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#viaggio di formazione
letteraturadiviaggio · 3 months
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Ram Pace - Educazione indiana
Se siete in cerca di un romanzo di formazione, avete trovato il libro che fa per voi. L’opera di Ramchandra (Ram) Pace va anche oltre tale definizione, essendo un lavoro che in controluce analizza anche il difficoltoso rapporto con i genitori, facendosi domande che appaiono più che legittime per il vissuto di un figlio che ha subito due abbandoni: il primo da parte della mamma in età prescolare,…
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diceriadelluntore · 2 months
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Storia Di Musica #315 - Blackfoot, Strikes, 1979
Per le Storie di Marzo ho individuato un metodo scientifico infallibile per scegliere la tematica che legherà i dischi di questo mese: ho preso a caso con gli occhi chiusi, un bottone nella scatola in cui tengo quelli di riserve, e ho pescato un bottone nero. Di per sè, il colore nero poteva aprire una infinità di opzioni, ma seguendo il principio della scoperta, in questo 2024, di band dimenticate, ho optato per dischi di band che hanno "nero" nel nome. Tralasciando le scelte più ovvie, il viaggio musicale marzolino inizia nella Florida di fine anni Sessanta, quando stava per prendere il volo il Southern Rock. Siamo a Jacksonville, capitale dello stile, e come molti stavano facendo in quei mesi, dei giovani mettono su una rock band: Rickey Medlocke (batteria, voce) e Greg T. Walker (basso) incontrano il newyorkese Charlie Hargrett (chitarra) e danno vita al gruppo Fresh Garbage Band con Ron Sciabarasi alle tastiere. Da qui inizia una serie infinita di cambi di formazione intorno ai primi tre che seguirà per decenni il destino dei nostri: infatti il primo a lasciare è Sciabarasi, si aggiungono altri musicisti provenienti da un'altra band, i Tangerine, cambiano nome in Hammer e con questa formazione per 6 mesi sono la resident band del più popolare topless club di Gainsville, in Florida, il Dub's. Provano ad andare a New York, e lì si accorgono che esiste già una più affermata band con lo stesso nome, quindi decidono di chiamarsi Blackfoot, in omaggio al popolo dei Nativi americani, dato che Jakson Spires, entrato dai Tangerine, è parte Cherokee, Medlocke parte Sioux, e Walker parte Creek. Ma la loro strada è ancora lunga: la band si scioglie diverse volte, alcuni di loro vanno a suonare con i Lynyrd Skynyrd (Medlocke e Walker, per alcuni mesi nel 1971, uscirà solo nel 1978, dopo l'incidente aereo che colpì il leggendario gruppo, il materiale registrato in quel frangente), si trasferiscono in New Jersey, dove con una formazione stabile registrano delle canzoni, che dopo varie peripezie nel 1975 vengono pubblicate dalla Island, che cercava nel proprio catalogo un gruppo Southern Rock, con il titolo No Reservation, e nel 1976 Flying High, stavolta per la Epic: sono due dischi di southern rock che non lasciano il segno e sopratutto non vendono quasi nulla. La band è sempre in fermento, e passano 3 anni (tra scioglimenti, defezioni per problemi alle corde vocali, dissidi) quando passano alla Atco, che suggerisce loro un approccio diverso alla scrittura. Ne esce fuori il disco di oggi, Strikes (1979), con il cobra sfocato in copertina, che li fa conoscere, dopo dieci anni, al grande pubblico. Merito è di una formazione finalmente definita (almeno per il momento) composta da Rickey Medlocke, Charlie Hargrett (chitarra ritmica), Greg T. Walker (basso) e Jakson Spires (batteria) ed una scaletta che alterna pezzi propri, tra cui i loro due maggior successi, e una scelta azzeccatissima di cover, suonate in maniera originale rispetto alle versioni degli autori. Il suono è più hard o AOR (che sta per adult oriented rock, il genere che maggiormente passavano le radio), e ha una sua natura interessante, per quanto costruita nei canoni del genere senza tante innovazioni.
Mi piace molto la scelta delle cover: I Got A Line On You fu un grande successo dei favolosi Spirit di Randy California, band mitica del rock Californiano del decennio precedente, e qui viene resa più groovy e tosta rispetto all'originale; Pay My Dues fu un successo dei Blues Image, altra band della Florida, di appena qualche anno prima dei nostri, che fu uno dei pochi esempi non californiani di rivisitazione del blues, alla maniera "europea", e che come i Blackfoot era famosa come resident band, non di un topless bar, ma di un famoso locale di Miami, il Thee Image, aperto alla sperimentazione; Wishing Well fu invece un successo dei Free, la band inglese di Paul Rodgers che prima di sciogliersi (lui andrà ai Bad Company) scrisse questa hit. Di tutte e tre, i Blackfoot ne fanno una versione particolare, dove i cambiamenti seppur minimi sono quelli incisivi, regalando alle nuove versione un vestito particolare e riconducibile al loro nuovo stile. Tra gli autografi, segnalo le loro due canzoni più famose: Train Train, scritta dal nonno di Rickey Medlocke, Shorty, che diventerà una hit anche per Dolly Parton e per un'altra band dell'heavy metal, i Warrant. Ma la loro canzone simbolo è Highway Song: oltre 7 minuti spericolati, dalla costruzione epica e imperiosa e che finiscono con sensazionali duelli di assoli alla chitarra, con all'inizio anche belle melodie vocali, canzone che è un grande omaggio all'epopea dei gruppi che dalla Florida hanno messo mattoni importanti all'edificio della Storia del Rock. Il successo arriva, quasi inaspettato, e la band fa da spalla a grandi nomi in tour nel 1979 negli Stati Uniti: fondamentale per loro quello in apertura ai The Who. La band cavalca l'onda e in due anni sforna altri due dischi niente male, Tomcattin (1980, con una Pantera in copertina) e Marauder (con un falco, 1981) e fa due tour seguitissimi. Qui però finisce la loro fortuna: l'arrivo, come uno tsunami, dell'estetica MTV li taglia fuori: il rock del sud è visto come un genere passato e addirittura la ATCO non accettò il loro disco che sarebbe dovuto uscire nel 1984, Vertical Smiles. La band conseguentemente va in crisi e si scioglie per l'ennesima volta. Va detto che non saprei nemmeno contare i vari avvicendamenti, ma considerando che tentano una reunion prima nel 1990 (pubblicando un nuovo disco, Medicine Man) e poi addirittura nel 2004 e nel 2021 sono sicuro che nelle varie formazioni hanno girato almeno 40 musicisti diversi, a dimostrazione di una voglia di musica francamente ammirevole.
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vaerjs · 7 months
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Oggi celebriamo la Giornata Mondiale degli Insegnanti 📚🍎, e voglio condividere con voi un pezzo del mio viaggio. Come insegnante precaria, anche io mi devo barcamenare ogni anno tra GPS, punteggi, contratti, convocazioni e riunioni di cui non si sa mai nulla in anticipo.
Sono convinta che il ruolo dellə insegnanti nella formazione delle future generazioni sia importantissimo, e la strada può essere impegnativa. Ho iniziato questo viaggio con la stessa passione e determinazione che vedo in molte altre mie colleghe su questo social. Una passione e una determinazione che in qualche modo riescono a guardare oltre le insicurezze del precariato. Nelle storie di oggi vi spoilero le mie preferite 💞
Oggi, attraverso Vaerjs, cerco di condividere strumenti che semplifichino la vita dellə insegnanti e rendano l’apprendimento un’esperienza migliore per lə bambinə.
Anche se il mio percorso è diverso, condividiamo la stessa missione: fornire un’educazione di qualità e ispirare le menti. Uniamoci in questa missione e celebreremo ogni insegnante che rende il mondo un posto migliore. 💪✨
#GiornataMondialeDegliInsegnanti #Insegnamento #teacherlife #teachergram #teacherday
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gcorvetti · 8 days
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Una settimana.
Oggi scocca la prima settimana, in realtà questa sera, però ero già in viaggio a quest'ora; non farò come quando ero a Catania che contavo i giorni e poi al contrario per il ritorno. Mancano anche due giorni alla prima di sta Turandot che per quanto ami l'opera mi sta costando anni di vita, discussioni e quasi il rapporto con lei, ma non penso sia solo colpa dell'opera. Oggi stranamente ho ricevuto una mail per un lavoro che avevo applicato, fatto il test che era comparare due coppie di caratteri random e cliccare su uguale o diverso in 10 minuti bisognava farne il più possibile e aggiungo sbagliandone il minor numero, mai fatto un test così idiota onestamente, va bè, il posto è da magazziniere, per questo non comprendo il test a cosa servisse, fatto sta che oramai le ditte non ti dicono niente di più di un semplice copia/incolla standard, per quello che dice Bauman nel suo libro che bisogna andare veloce e se sei lento sei tagliato fuori.
Oggi ho un bel compito da fare, rimettere in sesto la stampante 3D (in realtà darle una pulita e un'ingrassata) perché un'amica di mia sorella vuole delle stampe, niente di speciale come compito, ma nel frattempo posso anche suonare, tanto la stampante va da se.
Ieri ho cambiato la musica nel ipod, saranno stati almeno 6 mesi che ascoltavo gli stessi brani, ho messo un bel pò di roba, tra cui un album che Robert Fripp registro insieme ai fratelli Giles (il batterista poi fece parte della prima formazione dei Crimson). Suddetto album per me è una pietra miliare per la diversità dei brani e perché naturalmente stimo moltissimo il Maestro, ve lo propongo.
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P.S. L'album è incompleto, non sono riuscito a trovarlo intero.
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thegodhand7 · 3 months
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Ieri sera riflettevo sulle crisi esistenziali quindi ve ne racconto una, ma è una cosa così sopra tutto che la soluzione logica di sbattersene il cazzo prevale qualsiasi altra azione interna del mio cervello e alla fine la crisi non ce l'ho mai. Pensate a quanto è meravigliosa e straordinaria la vita. A tutte le forme di vertebrati, di invertebrati, di piante (mi scusino i botanici per l'inappropriata tassonomia), a tutte le cellule che ci sono. C'è vita, anche se semplice, pure nei luoghi più impensabili del pianeta. È una forza che da quando è nata non ha mai perso la sua fiamma, che si è plasmata sulle regole che guidano questo universo e su tutti i processi che la influenzano in questo mondo. In tutto questo marasma siamo poi nati noi, il nostro cervello è diventato più grosso e abbiamo acquisito capacità  quasi infinite. Sul nostro pianeta siamo gli unici che hanno sviluppato una coscienza, una ragione (o come la si vuole chiamare). Abbiamo creato civiltà per rendere più semplice il vivere in branco. Abbiamo esplorato le terre, costruito, e scoperto tantissime cose. Abbiamo dati nomi, catalogato e studiato le altre forme di vita con cui condividiamo questo spazio. Siamo un unicum qui. Ma quanto sarebbe, boh, triste se fossi un unicum non solo qui ma ovunque?
È triste perchè tutta questa bellezza la possiamo percepire e apprezzare solo noi.
È triste perchè qualora mandassimo tutto in malora avremmo danneggiato il bene più grande e prezioso di tutto.
È triste perchè prima o poi la nostra stella finirà il suo ciclo 'vitale' e senza di essa, la vita qui scomparirebbe. E se fossimo soli, di noi e degli altri qui non rimarrebbe traccia. Ma forse la vita per come la conosciamo noi non esisterà già più prima che il sole si spenga.
Se noi, nello specifico, fossimo un unicum nell'universo sarebbe triste.
Si okay, esiste l'equazione di Drake, una funzione matematica che permette di avere una stima del numero delle possibili civiltà intelligenti che possono evolversi nello spazio, che considera la durata media di una possibile civiltà, il tempo di formazione di nuove stelle, i pianeti associati a queste stelle, la probabilità che si sviluppi vita ecc ecc ecc. Ci sono tante ipotesi che cercano di risolvere il paradosso di Fermi e noi non abbiamo altro che congetture.
La vita per come la conosciamo noi esiste da quasi 4 miliardi di anni. Secondo delle stime l'universo esiste da 14 miliardi di anni. C'è voluto quasi un terzo del tempo di vita dell'universo per arrivare ad avere una civilizzazione. Se prendiamo i sumeri come "prima civiltà", ci sono voluti poco più di 5000 anni per la rivoluzione scientifica. Facciamo 5800 anni per la rivoluzione tecnologica. Dopo quasi 6 mila anni abbiamo iniziato ad esplorare il nostro sistema solare. Sembra una marea di tempo ma comparato ai 4 miliardi di anni non è niente, uno sbattito di palpebre. Se la fuori esistessero altre forma di vita intelligenti, dotate di raziocinio, perchè non le abbiamo trovate? Se a noi sono serviti 6000 anni per iniziare a farlo, perchè non abbiamo trovato segni nello spazio? Forse i segnali arrivano ma non riusciamo ad interpretarli?
Da un punto di vista probabilistico, è difficile che noi siamo l'unicum nell'universo. Ma considerando tutte le variabili e tutte le costanti, tutte le sequenze di eventi e combinazioni di processi che hanno fatto si che si generasse vita e poi vita intelligente, sembra altrettanto poco probabile che la fuori ci sia qualcuno come noi.
Sarebbe triste essere soli, ma dall'altro lato della medaglia, quanto può essere malinconicamente speciale quello che siamo? Quello che abbiamo qua? Quello che possiamo vedere tutti i giorni uscendo di casa e andando in un bosco o camminando su una spiaggia?
Potremmo essere l'unicum, tanto vale godersi il viaggio
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crazy-so-na-sega · 9 months
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Agli asili nido tedeschi è stato vietato di allestire "stanze per l'esplorazione del corpo" in cui i bambini piccoli dovrebbero spogliarsi e giocare toccandosi a vicenda in varie parti del corpo. La decisione è arrivata dopo che il "gioco del dottore", in cui i bambini di età inferiore ai sei anni si esaminano o si toccano a vicenda le parti del corpo nudo, era già stato formalmente regolamentato in un numero crescente di asili nido in tutto il paese. Lo scandalo pubblico è scoppiato recentemente quando l'asilo cattolico Queen Maria nel villaggio di Tennenbronn, nella Germania sud-occidentale, ha detto ai genitori che stava allestendo una "stanza sicura" per consentire ai bambini di intraprendere un "viaggio verso i loro corpi" sotto la supervisione di un adulto, previo consenso dei genitori. Un editorialista di un quotidiano locale ha denunciato il concetto come un "paradiso per i pedofili" e altri critici hanno affermato che questa pratica equivale a sessualizzare i bambini. L'ufficio della gioventù per lo stato della Bassa Sassonia ha rapidamente vietato la pratica, definendola un pericolo per il benessere dei bambini, e ora sta rivedendo i manuali di formazione distribuiti agli asili nido da ProFamilia, una delle più grandi associazioni che si occupa di educazione sessuale. I rappresentanti di ProFamilia hanno infatti promosso questo concetto almeno dal lontano 2013, quando due dei suoi consiglieri avevano dichiarato a un quotidiano nazionale che i bambini piccoli erano già "creature sessuali" e che i "giochi di esplorazione del corpo" attentamente controllati con regole chiare erano una parte salutare dello sviluppo di un bambino.
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ProFamilia per dire.
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danzameccanica · 9 years
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Con mia grandissima ammissione di colpa devo confessare che i The Gathering fino a qualche anno fa non li avevo mai ascoltati. Non so come mai… Ho avuto il mio periodo di amore per il gothic metal, conoscevo a memoria gli album dei 3rd and the Mortal, Paradise Lost e Anathema; forse in un’ipotetica selezione degli album che devi pescare per andare avanti nel tuo viaggio musicale avevo scelto i Sentenced a discapito dei Tiamat e i Nightwish a discapito dei the Gathering. Grandissimo errore ma credetemi - e non credo capiti ancora oggi – ascoltare per la prima volta Mandylion dopo aver compiuto i 35 anni è qualcosa di sconvolgente. È una specie di portale che si apre sul passato, quando pensavi di aver ascoltato tutto e collocato ogni album, ogni movimento e ogni influenza nei rispettivi scomparti, e scombussola tutti gli ordini e i criteri fatti in questi anni. Mandylion è del 1995, esce insieme a The Silent Enigma e Draconian Times; dopo Wildhoney ma soprattutto insieme al debutto dei connazionali Theatre of Tragedy, formazione che non ho mai sopportato ma che è considerata portante a livello internazionale. Ed è proprio dopo queste due band olandesi che si ridefinisce il concetto di gothic metal, con abbondanti tastiere, pianoforti e archi e spesso il duettare fra growl maschile e voce angelica femminile. I Theatre sono una band molto canonica, che riprende tanto dai primi My Dying Bride aumentando la componente teatrale.
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Ma i the Gathering si sente che stanno guardando da un altro lato. Sì ci sono le chitarre distorte e la batteria tipica anni ’90 ma quello che si crea coi synth e soprattutto con la voce di Anneke Van Giersbergen è qualcosa davvero di unico. Anneke ha 21 anni, non gliene frega un cazzo di metal eppure viene convinta cantare in questa band rivoluzionandone completamente gli esiti. Guardate il loro live al Pinkpop del 1995: i chitarristi si vestono con le magliettone a maniche corte sopra quelle lunghe, come i Pearl Jam; il batterista ha la divisa da calciatore, come se fossero gli Oasis; Anneke – anche se vestita di nero – sfoggia mille bracciali fricchettoni, i leggings Adidas e salta ondeggiando le braccia, nuotando nell’aria, come se fosse a un rave; rossetto scuro, eyeliner nero, lentiggini… il prototipo della fidanzatina che tutti noi lupi neri avremmo voluto incrociare al liceo. La voce di Anneke è qualcosa di mai sentito in tutto il panorama rock-metal; non è teatrale e tecnica come Liv Kristine o come quella ben più da opera lirica di Tarja Turunen e non è smaccatamente pop-rock di stampo americano come poi verrà fuori con Avril Lavigne e le sue diecimila cloni. La voce di Anneke ha qualcosa di simile a Kari Rueslåtten anche se la norvegese è molto più eterea e delicata anche se i momenti più rilassanti di In “Motion #1″ ricordano Tears Laid on Earth… anche perché siamo di nuovo nello stesso magico anno musicale. La voce di Anneke è come se fosse continuamente in connessione con la terra e con il cielo. Le strofe di Mandylion sono sempre virate al pop e allo stesso tempo ad un certo rock-metal anni ’90. Chitarre e batteria hanno preso quello che il grunge aveva da dare, la produzione è curata da Waldemar Sorychta, deus ex-machina del black metal melodico/gothic capitanato dalla Century Media e nello specifico Tiamat, Samael, Sentenced, Lacuna Coil, Moonspell. Questo momento in cui il metal diventa esotico si sente nell strumentale Mandylion con tabla e flauti marocchini e si era già sentito nelle influenze palestinesi in Wildhoney; si sentirà nelle chitarre mediorientali in Down dei Sentenced. La particolarità di Mandylion è che i the Gathering non saranno mai più così metal come in questo disco e quindi anche quando ascoltate dei riff in palm-mute, si sente che stanno suonando per l’ultima volta, col successivo Nighttime Birds le sonorità si alleggeriranno ulteriormente senza però dimenticare l’album in oggetto; i semi della futura sperimentazione sono stati piantati nei momenti dei fraseggi e degli assoli di questo album (ad esempio “Fear the Sea”). Ma Mandylion ha la forza dell’istintività, della coesione e della capacità di aver creato alcune delle melodie più belle e orecchiabili della musica rock-metal; “Strange Machine” e “Leaves” sono quelle canzoni che vorresti aver cantato a 16 anni sul motorino; “Fear the Sea” è forse il brano più “dark” e contiene i vocalismi meno lineari, ma rappresenta il lato tagliente e cupo del gothic-metal; eppure anche qui Anneke riesce a tirar su l’intera canzone fuori dall’acqua e portarla fra i picchi più alti e sognanti dell’album. Mandylion è la colonna sonora degli amori adolescenziali di qualsiasi metallaro, è il disco che ti fa evadere nonostante ore e ore di evasione dal mondo reale magari con altri generi musicali più duri. Mandylion è un album che può suonare solo con la voce di Anneke e senza di lei probabilmente sarebbe un disco che varrebbe un decimo. Non perché i musicisti sono scarsi, anzi; ma perché voce e strumentazione si sono legati in maniera indissolubile, impossibile da scindersi a vicenda. La musica dei the Gathering cambierà molto in futuro, anche con la stessa Anneke ancora in formazione; diventerà trip-hop, indie-rock, calcherà terreni anche più semplici, diventerà malleabile e destinata a un pubblico sempre più variegato. Ma Mandylion è una sorte di diamante grezzo che, lavorandolo e raffinandolo sempre di più perderà la magia del ritrovamento, quell’emozione spontanea di sudore fango e lacrime con cui si dissotterrano le reliquie.
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quandolarte · 2 years
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ACCADDE OGGI: 4 maggio 1949. Tragedia di Superga
Al rientro da Lisbona, il 4 maggio 1949, il trimotore FIAT G. 212 delle Aviolinee Italiane che trasportava la squadra del Grande Torino, trovò una fitta nebbia che avvolgeva Torino e le colline circostanti. Alle ore 17:05, fuori rotta per l'assenza di visibilità, l'aeroplano si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga. Le vittime furono 31. Con il nome di Grande Torino si indica la società calcistica italiana del Torino Football Club nel periodo storico compreso negli anni quaranta del XX secolo, pluricampione d'Italia i cui giocatori erano la colonna portante della Nazionale italiana e che ebbe tragico epilogo con la tragedia.
L'impatto causò la morte istantanea di tutte le trentuno persone di bordo, fra calciatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio. Per la fama della squadra, la tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, oltre che in Italia. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni.
Il Torino fu costretto a schierare la formazione giovanile nelle ultime quattro partite, e lo stesso fecero gli avversari di turno; il Torino fu poi proclamato vincitore del campionato a tavolino.
L'impressione fu tale che l'anno seguente la Nazionale scelse di recarsi ai Mondiali in Brasile con un viaggio in nave di tre settimane.
“Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse; forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza" 
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Salvatore Virzì ispira i giovani imprenditori attraverso il suo percorso imprenditoriale
Salvatore Virzì ha insegnato agli imprenditori che non si tratta solo di avere conoscenze, ma anche di saper applicare ciò che si sa in modo da aiutare gli altri. Ha condiviso le storie degli imprenditori intorno a lui e del perché hanno tanto successo, anche se lui stesso non ha mai ricevuto una formazione specifica in tal senso! È emerso che ci sono molti fattori in gioco, al di là della competenza o della motivazione... persino l'ottimismo può portare qualcuno da qualche parte, se abbinato a sufficiente grinta - qualcosa che ogni individuo dovrebbe avere, perché anche noi abbiamo bisogno di sfide, a volte.
Quando era più giovane, l'azienda di famiglia gli ha insegnato tutto ciò che serve per raggiungere il successo nel mondo aziendale. Professionista e consulente in Italia, Salvatore Virzi ha avuto successo sia negli affari che nella vita privata. Un uomo che sa come ottenere le cose grazie alla sua esperienza passata, che ha utilizzato per avviare i suoi progetti imprenditoriali con ottime possibilità di successo in tutti i settori in cui opera; si può solo immaginare quanto ancora farà!
Quando ha capito che l'unico modo per raggiungere i suoi obiettivi come imprenditore era fare la mossa giusta, ha lasciato il suo lavoro e ha avviato la sua azienda. Ha lasciato il suo lavoro e ha avviato la sua società di consulenza. Abbiamo visto persone diventare adulte mentre altre stanno ancora cercando di orientarsi in questo pazzo mondo in cui viviamo oggi, ma c'è una cosa che non cambia mai: gli imprenditori saranno sempre necessari perché ci ispirano - sia per paura che per timore - quando le cose si fanno difficili.
Dopo anni di lavoro da dipendente per sbarcare il lunario mentre cresceva la famiglia, si è reso conto che era passato abbastanza tempo per avviare i progetti concreti che animavano il suo cuore... ed eccolo oggi, che cavalca il successo del suo viaggio imprenditoriale. Gli è stata offerta l'opportunità di lavorare in una società di consulenza che gli avrebbe offerto sfide migliori di quelle della sua attuale posizione.
Gli imprenditori come Salvatore non temono le sfide, ma anzi le vedono come opportunità di crescita e sviluppo. Un imprenditore di successo ha una passione per la propria attività che lo spinge a superare qualsiasi ostacolo si presenti lungo il cammino.
Salvatore afferma che per avere successo è necessario un certo livello di coraggio e persistenza. Questo dà alle persone la fiducia in sé stesse per superare gli ostacoli che possono presentarsi lungo il cammino.
Egli ritiene che il successo sia una maratona, non uno sprint: vi aspetta un duro lavoro, ma ne varrà la pena quando taglierete il traguardo!
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lamilanomagazine · 1 day
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Enoteca Regione Lombardia. Riapertura con nuova gestione e presentazione della nuova stagione: nuova vita per la casa dei vini di qualità.
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Enoteca Regione Lombardia. Riapertura con nuova gestione e presentazione della nuova stagione: nuova vita per la casa dei vini di qualità. Il progetto dell'Enoteca Regionale Lombarda è nato per far conoscere l'incredibile diversità enologica della Lombardia, offrendo un viaggio molto particolare tra gusti e sapori, tra turismo e cultura che, in questo caso, riguarda l'Oltrepò Pavese. L'impegno di tutti è dedicato, in particolare, all'attrazione delle persone verso l'affascinante tradizione viticola dell'Oltrepò. Prima Enoteca riconosciuta dalla Regione Lombardia, negli spazi di Broni sono ospitate le eccellenze della produzione vitivinicola lombarda, tra cui quelle negli anni protagoniste a Vinitaly, e anche le eccellenze agroalimentari regionali. L'Enoteca Regionale della Lombardia, ora guidata dalla Ravioleria San Giorgio di Varzi (Pavia) ha lo scopo di valorizzare e promuovere le produzioni enologiche e agroalimentari di qualità, con particolare riguardo ai prodotti a marchio DOC, DOCG, IGT, DOP, IGP, SGT e di qualità biologica. L'Enoteca, presieduta da Giorgio Allegrini, porta avanti il lavoro di tipo enologico in stretta relazione con quello dei prodotti enogastronomici, cercando di valorizzare i tesori e le tipicità lombarde. All'avvio della nuova stagione dell'Enoteca Regionale della Lombardia, presentata questa mattina in conferenza stampa, sono intervenuti gli assessori regionali all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste e all'Istruzione, Formazione e Lavoro con il sottosegretario alla Presidenza con delega al Patrimonio. ASSESSORE AGRICOLTURA: LA CASA DEI VINI LOMBARDI GUARDA ALLE OLIMPIADI -"In questi giorni di Vinitaly - ha commentato l'assessore all'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste - abbiamo avuto conferma di come il mondo del vino lombardo stia riuscendo sempre di più a ritagliarsi spazi importanti, grazie a un lavoro orientato anno dopo anno alla qualità e apprezzato da operatori e consumatori. La riapertura di una grande 'casa' di tutti i vini lombardi testimonia la volontà di proseguire sulla strada della promozione di cantine e territori". "In vista delle Olimpiadi - ha proseguito - la nostra squadra di eccellenze si arricchisce di un altro punto fermo per far conoscere agli appassionati di vino e in generale di enogastronomia un'offerta che per varietà e tipicità ha pochi eguali in Italia". ASSESSORE ISTRUZIONE:EDUCHIAMO I NOSTRI GIOVANI A PROMUOVERE TERRITORI - "Investire nella formazione dei giovani è fondamentale per garantire loro un futuro di successo e realizzazione. Attraverso la valorizzazione delle produzioni enologiche e agroalimentari di qualità, offriamo ai ragazzi non solo conoscenze tecniche, ma anche una profonda esperienza culturale e sensoriale. Educare le nuove generazioni a promuovere le eccellenze del nostro territorio non solo favorisce la crescita personale e professionale dei giovani, ma contribuisce anche a preservare e diffondere la tradizione viticola lombarda. Sostenere la formazione dei ragazzi significa investire nel tessuto sociale ed economico della nostra regione, creando opportunità di lavoro e sviluppo sostenibile per le generazioni future". SOTTOSEGRETARIO PATRIMONIO: VALORIZZIAMO ECCELLENZE DELL'ENOGASTRONOMIA - "Dell'Enoteca Regionale - ha detto il sottosegretario - ho iniziato a occuparmi nella legislatura passata da presidente della Commissione Agricoltura e, successivamente, come componente del Direttivo della stessa su nomina di Regione Lombardia". "Il mio ingresso in Giunta regionale con la delega al Patrimonio - ha aggiunto - è coinciso con il rinnovo della convenzione tra Regione Lombardia e il Comune di Broni. Un rinnovo teso alla valorizzazione di quest'immobile regionale da un lato e, dall'altro, attraverso l'Enoteca, a proseguire nella promozione e nella valorizzazione del comparto enogastronomico pavese e lombardo".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Viaggi d'affari: quante tipologie ne esistono
Che si tratti di partecipare a riunioni, concludere accordi, stabilire contatti con clienti e fornitori, i viaggi d'affari sono indispensabili per la crescita commerciale e rappresentano uno strumento essenziale per il successo e la prosperità delle imprese in un contesto sempre più globalizzato. Nonostante la tecnologia riesca a connettere persone molto lontane geograficamente, spesso è necessario spostarsi fisicamente e raggiungere varie sedi di interesse. Alcune aziende, soprattutto quelle più strutturate, per gli spostamenti in occasione dei viaggi d'affari necessitano di soluzioni che offrano la massima flessibilità di orari, privacy e un ambiente di lavoro esclusivo, anche a un costo più elevato della media. Ecco perché il noleggio di jet privato, servizio descritto in maniera precisa sul sito FastPrivateJet.com, diventa la scelta numero uno quando occorre massimizzare il tempo o raggiungere destinazioni non servite da voli commerciali. Di seguito mostreremo le varie tipologie di viaggi d’affari: Viaggi per incontri di lavoro I viaggi per incontri di lavoro è la tipologia più comune di viaggio d'affari. I quadri, manager, superiori e tutte le figure professionali si spostano per partecipare a riunioni, incontri con clienti, con i fornitori, conferenze e presentazioni. Questi viaggi sono importantissimi per mantenere e consolidare i rapporti commerciali, discutere di strategie, prendere decisioni e risolvere questioni in modo diretto e veloce. Infatti, la partecipazione in presenza agli incontri di lavoro permette di avere una comunicazione più efficace e immediata. Viaggi di rappresentanza I viaggi di rappresentanza invece, permettono di promuovere l'immagine, i prodotti o i servizi della compagnia. Allo stesso tempo, durante gli eventi organizzati come fiere commerciali, visite o incontri diplomatici è possibile stabilire e rinnovare le relazioni con altri attori strategici nel settore o nell'ambito istituzionale. Inoltre, durante questi incontri, i rappresentanti dell’azienda possono negoziare nuovi accordi e risolvere questioni in sospeso. Viaggi di formazione I viaggi di formazione rappresentano una categoria cruciale dei viaggi d'affari poiché sono strettamente correlati al successo aziendale. Ad esempio, l’aggiornamento delle competenze tecniche è fondamentale in quei settori come l'informatica, la tecnologia o l'ingegneria che sono in continuo cambiamento. La formazione su nuovi prodotti o servizi è indispensabile per i dipendenti che devono apprendere le nuove caratteristiche per essere informati e aggiornati continuamente. I viaggi di formazione possono essere utilizzati anche per incitare il lavoro di squadra, far conoscere meglio i membri del team e migliorare la collaborazione e la coesione attraverso attività di team building e workshop interattivi. Per quanto riguarda i manager e i dirigenti possono partecipare a programmi di formazione per migliorare le loro skill nel campo della leadership, gestione del tempo, comunicazione e risoluzione dei problemi. Viaggi incentivi I viaggi incentivi vengono organizzati dalle aziende per premiare i lavoratori dopo un periodo particolarmente intenso o dopo aver dimostrato prestazioni eccezionali, per motivarli e dare valore alla loro presenza. Oppure per migliorare il morale e rafforzare il senso di appartenenza alla azienda. Viaggiare insieme e godere di un'esperienza unica e condivisa può rafforzare i legami tra colleghi e promuovere un clima positivo e collaborativo sul luogo di lavoro. I viaggi incentivi possono assumere varie facce che vanno da vacanze esclusive in destinazioni esotiche a esperienze avventurose e peculiari. Viaggi per acquisizioni o fusioni I viaggi per acquisizioni e fusioni sono un aspetto cruciale nel contesto delle operazioni aziendali che coinvolgono l'integrazione di nuove aziende. Durante questo processo è indispensabile che i dirigenti e gli esperti si rechino in sede per valutare la situazione, per interagire con le parti interessate nonché con gli stakeholders quali azionisti, investitori, consulenti legali e finanziari. Negoziare vuol dire trovare accordi, discutere di condizioni di pagamento, valutazione aziendale e altri aspetti dell'accordo. Foto di Artem Zhukov su Unsplash Read the full article
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #247 - Grateful Dead, Live\Dead, 1969
L’apice della musica di San Francisco si ha con un ossimoro, perlomeno linguistico. Avviene nel momento massimo di popolarità, nei teatri simbolo, con la band che incarna quasi tutti le caratteristiche di questo periodo. Nel 1969 i Grateful Dead sono ospiti per alcuni concerti al Fillmore West e all’Avalon Ballroom, tra il gennaio e il marzo del 1969. Chiedono al loro mecenate e tecnico del suono, Owsley "Bear" Stanley (il quale molto prima di famose serie tv era anche un chimico clandestino, produttore di LSD, nominato Acid King dai media) di registrare con il meglio che si potesse avere, in termini di tecniche musicali, delle esibizioni live: Bear con l’aiuto di un altro ingegnere del suono, Ron Wickersham, perfezionerà le tecniche di registrazione con un nuovo tipo di microfono, e nuovi tipi di preamplificatori, tanto che Bear e Wickersham fondarono una società, la Alembic, che diventerà regina di questi componenti e in seguito meravigliosa liuteria per chitarre raffinatissime. Con il bene placido della Warner Bros., tre date vennero registrate: un concerto il 26 gennaio all’Avalon Ballroom e 4 concerti consecutivi il 27 Febbraio e il 2 Marzo 1969 al Fillmore West. In queste serate, la magia che scorreva tra Jerry Garcia (chitarra solista e voce), Bob Wier (chitarra ritmica e voce), Phil Lesh (basso), Ron “Pigpen” McKernan (Hammond e voce), le due batterie di Bill Kreutzmann e Mickey Hart e le tastiere di Tom Constanten è unica e il tutto si riversa in questo doppio LP live, leggendario, Live\Dead. In copertina, il disegno di Bob Thomas gioca sull’ossimoro: una divinità femminile esce trionfante da una bara con uno stendardo, sullo sfondo  la scritta psichedelica Live, a giocare sul fatto che sia un disco dal vivo, con nel retro la scritta Dead in caratteri colorati dalla bandiera a stelle a strisce. La scaletta, di appena 7 pezzi, esprime al meglio la creatività del gruppo, e quasi pone un limite creativo al rock psichedelico, come a dire che probabilmente più di così non ci si può spingere: la dimostrazione più sensazionale non può che essere ciò che i nostri combinano a Dark Star, un brano che appariva nel loro primo omonimo disco del 1967. Con il testo del paroliere, e membro ufficiale della band, Robert Hunter, nella versione originale dura 2 minuti, qui è il trampolino di lancio per un viaggio intergalattico di 23 minuti nel suono, nel pulviscolo sonoro spaziale, con gli intrecci delle chitarre di Weir e quella liquida, indimenticabile, di Garcia, rappresentazione unica e inarrivabile di un’idea musicale. Diventerà l’inno dei fan, e arriverà a versioni ancora più intergalattiche: record di sempre i 43 minuti del concerto del Dicembre 1973 a Cleveland, quanto la Sesta Sinfonia di Beethoven. Il ritmo si assesta nella ripresa, frizzante, di Saint Stephen, dedicata alla storia e al martirio del primo Santo cristiano, ma è solo una parentesi, che sfocia nella clamorosa The Eleven: nominata così per l’inusuale e complesso tempo ritmico di 11\8, è una jam che sa di jazz, acid rock, dove il suono arriva a zampate caracollanti. Arriva poi il turno dell’immersione nel blues, che sarà per tutta la carriera della band uno dei pilastri fondamentali: Pigpen ruggisce come un leone nella ripresa di Turn On Your Lovelight, classico della Peacock Record scritto da Don Robey, che qui svetta oltre i 15 minuti, e diventerà anch’esso un classico dei concerti con Pigpen in formazione (sfortunatamente morirà pochi anni dopo, nel 1972, per una rara malattia autoimmune). Ma c’è ancora modo di addentrarsi ancora più a fondo nelle profondità del blues: la band pesca un pezzo del Reverendo Gary Davis, dei primi anni ‘30, tra lo spiritual e il sermone accusatore, Death Don’y Have No Mercy, che viene rallentata all’inverosimile, e cresce con gli interventi magici e da brividi della chitarra di Garcia e dell’organo Hammond di Pigpen, con la sua vocalità calda e ruvida che regala una interpretazione indimenticabile. Con un salto inaspettato, Constanten mette in musica il suo diploma conseguito con Karl Heinz Stockhausen: Feedback è già elettronica, in un susseguirsi di effetti stranianti ed evocativi degli stati psicofisici alterati, con ruggiti elettrici che sembrano spilli di luce in un mare caotico. Alla fine, come un saluto tra amici, il traditional And We Bid You Goodnight saluta un momento storico della storia del rock, il primo e uno dei più alti momenti di improvvisazione musicale, che in quel periodo stava iniziando a diffondersi nel rock. Michelangelo Antonioni prenderà uno spezzone di qualche minuti di Dark Star per una delle scene cult di Zabriskie Point. Nella sterminata e inimitabile discografia Dead, esistono due perle assolute: nel 2005 un box set, limitato a 10 mila copie, Fillmore West 1969: The Complete Recordings, in 10 cd raccoglie in serie le 4 esibizioni al Fillmore West, con alcune perle, tipo una Turn On Your Lovelight da 19 minuti e una cover mozzafiato di Hey Jude dei Beatles. Nello stesso anno verrà distribuita anche una versione 3 cd che raccoglie alcune delle esibizioni di quelle serate magiche, tra cui due jam al limite della fantascienza, That's It For The Other One da 23:30 e una Jam da 25. Difficile trovare miglior rappresentazione della Haight Ashbury che non sia questo disco, per tutto quello che contiene, tranne forse un diretto impegno politico, che verrà sviluppato con più incisività dai Jefferson Airplane. Uno dei dischi da avere.
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luigidalise · 9 days
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Nelle città del futuro, come cambierà il lavoro? Se l’è chiesto la multinazionale Randstad, che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane La risposta? Saranno ben 125 le nuove professioni che sbocceranno nei centri urbani, dagli “addetti al bike sharing aziendale” ai "costruttori di passerelle ciclopedonali”, dal “pianificatore di smart cities” ai "terapisti dell’intelligenza artificiale per la salute emotiva”. Ne parliamo sul quotidiano Il Mondo del Lavoro
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londranotizie24 · 9 days
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Undici piccole imprese si sono unite abbracciando l' innovazione
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Undici piccole imprese che, aggregandosi, hanno abbracciato tecnologie digitali e innovative per migliorare l’ambiente di lavoro, ridurre l’impatto ambientale e potenziare l’efficienza produttiva attraverso investimenti in attrezzature, consulenza e formazione del personale. Da questo percorso è nato un “vademecum” di buone pratiche, che verrà messo a disposizione di altre imprese per aiutarle ad affrontare l’ormai necessaria sfida della transizione digitale. È il progetto IN.DIGIT.ART di Confartigianato Imprese Bergamo finanziato dalla Camera di Commercio di Bergamo nell’ambito del Bando Voucher Digitali I4.0 anno 2023, che ha ottenuto 86 punti su 100 classificandosi come primo progetto finanziato in graduatoria. Giovedì 11 aprile, alle ore 18.30, nella sede di Confartigianato (Via Torretta 12, Bergamo – Sala B) si terrà l’evento conclusivo del progetto, intitolato: “Innovazione e Aggregazione: il Viaggio di 11 imprese verso un ambiente di lavoro sostenibile”. Dopo i saluti del presidente Giacinto Giambellini, i lavori saranno aperti da Lorenzo Pinetti, vicepresidente vicario con delega all’Internazionalizzazione. Marina Redondi, responsabile tecnico di progetto, presenterà quindi i risultati di IN.DIGIT.ART, a cui seguiranno le testimonianze di buone pratiche per migliorare il lavoro e l’ambiente grazie alla tecnologia e il racconto di esperienze dirette circa le sfide e gli ostacoli superati dalle imprese attraverso l’aggregazione. Partecipando all’iniziativa, le 11 imprese associate hanno dimostrato come anche le micro e piccole realtà siano in grado di aggregarsi e fare rete, contribuendo così alla crescita digitale della propria organizzazione, e aprendo le porte a una nuova era di crescita e competitività. Grazie alla vittoria del bando, le aziende hanno potuto ottenere un contributo del 50% a fondo perduto, mirato a sostenere gli investimenti in consulenza, formazione e tecnologia 4.0. Durante questo percorso sono state anche realizzate videointerviste nelle quali i titolari hanno raccontato la loro storia d’impresa e la loro evoluzione all’interno del progetto, spiegando come hanno visto migliorare la loro azienda sotto il profilo dei processi organizzativi e produttivi. Questo materiale ha dato vita al “vademecum” di buone pratiche che sarà presentato e condiviso durante l’evento conclusivo dell’11 aprile. Le aziende coinvolte sono: F.C.A. di Carminati Arnaldo, Gian Mauro e Paolo & C. S.N.C.; Corna S.R.L.; Moreschi S.R.L.; SILKEN, Pandolfi Erminio & C S.N.C.; J PACK S.R.L.; P.G.M. SERVICE; F.LLI LOCATELLI S.R.L.; INNTEA S.R.L., Todeschini Giovanni di F. Todeschini & C. S.n.c., e Panda Meccanica S.R.L. Read the full article
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crazy-so-na-sega · 1 year
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....ROVISTANDO.....
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"Un viaggio nelle profondità di sé stessi, confessioni e visioni, "Foucault in California" è romanzo on the road, dialogo filosofico e racconto di formazione queer che dimostra come per giungere alla Verità si possano prendere le strade più varie".
un tempo bisognava meditare in raccoglimento...ora, lisergici queer ovunque!
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