Tumgik
#ciao brum
filmetto · 3 years
Note
probabilmente te l’hanno già chiesto ma qualche consiglio su film italiani?
Ciao anonimão, scusa il ritardo. Spero tu sia ancora nei paraggi per leggere la risposta.
Intanto grazie per la bella domanda che mi permette di blaterare un po’ di film nostrani. Ti risparmio la listona di vecchi classici italiani che “eh ma ti pare che questo non l’hai visto e ancora parli” perché la trovi su google e tende a rinforzare l’idea che dopo Nuovo Cinema Paradiso l’Italia se ne sia stata con le mani in mano. Ho deciso per questo di escludere titoli pre-2000. Ti divido i film per generi perché non ho idea di cosa ti vada di vedere o di cosa ti piaccia.
Film che sembrano tristi ma in realtà poi quando li finisci dici ah ma vedi che forse non fa tutto così schifo:
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• Pane e tulipani (Soldini, 2000); comfort movie per eccellenza, niente ti rimette al mondo come Pane e Tulipani. Un Mamma ho perso l’aereo che è un Amore ho perso il pullman, di una tenerezza e una poesia che Studio Ghibli scansati. • Veloce come il vento (Rovere, 2016); un film per tutti quelli a cui piace dire “ah, poi qui Stefano Accorsi è spettacolare” che in questo caso hanno tutto il diritto di dirlo. Un ex-pilota tossicodipendente è costretto a prendere sotto la propria ala i fratelli freschi di orfananza. La sorella guida pure lei, quindi brum brum un sacco di macchine e un sacco di adrenalina da film di riscatto.
Italia al femminile:
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• Due partite (Monteleone, 2009); due generazioni di donne si incontrano di fronte a un tavolo per giocare a carte. Sulla maternità, la norma sociale del sacrificio e l’insufficienza della definizione di donna legata al maschile. È adattato da un’opera teatrale, cosa che diventa evidente in alcune rigidità di trasposizione, ma non ne soffre più del dovuto. Bonus points per la citazione finale di Rilke. • Le meraviglie (Rohrwacher, 2014); una storia sul salvaguardare e sul proteggere, che mostra un’ostinazione nel difendere i propri valori che non è caparbietà ma un amore fiero, secco e inflessibile, quindi poco riconoscibile come tale da chi conosce solo l’amore rapido della modernità. È uno dei miei film preferiti, ne parlerei per ore ma mi fermo per il bene di tutti.
Film che sono entrambi, in modo diverso, una riflessione sulla religiosità:
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• Corpo celeste (Rohrwacher, 2011); perché il sacro non ha nulla a che vedere con Dio e chi si appiglia a quest’ultimo troppo rigidamente lo fa spesso per paura di essere nato in un mondo senza regole. Da vedere se non altro per il tormentone del decennio “Mi sintonizzo con Dio, mi sintonizzo proprio io”. • Il padre d’Italia (Mollo, 2017); Luca Marinelli gay, omofobo e cattolico. Ho detto tutto.
Film che appena finiti vuoi solo morire:
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• La stanza del figlio (Moretti, 2001); c’è pochissima gente che mi sta sul cazzo quanto Nanni Moretti. A volte succede però che quando guardo un film mi accorgo che i motivi per cui non mi sta piacendo sono più personali del solito e che sono di fronte a un tipo di bellezza così solida che riesco a vederla oltre il mio fastidio. Se sopportassi Moretti, questo sarebbe stato un film che mi sarebbe piaciuto da morire. • La terra dell’abbastanza (D’Innocenzo, 2018); l’incarnazione cinematografica della frase “Protect me from what I want”. Due amici un po’ cazzoni investono un tipo con la macchina, si cagano sotto e fuggono. Seguono avvenimenti strazianti, in cui si rendono conto che le cose di cui credevano di avere bisogno fanno danni più silenziosi e letali di quello che hanno il coraggio di ammettere.
Quasi tutti i film sono su Rai Play quindi puoi vederli gratuitamente senza scaricare niente, tranne Due partite che è su Prime Video. Spero di esserti stata utile. Ad maiora.
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