Tumgik
“Perché a vent'anni è tutto ancora intero, perché a vent'anni è tutto chi lo sa, a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età” (o così almeno dice Guccini).
20 anni. Non ci credo neanche io. Mi sembra ieri il giorno in cui ne avevo appena undici e volevo crescere, volevo diventare adulta per poter fare come mi pare. Che stupida che ero, come dice Liga “aver fretta d’esser grandi e poi voler tornare indietro quando non si può”. Mi guardavo allo specchio e mi provavo il rossetto rosso di mia madre, ripetendomi che un giorno me lo sarei potuta mettere sempre ed essere più bella, non capendo quanto potessi essere bella già a quell'età, come lo sono tutte le bambine di undici anni. Mi è bastato crescere giusto un po’ ed arrivare ai miei quindici anni per capire che non era quella la vita che volevo, per capire quanto il mondo facesse schifo e quanto sarebbe stato bello restare bambini per sempre. Dal compimento dei miei quindici anni, ogni compleanno era una “sofferenza”, un gradino verso l’età adulta e verso il diventare donna. I sedici, i diciassette, i maledetti diciotto anni che non volevo né fare né festeggiare perché io non volevo tutte quelle responsabilità, non le ho mai volute, i diciannove e adesso i venti anni. Compiere venti anni, per me, è più importante che compierne diciotto. A 18 anni siamo ancora adolescenti, andiamo ancora a scuola ed abbiamo ancora la certezza di svegliarci ogni mattina e vedere le stesse persone, quelle persone che sono come una seconda famiglia. Abbiamo la strada già delineata. Certamente, a 18 anni acquistiamo la capacità d’agire, possiamo prendere la patente e guidare, possiamo entrare in qualsiasi locale e possiamo prendere in pace il drink alcolico nei pub e nelle discoteche, possiamo anche commettere illeciti senza che di questi ne rispondano i nostri genitori e possiamo finire anche in carcere. Ovviamente, le responsabilità sono tante, ma la vita è sempre la stessa degli anni precedenti e le persone che ti circondano sono sempre le stesse. Cambia poco. Avere vent'anni significa diventare adulti e smettere di essere adolescenti. Ed è questo che mi terrorizza. Avere vent'anni significa alzarsi la mattina e chiedersi se la vita sta andando come vorremmo, se abbiamo fatto la scelta giusta, se vale la pena fare ciò che stiamo facendo e se vale la pena combattere per i nostri obiettivi. A venti anni non si hanno certezze e non si hanno persone che ci indicano (e obbligano talvolta) cosa fare. Siamo noi che, nel bene e nel male, decidiamo cosa fare, dove andare, con chi stare, quali obiettivi raggiungere e come raggiungerli, soprattutto. Questo può essere considerato bello e anche giusto, ma io non so se sono ancora pronta. Vorrei tornare ad avere sedici anni, andando a scuola, uscendo con i miei amici non pensando al futuro. Un futuro che mi sembrava troppo lontano, ma che, in realtà, è arrivato in pochissimo tempo. Avere vent'anni significa crescere, significa prendere in mano la propria vita e fare le giuste cazzate, ovviamente, ma sempre assumendosi le proprie responsabilità.  Avere vent'anni significa avere dei momenti di crisi, avere dei momenti in cui ci può sembrare di aver buttato via la nostra vita, momenti in cui non siamo contenti di noi stessi e momenti in cui vorremmo soltanto andarcene e abbandonare tutto. Ma a vent'anni non è troppo tardi, a vent'anni siamo ancora in grado di fare la “scelta giusta” e di cambiare radicalmente la nostra vita. Possiamo ancora cambiare e migliorare. Io mi auguro soltanto di vivere quest’età con grande leggerezza, senza avere troppa nostalgia per il passato e cercando di non pensare troppo al futuro. Vorrei vivere tutto alla giornata, ma, d'altronde, cosa si può pretendere da una ragazzina che, già all'ultimo giorno di scuola della seconda superiore, invece di festeggiare, piangeva pensando che alla fine della scuola sarebbero mancati soltanto tre anni? Cosa si può pretendere da una ragazzina che già a quindici anni piangeva e stava male all'idea che a diciotto avrebbe dovuto decidere “cosa fare da grande”? Non riesco proprio a vivere alla giornata senza pensare al tanto temuto futuro, ma ci proverò. A vent'anni voglio prendere tutto con leggerezza, continuare a sognare rimanendo coi piedi per terra come ho sempre fatto, non accontentarmi mai di niente che non mi faccia essere felice al 100%, combattere per i miei grandissimi e difficilissimi (ma non impossibili) sogni, conoscere nuova gente e, allo stesso tempo, continuare a coltivare i rapporti con quelle poche, ma fantastiche persone che ho al mio fianco. Quelle persone che non giudicano mai nessuno, che non danno peso agli altri, che sanno ascoltare, non accontentarsi e che mi somigliano. Quelle poche persone vere che ho avuto la fortuna di conoscere e che credono in me SEMPRE, anche quando deludo le loro aspettative, anche quando torno a casa piangendo, dicendo che sono un disastro e che non raggiungerò mai i miei obiettivi, anche quando ho i miei momenti no e mi ripeto che sono un fallimento. Ho la fortuna di avere attorno persone meravigliose che credono in me stessa più di quanto lo faccia io e che non si arrabbiano mai se le cose non mi vanno bene. In questi casi, mi danno solo un abbraccio, tanto coraggio e stimolo per andare avanti.  Qualche anno fa dicevo che la vita faceva schifo, che siamo al mondo solo per soffrire e che ciò che mi ha ucciso non mi ha mai reso più forte. Ma, fortunatamente, il dolore mi è servito e ciò che non uccide fortifica veramente. Però, tutto dipende dal modo in cui si affronta: se si decide di chiudersi ancora di più in noi stessi, di soffrire, di piangere e di stare a letto, senza uscire e senza vivere, il dolore non serve a niente. Ma, vi dirò una cosa: se riuscite a rialzarvi, a prendere in mano la vostra vita e a cambiare ciò che non vi piace (a partire dal vostro taglio di capelli, fino ad arrivare alle persone che vi circondano e alla strada che avete preso e deciso), tutto sarà più bello ed il mondo sarà a colori. Aprirete gli occhi e capirete quanto siete fortunati. Non so se sarò capace di gestire i miei vent'anni, ma una cosa è certa: cercherò sempre di affrontare tutto con un sorriso con le persone che amo, non dandole mai per scontate. E comunque, buon compleanno a me.
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“Vieni da me se ne hai bisogno, tappiamo la bocca dell’orgoglio.”
— Luchè
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“Ma gli innamorati
a volte
non se lo dicono di amarsi,
se lo tengono dentro l’amore,
quasi a nascondersi,
perché a volte
l’orgoglio e la paura sono più forti.
A volte chi si ama non lo dice,
a volte chi si ama ha paura,
paura delle conseguenze
che l’amore porta.”
- Adessoscrivo/ Dieci magnitudo
( @foollowthesun )
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“Sai perchè i bambini litigano e poi vanno a giocare insieme? Perchè la loro felicità vale più del loro orgoglio. Cerchiamo di imparare qualcosa.”
— Labellezzadellepiccolecose - (via labellezzadellepiccolecose.)
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“Essere per pochi, quelli rari, quasi unici.”
— Atecheseiunicaalmondo
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“Ho fatto tanti di quei passi, verso di te, mentre tu stavi immobile, a braccetto con il tuo orgoglio, che alla fine ti ho superato.”
— ossigenomancato.
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“Ed è vero che siamo facilmente sostituibili, che prima o poi le persone ci perdono come si perdono gli accendini il sabato sera ma a me basta sapere di aver lasciato nel cuore di queste persone almeno un'impronta, un segno, un piccolo ricordo. A me basta sapere che guardando l'alba sorgere pensino ‘Se ci fosse stata lei l'avrebbe sicuramente fotografata’ o che sentendo una barzelletta pensino 'Lei di sicuro non l'avrebbe capita’. Non sempre, non ogni volta, a me basta sapere che un giorno, anche solo uno, si ricordino di tutto quello che ho fatto per loro e pensino 'magari l'avrei dovuta tenere più stretta, magari non l'avrei dovuta lasciare andare.’”
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“Lo so, non chiamo mai, però neanche tu lo fai. E’ che siamo uguali, incasinati ed essenziali.”
— Labellezzadellepiccolecose - (via labellezzadellepiccolecose.)
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“Scavalca il muro dell'orgoglio e vai da chi cazzo te pare: non danno la medaglia a chi resiste di più.”
— ilcazzochevenefrega
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-Marco Filadelfia.
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Prima o poi, ci faremo l'amore. (Bukowski)
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“La gente dovrebbe imparare a riconoscere i propri cazzo di errori e agire di conseguenza, mettendo da parte l'orgoglio.”
— thebluesuicide
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“Poi ti trovi che un giorno sei tu ad avere l'arma ma non spari, perché di colpire chi ti ha ferito non te ne importa più nulla.”
-Alda Merini.
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Piccole ma grandi cose (per l’amore).
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E allora inventiamocele queste occasioni.
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