Tumgik
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Settembre - F. (tanto per cambiare)
Ma se ti dicessi che lui mi sta trascinando via tu non faresti nulla?
Lo sai che mi stai perdendo?
"tu ci tieni ancora a lui vero?"
"sembri così impegnata a scrivere al telefono, con chi parli?"
Non definirei F. una persona sorridente, proprio per questo motivo quelle volte che sono riuscita a farlo sorridere le ho impresse. Perché non mi prendi per un braccio e mi trascini via prima che io me ne vada?
Una volta dormivamo a letto insieme ed io dovevo allungarmi per attaccare la presa del pc, ti ho chiesto di tenermi e tu mi hai stretto con le mani sulla vita "ti ho pescata" hai detto ridendo.
Perché non fai una cosa simile adesso? prima che sia troppo tardi
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Messaggi scritti male da Marino
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sfiorisce · 8 months
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Luglio-Agosto
La notte d'estate nella mia casa diventa la notte di un giorno di Aprile quando, dopo mesi di vuoto, è stata abitata da due persone.
Prima sul divano e poi sul letto.
Se di notte accendi la torcia e guardi attentamente li vedi ancora lì nella stessa posizione da mesi, a parlare e a baciarsi sotto le coperte per ripararsi dal freddo e dalla paura della luce del mattino, simbolo della necessaria separazione.
Sembravano disegnati con la matita un po' di fretta però la gomma non cancella.
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sfiorisce · 11 months
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Giugno
Un anno e sette mesi fa era previsto che mi arrivasse un pugno in faccia.
Io mi sono detta, sai che c'è? Non mi importa. Gli ho voltato le spalle e sono andata per la mia strada.
Quel pugno per un po' ha provato ad inseguirmi poi ad un certo punto si è fermato e ha cominciato ad arretrare. Mi era sembrato strano, però ho pensato fosse meglio così.
Effettivamente non stava arretrando per allontanarsi da me, si stava caricando.
Un po' come quando, dopo aver incoccato la freccia, si tende l'arco.
Cosicché quando un anno e 7 mesi dopo sono stata costretta a girarmi, è arrivato.
Un pugno nello stomaco che portava con sé 1 anno e 10 mesi di relazione assieme a questo altro anno e 7 mesi in cui stava aspettando, tutto in una volta.
Ma poi si può sanguinare per una botta di così tanto tempo fa?
I miei occhi si sono annebbiati perché non ho più capito quale sia il senso di tutto quello che io abbia fatto in questo anno e 7 mesi, in quell'anno e 10 mesi e non ho capito niente di tutto quello che era successo subito prima. Mi sembra tutto un vortice violentissimo che da qualsiasi punto in cui io mi possa trovare mi prende e mi trascina sul fondo, al centro, dove in un aula studio del dipartimento di Matematica di Bologna, nel dicembre del 2019, un ragazzo con gli occhiali e un tatuaggio dei pink floyd mi dice "piacere, Bryan".
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sfiorisce · 11 months
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Ma tu ci hai pensato?
Tu ci hai pensato oggi?
Non parlo di quel giorno in cui eravamo stati costretti dalle circostanze, da soli sotto l’albero di cedro.
Parlo proprio di oggi, quando in mezzo a così tante persone con cui avremmo potuto parlare abbiamo scelto di ritagliarci un angolino solo per noi due.
Oggi in cui ci siamo raccontati tutto quello che è successo per un anno e 7 mesi, in cui mi hai spiegato in cosa sei cambiato e in cosa no, in cui ci siamo riabbracciati e abbiamo riso rendendo offuscato ciò che ci stava circondando.
Oggi ci hai pensato per caso?
Non dico seriamente, basta anche solo per un secondo.
A cosa sarebbe successo se non avessimo nascosto quel castello infestato con una fitta nebbia, talmente radicato che nel momento in cui l’ho spazzata via non c’era alcun dubbio, l’avevamo sempre saputo, era finita, e non c’era davvero nulla da fare.
Perché non ci siamo accorti prima di quello che stavamo facendo? Perché non abbiamo avuto il coraggio di sistemarlo?
Nel vederci così come siamo diventati, ci hai pensato a come potrebbe essere oggi?
Io per un attimo l’ho rivisto quel grande sogno di noi due insieme a Milano, come l’avevamo sempre immaginato. Quando mi hai chiesto se avessi intenzione di rimanere qui in futuro, ci hai ripensato?
Per me è servito a poco il muro che tu hai innalzato, ed io silenziosamente accettato, perché non appena ho dovuto prendere una decisione ho cercato te, mi bastava quell’ombra che avevi lasciato per trovare il coraggio  nella parte di me che ti è rimasta aggrappata.
Quella parte vive nel secondo in cui io oggi ci ho ripensato. 
Non importa il tempo e le persone che passano, perché quello che hai significato e fatto per me, non lo potrà fare più nessuno, perché so che è stato troppo e che non lo permetterò più.
Tu sei diventato il mio pilastro, che mi sorregge, ma che è rimasto fermo, proprio a causa mia. 
E la differenza tra te e me è che dopo che ti ho lasciato andare, tu sei andato avanti perché ti eri finalmente liberato di ciò che non ti faceva muovere, io invece, non sono rimasta ferma nello stesso punto, ma in tutto quello che ho fatto ho voluto trascinare al mio fianco il ricordo di te, per la paura di come sarebbe stato se ti avessi perso completamente e di non farcela senza neanche una traccia di te.
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sfiorisce · 11 months
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F.
È bastato un leggerissimo soffio affinché tu cadessi dal mio palmo.
Di quello che c'è nella mia testa e della mia storia non sai nulla, forse hai notato qualche volta uno sguardo un po' spento, mi hai sentita nervosa dopo qualche conversazione con i miei genitori senza capire il perché, una volta ti ho pure detto che avevo il respiro affannoso.
Non sai niente di me, però mi guardavi incuriosito, ti ho detto che scrivo ma non ti ho fatto leggere nulla.
Chissà se avevi paura a chiedere qualcosa di troppo ma io ho deciso che preferisco tenere te all'oscuro di tutto questo mio mondo difficile.
Però ho deciso il tuo ruolo, puoi indossare l'armatura e diventare uno dei miei piccoli soldatini di schiaccianoci perché da come mi tenevi tra le tue braccia ho capito che eri disposto a proteggermi a tutti i costi, pur non sapendo bene da cosa.
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sfiorisce · 11 months
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F.
"Ari ti dico io dove comprare la sciarpa"
"ci vediamo nella mia carrozza?"
"Voglio raggiungerti"
"Non ci credo che siamo rimasti a parlare fino alle 6 di mattina"
"Perché ogni volta che ti bacio mi ritrovo i tuoi capelli in bocca?"
"Ti ho portato il gelato al pistacchio"
"Non mi importa se mi devo svegliare presto, stasera ci vediamo"
"Si sta piovendo parecchio Ari, ma ti pare che sia un problema"
"Ti ho prenotato per sabato mattina"
"Tutte le volte che sto con te sto benissimo"
"Ho passato la notte a guardare la frangetta e il tuo nasino"
"..."
"Ok"
"Sisi"
"Tutto ok"
".."
"Non posso"
"Ari, siamo entrambi d'accordo che vogliamo solo essere amici. Io però ora preferisco che cerchiamo di non scriverci sempre, ok per te? Per me non era uno scherzo, mi farebbe strano quindi parlare tutti i giorni come abbiamo fatto fino ad adesso "
così probabilmente il mio cuore si è rotto, ma come facevo a dirtelo e a chiederti di tenermi vicina a te
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Silenzi
Ultimamente mi sembra che il silenzio mi stia perseguitando e più gli urlo di lasciarmi in pace più il silenzio entra nella mia testa.
I silenzi dopo le discussioni di questi ultimi mesi: "Ari è normale dopo un litigio, fai passare un po' di tempo e la cosa si sistemerà, è solo una fase"
I silenzi dopo una relazione finita :" è solo una fase"
Il silenzio dopo la telefonata di oggi:" Ari sono contento che siamo d'accordo, sicuramente ora però che abbiamo deciso questa cosa non possiamo continuare a parlare come prima, ma è solo una fase"
È solo una fase
È solo una fase
È solo una fase
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Da un mese ho una faccia diversa.
La prima volta in cui, dal parrucchiere, mi sono vista con la frangia mi è sembrato di essere un’altra persona.
Poi mi sono vista con la nuova camicia di Burberry, la maglietta di Vogue, quella gonna di jeans lunga con lo spacco che volevo da mesi, un paio di pantaloni bianchi cargo perfetti per il caldo, occhiali da sole viola, le scarpe bianche che mi ha fatto comprare Marino e lo zaino che dall’inizio dell’università avrei voluto comprare.
Primo tra tutti è stato il trench beige.
Con il cappotto d’inverno mi era già sembrato di essere irriconoscibile, ma poi che ti metti quando arriva il freddolino di Marzo e Aprile? Proprio un trench.
Da Novembre vado in palestra ma è da un mese che ho una nuova personal trainer che mi segue durante gli allenamenti. Quando lei non c’è allestisco da sola il mio angolino con una panca, un bilanciere, dischi, blocca dischi e il cuscinetto per fare gli hip thrust. 
Mi sembra così strano poi lavorare alla tesi e pensare a cosa farò dopo, il mio ruolo da studente ha una scadenza che sembra sempre più vicina e, a tratti, spaventosa.
(F.):
Anche alcune delle persone che mi circondano sono nuove, e la cosa più strana, seppure ovvia, è che fanno le stesse cose di quelle vecchie. 
Il breve tratto che dall’ascensore porta alla mia camera l’ho visto fare a persone diverse, ma tutte nello stesso modo. 
Così come i saluti sulla porta di casa in piena notte, un viso stretto tra le mie braccia affondato tra le coperte e i cuscini e un braccio sopra di me su cui contare le vene.
Dettagli che si ripetono ogni volta con una persona diversa, che strano viavai.
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Cristina Coral
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Leaving London for a week–– I always miss the city, looking forward to being back already (and who can blame me, just look at this light in the library)
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Note stonate
Mani di un pianista che dominano i tasti.
Mani insicure e inesperte che sfiorano il corpo di una donna.
Mani spaventate dalla carne che sono corse verso gli 88 tasti per suonare nell'Empireo ad una Beatrice che non è mai esistita né mai esisterà.
Mani che dall'alto maledicono il girone dei lussuriosi.
Mani di un pianista ripudianti l'Eros che ha riservato per loro solo note stonate.
Donna mortale e vittima del piacere, ho bruciato Beatrice per crollare fatalmente verso le grinfie del più profondo e infernale Lucifero.
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7 Aprile
Subito dopo aver svoltato per raggiungere il ponte di porta maggiore ho notato due figure in lontananza che hanno cominciato ad urlare
"ARRINA ARRINA ARRINA"
Andrea e Celeste mi sono corsi incontro e mi hanno abbracciata.
Ci siamo stretti tutti e 3 e abbiamo saltato insieme urlando ancora
"ARRINA ARRINA ARRINA "
Andrea poi mi ha preso per mano
"La mia sorellina è tornata "
Abbiamo riso e urlato per le strade del centro ed ho capito quanto loro mi vogliano bene.
Dio benedica i miei amici.
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Quanto è facile sentirsi felici quando la primavera invade i polmoni e il sole illumina e riscalda il cuore ❤️
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notte a Milano
Stanotte correvo dietro a Carlotta, lei urlava, ubriaca, con in mano un drink e a causa dei movimenti alcuni pezzetti di ghiaccio cadevano a terra, io dietro di lei ridevo senza alcun motivo.
“Ari non ce la faremo mai a prendere l’autobus” 
L’’immagine di noi due che corriamo e ridiamo in piena notte è uno dei ricordi che mi rimarranno per sempre della mia Milano, non mi sono mai sentita così libera e felice.
Appena entrate nel bus eravamo sul punto di cadere rovinosamente a terra quando Fra, apparso da chissà dove, ha preso lei con il braccio destro e me con il sinistro.
Più tardi, verso le 5, eravamo rimasti solo io e Fra su un gradino
“ma se io aprissi la tua testa cosa ci troverei dentro?”
“Fra è molto semplice, troveresti un 8 con al centro una fatina”
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Ore 03:00
La sostitutiva era stranamente semivuota e Viale Gran Sasso era più bello che mai, quanto è elegante Milano di notte?
Sballottolata dal bus e incantata dal viale ho detto "è bellissimo qui"
F:"ma che cazzo stai dicendo, sei ubriaca"
Effettivamente sì, ma nessuna città è mai stata più magnetica per i miei occhi.
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MARIAE NASCENTI
Il 22 Maggio saranno 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni.
Egli impiegò circa 20 anni per portare a termine I promessi sposi la cui versione iniziale fu pubblicata tra il 1825 e il 1827, il primo romanzo moderno della letteratura italiana.
Manzoni trascorse la maggior parte della sua vita a Milano e proprio qui nel 1813 acquistò una casa dove iniziò a lavorare al suo romanzo.
La sua chiesa preferita era quella di San Fedele e la chiesa di San Lorenzo non è altro che il luogo dove, ne I promessi sposi, il sacerdote benediceva i cittadini milanesi perseguitati dalla peste.
Ricordo ancora la prima volta in cui vidi il Duomo di Milano, avevo 8 anni e il pensiero immediato fu "Io voglio vivere qui".
A distanza di pochi anni vi tornai, mi sedetti ai piedi del monumento equestre dedicato a Vittorio Emanuele II e rimasi da sola ad osservare il Duomo per molto tempo.
Ogni volta che ho la possibilità di vederlo mi sembra la prima e mi sento sempre un po' come Renzo:
“Renzo, salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare da lontano quell’ottava meraviglia, di cui aveva tanto sentito parlare sin da bambino”
La prima volta quindi che lessi queste parole ebbi un'impressione fortissima, parlavano di me.
Adesso che ho realizzato il mio sogno e vivo qui ho la possibilità di vedere la gran macchina tutte le volte che voglio e ultimamente, lo ammetto, ne sto forse abusando, proprio grazie a quel potere che ha di far dimenticare tutti i guai.
Perciò quando mi capita di passarci in questi giorni cerco di non guardarlo troppo a lungo e di fingere che non mi importi granché, affinché io non corra il rischio che mi possa abituare ad esso e stufarmi di conseguenza.
Che direbbe oggi Manzoni della sua amata Milano? Direbbe che è stata trasfigurata?
È un vero peccato viaggiare per la città in metropolitana, questa forse attualmente è la peste di Milano, "l'orribile flagello" che oscura la vista a tutti i milanesi.
E che peccato mortale rinchiudersi sottoterra prima del dovuto.
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