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#poesia intima
la-novellista · 7 months
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Una supplica.
Un gemito ed il tuo nome.
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lamortemiperseguita · 11 months
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È uno specchio che si imita
un pensiero che incita
arriva alla parte più intima
questa voglia non si limita.
Nessuno saprà come mi sarò sentita
di getto direi avvelenata, avvilita
ripensandoci sfinita,
questa poesia non mi salverà la vita.
È finita.
Cosa significa davvero essere esistita?
-lamortemiperseguita
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giseleportesautora · 18 days
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Porta de Saída #Poesia
Porta de Saída #Poesia Uma casa com mil portas. Mas onde está a porta de saída? Atrás de mim, uma faca enorme que dilacera e corta. Busco fugir de minha própria mente caída. #poema #poesia #casa #organização #mudança #semudar #sesentiremcasa
Uma casa com mil portas. Mas onde está a porta de saída? Atrás de mim, uma faca enorme que dilacera e corta. Busco fugir de minha própria mente caída. Muitas pessoas não suportam mais estarem presas. Correndo contra o tempo, contra o passado e o futuro. Não aguento mais viver comigo mesma, ninguém mais à mesa. Preciso ver o que está fora dessa janela de fundo escuro. A infiltração desestabiliza…
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maryflorlovyblog · 1 year
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Viva as válvulas de escape, que lamentavelmente não gozam de boa reputacão. Não sei quem inventou que é preciso ser a gente mesmo o tempo todo, que não se pode diversificar.
Se fosse assim, não existiria o teatro, o cinema, a música, a escultura, a pintura, a poesia, tudo o que possibilita novas formas de expressão além do script que a sociedade nos intima a seguir: nascer-estudar-casar-ter filhos-trabalhar-e-morrer.
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Martha Medeiros
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sophie-blanceur · 3 months
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Ti faccio dono delle mie dita
che scivolano tra le pieghe della mia carne
per donarti la mia parte più intima e vera.
Ti faccio dono di ogni goccia di me.
Ti faccio dono dei miei occhi,
aperti sui tuoi, sulle tue labbra,
su quel movimento che vedo sul tuo collo
quando mi ingoi avido e mi guardi
e io guardo te e aspetto
che porti alla mia bocca
il gusto che voglio,
quello mio e tuo insieme,
colato da quel desiderio che ci devasta.
I miei umori mescolati alla tua saliva.
Le mie dita che si confondono con le tue.
Una danza carnale che sublima i sensi
e ne fa poesia,
quella che scriviamo insieme
su quelle lenzuola ormai bagnate
e che nessuno leggerà mai,
incidendola a quattro mani,
ma anche a labbra e gemiti di sudore.
Ti faccio dono di me,
di quella che sono,
di quella che nessuno ha mai respirato
né tantomeno ha mai avuto.
Ti faccio dono di tutto,
per me non tengo niente.
Mi svuoto.
Per riempirmi ancora di te.
Elisabetta Barbara De Sanctis
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greenbor · 1 month
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Poesia di https://www.tumblr.com/scorcidipoesia
Avrei un mondo da scrivere. Un fiume di parole, una punteggiatura che darebbe senso a questo impetuoso fiume inutile che scorre nelle mie vene. Avrei indistintamente gioia e felicità oppure disperazione e impotenza. Potrei trovare tratteggi e andare a cercare parole più sofisticate e meno semplici, potrei dare sfoggio di intelligenza e cultura oppure sedermi serena sulla mia semplicità. Ma mentre questa pioggia incessante scorre per fare in modo che sotto alla terra possano vivere e rinascere i fiori che presto traboccheranno primavera , sento il silenzio farsi spazio e divorarmi viva. Un silenzio che è come un drappeggio funebre o una finestra spalancata di sole e orizzonti, ho mari e ancora azzurri che mi stringono la gola. Ho semi di fiori che fanno fatica a sbocciarmi e tengo stretti nel mio ventre sterile. Ho nervature dolorose come la corteccia di un albero che reclama ossigeno. Ho tutto compresso in una scatola cinese che mi scolora e nel contempo mi dipinge di un rosso che non ha sfumature , è soltanto rosso e la liberazione mia intima è che ognuno può dipingermi o vedere questo rosso come vorrà. Finalmente la mia natura mi fa sentire che a nulla vale intingere il pennello e darsi forma
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petalididonna · 1 year
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poesie di Charles Baudelaire
poesia: La musica
Spesso è un mare, la musica,
che mi prende ogni senso!
A un bianco astro fedele,
sotto un tetto di brume o nell'etere immenso,
io disciolgo le vele.
Gonfi come una tela i polmoni di vento,
varco su creste d'onde,
e col petto in avanti sui vortici m'avvento
che il buio mi nasconde.
D'un veliero in travaglio la passione mi vibra
in ogni intima fibra;
danzo col vento amico o col pazzo ciclone
sull'infinito gorgo.
Altre volte bonaccia,
grande specchio ove scorgo
la mia disperazione!
Notte❤️
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Ti faccio dono delle mie dita
che scivolano tra le pieghe della mia carne
per donarti la mia parte più intima e vera.
Ti faccio dono di ogni goccia di me.
Ti faccio dono dei miei occhi,
aperti sui tuoi, sulle tue labbra,
su quel movimento che vedo sul tuo collo
quando mi ingoi avido e mi guardi
e io guardo te e aspetto
che porti alla mia bocca
il gusto che voglio,
quello mio e tuo insieme,
colato da quel desiderio che ci devasta.
I miei umori mescolati alla tua saliva.
Le mie dita che si confondono con le tue.
Una danza carnale che sublima i sensi
e ne fa poesia,
quella che scriviamo insieme
su quelle lenzuola ormai bagnate
e che nessuno leggerà mai,
incidendola a quattro mani,
ma anche a labbra e gemiti di sudore.
Ti faccio dono di me,
di quella che sono,
di quella che nessuno ha mai respirato
né tantomeno ha mai avuto.
Ti faccio dono di tutto,
per me non tengo niente.
Mi svuoto.
Per riempirmi ancora di te.
Elisabetta Barbara De Sanctis
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ma-pi-ma · 2 years
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La poesia, quanto più pubblica più è intima, moltiplica la complicità di altre intimità. 
Silvia Elena Regalado, da Sinistra che ancora palpiti, 2002
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personal-reporter · 11 months
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Umberto Saba: 140 anni dalla sua nascita
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Umberto Saba è stato uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo.  Nato a Trieste il 9 marzo 1883, Saba ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura italiana e internazionale.  Nel 2023 si celebreranno i 140 anni dalla sua nascita, un'occasione per ricordare la sua vita e la sua opera. La vita di Umberto Saba Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, è nato a Trieste il 9 marzo 1883. Figlio di un agente di commercio e di una donna ebrea di famiglia benestante, Saba trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Trieste, città che avrebbe influenzato profondamente la sua poesia. Dopo aver abbandonato gli studi di medicina, Saba si dedicò alla scrittura e alla poesia. Nel 1910 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, "Poesie", che fu seguita da molte altre raccolte, tra cui "Il canzoniere" e "Ultime cose". Durante la sua vita, Saba ebbe molti problemi personali e familiari. Ebbe una relazione difficile con la madre e la moglie, e fu costretto a fuggire dall'Italia durante il regime fascista. Tuttavia, nonostante questi problemi, Saba continuò a scrivere poesie e a pubblicare libri fino alla sua morte.Umberto Saba morì a Gorizia il 25 agosto 1957, all'età di 74 anni. L'opera di Umberto Saba L'opera di Umberto Saba è stata caratterizzata da una grande sensibilità e da un profondo senso di introspezione. Saba ha scritto poesie che esplorano i temi dell'amore, della solitudine, della malinconia e della morte, con una grande attenzione per i dettagli e per le emozioni. La poesia di Saba è stata influenzata da molti autori, tra cui Dante, Petrarca, Leopardi e Pascoli. Tuttavia, Saba ha sviluppato uno stile personale e originale, che lo ha reso uno dei poeti più amati e apprezzati della letteratura italiana. Le opere di Saba sono state tradotte in molte lingue e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. La sua poesia è stata descritta come "intima", "sincera" e "profonda", e ha influenzato molti altri poeti italiani e internazionali. I 140 anni dalla nascita di Umberto Saba Il 9 marzo 2023 si sono celebrati i 140 anni dalla nascita di Umberto Saba. In Italia e in tutto il mondo, si terranno eventi e iniziative per ricordare la vita e l'opera di questo grande poeta. Saranno organizzate mostre, conferenze, letture e spettacoli teatrali, per celebrare la figura di Saba e la sua eredità letteraria. Inoltre, molte case editrici stanno preparando nuove edizioni delle opere di Saba, con introduzioni e commenti di critici e poeti. Saranno anche pubblicati nuovi libri su Saba e la sua poesia, per approfondire la conoscenza di questo autore straordinario. In conclusione, i 140 anni dalla nascita di Umberto Saba saranno un'occasione per ricordare la vita e l'opera di uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo. La sua poesia ha influenzato molte generazioni di lettori e poeti, e la sua eredità letteraria è ancora viva e attuale oggi. Read the full article
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la-novellista · 11 months
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Intima poesia...
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menestrell · 2 years
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NOSSO TEMPO
Este é tempo de partido,
tempo de homens partidos.
Em vão percorremos volumes,
viajamos e nos colorimos.
A hora pressentida esmigalha-se em pó na rua.
Os homens pedem carne. Fogo. Sapatos.
As leis não bastam. Os lírios não nascem da lei.
Meu nome é tumulto, e escreve-se na pedra.
 
Visito os fatos, não te encontro.
Onde te ocultas, precária síntese,
penhor de meu sono, luz
dormindo acesa na varanda?
Miúdas certezas de empréstimo, nenhum beijo
sobe ao ombro para contar-me
a cidade dos homens completos.
 
Calo-me, espero, decifro.
As coisas talvez melhorem.
São tão fortes as coisas!
 
Mas eu não sou as coisas e me revolto,
tenho palavras em mim buscando canal,
São roucas e duras,
irritadas, enérgicas,
comprimidas há tanto tempo,
perderam o sentido, apenas querem explodir.
 
Este é tempo de divisas,
tempo de gente cortada.
De mãos viajando sem braços,
obscenos gestos avulsos.
 
Mudou-se a rua da infância.
E o vestido vermelho
vermelho
cobre a nudez do amor,
ao relento, no vale.
 
Símbolos obscuros se multiplicam.
Guerra, verdade, flores?
Dos laboratórios platônicos mobilizados
vem um sopro que cresta as faces
e dissipa, na praia as palavras.
A escuridão estende-se mas não elimina
o sucedâneo da estrela nas mãos.
Certas partes de nós como brilham! São unhas,
anéis, pérolas, cigarros, lanternas,
são partes mais intimas,
a pulsação, o ofego,
e o ar da noite é o estritamente necessário
para continuar, e continuamos.
Trecho da poesia "Nosso tempo" Carlos Drummomd de Andrade
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unisvers · 2 months
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#Teresa Mereu from vittorio e.pisu on Vimeo.
Marcello Robba e Lazzaretto Sant'Elia presentano Teresa Mereu Antologica di Pittura dall'8 al 18 febbraio 2024 Lazzaretto Sant'Elia Via dei Naviganti Cagliari Sant'Elia
«Dovete osservare e tornare a casa. Quel che conservate nella vostra memoria vi appartiene». Così diceva Foiso Fois ai suoi allievi. A questo principio si è ispirata la sua prima allieva, Teresa Mereu. In esposizione al Lazzaretto un’antologica che parte dalle opere del 1957 e arriva sino ai giorni nostri, raccontando il percorso dell’Artista. Chi si trova di fronte ai suoi dipinti prova una intima sensazione di serenità e di gioia. Ci si ritrova di colpo immersi in una tempesta di vento che scompiglia i capelli e fa volare i panni stesi, riempiendo l’aria di delicato profumo di casa; oppure in un bosco, dove gli alberi danzano accompagnati dalle nuvole; oppure, ancora, in una assolatissima spiaggia dove le onde spumeggiano delicatamente nell’incontrare la sabbia. La poesia che esprime l’opera di Teresa Mereu nasce dall’amore per la Natura: essa viene amata e interiorizzata dalla pittrice e restituita attraverso pennellate ricche, con un cromatismo che ricorda i Fauves, fatto di ampie macchie di vivacissimi e vitalissimi colori, che colpiscono l’osservatore, facendo affiorare sentimenti ed emozioni. Giorgio Pellegrini scrive, nella nota critica alla mostra di “questa nostra incontournable Teresa Mereu“:  “In questo plumbeo presente di un’arte sfinita dal suo egoismo concettuale, la cui flebile mediocrità è persino minacciata dall’orrore incombente dell’intelligenza artificiale, esiste ancora – vivaddio – una mano generosa: capace di dipingere. E di farlo bene. Immenso dunque il gioioso sollievo che riesce a procurare il repertorio mirabile del fare pittorico di questa nostra, inestimabile Teresa Mereu. Già prima allieva dell’indimenticato Foiso Fois, ne continua spavalda, oramai da numerosi lustri, una tradizione ove trionfa un’energia cromatica semplicemente indomabile. Singolare veemenza pittorica, si perpetua infine nel tempo con salda, emozionante vitalità. […]. Dominio assoluto di Teresa Mereu è il paesaggio. Esperta vagabonda dell’universo mondo ne ha colto tuttavia l’essenziale. Una natura penetrata, esplorata, rivelata finalmente in un viaggio senza fine dentro il segreto – sonoro e luminoso – della sua magnificenza. Il canto aurorale di un folto di salici rosa o il basso intenso del verde mistero boschivo. Giallo felice di sole accende a piena gola la festa delle ginestre oppure si adagia a sussurrare il tramonto sulle dune del deserto libico.”
Una trasmissione S'Arti Nostra Un film di Vittorio E. Pisu
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sophie-blanceur · 7 months
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Ti faccio dono delle mie dita
che scivolano tra le pieghe della mia carne
per donarti la mia parte più intima e vera.
Ti faccio dono di ogni goccia di me.
Ti faccio dono dei miei occhi,
aperti sui tuoi, sulle tue labbra,
su quel movimento che vedo sul tuo collo
quando mi ingoi avido e mi guardi
e io guardo te e aspetto
che porti alla mia bocca
il gusto che voglio,
quello mio e tuo insieme,
colato da quel desiderio che ci devasta.
I miei umori mescolati alla tua saliva.
Le mie dita che si confondono con le tue.
Una danza carnale che sublima i sensi
e ne fa poesia,
quella che scriviamo insieme
su quelle lenzuola ormai bagnate
e che nessuno leggerà mai,
incidendola a quattro mani,
ma anche a labbra e gemiti di sudore.
Ti faccio dono di me,
di quella che sono,
di quella che nessuno ha mai respirato
né tantomeno ha mai avuto.
Ti faccio dono di tutto,
per me non tengo niente.
Mi svuoto.
Per riempirmi ancora di te.
Elisabetta Barbara De Sanctis
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greenbor · 7 months
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Poesia di https://molecoledigiorni.tumblr.com/
Siamo la genesi del sogno
che ci appartiene,
siamo un orizzonte
sensoriale.
Rimani a difendere ciò che ami
e ciò che non è stato
apri le braccia al sole,
appoggia una carezza
sullo stupore
e sul dolore del mondo.
Respira e perdonati
appoggia lo sguardo
sull’orizzonte della vita,
sulla realtà intima
della morte.
©bruna.b.s
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carmenvicinanza · 3 months
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Cecilia Vicuña
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La donna di oggi è Cecilia Vicuña, artista visiva, poeta e attivista cilena, nota per le sue performance poetiche che rivendicano la sua identità femminile provando a riscrivere la storia della cultura indigena.
È creatrice di una poetica speciale che interseca arte e coscienza ecologica.
Il suo lavoro porta avanti conoscenze millenarie attualizzate con performance, film, installazioni, sculture, libri e gesti della vita quotidiana.
Ha scritto 25 libri di arte e di poesia, tradotti in sette lingue e anticipato i più recenti dibattiti su ecologia e femminismo decoloniale, immaginando nuove mitologie personali e collettive. Molte delle sue installazioni sono realizzate con materiali trovati e detriti abbandonati che intesse in delicate composizioni, nelle quali il microscopico e il monumentale trovano un fragile equilibrio, la sua arte è precaria, intima e, insieme, potente.
I suoi dipinti si ribellano alla forma, mettendo al centro l’immaginazione di una donna indigena.
Oggi le sue opere fanno parte delle collezioni di importanti musei tra cui il Guggheneim, il MoMa, la Tate, il Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires e il Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago del Cile.
È nata a Santiago del Cile il 27 luglio 1948 in una famiglia di artisti e intellettuali. Dal 1966, dopo aver iniziato con tele astratte, ha iniziato a lavorare a un  progetto che ancora oggi porta avanti, le precarios, sculture assemblate con materiali da recupero, esposte agli agenti atmosferici e alle maree.
Nel 1967 ha fondato il suo primo gruppo, Tribu No, che realizzava azioni artistiche collettive nella città di Santiago.
Nel 1968 ha pubblicato il suo primo poema sul periodico messicano El Corno Emplumado.
Dagli anni ’70, il suo lavoro si è confrontato visivamente e poeticamente con i rituali dell’America latina, delle popolazioni aborigene australiane, del Sudafrica e dell’Europa paleolitica. Le sue esibizioni, installazioni site-specific, quipu, sculture, dipinti, disegni e testi legano il filo rosso al sangue mestruale e alla continuità della vita.
Dopo aver esposto per la prima volta al Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago ed essersi laureata in Belle Arti, nel 1972 è partita per Londra per specializzarsi alla Slade School of Fine Art.
Si trovava in Gran Bretagna quando, l’11 settembre 1973, c’è stato il violento colpo di stato militare contro Salvador Allende guidato da Pinochet e ha chiesto asilo politico.
L’anno seguente ha fondato il gruppo Artists for Democracy per raccogliere fondi per la Resistenza cilena e organizzato il Festival of Arts for Democracy in Chile che ha visto partecipare 320 artisti e artiste internazionali tra cui Julio Cortázar, Christo e Sol LeWitt. Durante il Festival erano stati denunciati i soprusi commessi dalla dittatura militare di Pinochet e dalle altre dittature dell’America Latina e la violazione dei diritti umani.
Nel 1975 si è trasferita a insegnare storia dell’arte e poesia latinoamericana all’università di Bogotà, ha lavorato in ambito teatrale e condotto laboratori artistici con la comunità guambiana della Valle del Cauca, esperienza che l’ha portata ad approfondire il suo legame con la cultura indigena.
Quando al Concorso nazionale di poesia Eduardo Coté Lamus le è stato negato il premio a causa del tono erotico e irriverente della sua opera, è partita una serie di azioni artistiche di protesta che le hanno dato grande fama. 
A questo periodo risalgono le Palabrarmas, neologismo che unisce le parole (palabra) con le armi (armas), concretizzate attraverso varie tecniche artistiche che spaziano dal disegno alla performance, dalla scrittura ai film, come risposta poetica alla distorsione del linguaggio e alla violenza delle menzogne. 
Nel 1980 ha realizzato il suo primo documentario, ¿Qué es para usted la poesía? (Cos’è per voi la poesia?), oggi nella collezione del MoMA.
A New York ha collaborato con il periodico Heresies: A Feminist Publication on Art and Politics, leggendario gruppo di artiste e intellettuali femministe.
Nel 1981 ha esposto per la prima volta al MoMA, nella collettiva Latin American Video. 
Tra i viaggi in giro per l’America Latina e gli Stati Uniti, producendo reading, performance poetiche e esposizioni, non ha mai smesso di scrivere libri.
Nel 1995 ha tenuto il primo seminario con la comunità rurale di Caleu, in Cile, per promuovere la riscoperta delle conoscenze ancestrali dando origine a un metodo di educazione decolonizzatrice che ha chiamato Oysi, titolo che ha dato alla sua organizzazione senza scopo di lucro.
Nel 1997 è stata pubblicata la biografia The Precarious. The Art and Poetry of Cecilia Vicuña. L’anno successivo ha realizzato la prima mostra multimediale Cloud-net, dedicata al riscaldamento globale e all’estinzione delle specie e delle civiltà, temi che denuncia e porta avanti, instancabile, in ogni suo lavoro.
Numerose sono state le esposizioni e retrospettive tenute in giro per il mondo e le conseguenti acquisizioni da parte dei più importanti enti museali internazionali.
Nel 2015 è stata nominata Messenger Lecturer per il Dipartimento di Antropologia della Cornell University per contribuire all’��evoluzione della civiltà con lo scopo specifico di elevare lo standard morale della nostra vita politica, commerciale e sociale».
Nel 2017 ha partecipato a documenta 14, una delle più importanti esposizioni d’arte contemporanea nel mondo.
Nel 2018 ha ricevuto il premio Achievement Award assegnato da Cisneros Fontanals Art Foundation ed è stata nominata Sherry Memorial Poet in Residence 2018 per il Programma di poesia e poetica dell’Università di Chicago.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Velázquez di arti plastiche assegnato dal Ministero della cultura e dello sport della Spagna.
Al Centro Cultural España di Santiago del Cile, ha presentato Minga del Cielo Oscuro, convocando personalità del mondo dell’arte, astronomia, archeologia, musica ed etnomusicologia per riflettere sull’oscurità del cielo notturno e sulle molteplici conseguenze ecologiche, neurologiche e sociali della sua scomparsa.
Il 23 aprile 2022 è stata la prima artista cilena a ricevere il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Per l’occasione ha realizzato l’installazione site specific NAUfraga, dedicata alla fragilità (fraga) della laguna.
Il 3 maggio 2023 ha ricevuto la Laurea honoris causa dall’Università del Cile.
Per i suoi meriti, la poetica, l’instancabile ricerca e il fervente attivismo, si può considerare tra le più interessanti protagoniste dell’arte contemporanea.
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