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Vincitori 2018 - Rui Wu - .txt
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Fotografia digitale, stampa a getto d’inchiostro Digital photograph, inkjet print Opera composta da 4 fotografie The work consists of 4 photographs cm 40 x 60 ogni foto / each photo 2018
Rui Wu guarda l’iconicità del vaso Fabbri da un’angolazione peculiare; gli interessa la possibilità che l’oggetto ha di diventare qualcos’altro. Come l’autore stesso precisa, parte dai disegni blu sulla ceramica, che considera come il gesto di un pennello che traccia segni associabili alla scrittura calligrafica. Wu procede da una riproduzione fotografica ad alta definizione del vaso Fabbri, ritaglia particolari e frammenti e prospettive curvilinee del motivo decorativo; ricompone questi finti ideogrammi e li fotografa di nuovo. Questi segni potrebbero appartenere alla scrittura cinese o giapponese, oppure coreana o mongola. Wu offre una visione puramente estetica di un lavoro di calligrafia tradizionale, a prescindere dal significato. L’immagine di partenza ha una sua materialità, è il prodotto di un gesto, ed è composta mediante l’uso di pieghe, tagli, prospettiva e illuminazione. Wu introduce una temporalità antitetica a quella immediata dello scatto. La fotografia provoca uno schiacciamento dei piani, riporta l’oggetto alla bidimensionalità, spostando i suoi elementi nello spazio dell’immaginazione. La traduzione della decorazione in scrittura è un’interpretazione creativa, ma che è anche una colta interpretazione della storia. Wu risale all’invenzione della ceramica in Cina, ripercorre una storia d’incontri e contaminazioni di culture: la porcellana cinese con decori di colore blu, introdotto dal popolo mongolo, ripreso in Cina intorno al 1200. Wu interpreta in modo tutt’altro che superficiale l’iconico vaso Fabbri, individuando il fascino esotico della decorazione Art Nouveau. Il vaso è un oggetto artistico decontestualizzato e rinnovato attraverso il mezzo fotografico. Dal punto di vista estetico è una ricerca sulla storia della rappresentazione. Le quattro immagini fotografiche disposte in orizzontale prospettano una finta scrittura, di cui conserva però tutto il piacere. La selezione e ripetizione degli ideogrammi di questa scrittura immaginaria rammenta all’autore la contemporanea scrittura informatica.
Nasce nel 1991 a Shijiazhuang (Hebei). Vive e lavora tra Milano e Pechino. Mostre collettive 
2018 Premio San Fedele, Milano 2016 Combat Prize, Livorno “BraeraKlasse #2”, ex chiesa di San Carpoforo, Milano 2015 Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Pieve di Soligo Centrale Fotografia, Fano All In Festival, Roma Milano Città Mondo, Fabbrica del Vapore, Milano “BraeraKlasse”, ex Chiesa di San Carpoforo, Milano “Salon”, Università degli Studi di Milano Bicocca, Milano 2014 Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Pieve di Soligo
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Vincitori 2018 - Alessia De Montis - LAYERS-Fabbri
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Fotografia Giclée su carta baritata Giclée photograph on Baryta paper cm 86 x 123 2018
De Montis spazia dal linguaggio fotografico a quello audiovisivo e installativo. Sviluppa progetti multimediali tramite l’utilizzo di foto, video e installazioni. L’opera che presenta, LAYERS-Fabbri, è il primo di una serie che l’autrice sta portando avanti. È partita da una lunga riflessione sulla natura della fotografia digitale, rappresentazione numerica di un’immagine bidimensionale. Alessia ne interroga la massima risoluzione e compressione ed evoca, nel perfetto mondo digitale, l’imperfezione della superficie analogica, portando allo scoperto i diversi strati. Convinta che non tutto combaci perfettamente e che proprio nei diversi strati dell’immagine si annidi la vita. Nascosta nell’ombra alberga una sottile emozione. L’autrice ha voluto realizzare un’immagine distante dall’apparenza spettacolare, opta quindi per la sottile evocazione poetica dei ricordi. Sulla decorazione iconica del vaso Fabbri applica lettere di carta ritagliate. La scritta “Ricorda me da piccola” assume diversi significati: è un intervento manuale che allude al lavoro femminile ed è un’immagine metonimica. La decorazione, un’icona dal forte impatto estetico, simboleggia il prodotto. La scritta è uno spazio aperto, un messaggio nascosto, offerto allo spettatore indotto a interrogare l’emozione del proprio ricordo.
Nasce nel 1976 a Livorno. Vive e lavora a Bologna. Mostre personali  2014 “To be apple, not to be apple”, a cura di / edited by E. Abbiatici, (galleria +) oltredimore, Bologna 2012 “Odissea Contemporanea”, a cura di / edited by D. Alonso, Galeria Rita Castellote, Madrid 2011 “ConcertAzione 4”, a cura di / edited by O. Spatola, Museo internazionale e biblioteca della musica, Bologna 2010 “ConcertAzione 3”, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Milano “ConcertAzione 2”, a cura di / edited by N.D. Angerame, ex chiesa Anglicana, Alassio “ConcertAzione”, a cura di / edited by O. Spatola, Contemporary Concept, Bologna 2007 Premio Internazionale di Pittura Scultura e Arte Elettronica “Guglielmo Marconi”, Bologna 2005 “Sirene”, Teatro Container Viabizzuno, Milano “Odissea Contemporanea”, a cura di / edited by D. Del Moro, Chiostro dell’Umanitaria, Milano “La Fotografia dentro”, a cura di / edited by D. Curti e A. Locatelli, Fabbrica Eos, Milano 2004 “Corpore”, a cura di / edited by D. Del Moro e F. Gallo, Galleria Paolo Nanni, Bologna. 
Mostre collettive / Group Exhibitions 2014 “Figura Aqua. La forma dell’Acqua”, a cura di / edited by P. Diecidue, A. Locatelli e M.R. Pividori, Spazio Ex Fornace, Milano 2013 “Ab Origine”, Z2O Galleria Sara Zanin, Roma “L’Arte del tempo di mezzo”, a cura di / edited by D. Del Moro, Galleria civica d’arte contemporanea Montevergini, Siracusa “Arte in terapia”, a cura di / edited by A. D’Attanasio e N. Miele, ex chiesa di Sant’Agata, Spoleto 2012 “#piccoledonneCRESCONO”, a cura di / edited by S. Raffaghello, Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea, Alessandria “Natura Anfibia. Incontro tra Arte Magia e Scienza”, a cura di / edited by C. Composti e M. Rizzardini, mc2gallery, Milano “Thirteen light movies... di luce propria”, a cura di / edited by A. Trabucco, Nur Gallery di arsprima, Milano “EAT, emerging artists trans-mediterranean”, a cura di / edited by M. Meneguzzo e M. Corgnati, Palazzo Lombardia, Milano “Dalla parte delle donne. Tra azione e partecipazione”, a cura di / edited by F. Bianconi e C. Canali, Galleria Parmeggiani, Reggio Emilia “Cherchez la femme”, Costantini Art Gallery, Milano 2011 “Il Soggetto Sconosciuto”, a cura di / edited by E. Beluffi e M. Aion Mangani, BT’F Art Gallery, Bologna “La Casa di Ulisse”, a cura di / edited by C. Calicelli e Figure Blu, Fabbrica del Vapore, Milano “(Un)dressed - La donna e il nudo nella fotografia d’autore dal ‘900 a oggi”, Palazzo Borromeo, Milano “AAM - Arte Accessibile Milano”, a cura di / edited by C. Canali, Spazio Eventiquattro - Gruppo 24 Ore, Milano “In corpo. Dalla performance al video”, a cura di / edited by E. Beluffi, BT’F Art Gallery, Bologna 2010 “Frames Italian Style in contemporary video art”, a cura di / edited by N.D. Angerame, Silpakorn University, Bangkok “Il filo del pensiero. L’arte sotto il segno della bellezza”, a cura di / edited by D. Del Moro, Palazzo del Governo, Siracusa “Still aLive”, a cura di / edited by U. Pastorini e G. Maraniello, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano “Alla gloria Militar”, Aircraft Gallery, Bratislava “Bad Girls: good girls go to heaven, bad girls go everywhere”, a cura di / edited by V. Conti, VisionQuesT gallery, Genova 2009 “Colleziona”, Forma - Centro Internazionale di Fotografia, Milano “Box Shock - Mind Cube”, a cura di / edited by R. Facchinetti, Watt 13 Hotel, Milano “Interessi personali”, a cura di / edited by G. Marziani, Romberg Arte Contemporanea, Roma 2008 Biennale di Alessandria Videofotografia contemporanea, Alessandria 2007 “Acqua”, a cura di / edited by P. Donini e D. Del Moro, Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano “Viva 3”, a cura di / edited by M. Mojana, Arena Civica, Milano “Curve Pericolose”, a cura di / edited by M. Sciaccaluga, Casa del Pane, Milano 2006 “Oltre Lilith. Il femminino sacro”, a cura di / edited by R. Gozzini, Scuderie Aldobrandini, Frascati “Ars in fabula”, a cura di / edited by M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio, Certaldo 2005 “13X17: 1000 artisti per un’indagine eccentrica sull’arte in Italia”, a cura di / edited by P. Daverio e J. Blanchaert, chiesa di San Gallo, Venezia; Galleria Zaion - Lanificio Pria, Biella; Showroom Gruppo Franco Ziche, Milano 2004 “Dinamiche del volto”, a cura di / edited by P. Donini e D. Del Moro, Gallerie di Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano
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Vincitori 2018 - Paola Binante - Marena
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Polaroid cm 10 x 12 Stampa da negativo Polaroid Polaroid 10 x 12 cm, print from a Polaroid negative Dittico / Diptych: cm 15,2 x 10,8; cm 80 x 60 2018
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Marena è un dittico composto da una Polaroid e da una stampa da negativo Polaroid. L’opera si presta a diverse letture. Innanzitutto è una riflessione sul mezzo fotografico. La Polaroid, un procedimento di fotografia istantanea con pellicole autosviluppanti, la cui distribuzione cessa alle soglie del nuovo millennio, ha una lunga storia. La fotografia istantanea, lanciata sul mercato americano a fine anni Quaranta, è uno strumento popolare, interpretato creativamente da molti artisti. Paola s’inserisce in quest’ultimo ambito, inoltrandosi nel campo della ricerca d’avanguardia, intrapresa da artisti del calibro di Warhol e da uno sperimentatore instancabile come Nino Migliori. L’attività sperimentale di Paola Binante, che inizia nella seconda metà degli anni Novanta, interpreta la fotografia off-camera, usa la fotocamera riallacciandosi alla ricerca concettuale. In Marena trasfigura la pregnante iconicità dell’oggetto attraverso un peculiare lavoro di trascrizione. Il suo ambito poetico è lo spazio che si insinua tra la materia ed il linguaggio, tra l’oggetto e la scrittura. Troviamo una vocazione oggettuale-materica, cifra estetica del suo lavoro, nella sua interpretazione del vaso come scultura, collocandolo su un piedistallo. L’operazione concettuale è complessa: il vaso è un’icona, ma è anche un prodotto del lavoro, che ha una sua materialità, simboleggiato dalla mano femminile. Un dualismo che caratterizza la metodologia di lavoro: le diverse dimensioni e presentazione delle Polaroid; l’immagine istantanea e l’uso del banco ottico, segno della sua meditazione sul tempo fotografico. Sullo sfondo di un muro sbrecciato colloquiano l’iconicità e la materialità dell’Amarena. Nello iato tra le due Polaroid l’autrice riconsegna spessore teorico all’atto fotografico, alla sua storia, alla sua valenza di traccia capace di suscitare emozioni e sapere.
Nasce nel 1965 a Roma. Vive e lavora a Bologna. Mostre personali 
2018 “Cuore di pietra”, a cura di / edited by M. Corazzini, CSA Farm Gallery, Torino 2017 “Generazioni. Pluralità del femminile”, a cura di / edited by M. Corazzini, CSA Farm Gallery, Torino 2016 “The Sea Atlas”, Officine 500 Gallery, Torino 2014 “Generazioni. Pluralità del femminile”, a cura di / edited by S. Bonfili e E. Paloscia, Museo di Roma in Trastevere, Roma 2010 “Paralipòmeni”, Lu.C.C.A. Lucca Center of Contemporary Art , Lucca 2008 “ABC - Araki, Binante, Cosulich”, a cura di / edited by E. Paloscia, Galleria Anna D’Ascanio, Roma 2006 “Generazioni”, a cura di / edited by M. Chelucci, Massenzio Arte, Roma “Paralipòmeni”, InCamera Photo Gallery, Pietrasanta 2005 “Islam”, Libreria Odradek, Roma 2003 “Cambiamenti”, Galleria d’Arte 107, Casperia “Paola Binante”, a cura di / edited by M. Bentivoglio, Centro di documentazione della ricerca artistica contemporanea Luigi Di Sarro, Roma Mostre collettive / Group Exhibitions 2017 “Christian Boltanski. Take Me (I’m Yours)”, ex parcheggio Giuriolo, Bologna “Questioni di famiglie”, Centro Italiano della Fotografia d’Autore, Bibbiena “De rerum natura. Omaggio a Nino Migliori”, Palazzetto Eucherio Sanvitale, Parma 2016 “HERE. Arti visive”, Cavallerizza Reale, Torino 2014 “Slow Photo Project. Della lentezza in fotografia”, Galleria Santevincenzidue, Bologna 2012 “Il respiro della Sila”, Centro Studi Cappella Orsini, Roma 2011 “Dalla cella all’atelier. Per un riallestimento della collezione permanente dell’IGAV”, La Castiglia, Saluzzo “Su Nero nerO / Over Black blacK”, a cura di / edited by F. Paludetto, Castello di Rivara, Rivara “Sila dono sovrano”, a cura di / edited by F. De Chirico, S. Ferrari e A. Manta, Palazzo Arnone, Cosenza 2010 “Art Transport Station”, a cura di / edited by A. Carrer e B. Barsanti, Stazione Leopolda, Firenze “Carte da Gioco d’Artista”, Padiglione Italia Expo Shanghai, Shanghai 2009 “La stanza dei sogni”, Bloomsbury Auctions, Palazzo Colonna, Roma “Arte in forma di libri”, Abbazia Greca di San Nilo, Grottaferrata 2008 “La sindrome di Icaro. Licini e 26 artisti tra terra e cielo”, a cura di / edited by M. Vescovo, Parco Bioenergetico e Antiche Scuderie del Borgo Storico Seghetti Panichi, Castel di Lama “EXPERIMENTA”, a cura di / edited by M. Calvesi, L. Canova, M. Meneguzzo e M. Vescovo, Ministero degli Affari Esteri, Roma 2007 “Profumo di cacao. Cioccolato come arte”, a cura di / edited by M. Vescovo, Casa delle Arti e dell’Architettura, Settimo Torinese “Contemporary nature”, ISA Istituto Superiore Antincendi, Roma 2006 “Natura e Metamorfosi. La creatività italiana racconta la Natura”, a cura di / edited by M. Vescovo e A. Carrer, Creative Art Center, Beijing; Urban Planning Exhibition Center, Shanghai 2005 “13X17: 1000 artisti per un’indagine eccentrica sull’arte in Italia”, a cura di / edited by P. Daverio e J. Blanchaert, chiesa di San Gallo, Venezia; Galleria Zaion - Lanificio Pria, Biella; Showroom Gruppo Franco Ziche, Milano “L’età Nomade”, a cura di / edited by G. Dalla Chiesa, ex Mattatoio, Roma 2004 “Cantiere D.F.I.G.”, a cura di / edited by D. Facchinato, Metropolis Photogallery, Bologna “Molto rumore per nulla”, a cura di / edited by A. Impallara e M. Pompeo, Salone degli specchi, Anzio “Anteprima Torino - XIV Esposizione Quadriennale d’Arte di Roma”, Società Promotrice delle Belle Arti, Torino 2003 “Terza Biennale Libro d’Artista”, a cura di / edited by I. D’Agostino, M. de Candia, T. Pollidori e L. Rea, Biblioteca Comunale, Cassino “Segni d’Artista. Opera grafica dell’Accademia di Belle Arti di Roma”, Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte, Formello 2002 “La mia idea della campagna romana e laziale”, Castello Baronale, Fondi 2000 “Fotoalchimie. La fotografia in Italia: sperimentazioni e innesti”, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
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I vincitori del Premio Fabbri per l’Arte 2018
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Bologna, 6 dicembre 2018 – Paola Binante e Alessia De Montis, due grandi fotografe, bolognesi d’adozione, e Rui Wu, classe 1991, che vive e lavora tra la nativa Cina e l’Italia. Sono loro i tre vincitori ex-aequo della sesta edizione del Premio Fabbri per l’Arte.
I premi sono stati assegnati oggi a Palazzo Pepoli Campogrande in occasione del vernissage della mostra 13 anni e un secolo – Fotografia, che ospita le diciannove opere dell’edizione 2018 del Premio, istituito da Fabbri 1905 tredici anni fa in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’azienda.
A fare gli onori di casa, Umberto Fabbri, Presidente di Fabbri 1905, e il curatore della mostra Nino Migliori, grande maestro della fotografia internazionale.
Paola Binante ha vinto per il dittico Marena, composto da una Polaroid e da una stampa da negativo Polaroid, che accosta il vaso di Amarena Fabbri a elementi antichi e a una mano femminile: quel vaso così iconico, sembra ricordarci la fotografa, è anche un prodotto del lavoro, ha una sua materialità.
Alessia De Montis, invece, sale sul podio grazie a LAYERS-Fabbri, fotografia giclée su carta baritata che diventa poetica evocazione di ricordi d’infanzia: sulla decorazione del vaso di Amarena Fabbri, blu su fondo bianco, compare la scritta “Ricorda me da piccola” in lettere di carta ritagliate.
Infine Rui Wu si piazza fra i vincitori con .txt, opera composta da quattro fotografie su stampa digitale: Wu è partito da una riproduzione fotografica del vaso Fabbri, ha ritagliato particolari e frammenti e prospettive curvilinee del motivo decorativo; e ha ricomposto questi “finti ideogrammi” per fotografarli di nuovo. Il vaso diventa così oggetto artistico decontestualizzato e rinnovato attraverso il mezzo fotografico.
Un palmarès quanto mai significativo, che ben “fotografa” l’anima di Fabbri e lo spirito con cui l’azienda ha dato vita a questa sesta edizione del Premio. Le due donne sul podio sembrano ideale richiamo alla precedente edizione del Premio Fabbri per l’Arte, nel 2015, quando fu celebrato il centenario di Amarena Fabbri anche attraverso un riconoscimento all’importanza della figura femminile, nell’azienda come nella società. A creare la famosa “marena con frutto” fu Rachele Buriani, moglie del fondatore dell’azienda: così, per quella quinta edizione, furono invitate solo artiste donne.
La Cina, invece, è da sempre nel DNA di Fabbri, che si è insediata a Shanghai quando pochissime società italiane sceglievano di farlo e che negli anni ha sempre promosso in Oriente la cultura del made in Italy agroalimentare. Un impegno che, nel 2017 e nel 2018, è valso all’azienda la vittoria del Panda d’Oro, riconoscimento assegnato dalla Camera di Commercio Italiana in Cina. Per questo il riconoscimento assegnato dalla giuria del Premio Fabbri per l’Arte all’opera di Rui Wu è ancora più significativo per l’azienda di Bologna.
Tutte le diciannove opere resteranno esposte a Palazzo Pepoli Campogrande fino al 13 gennaio: una mostra che sorprende e fa sognare, capace di aprire diciannove finestre su un mondo in cui la golosità ha la consistenza onirica di un bel sogno.
13 anni e un secolo - Fotografia Bologna, Palazzo Pepoli Campogrande, via Castiglione 7 Fino al 13 gennaio 2019 Tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00, escluso il lunedì Ingresso libero
Gli artisti Angelo Anzalone, Linda Bertazza, Paola Binante, Massimiliano Camellini, Silvio Canini, Alessia De Montis, Vincenza De Nigris, Franco Fontana, Giovani Gastel, Piero Gemelli, Mataro da Vergato, Stefano Mazzali, Brigitte Niedermair, Joe Oppedisano, Pierpaolo Pagano, Gianni Pezzani, Stefano Scheda, Pio Tarantini, Rui Wu.  
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13 anni e un secolo - Fotografia Premio Fabbri per l’arte sesta Edizione
Bologna - Palazzo Pepoli Campogrande  7 dicembre 2018 al 17 febbraio 2019 (apertura al pubblico dalle 9.00 alle 19.00, lunedì escluso - ingresso libero)
Per la nuova edizione del Premio Fabbri, diciannove tra i maggior fotografi italiani hanno puntato i loro obiettivi sull’Amarena, il mitico, centenario prodotto dell’azienda bolognese. Un marchio, quello dell’Amarena Fabbri,  che nel campo del food è la goloseria che unisce generazioni e paesi.
 A riunire gli artisti per interpretare Amarena Fabbri è stato Nino Migliori, fotografo anch’egli di grande tradizione e artista a tutto tondo, che con Fabbri ha una lunga consuetudine: è stato, in gioventù, un collaboratore dell’azienda ed ha partecipato alla prima edizione del Premio Fabbri risultando tra i vincitori. 
“È la prima volta che il Premio Fabbri, assegnato con cadenza triennale, sceglie in modo specifico la fotografia. Scultura e pittura avevano fatto da padrone in tutte le precedenti edizioni. Una scelta – afferma Nicola Fabbri, amministratore delegato della Fabbri – che trova ragione nella sempre maggiore internazionalità del nostro marchio, oggi presente in più di 100 nazioni nei 5 continenti.  Il linguaggio della fotografia appare oggi più “universale” di quello, pur assoluto, dell’arte. Già in questa edizione vantiamo autori di provenienza o respiro internazionale per cogliere le visioni originali, diverse, sicuramente stimolanti che vogliamo far emergere dalle sensibilità di ciascun territorio”.
Per questa edizione Nino Migliori ha selezionato 19 maestri della fotografia, proponendo accanto ad interpreti di lunga fama, altri più giovani, di sicura qualità e livello.
Ecco, in rigoroso ordine alfabetico, i loro nomi: Angelo Anzalone, Linda Bertazza, Paola Binante, Massimiliano Camellini, Silvio Canini,  Alessia De Montis, Vincenza De Nigris, Franco Fontana, Giovani Gastel, Piero Gemelli, Mataro da Vergato, Stefano Mazzali, Brigitte Niedermair, Joe Oppedisano, Pierpaolo Pagano, Gianni Pezzani,  Stefano Scheda, Pio  Tarantini, Rui Wu. 
Le loro personalissime interpretazioni di Amarena saranno protagoniste di una mostra dedicata negli spazi, davvero prestigiosi, della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
 “13 anni e un secolo - Fotografia”, questo il titolo della sesta edizione del Premio Fabbri, si potrà ammirare a Palazzo Pepoli Campogrande dal 7 dicembre 2018 al 17 febbraio 2019 (apertura al pubblico dalle 9.00 alle 19.00, lunedì escluso - ingresso libero).
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Mostra del centenario di Amarena Fabbri - Premio Fabbri quinta edizione
Bologna, Palazzo Pepoli Campogrande
10 novembre – 6 gennaio 2016 in collaborazione con il Polo Museale dell’Emilia Romagna
I cent’anni di un dolce mito italiano. Celebrati a Bologna con la nuova edizione del Premio Fabbri, quest’anno tutto al femminile, e con un secolo di testimonianze tra arte, gusto e storia del costume.
Quello dell’Amarena Fabbri è un nome che accomuna le generazioni, un gusto socialmente trasversale, che sa di famiglia, di piacevoli momenti, di bella normalità. Per questo ricordare, anzi “celebrare” un secolo di Amarena non è azione commerciale ma sociale, è il vivere insieme, con gioia e buon sapore, un modello di vita che continua ad essere nel cuore di tutti. E’ qualcosa che fa bene e che fa star bene. L’invenzione di donna Rachele Fabbri merita certo una mostra. Niente di paludato e nemmeno smaccatamente pubblicitario, ma un felice momento di conferma e di certezza. La certezza che quando c’è Amarena c’è vera empatia e nulla, in tempi di solitudini tecnologiche, può essere più ambito della bella normalità di condividere serenamente un piccolo, grande piacere.
La Fabbri ha da poco celebrato i suoi primi cento anni. Ma la vera celebrazione del “secolo insieme” più che alla realtà burocratica, al compimento del secolo da atto notarile, va legata al prodotto che per il pubblico è il simbolo di Fabbri nel mondo, indiscutibilmente l’Amarena.La mostra, allestita con freschezza, con semplicità nella qualità, con un pizzico di giocosità, con un taglio da Famiglia per le famiglie, deve essere un'occasione per rivivere, attraverso Amarena, i propri ricordi personali e familiari. I Caroselli, le pubblicità, i celebri vasi: fotogrammi di una storia che appartiene a tutti. Non solo “Amarcord”. Ma anche Fabbri oggi nel mondo, da Bologna ai cinque continenti, una grande storia di successo italiano. Fatta di tradizione e capacità di guardare sempre avanti, di orgoglio e intraprendenza. Di capacità di mettere a frutto il patrimonio del passato, di cogliere il presente e anticipare il futuro.Con mente aperta. La stessa che portò Fabbri ad anticipare i tempi scegliendo Guttuso e Capogrossi come propri testimonial e che recentemente ha dato vita al Premio Fabbri per l’arte contemporanea. Quest’anno, non a caso, tutto al femminile, dalle artiste alla curatrice.
“Le artiste sono state chiamate a pensare un’opera che fosse in qualche modo – ma ognuna a suo modo – collegata alla storia della Fabbri”, afferma Lea Mattarella che del Premio è il coordinatore artistico. “Da un po’ di tempo a questa parte non si fa che parlare di arte e cibo, un connubio che certamente offre grandi suggestioni. Il Premio Fabbri per l’arte le ha scoperte ben dieci anni fa. Questa volta siamo arrivati alla quinta edizione. E insieme all’azienda, abbiamo voluto declinarla dalla parte di lei”.
E le opere selezionate per Il Premio Fabbri 2015 entrano da protagoniste nella grande mostra per i cent’anni dell’Amarena. Compongono anzi una vera e propria mostra nella mostra, per unire l’arte strettamente intesa, ad un’altra straordinaria arte: quella del bel vivere, di cui Amarena Fabbri, da cent’anni, è un piccolo, meraviglioso ingrediente.
Orario: tutti i giorni escluso il lunedì dalle 9 alle 19
Ingresso libero
Per informazioni: 335.8159218, tutti i giorni esclusi sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 14 e dalle 16 alle 19. Visite guidate gratuite su prenotazione: 335.8159218 Ufficio stampa Premio Fabbri
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo – Padova tel. 049.663499 [email protected] www.studioesseci.net
Ufficio stampa Fabbri: Lead Communication Srl - Milano Telefono: 02.860616 - [email protected] - www.leadcom.it Credits: www.studioesseci.net
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Marisa Albanese - Vincitore  Premio Fabbri Per L'Arte 2015
Premio per la scultura a Marisa Albanese per la coerenza del lavoro, Combattenti faentine, realizzato in occasione del Premio, in cui si ritrovano le tematiche consuete al suo immaginario, declinate con grazia e sapienza secondo le esigenze del tema proposto.
Combattente faentina Fusione in alluminio e pigmento 120 × 54 × 62 cm 2015
Nella stazione Quattro giornate della Metropolitana di Napoli s’incontrano le Combattenti di Marisa Albanese, sospese, immobili, assorte. Le abbiamo viste poi in diversi luoghi, come ad esempio ai Fori Imperiali durante la mostra Postclassici. La nostra sembra tenere tra le mani qualcosa di invisibile e ha ‘tatuate’ sulle braccia e sulle gambe tracce della decorazione bianca e blu del vaso delle Amarene Fabbri. Queste bianche donne create dall’artista, con i loro caschi che le proteggono e, nello stesso tempo, le allontanano proiettandole in chissà quale futuro, sono figure lontane, ieratiche, malinconiche. Le immaginiamo vittoriose perché ne riconosciamo la potenza e l’energia ma la Albanese le ritrae quando la battaglia è finita. Proprio come Donatello che, nel rappresentare il David, non lo inquadra mentre combatte ma subito dopo. E gli riconosce una sottile mestizia. Perché ci sono molti modi di incassare anche un trionfo.
Marisa Albanese -Winner Of The Fabbri Art Award 2012
Combattente faentina Casting in aluminium and pigment 120 × 54 × 62 cm 2015 
  In the “Quattro Giornate” station of the Naples underground, Marisa Albanese’s Combattenti (Fighters) can be seen hanging. We have seen them before in various places,ì such as at the “Fori Imperiali” during the Post-classici exhibition. Ours seems to be holding something invisible in her hands, and has traces of the blue and white Fabbri Amarena jar decoration “tattooed” on her arms and legs. These white women created by the artist, with their helmets protecting them at the same time as sending them away into some kind of future, are distant, solemn, wistful figures. We can imagine them being victorious because of their power and energy, but Albanese depicts them when the battle is finished. Just like Donatello’s David, who was not portrayed while he was fighting but rather straight afterwards. And we can see a bit of sadness here, because there are many different ways to react to a triumph.
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Silvia Argiolas
Amarena, una ragazza particolare Acrilico, china e smalto su tavola 125 × 80 cm (8 tavole 30 × 40 cm) 2015
È davvero una ragazza particolare la protagonista di questo storyboard ideato da Silvia Argiolas: 
i suoi seni sono amarene e la testa è il vaso ideato dalla Fabbri per contenerle. Il suo aspetto e quello di chi le sta intorno sono quelli di idoli che sembrano mettere in scena una serie di riti in cui lei appare come l’unica nota di colore nell’oscurità. Non è inusuale nel lavoro dell’artista la componente installativa dei dipinti e dall’amore per il cinema deriva questo bisogno di mettere in movimento, attraverso immagini che si susseguono, una vera e propria storia.
Amarena, una ragazza particolare Acrylic, Indian ink and enamel on panel 125 × 80 cm (8 panels 30 × 40 cm) 2015
The main character of this storyboard by Silvia Argiolas is a truly particular girl: her breasts are Amarenas and her head is the jar created by Fabbri to keep them in. She, and those around her, look like idols who are performing a series of rituals, in which she is the only touch of colour in the darkness. The use of installation elements is not unusual in her paintings and her love of cinema makes her want to set a real story in motion, using a series of images.
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Enrica Borghi
Amare... Stampa fotografica 70 × 100 cm 2015
Celebre soprattutto per le sue opere in plastica riciclata, Enrica Borghi realizza anche delle fotografie che chiama Fetish Food 
in cui veste con pizzi, orecchini, slip, calze a rete, pere cotte, cosce di pollo, pasticcini. L’abito che ha creato in quest’occasione per i suoi dolci all’Amarena è di merletto nero. Sul fondo ecco l’immancabile vaso bianco e blu. E con il titolo si gioca sulla contraddizione che, nella nostra lingua, esiste tra il verbo e l’aggettivo plurale: amare. Ma, grazie ai puntini di sospensione, sappiamo che basta una desinenza per far diventare quella stessa parola un nome comune, il nostro: Amarena.
Amare...
Photographic print 70 × 100 cm 2015
She is famous above all for her works using recycled plastic, but Enrica Borghi also creates photographs known as Fetish Food, featuring lace, earrings, knickers, fishnet stockings, cooked pears, chicken thighs and little pastries. The dress which she has created on this occasion for her Amarena desserts is made of black lace. In the background we can see the inevitable blue and white jar. The title plays on the contradiction, in Italian, between the verb and the plural adjective: amare [“to love” or “bitter”]. However, thanks to the suspension dots, we know that all we need is a few more letters to turn that word into a commo name, ours: Amarena.
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Silvia Camporesi
Red Heart Inkjet print con intervento kirigami e cornice angolare 36 × 54 cm 2015
La fotografia che inquadra la celebre decorazione del vaso delle Amarene Fabbri incorniciata ad angolo diventa tridimensionale 
grazie a quel cuore rosso, che sembra alludere al colore delle amarene, realizzato con intervento a kirigami, tecnica orientale di intaglio e piegatura della carta già utilizzata dall’artista. In questo modo l’opera pare trasformarsi in una composizione di antiche mattonelle in maiolica, quelle che in napoletano si chiamano ‘riggiole’, capace di tenere insieme due culture lontane che rivelano tutta la loro potente bellezza senza entrare in conflitto. Una nuova armonia poetica è alla base del lavoro della Camporesi anche quando inquadra paesaggi, ex carceri abbandonate, edifici, la sua particolare interpretazione di Ofelia o di Michelangelo Antonioni.
Red Heart Inkjet print with kirigami and corner picture frame 36 × 54 cm 2015 
  The photograph which captures the famous decoration of the Fabbri Amarena jar, framed at an angle, becomes threedimensional thanks to the red heart, which recalls the colour of the Amarenas, created using kirigami, an oriental technique involving cutting and folding paper which the artist has used in the past. In this way, the work seems to transform into a composition of antique majolica tiles, known as “riggiole” in Neapolitan dialect, which can bring together two distant cultures and their powerful beauty, without clashing. A new poetic harmony forms the basis of Camporesi’s work, even when it captures landscapes, abandoned former prisons, other buildings, and her particular interpretation of Ophelia or Michelangelo Antonioni.
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Iole Capasso
Pomeriggio Stampa digitale su carta Hahnemuhle Fine art Pearl 285 grm 70 × 50 cm 2015
Il Pomeriggio della napoletana Iole Capasso è caravaggesco. 
La figura femminile allo specchio, di cui vediamo soltanto una porzione di volto, è ritratta davanti a una finestra aperta su un muro spoglio. Un fondo neutro: il tipico sfondo che Caravaggio destina ai protagonisti delle sue opere, come ad esempio alla Maddalena o a Narciso evocati entrambi da questa immagine. Anche i tagli di luce provengono dalla stessa fonte. C’è un solo oggetto che accompagna lo specchio: il vaso delle Amarene Fabbri, bianco e blu come lunga cintura che chiude la veste della ragazza. Dello stesso colore del frutto.
Pomeriggio Digital print on Hahnemuhle Fine Art Pearl 285 gsm paper 70 × 50 cm 2015
The Pomeriggio (Afternoon) by Neapolitan artist Iole Capasso is in the style of Caravaggio. The female figure by the mirror, although we can see only a part of her face, is portrayed in front of an open window, with a blank wall. This kind of neutral background was typically used by Caravaggio behind the figures in his works, such as Mary Magdalene or Narcissus, both of which are recalled in this image. The use of light is also inspired by the same source. There is only one object which accompanies the mirror: a jar of Fabbri Amarenas, in blue and white like the long belt fastening the girl’s dress, in the same colour as the fruit.
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Anna Caruso
Il peso della delizia Acrilico su tela 80 × 100 cm 2015
L’Amarena Fabbri compie cento anni ma per molte delle artiste invitate in questa occasione ha l’età della loro infanzia. 
Realizzare un’opera per la mostra ha significato anche per Anna Caruso un viaggio nella memoria. Da qui arrivano le immagini in bianco e nero che compongono la sua composizione pittorica, costruita prevalentemente sui toni freddi dell’azzurro e dei verdi. Colori definiti dall’elemento-fulcro della tela: il vaso bianco e blu, che in questo caso è rovesciato. L’artista lavora sulla stratificazione delle immagini e anche qui si è mossa in questo modo, tra spazio onirico e ricordo. “Il più bel sogno fu il sogno non sognato” come nella canzone di Francesco De Gregori.
Il peso della delizia Acrylic on canvas 80 × 100 cm 2015 
  Fabbri’s Amarena is 100 years old, but for many of the artists who have been invited to celebrate this occasion, it dates back to their childhood. For Anna Caruso, creating a work for this exhibition has also meant taking a trip down memory lane. This has resulted in the black and white images that appear in her painting, mainly created using cool blue and green tones. These colours define the core element of the picture, namely the blue and white jar, which we can see here upside down. The artist works by layering images, and she has used this technique here as well, creating a space that hovers between dreams and memory. “The greatest dream was the dream never dreamed” is a line from a song by Francesco De Gregori.
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Gea Casolaro - Vincitore  Premio Fabbri Per L'Arte 2015
Premio per la fotografia all’unanimità all’opera di Gea Casolaro per la potenza visiva con cui ha saputo scavare nell’archivio della memoria, dando spazio al lavoro dell’uomo, anzi in questo caso delle donne, coniugandolo con l’armonia della natura rispettata, dando vita a una nuova, possibile Alchimia.
Alchimia, sostantivo femminile
Lambda print su dibond 40 × 170 cm 2015   
Il trittico di Gea Casolaro inquadra al centro i fiori delle amarene da cui nasce l’avventura che oggi festeggia cento anni e ai lati, in un’immagine ripetuta, come in uno specchio, due delle protagoniste che l’hanno resa possibile dietro le quinte: 
le operaie della Fabbri in una foto d’epoca. Questo montare immagini tratte da contesti diversi è tipico di tutto il lavoro dell’artista. Uno dei cicli più affascinanti, intitolato Visioni dell’Eur, unisce architettura del quartiere romano, vita quotidiana e immaginario cinematografico. Drammatica, e nello stesso tempo poetica, era la videoinstallazione Ai caduti d’oggi, dedicata ai morti sul lavoro, esposta a Roma, in occasione della riapertura di Palazzo delle Esposizioni, dove un operaio aveva davvero perso la vita. Qui si sorride, ma ugualmente la Casolaro rende possibile una celebrazione lirica e priva di qualsiasi retorica delle molte donne che hanno realizzato in grande l’idea di Rachele. Un lavoro che sicuramente lei avrebbe apprezzato.
Gea Casolaro - Winner Of The Fabbri Art Award 2015
Alchimia, sostantivo femminile Lambda print on dibond 40 × 170 cm 2015
The centre of Gea Casolaro’s shows the flowers of the Amarenas which started the adventure that is now celebrating its centenary. On the sides, in a repeated image, as if reflected in a mirror, are the two main characters who have made this possible behind the scenes, namely the Fabbri workers in a period photo. This use of images from different contexts is typical of all her work. One of her most intriguing series, entitled Visioni dell’Eur (Visions of the Eur), combines the architecture of the Roman neighbourhood, everyday life and images from films. She also created a dramatic, poetic video installation entitled Ai caduti d’oggi (To the Fallen of Today), dedicated to people killed in accidents at work, which was displayed in Rome at the reopening of the Palazzo delle Esposizioni, where a worker had actually been killed. This work is cheerful, but Casolaro has created a lyrical, rhetoricfree celebration of all the women who made Rachele’s idea great, which she would undoubtedly have appreciated.
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Francesca Ceccarelli
Osservatorio diorama. Composizione con porcellane e vaso Fabbri Olio su rame 35 × 43 cm 2015
Piccola e preziosa natura morta quella pensata da Francesca Ceccarelli per il Premio Fabbri. 
È proprio il vaso delle amarene a darne toni e timbri: la fila di tazze di porcellana impilate sulla sinistra e la piccola ciotolina sono anch’esse bianche e azzurre. Il cucchiaino in primo piano ha il compito di creare un rapporto tra lo spazio del dipinto e il luogo dello spettatore. E ha un vero e proprio ‘gemello’ in quello appoggiato, poco più dietro, all’interno del contenitore, dove appare l’unico elemento che interrompe il cromatismo della composizione: un tono caldo e una sottile linea rossa che evoca il colore del frutto in questione.
Osservatorio diorama. Composizione con porcellane e vaso Fabbri Oil on copper 35 × 43 cm 2015 
  This precious little still life was created by Francesca Ceccarelli for the Fabbri Art Prize. It is the Amarena jar that sets the tone for the stamps. The row of porcelain cups piled up on the left, and the little bowl, are also blue and white. The teaspoon in the foreground forms a link between the space in the painting and the viewer. Its “twin” is leaning, a little bit further back, inside the container, where we can see the only element that interrupts the emphasis on colour in the composition – a warm tone and a thin red line which recalls the colour of the Amarena fruit.
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Tamara Ferioli
Piccolo grande Amare... Tecnica mista Mixed media base 20 × 20 cm total height 48 cm depth 30 cm 2015
Da quando è nato il Premio Fabbri gli artisti hanno utilizzato il celebre vaso nei modi più diversi. 
Tamara Ferioli lo ha trasformato nel mondo. Sulla sua sagoma ne ha infatti disegnato la mappa, utilizzando il bianco e l’azzurro, colori della decorazione Fabbri, ma anche del mare. Un mappamondo pieno di amarene sarebbe una soluzione ai tanti mali che affliggono il pianeta. Una bella lezione di geografia.
Piccolo grande Amare... Tecnica mista Mixed media base 20 × 20 cm total height 48 cm depth 30 cm 2015
Since the Fabbri Art Prize began, artists have used the famous jar in many different ways. Tamara Ferioli has transformed it into the world. She has drawn a map onto its form, using white and blue, the colours of the jar’s decoration, but also of the sea. This globe full of Amarenas could be a solution for the many troubles of our planet. What a great geography lesson!
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Alessandra Giovannoni
Strada con villa Fabbri Olio su tela 100 × 200 cm 2015
Affascinata dal paesaggio, Alessandra Giovannoni ha scelto anche questa volta di inquadrare una strada, quella in cui sorgono gli uffici della Fabbri.
I colori sono quelli tipici dell’artista: gli ocra con cui solitamente ritrae la sua Roma e l’azzurro tipico delle sue marine. Il grande vaso delle amarene dà il tono alla composizione. La pittura della Giovannoni non dettaglia mai e anche in questo caso costruisce l’immagine, soprattutto sul fondo, a macchie di colore dominate dalla luce.
Strada con villa Fabbri Oil on canvas 100 × 200 cm 2015 
  With a fascination for landscapes, Alessandra Giovannoni has chosen to depict a road in this work, or more specifically the road where Fabbri’s offices are situated. The work contains the artist’s typical colour palette, such as the ochre that she often uses to portray her city, Rome, and the typical blue of her seascapes. The large jar of Amarenas sets the tone of the composition. Giovannoni’s paintings never contain specific details, and here too she has constructed the image, especially in the background, using patches of colour dominated by light.
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Ana Kapor
Storie intrecciate Olio su tela 80 × 70 cm 2015
Balaustre, archi, finestre separano lo spazio dei dipinti di Ana Kapor da quello della realtà. 
L’artista è nata in Serbia ma è dal 1983 che vive in Italia perché qui c’è la pittura che ama. Anche in questo caso sul fondo c’è un tipico paesaggio del nostro Paese circondato da un’apertura che, pur allontanandolo, ce lo incornicia facendocelo riconoscere come elemento familiare. In primo piano un contenitore, quello della Fabbri, che conserva alcune biglie e sul bordo della finestra tre amarene che appaiono come simboli. Non c’è nessuno, come sempre succede nei suoi lavori, il tempo è sospeso, ma chi guarda può immaginare qualcuno che ritorna, un bambino di cui si fantasticano i giochi solitari.
Storie intrecciate Oil on canvas 80 × 70 cm 2015 
  Balustrades, arches and windows separate space in Ana Kapor’s paintings from reality. Kapor was born in Serbia but has lived in Italy since 1983 because she loves Italian paintings. In this work, in the background, there is also a typical Italian landscape, surrounded by an opening which makes it seem more distant, but also frames it and identifies it as a familiar element. In the foreground is a Fabbri jar containing a few marbles, and three Amarenas are perched on the windowsill as symbols. There are no people in the work, which is common in her paintings. Time is suspended but the viewer can imagine that somebody is due to come back, perhaps a child who loves making up games to play on his own.
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