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#studenti
scogito · 3 months
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"E crearono la scuola come il "diavolo" aveva ordinato.
Il bambino ama la natura, quindi l'hanno chiuso in quattro mura. Non può stare seduto per ore senza muoversi, quindi hanno ridotto al minimo la sua libertà di movimento. Gli piace lavorare con le mani, e hanno iniziato a presentargli informazioni e teorie. Ama parlare sinceramente, gli hanno insegnato a tacere. Si sforza di capire, gli hanno insegnato a memorizzare. Vorrebbe esplorare da solo e usare la propria conoscenza (dell'anima), ma ha ottenuto tutto in forma preconfezionata su decine di fogli di lavoro grigi.
Attraverso tutto questo, i bambini hanno imparato ciò che non avrebbero mai imparato in altre circostanze: hanno imparato a non mettere in dubbio nulla e ad adattarsi". (Adolphe Ferrière)
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E da qualche parte iniziano ad averne le scatole piene. (link articolo)
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gregor-samsung · 2 months
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“ La maestra puntò la bacchetta sull’immagine di una chitarra acustica. «Chi vuole sillabare questa parola?». Alzai la mano, col sorriso della certezza stampato in faccia. «g-h-i-t-a-r-e . Ghitare». La classe scoppiò a ridere. «Marilena, in italiano questa è una chitarra. So che in africano è diverso. Cerca solo di non confondere più le due lingue, va bene?». L’ africano raggruppava, a dire della maestra Pennacchia, le migliaia di lingue e dialetti che costellavano l’Africa intera. Ghitare fu la prima di tante parole che dovetti re-imparare a scuola. Cortero fu corretto in coltello, aise in aids. Mamma mi parlava in un italiano immigrato. Un misto di parole francesi, bergamasche e rwandesi. Era un italiano approssimato il suo, appreso da cartoni animati e vicini di casa che parlavano solo dialetto. Quel pomeriggio, di rientro dal lavoro, mamma accostò una sedia alla mia per leggere con attenzione ciò che stavo scrivendo. «Vai via, smettila di farmi sbagliare». La scansai, ma lei non accennò a muoversi. «Oggi la maestra ci ha spiegato che ghitare non è una parola. Si dice chitarra, e si scrive in questo modo…». Fu così che mia madre – lei che in Rwanda era stata direttrice e insegnante di filosofia, chimica, algebra, letteratura e lingua francese, corse a prendere carta e penna. Da brava studentessa, copiò la parola che avevo appena scritto cinque volte. Fu la prima di tante lezioni d’italiano a venire. “
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020. [ Libro elettronico ]
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ideeperscrittori · 7 months
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Giorgia Meloni ti difende se:
Appartieni a cricche privilegiate.
Sei suo compagno o parente.
Sei un poliziotto che pesta studenti disarmati.
Sei fascio.
Sei Dio o altra entità inesistente.
Sei Giorgia Meloni.
[L'Ideota]
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il-ciuchino · 2 months
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Pisa: manifestanti manganellati dalle forze dell'ordine
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A Pisa, durante un corteo studentesco, non autorizzato, a favore della Palestina, i manifestanti sono stati manganellati dalle forze dell'ordine. Alcuni studenti sono finiti all'ospedale, mentre cinque di questi sono stati identificati dalle forze dell'ordine.
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guidosaraceni · 2 months
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Giudizi universali
(Varese) – In occasione della consegna delle pagelle, le maestre di una scuola elementare hanno deciso di affiggere il cartello che vedete nella foto. L’obiettivo è quello di educare i genitori a non pretendere la luna dai propri figli. Ad accettarne i piccoli insuccessi senza fare drammi, senza iniziare a piegare le esili spalle dei loro bambini con il peso di una insostenibile idea di…
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mariobadino · 2 months
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Cariche di polizia a Pisa
Non è la prima volta e non sarà certo l’ultima che manifestanti pacifici sono caricati dalle forze dell’ordine. A più di vent’anni di distanza le ferite inferte alla democrazia durante il G8 di Genova non si sono ancora rimarginate, ma ho memoria di cariche successive, anche contro studenti di scuola superiore, ad esempio ai tempi dell’«Onda» che contestava la riforma Gelmini. Non è la prima…
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nocturnalpicnic · 2 years
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a day in the forum 2022 michael pontieri 79x70cm
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ritorneremonoi · 1 year
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quando a 2 giorni dall'esame apri il libro per ripetere 230 pagine e scopri che 50 non le hai mai lette
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sarà una lunga giornata
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pazzoincasamatta · 2 months
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mattarellata
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the-she-blogger · 1 year
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Questa montagna chiamata università
Come tanti, anche io sono una studentessa universitaria. E, come tanti, anche io ho molte difficoltà nel mio percorso di studi. Alcune per via della scarsa organizzazione degli atenei e delle facoltà, alcune per le mie personali difficoltà organizzative, ma la maggior parte di esse deriva da una situazione con cui tantissimi studenti ogni giorno devono fare i conti: le pressioni familiari.
Chi non si è mai sentito dire "il tuo lavoro è studiare?"
Chi non ha mai sentito "cosa vuoi che sia studiare, vedrai quando dovrai lavorare"
Frasi che probabilmente chi le dice pensa siano di incoraggiamento ma che, per chi si trova ad ascoltarle una, due, tre, dieci volte, hanno il sapore della critica paternalistica. E molto spesso, sono ripetute proprio da chi in un'università non ci ha mai messo piede.
Quanti di noi universitari ci siamo sentiti dire che l'unica cosa su cui dobbiamo concentrarci alla nostra età è lo studio? Quanti di noi si sono sentiti addosso il peso delle aspettative di genitori o addirittura famiglia intera che davanti a voi parlano solo di studio, università, laurea?
Diventa sempre più difficile stare dietro a tutte queste aspettative. Ci sono i genitori che "premono" perchè i propri figli siano un orgoglio di cui vantarsi con amici e conoscenti, spingendoli a cercare di avere sempre i voti più alti, a dare il più esami possibili nel minor tempo possibile, a laurearsi col massimo dei voti. Raramente però si fermano a riflettere su cosa questa costante spinta verso il successo comporti nelle menti giovani e stressati degli universitari.
Non tutti hanno gli stessi tempi, non tutti hanno lo stesso metodo organizzativo, non tutti hanno la stessa rete di supporto (gruppi studio, amici, colleghi con cui confrontarsi, professori disponibili, facoltà con abbondanza di appelli). Le variabili sono infinite, troppe per poter ricondurre il percorso universitario ad uno standard fisso che deve racchiudere tutti. Alcune facoltà richiedono più tempo, perchè piene di esami particolarmente lunghi, alcune invece richiedono lunghi e stressanti tirocini. Tutti fattori che spesso non vengono presi in considerazione.
Il fattore che viene preso meno in considerazione di tutti è infine quello della salute mentale. Sembra spesso che gli studenti universitari debbano essere dei robot che studiano e basta, mattina e sera. A volte sembra che prendersi una pausa di anche solo un giorno dallo studio sia un peccato capitale nella visione di alcuni genitori. Svolgere altre attività non attinenti all'università diventa spesso motivo di giudizi aspri, si viene etichettati come studenti poco volenterosi e poco studiosi, dimenticandosi che la ricetta per riuscire bene in qualcosa è prevedere la possibilità di potersi distrarre.
Forse bisognerebbe imparare a vedere gli studenti universitari più come esseri umani e meno come macchine. Forse vedremo meno studenti in preda all'ansia, alla depressione e allo sconforto più totale, terrorizzati di deludere la famiglia e la società che non riesce più a vederli come umani ma come parte meccanica di un sistema che punta tutto alla produttività senza sosta.
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lu2211 · 1 year
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Foto modificata da uno studente l'anno scorso.
Faccino innocente.
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gregor-samsung · 2 months
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“ Quella sera cenammo e sedemmo nell’orto. Non s’aveva notizie degli altri. Per mezzanotte si doveva radunarci un’altra volta. Aspettavo Giuseppe. – Suona un po’ di chitarra, – mi disse. – Se davvero sei stato studente, – gli chiesi, – e tuo padre era un borghese, come va che lavori con noi? Perché hai dovuto scappare? Non ti conviene che in Italia c’è il fascismo? – Tutte le classi hanno dei matti, – disse lui. – Se non fosse cosí, saremmo ancora a Roma antica. Per cambiare le cose ci vogliono i matti. Ti sei mai chiesto cos’è un matto a questo mondo? Poi mi disse: – Anche tu sei un matto. Ti conviene il lavoro che fai? Se rischi il muro o la galera, chi ti paga? – Siamo tutti sfruttati… – Chi ti sfrutta? la Gina? Parlava brusco e divertito. Avevo voglia di rispondergli. – Voglio dirti una cosa, – mi fece. – C’è questa sola differenza tra noi due: quello che a me è costato mesi di sudori per decidermi e libracci e batticuori, tu e la tua classe ce l’avete nel sangue. Sembra niente. – Difficile è stato trovarli, i compagni. – E perché li hai cercati? Speravi qualcosa? Li hai cercati perché avevi l’istinto. – Quei pochi libri vorrei leggerli. Se un bel giorno le scuole saranno per noi… – Non è molto il guadagno dei libri. Ho visto in Spagna intellettuali far sciocchezze come gli altri. Quel che conta è l’istinto di classe. Parlavamo cosí, dentro l’orto. Non era buio ma i lampioni s’accendevano a distanza. Qualche finestra s’era accesa. Pensare che Scarpa partiva domani, mi faceva un’invidia. Tante cose poteva insegnarmi. “
Cesare Pavese, Il compagno, Einaudi (collana Tascabili Letteratura n° 33), 1993 [1ª ed.ne 1947]; pp. 125-126.
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ideeperscrittori · 11 months
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LIBERO E IL CARO AFFITTI
Proteste degli studenti in tenda contro il caro affitti.
Titolo di Libero: "Fatevi il mazzo, non la tenda".
È un giornale talmente sensibile che;
ai poveri dice "diventate ricchi",
ai disoccupati dice "lavorate invece di bighellonare",
ai depressi dice "siate allegri invece di fare la solita lagna",
agli anziani dice "tornate al lavoro invece di pesare sul bilancio statale",
ai malati dice "guarite invece di occupare posti letto negli ospedali". [L'Ideota]
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soldan56 · 7 months
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Para bailar la bamba
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dedoholistic · 7 months
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Un GRAZIE di cuore all’amica e collega autrice Serena Derea Squanquerillo per avermi ospitata in questo suo nuovo programma intitolato Racconti d’Arti.
Tu e il tuo alunno – Tutta la verità sulla scuola (H. Koeltze & M.T. De Donato, 2023)
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massimoankorworld · 9 months
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|||\\\  LEAN ØN  |||\\\ LICEO TIMES
flickr
|||\\\ LEAN ØN |||\\\ LICEO TIMES da massimo ankor Tramite Flickr: major lazer & dj snake - (feat. MØ)
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