Tumgik
ildiariodijenny · 5 days
Text
Quel che più riconosco
“Domani inizia la vera scuola. E tu sei lì, ad un passo dalla fine, in un sentimento dolceamaro, tra nostalgia, tra amore e tra voglia di libertà, di fuga. E la ricchezza sta in questo, in questi momenti, negli attimi che ogni giorno decadono, ricchi di emozioni. Sarà difficile, sarà dura, spesso proverai a lasciare la fune, ad abbandonare la rigida volontà. È umano. La montagna è grande, enorme e difficile da scalare ma tu hai la forza, la capacità per vincere. Puoi scalarla, puoi distruggerla, puoi raggirarla. Gli ostacoli ci sono per essere superati. E sì dopo questo, ce ne saranno di altri, forse e molto probabilmente anche peggiori. Il segreto è nel capire l'importanza dell'ostacolo e viverlo soprattutto. Le emozioni nelle difficoltà sono le più vere, le più magiche, quelle che non ritornano più. La scuola non è qui, non finisce mai, quello che vivi là dentro sarà sempre dentro di te, sempre.
Ogni tanto vai e guarda quella classe, la mia classe, fallo per me, fallo come la guarderei io ma con gli occhi tuoi. Solo così continuerò a vivere là dentro, nello sguardo, nel ricordo, nelle lacrime e nei sorrisi. E poi, non sei curiosa di come sarà l'altro lato della montagna?”
Così ebbe inizio il mio ultimo primo giorno di liceo, come probabilmente non mi sarei mai aspettata. A progettarlo ero stata molto brava, avevo programmato nel dettaglio ogni piccolezza di quel giorno, persino le emozioni che avrei provato; mio malgrado (o fortuna), non andò esattamente come previsto. Immaginavo di essere felice nell'andare incontro a ciò che avrebbe dovuto segnare la fine di lotte coi docenti, di stress quotidiano gratuito e di essere sufficientemente pronta ad affrontare l'ultimo e cruciale anno che aveva come traguardo la maturità. Eppure non fu così, non esattamente…
Mi svegliai alle 6.15 come al solito, un po’ stordita per colpa dell'ansia notturna che non voleva abbandonarmi nemmeno quest'anno, feci colazione con una tazzina di caffè e presi il medesimo pullman per il quinto anno consecutivo. Nulla era cambiato, nemmeno un misero dettaglio: quel viale alberato restava sempre lo stesso, gli studenti del primo anno con un'espressione spaesata e qualche capello arruffato, il solito odore di sigarette proveniente dagli archi presenti sotto la scuola, la solita corsa per accaparrarsi i posti dell'ultima fila. Era tutto dannatamente uguale, ed io non provai nulla se non terrore misto a malinconia, sentimenti che ebbero la meglio durante la pausa che ci spettava a metà mattinata.
Erano le undici quando uscii dalla classe, come sempre, con un sorriso stampato in volto misto al mio solito sguardo tagliente, lo stesso che il mio migliore amico conosceva bene e a causa del quale mi rimproverava ogni due per tre; già, il mio migliore amico, la persona che non ritrovai al solito termosifone percorrendo quel corridoio che pareva essere infinito. Non ritrovai più, dopo 4 anni, le certezze che mi avevano accompagnata fin lì, che avevano asciugato con delicatezza ogni lacrima e riso per ogni avventura scolastica e non; accanto a quel termosifone ancora gelido, non ritrovai quelle braccia pronte a farmi scomparire quando ogni mio punto di forza veniva meno. Non vidi nemmeno lei accanto a quel termosifone, quella ragazza caratterialmente simile a me che m'incoraggiava dopo le insufficienze in greco e matematica, che amava il viola ed odiava quella scuola meno di quanto lei stessa potesse immaginare. Non mi avvicinai a quel termosifone che mi aveva vista crescere, giorno dopo giorno, al fianco di quei due ragazzi che reputavo per me fratelli, al quale avevo permesso di conoscere e toccare con mano ogni cambiamento della vera me stessa sin dai 14 anni. Non ricevetti alcun abbraccio dato col cuore varcando l'uscio della porta della mia aula ed ancor meno sguardi che mi avrebbero fatto capire quale lezione stessero seguendo.
Oggi, 18 settembre, quella classe era oramai piena di nuovi alunni e quel termosifone era vuoto, proprio come un piccolo pezzo della mia anima che resterà per sempre, profondamente, lì, insieme ai miei “fratelli”.
99 notes · View notes
ildiariodijenny · 6 days
Text
Ci sono sere come questa, in cui arriva la malinconia, l’ansia, quella che ti risucchia in ricordi e sensazioni che pensavi di aver dimenticato totalmente.
Sento il cuore che batte a mille, mi sento agitata, mi viene da piangere.
Non c’è un motivo.
Mi rendo conto che l’ansia è tornata, dopo ben 3 anni, e mi sento dannatamente impotente davanti a ciò…
0 notes
ildiariodijenny · 26 days
Text
Tumblr media
4K notes · View notes
ildiariodijenny · 26 days
Text
Tumblr media
4K notes · View notes
ildiariodijenny · 29 days
Text
Tumblr media
3K notes · View notes
ildiariodijenny · 29 days
Text
3K notes · View notes
ildiariodijenny · 29 days
Text
Fosse semplice non darsi continue “scadenze”
“Non importa quanto ci vuole.
Conta solo quanto lo vuoi.”
— Vincenzo Cannova
70 notes · View notes
ildiariodijenny · 29 days
Text
La tua voce mi abbraccia
18 notes · View notes
ildiariodijenny · 29 days
Text
Tumblr media
Uno dei più bei giorni che ricorderò qui, su Tumblr.
Agli inizi, quelli veri e senza fine, che durano negli anni. Al bene, in tutte le sue forme.
*Cuoricino nero*
2 notes · View notes
ildiariodijenny · 2 months
Text
"Ciò che nella vita rimane, non sono i doni materiali, ma i ricordi dei momenti che hai vissuto e ti hanno fatto felice. La tua ricchezza non è chiusa in una cassaforte, ma nella tua mente. È nelle emozioni che hai provato dentro la tua anima.”
-Alda Merini
37 notes · View notes
ildiariodijenny · 2 months
Text
Tumblr media
-Aforisma di Erin Hanson
306 notes · View notes
ildiariodijenny · 2 months
Text
sento ancora di star sprecando troppo tempo
217 notes · View notes
ildiariodijenny · 2 months
Text
la sensazione più bella che possa esistere
Tumblr media
68 notes · View notes
ildiariodijenny · 2 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
3K notes · View notes
ildiariodijenny · 2 months
Text
Tumblr media
4K notes · View notes
ildiariodijenny · 9 months
Text
Origano
Sabato 16 giugno 2018,
Non sentivo quell'odore da tantissimo tempo: quel profumo che delicatamente mi accarezzava l'animo come se fosse dotato di mani, le mani della mia infanzia.
Il forte odore dell’origano corrispondeva non ad un semplice aroma ma alle numerose estati che, da bambina, avevo trascorso a casa dei miei nonni materni come da tradizione. Quel profumo mi ricordava la piccola campagna in cui mio nonno mi portava con sé per farmi conoscere ogni tipo di frutto ed ogni spezia che, nel corso degli anni, aveva piantato e curato. L’origano era l'odore delle friselle mangiate ogni sera tutti insieme, seduti dal lato destro del tavolo, vicino al televisore e con il portone d'ingresso aperto. L’origano era mio nonno che, dopo cena, si siedeva vicino a me sussurrandomi: “la facciamo una partita a carte?”, con l'intento di rendermi felice e farmi passare dei bei momenti. L’origano era quell'odore sempre presente in casa, o perlomeno nella prima metà di essa, la zona giorno. L’origano era il ritorno dal mare, abbastanza vicino alla casa dei nonni, a cui seguiva la puntuale doccia ed il pranzo caratterizzato da un clima allegro, di felicità e spensieratezza, dalla nonna che preparava la pasta fatta in casa e mi insegnava a fare le orecchiette (ancor'oggi mai imparate).
L’origano era anche il profumo dell'addio che, a settembre, dovevo puntualmente rivolgere a quella casa, a quell'estate, a quel piccolo paesino vicino al mare che mi aveva fatta crescere, alla macarena che ballavo sempre con mia cugina. Era il profumo dell'addio che rivolgevo ai gelati all'amarena di cui mio nonno era matto, alle friselle sempre tenute nel lato più alto della dispensa, alle colazioni con minimo dieci persone in cucina, alle sigle dei cartoni con i quali mio nonno mi svegliava ed i borsoni che, i primi dei giorni del mese, eravamo costretti a riempire per tornare a casa.
L’origano era l'odore della mia vera casa, della mia vera infanzia e dei momenti più belli della mia vita.
19 notes · View notes
ildiariodijenny · 9 months
Text
“La testa ci guida con una serie di ordini, mentre il cuore ci porta in luoghi inimmaginabili che mai avremmo pensato che potessero realmente esistere.”
Le ragazze del centralino, via @ildiariodijenny
30 notes · View notes