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editorialstaff2020 · 21 days
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Valmont Solar: quando l’agriFV si basa sull’equilibrio tra benefici economici ed ecologici
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Attenzione alla sostenibilità e innovazione tecnologica sono le due direttrici su cui si muove Valmont Solar | Convert, oggi tra i principali protagonisti della transizione energetica
Alla fiera di KEY 2024 di Rimini si è fatta notare per prodotti di alto livello in grado di accogliere le ultime tendenze dell’energia fotovoltaica. E proprio grazie ad uno di questi, il Convert tracker agrivoltaic advanced, si è aggiudicata il premio Premio Innovazione Solare. Parliamo di Valmont Solar | Convert, realtà in prima linea nella transizione energetica. Rinnovabili ha incontrato Matteo Demofonti, Vice President Product Strategy & Commercialization per farsi raccontare gli ultimi progetti avviati e le novità in arrivo, con un occhio di riguardo all’agrivoltaico.
Ing. Demofonti, il 2023 è stato un anno eccezionale per il settore del fotovoltaico, con significativi risultati sia in Italia che a livello europeo e globale. Considerando la rapida crescita del mercato, come è stato per Valmont Solar | Convert l’anno appena trascorso?
L’anno 2023 ha segnato un vero e proprio traguardo per Valmont Solar | Convert, registrando un incremento sostanziale del fatturato, che testimonia il dinamismo del nostro lavoro e la capacità di rispondere all’aumentata domanda con una produzione efficace e innovativa. Abbiamo lavorato intensamente per consolidare le attività di revamping e repowering, vitali per l’ottimizzazione degli impianti esistenti e per rispondere alla crescente richiesta di soluzioni energetiche sostenibili e di maggiore efficienza. Il nostro impegno nel greenfield si è concretizzato nella realizzazione di impianti di dimensioni rilevanti, supportati da solidi piani di investimento, uno dei tanti, il parco agrivoltaico Piani della Marina che una volta completato sarà il più grande in Italia.
Il nostro focus si è mantenuto forte anche al di fuori dei confini italiani, trovando terreno fertile in altri mercati europei come la Spagna e la Polonia. In questo contesto favorevole, abbiamo anche iniziato a raccogliere i primi frutti nel settore dell’agro-fotovoltaico, che unisce le nostre competenze nel fotovoltaico con le esigenze dell’agricoltura moderna, delineando nuove prospettive per la crescita sostenibile. In sintesi, l’anno è andato oltre le nostre aspettative, consolidando la nostra presenza sia sul mercato italiano, dove siamo fortemente radicati, sia su quello europeo, sempre più riconoscibile come un ambiente fertile per l’espansione e l’innovazione nel settore dell’energia rinnovabile. Diciamo che l’orientamento strategico adottato è quello giusto e che l’innovazione e la sostenibilità continueranno a guidare il nostro percorso futuro.
Cosa contraddistingue il vostro approccio all’agri-FV?
In Valmont Solar, l’agrovoltaico non è una semplice tendenza, ma una conferma della nostra visione a lungo termine nell’integrazione tra l’energia solare e l’agricoltura. L’investimento in questa sinergia è radicato ben prima che diventasse un argomento di moda, è una scelta strategica che abbiamo perseguito negli anni, puntando su un filone che potesse unire l’efficienza energetica con il sostegno all’agricoltura, che è parte integrante del nostro DNA aziendale e del patrimonio industriale italiano.
Il recente riconoscimento da parte del Ministro durante la fiera KEY a Rimini, con una visita al nostro stand, riflette il sostegno e la visione lungimirante del governo verso le nostre iniziative. Questo è per noi un segno di appoggio e incentiva la nostra determinazione a proseguire su questa strada.
Il nostro approccio all’agrovoltaico, che abbiamo sviluppato, si basa su un equilibrio tra benefici economici ed ecologici. Non si tratta di opporre l’energia rinnovabile all’agricoltura; anzi, crediamo in una convivenza armoniosa che, tramite l’avanzamento tecnologico, può migliorare la produttività agricola senza sacrificare la sostenibilità. Il mercato necessita di soluzioni pratiche ed efficienti, non semplicemente di incentivi statali. E il nostro sistema agrovoltaico, semplice e conveniente, risponde a questa esigenza, eliminando la necessità di un sostegno esterno per l’installazione. È con questa filosofia che continueremo a sostenere e a guidare lo sviluppo di iniziative sostenibili che rispecchiano i bisogni attuali e futuri del settore.
Rimanendo in tema di agrivoltaico, ci può raccontare qualcosa del progetto Symbiosist?
Il progetto SYMBIOSIST, finanziato dal programma europeo Horizon e lanciato all’inizio del 2023, rappresenta un’iniziativa avanguardistica che mira a fondere in maniera simbiotica l’energia fotovoltaica di ultima generazione con le esigenze dell’agricoltura. Questo progetto è al centro di una strategia per incrementare la competitività dell’agrivoltaico in Europa e, contemporaneamente, per ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico associato a questa forma di energia rinnovabile.
L’impegno di Valmont Solar in progetti come SYMBIOSIST è un esempio della nostra dedizione all’innovazione tecnologica. Il nostro scopo è quello di stimolare un progresso tangibile e concreto nello sviluppo tecnologico che trasformerà queste ricerche in prodotti reali e migliorativi. Il valore di SYMBIOSIST sta nell’avvicinare il mondo accademico e quello industriale, consentendo una sinergia di esperienze che spesso sono distanti nella quotidianità lavorativa. Attraverso questo progetto, ci avvaliamo dell’opportunità di unire gli sforzi di ricerca con le esigenze di investitori e centri di ricerca, creando così nuovi prodotti che riflettano le necessità attuali e future del settore. SYMBIOSIST diventa quindi una piattaforma di conoscenza e sviluppo che porta i benefici dell’agrivoltaico non solo in ambito tecnico ma anche culturale, elevando il dialogo sulle energie rinnovabili e stimolando politiche che ne favoriscano la crescita e l’adozione.
Leggi l’intervista completa su Rinnovabili https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/agrivoltaico-valmont-solar-punta-innovazione-sostenibilita/
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editorialstaff2020 · 1 month
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"Business e sostenibilità", la ricetta di Schneider Electric raccontata da Oliver Blum
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Obiettivi sempre aggiornati sulle strategie di sostenibilità, sensibilizzazione del management. L'ambizioso percorso della multinazionale basato sulla digitalizzazione e sull'elettrificazione dei sistemi civili, industriali e delle infrastrutture
Mr Blum, Schneider Electric ha mantenuto per il tredicesimo anno consecutivo la sua posizione tra i leader della sostenibilità nel Dow Jones Sustainability Index e nella lista Corporate Knights delle 100 aziende più sostenibili al mondo. Qual è il segreto?
Il segreto della leadership è la cultura aziendale.
Abbiamo iniziato il percorso di sostenibilità 20 anni fa, quando si parlava di responsabilità sociale d’impresa. Il tema è stato fin da allora in alto nella nostra agenda, per la competitività, per soddisfare i clienti e gli azionisti e per avere cura del pianeta.  E’ stato fondamentale che la spinta e il mandato di generare un impatto positivo attraverso le nostre scelte, sia partita dal CEO di allora e sia stata poi mantenuta da chi gli è succeduto. Naturalmente dovevamo contemporaneamente generare risultati per il business e perseguire la missione di essere partner per l’efficienza e la sostenibilità dei nostri clienti.  Ma non si tratta solo di questo, ma di ciò che facciamo con i clienti e con i fornitori ogni giorno e in ogni parte del mondo, considerando che i sistemi sono molto diversi nei vari paesi.
Come attuate questi propositi?
Questo nostro impegno entra in gioco direttamente nel modo in cui scegliamo le persone che occupano le posizioni di vertice nell’azienda. Vogliamo persone che condividano questa visione, che facciano gli interessi del business, dei clienti, degli azionisti, dei dipendenti ma che condividano questa cultura dell’impatto positivo.
Per tradurre tutto questo nell’attività aziendale abbiamo creato un sistema in cui ogni 3-5 anni stabiliamo e rinnoviamo la strategia di sostenibilità, che sia pienamente connessa alla strategia di business, descrivendo ciò che vogliamo fare in modo differente. Oggi ci stiamo avvicinando al termine del ciclo attuale, che è fissato al 2025, e stiamo pensando a come potrà essere il prossimo.  Quello su cui stiamo riflettendo è su come vorremmo che il mondo fosse tra 5, 10, 15 anni e come possiamo agire positivamente perché esso si realizzi: non stiamo ragionando su come rispettare sempre meglio le richieste di reporting ESG – che è ciò di cui si parla oggi – in quanto quello che si fa oggi è già il riflesso del passato.  La strategia di lungo termine è misurata con un indice che valuta i risultati su un arco di tre anni, e questo lo facciamo da vent’anni: i risultati di questo indice hanno un impatto di incentivo anche sulla retribuzione di tutti i dipendenti.  Grazie alla cultura, a un sistema completo ed efficace che fa della sostenibilità la priorità, le cose hanno funzionato finora e ne siamo orgogliosi.  
Quali sono le priorità a breve termine per la sua divisione Energy Management ? E quali sono le richieste del mercato quando si parla di gestione dell’energia?
Le priorità del breve e del lungo termine non sono così diverse. Se oggi consideriamo le emissioni mondiali di CO2, l’80% sono correlate all’energia.  L’energia è il nostro business: offrire prodotti, soluzioni per edifici, data center, infrastrutture e soluzioni per gestire e aiutare i clienti a gestire l’energia.  La priorità più immediata è andare anche oltre, arrivare a uno scenario in cui non si usano semplicemente questi prodotti ma si uniscono elettricità e digitale per fare in modo che i sistemi siano veramente intelligenti e permettano di diventare più sostenibili: è un obiettivo di breve termine perché è su questo che stiamo lavorando, ed è questo il principio che ispira la progettazione della nostra offerta. Stiamo creando un livello digitale che possa raggiungere e connettere tutte le apparecchiature alimentate da energia elettrica. Oggi non tutto è ancora connesso. L’innovazione è creare apparecchiature connesse o renderle connesse, e a quel punto poter aver i dati e usarli. L’obiettivo a lungo termine è di dare ai clienti tutto ciò e di aiutarli a servirsene. Chiaramente le esigenze di una grande azienda o di una più piccola, il punto di vista del CEO di una multinazionale o di un proprietario di casa, sono diversi e quindi le risposte debbono essere diverse e personalizzate, ma l’approccio generale è questo e siamo piuttosto esperti nel creare soluzioni per tutti.
L’intervista completa su Rinnovabili > https://www.rinnovabili.it/mercato/aziende/schneider-electric-business-sostenibilita-senza-compromessi/
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editorialstaff2020 · 2 months
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Secondo il Prof. Lanzafame, le agenzie di consulenza sono i catalizzatori essenziali per la Transizione Energetica delle aziende: supporto imprescindibile per intercettare i fondi del PNRR e RepowerEU
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editorialstaff2020 · 4 months
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EfficienTO parte dalle scuole: il piano Iren per il risparmio energetico
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EfficienTO abbatterà 20.000 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. Più o meno l’equivalente di quanto inquinano 17mila auto in Italia in 12 mesi
Riqualificazione energetica degli edifici, attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, messa a norma degli impianti, fornitura di energia elettrica, gas, teleriscaldamento. Questi i tipi di interventi previsti nell’ambito di EfficienTO, il piano di Iren da 110 milioni di euro in 7 anni – si concluderà nel 2029 – che prevede l’efficientamento energetico di 800 immobili nella città di Torino.
A realizzarli è la controllata Iren Smart Solutions, società certificata E.S.Co. (Energy Service Company) che offre soluzioni integrate per l’efficienza energetica rivolte a imprese e settore terziario, ma anche a condomini, alla pubblica amministrazione, ad enti no profit e assistenziali. Questo il bilancio del primo anno: quattro interventi eseguiti e già conclusi nel 2023, altri 11 con fine lavori prevista entro il 2024.
EfficienTO si è mosso a partire dalle scuole. La maggior parte dei lavori avviati e in conclusione tra 2023 e 2024, infatti, riguarda plessi scolastici. Strutture a cui il piano Iren ha assegnato la priorità, insieme a uffici, edifici culturali e religiosi e impianti sportivi, per il loro uso pubblico e sociale. In tutto 500 edifici, quasi i due terzi del totale che sarà soggetto a riqualificazione energetica.
I primi tre edifici scolastici sono già completati con la sostituzione dei corpi illuminanti interni, l’installazione di valvole termostatiche sui radiatori, l’installazione di un nuovo sistema per il Building Management System nella centrale termica per la supervisione e la gestione da remoto, e la sostituzione dei gruppi di pompaggio con nuove elettropompe con inverter.
Altre 9 scuole vedranno ultimate le opere per l’efficientamento energetico entro la fine del 2024. Per alcune è previsto anche l’isolamento degli scambiatori di calore posto sul sistema di teleriscaldamento, in altri plessi saranno eseguiti anche lavori di coibentazione verticale delle pareti e orizzontale della copertura piana.
Gli altri interventi con orizzonte 2024 riguardano l’efficientamento energetico della sede dei vigili urbani, dove è collocato anche l’Ufficio Ambiente Verde, di via Bologna e l’anagrafe di corso Corsica: in entrambi sarà anche installato un nuovo impianto fotovoltaico. Mentre sono già terminati i lavori al’impianto sportivo di viale Bistolfi.
Quando sarà consegnato l’ultimo edificio riqualificato, nel 2029, EfficienTO garantirà un risparmio energetico del 33% rispetto allo storico dei consumi termici ed elettrici. Il Comune di Torino si troverà a pagare diversi milioni di euro in meno. Quando Iren presentò il piano, nel 2020, la valutazione batteva intorno ai 7 milioni di risparmio.
Ma con la crisi dei prezzi dell’energia il dato è da rivedere: ai prezzi del 2022 sarebbero 14 milioni di euro risparmiati. L’entità del risparmio, prevede Iren, permetterà di rientrare completamente dell’investimento complessivo di 110 milioni, totalmente a carico del Gruppo.
Tra cappotti, sistemi di isolamento termico, impianti solari termici e fotovoltaici, sostituzione delle centrali termiche con caldaie a condensazione, rifacimento dei serramenti e dell’illuminazione degli edifici, Iren stima che EfficienTO sarà in grado di abbattere 20.000 tonnellate di emissioni di CO2 ogni anno. Più o meno l’equivalente di quanto inquinano 17mila auto in Italia in 12 mesi.
C’è poi il capitolo delle ricadute sociali del piano. La mole di investimenti mobilitata dal progetto consentirà di impegnare circa 100 persone nella gestione delle varie attività e fino a oltre 400 lavoratori nella fase di maggiore operatività. A cui, a cascata, vanno aggiunti i risvolti positivi per l’indotto e per l’economia locale. LINK: https://www.rinnovabili.it/energia/efficienza-energetica/efficientamento-energetico-piano-iren-torino/
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editorialstaff2020 · 7 months
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MIBA 2023: a Fiera Milano dal 15 Novembre riflettori sull’edificio del futuro
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Una prima edizione all’insegna della sinergia e dell’innovazione. Più di 1250 espositori da 41 Paesi, 8 padiglioni, 420 hosted buyer: i numeri di una sinergia vincente
Dal 15 novembre a Fiera Milano (Rho) si terrà la prima edizione di MIBA-Milan International Building Alliance, il format che accoglie quattro manifestazioni che hanno come fil-rouge l’evoluzione dell’edificio e della città: GEE-Global Elevator Exhibition, il nuovo progetto dedicato alla mobilità orizzontale e verticale, MADE Expo, appuntamento internazionale leader per soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni e l’involucro,SBE-SMART BUILDING EXPO, manifestazione di riferimento per l’home and building automation e l’integrazione tecnologica, e SICUREZZA, manifestazione leader in Italia e tra le più importanti in Europa per security&fire.
I numeri sono importanti: 8 padiglioni, più di 1250 aziende da 41 Paesi, con le maggiori provenienze da Italia, Germania, Spagna, Francia e Cina.
Un appuntamento che richiamerà a Milano decine di migliaia di operatori professionali, cui si aggiungono i 420 hosted buyer da 74 Paesi, provenienti dai 5 continenti (34% dall’Europa; 20% dall’Africa; 12% dal Medio Oriente; 10% dal Nord America; 8% da Centro e Sud America; 8% dall’Asia 8%; 6% dai Paesi Cis 6% e 2% dall’Oceania), altamente profilati e selezionati da Fiera Milano in collaborazione con ITA-ICE Agenzia. Le delegazioni più numerose arriveranno da Stati Uniti, Sud Africa, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Georgia.
“Milan International Building Alliance ha raggiunto e superato l’obiettivo numerico che ci eravamo dati, ma è soprattutto un progetto riuscito dal punto di vista della forza che rappresenta. In un mondo in cui mercati e professionisti sono sempre più chiamati a dialogare e interagire con un approccio progettuale condiviso, anche noi abbiamo scelto di partecipare a questa evoluzione, contribuendo allo sviluppo di sinergie positive. – afferma Simona Greco, Direttore Manifestazioni di Fiera Milano – A dimostrare la centralità del progetto, sono le aziende leader italiane e internazionali che hanno scelto di esserci, condividendo spirito e finalità di MIBA”.
MIBA-Milan International Building Alliance, che con la sua offerta trasversale offrirà una panoramica a 360° su tecnologie, processi, soluzioni, materiale e prodotti coinvolti nella realizzazione di edifici e città a basso impatto ambientale, smart, sicuri ed accessibili.
Gli oltre 250 convegni ed eventi in programma offriranno un'occasione unica di formazione per gli operatori in visita. Convegni, seminari e workshop affronteranno i temi più importanti per i settori di riferimento, declinati secondo tre direttrici: sostenibilità, innovazione e normative.
Ad inaugurare MIBA sarà il Building Innovation Forum dedicato al futuro delle città tra innovazione, qualità della vita, sostenibilità e partenariato pubblico-privato, mettendo a confronto esperti del panorama internazionale, esponenti delle istituzioni e attori chiave del mercato, con l’obiettivo di condividere tendenze attuali e possibili scenari, attraverso il racconto delle best practice e delle esperienze più avanzate degli ultimi anni.
La sostenibilità non sarà solo uno dei temi chiave della offerta di MIBA, ma anche un tratto distintivo dell’evento.
Fiera Milano, in linea con il Piano di Sostenibilità di Gruppo e con la propria Mission, ha infatti avviato un percorso di misurazione dell’impronta carbonica generata dai suoi eventi. Questa edizione di MIBA si inserisce concretamente in questo percorso virtuoso, che ha previsto la misurazione delle emissioni di CO2 generate dall’evento secondo un approccio di Life Cycle Assessment (LCA), con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale generato e di intraprendere mirate azioni di efficientamento, che rendano MIBA parte del percorso che punta alla neutralità carbonica degli eventi entro il 2050.
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Le 4 fiere di MIBA:
GEE-Global Elevator Exhibition, manifestazione della mobilità orizzontale e verticale. Fiera Milano, 15-17 novembre 2023
MADE Expo, manifestazione internazionale leader in Italia per il settore dell’edilizia. Fiera Milano, 15-18 novembre 2023
SICUREZZA, manifestazione leader in Italia e tra le più importanti in Europa per security&fire. Fiera Milano, 15-17 novembre 2023
SMART BUILDING EXPO, manifestazione di riferimento in Italia per l’home and building automation e l’integrazione tecnologica. Fiera Milano, 15-17 novembre 2023
Link: https://www.rinnovabili.it/le-aziende-informano/miba-manifestazione-dedicata-edificio-del-futuro-a-fiera-milano/
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editorialstaff2020 · 7 months
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Smart Building Expo 2023: in mostra il futuro dell’edilizia green e delle smart city
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Conto alla rovescia per la manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica. Dal 15 al 17 novembre 2023, torna Smart Building Expo, la kermesse organizzata da Pentastudio e Fiera Milano, con un’offerta espositiva ancora più ricca e numerose occasioni di aggiornamento e formazione. L’appuntamento sarà parte del grande format di MIBA – Milan International Building Alliance, che riunirà in un’unica cornice altre tre manifestazioni: GEE – Global Elevator Exhibition, il nuovo appuntamento dedicato alla mobilità orizzontale e verticale, SICUREZZA, evento fieristico di riferimento in Italia e tra i primi in Europa dedicato a security & fire, e ME-MADE expo, la manifestazione internazionale leader in Italia per le soluzioni innovative e sostenibili per le costruzioni.
Attraversando gli otto padiglioni, gli operatori del settore potranno scoprire le proposte delle aziende più qualificate del mercato, con una sinergia di intenti volta a sviluppare strategie comuni per la creazione dell’edificio efficiente. I visitatori di Smart Building Expo avranno la possibilità, con un solo biglietto, di visitare anche le altre manifestazioni contemporanee.
Con un’offerta in crescita ed il 30% di aziende in più rispetto alla scorsa edizione, Smart Building Expo racconterà prodotti, soluzioni e tecnologie che oggi consentono a edifici e città di evolvere in chiave smart, trasformandosi da semplici spazi in erogatori di servizi offrendo un importantissimo ritorno in termini di efficientamento energetico, sicurezza, comfort, sostenibilità.
Novità dell’edizione 2023 saranno le quattro Piazze dell’Innovazione: l’Arena Rinnovabili, l’Area Home and Building Automation, l’Area System Integration, l’Area AV Playground. Nate con l’obiettivo di fornire contenuti verticali sui mercati che ruotano attorno all’evoluzione del building e delle smart cities, le Piazze saranno coordinate grazie al supporto di importanti partner del mondo associativo ed editoriale, tra i quali anche il quotidiano Rinnovabili.it.
All’interno della Piazza dell’innovazione gestita dal quotidiano Rinnovabili.it, sarà il fondamentale tema della transizione energetica del patrimonio costruito a fare da fil rouge tra gli argomenti trattati. Un ricco calendario di appuntamenti con protagoniste le innovazioni tecnologiche che legano l’efficienza energetica al processo di decarbonizzazione nazionale degli edifici. Dal ruolo dell’intelligenza artificiale a quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili, soffermandosi sulle potenzialità offerte dalla Geotermia a bassa entalpia e dal Fotovoltaico colorato integrato, fino alle facciate attive quale strumento per assicurare comfort e risparmio energetico agli utenti. Molti i protagonisti presenti in Fiera, del calibro di Mitsubishi Electric, FuturaSun, E.GEO, Anig Hp, Focchi Group, Green Building Council Italia e molti altri.
Affidata alla curatela di Smart Buildings Alliance Italia, la Federazione che mira a organizzare la promozione del settore degli edifici intelligenti all’interno della Città Digitale, l’Area Home & Building Automation proporrà uno spaccato dei temi di maggiore attualità del settore: dall’architettura di rete all’infrastruttura digitale d’edificio, con una presentazione del protocollo R2S (ready to service), dall’edge computing al servizio dell’edificio fino al concetto di digital energy.
Saranno invece i temi chiave legati all’utilizzo dei sistemi BMS e BACS per l’integrazione dei principali impianti d’edificio i protagonisti dell’Arena System Integration, affidata alla cura dell’associazione AIBACS (Associazione Italiana Building Automation and Control Systems). Uno spaccato dei principali protocolli in uso e delle professionalità indispensabili a garantire un funzionamento ottimale di un edificio smart.
Mentre nell’Area AV Playground, gestita dalla testata Connessioni, sarà possibile entrare nel mondo dell’audio-video professionale per stabilire un contatto tra i produttori di tecnologie e di applicazioni e i cosiddetti “end users”, ovvero il vasto panorama di ambiti nei quali l’utilizzo di sistemi audio video professionali costituisce una risorsa sempre più importante.
Fiore all’occhiello del programma proposto da SBE, sarà la terza edizione della Milano Smart City Conference, un momento di confronto sul contributo della tecnologia nel processo di trasformazione innovativa delle città italiane. Due gli appuntamenti previsti quest’anno: il 14 novembre, presso la sede milanese di ASSIMPREDIL-ANCE, si svolgerà infatti una prima sessione tecnica, mentre la seconda sessione si terrà il 15 novembre pomeriggio, giorno di apertura di SBE.
Accanto al corposo programma fieristico, Smart Building Expo metterà in campo numerosi eventi per la formazione dei professionisti. Come il Convegno “Innovazione tecnologica, decarbonizzazione e qualità dell’abitare: i Nuovi Driver del Settore Real Estate”, organizzato nell’ambito del Green Building Forum e presentato dal quotidiano Rinnovabili.it nella seconda giornata di manifestazione. L’evento punterà i riflettori sulla profonda rivoluzione culturale che sta vivendo il settore del Real Estate, alimentata da logiche coerenti con i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) che pongono la rigenerazione urbana al centro della concezione stessa dell’edificio. Molti gli ospiti invitati che si susseguiranno sul palco, tra i quali il Sindaco di Milano Giuseppe Sala (in attesa di conferma), Franco Cotana AD di RSE, Francesco Miceli Presidente del CNPPC, Francesco Rossi – Real Estate Manager di Schneider Electric e ancora Fabio Gualandri – B.R. Italia, eQ-3 AG di Homematic IP, Regina De Albertis – Borio Mangiarotti Spa e Presidente di Assimpredil ANCE , Matteo Minardi – Head of Real Estate Italy di ARDIAN e Alberto Pinori Presidente di ANIE Rinnovabili. L’appuntamento è il giorno 16 novembre alle ore 14.30 presso la Sala Leonardo del Padiglione 6. Sarà comunque disponibile una diretta streaming sui Canali di Rinnovabili.it.
Ma il programma di workshop di SBE prosegue. Alle Comunità Energetiche sarà poi riservato un posto speciale, grazie al convegno interamente dedicato al tema e realizzato in collaborazione col Consiglio Nazionale dei Periti Industriali. Mentre Unimpresa Impianti proporrà un approfondimento sul PNRR e le misure di finanza agevolata. Infine, con ALA Assoarchitetti si parlerà del rapporto tra nuove tecnologie e forma architettonica in un’ottica di edilizia 4.0.
Link: https://www.rinnovabili.it/greenbuilding/smart-building-expo-2023-appuntamento-a-milano-con-linnovazione/
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editorialstaff2020 · 7 months
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Eni: La nuova energia di oggi e di domani in mostra alla MFR23
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E’ tornata dal 20 al 22 ottobre nella Capitale “Maker Faire Rome – The European Edition”, la più grande e importante fiera dell’innovazione realizzata in Europa. L’evento, promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, accoglie ogni famiglie, giovani, appassionati, aziende e innovatori di professione per mostrare nuovi trend tecnologici e le ultime frontiere del progresso. Un appuntamento a cui non poteva manca Eni, energy tech company da sempre impegnata ad investire nel futuro e nell’innovazione. Nata originariamente come compagnia petrolifera e del gas, la società si è evoluta in un gruppo energetico integrato che oggi svolge un ruolo di primo piano nel garantire la sicurezza e la transizione energetica.
Ed è proprio questa visione integrata, concreta ed orientata alla neutralità carbonica il principio su cui Eni ha allestito i propri spazi all’interno della MFR2023.
Il gruppo, che per il decimo anno consecutivo è Main Partner della manifestazione, ha organizzato uno speciale percorso espositivo, “Forme di Energia”, che attraverso soluzioni immersive e interattive racconterà ai visitatori le proprie soluzioni innovative e le tecnologie, attuali e del futuro.
Un’idea trasformativa che guarda in più direzioni e che mette gli utenti al centro di strategie funzionali al raggiungimento della neutralità carbonica. Un approccio che Eni riassume nel principio “To Zero Together”. Prodotti, servizi e tecnologie pensati per i clienti, complementari tra loro e orientati al futuro e alla decarbonizzazione, ma in grado di ottenere già oggi risultati visibili. Tutti questi elementi sono essenziali per creare valore nel processo di transizione energetica e sono affidati ad una serie di società satellite che oggi sono l’emblema del cambiamento in atto.
Per questa Maker Faire Rome 2023 Eni ha deciso di portare in fiera tutto il suo impegno verso la transizione energetica, e trasformare il proprio approccio “To Zero Together” in un percorso di installazioni esperienziali. Attraverso isole dedicate alle sue principali unità di business, la società accompagnerà i visitatori a sperimentare in prima persona l’innovazione tecnologica e ad esplorare le “forme di energia”.
Ogni isola metterà al centro il potenziale di una serie di soluzioni per la decarbonizzazione. All’interno dell’area espositiva Plenitude, ad esempio, sarà possibile osservare e interagire con la forza che muove le turbine eoliche.
L’area Enilive racconterà al pubblico una nuova mobilità resa possibile anche dal biocarburante HVO (olio vegetale idrogenato) grazie a un modello di economia circolare, mentre all’isola Versalis i visitatori potranno scoprire di più sul riciclo meccanico e chimico delle plastiche e le differenze tra i due approcci, attraverso un’esperienza interattiva diretta.
Nello spazio di Eni R&D invece, il pubblico potrà visitare virtualmente, grazie al metaverso, i laboratori e centri di eccellenza del Gruppo.
Infine l’isola dedicata all’energia del futuro ospiterà una grande installazione rappresentante in pianta la struttura di confinamento magnetico, con al centro un modellino del Tokamak.
Al centro di tutto, un’installazione interattiva: un ledfloor circolare che permetterà di passeggiare tra le nuvole create dal movimento stesso degli ospiti e che inviterà tutti i visitatori a “guardare le cose da un’altra prospettiva”. Diventando parte attiva del cambiamento.
Link: https://www.rinnovabili.it/innovazione/mfr23-eni-percorso-esperienziale-energia-nuova/
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editorialstaff2020 · 8 months
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Quando la ricarica dell’auto elettrica crea una foresta da 100 milioni di alberi
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Atlante e Mastercard danno il via a una partnership: per ogni pagamento con carta di credito, debito o prepagata alle colonnine della società del Gruppo NHOA, saranno piantati due alberi nel contesto del programma Priceless Planet Coalition
E se pagare non fosse solo intuitivo e rapido, ma facesse anche bene al clima? È la proposta alla base dell’ultima iniziativa di Atlante, società del Gruppo NHOA impegnata nella costruzione del più ampio network di ricarica rapida e ultra-rapida per veicoli elettrici del Sud Europa. Una rete che è alimentata al 100% da energia da fonti rinnovabili.
Dal 27 settembre, presso le colonnine dell’azienda situate all’aeroporto di Fiumicino e a Mantova, è possibile pagare con carta di credito, di debito o prepagata. Una sperimentazione che punta ad offrire ai clienti semplicità di utilizzo, trasparenza dei prezzi e flessibilità nel percorso verso un futuro caratterizzato da una scelta di metodi di pagamento sempre più ampia. E se la carta si appoggia al circuito Mastercard, per ogni sessione di ricarica Atlante pianterà due alberi.
L’iniziativa rientra nel programma Priceless Planet Coalition, con cui la seconda emittente globale di carte di credito unisce le forze con una rete di aziende partner per piantare 100 milioni di alberi entro il 2025 in collaborazione con il Conservation International e il World Resources Institute.
Sostenere la diffusione delle auto elettriche è vitale per centrare gli obiettivi di emissioni nette zero e rispettare il target più ambizioso dell’Accordo di Parigi, quello fissato a +1,5°C di riscaldamento globale rispetto all’epoca pre-industriale. Ed è anche uno dei pochissimi ambiti – insieme alla crescita del fotovoltaico – i cui trend attuali sono allineati con questi obiettivi, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia.
Unire auto elettriche e riduzione delle emissioni tramite riforestazione significa potenziare ancora di più i benefici che possono derivare dal passaggio graduale verso modelli di mobilità più sostenibili. In questo senso, la partnershiptra Atlante e Mastercard punta sia a semplificare la transizione verso l’e-mobility sia ad una vera e propria opera di riforestazione.
“Mastercard non solo è leader globale dei pagamenti elettronici ma anche un’azienda che con la propria spinta innovatrice da decenni ci ha accompagnati attraverso l’evoluzione tecnologica, entrando di diritto nelle nostre consuetudini quotidiane. Allo stesso modo io credo fortemente che Mastercard accompagnerà la rivoluzione della mobilità elettrica rendendo ancora più semplice e immediato l’accesso alle nostre infrastrutture di ricarica”, ha commentato Stefano Terranova, CEO di Atlante.
Link: https://www.rinnovabili.it/mobilita/veicoli-ecologici/auto-elettriche-atlante-mastercard-ricarica-assorbe-co2/
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editorialstaff2020 · 8 months
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Lo scultore Park Eun Sun presenta a Milano “Il Ritmo delle Pietra” per festeggiare l’anniversario della Fondazione delle Corea del sud
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S’intitola il Ritmo della terra la mostra di Park Eun Sun che il consolato Generale della Repubblica di Corea ha organizzato a Palazzo Litta in Corso Magenta, 24 a Milano, In occasione della Celebrazioni per l’anniversario della Fondazione della Corea.
Park Eun Sun nasce nel 1965 a Mopko in Corea del Sud dove fin da bambino si appassiona alla pitture e successivamente alla scultura presso l’Università di Kyung Hee. Nel 1993 si trasferisce a Pietrasanta (Lucca), dove prosegue gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Park ha esposto in diverse gallerie e musei in Italia (Firenze, Genova, Pietrasanta, Roma, Torino, Verona, Padova, Milano) e all’estero (Belgio, Corea, Francia, Germania, Inghilterra, Lussemburgo, Olanda, Panama, Polonia, Singapore, Stati Uniti e Svizzera). Dal 2021 l’artista è rappresentato in esclusiva dalla Galleria d’Arte Contini che ha realizzato diverse importanti mostre tra cui nel 2021 Infinita fluidità della pietra a Viareggio, Nell’Infinito dell’Arte a Venezia e Cortina d’Ampezzo e Dal Mare all’Infinito a Forte dei Marmi. Nello stesso anno riceve la Cittadinanza Onoraria dalla città di Pietrasanta. Nel 2022 le opere monumentali dell’artista sono esposte al Teatro del Silenzio di Lajatico (Pisa) e nel centro storico di Pontedera (Pisa). Nello stesso anno un’opera monumentale è stata donata alla città di Pietrasanta.
Con “Il Ritmo della Pietra” saranno esposte sia opere in marmo e granito policromi sia bronzee. Le sculture e installazioni, con il geometrismo e la sinuosità tipici di Park, si sposano quasi in un dialogo per opposti con gli ambienti barocchi di Palazzo Litta. L’opera dello scultore risponde inoltre a una sfida ben precisa: quella di utilizzare un materiale antico per poter dare vita a forme che appartengono al contemporaneo. Spostandosi tra i saloni, l’esperienza espositiva è scandita dal ritmo delle creazioni del maestro in un alternarsi di colori e forme plastiche, declinate anche nelle creazioni “luminose” che identificano la parte più recente della produzione di Park, iniziata durante il periodo della pandemia. Con queste innovative creazioni il maestro mette in luce nuove possibilità tecnologiche a supporto del suo genio creativo: sfere marmoree svuotate e riempite di luce danno una voce nuova all’eternità classica ed elegante delle infinite sfumature del marmo. La mostra è visitabile gratuitamente dal 13 al 18 ottobre, dalle 10 alle 18.
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editorialstaff2020 · 8 months
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Ad ogni installazione il suo modulo fv: Risen Energy aiuta ad orientarsi
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Quando si progetta un impianto fotovoltaico sia che si tratti di una piccola installazione residenziale, che di un impianto su scala commerciale -industriale o di una grande centrale su scala utility, è importante che tutti i componenti lavori in perfetta sinergia. Come non sbagliare? Lo spiega Jerzy Rudnicki, Senior Product Manager di Risen Energy in un editoriale pubblicato su Rinnovabili.it. La prima questione da considerare, scrive Rudnicki, è cosa influisce sulla resa di un impianto fotovoltaico. Sia i fattori esterni, come le condizioni meteorologiche, il posizionamento e il collegamento dei pannelli, l’ombreggiamento, lo sporco, l’affidabilità dell’inverter ecc. che quelli relativi ai moduli stessi. In questo secondo caso è necessario fare attenzione a 4 criteri, i cui valori possono essere facilmente reperiti nelle schede di catalogo disponibili: l’efficienza del modulo, l’efficienza del retro (fattore bifacciale) nel caso di pannelli bifacciali, il coefficiente di temperatura e la perdita di efficienza. Ma non solo.
Perché non è consigliabile utilizzare moduli fotovoltaici ad alta potenza in installazioni residenziali?
Iniziamo con un’installazione su tetto residenziale. I moderni moduli per micro installazioni sono di dimensioni relativamente ridotte e relativamente leggeri. Ad esempio, il modulo Risen RSM40-8-410M (410 W) pesa 21 kg e, se posizionato verticalmente a terra, è alto al massimo quanto il suo installatore (175 cm). Tali parametri faciliteranno l’installazione su tetti dalle forme limitate e spesso complicate (si pensi alle pendenze e all’ombreggiatura). Un modulo grande non solo sarà più difficile da spostare fino al tetto, ma avrà anche opzioni di montaggio limitate (ad esempio, opzioni di montaggio orizzontali limitate).
Un altro problema è la compatibilità con l’inverter. I moduli di grandi dimensioni hanno spesso parametri di corrente aumentati, adattati agli inverter su scala utility. Il realtà tali pannelli possono essere collegati a un piccolo inverter domestico e funzionerà nella maggior parte dei casi. Sfortunatamente, l’efficienza di tale installazione, specialmente nelle giornate di sole, sarà limitata e senza alcun ritorno per gli utenti.
Perché non utilizzare moduli fotovoltaici a bassa potenza per installazioni commerciali e su larga scala?
A parte il fatto che spesso i moduli delle piccole installazioni sono monofacciali – quindi, in pratica perderemmo il potenziale vantaggio del retro dei bifacciali – il loro utilizzo in grandi progetti aumenterebbe inutilmente i costi indirettamente legati ad essi. Stiamo parlando di cavi, lavori di sterro o persino strutture di supporto.
Quali sono queste spese extra?
E’ necessario osservare la topologia di un tipico impianto fotovoltaico. I moduli fotovoltaici sono collegati in serie in stringhe e queste sono solitamente collegate direttamente all’inverter. Una struttura residenziale avrà una di queste stringhe, al massimo due. Una commerciale ne avrà molti. Per questo motivo, ottimizzandone i costi, si cercherà di progettare stringhe con il maggior numero possibile di moduli, in modo che, a parità di potenza totale dell’impianto, il numero delle prime sia il più basso possibile. Ogni stringa è collegata singolarmente all’inverter. Aumentando le sue dimensioni a scapito della sue quantità, otterrai un risparmio. La dimensione massima della stringa dipende dai parametri di tensione dei moduli stessi, dove il limite è la tensione massima consentita dell’inverter sul lato CC.
Facendo i calcoli, possiamo vedere che per realizzare un impianto ad esempio con una potenza di 4 MW, utilizzando i moduli delle piccole installazioni precedentemente menzionati, RSM40-8-410M con una potenza di 410 W, dovremmo costruire 295 stringhe con una dimensione massima (33 moduli per stringa). Utilizzando i moduli più diffusi con una potenza superiore di 550W e tecnologia delle celle M10 (182mm), ridurremo efficacemente il numero minimo di stringhe, raggiungendo anche i 4 MW di potenza installata.
Un’ulteriore analisi mostra allo stesso modo il vantaggio dei moduli con celle G12 grandi (210 mm) rispetto alle M10 più piccole. Ebbene, i moduli con tecnologia G12, aventi la stessa potenza, ma una corrente più alta e una tensione più bassa, ridurranno nuovamente il numero necessario di stringhe.
L’ultimo elemento è aggiungere al confronto un modulo di tipo N ad alta efficienza con tecnologia ad eterogiunzione (HJT), ad esempio il modello RSM110-8-575-BHDG, G12 con una potenza di 575W. Qui otteniamo un numero di stringhe simile a quello del caso precedente, ma poiché siamo di fronte ad una notevole differenza di efficienza a favore dell’HJT, a parità di potenza di progetto, nel caso di moduli HJT occuperemo circa il 4,35% di terreno in meno. E, grazie a questo, risparmieremo su cavi, lavori di sterro e costruzione.
Link: https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/adattamento-moduli-fotovoltaici-tipo-installazione
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editorialstaff2020 · 9 months
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SolarEdge Home: la soluzione innovativa per la gestione dell’energia domestica
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SolarEdge Home: la soluzione innovativa per la gestione dell’energia domestica
SolarEdge Home è l’ecosistema firmato SolarEdge, che permette di integrare tecnologie fotovoltaiche, sistemi di accumulo, ricarica dei veicoli elettrici ed elettrodomestici intelligenti
SolarEdge è leader globale nelle tecnologie solari intelligenti. La società è nata nel 2006 per portare sul mercato una soluzione di inverter avanzata che ha ridefinito il modo in cui l’energia veniva prodotta e gestita negli impianti fotovoltaici, aumentando la resa e riducendo i costi così come il tempo di ritorno dell’investimento. Da allora oggi l’innovazione ha continuato ad essere la cifra stilistica del Gruppo, in una visione ampia e integrata finalizzata ad anticipare le esigenze del mercato e degli utenti finali. Lo dimostra da ultimo SolarEge Home, innovativo ecosistema energetico domestico in grado di massimizzare l’autoconsumo fv adattandolo alle esigenze individuali.
Attivo 24 ore su 24, SolarEdge Home si compone in realtà di più soluzioni pensate per adattarsi alle singole famiglie in maniera “tailor made”. A partire dagli ottimizzatori di potenza di SolarEdge. La tecnologia permette di ottenere una maggiore resa dall’impianto fotovoltaico, massimizzando la produzione di ogni singola unità. Grazie al tracciamento costante e individuale del punto di massima potenza dei moduli, gli ottimizzatori riescono a ridurre le potenziali perdite dovute a sporcizia, ombreggiamento, invecchiamento o eventuali danni.
Il vero cervello tecnologico del sistema è l’inverter SolarEdge Home. Un prodotto pluripremiato e dall’elevata efficienza che permette di controllare centralmente l’intero sistema e ottimizzare l’autoconsumo. Gestendo quindi non solo l’energia fotovoltaica generata ma anche il funzionamento dell’impianto d’accumulo e dei dispositivi intelligenti eventualmente presenti nell’abitazione, dai wallbox per ricaricare le auto elettriche alle applicazioni di backup fino agli elettrodomestici “smart”. Un vero e proprio energy manager residenziale, progettato per adeguarsi alle esigenze in evoluzione della famiglie. Lo speciale design rende possibile, infatti, aggiungere ulteriori dispositivi e carichi senza bisogno di aggiornamenti elettrici.
Non solo. L’inverter SolarEdge permette un sovradimensionamento in corrente continua fino al 200%. In altre parole è possibile realizzare un impianto fv domestico con potenza dei pannelli di 2 volte maggiore di quella l’inverter, sfruttando al meglio la risorsa solare in ogni stagione e condizione climatica.
L’ecosistema intelligente offre anche una batteria residenziale da 400V ad alta efficienza che dialoga via wireless con l’inverter e un caricatore per veicoli elettrici, attraverso cui è possibile programmare in modo intelligente “il pieno” a seconda delle tariffe di rete e  della produzione fotovoltaica domestica.
Un ecosistema sofisticato, flessibile e multisfaccettato che può tuttavia essere gestito attraverso una “semplice” applicazione. L’azienda ha sviluppato MySolarEdge App per permettere agli utenti di avere sempre tutto sotto controllo. Attraverso l’applicazione le famiglie possono  tenere traccia della produzione di ogni singolo modulo in tempo reale, gestire da remoto i dispositivi intelligenti domestici e le batterie, visualizzare lo stato dell’inverter e conoscere meglio i propri consumi per aumentare il risparmio in bolletta.
SolarEdge si avvale di una rete qualificata di installatori in tutta Italia. Per saperne di più e richiedere un contatto o un preventivo clicca qui.
Link: https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/solaredge-home-energia-intelligente-case/
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editorialstaff2020 · 9 months
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Settore marittimo: Eni disegna la rotta verso il net zero
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Settore marittimo: Eni disegna la rotta verso il net zero
Eni, in collaborazione con Assarmatori e Confitarma, ha presentato il documento “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo” a cui hanno contribuito i maggiori stakeholder del comparto navale
Per immaginare una strategia realistica, efficiente e sostenibile di decarbonizzazione del trasporto marittimo non basta fissare il punto d’arrivo. E’ necessario mettere a sistema le competenze di tutti gli stakeholder per disegnare il percorso tappa dopo tappa. E’ quello che ha fatto Eni lo scorso 11 luglio a Roma portando allo stesso tavolo armatori, aziende produttrici di motori navali, certificatori, rappresentanti della logistica energetica, associazioni di settore e Amministrazione Pubblica. L’appuntamento è stato l’occasione per presentare la roadmap per la decarbonizzazione del settore marino, frutto del lavoro multidisciplinare di oltre 40 esperti del comparto. Tre intensi mesi di lavoro che sono serviti a disegnare la rotta verso le zero emissioni, analizzando il contesto normativo, il mercato navale, l’evoluzione tecnologica dei motori e la disponibilità, anche in termini infrastrutturale, di vettori energetici a ridotta intensità carbonica.
Il risultato è un lavoro multidimensionale e multidisciplinare, necessario all’industria ma anche a chi nella pratica dovrà definire le norme e i regolamenti. Lo studio ha preso in considerazione la flotta navale attuale e futura, le tecnologie propulsive, i vettori energetici disponibili, il loro prezzo e le loro prestazioni, ma anche le relative esigenze infrastrutturali e il costo delle emissioni.
Sulla carta le opzioni sono molteplici. Come ricordato dagli autori dell’analisi, oggi esiste una lunga lista di prodotti con interessanti potenzialità ai fini della decarbonizzazione del settore marittimo. Dai biocarburanti come l’HVO e il FAME alle versioni bio del GPL e del GNL, dall’ammoniaca al metanolo, dai carburanti sintetici (e-fuel) all’idrogeno. Ma non tutti potranno giocare un ruolo rilevante da subito, sia per una questione prettamente di maturità tecnologica che per via del necessario sviluppo infrastrutturale e di filiera. La transizione energetica marittima per dimensioni e caratteristiche avrà bisogno di evolversi strada facendo per tenere assieme sostenibilità, competitività e sicurezza.
Nel breve termine (2030-2035) l’opzione più verde, accessibile, economica e flessibile è rappresentata dai biocarburanti liquidi e gassosi già presenti sul mercato, e in particolare l’HVO, acronimo di Hydrotreated Vegetable Oil. I suoi punti di forza? E’ ottenuto dalla lavorazione di lipidi di scarto rinnovabili, può essere utilizzato già oggi nei motori in miscela al 50% con carburanti tradizionali senza modifiche tecnologiche, ma si presta anche all’uso in purezza nei nuovi motori. Ma soprattutto permette di raggiungere riduzioni nelle emissioni di CO2eq tali da rispettare gli obblighi normativi immediati così come quelli a medio e lungo termine. A titolo di confronto il suo impiego permette di abbattere tra il 60 e il 90% delle emissioni di carbonio (in funzione della tipologia di carica biogenica) rispetto al carburante tradizionale sull’intero ciclo di vita. E a differenza di vettori energetici come l’ammoniaca o l’idrogeno, non richiede modifiche infrastrutturali o logistiche.
Discorso non troppo dissimile per il biocarburante FAME, prodotto attraverso la transesterificazione di oli vegetali. Quest’ultimo, tuttavia, a fronte di una decisa economicità offre però prestazioni più scadenti in quanto si tratta di un prodotto meno stabilizzato, che richiede particolari operazioni di movimentazione all’interno delle navi.
Sempre sul breve termine un ruolo potenziale lo ha anche il GNL. In questo caso le sfide si focalizzano più che altro sulla domanda, le infrastrutture e ovviamente le emissioni, sebbene più basse di quelle carburanti navali tradizionali. E in futuro sistemi di cattura della CO2 a bordo delle navi potrebbero dare un’ulteriore mano. Il bio GNL alleggerirebbe sicuramente l’impronta di carbonio ma andrebbe incrementata l’offerta e abbassati i costi.
Lo studio annovera tra le opzioni per il medio termine il metanolo – interessante soprattutto se prodotto da rifiuti – ma oggi ancora troppo costoso ed energeticamente impegnativo.
Sono considerate opzioni per il lungo periodo invece l’ammoniaca e l’idrogeno ma con tutte le sfide del caso: dall’abbattimento dei costi tecnologici a questioni prettamente ambientali e di sicurezza. Su tempi lunghi si muovono anche gli e-fuels, per i quali tuttavia si prevede invece uno sviluppo per lo più legato al trasporto terrestre, che lascerà ben poco spazio alle imbarcazioni.
Dall’analisi, dunque, l’HVO emerge come il vettore favorito. Un risultato che non sorprende dal momento che l’olio vegetale idrogenato rappresenta una soluzione già rodata e disponibile. Un prodotto in grado di accelerare la transizione energetica marittima senza dover aspettare nuovi motori o infrastrutture. In questo campo Eni ha da tempo costruito un solido know-how. La società produce già il biocombustibile nelle sue bioraffinerie di Venezia e Gela attraverso la tecnologia proprietaria Ecofining™ e ha da poco siglato un accordo con RINA per svilupparne assieme l’impegno nel trasporto navale. Un’intesa di ampio respiro che guarda all’immediato ma anche al futuro. L’accordo prevede infatti di sviluppare altri vettori energetici sostenibili, come ad esempio l’idrogeno e l’ammoniaca nella versione verde o blu. E la realizzazione di iniziative che coinvolgano la loro intera catena logistica così come l’adozione di metodologie certificate per il computo “tassonometrico” dei benefici emissivi lungo tutta la value chain.
Link: https://www.rinnovabili.it/mobilita/navigazione-sostenibile/decarbonizzare-il-trasporto-marittimo-strategia
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editorialstaff2020 · 10 months
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Inverter raffreddati a liquido, l’avanguardia tecnologica firmata ABB
I liquid-cooled drives offrono vantaggi significativi in termini di compattezza, efficienza e modularità, rappresentando la soluzione perfetta per l’efficienza energetica in condizioni di funzionamento complicate
Durante il funzionamento tutti gli azionamenti tendono normalmente a scaldarsi e richiedono necessariamente un sistema di raffreddamento per funzionare in maniera ottimale. Ciò, tuttavia, pone una serie di vincoli sia a livello di progettazione che di logistica e manutenzione. Nella gran parte delle applicazioni, il raffreddamento avviene con l’aria e necessita di spazi idonei alla ventilazione, manutenzioni frequenti senza tuttavia poter garantire efficienze elevate. L’alternativa può essere quella di impiegare inverter con sistemi di rimozione del calore con fluidi liquidi al posto dell’aria. Sono i cosiddetti liquid-cooled drives e offrono vantaggi significativi in termini di compattezza, efficienza e modularità. ABB è in pole position da anni nello sviluppo di questa tecnologia, con decine di casi studio nel settore del trasporto marino e dell’industria, fino ad arrivare alle difficili applicazioni nel mining e nell’Oil&Gas. ABB offre un’ampia gamma di soluzioni come l’ACS880LC, una versione all’avanguardia di inverter che garantisce potenze di quasi il 50% maggiori con gli stessi consumi dei modelli precedenti.
Perché usare l’acqua? Semplice, si tratta di un fluido oltre 23 volte più efficiente nel trasferire calore rispetto all’aria (motivo per cui nei caloriferi di casa viene usata la prima e non la seconda). Nei liquid-cooled drives, il liquido estrae calore dagli inverter e lo dissipa tramite scambiatori con efficienze che possono superare il 98%. Gli azionamenti ABB raffreddati a liquido utilizzano una miscela a base d’acqua, con additivi per evitare corrosione e congelamento.
Non c’è rischio di cortocircuito? Come noto, acqua ed elettricità non vanno mai troppo d’accordo, ma il sistema refrigerante dei drives ACS880LS di ABB opera a flussi e pressioni particolarmente basse e ciò riduce al minimo la probabilità di perdite. Senza contare che il liquido additivato ha una conduttività elettrica molto inferiore a quella dell’acqua pura, minimizzando il rischio di corto o arco elettrico, nella remota ipotesi che qualche goccia di liquido venisse in contatto con i componenti delle linee.
Che differenza c’è tra un sistema raffreddato ad acqua e uno ad aria? Prendiamo un inverter da 6 MW di potenza: la macchina può arrivare a produrre 150 kW di calore di processo durante il suo funzionamento, calore che viene asportato dal fluido, sia esso aria o un liquido. Nel caso dell’aria, per aumentare lo scambio termico, il drive va installato in ambiente ventilato, che può essere predisposto all’umidità, a temperature troppo elevate o eccessivamente basse. Per non parlare della polvere o dei gas corrosivi, fattori da tenere in considerazione, perché spesso presenti nei siti industriali. Insomma, un tradizionale azionamento raffreddato tramite ventilazione potrebbe avere vite utili ridotte per tutte queste ragioni. Nel caso dell’acqua, invece, il calore di processo viene convogliato verso un circuito esterno tramite uno scambiatore e una pompa, per essere eventualmente “riciclato” in altre fasi della produzione. Un sistema raffreddato a liquido necessita anche di manutenzioni meno frequenti, non essendoci filtri e condotti dell’aria da pulire per garantire il flusso di raffreddamento adeguato. I drives della serie ACS880LC a raffreddamento liquido sono realizzati all’interno di una scocca sigillata ermeticamente, eliminando quindi la necessità di prevedere uno spazio extra attorno all’azionamento, condotti dell’aria adiacenti o chiller nello stesso ambiente. In questo modo viene ridotto a zero anche il rischio di esposizione a polveri o detriti, che potrebbero danneggiare il drive.
Link: https://www.rinnovabili.it/energia/efficienza-energetica/azionamenti-raffreddati-a-liquido-avanguardia-abb/
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editorialstaff2020 · 10 months
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Il design sostenibile Atlante per il futuro della ricarica elettric
Curata sotto il profilo estetico, ispirata alle buone pratiche di economia circolare e soprattutto a basso impatto ambientale. Si tratta del nuovo modello di stazione di ricarica sostenibile realizzata da Atlante e Bertone Design (New Crazy Colors). Un progetto all’insegna della creatività e dell’innovazione, pensato per accompagnare lo sviluppo smart dell’infrastruttura di ricarica con un occhio alle performance e uno alla sostenibilità. Come spiegato in occasione del lancio da Stefano Terranova, CEO di Atlante, la collaborazione fra le due realtà aveva obiettivi ben precisi: creare una stazione unica, accogliente, funzionale e facilmente riconoscibile, in grado di riflettere “l’indiscusso valore tecnologico della rete Atlante, senza alcun compromesso sulla sostenibilità”. L’obiettivo: offrire una nuova esperienza di ricarica attenta all’utente e al tempo stesso all’ambiente, accelerando il cambiamento verso una mobilità a zero emissioni.
“In un mondo sempre più attento alle tematiche ambientali, crediamo che design e sostenibilità siano strettamente connessi e ciascuno, con le proprie specificità, possa sensibilizzare e responsabilizzare le persone su questi temi, portandole ad abbracciare il cambiamento”, ha spiegato Terranova. “Ma non ci limitiamo a sognare un futuro più rispettoso dell’ambiente. Ogni giorno lo pianifichiamo, lo progettiamo e lo ingegnerizziamo per dare vita alla nostra visione e rendere la mobilità elettrica la nuova normalità per milioni di persone”.
Audace, proiettato al futuro, sostenibile. Il design della stazione con le sue linee essenziali ma decise cattura perfettamente la visione pionieristica di Atlante, traducendola in un perfetto equilibrio di forme e di volumi. Il fulmine che sorregge la pensilina simboleggia l’Energia, quella pura e potente del cambiamento, autentico pilastro della mission aziendale. L’alternanza di vuoti e di pieni trasmette all’intera struttura un’immagine di forza e al contempo di leggerezza, capace di distinguersi e di valorizzare il contesto circostante.
In sintonia poi con l’impegno di Atlante – costruire il futuro della mobilità per le generazioni future in armonia con il nostro pianeta – non poteva mancare una scrupolosa attenzione all’intero ciclo di vita delle stazioni stesse. Per la realizzazione degli impianti, infatti, saranno impiegati materiali riciclati e/o totalmente riciclabili, così come tecniche edilizie a basso impatto ambientale, assieme a una gestione intelligente della logistica e dei lavori di costruzione. Le nuove infrastrutture di Atlante potranno anche offrire un servizio di ricarica ultra-rapida supportata da sistemi di accumulo a batteria. Lo stoccaggio consentirà di immagazzinare e ottimizzare la produzione di energia generata da fonti rinnovabili.
Non solo. Le stazioni di ricarica sostenibili avranno dimensioni e configurazioni diverse a seconda delle necessità tecniche e della località in cui verranno installate, offrendo nel caso degli impianti più grandi la possibilità di integrare moduli solari direttamente sulla copertura della pensilina. E saranno ovviamente connesse al sistema di gestione energetica (Energy Management System) proprietario di Atlante.
“L’idea alla base di questo progetto innovativo è quella di fornire un’utile esperienza utente, rendendo la guida dei veicoli elettrici più attraente e semplice”, ha aggiunto Terranova. “Vogliamo che Atlante sia il punto di riferimento per la ricarica dei veicoli elettrici. […] Quello che vedete oggi è un esempio di pensilina, perfettamente adattabile a diverse esigenze e contesti urbanistici. E se riflettete sul fatto che questo nuovo design della stazione Atlante è modulare, dotato di pannelli solari, sistemi di accumulo di energia e tecnologia Vehicle-To-Grid, converrete con me che questo capolavoro di ingegneria italiana non passerà inosservato nelle nostre città”.
Link: https://www.rinnovabili.it/mobilita/smart-mobility/atlante-stazioni-di-ricarica-sostenibili/
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editorialstaff2020 · 10 months
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Ecoprogettazione per motori e drives, le soluzioni ABB hanno anticipato l’efficienza
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Il Regolamento EU 2019/1781 premia l’efficienza energetica e pone alle imprese requisiti minimi da rispettare. ABB offre motori e azionamenti che ottimizzano la produzione, abbattendo costi ed emissioni con performance superiori alla normativa
Il Regolamento UE 2019/1781 sulla Progettazione Ecocompatibile, meglio noto come Regolamento “Ecodesign”, ha stabilito nuovi requisiti per motori elettrici e azionamenti, con coefficienti minimi di efficienza. Obiettivo? Ridurre sprechi ed emissioni di gas climalteranti. Le norme sono entrate ufficialmente in vigore a luglio 2021 con una seconda fase di disposizioni attivata a partire da luglio di quest’anno. Un processo ordinato e puntuale su cui c’è chi si è mosso in largo anticipo. Parliamo di ABB che già prima del 1° luglio 2023 era in grado di fornire ai clienti motori conformi, con prestazioni migliori rispetto ai limiti di legge. “L’adozione di tecnologie più efficienti sotto il profilo energetico aiuterà l’industria ad abbattere le emissioni e i costi di gestione”, spiega Francesco Morrone, division manager Motors&Generators di ABB Motion Italia.
 Il nuovo Regolamento si applica ai motori elettrici a induzione in bassa tensione (Direct on line, DOL) con corrente alternata nominale < 1000 Volt, così come agli azionamenti a velocità variabile (i cosiddetti drives) commercializzati in Unione Europea. Prevede due fasi: una prima, a partire dall’entrata in vigore nel luglio 2021, che imponeva per una larga parte dei motori industriali in UE una classe di efficienza almeno pari a IE3, e una seconda, che scattata a luglio di quest’anno, con un ampliamento del campo di applicazione e un aumento dei requisiti alla classe IE4 per alcune tipologie di motori (trifase con potenze nominali comprese tra 75 e 200 kW). Gli azionamenti da 0,12 a 1000 kW devono invece essere conformi alla classe IE2. Motori e azionamenti non in grado di soddisfare i requisiti minimi imposti dal regolamento non potranno essere etichettati con il marchio CE e, di conseguenza, potranno essere commercializzati solo al di fuori dell’Unione.
Si tratta, insomma, di una policy virtuosa, che mira a ridurre sprechi ed emissioni, in accordo con gli obiettivi di “Fit for 55%”, il pacchetto climatico della Commissione europea, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra de 55% rispetto ai livelli del 1990, puntando alla carbon neutrality entro il 2050. Un obbligo per le imprese, ma anche una grande opportunità per abbattere consumi energetici, ridurre le emissioni e ottimizzare i costi di esercizio.Come sfruttarla al meglio? “I responsabili d’azienda devono verificare che tutte le iniziative siano economicamente sostenibili – prosegue il manager di ABB – e un ambito sottovalutato che potrebbe soddisfare le esigenze sia delle imprese, sia del pianeta è proprio l’efficienza energetica”. La multinazionale, attiva da oltre 100 anni nel settore, ha un’ampia gamma di motori, azionamenti e servizi digitali che garantiscono affidabilità, efficientamento energetico e performance nei processi di produzione industriale, soddisfando i requisiti imposti dal Regolamento Ecodesign. Per gli operatori più ambiziosi, ABB offre soluzioni ancora più efficienti, con motori di classe IE5 “ultra-premium”. Si tratta di macchine che garantiscono dispersioni elettriche minori anche del 40% rispetto ai motori in classe IE3. “Adottando tecnologie di efficientamento più avanzate possiamo ottenere di più dalle risorse energetiche attualmente a nostra disposizione”, continua Morrone.
Non solo motori: la soluzione più efficiente in campo industriale è senza dubbio l’impiego di azionamenti a velocità variabile (VSD o drives), che permettono di regolare la velocità del motore in funzione del fabbisogno effettivo. Nella maggior parte dei casi, oggi, i motori funzionano invece alla massima velocità a prescindere dai carichi, aumentando gli sprechi. L’implementazione di drives può comportare risparmi energetici di oltre il 25%. L’investimento iniziale, con gli attuali prezzi della materia prima energetica, viene recuperato nel giro di pochi mesi. ABB può vantare una lunga esperienza nel campo e con i nuovi motori sincroni a riluttanza SynRM di classe IE5 in accoppiamento agli azionamenti a velocità variabile, permette di raggiungere potenze elevate, riducendo i consumi. I pacchetti motore-drives possono essere ottimizzati a seconda del settore industriale di impiego e sono ideali per tutte le applicazioni, dal trattamento delle acque alla climatizzazione. L’innovativo motore SynRM IE5 di ABB non impiega magneti o avvolgimenti nel rotore, con prestazioni tipiche dei motori a magneti permanenti a fronte di una manutenzione semplice come quella dei motori a induzione. “Realizzare da un lato gli obiettivi aziendali e dall’altro la promessa delle emissioni zero: questo approccio, insieme a una maggiore collaborazione industriale e al “pensiero circolare”, sarà essenziale per portare a termine la transizione a un mondo più sostenibile”, conclude Morrone.
  Link: https://www.rinnovabili.it/efficienza-energetica-3/ecodesign-motoriazionamenti-soluzioni-abb-migliorano-limiti-legge/
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editorialstaff2020 · 11 months
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Consolidare il rapporto tra ufficio stampa e i giornalisti con dati e contenuti  approfonditi e verificabili
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Come afferma  l’ultimo Cision State of Media Report 2023, che ha intervistato piu’ di 3000 giornalisti sui nuovi bisogni delle redazioni, le imprese e i loro uffici di media relations devono garantire che i contenuti siano accurati. Profondità e accuratezza  sono definiti una priorità dal 58%  giornalisti. Il 27%  ha anche affermato che la loro più grande sfida è mantenere la credibilità come fonte attendibile. Il 40% dei giornalisti afferma di affidarsi maggiormente ai dati quest’anno rispetto a quelli precedenti e di fare affidamento sulla propria collaborazione con professionisti delle pubbliche relazioni per fornire questi dati. Alla domanda su cosa potrebbero fare i professionisti della comunicazione per semplificare il proprio lavoro, il 66% dei giornalisti ha risposto fornendo dati e fonti esperte nei comunicati stampa che restano la fonte numero uno per i media nella generazione di contenuti (35%).
“Per aumentare il valore delle informazioni fornite ai giornalisti- spiega Cristina Cobildi di Encanto Public Relations – quando si scrive un comunicato stampa  è importante considerare la convalida  del contenuto con citazioni o testimonianze di esperti del settore. L’ufficio stampa, deve essere – oggi piu’ che mai –continua Cristina Cobildi-  strutturato come una redazione giornalistica multimediale –  per offrire ai media, informazioni nei formati adatti a  i canali in cui oggi viene fruita. 
L’account di pubbliche relazioni non lavora piu’ solo con un team di colleghi con cui condivide e affina la strategia di definizione dei pubblici e dei risultati, ma il suo lavoro è condiviso –  in tempo reale – ora anche con una miniredazione, dotata di giornalisti, troupe video, esperti di infografica e  fotografi che declinano la notizia in un multiplo di contenuti.
L’ufficio media relations è la più efficace leva per promuovere la reputazione delle imprese e  promuovere il brand perché è solo attraverso l’intermediazione autorevole dei media, sapientemente gestita, che vengono costruiti i contenuti più credibili.
È da questo centro operativo e di controllo – spiega Roberto Gazzini di Encanto Public Relations –  che arrivano i contenuti, i racconti, le good stories  da condividere ancora prima che con la stampa con i propri pubblici interni e infine poi con i grandi motori di ricerca. Comunicazione esterna e interna, sono oggi più che mai facce di una medesima medaglia e si alimentano l’una con l’altra, per sostenere la reputazione dell’azienda a partire dai suoi dipendenti prima ancora che sui media e i social.
Se da una parte i media hanno un ruolo fondamentale nella formazione dell’opinione pubblica, nella creazione della percezione della realtà al web e alle piattaforme social va invece affidato l’incarico dell’amplificazione di questi contenuti cross-mediali, per contribuire ulteriormente ad accrescere la reputazione delle imprese.
Non c’è distinzione tra stampa tradizionale e testate on line: non solo tutti i quotidiani, ma anche le tv e le radio hanno uno o più canali web e social attraverso i quali diffondono i propri articoli e notizie, e molti giornalisti sono addirittura influencer di sé stessi e dispongono di propri canali social che ripropongono sia quanto già offerto ai lettori, sia contenuti ad hoc. E non dimentichiamo che sui motori di ricerca, Google in primis, i media godono di un ottimo posizionamento proprio perché l’algoritmo ne riconosce l’autorevolezza.
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editorialstaff2020 · 11 months
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L’impegno di Plenitude per la transizione energetica: i risultati 2022
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 La società controllata da Eni nata dal rebranding di Eni gas e luce è una Società Benefit: persegue dichiaratamente non solo il profitto ma anche delle finalità di beneficio comune per la società, le comunità, l’ambiente
L’intreccio di crisi che stiamo vivendo – crisi dell’energia, crisi in Ucraina, crisi sanitaria, crisi climatica – fa capire che oggi non è più possibile fare impresa senza integrare in modo profondo gli obiettivi di sostenibilità con il modello di business. Una lezione che acquisisce particolare rilevanza per le imprese che sono protagoniste della transizione energetica. D’altronde, nonostante le oggettive difficoltà vissute negli ultimi anni, il contesto globale forse non è mai stato così propizio per accelerare la decarbonizzazione dell’economia e mettere le basi per adottare modelli di consumo più responsabili.
È proprio grazie a un modello di business, quello della Società Benefit, che integra nel proprio oggetto sociale, accanto all’obiettivo di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società, le comunità e le persone, nonché in particolare sull’ambiente, che Plenitude riesce a distinguersi come società in grado di bilanciare sempre meglio gli interessi dei propri azionisti, del pubblico e di tutti gli stakeholder.
Sul fronte delle rinnovabili, Plenitude nel 2022 ha raggiunto 2,2 GW di capacità installata. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è aumentata del 166% rispetto al 2021. A questi risultati si affiancano quelli ottenuti sul fronte della mobilità elettrica. In un anno, nel 2022, il numero delle colonnine di ricarica installate sul territorio italiano ed europeo è raddoppiato rispetto all’anno precedente, portando il totale, nel 2022, a 13.093.
Sono invece 57mila le tCO2eq evitate grazie agli interventi di riqualificazione energetica. Solo grazie a CappottoMio, che unisce efficientamento energetico e consolidamento antisismico per il segmento residenziale, gli interventi effettuati hanno risparmiato 35mila tCO2eq.
La scelta di integrare la sostenibilità nel modello di business, per Plenitude, passa anche dalla scelta di diventare una Società Benefit, cioè una società che persegue dichiaratamente non solo il profitto ma anche delle finalità di beneficio comune. Creare valore condiviso, dunque, è un qualcosa di cui devono beneficiare oltre gli stakeholder, anche la collettività, il tessuto sociale e gli ecosistemi.
 Link: https://www.rinnovabili.it/energia/sostenibilita-contributo-plenitude-transizione-energetica/
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