Tumgik
akuma-garasu · 8 years
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Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
Charles Bukowski (via quandotipensomibrillanogliocchi)
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akuma-garasu · 8 years
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Eravamo a letto, prendo una penna e gli scrivo questa frase. Dopo qualche ora la tatua.
Se questo non è amore, non so assolutamente cosa sia.
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akuma-garasu · 8 years
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‘Oh but Ash Stymest isn’t gay or bi.’
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Are
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you
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sure?
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POSITIVE?!?!?!?! 
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akuma-garasu · 8 years
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Eravamo a letto, prendo una penna e gli scrivo questa frase. Dopo qualche ora la tatua.
Se questo non è amore, non so assolutamente cosa sia.
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akuma-garasu · 8 years
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Non vedo l'ora di poter dormire con la testa appoggiata sul tuo petto ad ascoltare il battito del tuo cuore.
(via perdertiperritrovarti)
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akuma-garasu · 8 years
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CORAGGIO.
So che, probabilmente, non serviranno a molto delle semplici parole scritte da una sconosciuta, ma vorrei consigliare a chi si nasconde per paura, per vergogna o per qualsiasi altro motivo che impedisce di essere se stessi, di trovare il coraggio di affrontare tutto ciò. Non siete affatto soli, in tanti attraversano simili circostanze alle vostre, io stessa le condivido con voi.
Abbiate il coraggio di non negare voi stessi, di essere felici ed orgogliosi per ciò che siete e che non è sbagliato essere qualcosa di diverso da ciò che negli anni la società ha imposto come “normale”. Chi non vi accetta è uno stolto e non potete permettervi di stare male per loro, dovete andare avanti con la vostra vita, può far male od essere difficile ma stare bene come possono anche gli altri è vostro diritto!
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akuma-garasu · 8 years
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UMANI TROPPO UMANI 
Mi piace quando due persone si incontrano e si scambiano idee. Mi piace perché sono una strenua sostenitrice che solo dal confronto di pensieri diversi (e anche divergenti) possa nascere qualcosa di fruttuoso. Mi piace la pluralità di menti e di voci, mi piace anche la difesa del proprio pensiero, se argomentata. Mi piace un po’ meno chi si irrigidisce sulle sue posizioni senza ascoltare l’altro, non mi piace per niente chi scambia una battaglia di diritti per un confronto di idee.
Quello che sta accadendo in Parlamento sulla questione delle unioni civili e della stepchild adoption è sulla bocca di chiunque abbia un po’ di senso civico. Il nodo della questione, ormai si sa, è l’adozione di un bambino da parte di una coppia gay. E di articoli ce ne sono tanti, di parole se ne sono spese tante, ma dopo aver ricevuto un sms (ebbene sì, un whatsapp) con un brano attribuito a Oriana Fallaci contro le adozioni gay, non ho resistito alla tentazione di scrivere, di parlarne.
Perché per parlare di legge di natura e legge di vita occorre essere cauti. Una legge naturale è certamente il metodo riproduttivo sesso maschile-sesso femminile, ma saremmo certamente in grado di dire che nella nostra vita seguiamo le “leggi naturali”? Basta fermarsi a riflettere un attimo sulla vita di tutti i giorni e a cosa ci sia di “naturale” in ciò che facciamo. Tutto ha una sovrastruttura etica oppure una sovrastruttura tecnica. E’ naturale invecchiare e avere le rughe, non è naturale correggere i difetti con la liposuzione; è naturale che delle cellule si ammalino e sviluppino un cancro, non è naturale cercare di bloccare lo sviluppo della malattia; è naturale morire quando il corpo si è ormai consumato, non è naturale riempirlo di farmaci pur di tenerlo in vita (in stato vegetativo). E certamente esistono coloro che sono contrari anche a queste “distorsioni” in nome della Legge di Natura, ma ciò che più conta è essere capaci di distinguere la natura dalla morale personale, dalle abitudini, dalla religione. La contrarietà alle adozioni gay si basa su un principio che non ha nulla a che vedere con la natura ma che riguarda il sistema etico della nostra società: il sistema riproduttivo è certamente un sistema naturale perché servono un seme e un ovulo per far nascere un bambino e nessuno lo mette in discussione, ma il sistema “famiglia” non è certamente un principio naturale. Non si parla “naturalmente” di famiglia, siamo noi che attribuiamo alla famiglia una determinata connotazione. Come diceva Hegel, la famiglia è il primo momento dell’eticità, cioè della condivisione oggettiva di valori morali. Contiene il momento naturale, ma lo supera. Tralasciando la ben più articolata argomentazione del filosofo, lo cito soltanto per evidenziare che la famiglia come entità sociale è una costruzione etica, quindi nostra, dell’uomo, membro di una società; non è naturale e può essere messa in discussione, al pari di qualsiasi altra evoluzione etica.
Entrando poi nel merito di questa costruzione etica, ci si è chiesti davvero cosa rende una famiglia, “una famiglia”? Cosa serve perché un figlio cresca “sano”? Si potrebbe davvero dire che un figlio basta che venga cresciuto da una mamma e da un papà, allora sia “sano”? Io avrei una marea di esempi che potrebbero confutare questa teoria. Forse perché, la crescita perlomeno equilibrata di un figlio non dipende dai genitali dei genitori ma dall’apparato valoriale che viene trasmesso. E meraviglia delle meraviglie, il bagaglio valoriale di un omosessuale è assolutamente identico al bagaglio valoriale di un eterosessuale, in quanto esseri umani (cresciuti con certezze dubbi e paure di tutti). Umani troppo umani, direbbe Nietzsche. E da umani troppo umani noi ragioniamo, viviamo, ci innamoriamo, costruiamo contesti sociali più o meno evoluti.
Non c’è nessuna natura che detti leggi e il cattolicesimo stesso facendo del sesso un meccanismo puramente riproduttivo si attiene a una legge naturale così “non umana” che qualsiasi sua posizione contro gli omosessuali viene a cadere data la sua premessa così fragile.
Infine, per poter veramente discutere con qualcuno di qualcosa, sarebbe opportuno partire dalla stessa condizione di libertà. Io ritengo che mio figlio sia più intelligente del tuo e possiamo confrontarci (ammesso che sia un confronto sensato, ma scommetto che c’è qualcuno che riuscirebbe anche a farlo) se però anche la persona con cui parli è “genitore”. Oriana Fallaci pare chiedesse: “Con quale diritto, dunque, una coppia di omosessuali (maschi o femmine) chiede d'adottare un bambino?” Io inverto la domanda. Con quale diritto gli eterosessuali possono impedire a un omosessuale di riconoscere legittimamente un figlio come suo? Davvero possiamo arrogarci il diritto di stabilire chi è idoneo a essere padre o madre? E in qualità di cosa? In qualità di uomini perfetti? E chi ce la riconosce questa perfezione?
E’ una disparità di posizioni inaccettabile perché se nel confronto c’è una disparità di libertà personale, il confronto si annulla da sé.
E’ bello avere opinioni diverse, ma partendo da condizioni di parità, di uguaglianza. Chi non è d’accordo con le adozioni gay rimanga pure contrario. L’importante è che lo stesso riconoscimento e la stessa legittimazione sociale siano dati a chi si ritiene d’accordo.
A quel punto ci si può trovare attorno a un tavolo, tirar fuori l’intellettuale preferito che dice meglio di chiunque altro “esattamente quello che voglio dire io!”, ritenere la propria  argomentazione la migliore del mondo, urlare, sbattere i pugni sul tavolo, dialogare con serenità o andare a casa infuriati. E davvero, così, possiamo confrontare le nostre idee anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora. All’infinito. Ma uguali, a parità di diritti.
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akuma-garasu · 8 years
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Voi la chiamate bisessualità, e va bene, ma io credo che in realtà non sia una questione di pene o vagina. È una questione di amore senza freni. Se ti innamori di una persona, ti innamori del sorriso, degli occhi, delle mani, dello sguardo, delle gambe e delle guance. Ti innamori dei suoi modi di fare, del suo modo di muoversi, dei suoi sguardi maliziosi, dei suoi capricci, delle sue risposte. Ti innamori della risata, delle occhiaie dopo aver passato la notte a parlare, delle lacrime, degli scazzi e delle urla. Perciò non importa che sia uomo o donna. Quando ti innamori, ti innamori di ciò che una persona è. Non di ciò che in mezzo alle gambe ha.
Non mia, ma esprime ogni mio pensiero. (Via @feelingshub )
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akuma-garasu · 8 years
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È sorprendente come sulle unioni civili tutte le forze politiche siano state unite e compatte nel fare schifo al cazzo.
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akuma-garasu · 8 years
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Eppure i miei genitori mi hanno insegnato a scendere in piazza per difendere un diritto, mai per negarlo a qualcuno.
Madh (via dymotreon)
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akuma-garasu · 8 years
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l’italia se ne deve andare affanculo, lei e ‘sto contentino appena dato che spera possa tenerci buoni. non c’è proprio nulla da festeggiare
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akuma-garasu · 8 years
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La cittadinanza del mondo.
Qualche giorno fa, ad una conferenza per i diritti umani, ho incontrato Sharoan. Ha 30 anni e viene dall’ Iraq. È arrivato in Italia nel 2007, dopo un lungo tragitto iniziato nel 2003 dalla Turchia. Sharoan è andato via con il sogno di diventare qualcuno, un medico. È andato via per evitare la guerra, perché non tutti hanno il coraggio di restare. C'è chi preferisce non guardare e provare a vivere, almeno una volta. Giunto in Turchia, inspiegabilmente e a fronte di un esborso di denaro sostanzioso, il visto procuratogli era falso. Ergo, nessun spostamento. Dopo un anno, e dopo tanti altri soldi, arriva in Grecia ma anche qui, ennesimo visto falso. Un complotto burocratico, di stampo mafioso, volto a derubare non solo i soldi ma anche la dignità umana. Sharoan arriva a Bari un anno dopo e senza aver passato alcun controllo, arriva in Germania dal suo unico fratello. In Germania è stato arrestato per dieci giorni poiché privo di documentazione, e nonostante questo si è battuto per chiedere asilo. L'asilo può essere richiesto nel Paese europeo in cui per la prima volta Sharoan ha messo piede. L'Italia. Viene mandato a Milano, in attesa di uno smistamento più idoneo.
“A Milano nessuno mi ha mai rivolto la parola. Ricordo che una volta mi comprai un panino e misi a sedere di fianco a una signora con un bel vestito nero. Dopo pochi secondi la signora si spostò.” - racconta Sharoan.
Nel 2007 viene mandato in Sardegna. Racconta il suo approccio in Sardegna con un sorriso sulle labbra. Non capiva come mai ci fossero così tanti paesi immersi ancora nella natura incontaminata.
“Ricordo di aver pensato : ma perché mi hanno mandato in Africa? E poi, no. Poi ho aperto il mio cuore alla vostra isola, alla vostra gente. Non mi sono mai seduto da solo in un ristorante, il panino mi veniva offerto e guai a me se non sceglievo quale bibita abbinare.”
Sharoan si è ambientato bene. Parla italiano, studia, ha un grande amico Assaf che col tempo ha aperto un bel ristorante in una famosa località balneare. Assieme gestiscono un'associazione di accoglienza, la stessa che si è presa cura di loro. Amano la pizza, festeggiano il Natale, giocano a carte durante la vigilia, tifano il Cagliari e la Juventus.
Quando ho chiesto a Sharoan “ ti senti italiano o iraqueno? ”
“Cittadino del mondo” - ha risposto.
Il mio cuore si è riempito di un benessere indescrivibile. Tutti i problemi che pensavo di avere, tutte le lamentele che sento ogni giorno, la voglia di non fare, la stanchezza, il finto stress, sono andati via. Perché noi siamo così: ci lamentiamo davanti al nulla. E chi si dovrebbe lamentare per un mondo così ingiusto, per una scelta tra sogno o famiglia o la propria terra, non lo fa. Ha il sorriso sulle labbra e si dichiara cittadino del mondo.
Allora penso proprio che un giorno mi piacerebbe inventare “la cittadinanza del mondo”.
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akuma-garasu · 8 years
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Unioni civili, a proposito di cosa sia o non sia ‘contro natura’ - di Amalia Signorelli
Assenze in aula, ingiurie, insulti, turpiloquio, urla e aggressioni verbali di eccezionale brutalità non sono purtroppo sconosciute ai parlamentari italiani. Ma nel caso della legge sulle unioni civili la situazione si è appesantita sino a essere insopportabile a causa della disonestà intellettuale di molti, delle reazioni isteriche di altri e della vera o finta, ma comunque ostentata, ignoranza anche delle più elementari nozioni relative alla questione dibattuta. Con la stessa inoppugnabile chiarezza con cui a suo tempo si dimostrò che è la terra a girare intorno al sole, tre secoli di ricerche etnologiche, geografiche, storiche hanno mostrato che la famiglia “naturale” non esiste. La specie umana organizza il proprio sistema riproduttivo nelle forme che di volta in volta si dimostrano più efficaci a garantire la sopravvivenza della specie nelle diverse situazioni geografiche, storiche, economiche, climatiche ecc. La monogamia, la poliginia, la poliandria, le forme di parentela a discendenza unilaterale e quelle a discendenza bilaterale, i matrimoni combinati e quelli addirittura imposti dalle regole del gruppo non sono necessariamente uno “migliore” o “più morale” o “più evoluto” dell’altro. Semplicemente sono forme di organizzazione sociale della riproduzione variamente funzionali nelle condizioni storiche date: quando la loro efficienza diminuisce per il cambiare delle condizioni date, anche le forme organizzate della riproduzione cambiano. Quanto alla tradizione giudaico-cristiana, seconde, terze, quarte e via contando mogli (da noi impropriamente chiamate concubine), sono attribuite, nella Bibbia, a molti patriarchi a cominciare dal grande Abramo e dal non meno grande Salomone; addirittura Adamo prima di Eva avrebbe avuto un’altra moglie il cui nome era Lilith. Oggi viviamo in un pianeta sovraffollato, ben diverso dal semideserto globo delle nostre origini; la specie rischia di estinguersi semmai perché siamo troppi, non troppo pochi. In questa nuova situazione diviene accettabile la pratica dell’eros programmaticamente separata dalla procreazione, pratica severamente condannata quando eravamo pochi e il popolo eletto ringraziava il suo Dio che concedeva loro discendenze numerose come le stelle in cielo e i granelli di sabbia nel deserto. Oggi siamo monogami, ma siamo ben lontani dalla media per ogni donna di una gravidanza ogni dieci, dodici, al massimo diciotto mesi. Eppure fare un figlio ogni quattordici mesi potrebbe essere considerato perfettamente “naturale” per le donne sane e robuste. In realtà il ragionamento è radicalmente sbagliato: un figlio ogni quattordici mesi non è “naturale”, semplicemente è compatibile con l’anatomia e la fisiologia di una donna sana. Se sia naturale, è impossibile deciderlo, posto che la nostra esperienza della natura è sempre filtrata e mediata dalla cultura: e la cultura ci dice ciò che è desiderabile oppure orribile, ciò che ci emancipa oppure ci opprime. Non ci dice cosa è naturale. I diversi inclusi in un gruppo sociale servono a vari usi: per esempio servono come oggetto da inferiorizzare per consentire ai “normali” di sentirsi superiori. Non c’è niente come un omosessuale per far sentire un maschio umano nella pienezza della propria potenza gonadica. “Io sì che sono un vero uomo, mica come quello schifoso lì, contro natura…” ecc. Ed ecco che, costretti a rinunciare all’inferiorizzazione del diverso come soggetto umano, i parlamentari italiani si sono inventati un brillante escamotage: lo spostamento dell’inferiorità un passo più avanti. “Non siete inferiori a noi quanto a rapporti sessuali, ma non potete riprodurvi: ergo autorizzarvi ad avere una famiglia è contro natura”. Vedi sopra a proposito della famiglia naturale… Che il Parlamento di una Repubblica democratica, laica, europea, possa trastullarsi con argomenti di questa fatta, è già ben deprimente; ma non è tutto. Quello che almeno per me, è davvero orribile è il cinismo che è emerso con la doppia strumentalizzazione a cui tutto il testo Cirinnà è stato sottoposto. Da parte della Chiesa cattolica, che ha ribadito in tutti i modi che in materia di sessualità (e anche di altre cose) la Repubblica italiana non è un paese libero e indipendente che si autogoverna, ma è una colonia della Città del Vaticano; da parte dei parlamentari italiani che, anziché difendere se non gli odiati “froci”, almeno l’indipendenza del parlamento italiano, da un lato hanno fatto l’immancabile atto di soggezione al Vaticano e dall’altro colgono l’occasione per regolare a furia di trappole e di tranelli, i vari conti aperti tra loro. - (dal Fatto Quotidiano, 22 febbraio 2016) L'ho copiato tutto perché dovete leggerlo tutto. Anche perché a scuola dovrebbero fare l'ora di antropologia culturale anziché religione.
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akuma-garasu · 8 years
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Immigrati: la Francia blocca i treni dall'Italia. Liberté? Egalité? Fraternité?
https://twitter.com/#!/Microsatira/status/59682518550577152 (via microsatira)
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akuma-garasu · 8 years
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vine
reblog to save a life
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akuma-garasu · 8 years
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Faccio sì con la testa, in realtà non me ne frega un cazzo.
Alfredo; Valentina D’Urbano (via mi-hai-cambiata)
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akuma-garasu · 8 years
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