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#ontologia
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Poi Z mi racconta della tizia che bivacca in casa sua ed è rimasta incinta e sapete com’è, io sono una persona orribile, mi viene in mente quando Bill Hicks diceva che Hitler ha avuto una buona idea ma non ci ha creduto abbastanza. Sul concetto di persona si discute da millenni ed è una di quelle delicate schermaglie filosofiche utili ad aspettare amabilmente il tramonto nella sala del tè. Più antica, e più onesta, la consapevolezza dell’errore che è stare al mondo. C’è dappertutto, dall’inizio dei tempi, la sentenza del Sileno, l’Ecclesiaste, c’è di certo qualcuno che dalla palafitta ha camminato nel lago e sprofondando è diventato una pietra, innocente quieta e senza dolore.
Rimane, credo, un argomento insormontabile: nascere può essere un male, non nascere non lo è mai. Perché l’entità che non nasce non ha desideri rimpianti speranze (che sono, appunto, conseguenza del male di essere vivi). La scelta è ovvia. Ma oltre, capisco la difficoltà a maneggiare il concetto di “vite indegne di essere vissute” - la difficoltà filosofica, non quella dei subumani pro-life. Nessun limite possibile è logico. La tassonomia dei nazisti era assurda. Altre tassonomie dilagano in un oceano di compassione. Francamente, non c’è limite: nessuna vita è degna di essere vissuta. 
Direbbero, altri, che c’è la libertà personale, nel senso che non possiamo far esplodere il mondo nonostante sia innegabilmente meglio per tutti. Ma, due problemi: 1) la libertà personale è una delle idiozie dell’illuminismo, il cui unico fine è giustificare traslazioni di potere - siete rivoluzionari, e come tali desiderate un padrone; 2) quanto è giusto che una persona soffra perché lo desidera, o crede di desiderarlo? Di fronte allo splendore del purissimo diamante dell’assenza sembra scomparire tutto il resto. Comunque sia, credo di aver completato il cerchio: imparare ad odiarsi, imparare a perdonarsi, imparare a non esserci.
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bananartista · 2 years
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Materialismo Mainstream (N° 9882)
Materialismo Mainstream (N° 9882)
Coloured pencils and ballpoint pen on A4 350 gr. paper. (Matite colorate e penna a sfera su cartoncino A4)Artwork for sale. Write to: [email protected] NFT here. “Quanti oggetti dovettero essere prima fabbricati dagli uomini, perché si potesse giungere a una filosofia del materialismo.”Elias Canetti
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L'humà, el diví i el còsmic coexisteixen, estan interrelacionats i poden estar constituïts o coordinats jeràrquicament –a la manera d'unes prioritats ontològiques–, però no poden ser isolats, perquè això els anihilaria. Per això cada «dimensió» és *interindependent*.
Raimon Panikkar, La nova innocència (1998), p. 50
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kommunic8 · 5 months
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Se vi chiedo di descrivere cosa è un gioco, come lo descrivereste? Quali sono gli elementi che caratterizzano quello che noi chiamiamo gioco? TRASCRIZIONE [Eng translation below] Qualche tempo fa mi è stato chiesto di descrivere, di dare una definizione di gioco. Ci ho pensato. Non è una cosa semplice, una cosa che è difficile descrivere in termini oggettivi, che si può descrivere solo raccontando, o per lo meno io mi sono trovato a descriverlo raccontando quello che provo quando gioco. Ho cominciato col dire che per me gioco è una cosa che faccio volontariamente, è che non sono obbligata a fare, una cosa che faccio volontariamente e che mi dà piacere nel farlo. Ma questo non non descrive solo il gioco, descrive anche tante altre cose, che ne so una passeggiata, accarezzare il mio gatto. Il gioco ha una componente di difficoltà e di sfida perché possiamo definire gioco solo qualcosa che richiede la nostra attenzione e un certo grado di bravura nel farlo. È qualcosa che bisogna saper fare, e che quando si riesce a fare dà un senso di soddisfazione, appunto perché ci si è riusciti. Non lo so se questo descrive bene il concetto di gioco. Sto continuando a pensarci mentre parlo e come sempre quando si tratta dei 3 minuti grezzi, non mi preparo, quindi non sono andata a cercarmi definizioni di gioco, veramente sto andando così a braccio e chiedendomi: ma che differenza c'è tra giocare a Monopoli, che è un gioco che non mi piace tra l'altro, perché non mi piace Monopoli? Perché da bambina giocavo ed ero sempre triste, ero triste quando perdevo perché perdevo, ero triste quando vincevo, perché mi dispiaceva che gli altri perdessero, quindi non è un gioco che fa per me, così come non è un gioco che fa per me Risiko non mi è mai piaciuto. Quindi dicevo sì, che differenza c'è tra giocare a Monopoli e accarezzare il mio gatto? È che giocare a Monopoli non so come finirà, vabbè, anche accarezzare il mio gatto non so come finirà perché potrebbe alzarsi e potrebbe graffiarmi, quindi forse questa non è una definizione giusta, anche se sento che l'elemento dell'essere sconosciuto, del mistero, diciamo, è una cosa insita nel gioco. Non lo so. Sto pensando ad altri elementi che possono caratterizzare il gioco e una possibile definizione. C'è la soddisfazione per averlo fatto, quel certo livello di bravura, e poi il fatto che non me l'ha detto il medico di farlo, anche se i medici dovrebbero prescrivere giochi perché giocare fa bene, ne sono convinta, non ho prove, ma ne sono convinta. TRANSLATION Some time ago I was asked to describe, to give a definition of game. I thought about it. It is not an easy thing, something that is difficult to describe in objective terms, that can only be described by telling, or at least I found myself describing it by telling how I feel when I play. I started by saying that for me a game is something that I do voluntarily, it's something that I don't have to do, it's something that I do voluntarily and it gives me pleasure in doing it. But this does not only describe a game, it also describes many other things, for example going for a walk, petting my cat. The game has an element of difficulty and challenge because we can only define game something that requires our attention and a certain degree of skill in doing it. It is something that you have to be able to do, and when you succeed it gives a sense of satisfaction, for the fact that you have succeeded. I don't know if that describes the concept of the game well. I'm still thinking about it as I'm talking and as always when it comes to this 3 minutes podcast, I don't prepare anything, so I didn't go looking for game definitions, really I'm going so off the cuff and wondering: what's the difference between playing Monopoly, which is a game that I don't like by the way, why I don't like Monopoly? Because as a child I used to play and I was always sad, I was sad when I lost because I lost, I was sad when I won because I was sorry that other people lost, so it's not a game for me, just as it's not a game for me Risk was never my thing. So I was saying yes, what is the difference between playing Monopoly and petting my cat? It's just that playing Monopoly I don't know how it's going to end, oh well, also while petting my cat I don't know how it's going to end because it might get up and it might scratch me, so maybe that's not a fair definition, although I feel that the element of being unknown, of mystery, let's say, is something inherent in a game. I don't know. I am thinking about other elements that can characterise a game and a possible definition. There's the satisfaction of doing it, that certain level of skill, and then the fact that the doctor didn't prescribe me to paly, even though doctors should actually prescribe games because playing is good for you, I'm convinced of it, I don't have proof, but I'm convinced of it.
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mesokosminen · 9 months
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Subjektiivisuuden puheenvuoro mielenfilosofiasta ja holistisuudesta
Johdanto Tarkastelen tässä esseessä subjektiivisuuden ja objektiivisuuden suhdetta tietoisuuden tutkimuksen kontekstissa. Käytän apuna uutta käsitettä, subjektiivisten objektiivisuuksien kehystä, joka pyrkii yhdistämään nämä kaksi usein vastakkaiseksi nähtyä olemisen kategoriaa. Kehys esittää subjektiivisuuden ja objektiivisuuden toisiinsa kietoutuneina käsitteinä, joka arvioidaan sen…
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merdesigner · 1 year
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suposta positividade utópica imanente à noção de projeto – e de futuro – que lhe  é constitutiva (ao design)
Wellington Cançado
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radio-historia · 1 year
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ya había hecho un post y ahora el refuerzo con el video
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minimaeclectica · 1 year
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"El mundo del hombre es, de nuevo, incomparablemente más grande y rico; en efecto, la filosofía tradicional mantenía que el hombre es capax universi, capaz de traer el universo entero a su experiencia. Aquello que cada persona abarque realmente dependerá de su nivel del ser. Cuanto más "elevada" sea la persona, más grande y rico será su mundo. Por ejemplo, una persona fijada por completo en la filosofía del materialismo científico, que niegue la realidad de los "invisibles" y se limite a centrar su atención en lo que puede contarse, pesarse, medirse, vivirá en un mundo muy pobre, hasta el punto de que le parecerá un erial sin sentido, no apto para albergar al hombre. De igual modo, si no lo ve más que como una disposición accidental de átomos, no tendrá más remedio que aceptar, con Bertrand Russell, que la única actitud racional posible es la "irremisible desesperación".
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iridediluce · 2 years
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Spinoza: Dio, Natura e Libertà
Spinoza: Dio, Natura e Libertà
Filosofia ” ad more geometrico “ Descartes considerava il ragionamento matematico come il paradigma per il progresso nella conoscenza umana, ma Baruch Spinoza portò ulteriormente questo apprezzamento razionalistico , sviluppando ed esprimendo le sue visioni filosofiche mature “in modo geometrico”. Così, nell’Ethica Ordine Geometrico Demonstrata ( Etica ) (1677) pubblicato postumo, Spinoza…
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proustian-dream · 4 months
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communitas-goodman · 1 year
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"um animal que se desloca que sempre vê novas cenas e encontra novos problemas a serem confrontados e que precisa realizar permanentemente um ajustamento criativo: ele escolhe, inicia, inventa de modo a se apropriar da novidade do ambiente, deixando de lado aquilo que poderia destruir a homeostase"-Goodman, cit por Robine, p.26
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gestalt-dada · 1 year
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"Razão pela qual o que se espera do clínico é que ele possa se deixar capturar pelas palavras e pelos gestos do consulente a medida que eles caracterizam, no aqui/agora, a presença ou ausência de uma inibição reprimida, ou um ego criador" Granzotto e Granzotto, p.288
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bananartista · 2 months
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Slurry Labakra Smochinit - Entity N° 16028
Pennarelli, biro e matite colorate su carta A4 (21 x 29,7 cm , 350 gr.)Disponibile su Etsy: bananartista.etsy.com
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La nova innocència representa la guarnició de la ferida en la cultura occidental moderna provocada per la Il·lustració en separar l'epistemologia de l'ontologia, en fer del coneixement la caça de l'objecte per un subjecte que sols ha de mirar que les seves armes (categories) siguin polides.
Raimon Panikkar, La nova innocència (1998)
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kommunic8 · 9 months
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A volte le cose pi`¨semplici sono quelle pi`¨difficili da descsrivere: prendete il buco, provate un po' a descriverlo per ciò che è e non per quello che non è, vi accorgerete di quanto sia difficile descrivere un buco. Ci stanno lavorando in filosofia e in ontologia, in fondo alla pagina vi metto il link ad un interessantissimo articolo che parla proprio di questo, è in in glese ma lo potete facilmente tradurre usando uno dei numerosi traduttori che trovate gratuitamente online. TRASCRIZIONE [ENG translation below] Oggi vi parlo dei buchi. Complice un articolo di filosofia interessantissimo, spassosissimo, che ho letto questa mattina, vi metterò un poi il link nelle note del programma, mi sono ritrovata a pormi una domanda che non mi ero mai posta in vita mia e cioè: che cosa è un buco? Dal punto di vista filosofico, ma anche dal punto di vista della descrizione, se voi doveste descrivere un buco avreste difficoltà a descriverlo, perché i filosofi e gli onltologi ancora non ci sono riusciti, ci stanno lavorando. È però una cosa che tutti riescono a individuare, anche i neonati individuano il buco, così come individuano invece gli oggetti presenti nella vita reale. Allora ci sono diverse scuole di pensiero sulla definizione del buco, alcune dicono: il buco è un'illusione perché non esiste, non è formato da nessun materiale e si può descrivere unicamente descrivendo quello che non è, cioè quello che lo circonda. Anche perché dal punto di vista linguistico si può cambiare la frase "c'è un buco nel foglio" dicendo "il foglio è perforato", quindi si cancella completamente la presenza del buco. Ci sono quindi diverse teorie che cercano di spiegare come si possa definire il buco e io me ne sono lette e sono molto interessanti. Ripeto, non avevo mai riflettuto su una cosa che fa parte della nostra vita, i buchi sono dappertutto, a cominciare dalle asole degli occhielli ai buchi dove infiliamo le prese quando attacchiamo il nostro computer. Quindi, alcuni dicono che i buchi sono delle porzioni descritte, qualificate di spaziotempo, quindi il mondo è pieno, l'Universo è pieno di spaziotempo, solo quando c'è il buco noi stiamo prendendo una sezione di questo spaziotempo e la stiamo definendo. Altre teorie parlano del buco come la materia negativa del materiale che le ospita. Ci sono delle caratteristiche, comunque che accomunano i buchi. Anzitutto i buchi, tenetevi forte, sono sempre parassiti perché non esistono isolati, hanno sempre bisogno di una materia che li ospiti. Poi i buchi sono sempre riempibili e non necessariamente scompaiono, a meno che non si riempiano con lo stesso materiale di cui sono formati, quindi il buco di sabbia se ci metto la sabbia dentro il buco sparisce, ma un buco in un pezzo di legno, se ci metto dentro della carta il buco continua a esistere, e poi il buco coesiste sempre con il materiale che lo forma, infatti non è che se riempio un buco il buco si sposti per lasciare lo spazio al materiale con cui lo sto riempendo, insomma, è un discorso lungo, vi metto il link, leggetelo perché è veramente così affascinante. Viva i buchi! TRANSLATION Today I talk about holes. Thanks to a very interesting, hilarious philosophy article that I read this morning, I will put a later link to it in the program notes, I found myself asking a question that I had never asked myself in my life and that is: what is a hole ? From the philosophical point of view, but also from the point of view of description, if you were to describe a hole you would have a hard time trying, because philosophers and onltologists still haven't succeeded, they are working on it. However, it is something that everyone can detect, even infants detect a hole, just as they detect objects present physically in real life. Then there are different schools of thought on the definition of a hole, some say: a hole is an illusion because it does not exist, it is not formed by any material and can only be described by describing what it is not, that is, what surrounds it. Also because linguistically you can change the phrase "there is a hole in the paper " by saying "the paper is perforated," so you completely erase the presence of the hole. So there are several theories that try to explain how a hole can be defined, and I have read about them and they are very interesting. Again, I had never thought about something that is part of our life, holes are everywhere, starting from the eyelet loops to the holes where we plug in the sockets when we plug in our computer. So, some say that holes are described, qualified portions of spacetime, so the world is full, the Universe is full of spacetime, only when there is the hole we are taking a section of this spacetime and defining it. Other theories speak of a hole as the negative matter of its host material. There are characteristics, however, that holes share. First of all, holes, brace yourself, are always parasites because they do not exist in isolation; they always need a host matter. Then holes are always fillable and they don't necessarily disappear unless you fill them with the same material they are formed of, so a sand hole, if I put sand in it, the hole disappears, but a hole in a piece of wood, if I put paper in it, the hole continues to exist, and then a hole always coexists with the material that forms it, in fact it's not that if I fill a hole, the hole moves to make room for the material I'm filling it with, in short, it's a long talk, I'll put the link, read it because it's really so fascinating. Long live the holes! LINK all'articolo https://plato.stanford.edu/entries/holes/?ref=thebrowser.com
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marcogiovenale · 1 year
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il video di "ontologia dell'arte all'acqua di rose", di alberto d'amico
il video di “ontologia dell’arte all’acqua di rose”, di alberto d’amico
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