Tumgik
#pensiero filosofico
gregor-samsung · 2 years
Text
Elogio dell'ignoranza
“ Non sono ignorante in un settore specifico, sarebbe un limite: la mia ignoranza spazia in vari campi, io non so un po' di tutto. Ma non è stato facile: ignoranti non si nasce, si diventa. E bisogna anche pensarci a tempo, dopo può essere tardi: quando una conoscenza è assimilata, ignorarla diventa quasi impossibile. È allora che nessuno si fida più di te, che nessuno ti offre più un lavoro: puoi morire di fame. Ed è inutile, o richiede sforzi sovrumani, cercare di porvi rimedio. So di un mio collega, rovinato dalla sua sapienza, costretto a fare due, anche tre ore al giorno di esercizi per dimenticare; ma ottiene risultati modesti. Non mi sono fatto da solo ignorante, la scuola ha avuto un peso decisivo; se non l'avessi frequentata, sarebbe stato certamente più difficile. Pensare che non costi fatica o che non occorrano studi particolari per raggiungere un buon livello d'ignoranza significa non aver capito che ignorante non è chi non sa nulla (sarebbe impossibile come sapere tutto) ma chi ha avuto l'accortezza di non farsi danneggiare da quel poco che sa. E come? impedendogli di arrivare al cervello. Non solo, ma operando sulle materie stesse della conoscenza: facendo ignorare alla storia la geografia, alla filosofia la matematica, alla grammatica la letteratura e così via. In altre parole, isolando le varie conoscenze in modo che nessuna interferisca con l'altra ponendo domande. Un'ignoranza che sia profondamente convinta, non deve fare domande, altrimenti sarebbe l'ignoranza di Socrate, un'ignoranza inutile, anzi perniciosa. Tanto che gli ateniesi furono costretti a difendersene, condannando a morte il loro concittadino. La conoscenza, dunque, è pericolosa a sé e agli altri: Adamo ci ha rimesso il paradiso e molti, oggi, ci rimettono l'impiego. È per evitare simili inconvenienti che mi sono dato un'ignoranza enciclopedica; a qualunque genere di domanda, io rispondo; chè bisogna dimostrarla la propria ignoranza, il silenzio sarebbe sospetto. Io tranquillizzo, rassereno, conforto gli animi feriti dalle cattive intenzioni della cultura, che ha sempre cattive intenzioni e che è perfidamente ambigua, curiosa, maldicente e, soprattutto, dubitativa. È il dubbio il suo sicario più feroce: qualcuno ne ha avuto il cervello sconvolto e Carlo Alberto la perdita di un regno. Come evitare tanti mali? L'unico rimedio sinora conosciuto è la prevenzione. E in questo senso siamo già a buon punto, ma si può fare di più: istituire, per esempio, vere e proprie scuole di analfabetismo. Il resto verrà da sé. “
Pino Caruso, L'uomo comune, Palermo, Edizioni Novecento (collana Il liocorno), 1986¹; pp. 55-57.
35 notes · View notes
peppfie · 29 days
Text
L'intesa mentale è per pochi.
40 notes · View notes
guastogeneraleinterno · 9 months
Text
Tumblr media
Noi, notturni, padroneggiamo per le strade dalle nostre finestre in penombra, osservando la luna tra un pensiero filosofico ed uno drammatico.
2 notes · View notes
il-gufetto · 2 years
Text
Tumblr media
Herschel è l'autore di un importante testo: il "Preliminary Discourse on Natural Philosophy" (scritto nel 1830). Questo libro è il primo dedicato alla filosofia della scienza (una branca della filosofia che si occupa della scoperta e diffusione del pensiero scientifico)
2 notes · View notes
effimer0 · 5 months
Text
La felicità è un attimo.
E nulla si avvicina di più alla felicità dell'attimo in cui, proprio quando avevi smesso di sperarci, la narice tappata si stappa.
Breve storia di un venerdì da influenzata.
1 note · View note
buscandoelparaiso · 6 months
Text
Tumblr media
io sono questo tweet
0 notes
divulgatoriseriali · 9 months
Text
La teoria delle idee di Platone e la critica di Aristotele: Due visioni divergenti sulla realtà e la conoscenza
Platone, uno dei più grandi filosofi dell’antica Grecia, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del pensiero occidentale, e, la sua teoria delle idee, è una delle sue idee più influenti e dibattute. Platone propose la Teoria delle Idee, credendo che il mondo sensibile fosse solo un riflesso di una realtà più autentica e perfetta – il mondo delle Idee, eterno ed immutabile. La…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
crazy-so-na-sega · 1 month
Text
Tumblr media
La realtà è socialmente costruita e infinitamente manipolabile e la verità è una nozione inutile: questo è stato il pensiero "postmoderno" che ha dominato negli ultimi decenni.
Una visione della vita per cui non esistono fatti ma solo interpretazioni, possibilmente da non prendere troppo sul serio, e un approccio al mondo per cui basta desiderare e siamo in grado di cambiare la nostra vita. Il postmoderno ha pervaso ogni ambito della quotidianità, dalla politica, all'arte, alla letteratura, alla dipendenza dal linguaggio delle fiction e dei reality, così finto da sembrare vero.
Maurizio Ferraris critica senza riserve questo modo di pensare e propone di tornare alla realtà dei fatti e delle verità appurabili, che esistono e sono evidenti, inemendabili.
In questo "Manifesto del nuovo realismo", che sintetizza gli ultimi venti anni del suo lavoro, indaga su alcuni concetti chiave degli ultimi decenni: emancipazione, autorità, illuminismo, decostruzione, critica, realtà, verità.
Ferraris sostiene con forza il ruolo della filosofia per argomentare e difendere il realismo filosofico. "L'umanità deve salvarsi, e occorrono il sapere, la verità e la realtà.
Non accettarli, come hanno fatto il postmoderno filosofico e il populismo politico, significa seguire l'alternativa, sempre possibile, che propone il Grande Inquisitore; seguire la via del miracolo, del mistero e dell'autorità".
30 notes · View notes
t-annhauser · 7 months
Text
Socrate
Possiamo leggere Socrate come una risposta allo scetticismo sofista, Socrate in fondo ci dice cose ormai così assimilate dal pensiero comune da risultarci quasi banali: conosci te stesso. Data la necessità di rifondare il pensiero filosofico andato a cacciarsi nel vicolo cieco della svalutazione della verità, Socrate fa appello al buon animo di ciascuno, al dovere di migliorarsi attraverso la vera conoscenza, un appello alla costruzione di sé che ce lo mostra come il fondatore della filosofia morale (e per questo, secoli più tardi, sarà preso di mira dall'antimoralista per eccellenza, vale a dire Nietzsche).
Socrate, com'è noto, non ha lasciato nulla di scritto e ha parlato principalmente attraverso la testimonianza di Platone, suo allievo e affezionato seguace. La sua vita è segnata dalla condanna a morte comminatagli dalla polis per aver corrotto i giovani con il suo insegnamento. Ma cosa insegnava Socrate? Nulla in particolare, insegnava a ragionare attraverso il dialogo e a mettere in discussione le false certezze di una società già molto "secolarizzata" e che poggiava su regole perlopiù conformiste. Siccome nella polis l'ordinamento stabile della società era propedeutico alla stabilità del potere politico, un individuo come Socrate, che metteva in discussione i valori ritenuti fondamentali istillando il dubbio fra i cittadini, era ritenuto quantomeno fastidioso. Lui stesso si definì "tafano di Atene", “il tafano che punzecchia la vecchia cavalla”, dove il tafano era il filosofo, mentre la vecchia cavalla era Atene. Non è che Socrate lo facesse per dispetto, lo faceva per amore della verità, quell'amore per la verità che era ormai ridicolizzato pubblicamente nelle commedie di Aristofane.
Il metodo di Socrate era la maieutica, cioè l'abilità di far nascere spontaneamente nell'altro la verità, lui stesso, del resto, sapeva di non sapere e quindi di non poter insegnare agli altri una verità di cui ancora doveva farsi un'idea.
Quando i giurati lo condannarono a morte lo fecero in un certo senso a cuor leggero perché si aspettavano, come da prassi, che avrebbe lasciato Atene per evitare la condanna, ma Socrate, che era ligio al dovere della verità, preferì non sottrarsi anche perché consapevole che continuando a praticare la sua ricerca sarebbe stato ugualmente condannato in qualsiasi altra città che gli avrebbe garantito riparo.
La verità, dunque, è mortale, ma come il samurai anche il filosofo ha il suo codice etico e non può sottrarsi dall'indicarla quando gli appare, whatever it takes. 
21 notes · View notes
astra-zioni · 2 years
Text
Vi dirò una cosa: vengo dal classico, da lettere, e dal mondo umanistico. Sempre cresciuta con l’idea che le materie scientifiche fossero più difficili - perché ero incapace io, perché me lo dicevano gli altri, ed io non metto mai in discussione le competenze degli altri. Fatto sta che ora mi trovo a studiare tutte quelle materie lì, chimica, matematica, citologia, e posso assicurarvi che son materie nelle quali non c’è bisogno di alcuno sforzo particolare (ve lo dice una che aveva tre a matematica). Intendo dire che son materie che si basano su leggi esatte, sono scienze (quasi) esatte. Sono regole. Studi il ragionamento e vai avanti. Le materie umanistiche non funzionano così. Le materie umanistiche non sono esatte, non si fondano su regole, si basano sulla tua reinterpretazione e capacità critica (se ce l’hai). Una materia considerata “semplice” come Storia è molto più complessa di chimica organica, dove procedi per leggi empiriche. Ovviamente con questo non sto dicendo che le materie scientifiche siano una passeggiata, anzi. Ma v’assicuro che studiare una poesia davvero, un pezzo di storia, un’opera d’arte, un pensiero filosofico, implicano una partecipazione così forte che quelle materie già “regolamentate” non prevedono, a meno di non volerle rivoluzionare, e quindi fare ricerca. Il succo è: non ve la tirate mai, in nessun caso. I campi del sapere son vasti e tutti complessi. La lingua inglese non è solo la lingua parlata. Racconta una storia, racconta di filologia, di un popolo, di cambiamenti sociali e così via.
118 notes · View notes
peppfie · 28 days
Text
Ho voglia di sedermi in riva all'oceano e pensare alla vita.
12 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti 
L'APPARIZIONE DEL SACRO
L'arte contemporanea possiede una facoltà: da una tabula rasa lascia emergere linguaggi inediti. Vasilij Kandinskij (1866 - 1944) si persuase della necessità di conferire all'espressione pittorica la capacità di toccare corde nascoste: colori e segni come suoni e pause. Un flusso cadenzato, come una composizione musicale. Tutto nasce da un semplice "punto", che è silenzio e parola allo stesso tempo. Così, compiendo un viaggio a ritroso, l'artista russo credette di trovare una silenziosa, primitiva traccia nella storia del pensiero: l'ordine geometrico che Platone definì il fondamento del sapere filosofico. L'idea astratta è una geometria, concepibile nel mistero del processo mentale, "kósmos", razionalità che si afferma superando l'indefinito, il "cháos". È un'esigenza di verità. "Episteme", certezza.  Il realismo figurativo gli apparve insufficiente, persino banale. Trasfigurazione di un reale fin lì sconosciuto. In questa scia, affermò: 
«L’impatto dell’angolo acuto di un triangolo contro un cerchio ha un effetto non meno poderoso del dito di Dio che tocca l’indice di Adamo in Michelangelo».
L'immagine della "Sistina" che trasferisce l'immediatezza del significato, che transita dalla forma al concetto, fonda l'intuizione e la offre confusa all'espressione del concetto. "Contatto" (1924, collezione privata), richiama il senso del divenire come atto creativo. Il passaggio è inverso: dal concetto alla forma. Da un inizio imperscrutabile a un oggetto visibile. Sempre Kandinskij concluse:
«La linea geometrica è un ente invisibile. Essa è la traccia lasciata dal punto in movimento, quindi un suo prodotto. Essa è sorta dal movimento ‐ e precisamente attraverso l’annientamento della quiete suprema in sé conchiusa nel punto. Qui ha luogo il salto dalla staticità al dinamismo».
Il significato rimane collocato in uno spazio intimo, un "punto" di partenza che tende a rivelare leggi sconosciute per mezzo di un linguaggio privo di ambiguità, incontrovertibile, esatto. Si tratta di qualcosa che appartiene all'universale dell'uomo. Cui ciascuno può attingere. Per la prima volta, il "sacro" è spirito che si fa immagine. Spirito razionale. Forse è questo il confine.
In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
36 notes · View notes
fuxx-normal · 7 months
Text
Pensiero di stamattina: ci sono persone che entrano nella nostre vite e non apportano nulla se non rotture di cazzo.
Oggi molto filosofico e incazzato come sempre (d'altronde è mattina)
7 notes · View notes
scienza-magia · 16 days
Text
Considerazioni di carattere generale sulla magia
Tumblr media
Il fenomeno della magia ha sempre costituito oggetto d’interesse per diverse categorie di studiosi tra cui gli storici delle religione i sociologi della religione gli storici sociali e gli antropologi culturali. Per quanto riguarda gli storici delle religioni dobbiamo dire che essi considerano l’universo magico come un ambiente labirintico e complesso. Vogliamo mettere in evidenza che gli storici delle religioni considerano l’universo magico costituito da almeno 3 livelli fondamentali : la folk magic i gruppi magici e la cultura esoterica. La folk magic è costituita dai rapporti interpersonali tra maghi e clienti che si instaurano per motivi esclusivamente strumentali. Infatti il cliente si rivolge al mago per risolvere problemi specifici e raggiungere obiettivi di vario tipo. Tra questi obiettivi è inclusa anche la possibilità di danneggiare terze persone attraverso l’uso di mezzi magici. A sua volta il mago accetta di soddisfare le richieste del cliente che ricompensa il mago fornendogli una adeguata ricompensa economica. Ma la folk magic è oggetto di studio non solo degli storici delle religioni ma anche dei sociologi della religione. Diverse sono le classificazioni riguardanti la folk magic ideati da questi studiosi. Per fare un esempio concreto i sociologi della religione hanno classificato i maghi in due categorie principali ovvero i tradizionali e i rampanti. I maghi tradizionali operano soprattutto in contesti rurali e non utilizzano le moderne tecnologie per rapportarsi ai clienti. Al contrario i maghi rampanti esibiscono attestati e titoli acquisiti in vario modo per dimostrare la loro competenza in materia magica ed astrologica. Tali maghi rampanti agiscono soprattutto in ambienti urbani e fanno spesso uso dei mass media per farsi pubblicità. Questi maghi appaiono regolarmente in trasmissioni televisive e radiofoniche utilizzando la loro immagine e il loro carisma personale come strumento per ottenere una sempre crescente popolarità. Il secondo livello dell’universo magico è rappresentato dai gruppi magici all’interno dei quali i rapporti interpersonali non sono strumentali ma dipendono in gran parte da fattori emotivi. Per dirla in altro modo all’interno dei gruppi magici non esistono rapporti dipendenti da fattori economici ma al contrario le relazioni interpersonali dipendono da quei fattori che sono importanti in tutti i rapporti non strumentali. Tali fattori sono : simpatia antipatia solidarietà e condivisione di obiettivi e fini. Dobbiamo dire che lo studio dei rapporti interpersonali presente all’interno dei gruppi magici continua a suscitare l’interesse di molteplici ambiti di studio. Il nostro mondo è popolato da numerosi gruppi magici ma anche nelle società del passato erano presenti tali gruppi. Uno dei gruppi più noti e diffusi nella società moderna è la Wicca una religione magica che ha raccolto un notevole consenso nel mondo occidentale in particolar modo nei paesi anglosassoni. Dobbiamo dire che la Wicca continua ad aumentare il numero dei suoi adepti e di conseguenza la sua importanza nel mondo moderno. Dopo il New Age la Wicca rappresenta il gruppo neo pagano più significativo e importante nella società contemporanea. Il terzo livello dell’universo magico è rappresentato dalla cultura esoterica che costituisce il grado più elevato e sofisticato del pensiero magico. Tuttavia a causa della sua notevole complessità non fa parte della cultura di massa comune alla maggior parte delle persone. Anche in passato l’esoterismo ha assunto diverse forme e modalità. Tra i rappresentanti più importanti dell’esoterismo nella società moderna figurano gli Julius Evola e René Guénon. Evola viene considerato il teorico dell’individuo assoluto poiché il suo magismo filosofico non tollera la formazione di comunità che si autorealizzano o di dominio della collettività sull’individuo di qualsiasi tipo. L’esoterismo di Evola può portare solo alla divinizzazione dell’individuo che diventa creatore e distruttore di tutto. Lo studioso non mostra alcuna pietà per i più deboli nonché per coloro che non possono reggere il confronto con gli altri uomini nei vari settori della vita sociale. Una caratteristica costante delle sue opere è l’invettiva contro il mondo moderno e la scentificazione della vita. In ultima analisi possiamo dire che Evola è fortemente influenzato dalla tradizione magico ermetica che ha avuto una grandissima importanza anche in passato. Per quanto riguarda Guénon dobbiamo dire che egli è considerato il più importante esponente del tradizionalismo esoterico che può essere considerato una forma di tradizionalismo integrale. Per dirla in altro modo il tradizionalismo di Guénon è una sorta di neo parmenidismo che vede nell’immutabilità ed eternità dell’essere universale l’unica vera fonte di salvezza. Egli propone una dottrina dell’identità suprema che può liberare l’umanità dalla decadenza del mondo moderno. Guénon interpreta l’intera storia dell’umanità in termini di progressivo allontanamento dalla tradizione e dal Principio Supremo. Concludiamo tale discorso su Guénon mettendo in evidenza che egli collega il suo tradizionalismo a un elemento non umano eterno e immutabile che è essenzialmente metastorico. In ogni caso vogliamo mettere in evidenza che il pensiero esoterico di Guénon che in alcuni ambienti della società moderna viene particolarmente apprezzato ed esaltato. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
2 notes · View notes
valentina-lauricella · 2 months
Text
Psicologia a buon mercato: il depotenziamento della sensazione di realtà come strategia difensiva.
Eh, caro Leopardi, una cosa avrei da dirtela: quella tua insistenza nel dire e percepire la vanità della vita, sembra tanto una disposizione psicotica. E lo dico perché ne sono affetta anch'io, e non l'ho mai considerata come un abito filosofico. Quell'intolleranza all'essere, il vederne l'irredimibilita`, e considerare migliore il non essere, è stato un mio pensiero costante, dal quale mi mette momentaneamente al riparo solo la mania, la frenesia dell'amore. E, anche quella, è "fatta di ragnatelo". Dietro vi occhieggia, prepotente, desiderabile più che pauroso, il nulla, la sola "cosa - non cosa" veramente infinita, o veramente inestesa. Il nostro problema è che abbiamo paura degli altri a causa della sofferenza che, nostro malgrado, riescono a infliggerci. Così annulliamo la loro importanza, e lo stesso facciamo degli obiettivi che vorremmo raggiungere ma che ci sfuggono perché non sono sotto il nostro controllo, e ci troviamo soli, eletti, grandi spiriti, in questo nulla che è nostro, ma che chiamiamo universale. In questa posizione, dapprima stiamo scomodi, vorremmo ucciderci con le nostre mani; poi ci adattiamo, perché la vita bruta vince sempre, e ci poniamo a ridere di tutto. Così siamo al sicuro, in un novello utero materno. Siamo fratelli di questa condizione. Siamo "anime gemelle". 😁
6 notes · View notes
lapolani · 2 months
Text
Tumblr media
• 5 lezioni in Giappone
Ti ringrazio, Midori, per essere riuscita a rendere entusiasmante un viaggio lungo e multiforme.
Ti ringrazio per aver curato con la tua solita luminosità i legami con i promotori, gli organizzatori, i professori e i collaboratori, rendendo impeccabile l’organizzazione e fraterna l’ospitalità.
Ti ringrazio per aver interpretato e tradotto le mie riflessioni sul pensiero filosofico dell’Occidente, riuscendo a trasferirle, mantenendone intatta la passione, nel cuore della cultura giapponese.
Ti ringrazio infine per aver protetto il mio ritorno a casa, perché, come ha insegnato Omero, un uomo non si smarrisce durante il lungo viaggio, ma può farlo durante il ritorno.
_______________
Copertina: “Midori Shimasue. Ritratto”.
Disegno di Lapo Lani. Fotomontaggio ripreso con acrilici e successivamente elaborato con processi digitali. Dimensioni: cm 21x26. Anno: febbraio 2024. Collezione privata.
_______________
2 notes · View notes