Tumgik
myboyalmighty · 5 years
Text
Ci sono cose che nessuno ti dice quando inizi a giocare a pallavolo…
Ci sono delle cose che nessuno ti dice quando inizi a giocare a pallavolo, delle cose che invece si dovrebbero sapere prima di buttarsi in questo mondo pazzesco.
Per esempio, dieci anni fa, nessuno mi ha detto che a pallavolo è la squadra che conta e non il singolo. Ed io, piccola abituata agli sport solitari, ci ho messo un po’ a capire che se volevo essere parte di una squadra dovevo imparare a mettermi al servizio degli altri.
Nessuno mi ha detto che ci vuole fatica, impegno e costanza. Che non basta avere talento o essere più alti della media se si vuole giocare. Che a volte entrare in palestra quando fuori è già buio è pesante, che le braccia e la schiena fanno male un po’ a caso, quando vogliono loro.
Nessuno mi ha detto che ci sono casi in cui ci si può scegliere la propria famiglia, che ci sono occasioni in cui le persone che incontriamo nel nostro cammino diventano parte di noi. E avrei voluto essere preparata a questo, perché quando certe amicizie si trasformano in legami ancora più profondi si resta sbigottiti e ci si chiede: “ma com’è possibile?”.
Nessuno mi ha mai detto che arriva un certo punto in cui si vuole mollare, in cui non ci sono più gli stimoli o le possibilità per andare avanti e che il nostro cuore si svuota, nello stesso modo in cui si era riempito per anni ogni volta che si metteva piede in campo.
Non me l’ha detto nessuno che cambiare squadra, allenatore, palestra è un po’ come cambiare città, un po’ come traslocare.
Nessuno ha mai avuto il buonsenso di dirmi che giocando mi sarei trovata faccia a faccia con i miei limiti, che ci avrei sbattuto il muso contro e che a volte avrei dovuto arrendermi al fatto che certe cose non le posso proprio fare.
E nessuno, ma proprio nessuno, mi ha mai informata del fatto che a volte va bene anche così, va bene non essere la migliore, va bene sbagliare, va bene cadere e va bene non sentirsi all’altezza di tutte le situazioni. Va bene perfino perdere, ogni tanto, pensate un po’!
Nessuno mi ha mai detto che la pallavolo entra sotto la pelle delle persone, che per la pallavolo mi sarei alzata alle tre di notte (proprio io che amo dormire fino a mezzogiorno!), che avrei avuto le lacrime agli occhi dopo una partita vinta o dopo una medaglia conquistata. 
Non mi è mai stato rivelato che giocare a volte comporta dei rischi, che per un salto sbagliato si può stare fermi per mesi, che a volte le ginocchia non vanno più a posto, che le spalle fanno male anche quando si è in classe, anche quando si è sdraiati a letto e non si pensa a niente.
Nessuno, lo giuro, mi ha spiegato che ci vuole coraggio e grinta per rialzarsi dopo le cadute, che a volte ripartire sembra impossibile e che ci sono giorni in cui si vuole buttare la sacca nell’armadio e non tirarla fuori più.
E poi non mi avevano avvisata del fatto che prima o poi tutto questo finirà: magari mi sentirò troppo stanca o troppo poco motivata o troppo grande e saluterò le palestre, la rete e mi limiterò a sedermi sul divano a guardare gli altri giocare. E lo so già che in quei momenti mi si stringerà la gola, perché su quel campo io ci ho messo me stessa, per tantissimi anni.
E nessuno mi ha detto, ma questo l’ho capito da sola, che niente è finito per sempre, che se ci sono treni che passano una volta sola si può sempre prendere l’aereo o la macchina o il traghetto per andare dove vogliamo andare, e che si può ricominciare ad ogni età, ogni giorno.
Nessuno mi ha mai mai mai detto che mi sarei divertita così tanto. Nessuno mi ha mai spiegato l’adrenalina, l’energia, le risate, la gioia che si sprigionano ogni volta che si mette piede in campo.
La verità è che forse certe cose è meglio non spiegarle per nulla. Certe sensazioni, certe situazioni si devono solo vivere e conservare, senza sapere in anticipo cosa succederà una volta indossata la divisa.
Perché in fondo è sempre meglio imparare che sapere, è sempre meglio allenarsi a fare che saper fare.
Tumblr media Tumblr media
415 notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Amatevi
E ridete
Ridete tanto
Che la vita pesa di meno
Se sorridete di più
5K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Io vi auguro di sbagliare tanto. Di fare una marea di cazzate. Di ritrovarvi col tempo a dire “ma chi me l'ha fatto fare?”, di ripensare all'indietro senza un briciolo di nostalgia. Di dire “sono stato un idiota” oppure “è il ricordo più bello che ho”, ma senza un solo frammento di rimpianto.(Non negatevi nulla.) Vi auguro di trovare l'amore della vostra vita solo dopo aver aperto ferite incolmabili per quella sbagliata, o non sarete mai capaci di apprezzarla davvero. Vi auguro di arrivare a capire che la felicità è uno stato d'animo e non una condizione di vita, che non la si prova in assenza di delusioni ma nonostante. Mi auguro che troviate il coraggio di ritrovarvi in meno libri, film, canzoni, e più in voi stessi. Vi auguro di sentirvi a terra, allo stremo, di dire che non potete più farcela solo per sorprendervi del fatto che invece, ancora una volta, potete. Di imparare a non giudicare le scelte degli altri, anche se in minima parte lo facciamo tutti, solo perché le sentiamo distanti e in contrasto con le nostre. Di ricevere gentilezza, tenerezza, dolcezza e non per forza da un partner, ma da qualsiasi persona sappia capire che a volte per stare bene basta qualcuno che ci ascolti e si prenda cura di noi. Anche nel suo piccolo, anche da lontano. Per una volta, io non auguro a nessuno l'amore, la salute, la felicità o i soldi, ma la vita.
-Senpaicoco
2K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Non importa
se è da pazzi
tu fallo e basta,
perché tanto
se non lo fai
impazzirai uguale.
- Gio Evan
10K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi. 
Tutto cambia. 
Sei vivo. 
Sei morto. 
E il mondo va avanti. 
Siamo sottili come carta.
Viviamo sul filo delle percentuali, temporaneamente. 
E questo è il bello e il brutto, il fattore tempo. 
E non ci si può fare niente. 
Puoi startene in cima a una montagna a meditare per decenni e non cambierà una virgola. 
Puoi cambiare te stesso e fartene una ragione, ma forse anche questo è sbagliato. 
Magari pensiamo troppo. 
Sentire di più, pensare di meno.
523 notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Grazie per aver visto in me musei, dove io ho visto solo corridoi vuoti.
M.E.P.
5K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Mi entri nella testa
spegni la tempesta..
qua poi chi ci resta?
- Gemitaiz
3K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
The Mount || Edith Wharton’s Home
466 notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Ciò che è difficile attrae,
l’impossibile seduce,
ciò che è complicato spaventa,
ciò che è estremamente complicato innamora.
-Paulo Coelho
4K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Mi guardavo intorno e pensavo ostinatamente: nel mondo manca qualcosa. Non sapevo dirmi cosa, perché tutto quel che di nuovo poteva essere pensato e immaginato altro non era che una combinazione di elementi già esistenti nel mondo. Mancava qualcosa che fosse essenza, sostanza pura, non già combinazione. La fantasia umana non è affatto illimitata. Se lo fosse, io potrei pensare un colore inesistente nello spettro cromatico o una lettera dell'alfabeto che le mie corde vocali non possono emettere. Ma il solo avvertire la mancanza di un colore che non ebbi mai visto e di una lettera che non ebbi mai udito mi fece intendere che, da qualche altra parte, in qualche altro posto, io li avrei ritrovati. L'unica illimitatezza umana appartiene all'incapacità di accettare gli umani limiti.
1K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Quando domando alla mia nonna, in stato avanzato di Alzheimer, se ricorda il mio nome, non ricevo mai alcun segnale di risposta. Quando le domando se mi vuole bene, lei, sforzandosi, scuote la testa per dire “sì”. Questo mi ha insegnato che l'amore prescinde dalle categorie dell'intelletto.
2K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Finalmente ti vedo, in questa stanza eterna e bianca, a contemplare il ricordo di una vocina severa che ti indicava le parole da scrivere e quelle da non scrivere, ti vedo, a pensare che è tutta colpa della struttura, è colpa della natura, così schifosamente mutevole, è colpa dei nervi, degli incastri sbagliati fra i nervi, delle sinapsi, delle rimozioni, o di quel leggero colpo alla testa che non sei neanche sicuro di aver preso, di un'elaborazione della sofferenza troppo veloce, o forse di quella vecchia rinuncia che credevi non essere una rinuncia, di una poesia brutta che non ti sei mai perdonato, della ribellione delle virgole che non sapevi mai dove mettere mentre ti chiedevi perché alla gente piacciono tanto le pause, o è colpa della lente d'ingrandimento puntata proprio sulla riservatezza, di un'autobiografia che a rileggerla sei impazzito, è colpa del mondo che ha smesso di aiutarti? è colpa sua che ti nasconde l'ispirazione? o è colpa tua che ce l'hai di fronte e non la vedi? colpa degli occhi, dell'allergia, hai pensato bene, della conformazione, o è colpa del torcicollo che non ti fa girare dalla parte giusta del mondo e, appena ci provi, provi dolore, tanto dolore. Ma in questa stanza c'è solo il bianco, lo vedo anche io, guardiamo dalla stessa parte, tu, corpo, non ti giri perché non puoi, io, mente, non mi giro perché non voglio, siamo d'accordo adesso, ma il mondo lascialo fuori: è solo un punto neutro d'osservazione.
674 notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
“Se non riusciamo a vedere, a cogliere la bellezza dell’Essere, allora è un problema nostro, non certo dell’Essere, che possiede la bellezza in sé, che ha la bellezza intrinseca a se stesso! Se non vediamo Bello l’Essere, è perché i nostri occhi sono appannati […]”. Così parlava un tale, mentre parlava di bellezza ontica. Niente a che vedere con la bellezza canonica, sia chiaro. E poi diceva anche che l’Essere è “sempre Bene, tutto Bene, solo Bene, tutto il Bene”. Insomma, il Bello e il Bene coesistevano nell’Essere, e coesistevano a priori. Nell’introduzione di un libro, c’era un altro tale a sostenere che il Sole fosse da secoli metafora del Bene. Era vero, eccome se lo era! Era vero nella misura in cui i miei occhi furono disappanati esattamente dal Sole, e nel momento in cui mi accorsi di quanto le persone fossero più belle alla luce del Sole. Persino gli occhi del colore più insignificante s’illuminano al Sole e al Bene, e assumono un colore che evidenzia il loro significato di unicità. Persino i volti più grinzosi s’illuminano al Sole e al Bene, e le rughe sembrano mirabilmente ridursi. Persino i capelli più spenti s’illuminano al Sole e al Bene, e un riflesso acceso cattura la nostra attenzione. E se non sei ancora convinto che il Bello è più bello se illuminato dal Bene, dimmi: ammetteresti mai a te stesso che tua madre non è bella? Un’alta concentrazione di Bene non può che presuppore un’alta concentrazione di Bello. E allora io ti dico, forse è proprio in tua madre che sei riuscito a discernere la bellezza ontica dalla bellezza canonica. Non è ipocrisia, è ontologia. 
1K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Ricordo che mi guardavi come se stessi sul punto di dirmi qualcosa di veramente forte ma poi s'intrometteva una forza maggiore che ti spegneva ogni intenzione. Così non rimaneva che il tuo sguardo, ma quella volta aveva una storia ritratta in sé. E le storie inconfessate non si dimenticano: stanno sempre lì a lasciarsi inventare un finale diverso.
2K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
Non ho più grosse pretese. Da bambina volevo conquistare il mondo, da adolescente volevo salvare il mondo, oggi vorrei solo riuscire a perdonare la bambina superba e a scuotere l'adolescente ingenua. Oggi non voglio conquistare né salvare, perché conosco meglio il mondo e capisco che non mi appartiene. Quindi mi allontano, mi dissocio, mi estraneo, e ritorno bambina, ma meno altezzosa. Nel frattempo spero, prego, come la stanchezza prega il sonno, che il mondo possa salvarsi da solo, e ritorno adolescente, ma più disillusa. Sono sempre io. È solo che a volte devo ricordarmelo scrivendo. La mia scrittura non deve conquistare, perché non vuole; non deve salvare, perché non riesce, ma almeno deve ricordarmi chi ero e chi sono, quanto mi sono disprezzata e quanto sono migliorata, e quanto ancora mi disprezzerò per aver creduto anche un solo istante di essere davvero migliorata.
2K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Photo
Tumblr media
Sii come i fulmini che pur creando le crepe nel suo cielo, qualcuno si volta sempre per ammirare lo spettacolo luminoso.
Domina tu la tempesta. - Maria Auriemma
2K notes · View notes
myboyalmighty · 6 years
Text
“La gente si lamenta mentre aspetta un pullman in ritardo, pur sapendo che arriverà, mentre c'è gente che sta in silenzio ad aspettare in eterno qualcosa o qualcuno che non arriverà mai.”
4K notes · View notes