Tumgik
#sonata grossa
clamarcap · 3 months
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Sonata grossa
Johann Melchior Molter (10 febbraio 1696 - 1765): Sonata grossa in re maggiore per 2 trombe, 2 oboi, fagotto, timpani, archi e basso continuo MWV 4.5 (c1734-41). Otto Sauter e Franz Wagnermeyer, trombe; Capella Istropolitana, dir. Nicol Matt. Adagio Allegro [2:23] Largo [5:09] Tempo di gavotta [6:00] Andante e sempre piano [8:33] Tempo di menuetto [11:25]
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Johann Melchior Molter - Sonata grossa in C Major, MWV 4.6: II. Fuge. Larghetto ·
 Reußisches Kammerorchester · Werner Ehrhardt
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blog-melacque-role · 4 years
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╱   𝐃𝐈𝐗𝐎𝐍'𝐒 𝐇𝐎𝐔𝐒𝐄.        ╰【 #ᴀʀᴇsᴛᴏᴍᴏᴍᴇɴᴛᴜᴍ 】
           𝐶𝑜𝑟𝑛𝑖𝑒  ╱   𝟣6 𝗇𝗈𝗏𝖾𝗆𝖻𝗋𝖾 𝟣𝟫𝟩𝟩            𝓡 𝒂 𝒈 𝒏 𝒂 𝒓 and 𝓜 𝒆 𝒍 𝒂 𝒏 𝒊 𝒂.                   —     #004   
       Sveglia nel cuore della notte, Melania si precipitò giù in cucina, dove prese carta e penna - ringraziando il cielo il suo patrigno aveva riempito casa di utensili babbani /decisamente/ più pratici di quelli dei maghi - e, alla rinfusa, scrisse l'indirizzo di Ragnar ed un: '' VIENI TI PREGO, È UN'EMERGENZA. '' Sperò fosse abbastanza intelligente da capire di dover andare all'indirizzo del mittente, ovvero il suo, ma comunque preferì scriverlo anche nel corpo della lettera, prima di legarla alla zampetta della civetta di famiglia.
       Era un'emergenza, quella, perché la sua puffskein rotolava e dava capocciate alla parete da almeno un'ora. Per questo si era svegliata. E quando aveva provato a prenderla per fermarla/lo - ancora non aveva idea di che sesso fosse - era schizzata in aria a mo' di pallina da ping pong; cosa che stava continuando a fare e che l'aveva fatta agitare ulteriormente. Ma dove andare nel mezzo di sabato notte? A chi chiedere?
       Ragnar, l'uomo che aveva conosciuto per errore, l'uomo che aveva provato a scusarsi, l'uomo che si era anche ritrovata a lavoro, per un giorno... lui non era forse un esperto di creature magiche? E il suo indirizzo lei ce l'aveva, perché le aveva mandato una lettera - a cui lei non aveva mai risposto ma che aveva tenuto. Certo non si erano lasciati benissimo, l'ultima volta. Lei era tornata a scrivere il suo articolo, dal momento che non aveva trovato il modo di dire altro... ma non importava.
       Avrebbe aspettato la mattina dopo, in passato. Razionalizzando il tutto, avrebbe provato a porvi rimedio da sola, e, qualora non fosse riuscita, si sarebbe recata al Serraglio Stregato all'orario d'apertura. Ma Melania aveva di recente perso il gufo che l'aveva accompagnata nei suoi anni ad Hogwarts, non riuscì ad essere lucida. Oltretutto quello era un periodo no; sua madre, tornati dal viaggio, era stata male, e lo stesso Silver, difatti si trovavano entrambi al San Mungo.
Ragnar Il suo era stato un sabato sera molto tranquillo: qualche amico a casa che ormai era andato via un pezzo, le birre vuote sopra il tavolino da caffè nel soggiorno, e i cartoni vuoti della pizza abbandonati senza cura sul ripiano della cucina. Aveva provato ad andare a dormire, come chiunque dovrebbe fare alle tre di notte, ma proprio non ci era riuscito, nonostante il piacevole calore delle coperte e il calmo respiro di Vinter accoccolato ai piedi del materasso. Suonava il pianoforte, Ragnar. Un leggero movimento di bacchetta, e la casa era diventata completamente insonorizzata. Il suono dello strumento aveva sempre avuto il potere di rilassarlo, e forse dopo una sonata di Chopin sarebbe finalmente riuscito a cadere tra le braccia di Morfeo. Preso com'era, non si era minimamente accorto del leggero ticchettio del becco della civetta contro il vetro della finestra chiusa. Fortunatamente Vinter, forse per proteggere il territorio da quell'animale a lui sconosciuto, o per chissà quale motivo, aveva preso ad abbaiare, attirando su di se l'attenzione del padrone. Sbuffando, Ragnar si alzò dallo sgabello, ed andò verso la finestra. La spalancò e osservò l'uccello posarsi sulla spalliera del divano. Delicatamente, sfilò la lettera dalla sua zampa. « Cazzo » disse mentre si affrettava nella sua camera da letto e, nel minor tempo possibile si infilava di nuovo i pantaloni e la maglietta che aveva abbandonato qualche ora prima su una sedia, su cui ormai alloggiava metà del suo armadio. Prese al volo la sua giacca e si chiuse la porta alle spalle, prima di correre lungo il piccolo vialetto in ciottoli del giardino, diretto alla sua moto che lo aspettava fedelmente parcheggiata davanti all'ingresso. Fermo sulla soglia dell'indirizzo scritto sulla lettera, posò il dito sul campanello, dopo qualche minuto di indecisione, non sapendo se farlo squillare oppure no. https://i.pinimg.com/.../b7c60f5bf8a1383fb8e1158f9b493647... 
Melania `        Melania abitava nel villaggio magico che sorgeva sul confine dell’Inghilterra con la Scozia. La casa a tre piani spioveva dall’altura di una collinetta ed era circondata da una staccionata in legno di betulla. Ogni singolo pezzo, di questa, era stato intrinseco di magia difensiva dacché la minaccia di Voldemort era scesa a serpeggiare nella comunità magica inglese; di un tipo di incanto non comune ma tramandato da generazioni nella sua famiglia. Subito dopo aver lasciato partire il gufo aveva dovuto aprire un varco nello scudo difensivo. Le era stato sufficiente rimuovere uno dei paletti tra uno steccato e l’altro.        Sebbene avesse cercato aiuto in Ragnar, non aveva creduto seriamente che sarebbe accorso. Ragion per cui, titubante sul lasciar solo Cornie, era comunque uscita a bussare alle porte dei vicini. È al freddo e circondata da un’oscurità rotta dai lampioncini, che sentì il rombo di una moto. Naturalmente non poté dire d’averlo riconosciuto - sarebbe stato impossibile. Ma chi altri poteva essere a quell'ora? Fortuna che alle difese aveva già provveduto, o Ragnar alla porta ci sarebbe arrivato a gambe all'aria, con uno schianto brutale. Lo raggiunse correndo.        « Sono qui! » esalò, giunta finalmente in cima. « Scusa, ho provato- nel vicinato magari- » sconclusionata tentò di spiegare perché avesse dovuto attendere quei dieci minuti alla porta, vedendosela poi comparire alle spalle. Quando gli fu di fianco tirò una grossa folata di vento che la costrinse a sollevare le spalle e a ritirare la testa dentro il cappotto; aveva i capelli acconciati in dei dreadlocks sottili, tirati su in una sorta di chignon che le lasciava scoperto il collo. Immediatamente dopo, facendo da parte l’uomo semplicemente avanzando, aprì la porta ed entrò, facendogli segno di seguirla. « Grazie per essere venuto » si strinse le braccia al petto, fremendo sul posto; ansiosa si rimandare i convenevoli a dopo. Aveva trattenuto le lacrime fino a quel momento ma farlo parlando era più difficile. https://66.media.tumblr.com/.../tumblr...
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ticnolib · 7 years
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‘Thomas allora non si rendeva conto che le metafore sono una cosa pericolosa. Con le metafore è meglio non scherzare. Da una sola metafora può nascere l’amore.’
‘Un libro era per Tereza il segno di riconoscimento di una fratellanza segreta. L’uomo che le rivolse la parola era quindi, allo stesso tempo, un estraneo e il membro di una confraternita segreta. Tereza sentì la propria anima precipitarsi alla superficie attraverso tutte le vene, tutti i capillari e tutti i pori, per precipitarsi a lui.’
‘Ma non è invece giusto il contrario, è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti intervengono a determinarlo? Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, ciò che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla. cerchiamo di leggervi dentro come gli zingari leggono le immagini formate dai fondi di caffè di una tazzina. Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l’amore deve essere indimenticabile, sin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come gli uccelli sulle spalle di Francesco d’Assisi. La nostra vita quotidiana è bombardata da coincidenze o, per meglio dire, da incontri fortuiti tra le persone e gli avvenimenti chiamati coincidenze. Una co-incidenza significa che due avvenimenti inattesi avvengono contemporaneamente, si incontrano: la stragrande maggioranza di queste coincidenze passa del tutto inosservata. [...] Sono costruite come una composizione musicale. L’uomo, spinto, dal senso della bellezza, trasforma un avvenimento casuale in un motivo che va poi ad inscriversi nella composizione della sua vita. Ad esso ritorna, lo ripete, lo varia, lo sviluppa, lo traspone, come fa il compositore con i temi della sua sonata. L’uomo senza saperlo compone la propria vita secondo le leggi della bellezza persino nei momenti di più profondo smarrimento. Si può a ragione rimproverare all’uomo di essere cieco davanti a simili coincidenze nella vita di ogni giorno , e di privare così la propria vita della sua dimensione di bellezza.’
‘La bombetta era il letto nel quale Sabina vedeva scorrere ogni volta un altro fiume, un altro fiume semantico: lo stesso oggetto risvegliava ogni volta un nuovo significato, ma insieme a quel significato risuonavano (come un’eco, come un corteo di echi) tutti i significati trascorsi. Ogni nuova esperienza risuonava in un’armonia sempre più ricca. Sabina e Franz capivano perfettamente il significato logico delle parole che si dicevano, ma non sentivano il mormorio del fiume semantico che scorreva in quelle parole. [...] Fintanto che le persone sono giovani e la composizione musicale della loro vita è ancora alle prime battute, essi possono scriverla in comune e scambiarsi i temi, ma quando si incontrano in età più matura, la loro composizione musicale è più o meno completa, e ogni parola, ogni oggetto, significano qualcosa di diverso nella composizione di ciascuno.’
‘Ciò che non abbiamo scelto non possiamo considerarlo né un nostro merito né un nostro fallimento.’
‘Vide Franz - lei gli buttò le braccia al collo e lo coprì di baci. Aveva un desiderio terribile di dirgli, come la più banale delle donne: Non lasciarmi, tienimi con te, dòmami, soggiògami, sii forte! Ma erano parole che non sapeva né poteva pronunciare. Quando l’ebbe sciolto dall’abbraccio, disse soltanto: ‘Come sono felice di essere con te’. Con il suo carattere riservato, era il massimo che potesse dire.’
‘In Europa la bellezza è sempre stata premeditata. C’è sempre stata un’intenzione estetica e un progetto a lungo termine; ci sono voluti decenni per costruire, secondo quel progetto, una cattedrale gotica o una città rinascimentale. La bellezza di New York ha una base completamente diversa. E’ una bellezza inintenzionale. E’ sorta senza intenzione da parte dell’uomo, un po’ come una grotta di stalattiti. Forme in sé brutte si trovano per caso, senza un piano, in ambienti così incredibili che di colpo brillano di una poesia magica. [...] La bellezza per errore: prima di scomparire definitivamente dal mondo, la bellezza esisterà ancora un poco per errore. La bellezza per errore è l’ultima fase della storia della bellezza. [...] L’estraneità della bellezza di New York attira terribilmente Sabina. Franz ne è affascinato ma anche spaventato; essa risveglia in lui la nostalgia dell’Europa.‘
‘In una società ricca, la gente non è costretta a lavorare manualmente e si dedica all’attività intellettuale. Aumentano le università e aumentano gli studenti. Per potersi laurear, bisogna trovare argomenti per la tesi di laurea. Gli argomenti sono una quantità infinita perché è possibile scrivere tesi su ogni cosa al mondo. Risme su risme di fogli scritti si accumulano negli archivi, che sono più tristi dei cimiteri, perché non ci entra nessuno nemmeno il giorno dei morti. La cultura scompare nell’abbondanza della sovrapproduzione, nella valanga dei segni, nella follia della quantità. Ecco perché ti dico che un libro vietato nel tuo vecchio paese significa infinitamente di più dei miliardi di parole vomitati dalle nostre università.’
‘Brutto era ciò che lei voleva vedere brutto, bello ciò che voleva vedere bello.’
‘Disse: ‘Perché la tua forza non la usi qualche volta contro di me?’ ‘Perché l’amore significa rinunciare alla forza’ disse Franz piano. Sabina capì due cose: primo, che si trattava di una frase bella e vera. Secondo, che con quella frase Franz si squalificava dalla sua vita erotica.’
‘La tristezza l’aveva paralizzato. [...] Solo allora si accorse con stupore di non essere infelice. La presenza fisica di Sabrina era molto meno importante di quanto immaginasse. Importante era l’impronta dorata, l’impronta magica che lei aveva lasciato nella sua vita e della quale nessuno poteva privarlo. Quell’inattesa felicità, quella quiete, quella gioia che deriva dalla libertà e dalla nuova vita, erano il regalo che lei gli aveva lasciato: lei gli aveva donato l’inattesa libertà dell’uomo che vive solo.’
‘ “Vivere nella verità”: è la formula usata da Kafka. Cosa vuol dire vivere nella verità? Una definizione negativa è facile: significa non mentire, non nascondersi, non celare nulla. Da quando ha conosciuto Sabina, Franz vive nella menzogna. Per Sabina vivere nella verità, non mentire né a sé stessi né agli altri, è possibile soltanto a condizione di vivere senza pubblico. Nell’istante in cui qualcuno assiste alle nostre azioni, volenti o nolenti ci adattiamo agli occhi che ci osservano, e nulla di ciò che facciamo ha più verità. Avere un pubblico - pensare a un pubblico - significa vivere nella menzogna. L’uomo che perde la propria intimità perde tutto, pensa tra sé Sabina. E l’uomo che se ne sbarazza di sua spontanea volontà è un mostro. Per questo Sabina non soffre per nulla di dover tenere nascosto il proprio amore. Al contrario, solo in quel modo può “vivere nella verità”. Franz invece è convinto che nella divisione della vita in sfera privata e sfera pubblica sia contenuta l’origine di ogni menzogna: l’uomo è una cosa in privato e un’altra in pubblico. Per lui “vivere nella verità” significa abbattere la barriera tra il privato e il pubblico. Gli piace citare la frase di André Breton che diceva di voler vivere “in una casa di vetro” dove nulla è segreto e ognuno può guardare.’
‘Un dramma umano si può sempre esprimere con la metafora della pesantezza. diciamo, ad esempio, che ci è caduto un fardello sulle spalle, che lo sopportiamo o non lo sopportiamo. Ma che cosa era successo in realtà a Sabina? Niente. Aveva lasciato un uomo perché voleva lasciarlo. Lui l’aveva forse perseguitata? Aveva cercato di vendicarsi? No. Il suo non era un dramma della pesantezza, ma della leggerezza. Sulle spalle di Sabina non era caduto un fardello, ma l’insostenibili leggerezza dell’essere.’
‘La meta che l’uomo persegue è sempre velata. La ragazza che desidera il matrimonio desidera qualcosa di cui non sa nulla. Ciò che dà senso al nostro comportamento è sempre qualcosa che ci è sempre sconosciuto.’
‘L’incontro degli ombrelli era una prova di forza.’
‘Anche se Tereza fosse stata del tutto diversa da Tereza, la sua anima, dentro, sarebbe stata sempre la stessa e non avrebbe potuto che guardare con terrore quello che stava accadendo al suo corpo. Ma allora, che rapporto c’è fra Tereza e il suo corpo? Il suo corpo ha diritto al nome Tereza? E se ne ha diritto, a che cosa si riferisce quel nome? Solo a qualcosa d’incorporeo, d’intangibile? (sono sempre le stesse domande che passano per la testa di Tereza fin dall’infanzia. perché le domande veramente serie sono solo quelle che possono essere formulate da un bambino. Solo le domande più ingenue sono veramente serie. Sono domande per le quali non esiste risposta. Una domanda per la quale non esiste risposta è una barriera oltre la quale non è possibile andare. In altri termini: sono proprio le domande per le quali non esiste risposta che segnano i limiti delle possibilità umane e tracciano i confini dell’esistenza umana). Tereza è immobile davanti allo specchio e, ammaliata, e guarda il proprio corpo come se le fosse estraneo; estraneo, eppure assegnato proprio a lei. Ne prova disgusto. Quel corpo non ha avuto la forza di diventare per Tomas l’unico corpo della sua vita. Quel corpo l’ha delusa e tradita. All’improvviso vorrebbe licenziare quel corpo come si fa con un domestico. poter rimanere con Tomas soltanto come anima e il corpo cacciarlo nel mondo, a comportarsi come gli altri corpi femminili si comportano con i corpi maschili! Se il suo corpo non ha saputo diventare l’unico corpo per Tomas e ha perso la più grossa battaglia della vita di Tereza, ebbene, che se ne vada!’
‘Che cos’è la civetteria? E’ una promessa di coito non garantita. Tomas le ripete continuamente che l’amore e il fare l’amore sono due cose diverse. Lei non voleva ammetterlo. Ora si trova circondata da uomini per cui non prova la minima simpatia. Che effetto farebbe fare l’amore con loro? Desiderava provarlo. Intendiamoci, Tereza non cerca di vendicarsi di Tomas - cerca solo una via d’uscita dal labirinto. Sa di essere diventata un peso per lui: come vorrebbe imparare la leggerezza!Come vorrebbe che qualcuno le insegnasse a non essere così anacronistica. Se per altre donne la civetteria è una routine senza significato, per Tereza essa è diventata il campo di un’importante indagine che le deve insegnare di che cosa lei è capace. Ma proprio perché per lei è una cosa tanto importante e seria, la sua civetteria ha perso ogni leggerezza, è forzata, voluta, eccessiva. l’equilibrio tra la promessa e la mancanza di garanzia (dove appunto risiede l’autentica virtuosità della civetteria!) è alterato. Essa è troppo sollecitata a promettere, e non mostra con sufficiente chiarezza che la sua promessa non è garantita. In altre parole, dà a tutti l’impressione di essere accessibilissima. Quando poi gli uomini reclamano ciò che sembrava loro promesso, urtano contro una forte resistenza che non sanno spiegarsi, se non attribuendo a Tereza una raffinata civetteria.’
‘Sentiva la propria eccitazione, che era tanto più grande perché lei era eccitata contro la sua volontà. L’anima era già segretamente d’accordo con tutto ciò che stava accadendo, ma sapeva anche che se quella grande eccitazione doveva durare, il suo consenso doveva rimanere tacito - perché l’anima era eccitata proprio dal fatto che il corpo agiva contro la sua volontà, la tradiva, e che lei assisteva a quel tradimento. Il suo corpo perdeva per la prima volta la sua banalità; per la prima volta lei lo guardava affascinata. Non era più il più ordinario dei corpi, era il più straordinario. [...] Tereza sentiva arrivare da lontano il piacere, cominciò a gridare: “No, no, no!”, resisteva al godimento che si avvicinava e, resistendogli, il piacere trattenuto si diffondeva a lungo per il corpo che non voleva dargli sfogo da nessuna parte; scorreva in lei come morfina iniettata in una vena. [...] La sua anima era già ritornata nelle profondità del corpo, nelle sue viscere più profonde, e aspettava disperata qualcuno che la richiamasse all’aperto.’
‘Tereza sa che il momento in cui nasce l’amore si presenta così: la donna non resiste alla voce che chiama all’aperto la sua anima spaventata; l’uomo non resiste alla donna la cui anima presta orecchio alla sua voce. Che armi ha a disposizione? Solo la sua fedeltà. Gliel’aveva offerta fin dall’inizio, dal primo giorno, come se fosse stata consapevole di non aver nient’altro da offrirgli. Il loro amore è un’architettura curiosamente asimmetrica: si fonda sull’assoluta certezza della fedeltà di lei come un palazzo gigantesco su un unico pilastro.’
‘La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze. Traccia una linea immaginaria sulla traiettoria del tempo, al di là della quale le sue sofferenze di oggi cessano di esistere.’
‘Perché gli amori sono come gli imperi: quando scompare l’idea su cui sono fondati, periscono anch’essi.’
‘Lei era incapace di superare la barriera di silenzio che si ergeva tra loro. Perse il coraggio di parlare. Tomas era troppo forte per lei, e lei era troppo debole. Le dava ordini che lei non capiva. Lei cercava di seguirli ma non ne era capace.’
‘E si disse che la questione fondamentale non era: Sapevano o non sapevano?, bensì: Si è innocenti solo per il fatto che non si sa? Un imbecille seduto sul treno è sollevato da ogni responsabilità solo per il fatto che è imbecille? Fu allora che a Tomas tornò in mente la storia di Edipo: Edipo non sapeva di dormire con la propria madre, ma, quando capì che ciò era accaduto, non si sentì innocente. Non poté sopportare la vista delle sventure che aveva causato con la propria ignoranza, si cavò gli occhi e, cieco, partì da Tebe. [...] Se aveste gli occhi, dovreste trafiggerveli e andarvene da Tebe!’
‘Naturalmente, l’uomo ha diritto di temere anche i pericoli più probabili. [...] Tuttavia, la repentinità della sua decisione mi sembra ugualmente strana. non nasconde forse qualcos’altro, qualcosa di più profondo che sfugge alla sua riflessione razionale?’
‘Bisogna concludere che nella vita non ci sia nessuna grande necessità? Secondo me, ce n’era una. Non era l’amore, era la professione. Alla medicina egli era stato spinto non dal caso o da un calcolo ragionato, bensì da un profondo desiderio interiore. [...] Un imperativo interiore è ancora più forte e incita perciò ancora di più alla rivolta. Essere chirurgo significa aprire la superficie delle cose e vedere ciò che si nasconde all’interno. Fu forse proprio quel desiderio a spingere Tomas a scoprire che cosa c’era dall’altra parte, dietro l’Es muss sein!; in altri termini: a scoprire che cosa resta della vita quando l’uomo si sbarazza di ciò che fino ad allora aveva considerato la sua missione. Capì tutt’un tratto di trovarsi in una lunga vacanza. Faceva cose delle quali non gli importava nulla, ed era bello. Comprendeva ora la felicità delle persone che svolgevano una professione a cui non erano spinte da nessun Es muss sein! interiore e che esse potevano dimenticare non appena smesso il lavoro. Mai prima di allora aveva conosciuto una simile beata indifferenza. Quando al tavolo operatorio qualcosa non andava come lui voleva, si disperava e non riusciva a dormire. Spesso perdeva addirittura il gusto per le donne. L’Es muss sein! del suo lavoro era come un vampiro che gli succhiava il sangue. [...] La sensazione di passare di festa in festa: erano le sue grandi vacanze.’
‘Si direbbe che nel cervello esista una regione del tutto particolare che si potrebbe chiamare memoria poetica e che registra ciò che ci affascina, che ci commuove, che rende bella la nostra vita. Da quando lui ha conosciuto Tereza, nessuna donna hai il diritto di lasciare quella parte del suo cervello foss’anche la più sfuggevole impronta. Tereza occupava come un despota la sua memoria poetica e ne spazzava via le tracce delle altre donne. [...] Ho già detto che le metafore sono pericolose. L’amore comincia con una metafora. In altri termini: l’amore comincia nell’istante in cui la donna si iscrive con la sua prima parola nella nostra memoria poetica.’
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ojolosoy · 7 years
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J. M. Molter: Sonata Grossa for 3 trumpets, 2 oboes, timpani, strings & ...
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eas-marvelouz-blog · 7 years
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[2017.02.25 * MARVELOUZ DEBUT SHOWCASE]
MARVELOUZ DEBUT SHOWCASE
AT:  Jamsil Complex
DAY: 2017.02.25
18HS
Olá! Aqui é a fã especial Moon Hyeji!
Desde que os oppas do Marvelouz foram anunciados, eu já comecei a prestar atenção neles e em todos os teasers. Ontem, quando saíram as músicas e o MV eu fiquei ainda mais animada, principalmente porque sabia que veria os oppas performando elas no showcase de hoje!
E aqui estou eu! Infelizmente, não sou a primeira da fila, mas não tem problema! ㅋㅋㅋㅋㅋㅋ
O staff do evento está sendo muito bacana conosco e cuidando de todo mundo para que ninguém se machuque ao entrar na plateia. Como já era de se esperar, os oppas não demoraram a aparecer! Às 18h em ponto as luzes se apagaram e um show de lasers invadiu o salão, passando um pequeno vídeo de introdução do grupo antes de as luzes focarem novamente nos meninos, que apresentaram a música título (E.R.) pela primeira vez antes de se apresentarem para o público!
A dança é incrível com passos muito precisos e cheios de masculinidade! Os rappers souberam levar o ritmo da música com muito swag e os vocalistas arrasaram...
Então vimos o famoso comediante Kim Byungjo entrar no palco, as fãs aplaudiram e mostraram apoio a ele, que seria o MC do showcase.
MC: Boa noite! Uau estamos  com todos os assentos ocupados, isso é um recorde? Como vocês já sabem, estamos aqui hoje pra dar as boas vindas ao Marvelouz, um grupo que mal estreou e já está dando o que falar.
Mal consegui ouvir o resto da fala do Byungjo oppa devido aos gritos das fãs, o Marvelouz está realmente popular.
MC: Queremos conhecer individualmente cada integrante do grupo, não queremos? Que tal começarmos pelo líder?
Mais uma vez uma onda de gritos cortou a fala do MC e o Patsy oppa pareceu muito envergonhado ao ouvir tantas vozes dizendo seu nome ao mesmo tempo.
Patsy: Olá a todos, nós somos o Marvelouz! Sou o líder e moodmaker, Patsy!
Josh: Eu me chamo Josh e sou o rapper principal e visual, sendo assim, o mais bonito também muito obrigado por virem!
As fãs riram e gritaram o nome do Josh oppa sem parar, uau, e ele estava realmente muito bonito.
Hoon: Sou o Hoon, o menor mas também o integrante com o melhor aegyo, muito prazer!
Hyuk: Muito obrigado por virem, me chamo Hyuk e sou o rei das notas altas!
Heejung: Olá! Sou Heejung, a dance machine do Marvelouz!
Lian: Olá, Heroez! Eu sou o Lian, maknae cheio de aegyo do Marvelouz!
Como esperado, o maknae estava fofo o tempo inteiro, seu sorriso parecia brilhar no meio dos outros. E sim, ele disse Heroez! Esse é o nome do fandom do Marvelouz.
MC: Já vimos que o Marvelouz é um grupo quente! Mas todos queremos saber muito mais sobre os novos garotos da Sea Entertainment, então, que tal explicar o conceito do grupo para as fãs que vieram aqui hoje? E qual o significado da faixa principal?
Patsy oppa segurava o microfone com força mas não parecia nenhum pouco nervoso, e seu rosto estava muito bonito. Nas fotos teasers vimos ele moreno e misterioso mas agora víamos uma versão loira e cheia de carisma. E ah! Patsy oppa fala muito bem em coreano, mas possui um forte sotaque japonês, bastante fofo.
Pude jurar que vi uma skinship acontecer quando o Josh oppa se aproximou ainda mais dele, mas eu gosto de fantasiar, então não acreditem em mim!
Patsy: Nosso grupo conta com as raízes predominantemente do Hip-Hop mas possui uma mistura inconfundível do R&B, e nós usamos os conceitos para tratar de assuntos da sociedade atual de um jeito mais gótico e até mesmo crítico.
MC: Por que eu sinto que você passou a semana inteira tentando decorar isso?
A brincadeira do MC Byungjo fez todos rirem e inclusive os membros, Hyuk riu tanto que pude notar suas bochechas ficarem vermelhas, muito fofo, ah...
Hoon: Nossa faixa título, E.R., fala sobre um homem que ama cegamente uma mulher que não está mais com ele, e ele sente muito a sua falta e continua esperando pelo dia que ela vai voltar, quase em um estado de emergência.
Dessa vez até eu gritei pro Hoon oppa, ah, ele é tão fofo e pequeno!
MC: Antes que esqueçamos, qual o significado por trás do nome “Hydra”?
Lian: Nos quadrinhos, Hydra é uma organização que tem o objetivo de dominar o mundo, assim como o Marvelouz quer fazer. O nosso primeiro mini album tem sua parte um intitulada “Limbo” justamente porque queremos mostrar a ascensão do grupo em busca do paraíso, ou seja, a dominação do universo.
MC: UAU! Eu estou chocado! Marvelouz conseguiu dominar o coração das fãs depois dessa explicação?
As fãs gritaram sim juntas e isso me causou arrepios!
As luzes no palco não se apagaram mas ficaram mais escuras do que antes, provavelmente porque uma nova performance iria começar. Meus joelhos já estavam tremendo, o Lian sorria o tempo inteiro, ah, a doçura do maknae.
Hyuk pareceu gostar muito de ficar perto do Heejung oppa mas ele por sua vez não pareceu gostar muito de skinship! Pobre Hyuk oppa, eu precisei rir.
MC: Vocês irão apresentar a terceira faixa do album agora, podem nos falar um pouco mais sobre essa canção?
Hyuk: Moonlight Sonata é uma música muito especial pra mim...
Hyuk foi cortado por Patsy oppa que falou que essa era a música favorita dele no Hydra!
Todos riram e o oppa continuou a falar:
Hyuk: Ela é especial pra mim porque eu ajudei a compor e a fazer os arranjos. Ainda não sou bom nisso e minha ajuda foi muito pouca, quase nula, mas consegui dar o meu melhor.
Todos pareceram chocados! Nunca havíamos ouvido falar de um idol da Sea ajudando a compor músicas, Hyuk oppa realmente é muito talentoso.
Byungjo oppa mais uma vez  elogiou o grupo e então a performance de Moonlight Sonata começou. Heejung é muito bom com os passos e seu corpo se movia tão suavemente que parecia um Deus da dança. Patsy oppa também é muito bom dançando. A coreografia de Moonlight Sonata possui passos precisos mas também é muito sensual, eu ouvi gritos até o último segundo da música, e não posso negar que gritei muito também. Será que ficarei rouca?
Ao fim da performance os meninos sentaram-se em bancos, assim como o MC e foi o momento das fãs fazerem perguntas. Eu estava muito curiosa sobre várias coisas, e fiquei triste por só poder perguntar uma. Mas não vai me faltar oportunidade pra ver os oppas e saber muito mais coisas sobre eles!
MC: Uma fã quer saber o que o Hyuk e o Patsy gostam de fazer no tempo livre... Começando pelo líder.
Patsy: Eu costumo relaxar ouvindo música ou simplesmente vendo um filme. Mas meu hobby de verdade é desenhar e fotografar.
Hyuk: Gosto de assistir animes e também sou um bom desenhista, sou melhor que o Pat hyung até!
Uau! Hyuk oppa não é nada modesto sobre seus talentos. Mas eu também não seria, se tivesse a voz que ele tem. Patsy oppa gosta de fotografar? Poderia eu acabar sendo a musa inspiradora dele? Ah... Eu sonho alto demais! E por sinal, ele canta tão bem quanto faz rap!
Heejung: Eu gosto muito de cozinhar, e também pratico taekwondo.
Ah, ouvi uma menina ao meu lado falar sobre a irmã do Heejung oppa, uma ex idol! Nunca a vi, mas olhando pra ele posso jurar que ela deve ser muito bonita.
MC: Agora a pergunta é para o Hoon! Seu tipo ideal.
Hoon: Alguém com um rosto pouco expressivo, boca e nariz marcante e olhos bem puxados. E cabelos longos! Que a personalidade seja mais fácil e extrovertida, pra me completar, e que também seja minha melhor amiga cima de tudo.
Acho que eu faço o tipo ideal do Hoon oppa! Hoon oppa, por favor, me dê uma chance.
Sim, mais uma vez eu estou surtando. Mas essa é a minha transmissão, então eu posso!
Hyuk: Uma pessoa alta, um pouco atrapalhada e meiga. Que saiba me escutar e me faça rir por simplesmente estar em sua presença.
Muitas fãs gritaram, acho que todas se encaixam no perfil do Hyuk oppa. Imagina ele cantando pra você todas as manhãs? Aigoo, eu estou fora de mim.
MC: Vocês possuem algum role model? Temos uma fã muito curiosa pois o papel está rabiscado com muitas interrogações.
Todos meninos riram. Hoon possui um lindo eye-smile quando sorri. E ESSA ERA A MINHA PERGUNTA.
Hyuk: Itachi Uchiha, personagem do anime Naruto.
Esse momento foi muito engraçado, Patsy oppa fez uma expressão de muito desgosto, acho que ele não gosta muito do Itachi!
Patsy: Eu não tenho role models, quero ser minha própria inspiração e um dia inspirar outras pessoas.
Uau, Patsy oppa tão decidido! Eu fiquei encantada.
Lian: Eu adoro a Britney Spears, she’s a god to me.
Lian falou em inglês e todos riram. Uau, um fã da Britney Spears, eu adoro esses meninos. Imaginei o nosso maknae fazendo uma linda performance de alguma música da cantora, afinal, ela é minha inspiração também.
As perguntas acabaram e logo um novo game começou.
Josh oppa fez um maravilhoso freestyle e eu fiquei chocada com a sua voz grossa! Ele é tão bom com as rimas, com certeza irá participar de algum programa de rap um dia. Josh oppa é o melhor e tem muito swag!
Hoon e Hyuk também fizeram uma linda e acirrada batalha de notas altas! Como esperado, o rei das notas altas, Hyuk oppa, venceu! Mas Hoon possui uma voz linda e marcante, eu provavelmente irei me dedicar a ouvir a gravação que fiz desse momento todos os dias daqui por diante.
O próximo game foi o aegyo do Lian contra o líder Patsy gravando um despertador sexy para as fãs! Não conseguimos escolher um vencedor, mas se Patsy oppa me acordasse todos os dias com a voz que ele usou e se Lian fosse o meu namorado fofo, eu jamais reclamaria de nada pelo resto da vida!
Heejung fez uma apresentação forte de street dance e eu fiquei ainda mais chocada com o quanto ele é bonito e talentoso! Só estou triste por ele ser um pouco calado. Mas acreditem, acho que ele é meu favorito.
MC: Todos pudemos ver bem os talentos individuais e conjuntos do Marvelouz, não é? Estamos muito felizes por ter estado aqui hoje.
Os meninos riam e acenavam para as fãs. Até mesmo se curvaram diante das diversas palmas.
MC: Esperamos acompanhar as promoções do album Hydra até o fim, e estaremos já ansiosos pela volta de vocês com mais novidades.
Patsy oppa agradeceu aos fãs que vieram em nome do grupo inteiro, ah... Golden Leader.
O oppa Byungjo usou os últimos segundos pra perguntar sobre o grupo Neva-eh, colegas de empresa do Marvelouz. Patsy disse que as sunbaes estão sempre demonstrando apoio ao grupo e que sente muito carinho por elas.  Ah~ muito fofo.
E então a última música começou a tocar: “Airplane.”
O showcase terminou com essa canção calma, os integrantes cantaram ela usando pedestal e eu fiquei emocionada de verdade, deixei o local em lágrimas!
Ah! Marvelouz... Eu acho que sou uma grande fã deles agora.
Será que poderei voltar a falar desse grupo pra vocês? Yah! Eu estou ansiosa, acho que peguei gosto pela coisa.
Nos veremos de novo quando eu encontrar os meninos mais uma vez! Agora irei correr, talvez eu consiga um autografo se ficar esperando a van deles do lado de fora. Até mais, Heroez!
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clamarcap · 1 year
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Sonata grossa
Johann Melchior Molter (10 febbraio 1696 - 1765): Sonata grossa in re maggiore per 2 trombe e orchestra MWV 4.5 (c1734-41). Otto Sauter e Franz Wagnermeyer, trombe; Capella Istropolitana, dir. Nicol Matt. Adagio Allegro [2:23] Largo [5:09] Tempo di gavotta [6:00] Andante e sempre piano [8:33] Tempo di menuetto [11:25]
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