Tumgik
larryevero-blog · 8 years
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E sappi che se vengo a scuola è solo per vedere il tuo sorriso
La fonte
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larryevero-blog · 8 years
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Voglio andarmene da qui
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larryevero-blog · 8 years
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Non c'è la faccio più
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larryevero-blog · 8 years
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I genitori distruggono più sogni di chiunque altro.
Tienimiperilcuore (via tienimiperilcuore)
Triste verità
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larryevero-blog · 8 years
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..
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larryevero-blog · 8 years
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larryevero-blog · 8 years
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Miaaaa
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larryevero-blog · 8 years
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Vorrei imparare a suonare il pianoforte solo per suonarti questa canzone, e farti sentire, come i bravi musicisti, attraverso le note, l'amore che io provo per te. Io ero un ragazzo che nella testa aveva solo il calcio e le scarpe consumate per le corse nel prato con gli amici. Ero un ragazzo che amava le stelle e la scienza. Ma quando, quella volta, incrociai il tuo sguardo, te, ragazza dai capelli sempre in disordine e un libro ogni giorno diverso sotto braccio, quando guardai i tuoi occhioni color nocciola, per la prima volta capii che io non avevo niente, se non il disperato bisogno di conoscerti. Ricordo che amavo farti ridere perché avevi una risata dolce, che mi faceva sorride il cuore e avevi la capacità di farlo battere più forte. Mi davi forza, ecco cosa mi davi. L'energia, la certezza, che non avrei dovuto affrontare questo viaggio da solo. Ero più alto di te e mi sentivo potente, amavo l'idea di proteggerti, ma senza te mi sentivo piccolo e fragile, mi sentivo come le foglie secche in inverno che, lentamente, sotto il freddo peso della neve, si spezzano, e non potranno mai più unire tutti i pezzi, per sempre. Ricordo che al nostro primo appuntamento, andammo a mangiare la pizza. Te la presi rossa, io 4 stagioni, te gli misi il pepe, io l'origano. Amavi la fanta, io la coca, ma decisi di prendere anche io la coca, per poterti dire che avevamo qualcosa in comune. Ricordo che amavi gli abbracci, e io scoprii che amavo tenerti fra le mie braccia. Ti piacevano anche a te le stelle, e io ti regalai un cannocchiale per poterti sentire più vicina a loro. Ricordo che ogni sabato sera ti invitavo a mangiare dai miei, e te ti preoccupavi sempre di cosa indossare. E mi domandavo perché ti facevi tante paranoie; per me eri come una farfalla, tutti potevano vedere la tua bellezza, tranne te. E mi odiavo per non riuscire a farti capire quanto eri meravigliosa. Ricordo che decidemmo di sposarci, e che le tue promesse mi fecero piangere come un bambino, e che giurammo di rimanere uno al fianco dell'altra, per sempre, finché la morte non ci separerà. E benedimmo il nostro amore, davanti a tutti coloro che volevamo bene. Ricordo che ci facemmo tante foto, e che da quel giorno in poi ti piaceva sfogliare gli album fotografici per ricordare quel giorno meraviglioso. Ricordo che andammo a vivere in una casa tutta nostra, che mi svegliavo la mattina e trovavo te al mio fianco, che la domenica ti portavo sempre la colazione a letto e quando andavo al lavoro, che partivo sempre prima di te, ti davo un bacio sulla fronte perché volevo rimanere incastrati tra i tuoi pensieri, fino la sera, fino a quando tornavamo alla nostra casa. Ricordo che prendemmo la decisione di avere figli. Ricordo che quando tenni in braccio i nostri gemellini, mi innamorai come quando vidi i tuoi occhi quel giorno, da ragazzo. Ricordo quando gli insegnammo a camminare, quando facemmo la prima passeggiata in bicicletta tutti e quattro, quando insegnai a Marco a giocare a calcio e gli insegnai i segreti di un vecchio campione. Ricordo che, attraverso loro, abbiamo vissuto di nuovo la nostra storia, dalla prima volta che ci chiesero di andare al cinema a quando presero la patente per il motorino, e poi per la macchina, e poi conobbero anche loro il vero amore e li lasciammo andare, ma mai troppo distanti da noi. E ora, come ti avevo promesso più di 50 anni fa, sono qui al tuo fianco, a stringerti la mano, in questa fredda stanza d'ospedale. Sono qui a portarti il tuo album fotografico che ami tanto, a raccontarti la vita dei nostri figli, e ogni mattina ti porto la colazione, perché da quando stai male, ogni giorno è diventato prezioso e importante come la nostra domenica. Sono qui a baciarti la fronte, come facevo ogni giorno, ma ora più spesso. È ora piango, perché col tuo ultimo filo di voce mi hai detto"grazie, mi hai insegnato che a volte, solo qualche volta, quando le persone dicono “per sempre”… Loro dicono davvero.“ -Alessia Alpi (Volevoimparareavolare)
Scritta da me (via volevoimparareavolare)
sto piangendo,quanto amo il tuo blog
(via xharryxs-mile)
@xharryxs-mile ❤️
(via volevoimparareavolare)
Madooooo
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larryevero-blog · 8 years
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Tu che stai leggendo - chiunque tu sia non ha importanza - dovresti ascoltarmi. Un momento, mica chiedo di più. Credi che io sia una scritta uguale a tante altre? Lo sono, infatti. Voglio dire la stessa cosa, ma in maniera diversa. Sei triste, ora? Mi auguro di no. Se non lo sei: chiudi questa pagina, spegni questo computer, apri quella porta e vivi la tua vita. Se lo sei: leggimi. Mi guardi con occhi asciutti, o mi hai incontrato piangendo? Non ti vergognare di piangere, se ne hai bisogno. Non sai quanto mi piacerebbe esser fatto di carta, solo per bagnarmi delle tue lacrime: piangere su un foglio bianco è come scrivere delle emozioni più forti. Invece, mi accontento di essere ciò che sono, sapendo che foglio non sarò mai. Spesso va così, non trovi? Voglio dire: spesso bisogna accontentarsi di ciò che si è. Quante volte ti sarà successo, io non posso neanche immaginarlo. Troppo grassa, troppo bassa. Capelli in disordine. Mai abbastanza veloce; mai abbastanza dolce; mai abbastanza tranquilla; mai abbastanza innamorata. Mai abbastanza. Ma chi lo dice, poi, che tu non sia abbastanza? Credi davvero che il tuo cuore - mio dio, il cuore. è pieno, non è vero?- non ami abbastanza? Non si misura l’amore. O magari ama troppo. Mannò, non c’è mai troppo amore. E chi lo dice che tu non sia bella? Il tuo specchio, magari. Che poi, gli specchi mica parlano. O pensano. Affidarsi ad un oggetto? Non si può di certo. Affidati piuttosto agli occhi di chi ti ama, i quali ti vedranno sempre bella. Ti vedranno come realmente sei. Chiedi a tua madre, magari. O a tuo padre. O a tuo fratello. Al tuo compagno di banco, ecco. Forse ti ama anche lui. In segreto. Insomma, chiudi un attimo i tuoi occhi e apri quelle delle persone che ti stanno accanto. Provaci. Ti vedi? Mio dio, sei bellissima. Lo giuro, eh. Scriverei per ore riguardo i tuoi occhi, o alle tue mani. Sono dettagli. Ma bisogna pur sempre innamorarsi dei dettagli. Sono quelli che rendono uniche le persone. Anche tu sei unica. Hai il colore di capelli della tua amica, la maglia uguale a quella famosa cantante, le scarpe copiate al tuo ragazzo. Ma il tuo dettaglio - quel neo, quelle labbra, quel sorriso, quelle mani, quel tatuaggio, quel pensiero, quella cicatrice, quella ruga accanto agli occhi, quel modo di impugnare la penna, quell’unghia morsicchiata, quel tuo gesticolare - ti rende irripetibile. Lo sai che cosa è successo a ciò che è stato irripetibile? E’ stato ricordato. E tramandato. E amato terribilmente. Ed è arrivato a te. Come tu arriverai agli altri. Davvero vorresti perdere questa occasione? Certe volte vorresti solo farla finita, io lo so. Un foglio non ha cuore ma ha orecchie. Sento quel che dici, sento quel che piangi. Ma ora pensa, te ne prego: il presente, che cos’è poi? Un momento così flebile e breve da non esistere perlopiù. Questa frase è già passata, nel momento in cui la scrivo. E ciò che penso è già futuro. Il presente dov’è? Si trova in mezzo, questo è certo, fin dalle elementari te lo hanno insegnato. Ma pende tremendamente tra passato e futuro e ne è pienamente influenzato; però non influenza. Mi correggo: influenza, sì. Perché se nel presente ti metti una coperta, nel futuro starai al caldo. Ma ciò che voglio realmente dire è che, ciò che vivi nel tuo presente, non per forza perdurerà nel tuo futuro. Sei triste oggi, l’ho capito. E domani? Io non lo so. Nessuno lo sa. Nessuno, tranne te; tu puoi decidere come essere domani. E quel che, invece, posso fare io, ora, prima di essere, chissà, dimenticato, condiviso, eliminato, disprezzato o terribilmente amato, è dirti di decidere di essere come davvero vuoi essere. Vuoi essere felice, domani? Ma certo che lo vuoi. E allora tirati su. No, non tutto in una volta. Sarebbe impossibile per chiunque. Ma domani fai un passo in più. Tira su una spalla, magari. O una mano. Così poi qualcuno te la stringe forte, e ti aiuta a tirarti su più velocemente. E se questa mano mai arrivasse, dunque che dovrebbe importare? Dovrai essere in grado di alzarti da sola. E ce la farai: gli umani sono nati per reggersi in piedi. E se oggi non ti ami, prova ad innamorarti domani. Ma non pensare più che sia la fine, capito? Non pensarlo più. Perché la fine arriva solo per chi non ha possibilità. E invece tu ne hai. Non mi credi? Dunque, vorresti davvero dirmi che, se il tuo amore non ti ama, allora non può amarti nessun altro? Datti tempo. Dagli tempo. L’amore è un po’ lento, sai. Non ha ancora trovato benzina per la macchina, quindi si muove a piedi. E bisogna aspettarlo. Bisogna aspettarlo e un po’soffrirlo, ecco. Perché tutte le cose belle nascono da cose brutte. Che poi non sono brutte. Sono solo meno belle di quelle che anticipano. E il tuo sorriso, vorresti davvero tenerlo sempre al buio? Eppure sei così bella quando sorridi. Succede una volta al mese, magari. E forse per sbaglio. Per poco. Chi lo sa. Però succede; ed è il giorno che aspetto con più gioia. La cosa bella è che non sono l’unico a farlo. Ad aspettare con gioia, voglio dire. C’è qualcuno, lontano dai tuoi occhi ma così vicino al tuo cuore, che aspetta insieme a me. Perché l’amore sta arrivando, te l’ho detto. Ti prego di guardare ciò che hai intorno, un giorno. Domani sarebbe perfetto. Abbiamo parlato così tanto del domani, tanto da renderlo il giorno perfetto per iniziare. Così magari stasera ti addormenti un po’ più serena, sapendo che domani sarà meglio. Ti affido un compito, prima di segnarmi con le ultime parole: vivi. E, quando ti sembra finita, usami. Scrivimi. Bagnami. Rovinami. Stropicciami. Gettami. Uccidimi, piuttosto che uccidere te stessa.
-via (linearetta)
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larryevero-blog · 8 years
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larryevero-blog · 8 years
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Nessuno,per quanto potente possa essere,potrà mai farmi del male quanto la tua sofferenza..
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larryevero-blog · 8 years
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Perché tu sei il mio cuore. Potrei mai vivere senza il mio cuore?
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(via militatomnisamans24)
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larryevero-blog · 8 years
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larryevero-blog · 8 years
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larryevero-blog · 8 years
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Si tiene il caos dentro. È un tipo difficile da amare ma ne vale assolutamente la pena
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larryevero-blog · 8 years
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Come se il suo amore fosse lì,ma io non riuscissi ad afferarlo. Lui se lo teneva stretto,come se non volesse lasciarlo andare. E pensavo che se fossi più simpatica,più bella,più dolce,lui mi avrebbe amato di più. Mi avrebbe amato come io volevo ceh mi amasse
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larryevero-blog · 8 years
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È il genere di persona che ha bisogno di più amore di quanto lei stessa riesca a darne
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