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Fun Fact
BuzzFeed published a report claiming that Tumblr was utilized as a distribution channel for Russian agents to influence American voting habits during the 2016 presidential election in Feb 2018.
“ La Guerra fredda aveva un senso. Fu una guerra ideologica in cui il vincitore, verosimilmente, avrebbe imposto al nemico sconfitto, per usare parole ormai screditate dal troppo uso, la propria filosofia e i propri valori. Può sembrare retorico, ma vi era in quello scontro fra giganti una certa nobiltà. Due grandi idee – la dittatura del proletariato e il capitalismo democratico – offrivano al mondo due strade diverse verso un futuro migliore. Le due diverse prospettive hanno creato speranze, attese, impegno e sacrifici che non sarebbe giusto ignorare.
Oggi ogni traccia di nobiltà è scomparsa. Il comunismo è fallito e, come accade sempre in queste circostanze, la memoria collettiva ricorda soltanto le sue pagine peggiori: i massacri della fase rivoluzionaria, la fame ucraina, la persecuzione del clero, le purghe, i gulag, il lavoro coatto, i popoli trasferiti con la forza da una regione all’altra. La democrazia capitalista non è in migliori condizioni. Il trasferimento del potere economico dai produttori di beni ai produttori di denaro ha enormemente allargato il divario fra gli immensamente ricchi e i drammaticamente poveri. Il denaro governa le campagne elettorali. Le grandi piaghe della prima metà del Novecento – nazionalismo, militarismo, razzismo – si sono nuovamente aperte. Il linguaggio della competizione politica è diventato becero e volgare. Le convention americane sono diventate un circo equestre in cui i candidati esibiscono i muscoli della loro retorica. Il meritato riposo e un busto nel Pantheon della nazione, che attendevano gli uomini di Stato alla fine della loro carriera politica, sono stati sostituiti da posti nei consigli d’amministrazione, laute consulenze e conferenze generosamente retribuite (come i 225.000 dollari pagati da Goldman Sachs a Hillary Clinton per un dibattito dopo i suoi quattro anni al Dipartimento di Stato). Anziché affidarsi a leader saggi e prudenti, molti popoli sembrano preferire i demagoghi, i tribuni della plebe, i caudillos.
Anche Putin appartiene per molti aspetti a un club frequentato da Erdoğan, Al Sisi, Orbán, Jaroslaw Kaczyński, Bibi Netanyahu, Xi Jinping, Lukašenko, per non parlare dei loro numerosi cugini in Africa e in Asia. Ma ha anche altre caratteristiche.
Deve governare un enorme spazio geografico popolato da una moltitudine di gruppi nazionali e religiosi. È il leader di un grande Paese che ha interessi legittimi e ambizioni comprensibili. È responsabile di una potenza che è anche un tassello indispensabile per l’amministrazione di un mondo caotico e pericoloso. Possiamo deplorare molti aspetti del suo carattere e della sua politica. Ma vedo sempre meno persone in Occidente che abbiano il diritto di impartirgli lezioni di democrazia. Occorrono 541 giorni per formare un governo in Belgio. Occorrono due elezioni politiche a distanza di sei mesi per formare un governo in Spagna. Occorrono tre commissioni bicamerali e due riforme costituzionali approvate dal Parlamento, ma sottoposte a referendum popolare, per cercare di modificare la costituzione in Italia. Nell’Unione Europea sono sempre più numerosi i cittadini che invocano il ritorno alle sovranità nazionali, ma in alcuni Stati nazionali (Belgio, Gran Bretagna, Spagna) la sovranità nazionale è contestata da regioni che chiedono il diritto di secessione. Mi chiedo: la democrazia è ancora un modello virtuoso che l’Europa delle democrazie malate e gli Stati Uniti delle sciagurate avventure mediorientali e del nuovo razzismo hanno il diritto di proporre alla Russia? “
Sergio Romano, Putin e la ricostruzione della grande Russia, Longanesi, 2016¹. [Libro elettronico]
Turkey/Türkiye held local elections over the weekend and the secularist democratic opposition did surprisingly well. It spells bad news for authoritarians – both at home (Recep Tayyip Erdoğan) and potentially across the Black Sea (Vladimir Putin).
The Turkish party led by President Recep Tayyip Erdoğan suffered big losses in local elections held on Sunday.
Ekrem Imamoğlu, the incumbent from main opposition party CHP, led the mayoral race in Istanbul by nearly 10 percentage points after more than half the votes had been counted, Reuters reported early on Monday. CHP also retained its mayoral seat in Ankara and gained another 15 seats in cities across the country.
Erdoğan conceded defeat for the AK Party, the AFP reported.
The opposition's win is a blow to Erdoğan, who has been in power as Turkey's prime minister or president since 2003. Since he is also a close partner of Russian President Vladimir Putin — even though Turkey is a NATO member — the defeat of Erdoğan's party could change the two countries' relationship.
If Erdoğan's AK Party had won resoundingly, the victory would be used in Ankara to "justify a close relationship with Russia in the eyes of the Turkish public," Marc Pierieni and Francesco Siccardi, researchers at think tank Carnegie Europe, wrote last week.
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Erdoğan's administration has been talking to Moscow about setting up a gas hub in Turkey as Europe weans itself off natural-gas imports from Russia.
The Financial Times has more specific figures on the shift in fortunes for the two largest parties. Erdoğan's AK Party is often called the AKP.
Overall the CHP captured 38 per cent of the national vote, while support for the AKP fell to 35 per cent. In the 2019 local election the AKP notched up 44 per cent of the vote, with the CHP well behind at around 30 per cent, according to Anadolu data
As an aside, Turkey has a great sounding national anthem called İstiklal Marşı. It's the only anthem I'm aware of that has the word coy in its lyrics.
Seni çok yorduk, Hakkını helâl et Cumhurbaşkanım. Düşman oklarını takip ettik, yolumuz hep sana çıktı. Mutlak Galib olan Allahu Teâlâ'dır. Rabbim sırtını yere getirmesin, selamet versin🤲🏼🇹🇷