli altri hanno un ruolo da protagonista: tagliano il mondo in tante parti, con la pretesa di recinzioni invalicabili; anche la guerra si rappresenta su queste carte e sembra un gioco quasi innocente. Ebbene, gli interventi pittorici che interrompono questa scontata geometria vogliono mostrare una spazialità altra, quella del vivente e del suo vissuto. I due artisti operano ciascuno con il linguaggio che gli appartiene. Quella di Salvador Torres è una pittura sorprendente poiché va oltre ogni certezza, evidenzia ancora Mario Lanzione. I corpi, che sembrano svuotati come manichini senza anima, trasmettono una spiritualità che è al limite tra una realtà percepibile nella sua iconografia e una verità nascosta di personaggi che vivono il dramma dell’esistenza umana sempre in bilico tra l’egoismo e la necessità di proporre un mondo migliore. Sono opere atemporali: rappresentazioni fantastiche scaturite dall’immaginazione; un mondo surreale, non come sogno che rielabora il proprio inconscio ma come visione soggettiva per una narrazione che sfugge alla logica stereotipata, scontata e consuetudinaria di un “sistema” sociale che ignora i pericoli derivanti dal proprio egocentrismo e dall’arroganza nel trascurare le regole fondamentali, necessarie per mantenere inalterato l’equilibrio naturale. scrive lucidamente Mario Lanzione A proposito di Enzo Trepiccione, Mario Lanzione sottolinea che se i sogni e i ricordi fanno parte del nostro subconscio e della nostra storia esistenziale, quello dei simboli è un sistema di comunicazione che agisce sulle nostre conoscenze. Un mezzo espressivo usato per riportarci all’origine dei contenuti che racchiudono una mole notevole d’idee e di valori che qualsiasi linguaggio umano non potrebbe apportare alla mente. Un solo simbolo nasconde una miriade di significati. Sono questi elementi che ritroviamo nella pittura di Enzo Trepiccione, in un costante equilibrio tra la realtà e l’immaginazione. La spontanea operatività pittorica di Enzo è proprio questa simmetria tra un pensiero oggettivamente esistente e una propria soggettività rappresentata attraverso raffigurazioni di figure stilizzate, riprodotte in “casellari della memoria”, di case, alberi e fiori, eseguite con una linea di contorno spessa, forte, immediata e veloce. Infine, Mario Lanzione conclude osservando che quello di Torres e Trepiccione è un dialogo artistico tra segno e narrazione ma anche un “viaggio” dentro e fuori la storia, dentro e fuori un percorso geografico tra Cartagena, Alicante e Napoli. Un’intesa artistica che stabilisce una connessione, un rapporto reciproco nella piena capacità di interagire, come in un gioco, su supporti che indicano il tempo tra il passato e il presente. Un passato e un presente che fissa il concetto dell’uomo in continuo movimento, l’uomo che per necessità o per spirito di conoscenza s’incammina con ogni mezzo possibile per andare oltre i propri confini di appartenenza.
Questo viaggio, forse, per Torres rappresenta il partire verso una terra amica portando in sé l’idea del “ritorno” mentre per Trepiccione è un rivenire nella sua “terra natìa” con l’imprescindibile esigenza di far “ritorno” ad una realtà acquisita, oltre i confini del territorio d’origine. Sono opere che inducono a riflettere e che danno al fruitore la possibilità di sentirsi partecipe e coinvolto. Un progetto originale che avvalora, senza ombra di dubbi, la qualità e l’esperienza di Salvador Torres ed Enzo Trepiccione.
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C'è già in atto una rivoluzione col sorriso...
Continuare allo stremo con le armi é assai pericoloso anche per chi fin'ora ha usato la violenza.
Non lo capiscono gli angolani ma chi gli comanda.
Lo sappiamo anche noi.
Per ciò, si sono adoperati per imparare nuove regole del gioco.
Premetto che gli angolani sono ignoranti nel tutto e per tutto.
Sarà difficile per loro, la musica dell'oppressione con sorriso avvelenato non è comprensibile per loro.
Non si sono resi conto che un giorno si dovranno adeguare o dovranno sgomberare il campo!
Conoscendo bene le loro capacità limitate al minimo esistenziale, le forze occulte hanno cominciato ad inviare in campo altre forze, diverse, che useranno metodi diversi.
La puzza del diavolo si sente da lontano.
L'ordine è molto più pesante di quanto alcuni siano in grado di comprendere la situazione.
Il popolo di Cabinda non ha diritti.
I nuovi invasori sono i pastori, che difonderano una nuova fede, la loro fede stolta.
Parlano del loro dio, che non può essere Dio vero increato.
Sono i nuovi ricchi, che hanno l'obbligo di sfruttare il popolo cabindese, i pastori.
L'esperimento a cui vorranno sottoporre il popolo cabindese non è semplice da comprendere per i guerriglieri, ma i pastori lo conoscono a memoria.
In campo c'è il (GENERALE del FLEC), e CONOSCE bene i metodi diabolici.
Sarà sempre a un passo avanti prima di loro.
Informerà il governo prima dei loro passi.
Cabinda non può essere il campo di sperimentazione per nessuno.
Non permetteremo che ciò accada!
Siamo un governo che lavora costantemente per la libertà vera di Cabinda.
La globalizzazione nel territorio di Cabinda non trova spazio.
Questi „nuovi pastori" apostoli del diavolo, non sono e non devono essere accettati da nessuno.
IL (GENERALE) li combatterà con le loro parole e i loro fatti reprobabili, prima che prenderanno spazio nella terra di Cabinda.
La nuova fede, l'accetazione degli angolani come futuri coninquilini non è permessa a nessuno.
Verificheremo a tappeto le condiy in cui un angolano possa rimanere nel territorio cabindese e sarà seguito fino alla fine dei suoi giorni.
È meglio per gli angolani che lasciano il paese prima che arriviamo noi...
Non abbiamo due parole in comune.
Angola dovrà pagare per i danni provocati in 48 anni di occupazione.
Gli angolani pagheranno per gli orrori che hanno fatto contro i cabindesi, sia uomini che donne.
Pagheranno per gli stupri contro le donne, contro i bambini maschi e femminucce.
Non salderemo il conto di nessun angolano finché non sarà fatta giustizia per ciascun sofferente.
Ripeto, gli angolani devono andarsene prima del nostro arrivo.
È inutile cercare di ingannare il popolo cabindese con il referendum, autonomia, con pastori, con le armi, non funziona più.
Cabinda ha un governo che è già al lavoro e voi, angolani, non saprete il giorno della vostra fine.
Cabinda é il tuo momento!
I grandi ladri della terra stanno ancora decidendo le tue sorte.
Angola ha perso il terreno, é già noto.
America non sta a guardare, non vuole perdere.
Hanno messo in atto altre carte bollente.
I servizi angolani lavorano in continua osservanza delle indicazioni ricevute, ma stanno sbagliando tutto.
Hanno spinto un certo Governo estero, ma senza successo.
Stanno diffamando FLEC, il generale PancracioBungoLubendo.
E una prassi debole, non riusciranno ancora per tanto tempo.
Il tempo stringe e gioca a favore nostro.
Cercano di ingannare l'opinione internazionale con delle informazioni false, ma senza riuscirci.
Il loro interesse é quello di ingannare anche il popolo di Cabinda.
Non possiamo credere niente di ciò che dicono.
Noi anticipiamo sempre le loro mosse.
L'unica forza vera è FLEC.
Cercheranno di dividere il popolo di Cabinda e qui ci saranno dei problemi seri.
Hanno cercato e proveranno ancora a dividere FLEC.
Vi assicuriamo che non riusciranno loro.
Per non avere problemi nel governo,faremo noi la pulizia.
Ciascun membro del governo deve lavorare come fosse davanti a Dio.
La libertà di Cabinda è al di sopra di ognuno di noi.
Il governo non lavora senza i suoi membri e voi non avete un altro sostegno reale.
Noi abbiamo necessità di condividere con voi il momento della vittoria, per ciò, dobbiamo restare uniti.
Non accettate offerte avvelenate da parte di nessuno.
Anche un membro del governo, se vi proporrà qualsiasi cosa in disaccordo con la linea trasparente del FLEC, segnalatelo.
Non accettate le nuove offerte che vi faranno, perché sono dei bugiardi.
Ora parlano di ricerche arme, di licenze, ma sono sempre loro, gli angolani.
Il popolo di Cabinda non ha diritto di esprimersi.
Angola cerca di discreditare il FLEC nei vostri occhi, perché lo temono .
Non ci sarà nessuna condanna contro di noi combattenti, il governo di Cabinda non accetta.
Noi non facciamo compromessi per la libertà.
Angola deve andarsene subito.
La vittoria lo condivideremo con voi ed il futuro lo costruiremo con il popolo di Cabinda.
Viva Cabinda Livre!
Viva FLEC!
Inizia la rinascita di Cabinda.
La trasparenza del governo della Repubblica di Cabinda é uno dei punti su cui il popolo cabindese può e deve farsi forza.
Negli ultimi tempi abbiamo intensificato e rafforzato il lavoro al livello governativo, mettendo in campo le nostre risorse, le nostre persone, proprio per la libertà molto sospirata.
A questo proposito, il governo ha deciso di fare un ulteriore passo nella direzione già intrapresa, la libertà.
CABÍNDA:
Confidando nel aiuto del signore, continueremo a lavorare con lo stesso ardore per la libertà sacra di Cabinda.
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tecnowiz · 5 months
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Traduttore di codice Morse: Un'arma segreta per gli appassionati di criptografia
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Se anche tu sei interessato al codice Morse e vuoi imparare a usarlo per scrivere e leggere messaggi in codice, hai bisogno di un traduttore di codice Morse. Un traduttore di codice Morse è uno strumento che ti permette di convertire facilmente il testo in codice Morse e viceversa, usando il tuo computer, il tuo smartphone o un altro dispositivo elettronico. In questo articolo, ti spiegheremo come funziona un traduttore di codice Morse, quali sono i suoi vantaggi e dove puoi trovarne uno online.
Come un traduttore di codice Morse può aprire le porte alla criptografia e all'avventura. Immergiti in un mondo di comunicazione segreta e sfide intellettuali con il codice Morse
Il codice Morse è un sistema di comunicazione che utilizza una serie di segnali brevi e lunghi, chiamati punti e linee, per rappresentare le lettere dell’alfabeto, i numeri e alcuni caratteri speciali. Il codice Morse è stato inventato nel 1836 da Samuel Morse, un pittore e inventore statunitense, che lo usò per trasmettere messaggi telegrafici a lunga distanza. Il codice Morse è stato usato per scopi militari, commerciali e di emergenza fino alla seconda metà del XX secolo, quando è stato sostituito da altri sistemi di comunicazione più avanzati. Tuttavia, il codice Morse non è scomparso del tutto: è ancora usato da alcuni radioamatori, da alcuni appassionati di storia e da alcuni criptoanalisti che lo usano per decifrare messaggi segreti.
Come funziona un traduttore di codice Morse
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Un traduttore di codice Morse è un programma che usa un algoritmo per trasformare il testo in codice Morse e il codice Morse in testo. L’algoritmo si basa su una tabella che associa ogni lettera, numero o carattere speciale a una sequenza di punti e linee. Per esempio, la lettera A corrisponde a .-, la lettera B a -…, il numero 1 a .---- e così via. Per usare un traduttore di codice Morse, devi inserire il testo che vuoi tradurre in una casella di input e premere un pulsante. Il traduttore ti mostrerà il codice Morse corrispondente in un’altra casella di output. Se vuoi fare il contrario, devi inserire il codice Morse che vuoi tradurre in una casella di input e premere un altro pulsante. Il traduttore ti mostrerà il testo corrispondente in un’altra casella di output. Alcuni traduttori di codice Morse hanno anche la funzione di riprodurre il codice Morse in forma audio, usando dei suoni brevi e lunghi che simulano i segnali telegrafici. Questa funzione ti può aiutare a imparare a riconoscere il codice Morse a orecchio e a memorizzare le sequenze di punti e linee.
Quali sono i vantaggi di un traduttore di codice Morse
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Usare un traduttore di codice Morse può avere diversi vantaggi, sia per scopi didattici che per scopi ludici. Ecco alcuni dei principali: Ti permette di imparare il codice Morse in modo facile e divertente, senza dover studiare a memoria la tabella delle equivalenze. Puoi usare il traduttore come un gioco, provando a scrivere e a leggere messaggi in codice Morse e verificando se sono corretti. Ti permette di esercitare il tuo cervello, stimolando la tua memoria, la tua attenzione e il tuo ragionamento logico. Il codice Morse richiede infatti di associare dei simboli astratti a dei significati concreti, di seguire delle regole precise e di decodificare dei messaggi nascosti. Ti permette di divertirti con i tuoi amici, creando e scambiando dei messaggi segreti in codice Morse. Puoi usare il codice Morse per comunicare in modo originale e misterioso, sfidando i tuoi amici a indovinare cosa hai scritto o a risponderti nello stesso codice. Ti permette di approfondire la storia e la cultura del codice Morse, scoprendo come è stato usato in passato e come è ancora usato oggi da alcune persone. Puoi anche trovare dei riferimenti al codice Morse in alcuni libri, film, canzoni e opere d’arte.
Dove trovare un traduttore di codice Morse online
Se vuoi provare un traduttore di codice Morse online, ci sono diversi siti web che ti offrono questo servizio gratuitamente. Ecco alcuni dei più popolari: Morse Code Translator
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Un traduttore di codice Morse semplice e intuitivo, che ti permette di convertire il testo in codice Morse e viceversa, di ascoltare il codice Morse in forma audio e di copiare e incollare il risultato. Puoi anche scegliere la velocità e il tono del suono e la lunghezza dei segnali. Morse Code Generator
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Un generatore di codice Morse che ti permette di creare dei messaggi personalizzati in codice Morse, usando il testo, le immagini o la tua voce. Puoi anche scegliere il colore, lo stile e la dimensione dei punti e delle linee e salvare il tuo codice Morse come un file immagine o audio.
Applicazioni del codice Morse
Ci sono anche delle app per Android e iOS che permettono di tradurre facilmente il testo in codice morse e viceversa, usando il proprio smartphone o tablet. Ecco le migliori app per Android e iOS per tradurre il codice morse, che potete scaricare gratuitamente dai rispettivi store.
Morse Code Translator
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Morse Code Translator è un’app che permette di convertire il testo in codice morse e il codice morse in testo, usando il proprio dispositivo. L’app ha un’interfaccia semplice e intuitiva, che richiede solo di inserire il testo che si vuole tradurre in una casella di input e di premere un pulsante. L’app mostrerà il codice morse corrispondente in un’altra casella di output, e viceversa. L’app ha anche la funzione di riprodurre il codice morse in forma audio, usando dei suoni brevi e lunghi che simulano i segnali telegrafici. Questa funzione può aiutare a imparare a riconoscere il codice morse a orecchio e a memorizzare le sequenze di punti e linee. L’app permette anche di usare la torcia del proprio dispositivo per trasmettere il codice morse in forma luminosa, usando dei lampeggi brevi e lunghi che simulano i segnali ottici. Questa funzione può essere utile per comunicare con qualcuno che si trova a distanza, usando il codice morse. L’app ha anche la possibilità di copiare e incollare il risultato della traduzione, e di condividerlo tramite le app di messaggistica o i social network. L’app è completamente gratuita, ma contiene annunci pubblicitari. Potete scaricare l’app da qui per Android e da qui per iOS.
Morse-It
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Morse-It è un’app per iOS che permette di tradurre il testo in codice morse e il codice morse in testo, usando il proprio iPhone o iPad. L’app ha un’interfaccia elegante e funzionale, che richiede solo di inserire il testo che si vuole tradurre in una casella di input e di premere un pulsante. L’app mostrerà il codice morse corrispondente in un’altra casella di output, e viceversa. L’app ha anche la funzione di riprodurre il codice morse in forma audio, usando dei suoni brevi e lunghi che simulano i segnali telegrafici. Questa funzione può aiutare a imparare a riconoscere il codice morse a orecchio e a memorizzare le sequenze di punti e linee. L’app permette anche di usare la torcia del proprio dispositivo per trasmettere il codice morse in forma luminosa, usando dei lampeggi brevi e lunghi che simulano i segnali ottici. Questa funzione può essere utile per comunicare con qualcuno che si trova a distanza, usando il codice morse. L’app ha anche la possibilità di creare dei file audio con il codice morse registrato, e di salvarli nella propria libreria. L’app ha anche un dizionario integrato che mostra la tabella delle equivalenze tra il testo e il codice morse, e dei consigli per imparare meglio il codice morse. L’app ha anche una modalità speciale chiamata “Ghost Mode”, che permette di comunicare con i fantasmi usando il codice morse. Questa modalità è solo per divertimento, e non ha alcuna base scientifica.
Morse Code Reader
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Morse Code Reader è un’app che permette di tradurre il codice morse in testo, usando la fotocamera del proprio dispositivo. L’app ha un’interfaccia semplice e pratica, che richiede solo di puntare la fotocamera verso una fonte di codice morse, come una torcia, un LED, un display o un altro dispositivo. L’app riconoscerà il codice morse in tempo reale e lo mostrerà in forma di testo in una casella di output. L’app ha anche la funzione di riprodurre il codice morse in forma audio, usando dei suoni brevi e lunghi che simulano i segnali telegrafici. Questa funzione può aiutare a imparare a riconoscere il codice morse a orecchio e a memorizzare le sequenze di punti e linee. L’app ha anche la possibilità di salvare la cronologia delle traduzioni effettuate, e di condividerle tramite le app di messaggistica o i social network. L’app è completamente gratuita, ma contiene annunci pubblicitari. Potete scaricare l’app dal Play Store di Google per Android.
Conclusione
Il codice Morse è un sistema di comunicazione antico ma affascinante, che può essere usato per scopi educativi e ricreativi. Usando un traduttore di codice Morse online, puoi imparare il codice Morse in modo facile e divertente, esercitare il tuo cervello, divertirti con i tuoi amici e scoprire la storia e la cultura del codice Morse. Che aspetti? Prova subito un traduttore di codice Morse e diventa un esperto di criptografia!
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Traduttore di codice Morse: Un'arma segreta per gli appassionati di criptografia. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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oktested · 5 months
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Nuova stagione di Fortnite: un ritorno al Capitolo 1
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Fortnite OG è il nuovo capitolo della popolare saga di videogiochi battle royale, che riprende le origini del gioco e introduce nuove funzionalità e sfide. In questa recensione, analizzeremo il game play, la grafica, la trama e i vantaggi di Fortnite OG, e vi daremo alcuni consigli per ottimizzare la vostra esperienza di gioco. Il game play di Fortnite OG è basato sulle meccaniche classiche del genere, ma con alcune novità che lo rendono più dinamico e divertente. Il gioco si svolge su un'isola in cui 100 giocatori si sfidano per essere gli ultimi sopravvissuti, utilizzando armi, oggetti e strutture da costruire. Il gioco offre diverse modalità, tra cui il solo, il duo, il squadra e il creativa, in cui si può personalizzare l'isola e le regole. Inoltre, il gioco presenta una modalità storia, in cui si segue la trama del capitolo e si affrontano missioni e boss. La grafica di Fortnite OG è colorata e cartoonesca, ma allo stesso tempo dettagliata e realistica. Il gioco sfrutta al meglio le potenzialità delle console di nuova generazione, offrendo una risoluzione elevata, una fluidità ottimale e degli effetti visivi spettacolari. Il gioco è anche compatibile con i dispositivi mobili, grazie a un'ottimizzazione che ne riduce il peso senza compromettere la qualità. La trama di Fortnite OG è avvincente e ricca di colpi di scena. Il gioco riprende le origini della saga, quando un misterioso evento ha portato alla formazione dell'isola e alla comparsa dei mostri chiamati Ombre. Il giocatore dovrà scoprire i segreti dell'isola, collaborare con i personaggi iconici della saga e contrastare la minaccia delle Ombre, che vogliono distruggere il mondo. I vantaggi di Fortnite OG sono numerosi, sia per i giocatori che per i creatori di contenuti. Il gioco offre un'esperienza di gioco coinvolgente e varia, adatta a tutti i gusti e i livelli di abilità. Il gioco è anche gratuito, con la possibilità di acquistare oggetti estetici o funzionali tramite la valuta virtuale chiamata V-buck. Inoltre, il gioco è una fonte inesauribile di contenuti da condividere sui social media o sui siti web, grazie alla sua popolarità e alla sua originalità. Per ottimizzare la vostra esperienza di gioco, vi consigliamo di seguire alcuni semplici passaggi. Prima di tutto, assicuratevi di avere una connessione internet stabile e veloce, per evitare lag o interruzioni. Poi, scegliete una modalità di gioco che vi piace e che vi mette in risalto le vostre abilità. Fortnite OG è un gioco che non delude le aspettative dei fan della saga e che offre una sfida stimolante ai nuovi giocatori. Se siete alla ricerca di un gioco battle royale divertente e innovativo, non potete perdervi Fortnite OG. Il 3 novembre 2023 è iniziata la nuova stagione di Fortnite, intitolata "OG". Questa nuova stagione è un ritorno al Capitolo 1 di Fortnite, con una mappa, armi e oggetti ispirati alle prime stagioni del gioco. Nuova mappa La nuova mappa di Fortnite è una versione aggiornata della mappa del Capitolo 1. La mappa include le località iconiche del Capitolo 1, come Tilted Towers, Pleasant Park e Loot Lake. Nuove armi e oggetti La nuova stagione di Fortnite introduce anche una serie di nuove armi e oggetti ispirati al Capitolo 1. Tra le novità più importanti ci sono: - Il fucile a pompa a doppia canna, un'arma potente che può sparare due colpi contemporaneamente. - La pistola a silenziatore, un'arma silenziosa che è perfetta per gli attacchi furtivi. - La granata a fumo, una granata che crea una cortina di fumo per nascondersi o confondere i nemici. Nuovo battle pass Il nuovo battle pass di Fortnite include una serie di nuove skin, emote, e altri oggetti cosmetici ispirati al Capitolo 1. Tra le novità più importanti ci sono: - La skin OG Jonesy, una versione aggiornata della skin Jonesy. - La skin OG Renegade Raider, una versione aggiornata della skin Renegade Raider. - La skin OG Rust Lord, una versione aggiornata della skin Rust Lord. Conclusione La nuova stagione di Fortnite è un ritorno al passato che sicuramente farà felici i fan del gioco. La mappa, le armi e gli oggetti ispirati al Capitolo 1 sono un modo per celebrare le origini di Fortnite e riportare i giocatori ai loro primi giorni di gioco. Contenuto aggiuntivo L'aggiornamento OG di Fortnite ha introdotto una serie di nuove armi e oggetti nel gioco, alcuni dei quali erano presenti nel Capitolo 1, mentre altri sono completamente nuovi. Armi Tra le armi introdotte nell'aggiornamento OG troviamo: - Pistola a focile: una pistola automatica a corto raggio, efficace per gli scontri ravvicinati. - Mitragliatrice: una mitragliatrice a fuoco rapido, efficace per i combattimenti a medio raggio. - Fucile di precisione pesante: un fucile di precisione a lungo raggio, efficace per colpire bersagli distanti. - Lanciagranate di prossimità: un lanciagranate che spara granate che esplodono al contatto. - Attacco aereo: un drone che spara missili aerei. - Fenditura rottami: una fenditura che genera rottami che possono essere utilizzati per costruire strutture. - Jetpack: un jetpack che permette di volare per brevi periodi di tempo. - Oggetto Inversione Tempesta: un oggetto che inverte la direzione della tempesta. Oggetti Tra gli oggetti introdotti nell'aggiornamento OG troviamo: - Chug Splash: una pozione che ripristina la salute e lo scudo. - Torrette: una torretta automatica che può essere utilizzata per difendersi dagli attacchi nemici. - Trappola a dardo velenoso: una trappola che spara dardi velenosi ai nemici che vi passano sopra. - Rischieramento dei deltaplani: i deltaplani possono essere utilizzati per atterrare dalle nuvole. - Tesoro sepolto: dei forzieri che possono essere trovati nascosti nella mappa. Analisi Le nuove armi e oggetti hanno apportato una serie di cambiamenti al gameplay di Fortnite. Le armi classiche, come la pistola a focile e la mitragliatrice, hanno fornito ai giocatori nuove opzioni per affrontare i nemici. Le armi nuove, come il fucile di precisione pesante e il lanciagranate di prossimità, hanno aggiunto un nuovo livello di strategia e complessità al gioco. Gli oggetti hanno anche avuto un impatto significativo sul gameplay. I Chug Splash hanno reso più facile ripristinare la salute e lo scudo, mentre le torrette hanno fornito ai giocatori una nuova forma di difesa. Le trappole a dardo velenoso e il tesoro sepolto hanno aggiunto un elemento di sorpresa al gioco. In generale, le nuove armi e oggetti hanno fornito ai giocatori nuovi modi per divertirsi e competere in Fortnite. Hanno aggiunto varietà e profondità al gioco, rendendolo più coinvolgente e stimolante. Alcuni commenti specifici sulle nuove armi e oggetti: - La pistola a focile è un'arma potente a corto raggio, ma è meno precisa di altre pistole. È un'ottima scelta per gli scontri ravvicinati, ma può essere difficile da usare a distanza. - La mitragliatrice è un'arma versatile che può essere utilizzata a qualsiasi distanza. È efficace per il fuoco di copertura e per gli scontri ravvicinati. - Il fucile di precisione pesante è un'arma potente a lungo raggio, ma è lento da ricaricare. È un'ottima scelta per colpire bersagli distanti, ma non è adatto per gli scontri ravvicinati. - Il lanciagranate di prossimità è un'arma potente che può essere utilizzata per infliggere danni a un'area. È efficace per respingere gli attacchi nemici, ma può essere pericoloso da usare in spazi ristretti. - L'attacco aereo è un'arma potente che può essere utilizzata per colpire bersagli distanti. È efficace per eliminare i nemici nascosti, ma può essere difficile da controllare. - La fenditura rottami è un'arma creativa che può essere utilizzata per creare strutture. È efficace per creare coperture e per bloccare i percorsi nemici. - Il jetpack è un'arma di movimento che permette di volare. È efficace per raggiungere posizioni elevate e per sfuggire agli attacchi nemici. - L'oggetto Inversione Tempesta è un'arma strategica che può essere utilizzata per cambiare il corso della partita. È efficace per rallentare l'avanzata della tempesta o per proteggere una posizione strategica. Capitolo OG, stagione OG di Fortnite: LE ORIGINI Fortnite è un videogioco online di genere battle royale, sviluppato da Epic Games e pubblicato nel 2017. Il gioco ha avuto un enorme successo, grazie alla sua modalità gratuita, alla sua grafica colorata e ai suoi numerosi contenuti aggiuntivi. Uno dei momenti più memorabili della storia di Fortnite è stato il capitolo OG, ovvero il primo capitolo del gioco, che si è svolto dal 2017 al 2019. In questo capitolo, i giocatori hanno potuto esplorare una mappa composta da diverse zone, come il Parco Pacifico, il Bosco Blaterante e il Lago Languido. Ogni zona aveva le sue caratteristiche, i suoi punti di interesse e i suoi segreti. Il capitolo OG si è suddiviso in dieci stagioni, ognuna con le sue novità, le sue sfide e i suoi eventi. La stagione OG di Fortnite è stata la prima stagione del gioco, che è durata dal 25 luglio al 26 settembre 2017. In questa stagione, i giocatori hanno potuto scoprire per la prima volta il mondo di Fortnite, le sue meccaniche e i suoi personaggi. La stagione OG di Fortnite è stata anche la più semplice e la più pura del gioco, in quanto non aveva ancora introdotto elementi come le armi leggendarie, i veicoli, i supereroi o i crossover con altre opere. In questa stagione, i giocatori dovevano solo preoccuparsi di sopravvivere agli altri avversari e alla tempesta, usando le armi e le risorse che trovavano nella mappa. La stagione OG di Fortnite ha rappresentato l'inizio di un fenomeno globale, che ha coinvolto milioni di persone di tutte le età e di tutti i gusti. Molti giocatori nostalgici ricordano con affetto questa stagione, che ha segnato la loro infanzia o la loro adolescenza. Altri giocatori preferiscono le stagioni successive, che hanno portato più varietà e innovazione al gioco. Read the full article
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genmablogsp · 6 months
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#96 - Recensioni casuali di videogiochi dal 1971 ad oggi. Volume I
Neverwinter Nights
Sistema: PC//Produttore: Infogrames//Sviluppatore: BioWare//Versione: Europea//Uscita: 3 luglio 2002
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          Il multiplay cooperativo non è solo divertente, è uno degli aspetti più importanti del videogioco. Tenendo conto di ciò, è strano pensare che ci sia voluto così tanto tempo prima che un gioco per PC implementasse una modalità di questo tipo. Neverwinter Nights è un gioco basato sul sistema “Dungeons & Dragons” e come tale presenta tutte le sue caratteristiche - multigiocatore, progettazione e dungeon mastering - combinate con un’avvincente esperienza single player.
          Cavalcando l’onda della serie Baldur's Gate, BioWare ha prodotto un gioco incredibilmente solido che non solo fa fiorire con orgoglio la sua eredità “D&D”, ma guarda anche al futuro con possibilità quasi illimitate per i creatori di moduli amatoriali. L’Aurora Toolset, incluso in tutto il suo splendore, offre gli strumenti e le risorse che BioWare ha utilizzato per realizzare la campagna ufficiale: essa costituisce gran parte dell’attrattiva ed è all’altezza dei consueti standard elevati della software house canadese. Iniziando con un personaggio alle prime armi, si viene guidati dolcemente attraverso l’eccellente interfaccia e i controlli di gioco, mentre le regole vengono esposte senza troppe difficoltà. La trama parte lentamente ma in breve tempo inizia a intrecciarsi in modo impressionante.
          L’esperienza single player di Neverwinter Nights presenta però alcune fratture, tra cui la dipendenza dalle missioni e dagli elementi di base dei giochi di ruolo. Senza la possibilità di creare un party, è necessario affidarsi ai servizi di uno personaggio alla volta: questi sono inclini a un comportamento irregolare che sarà ancora più frustrante per chi è abituato a sottoposti obbedienti. Anche la ricerca del percorso non funziona in modo impeccabile, con le più piccole ostruzioni che mettono in crisi gli avventurieri. La perseveranza viene però premiata con ambientazioni suggestive, un piacevole sviluppo dei personaggi e un minimo di negoziazione delle regole.
          Se Neverwinter Nights consistesse solo nella sostanziosa campagna single player sarebbe un po’ deludente; rigiocare la storia con gli amici, anche dopo averla completata da soli, però, è più divertente di quanto possa sembrare: Neverwwinter Nights in multiplayer LAN è finora la migliore esperienza di gioco su PC dell’anno.
          Sfruttando le capacità multiplayer, il titolo BioWare è un fiore all’occhiello per PC e anche se alcuni problemi di design ne smorzano l’entusiasmo, è un degno successore della serie Baldur’s Gate e un gioco che tutti dovrebbero tenere in considerazione. VSP
          Voto: Nove su dieci
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Una nuova alba I giocatori che vogliono incontrare dei draghi possono crearli da soli. L’Aurora Toolset permette infatti di creare qualsiasi cosa, da un dungeon malandato ad ambiziosi progetti che ricreano le campagne di D&D. Il tempo trascorso a studiare l’editor sarà ricompensato dal sorprendente livello di dettaglio che è possibile ottenere: anche le missioni complesse possono essere progettate con facilità grazie a un’interfaccia semplice.
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Quanto sopra riportato è un adattamento in lingua italiana - e non completo - dell’articolo originale in lingua inglese (tutti i riferimenti all’articolo originale sono qui sotto). L’articolo è stato editato, trascritto e pubblicato senza alcun fine di lucro.
Autore: Sconosciuto//Da: Edge Magazine (UK)//Data: Agosto 2002//Immagini: MobyGames//Adattamento: @GenmaSensei//Riferimento: Edge Magazine (UK) n. 113, Agosto 2002
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La dinamica del gioco single player dà la sensazione del “soli contro tutti”. Raggiungere i livelli più alti sbloccando le relative abilità è quindi estremamente soddisfacente
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L'interfaccia può sembrare confusionaria ma con la tipica efficienza dei PC si hanno a disposizione tante scorciatoie da tastiera. Gli slot sono anche completamente personalizzabili
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trying2understandw · 6 months
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È questa la verità? In politica, beh, dipende.
That's The Truth? In politics, well, it depends.
AURELIEN
4 OTT 2023
Sono state dette così tante sciocchezze sull'uso dell'informazione e dei "fatti" nelle argomentazioni politiche, che ho pensato potesse essere utile fare un modesto tentativo di chiarire alcune cose, in modo da ridurre la confusione e spiegare come funzionano effettivamente le cose. Mi occuperò di due questioni: in primo luogo, come possiamo pensare alla "verità" in politica e, in secondo luogo, come i governi gestiscono le informazioni e le questioni legali e politiche che le circondano. Cercherò di essere il più concreto possibile, senza entrare in polemiche.
La prima cosa da ricordare è che stiamo parlando di politica e non di filosofia. I concetti di "verità" e il relativo vocabolario di "insabbiamento", "menzogna", "disinformazione" e quant'altro, sono armi politiche, non termini tecnici, e non hanno un significato fisso al di fuori della persona che li usa, del contesto in cui sono usati e degli scopi politici che perseguono. Dobbiamo quindi distinguere sempre tra il contenuto di un'informazione (ciò che dice) e l'uso che ne viene fatto (ciò che fa).
Alcuni trovano inquietante questo tipo di approccio, ma, come ho sostenuto in precedenza, non ce n'è bisogno. In teoria, forse, la verità assoluta e la conoscenza completamente affidabile sono disponibili, su un altro piano di esistenza. Ma nella vita reale, i concetti di verità (e ce ne sono molti) sono approssimativi e incompleti, e la maggior parte di noi se la cava abbastanza bene con questa comprensione. Sappiamo che la verità giuridica, per esempio, è ciò che i giudici decidono in base a un elaborato gioco tecnico con regole complesse, e può essere ribaltata in pochi minuti se emergono nuove prove. Sappiamo che la verità scientifica è provvisoria e soggetta a perfezionamento e, se si crede a Popper, anche a falsificazione. (Le verità scientifiche di un secolo fa sono state modificate o addirittura abbandonate oggi). E sappiamo che la verità religiosa si basa sulla rivelazione e sull'autorità divina e non può essere confutata. Quindi, a meno che non siamo attratti dall'Idealismo come filosofia personale e guida pratica alla vita, dobbiamo accettare che, in realtà, la Verità Assoluta su qualsiasi cosa importante non potrà mai essere conosciuta e dovremmo smettere di preoccuparcene. In particolare, non dobbiamo confondere il fatto banale che tutte le verità sono parziali e incomplete con l'idea che si possa avere qualsiasi verità e che tutte siano ugualmente valide - una posizione che nessun pensatore serio ha mai preso, per quanto ne so.
Gran parte della nostra esperienza personale lo conferma. Giornalisti seri e rispettabili (nella misura in cui esistono ancora) possono produrre versioni molto diverse della stessa storia di base, semplicemente enfatizzandone elementi diversi. Qualsiasi episodio storico sufficientemente complesso può essere legittimamente presentato in diversi modi da studiosi affidabili: ecco perché esistono le controversie storiche. Se avete mai scritto anche solo un breve articolo di storia, per non parlare di un libro, sarete scomodamente consapevoli del fatto che la semplice selezione del materiale può modificare in modo sostanziale l'impostazione della vostra argomentazione. Lo stesso vale per le biografie di qualsiasi persona ragionevolmente interessante. Sarebbe bizzarro se chiedessimo "la verità", ad esempio, sulla battaglia di Kursk del 1943, attualmente di moda, o se ci lamentassimo che l'ultima biografia di Winston Churchill non è "la verità". D'altra parte, è legittimo lamentarsi se alcuni dei presunti "fatti" non sono in pratica veri, o non sono comprovati, o sostenere che la selezione complessiva dei fatti, anche se singolarmente veri, fornisce comunque una prospettiva sbilanciata o addirittura falsa. Tornerò su questa distinzione tra poco.
Le cose sono diverse nel discorso politico, che in effetti sta diventando sempre più chiuso e sempre più lontano dai discorsi della vita quotidiana e dai discorsi specialistici di cui ho dato esempi sopra. Il discorso politico della verità è un discorso di assoluti, ma assoluti che non hanno alcun contenuto empirico. Cosa intendo con questa affermazione un po' gnomica? In parole povere, nella sfera politica più ampia (che comprende i media, i vari opinionisti e i presunti esperti) la Verità è un'etichetta che attribuiamo a presunti fatti politicamente utili per noi, o che chiediamo agli altri di attribuire alle affermazioni che possiamo fare. Naturalmente, le nostre affermazioni possono avere una base fattuale e i nostri presunti fatti possono rivelarsi veri, ma non è questo il punto. Ne consegue che, a fini politici pratici, ciò che è ritenuto "vero" è ciò che è conveniente per noi, e ciò che è "falso" è ciò che è scomodo per noi. È possibile, naturalmente, che dopo un po' di tempo ci si accorga che queste etichette devono essere cambiate, perché cambia la nostra necessità che le cose siano vere o false. Ma resta il fatto che in nessuna fase della politica c'è una ricerca deliberata e disinteressata della Verità.
Naturalmente, in realtà nessun discorso come questo può mai essere completamente chiuso e autosufficiente. Gli eventi possono intervenire brutalmente, come stanno facendo per esempio sull'Ucraina, e costringere a qualche modifica. Inoltre, i governi non sono stupidi (beh, per lo più non sono stupidi) e non danno ostaggi alla fortuna se possono evitarlo. Quindi, se a un governo viene chiesto, ad esempio, se riconoscerà il regime talebano in Afghanistan, non dirà "mai, mai". Risponderà "non abbiamo intenzione di farlo", il che è una rappresentazione corretta della situazione, ma lascia anche un certo margine di manovra, se in futuro la situazione dovesse cambiare in modo irriconoscibile. È per questo che bisogna sempre leggere con molta attenzione le parole delle dichiarazioni dei governi, ed è anche per questo che i governi occidentali si trovano ora in un tale pasticcio riguardo all'Ucraina, dove hanno fatto dichiarazioni estreme e incondizionate di cui ora potrebbero pentirsi. In generale, però, i governi cercano di esprimersi in modo tale da poter far fronte a qualsiasi cambiamento previsto, e in seguito insistono sul fatto che qualunque sia l'esito o la decisione finale, essa è coerente con quanto affermato in precedenza (naturalmente, le forze dell'opposizione denunceranno ritualmente la mancanza di chiarezza, adducendo equivoci e così via, ma questo fa parte del gioco).
È anche banalmente vero che ci sono molti esempi in politica in cui una data situazione può supportare tutta una serie di interpretazioni e persino di "verità" diverse, tutte in contrasto tra loro. Le statistiche sono un caso classico. Sebbene non possano essere usate letteralmente per "dimostrare qualcosa", possono essere usate, e spesso lo sono, per sostenere argomenti completamente opposti. Supponiamo che un governo venga criticato perché i dati sulla criminalità sono in aumento. Il crimine è aumentato del 5% nell'ultimo anno, dicono i titoli dei giornali. Sì, dice il governo, ma la maggior parte è dovuta a nuove leggi e ricategorizzazioni, e a campagne che chiedono alla gente di denunciare i crimini. I crimini violenti, infatti, sono in calo e la maggior parte dell'aumento riguarda reati come il taccheggio e le infrazioni al codice della strada. No, dice l'opposizione. Gli omicidi e le rapine a mano armata sono entrambi aumentati. Sì, dice il governo, ma entrambe le cifre sono aumentate di poco e rappresentano una parte molto piccola del crimine complessivo. In ogni caso, ci sono meno omicidi oggi rispetto all'ultima volta che l'opposizione era al potere. E così via. Prese singolarmente, ognuna di queste affermazioni può essere vera, e da molto tempo ormai parte del discorso politico consiste nel selezionare e mettere insieme cose singolarmente vere, per trasmettere il messaggio che si vuole trasmettere.
I governi naturalmente vogliono dare la migliore interpretazione possibile agli eventi, proprio come facciamo noi nella nostra vita privata, e non c'è nulla di scandaloso in questo, così come non c'è nulla di scandaloso in chi si oppone ai governi che danno la propria interpretazione agli stessi fatti. Tuttavia, è difficile evitare di notare il tono molto più aspro delle critiche rivolte al governo negli ultimi decenni. Si tratta, più che altro, di una caratteristica della competizione sui social media. Il "non credo che i dati supportino l'interpretazione che ne dà il governo" di cinquant'anni fa è diventato oggi "il governo sta mentendo e i responsabili dovrebbero dimettersi o essere perseguiti", semplicemente perché è sempre la voce più forte che si fa sentire. Inoltre, però, questo crescente stridore è anche legato a certi tipi di convinzioni politiche, a certi tipi di orientamenti psicologici e spesso a una presunzione di superiorità morale personale. Nella mia esperienza, gli individui si sentono spesso moralmente superiori ai governi e si ritengono autorizzati a far loro la morale e, nel gergo di questo curioso discorso, a "chiederne conto". Così, si può leggere che il governo "si è rifiutato di tagliare gli aiuti allo sviluppo al Paese X nonostante le critiche mosse dai gruppi per i diritti umani". Si potrebbe scrivere un breve saggio sui presupposti nascosti dietro tali affermazioni, ma in questo caso è sufficiente dire che i governi competenti in genere cercano di scoprire la verità di tali accuse, per quanto sia possibile stabilirla, e agiscono di conseguenza. Non si lasciano certo prendere in giro da un gruppo non eletto di avvocati per i diritti umani. Naturalmente, il rifiuto di agire in base a tali accuse (che gli accusatori avranno naturalmente previsto) porterà a sua volta ad accuse di "insabbiamento" e di "menzogna" che potranno essere portate avanti con profitto con l'aiuto di giornalisti simpatici per un bel po' di tempo. (Sarà interessante vedere se l'esperienza della copertura mediatica dell'Ucraina finirà per influenzare l'istintiva credulità dell'occidentale medio nel credere alle accuse di atrocità).
Oltre a individui e gruppi il cui modello di business dipende dal presupposto che i governi nascondano sempre qualcosa, ce ne sono altri le cui convinzioni sono così saldamente radicate che semplicemente non riescono ad accettare che il governo abbia ragione su qualche questione e loro torto. Un esempio estremo, ma in realtà piuttosto istruttivo, è che quando il governo britannico introdusse la legislazione sull'Open Government un paio di decenni fa, il maggior numero di richieste di accesso ai documenti proveniva da attivisti convinti che il governo stesse nascondendo dettagli sui contatti con razze aliene e oggetti volanti non identificati. Se ci si pensa un attimo, ci si rende conto di quanto la vita sarebbe enormemente giustificata ed eccitante se queste affermazioni fossero vere, e quanto sarebbe deprimente se non lo fossero. Così, naturalmente, quando i documenti resi noti si sono rivelati banali e scontati e non contenevano alcun segreto, l'unica reazione possibile è stata quella di sostenere che il governo stava ancora "nascondendo qualcosa" o che aveva distrutto i file incriminati, anche se, senza dubbio, continuava i suoi incontri trimestrali di collegamento con i rappresentanti alieni in un sito segreto sotterraneo nelle Highlands scozzesi o chissà dove.
Questo tipo di desiderio di realizzazione ("da qualche parte ci devono essere documenti segreti che dimostrano che ho ragione") si sovrappone a un cinismo superficiale che probabilmente ha le sue origini nei ricordi popolari delle esperienze del Vietnam e del Watergate negli Stati Uniti mezzo secolo fa, ma che ora è stato generalizzato a gran parte del mondo occidentale. È stato riassunto nella tanto citata osservazione del giornalista IF Stone secondo cui "tutti i governi mentono". Naturalmente Stone non poteva intenderlo letteralmente, poiché l'unico governo di cui aveva esperienza era quello degli Stati Uniti, e dal contesto sembra che non stesse suggerendo che anche il governo americano mentisse in continuazione. Ma da allora molte persone hanno creduto che fosse divertente, o intelligente, o audace dire queste cose, anche se in realtà significavano solo "non sono d'accordo con quello che dicono". E naturalmente, una volta acquisita una convinzione irrazionale di questo tipo, essa persiste di fatto per sempre.
Sembra probabile che questo tipo di convinzione nasca in ultima analisi dal ricordo che i nostri genitori ci hanno tenuto nascosto quando eravamo bambini e che c'erano cose di cui preferivano non parlare (Freud l'avrebbe senza dubbio messo in relazione con la Scena Primaria). Con l'avanzare dell'età, questi conflitti irrisolti con i nostri genitori vengono proiettati sugli altri e convertiti nell'idea che i sostituti dei genitori, comprese le figure di autorità e in ultima analisi il governo, ci nascondano a loro volta delle cose. Poiché i nostri genitori ci nascondevano davvero le cose, ovviamente questa convinzione è molto difficile da modificare.
In questo contesto, analizziamo ciò che accade in realtà con l'informazione e la politica, per quanto possa essere esposto in modo coerente. Il governo è in parte una questione di comunicazione da molto tempo ormai e negli ultimi decenni si potrebbe essere perdonati per aver pensato che non si trattasse d'altro. Quindi questo tipo di questioni di presentazione e interpretazione si sono spostate dalla relativa periferia al centro. Se fino a trent'anni fa, forse, le comunicazioni erano solo una parte della strategia di governo, ora sono arrivate a dominarla. In effetti, di questi tempi è saggio controllare con attenzione gli annunci governativi, perché a volte non hanno alcun contenuto oggettivo, ma sono solo un re-packaging o un re-messaging di politiche esistenti.
In queste circostanze, quindi, l'informazione (una parola migliore di "fatti") è più che mai un'arma nella lotta per il potere e l'influenza politica. Potrebbe valere la pena di esaminare come l'informazione viene utilizzata nella pratica, a partire dai governi.
Presumibilmente, tutti accettano che qualsiasi governo eletto abbia il diritto di governare e di esporre, spiegare e difendere le proprie politiche. Ora lo dico io, ma a pensarci bene qualcuno potrebbe considerare tale affermazione controversa, o quantomeno discutibile. L'assalto in piena regola all'idea stessa di governo da parte delle forze neoliberiste negli ultimi quarant'anni è stato purtroppo coadiuvato dalla moda della sfiducia e del cinismo vagamente anarchico nei confronti del governo, sia da sinistra che da destra, e da un'opinione diffusa, anche se raramente pienamente articolata, secondo cui il governo, per sua stessa natura, è sempre corrotto, pericoloso e dice bugie. Trattandosi di politica, questi rifiuti cinici e perentori si alternano a richieste pressanti affinché il governo faccia davvero qualcosa, che si tratti di combattere la Covida o di combattere le guerre, e a lamenti per il fatto che non sembra in grado di farlo.
Ma fondamentalmente, se un governo non ha il diritto di governare, anche usando l'informazione per fare e difendere le proprie ragioni, allora nessun sistema politico può durare, e in realtà, per quanto terribili possano essere i governi attuali, e per quanto disillusi possiamo essere nei confronti dei politici attuali, pochi di noi possono pensare a un'alternativa che sia praticamente realizzabile. E uno degli aspetti dell'essere al governo è che si ha accesso e controllo di grandi quantità di informazioni, mentre quando si è fuori dal governo si perde questo controllo. (Questo, tra l'altro, è il motivo per cui i partiti politici all'opposizione predicano sempre l'open government, per poi rendersi improvvisamente conto delle sue inaspettate carenze una volta al potere).
Il modo più semplice per affrontare la questione, forse, è il comune fraintendimento (o almeno l'eccessiva semplificazione) secondo cui i governi hanno qualcosa chiamato "segreti" che ci "nascondono" e che eroici giornalisti o blogger devono "scoprire" affinché il Bene trionfi. Nella realtà non è così, ovviamente. Vediamo quindi di spiegare in modo molto semplice qual è la situazione reale.
Il governo, come molte organizzazioni, ha informazioni che vuole tenere per sé. Ci sono ragioni molto pratiche che lo giustificano: se chiunque potesse vedere i documenti politici che si stanno sviluppando, per esempio, o le discussioni su come rispondere a una potenza straniera, allora qualsiasi tipo di governo sarebbe impossibile. Ma ci sono anche ragioni di principio: pochi di noi vorrebbero che le proprie cartelle cliniche o i dettagli dei propri affari fiscali fossero disponibili a chiunque. (Ironia della sorte, i governi vengono regolarmente criticati aspramente per aver lasciato trapelare tali informazioni: è un mondo strano). Infine, un governo eletto beneficia di leggi che riguardano la protezione delle informazioni governative, mentre chi non è al governo non ne beneficia.
Una volta abbandonato il modello giovanile dei governi che "ci nascondono i segreti", la protezione effettiva dei documenti governativi segue regole abbastanza semplici. Una quantità sorprendente di informazioni contenute negli archivi governativi (o nei computer governativi) non è realmente sensibile. Possono essere protette nella misura in cui si riferiscono a decisioni che devono ancora essere prese, a discussioni all'interno del governo o semplicemente ai dati personali dei membri del pubblico. Al di là di questo, la maggior parte dei governi ha schemi di classificazione formali, in parte per garantire che non si sprechino tempo e sforzi. Questo è importante da capire, perché termini come "confidenziale", "segreto" e così via sono frequentemente gettati in giro da media e commentatori che non hanno idea di cosa stiano parlando. Partiamo dall'inizio.
Esiste generalmente un livello di classificazione delle informazioni che è auspicabile mantenere discrete. Può essere chiamato Ufficiale, o Distribuzione Limitata, o qualcosa di simile. Successivamente, la maggior parte degli Stati ha una classificazione nota come Confidenziale, che è un gradino più in alto e generalmente indica informazioni di una certa sensibilità. Al di sopra di questa classificazione c'è quella di Secret, che in genere si riferisce a informazioni altamente sensibili e che nella maggior parte dei Paesi rappresenta il livello più alto di accesso consentito alle persone che non sono state sottoposte a speciali procedure di sicurezza. Inoltre, il materiale di livello Secret può essere compartimentato se si riferisce a qualcosa di dettagliato e particolarmente sensibile: tutte le potenze nucleari, ad esempio, sembrano avere un termine speciale, o più termini speciali, che limitano l'accesso a tale materiale a coloro che devono vederlo nell'ambito del loro lavoro. Infine, la categoria Top Secret o equivalente è riservata a una piccola parte di informazioni particolarmente sensibili e spesso è accompagnata da altri contrassegni che ne limitano ulteriormente la circolazione.
Ora, per un motivo o per l'altro, potreste pensare che questo processo sia sciocco o inutile, e che non dovrebbe avvenire. Ma è così, e succede praticamente in tutti i Paesi del mondo. Le informazioni sono quindi protette da classificazioni di sicurezza a diversi livelli, a seconda del contenuto, e questa è la prima cosa da capire.
La seconda cosa da capire è che ogni Paese ha leggi contro la divulgazione non autorizzata di documenti e informazioni. Lo ripeto: divulgazione non autorizzata di documenti e informazioni. Dato che questa parola ha creato molta confusione, permettetemi di parlarne un po', notando tra l'altro che il rilascio autorizzato non è la stessa cosa della declassificazione. Le classificazioni di sicurezza sono date dall'autore del documento, e l'organizzazione di questa persona, o la leadership politica, possono decidere che il documento può essere condiviso con persone esterne. Spesso si tratta di governi amici: Il Paese A potrebbe trasmettere i punti chiave della visita del Presidente del Paese B all'Ambasciata del Paese C, perché hanno un interesse comune. Lo stesso vale per le persone di fiducia del settore privato o bancario, dove possono essere coinvolte questioni finanziarie delicate. Un problema molto più grande è quello che riguarda i media.
Se si concede ai governi il semplice diritto di presentare e difendere le proprie politiche, è ovvio che essi dispongono di una grande quantità di informazioni che non possono essere rese pubbliche nei documenti e che magari contengono elementi che sarebbe difficile rendere di dominio pubblico, ma che sono comunque utili. Ciò che accade non è che il governo invii copie di documenti sensibili ai media, ma piuttosto che membri fidati dei media siano invitati a briefing "off-the-record", che nella maggior parte dei Paesi seguono regole di base. Non viene consegnato nulla, i giornalisti sono liberi di prendere appunti ma non devono attribuire nulla a singoli individui e devono rappresentare in modo corretto ciò che viene detto loro, attribuendo le dichiarazioni a "fonti governative" o qualcosa di simile. I giornalisti che non rispettano questa parte dell'accordo potrebbero non essere invitati a tornare. I giornalisti che useranno il materiale contro il governo non sono ovviamente invitati. Naturalmente si può obiettare a questo sistema, ma è utilizzato ovunque nelle democrazie rappresentative.
La pratica varia nei diversi Paesi, ma è anche possibile che a un singolo giornalista venga consegnato del materiale veramente sensibile in un contesto meno formale, ad esempio durante il pranzo, se c'è qualcosa di importante che il governo vuole rendere di dominio pubblico. In sistemi indisciplinati come quello statunitense, questo accade spesso quando diverse parti del governo vogliono informare l'una contro l'altra, cosa che la maggior parte delle persone considererebbe un abuso del sistema. Ma il sistema statunitense è diverso dalla norma in questo senso, come in tutti gli altri, e la sua natura altamente politicizzata fa sì che gli individui in posizioni di vertice non si facciano scrupolo di far trapelare informazioni per promuovere le loro agende professionali, o addirittura personali. Fortunatamente, questo non è normale nella maggior parte degli altri Paesi.
Tutte queste forme di divulgazione sono autorizzate da un governo, per aiutarlo nella lotta politica. (Ne consegue che la divulgazione non autorizzata di informazioni governative è un reato. Se pensate che "crimine" sia un giudizio di valore (e io non lo penso) potete sostituire "infrangere la legge" o un'espressione simile. Si noti che chi rilascia informazioni senza autorizzazione sta violando la legge anche se quelle informazioni aiutano effettivamente la posizione del governo.
I governi devono quindi valutare se indagare ed eventualmente perseguire. Molto spesso questo non viene fatto, a volte perché il colpevole non è evidente, a volte perché le informazioni sono solo di importanza transitoria e comunque non così sensibili. Un processo, dopo tutto, non farebbe altro che dare ancora più pubblicità al materiale trapelato. Spesso i governi si limitano ad aspettare che il polverone si spenga: in generale, i leaker, a prescindere dal motivo, sopravvalutano ampiamente l'effetto delle informazioni trapelate sul comportamento effettivo dei governi.
Ci si aspetterebbe, forse, che i leaker scoperti accettino la responsabilità morale e, se vogliamo, anche penale, di ciò che hanno fatto. Ma questo è sempre meno vero, e i leaker e coloro che li difendono sono inclini a sostenere, in vari modi, che non hanno commesso alcun crimine o che, se lo hanno fatto, è stato per uno scopo superiore che li assolve da qualsiasi responsabilità. Questo argomento ha un certo fascino seducente, perché, in fondo, tutti noi crediamo segretamente che solo le leggi che approviamo dovrebbero essere applicate, e solo nei casi che approviamo. Ma l'ovvia difficoltà è che se facciamo delle nostre opinioni morali personali il criterio per stabilire se la legge debba essere applicata o meno, ne risulterà il caos, poiché non ci sono due insiemi di valori morali uguali e anche come individui, le nostre opinioni morali sono raramente coerenti. In questi casi è sempre utile considerare come reagiremmo a questo tipo di argomentazione se fosse fatta da qualcuno con cui siamo profondamente in disaccordo. Negli ultimi decenni, nella maggior parte dei Paesi occidentali, la maggioranza della popolazione ha accettato la depenalizzazione dell'aborto e l'estensione del termine legalmente consentito. Ma questa opinione è tutt'altro che unanime e possiamo immaginare che, in un Paese in cui si sta valutando un significativo allentamento della legge, un dipendente del Ministero della Giustizia faccia trapelare i dettagli di un violento disaccordo all'interno del governo sulla strada migliore da seguire, con l'effetto di danneggiare la tesi del governo. La persona che ha fatto la soffiata, forse una fervente frequentatrice di chiese e madre di diversi figli, sosterrà che stava "salvando delle vite" e che questo giustificava il suo gesto. In realtà (e potete prendere qualsiasi esempio o controesempio che volete) una persona del genere si pone su un piano morale superiore a quello del governo, uno status che chiunque può rivendicare, ma che non c'è alcun modo oggettivo di dimostrare.
Ho detto che sarei tornato sulla questione dell'uso meno routinario e più discutibile dell'informazione a fini politici. Si tratta di un argomento su cui ci sono anche molti malintesi, ma su cui si possono fare alcune utili distinzioni. Come abbiamo visto, i media ricevono spesso informazioni non attribuibili, ma in generale scrivono storie che riconoscono che le loro fonti sono ufficiali. Una questione molto più complicata è se i giornalisti debbano scrivere storie sotto dettatura, o anche se sia legittimo creare un'agenzia o un sito Internet che sia un'operazione ufficiale del governo ma non sia riconosciuta come tale. L'unica risposta pragmatica, come spesso accade, è che, sebbene in linea di principio non sia una buona idea, alla fine "dipende".
Ho suggerito in precedenza che la vera distinzione non è qualcosa di semplice, tra "verità" e "falsità", ma più complessa, che ha a che fare con lo scopo di rilasciare o promuovere le informazioni in primo luogo. Come osservava George Orwell, tutta la propaganda è falsa, anche quando è vera, perché lo scopo della propaganda è persuadere, non informare. Orwell lavorava alla BBC in tempo di guerra, che si era fatta una buona reputazione per l'accuratezza dei servizi: censurava certe cose, ma non le inventava.
Ma già durante la Seconda guerra mondiale, l'Esecutivo per la guerra psicologica aveva iniziato a cercare di attaccare il "morale" tedesco attraverso trasmissioni di propaganda, compresa la creazione di stazioni di notizie false che trasmettevano messaggi disfattisti presumibilmente dall'interno della Germania. La tendenza è proseguita durante la Guerra Fredda e si differenzia dalla semplice propaganda in quanto i "fatti" sono inventati o fortemente distorti e la stazione stessa finge di essere qualcosa che non è.
Per quanto discutibile sia questo tipo di comportamento in generale, l'aspetto più discutibile è se abbia mai avuto un effetto misurabile. Di certo, non è possibile indicare alcun caso specifico nelle ultime generazioni in cui si possa dimostrare un effetto. Ma in realtà questo è solo un caso particolare della generale e comprovata inefficacia della propaganda nel suo complesso, ed è per questo che non dovremmo preoccuparci più di tanto, né dare facilmente per scontato che le persone possano essere "danneggiate". Per prendere un caso estremo, la propaganda di Joseph Goebbels era certamente pervasiva e inventiva e utilizzava le più moderne tecniche di ingegneria sociale, ma per tutta la reputazione di genio del male di Goebbels, ci sono poche prove che abbia avuto un effetto significativo sul popolo tedesco. La propaganda in generale sembra essere di dubbia efficacia anche se ciò che dice è effettivamente vero.
Vorrei infine affrontare il tema dell'uso e dell'abuso delle informazioni derivate dall'intelligence, poiché ha generato un'enorme quantità di controversie, generalmente provocate da persone che non hanno idea di cosa stiano parlando. Ricordiamo che l'intelligence è solo un tipo particolare di informazioni: in generale, informazioni sensibili che sono state rubate. ("sensibili" perché altrimenti non avrebbe senso fare lo sforzo di rubarle). In altre parole, il fatto che qualcosa sia etichettato come "intelligence" non dice nulla sul contenuto dell'informazione, ma solo sui mezzi con cui viene raccolta. Il fatto che il Presidente del Paese X si rechi in visita nel Paese Y per cercare di riparare le relazioni può essere annunciato apertamente, fatto deliberatamente trapelare ai giornali, comunicato solo ai Paesi amici, o tenuto talmente segreto che solo i metodi di intelligence erano in grado di scoprirlo. Ma in ogni caso, il contenuto dell'informazione è identico, ciò che differisce è la facilità con cui è stato scoperto.
L'intelligence non è intrinsecamente più (o meno) affidabile di altri tipi di informazioni raccolte in altri modi. Le fonti umane possono sbagliare, essere male informate o semplicemente mentire. Le fonti tecniche possono produrre informazioni sbagliate, non aggiornate o incomprensibili senza un contesto più ampio che a voi manca. L'intelligence deve quindi essere analizzata da esperti, valutata e commentata prima di essere diffusa. Se combinato e messo insieme ad altro materiale, il materiale di intelligence può essere utilizzato per fornire analisi generali, ma queste sono sempre provvisorie, basate sulle informazioni effettivamente disponibili. Per questo motivo, poche agenzie di intelligence pretendono di produrre tutta la verità su qualcosa. Se si esaminano le analisi di intelligence rese pubbliche, si noterà che gli autori usano frasi come "crediamo" o "valutiamo", che parlano di probabilità e possibilità, non di certezze.
Quindi l'idea popolare che le agenzie di intelligence "sappiano" le cose, è generalmente falsa, e un prodotto del wishful thinking e dei film di Hollywood. Ne consegue che gli articoli dei media che affermano che questo o quello è vero o falso dovrebbero essere trattati con sospetto, perché attribuire semplicemente alcune informazioni o alcuni giudizi a "fonti di intelligence" è di per sé privo di significato. Può riferirsi a qualsiasi cosa, da una singola informazione non corroborata su cui sono stati sollevati dubbi, fino a un'analisi dettagliata con personale altamente affidabile: non c'è modo di saperlo. Ora, ci sono casi in cui i governi hanno informazioni da fonti di intelligence che vogliono rendere di dominio pubblico, quando non possono ottenerle in altro modo. Un caso ovvio è che lo Stato Islamico non tiene conferenze stampa né diffonde indicazioni ai media su quando effettuerà il prossimo attacco in Europa, quindi qualsiasi informazione in merito, e qualsiasi giustificazione per chiedere alla popolazione di prendere precauzioni, può provenire solo da fonti di intelligence. Per ironia della sorte, ovviamente, se gli attacchi hanno luogo e i governi non hanno lanciato avvertimenti basati su materiale di intelligence, saranno criticati per non averlo fatto.
Ci sono anche una serie di motivi più ampi per cui i governi potrebbero volere che il materiale di intelligence venga reso noto: forse per influenzare i Paesi stranieri, per rafforzare la propria posizione nei confronti di uno di essi su una questione controversa. Un uso occasionale è la segnalazione: se si ha la certezza, ma non la certezza, che il proprio vicino sia dietro un attentato dinamitardo nel proprio Paese, allora una storia che attribuisce la conoscenza di questo fatto a "fonti di intelligence" è un modo per trasmettere messaggi al vicino sulla falsariga di "Lo sappiamo, non farlo più". E ci sono altre possibilità simili.
Come qualsiasi altra cosa, le informazioni di intelligence, o presunte tali, possono essere utilizzate in modo improprio, ma questo è solitamente il risultato del fallimento o della corruzione del sistema politico in questione, non delle agenzie di intelligence. Occasionalmente ci si imbatte in persone che sostengono che le agenzie di intelligence "mentono sempre" o addirittura che il loro lavoro consiste nell'ingannare il pubblico, il che sarebbe un uso quantomeno curioso di risorse costose e sensibili. Oltre alla presunzione popolare che nascondano segreti, questo atteggiamento generalizza, ancora una volta, un episodio storico specifico: l'uso improprio dell'intelligence nel periodo precedente la guerra in Iraq del 2002. L'argomentazione "ci hanno ingannato, quindi tutto ciò che dicono le agenzie di intelligence è una bugia" non solo è irrazionale, ma ignora il fatto che sono stati i governi statunitense e britannico, e non le loro agenzie di intelligence, a essere responsabili delle bugie deliberate che sono state dette, e hanno abusato delle agenzie di intelligence e della loro credibilità in modi inaccettabili in una democrazia.
Detto questo, i capi delle agenzie di intelligence sono funzionari del governo e il loro compito è quello di aiutare il governo a spiegare e difendere le sue politiche. Non ci si aspetterebbe che prendano una posizione diversa da quella del governo in una dichiarazione pubblica, a prescindere dalle loro opinioni personali: è così che funzionano i sistemi politici democratici. Ma si spera che abbiano abbastanza indipendenza da rifiutarsi di sostenere cose chiaramente non vere: nessun governo può costringere il suo personale a dire deliberatamente bugie, per esempio.
Tutto quanto sopra è vero. No, davvero.
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Coronavirus: Giochi da tavolo online per passare il tempo in quarantena
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Il coronavirus ha costretto molte persone a trascorrere più tempo a casa, in isolamento sociale. Per combattere la noia e la solitudine, i giochi da tavolo online rappresentano un'ottima soluzione. Esistono numerosi siti web e piattaforme che consentono di giocare ai giochi da tavolo preferiti direttamente dal proprio computer o dispositivo mobile. La maggior parte di questi servizi è gratuita o offre una versione gratuita con un catalogo limitato di giochi. I migliori siti per giocare ai giochi da tavolo online Ecco alcuni dei migliori siti per giocare ai giochi da tavolo online: Board Game Arena è uno dei siti più popolari per i giochi da tavolo online. Offre un vasto catalogo di giochi, tra cui titoli classici come Monopoly, Risk e Carcassonne. Tabletopia è un altro sito molto popolare, che offre una grafica 3D realistica e una vasta gamma di giochi. Yahtzee With Friends è un'app gratuita per dispositivi mobili che consente di giocare a Yahtzee con gli amici. Jackbox Party Pack è una serie di giochi da tavolo per dispositivi mobili e console che possono essere giocati con un massimo di 8 persone. Among Us è un gioco multiplayer online di deduzione sociale in cui i giocatori devono cercare di scoprire chi è l'impostore. Suggerimenti per giocare ai giochi da tavolo online Ecco alcuni suggerimenti per giocare ai giochi da tavolo online: Scegli un gioco adatto al numero di giocatori e alla durata desiderata. Assicurati che tutti i giocatori abbiano una connessione Internet stabile. Impara le regole del gioco prima di iniziare a giocare. Usa un microfono e una webcam per interagire con gli altri giocatori. I giochi da tavolo online sono un modo divertente e coinvolgente per trascorrere il tempo in quarantena. Con un po' di pianificazione, puoi divertirti con gli amici e la famiglia anche quando sei a distanza. Se volete leggere un altro articolo potete cliccare quì: Link: https://www.rete-news.it/relazioni/giochi-da-tavolo-online-per-passare-il- Read the full article
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Ascoltare
v. tr. [lat. volg. *ascŭltare per il class. auscŭltare] (io ascólto, ecc.). – 1. Udire con attenzione, stare a udire; può avere come compl. le parole, le cose che si dicono, oppure la persona che parla: a. un discorso, una predica, una lezione; a. la messa, assistervi; stammi ad a.!; tutti stavano ad ascoltarlo a bocca aperta, cioè con molto interesse, o con ammirazione, con stupore; ascoltarsi, ascoltare sé stesso, parlare compiacendosi del suono delle proprie parole. Anche assol.: preferisco a. che parlare; parla poco ma ascolta con attenzione; spesso, porgere attentamente l’orecchio a quanto altri dice, o a un rumore, un suono, e sim.: Attento si fermò com’uom ch’ascolta (Dante).
Se anche il dizionario arriva a dire che ascoltare significa udire con attenzione allora la frase fatta "tu mi senti, ma non mi ascolti!" che tipicamente si rifila al malcapitato di turno ha un fondo profondo di verità. Lo usano le madri quando sgridano i figli, le fidanzate che si sentono poco considerate dai fidanzati, lo si usa tra amici, tra colleghi... A farla breve, vogliamo sempre essere ascoltati. Smaniamo dal desiderio che sia QUALCUN ALTRO ad ascoltarci. A scuola, per parlare e farsi ascoltare dalla maestra e dai compagnetti, si alza la mano, si cerca di ritagliarsi un posto, al centro dell'attenzione di altri. Siamo animali sociali, tendiamo per natura ad aggregarci e a costruirci società. Almeno, così diceva Aristotele. E come facciamo a stare in un gruppo se non veniamo ascoltati? Non si può mica. Ecco che, impariamo tutta una serie di skills rodate per stare al centro del palco, richiamare l'attenzione e ottenere questo benedetto ascolto attento di cui abbiamo bisogno. Che non è avere qualcuno che ci stia a sentire, perchè non è mica la stessa cosa.
Ma chi ce lo insegna che, prima di ascoltare gli altri e imparare a farci ascoltare, forse sarebbe il caso anche di imparare a ascoltarci? A scuola non vengono date le regole per ascoltarsi a casa, solo per farsi ascoltare. A tavola i genitori ti sgridano quando non ascolti quello che dicono o se vuoi cenare ascoltando la TV e vedendo un film invece di parlare con loro. Ma nessuno ti spiega come ascoltarti da solo, come imparare a sentire la tua di voce, come parlare di te con te.
E finchè sei bambino, se non ti hanno fatto troppi danni o troppo pochi a seconda di quanto i genitori che ti capitano ti considerino o meno, non è un gran problema. Le principali questioni restano ancora il gioco, il divertimento, la scoperta di cose nuove e non si ha nemmeno il tempo o la maturità emotiva e mentale per farsi queste pippe la sera. Ma quando cresci, tutto cambia. Prima cambi tu, cambia tutto il resto, cambia chi ti sta intorno, il mondo gira al contrario. A quel punto, per trovare il nord nella tua bussola che gira impazzita come una trottola, non ti tocca far altro che provare a ascoltarti. E lo dico come consiglio personale che mi sto dando, io con me. Perchè forse mi conviene, ti conviene, iniziare adesso. Prima che il danno sia tanto e tale che non si riesce nemmeno più a vedere il punto di svolta, la strada per il ritorno. Ma che dico? Non è una strada per tornare indietro quella che ti serve. Hai bisogno di tracciarti una strada tua, una strada nuova a cui non hai pensato semplicemente perchè non avevi mai pensato che ti potesse interessare a te fare quella strada la'. E come avresti potuto saperlo? D'altro canto non ti sei mai ascoltato, come se ti parlasse per la prima volta uno sconosciuto. E quindi me ne sto qui, io con me, a bere un caffè a immaginarmi di essere ad un bar in centro a Parigi sull'Ile-de-la-Cite e a scambiare per la prima volta, in 25 anni, le classiche conversazioni fatte tutte di domande e risposte che si riservano solo alle persone che non conosciamo ma che siamo curiosi di ascoltare.
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