Tumgik
nonsonoevelina · 6 years
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Mando avanti questi giorni a calci, come una bottiglia che va dove le pare.
A fine giornata guardo lo specchio ed ho occhi lividi, un viso sbiadito e ammaccature che,riempiendomi,potresti sistemare.
Costruisco,non per te, e mi sembra di non fare.
Ho una casa, i lampadari da scegliere,le stanze da arredare ma non ho preso la finestra da dove vedere il mare.
Mi sgrideresti perché ho poca luce,ma tu sai che ho bisogno del buio e del silenzio per poter immaginare, milioni di miliardi di occhi che mi guardano ed io che non voglio scappare, che ho bisogno di loro per sapere amare.
Abbiamo costruito ponti, con il mondo intero, so che lo abbiamo fatto solo per non annegare.
Ci serviva il resto, il superfluo, l’amore che dai senza nome, che a furia di capire chi eravamo, dove stessimo andando, cosa fossimo,ci siamo scordate di non pensare.
Ora, tra la folla, possiamo camminare. Senza occhi,naso e labbra per poterci cercare.
Il dolore non ha volto quando ha voglia di ricominciare.
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nonsonoevelina · 7 years
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Tu hai sempre vissuto i giorni. Dall'inizio alla fine. Hai visto tutte le mattine. Io solo le albe. Un po' era per le urla di tua madre,che ti buttava giù dal letto e ti voleva "femmina di casa". Mi svegliavo che tu avevi già ucciso molti mostri e se pensavo ad un casa che potesse essere la tua, mi veniva in mente solo la mia. La accompagnavi a sbrigare tutte le sue commissioni ed io adoravo immaginarti nelle urla del mercato, fra gli scaffali dei detersivi, davanti alle vetrine delle panetterie coi tuoi occhi grandi dietro ai vetri, ed il panettiere che si masturbava sul tuo seno gonfio e fertile. Mi piaceva di te, questa fame di vita. Mi dicevi che non potevi sprecare nemmeno un minuto, che ventiquattro ore erano troppo poche per fare tutto quello che avresti voluto. Dormivi poco al tempo ma comunque prendevi sonno prima di me. Questo abbandono notturno mi rendeva triste, e mi dava la possibilità di aprire le porte a tutte quelle paranoie su di noi che tu non avevi mai il tempo di nutrire. Quando venivi a stare da me, per due o tre giorni, il mondo rallentava, quasi riuscivo a toglierti di dosso l'argento vivo che avevi sempre in abbondanza. "Perché riempi le tue ore fino allo sfinimento?" ti chiedevo. "Perché non sopporto l'inutilità" Qualche notte fa ho sognato di commuovermi di fronte ad un quadro. C'erano un uomo ed una donna che si abbracciavano e dietro un tragitto. La via dell'abbandono. Ho sentito per un attimo quel vuoto nello stomaco che avevo ogni volta che andavi via e poi subito la nausea in gola. Io il tuo abbandono non l'ho mai accettato. Ogni volta questo pensiero si scontra con il ricordo di te dentro un negozio per animali, un pomeriggio qualunque. Avevi già cambiato casa, cambiato lavoro, io ero già fuori da tutto questo. Quel giorno mi chiedesti di accompagnarti a comprare del mangime per il tuo coniglio. Fu solo l'ennesimo mattone sul muro delle mie illusioni. Ti guardavo mentre sceglievi tra tante offerte. Avevi i capelli legati ed un vestito nero, semplice, non importante. Ogni cosa che sfoggiavi, quel giorno, sapeva di quotidianità. Io, quindi, ti immaginavo nei miei giorni. Non era una parentesi, non era un cena concessa alle parole in avanzo che avevo sempre da dire. Era un pomeriggio qualunque di un giorno qualunque. E allora io pensai potesse essere vero, pensai che la donna della mia vita fosse proprio lì, di fronte a me, e quella era una delle tante commissioni della tua nuova vita che avevi deciso di dividere con me. Avevo già l'amaro in bocca a quel tempo, ma ancora mi riusciva facile immaginare. Poi io sono morto,il tuo coniglio è morto. Dopo un anno hai capito che con me,sei morta anche tu.
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nonsonoevelina · 7 years
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nonsonoevelina · 7 years
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Credo. Credo alle tue cosce,ai tuoi seni,ai tuoi occhi,al tuo culo. Credo alla tua bocca,nata per baciare tutte le mie bocche,che crea incastri perfetti impenetrabili al rifiuto. Credo ai tuoi denti,specchi che riflettono i miei volti,di tutte le genti che sono con te,per non sbagliare mai. Credo alla tua unica verità,bagnata,viva,fra le mie gambe. Credo al rumore che fai,alle porte che sbatti quando mi lasci fuori dalle tue pause fra le lenzuola. Credo in un solo tu istituzione madre onnipotente creatrice del mio cielo e della mia terra. Credo alla tua presenza,ancora di più alla tua assenza. Credo a questo nostro figlio che ho partorito con dolore,che ha occhi lividi e gambe forti ma non andrà lontano. Credo in un “noi” Poi in un “tu” Poi in un “me” È il prezzo da pagare per questo paradiso. Credo nella fine e poi nella reincarnazione,in un nuovo incastro perfetto,dove io e te non conosceremo il peccato. Il peccato della nostra fede,quella della carne e del profumo che siamo apostoli,io,poi milioni tutti a raccontare la verità della tua carne.
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nonsonoevelina · 7 years
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Eravamo di ritorno da un reading di fine marzo,le tue guance erano calde del vino che avevo scelto per te. Il riflesso dei lampioni sul finestrino ti tagliava il viso,ti rendeva David Bowie e tu ridevi quando te lo dicevo. Al semaforo rosso partì Leo Ferrè e io ti dissi di prestarci attenzione alle parole,che per me era la canzone sul tempo più bella che esistesse,che un giorno te l'avrei dedicata,dentro di me senza che tu potessi mai saperlo. Quante canzoni ho dedicato alla tua assenza,milioni di parole che non ti ho mai spedito. Ho dediche studiate al dettaglio,lettere perfette che,col tempo,sai,non leggo più. L'ho fatta,poi,la guerra col tempo. Ho scritto una lettera in cui ho promesso d'amarti sempre e son partita. La guerra dell'abbandono delle tue braccia. Ho ritirato tutte le mie truppe dalla tua mente,migliaia di pensieri feriti e qualche morto. Nella foto che mi hai lasciato,ridevamo durante un bacio. L'ho cucita nella mia mimetica di pelle umana,all'interno,nel taschino che al primo colpo,sanguinerà.
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nonsonoevelina · 7 years
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Quattro rose in fila è la linea della tua schiena,curva dei giorni che non puoi toccare. Silicio è il tuo respiro,cemento che blocca il mio,vetro che mi fa sanguinare. Gronda vita a fette dal coltello della tua lingua. Mi metto al riparo. Eccomi sul fondo, infinitamente piccola,a misura d'uomo,a vedere quanto grande ti hanno fatta i miei pensieri,che la mia paura ti rende una gigante e io mi preparo,faccio scuola,per essere il Davide di un Golia al quale ho dato vita con le mie mistificazioni. E non posso fermarle queste vertigini,ad ogni tuo passo verso di me la distanza trema. È un specchio che si rompe,una posata dal rumore assordante,il tuo camminarmi incontro. È l'incubo ad ogni battito di ciglia.
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nonsonoevelina · 7 years
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Sai che ti amo in silenzio? Che poi, avevo dimenticato di come si amasse in silenzio. L'amore in silenzio è quello che mi cresce meglio dentro. Che io ti guardo, tu mi guardi e fuori nessuno sa dei colori bellissimi che vediamo. È delicato il pensiero del mio amore in silenzio, non ha posto per nessuno. E sono zitta perché ho paura che se ne parlo, scompare. E sono zitta perché se lo dico a qualcuno, non le trovo le parole. E non capisce quanto è bello, dentro di noi, questo amore in silenzio.
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nonsonoevelina · 7 years
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Ha occhi grandi il tuo viso stasera, raccontano di mari dal moto ubriaco e terrazze illuminate di notte, d'estate. Il sole scende piano dentro di loro, viene giù oltre il piccolo orizzonte estatico che è tra le tue ciglia e le palpebre. Li guardo e penso che vorrei li vedessi tu, che non conosci le stelle, belli come li vedono gli occhi miei, che sono lingua madre per i tuoi. Piano, un bacio è uscito dalla prigione dell'imbarazzo, ha ucciso uomini, sbranato bestie. È la cattività che lo ha fatto rimbalzare mille volte più vivo. È corso veloce in tutti i campi. Ha assaggiato cibo e bevuto acqua in stoviglie di vetro. Ha conosciuto la fatica della libertà. Da molto vicino la tua pelle profuma di fiori appena raccolti, che al buio si chiudono, come le spalle tue che incontrano la paura più grande. Tu che puoi conoscermi, come le bestie, attraverso il mio odore. Tu che non vedi la guerra, quella sul mio viso, quando io amo te. Soltanto la voce. Solo la voce. Ti sfamo di parole, quelle non dette sono respiri. Nelle mani ti metto tutte le mie umide verità. Saprai conoscermi sempre, quando dirò il tuo nome. Come gli amori passati, di ricordi in megapixel, per sempre, le foto del nostro sangue dentro.
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nonsonoevelina · 7 years
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Ho provato a guardare nello specchio per cercare in questa stanza un'immagine che non fossi tu. Questo mio "tu" istituzione che solo io non conosco. Fuori dalla finestra la neve. La stessa neve che il nostro "noi" non hai mai visto. eppure ha visto te eppure ha visto me scioglierci tra le gambe senza svanire. "Ti porto del cibo" Nessuna fatica era per te dal momento che io ero per festeggiare la tua vita. Bianca, santa, abbandonata sul lato del letto ormai tuo. Me lo dicesti un giorno e io pensai che a quegli occhi non avrei potuto delegittimare nulla, che ero disarmata, immobile, ero tutte le stagioni, ero solo quando mi guardavi. Mille mattine ti ho amata un occhio e basta per paura di svegliarti dal tuo sogno universale di tutto e nulla. Ti ho accarezzata con i miei giorni migliori, sei sfiorita in questo letto di voglie bianche, che la guerra per me era finita e tu, invece, eri moto senza fine.
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nonsonoevelina · 7 years
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Ho sempre odiato la folla,queste stupide luci dentro cui mi tiravi alla ricerca del regalo migliore. Penso e provo vergogna per tutte le volte in cui hai fatto badare anche a me a queste ricorrenze,a tutti quegli insopportabili mesiversari che alla fine ti perdonavo sempre. Io che mi impegnavo d'amarti ogni giorno e ti baciavo coi pensieri quando ti trovavo,bella, riflessa nelle mie pupille,embrioni di gioia che si schiudevano piano. Da quando sei andata via ho alzato milioni di cornette cercando la tua voce,con squilli che mi rendevano pazza,provenienti dall'estero della mia coscienza. Ogni tuo vizio l'ho suggellato nelle mie parole,tutte quelle che non ti ho mai detto ed ho scritto per me,per osservarmi mentre uscivo piano dal tunnel delle tue volontà,che erano mie figlie illegittime che mi facevi accudire con amore,frutto di ogni voglia venuta prima di me. I tuoi pensieri fatti di "ma" e "però" che erano coltelli nel centro del mio addome,li ho resi preghiere per la mia conversione alla religione della tua assenza. È un mondo senza giorni ora,sei l'anno zero solo nei miei ricordi.
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nonsonoevelina · 8 years
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Dal punto più alto della strada in salita si vedeva una piccola distesa di luci. "Cinquecento anime d'estate" mi dicevi. "Qui è dove vivo" e non ci vedevi nulla di sbagliato,non cercavi vie d'uscita. Tracciavi con le dita due linee che definivano in maniera netta quel piccolo centro,quelle stesse linee che mi disegnavi sul petto quando era tempo di dormire. Ogni cosa in quella terra ti aderiva addosso,ogni centimetro era nei tuoi occhi. Anche il mare,a pochi metri,era dentro i tuoi pensieri che scorrevano sempre troppo veloci. Vent'anni e i denti stretti di chi andava oltre ogni provincialismo. È lì che è nato il mio coraggio,tu seminavi dentro di me fiori di orgoglio ed io,invece,sapevo solo tremare. Tutto il mio amore,nato solo per tremare.
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nonsonoevelina · 8 years
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Ho deciso di fare i salti mortali e chiuderla da sola la zip di quel vestito che ogni volta mi faceva essere contorsionista prima del tuo arrivo. Molti dicevano che di profilo somigli a Monica Vitti,io non te l'ho mai detto. Conoscevo il tuo Ego. Era grande quanto il mio,tanto che sovrapponendosi,lo nascondeva perfettamente. Ero sempre te,così. Ero te in ogni luogo,ero i tuoi occhi a cui regalavo ogni sorriso che la gente mi faceva,ero le tue orecchie che ti facevano ascoltare ogni storia che io ascoltavo,ero le tue ginocchia che con un tonfo cadevano,si piegavano,erano disarmate davanti a seni dove volevi immergerti. Ero te anche quando,confusa,stupida,ho corso chilometri per ritrovarmi senza lasciarti indietro mai.
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nonsonoevelina · 8 years
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candidamente bianche erano le nostre giornate ventiquattro ore d'amore coperte da un'aurea di nulla
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nonsonoevelina · 8 years
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È solo da te che mi faccio toccare i nervi tesi,le paure che galleggiano nel seno dei tuoi sogni,dove ti immergi per lunghe gare d'apnea di sguardi che non sosteniamo mai per vincere ma per morirci dentro.
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nonsonoevelina · 8 years
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La distruzione è arrivata piano in queste braccia che non reggono più niente,in ogni pensiero che non ti lascio dominare,in ogni cosa che ora non sei più; Eri tu la strada che percorrevo a vuoto di notte quando non avevo voglia di tornare a casa,l'ultima sigaretta che mi faceva evitare quel cancello,la canzone che mi faceva allungare i tragitti,il mio giro in bici,a dieci anni,che mi spingeva oltre le strade concesse.
Eri il vassoio di dolci che la domenica a pranzo scartavo prima del tempo senza farmi scoprire,la mia adrenalina nell'infrangere ogni regola,la parola che osi quando è il momento di tacere. Eri tu che io ero ogni volta che uscivo da me.
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nonsonoevelina · 8 years
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Mi ricordano te questi paesini del profondo Sud,da poche anime anziane,scanditi ancora da profonda tradizione,che ci cammini e il sole con il suo bagliore gioca a confonderti tra le strade tutte uguali di un centro storico impolverato. Che ci cammini e ti sembra di sentire tutti i passi che sono stati prima dei tuoi,le urla delle madri che richiamano i loro figli,che fai entrare l'aria stagnante nei tuoi polmoni e ti sembra di tornare indietro a quando tutto era baratto. E io non ti avrei barattata mai. Mi ricordano i tuoi vestitini a fiori poco sopra il ginocchio,queste strade. Tu che cammini trascinandoti tutti gli sguardi.E le tue punte bionde bruciate dal sole. Ed il sole che ti baciava e ti faceva gocciolare. E lasciavi parti di te ovunque. E io ti guardavo e non fermavo il mio tempo,che avrei voluto vederti invecchiata aspettarmi sull'uscio di casa,baciare il nostro amore dai capelli bianchi e le rughe di tutti i sorrisi nati per me.
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nonsonoevelina · 8 years
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Sono stata il tavolo su cui hai consumato i tuoi pasti migliori,dove entrambe ci siamo sedute quando come un padre volevi parlare del nostro futuro. All'altezza del mio cuore era la tua sedia. Nessuno ha più apparecchiato quando tu sei andata via. Il fiore nel vaso è appassito,l'acqua evaporata. Tutto quello che vedo giorno per giorno,dal primo che ha segnato il tuo abbandono,lo faccio mio. Mi riempio. Aspetto il tuo ritorno mentre scelgo la tovaglia migliore tra tante. Cerco i cibi più prelibati. Lucido le posate. Per quando tornerai la tavola sarà colma di tutto ciò che di nuovo avrò da offrirti. Avrai ancora cibo da me. Avrai il meglio di questi miei giorni di solitudine.
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