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ecadonolefoglie · 2 years
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Chiedo scusa a me stessa per non aver creduto in me quando dovevo.
Quando in mezzo all’uragano, io potevo salvarmi e non lo sapevo.
Chiedo scusa a me per aver pensato di non farcela, cercando qualcuno che potesse sorreggermi.
Non rendendomi conto di quanta forza portavo dentro.
Chiedo scusa a me per non essermi scusata prima. Per non essermi capita, per non essermi buttata in situazioni che mi facevano paura, ma che valevano la pena di essere vissute.
Mi chiedo scusa perché ho sbagliato tante volte, e altrettante volte hanno sbagliato gli altri, e io ho dato la colpa a me.
Mi chiedo scusa, chiudendo gli occhi verso il cielo, perché in ogni disagio, io mi ero accanto, ma non me ne accorgevo.
Ho avuto paura di stare male, di sbagliare, senza mai chiedermi di cosa davvero avessi bisogno.
Chiedo scusa al cielo per averlo odiato e rinnegato nei momenti difficili, e averlo ringraziato quando invece dovevo ringraziare me.
Mi chiedo scusa per le lacrime versate e i sogni demoliti, per colpa di qualcuno che non sapeva stare al mondo.
Chiedo scusa alle mie paure per non averle mai affrontate, nonostante mi implorassero di uscire.
E alla mia voglia di vivere che ho dovuto accantonare, per colpa di qualcuno che faceva più male del sole sugli occhi in una giornata calda.
Chiedo scusa a me perché mi volevo diversa.
Adesso mi amo. E questo si, l’ho capito adesso, è il tipo di amore più vero.
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ecadonolefoglie · 3 years
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Chiedo scusa a me stessa per non aver creduto in me quando dovevo.
Quando in mezzo all’uragano, io potevo salvarmi e non lo sapevo.
Chiedo scusa a me per aver pensato di non farcela, cercando qualcuno che potesse sorreggermi.
Non rendendomi conto di quanta forza portavo dentro.
Chiedo scusa a me per non essermi scusata prima. Per non essermi capita, per non essermi buttata in situazioni che mi facevano paura, ma che valevano la pena di essere vissute.
Mi chiedo scusa perché ho sbagliato tante volte, e altrettante volte hanno sbagliato gli altri, e io ho dato la colpa a me.
Mi chiedo scusa, chiudendo gli occhi verso il cielo, perché in ogni disagio, io mi ero accanto, ma non me ne accorgevo.
Ho avuto paura di stare male, di sbagliare, senza mai chiedermi di cosa davvero avessi bisogno.
Chiedo scusa al cielo per averlo odiato e rinnegato nei momenti difficili, e averlo ringraziato quando invece dovevo ringraziare me.
Mi chiedo scusa per le lacrime versate e i sogni demoliti, per colpa di qualcuno che non sapeva stare al mondo.
Chiedo scusa alle mie paure per non averle mai affrontate, nonostante mi implorassero di uscire.
E alla mia voglia di vivere che ho dovuto accantonare, per colpa di qualcuno che faceva più male del sole sugli occhi in una giornata calda.
Chiedo scusa a me perché mi volevo diversa.
Adesso mi amo. E questo si, l’ho capito adesso, è il tipo di amore più vero.
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ecadonolefoglie · 3 years
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Spazio.
Dire qualcosa ad ogni costo
Perché esserci è essere.
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ecadonolefoglie · 3 years
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ecadonolefoglie · 3 years
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ecadonolefoglie · 3 years
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Majestic cat
(via)
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ecadonolefoglie · 3 years
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Drifting on a memory 🌙
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ecadonolefoglie · 3 years
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ecadonolefoglie · 3 years
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Dream on. 🌙
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ecadonolefoglie · 3 years
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ecadonolefoglie · 3 years
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ecadonolefoglie · 3 years
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ecadonolefoglie · 3 years
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“La gente sembrava avercela con lei. Ma cos'aveva fatto lei di così tanto sbagliato da provocare tutta quest'ira? Non era mai riuscita a trovare una risposta a questa domanda. Lei. Era così bella. Così delicata, quasi pensavo di poterla spezzare semplicemente sfiorandola. Aveva la forza di un'uragano lei. Continuava a ripetere a tutti che niente, ormai, poteva buttarla giù. Ma io li vedevo i suoi occhi. Li vedevo quando lei si aspettava di più, ma non lo riceveva mai, quando lei sperava che accadesse qualcosa che, puntualmente, non accadeva mai. Li vedevo i suoi occhi, io. Quando urlandomi addosso mi diceva ‘lasciami in pace! Da sola sto molto meglio!’ E certo che stava molto meglio. Nessuno avrebbe potuto ferirla in quei momenti (in quel modo). Se la guardavi sembrava quasi una leonessa, ma di quelle buone, che, in fondo, non farebbero male ad una mosca. Ma a lei si. A lei, la gente, faceva del male. E neanche se ne accorgeva. 'Passerà ’, si (mi) ripeteva. E quasi ci credevo anch'io. Come sempre. Come si può non credere alle parole di una dolce fanciulla così fragile e forte allo stesso tempo? 'Si, certo. Passerà ’, le ripetevo io, facendole da eco. Ma non passava. Non passava mai. E come fai quando qualcosa non passa mai? Anche a distanza di anni, rimane lì, immobile, esattamente dove l'hai lasciata. Come sopravvivi a certe assenze? Lei non lo sapeva. Non lo sapeva mai. Ma intanto sorrideva. Andava avanti come sempre. 'La vita è bellissima. Bisogna solo concentrarsi sulle cose giuste’, mi ripeteva. Spesso ci ho provato. Volevo davvero anch'io concentrarmi sulle cose giuste. Lei ci riusciva. O almeno, così faceva (ci faceva) credere. O almeno, così faceva credere a se stessa. Spesso la vedevi crollare, però. Si, perché anche le persone come lei crollano. La vedevi crollare, in silenzio, senza chiedere aiuto. Ma ne aveva un bisogno disperato. Lo faceva da sola, in disparte, in silenzio, nell'esatto momento in cui tutti erano felici, un po’ grazie a lei, lei crollava. Così, di colpo. Era lì. Ma non la sentivi più. Non la percepivi più. E gli altri, ovviamente, presi dalla loro felicità, perché mai avrebbero dovuto accorgersi che lei non c'era più? È così che andava ogni volta. Non crollava mai quando qualcuno stava giù, perché subito cercava di farlo stare bene. E ci riusciva anche. Non immaginate neanche quanto era bella. Quanto era bella anche mentre crollava. (Così, quasi come le foglie d'autunno, o una stella cadente). E chi l'avrebbe mai detto? Alla fine, nonostante tutto, si rialzava sempre. Più forte di prima. Più ammaccata di prima. Ma si rialzava. L'avrebbe sempre fatto. Nonostante tutto. E dio, quanto era bella quando sorrideva, alla fine, dopo essersi rialzata. Quanto era bella, quando alla fine ti guardava e ti diceva ’ ce l'ho fatta di nuovo, vedi? Doveva passare per forza’. E aveva ragione. Eccome se ne aveva. Doveva davvero passare per forza.”
— Non togliete la fonte. L'ho scritta io. Ci tengo.
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ecadonolefoglie · 3 years
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“Eppure mi hai cambiato la vita.”
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ecadonolefoglie · 3 years
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Parlerò di noi. Come ho fatto altre mille volte. E non ti riconoscerai in queste parole. Non crederai siano per te.
Mi chiederai come faccio a provare tanto, tu che non ti sei mai sentito all’altezza.
Mi chiederai come faccio ad amarti così, senza freni, senza paure. E io potrò solo risponderti che la forza me l’hai data tu. Con i tuoi ‘ti amo’ sussurrati, con la tua premura nei miei confronti, con il caffè caldo la mattina preparato solo per me. Solo perché sai che di mattina ne ho voglia.
E allora io ti amo un po’ di più.
Ti amo quando mi sorridi e ti vergogni. E abbassi lo sguardo. Come se questo bastasse a non guardarmi.
Io ti sono dentro.
Tu mi sei dentro.
Un volto basso, uno sguardo al pavimento, non cancellerà l’avermi di fronte. L’avermi dentro.
Mi avrai accanto anche quando chiuderai gli occhi.
Sono un’anima di cui non ti libererai, e di cui non vuoi liberartene.
Parlerò di noi, del nostro amore, che in fin dei conti, non può far male.
Tu guardami ancora un po’. E poi abbassa lo sguardo e dimmi che non potresti amare di più.
Sorridimi e dimmi che niente sarà mai come me e te quando alla fine di una giornata ci abbracciamo alla ricerca di ossigeno.
E non ci crederai mai, come a tuo solito, che questo cuore che batte, batte per te, che non ti sei mai sentito abbastanza.
Non ci crederai, e mi guarderai con stupore, e ti prego, guardami sempre così.
Tu che per me sei l’essenziale.
Sei quel respiro che cerco dopo aver fatto le scale di corsa.
Sei quell’odore di quando entri in casa tua e pensi ‘casa’.
Sei quel vento leggero che cerco, disperatamente, in una giornata afosa.
Tu che non ti sei mai sentito importante, sei importante per me.
Tu che non ti sei mai sentito forte, mi dai forza per affrontare la vita.
Tu che una carezza non l’hai mai avuta, trovi pace dentro i miei abbracci.
Ti chiedo solo una cosa: non sfiorire
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ecadonolefoglie · 3 years
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“Stavo pensando a te: una bimba degli occhi vivaci, ma lo capisco da come mi abbracci che hai avuto più giochi che baci.”
— (via ecadonolefoglie)
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ecadonolefoglie · 3 years
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Chiedo scusa a me stessa per non aver creduto in me quando dovevo.
Quando in mezzo all’uragano, io potevo salvarmi e non lo sapevo.
Chiedo scusa a me per aver pensato di non farcela, cercando qualcuno che potesse sorreggermi.
Non rendendomi conto di quanta forza portavo dentro.
Chiedo scusa a me per non essermi scusata prima. Per non essermi capita, per non essermi buttata in situazioni che mi facevano paura, ma che valevano la pena di essere vissute.
Mi chiedo scusa perché ho sbagliato tante volte, e altrettante volte hanno sbagliato gli altri, e io ho dato la colpa a me.
Mi chiedo scusa, chiudendo gli occhi verso il cielo, perché in ogni disagio, io mi ero accanto, ma non me ne accorgevo.
Ho avuto paura di stare male, di sbagliare, senza mai chiedermi di cosa davvero avessi bisogno.
Chiedo scusa al cielo per averlo odiato e rinnegato nei momenti difficili, e averlo ringraziato quando invece dovevo ringraziare me.
Mi chiedo scusa per le lacrime versate e i sogni demoliti, per colpa di qualcuno che non sapeva stare al mondo.
Chiedo scusa alle mie paure per non averle mai affrontate, nonostante mi implorassero di uscire.
E alla mia voglia di vivere che ho dovuto accantonare, per colpa di qualcuno che faceva più male del sole sugli occhi in una giornata calda.
Chiedo scusa a me perché mi volevo diversa.
Adesso mi amo. E questo si, l’ho capito adesso, è il tipo di amore più vero.
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