La risposta di Antonio #Scurati a Giorgia #Meloni 👇
"Gentile Presidente,
leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa riconosce di non sapere "quale sia la verità" sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l'entità dell'impegno.
Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Io ho solo accolto l'invito di un programma della televisione pubblica a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall'agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto. La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a "motivazioni editoriali", come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale ora pubblico. Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso. Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di Governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo.
Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?"
Dopo il mostruoso massacro di civili del 7 ottobre (il mostruoso, criminale attacco di Hamas contro i civili, giusto per essere chiari), l'attacco di Israele contro i civili ha fatto, dicono, 30mila, 35mila, 37 mila morti. Ma non credete a chi vi dice che ci sono stati 30mila morti! Mentono.
I morti sono molti di più. Perché la guerra fa questa cosa qui: nel momento in cui ammazza o ferisce una persona, ipoteca la vita di una famiglia. E fa tante altre cose. I morti a Gaza non sono 30mila: i malati cronici che moriranno senza cure; i bambini che faranno la fame perché chi porta a casa la pagnotta è morto; i mutilati che non potranno più lavorare, quelli che dovranno smettere di lavorare per prendersi cura dei parenti mutilati, eccetera, eccetera, eccetera.
Quando una guerra fa 30 mila morti vuol dire che ne ha già fatti 100mila. Sono già morti anche se camminano ancora.
Ed è per questo che la cosa più importante in una guerra non è "chi ha iniziato" ma "chi la fa finire".
Cessate il fuoco. Cessate il fuoco. Cessate il fuoco.