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#museo del louvre parigi
museoweb · 1 year
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Jean Baptiste Regnault - Le tre Grazie - 1797
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peppart · 2 years
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Antoine Watteau - Pellegrinaggio a Citera - 1717
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umi-no-onnanoko · 10 months
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falcemartello · 4 months
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"Ermafrodito dormente" (1620) Gian Lorenzo Bernini Museo del Louvre, Parigi.
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Mood domenicale
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massimogilardi · 7 months
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Spartaco,
Denis Foyatier, 1830
Museo del Louvre, Parigi
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ilcercatoredicolori · 25 days
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Ermafrodito stante - museo del Louvre, Parigi
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Pittore anonimo, detto "il Maestro degli angeli ribelli", attivo a Siena e Avignone, tra il 1325 e il 1350.
"La caduta degli angeli ribelli".
Museo del Louvre, Parigi
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michelangelob · 11 months
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La Scultura del giorno: la Ninfa Salmacis di Bosio
La scultura del giorno che vi propongo oggi è la Ninfa Salmacis, scolpita dall’artista monegasco Francois Joseph Bosio fra il 1824 e il 1826. La ninfa realizzata in stile neoclassico in candido marmo, oggi appartiene al Museo del Louvre di Parigi e fu commissionata all’artista il 3 agosto del 1826 dal Ministero della Maison du Roi. L’opera venne presentata al prestigioso Salone di Parigi del…
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chez-mimich · 3 months
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INSEGUIRE OPERE
La Triennale di Milano e la Fondation Cartier pour l’Art Contemporaine di Parigi hanno stretto una intensa collaborazione e allestiscono mostre di grande interesse. È il caso per esempio di quella di uno dei più grandi scultori contemporanei, Ron Mueck. La scorsa estate ho avuto modo di visitare la sua mostra alla Fondation del Boulevard Raspail e sabato scorso ho visitato la stessa mostra (con qualche variazione) alla Triennale. È sempre molto stimolante per me vedere una installazione d’arte allestita in due contesti diversi, poiché l’opera assume, inevitabilmente, sfumature diverse se non, addirittura, significazioni diverse. Mi era capitato di notarlo la prima volta con “La Venere degli stracci” vista al Castello di Rivoli e rivista al Louvre, così come con la celebre mappa del mondo (“Map”) di Mona Hatoum fatta di carbone arso vista al Beaubourg e rivista alla Fondazione Prada. E ancora con opere di Louise Bourgeois viste alla Tate Modern di Londra e riviste a Parigi. Questa volta è capitato con “Mass” il gigantesco cumulo di teschi umani che Ron Mueck ha posizionato nella Hall principale della fondazione parigina e ha riallestito al primo piano del Palazzo della Triennale. Nell’esposizione parigina i teschi (che sono enormemente più grandi di un teschio originale), complice la bella stagione, ma soprattutto l’architettura “trasparente” di Jean Nouvel, mi davano l’impressione di un gigantesco “divertissement”, scanzonato, dissacrante. La possibilità di vedere anche dall’alto l’installazione, i riflessi del sole e l’ombreggiatura del lussureggiante giardino della Fondation, facevano di “Mass” un gioco più che un “memento mori”. Non così a Milano dove, una cupa giornata d’inverno e la razionale,ma gelida architettura di Giovanni Muzio (1933), nonché l’occhieggiamento inquieto della Torre Branca dalla finestra, mi hanno fatto apparire l’opera come un cupo monito alla nostra vita terrena. È davvero incredibile come un “contesto” possa contribuire a determinare il senso di un’opera. Certo questo vale anche per il “Tondo Doni” regalo di nozze di Agnolo Doni a Maddalena Strozzi che probabilmente doveva stare a capo del letto e non su una parete degli Uffizi, ma a maggior ragione vale per le opere d’arte contemporanea. Come suggeritomi da un’amica (e dallo storico dell’arte Philippe Daverio), è meglio cimentarsi in esercizi come questo anziché infilarsi in un museo per vedere (molto superficialmente) migliaia di quadri che sono stati dipinti da migliaia di artisti in centinaia di anni a cui noi poi possiamo concedere solo uno sguardo distratto. Provate anche voi a inseguire un’opera d’arte (non importa quale e non importa dove) e l’arte vi apparirà per quello che veramente è, uno specchio profondo dove ritrovare o perdere noi stessi.
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
IMPRESSIONISMI
Classificare a ogni costo: che errore marchiano.  Alzando steccati si perdono i nodi che congiungono i testi pittorici in un "intero", in una relazione capace di attraversare epoche, stili, segni. Un esempio tra tanti è dato dall'immagine come "impressione": non si tratta di una scoperta esclusiva della seconda metà del XIX secolo ma di una sensibilità che risale nel tempo, lasciando tracce di memoria senza confini. Sfumando in un apparente disfacimento dell'immagine.  In realtà, cogliendone l'essenza: fenomeno dinamico, flusso di sensi.
- Masaccio: "Battesimo dei neofiti", 1424, 1428, Cappella Brancacci, Firenze
- Leonardo da Vinci: "Sant'Anna, la Vergine e il Bambino", particolare, 1510, 1513, Louvre, Parigi
- Tiziano Vecellio: "La pietà", 1575, Gallerie dell'Accademia, Venezia
- Caspar David Friedrich: "Monaco in riva a mare", 1809, 1810, Alte Nationalgalerie, Staatliche Museen, Berlino
- William Turner: "Tempesta di neve", 1842, Tate Gallery, Londra
- Claude Monet: dalle serie de "La cattedrale di Rouen",1892, 1894, Museo d'Orsay, Parigi e Museo Puškin, Mosca
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amore0429 · 1 year
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Caravaggio, “Morte della Vergine”, (particolare), 1606.
Olio su tela, cm. 369 x 245. Museo del Louvre, Parigi.
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museoweb · 1 year
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Jean-Honoré Fragonard - La serratura - 1778
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chris69003 · 7 months
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Zaooooooo …Buon Venerdì…🖤
Mentre al Louvre si celebra NAPOLI,con una mostra dei capolavori del Museo di Capodimonte fino a gennaio 2024 ,in Italia si celebra il Grande fratello. Un’accozzaglia di IGNORANTI…messi in una casa chiusa, seguita dal popolo con la più alta percentuale d’Ignoranza in Europa 😈
Grazie Parigi…🌹
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morelin · 6 months
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MIA (Museo d'Arte Islamica)
A Doha (Qatar) oltre al MIA Park abbiamo visitato il MIA, il Museo d’Arte Islamica, per ammirare la più grande collezione di arte islamica del mondo. La struttura del museo è stata progettata da I.M. Pei, l’architetto che ha disegnato la famosa piramide di vetro del Louvre di Parigi.
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Qui l’architettura tradizionale islamica (l’ispirazione proviene dalla fontana delle abluzioni presente nella moschea di Ahmad Ibn Tulun a Il Cairo) si unisce alla modernità dei motivi geometrici e degli archi.
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La collezione è davvero ricca e spazia dai tessuti alle ceramiche, dai gioielli ai testi sacri.
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Oltre a questo, il museo offre viste mozzafiato sullo skyline cittadino sia internamente dall’ampia facciata in vetro sia dalle terrazze.
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carmenvicinanza · 10 months
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Rosa Bonheur
https://www.unadonnalgiorno.it/rosa-bonheur/
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Rosa Bonheur, artista francese del XIX secolo, autrice di memorabili ritratti di animali, è stata la prima donna insignita della Legion d’Onore sebbene la storia dell’arte tenda a dimenticarla.
Dichiaratamente omosessuale, libera e indipendente, è stata tra le prime donne a indossare i pantaloni. Per farlo, doveva chiedere un’autorizzazione alle autorità che, ogni sei mesi, era costretta a rinnovare.
Nata col nome di Marie Rosalie Bonheur, il 16 maggio 1822 a Bordeaux, era la figlia maggiore del pittore Raymond Bonheur e di Sophie Marquis.
Ai suoi tempi le donne non potevano frequentare le Scuole di Belle Arti e il padre fu il suo maestro e quello dei fratelli e sorelle.
Invece di andare a copiare i quadri del Louvre preferiva stare in campagna e frequentare le fiere di animali che adorava.
Espose per la prima volta nel 1841, a diciannove anni al Salon di Parigi. A ventisei vinse la sua prima Medaglia d’oro, tra artisti come Corot, Ingres e Delacroix.
Per trovare l’ispirazione girava per i mercati di animali e i macelli indossando pantaloni, coi capelli corti e un sigaro in bocca per confondersi tra la folla.
Il suo quadro Aratura nelle campagne di Nevers, del 1949 è oggi esposto al Museo d’Orsay.
La fama internazionale era arrivata con La fiera di cavalli, arrivata al Metropolitan Museum di New York nel 1887, ancora oggi uno dei quadri più apprezzati della struttura.
La sua fortuna artistica è stata molto legata al mercato inglese, era molto apprezzata dalla regina Vittoria, e a quello statunitense.
È stato un raro esempio di artista che è riuscita a guadagnare in vita con le sue opere. Riuscì infatti a comprare il castello di By, a Thomery, vicino Fontainebleau, dove allestì il suo atelier e organizzò gli spazi per i suoi animali. Ci viveva con il suo primo amore, Nathalie Micas, anch’ella pittrice, conosciuta quando aveva quattordici anni da cui non si separò mai sino alla morte di lei, avvenuta nel 1889.
Allevava animali esotici e coltivava le sue passioni, musica, letture, teatro, ma anche sigari, caccia, cavalli. Sezionava i cadaveri degli animali per studiarli meglio.
Riceveva scrittori come Victor Hugo, Gustave Flaubert, i musicisti più famosi dell’epoca, Georges Bizet, Jules Massenet, Charles Gounod, appassionata d’opera, si recava spesso Parigi per assistere agli spettacoli.
Anche Buffalo Bill, che aveva conosciuto quando aveva visitato l’accampamento del Wild West Show, lo spettacolo che portava in giro per l’Europa, dove aveva visto per la prima volta i bisonti e altri animali esotici. Dal loro incontro nacque un celebre ritratto a cavallo dell’ospite americano, che le aveva donato un abito dei nativi visibile ancora oggi nella ex dimora dell’artista.
Nel 1865 è stata insignita della Grande Croce della Lègion d’Honneur dall’imperatrice Eugénie, moglie di Napoleone III, che aveva visitato il suo atelier e insistito per poterle consegnare la più alta onorificenza francese.
Anni dopo la scomparsa di Nathalie, si innamorò della per la pittrice statunitense Anna Klumpke, con ha vissuto fino alla morte e che è diventata la sua erede universale.
Ha lasciato la terra il 25 maggio del 1899 nel Castello di By. È sepolta a Parigi nel cimitero di Père-Lachaise.
I quadri, gli acquarelli, i bronzi e le incisioni presenti nel suo studio, così come la sua collezione personale, furono venduti alla galleria Georges Petit, a Parigi, nel 1900. Oggi il suo atelier è aperto al pubblico come Musée de l’atelier Rosa Bonheur a Thomery.
La sua biografia è stata scritta, nel 1908, da Anna Klumpke, la sua ultima compagna.
Nel 2022 per il bicentenario della sua nascita è stata allestita una mostra al Museo di Belle arti di Bordeaux e successivamente al Musée d’Orsay.
Nel suo castello, ora ribattezzato Château Rosa Bonheur, l’attuale proprietaria si batte per far riscoprire l’opera della pittrice e valorizzare la dimora che contiene molti documenti d’archivio ancora inediti rimasti conservati nei solai e magazzini e che, poco a poco, vengono studiati per arricchire la conoscenza di una donna emblematica della sua epoca la cui memoria non deve andare persa.
Si stima che al momento della sua morte al castello fossero presenti circa 4.500 opere. Grazie alle lastre fotografiche di Anna Klumpke, scoperte nei solai, si è potuto ricostruire in parte un inventario delle opere scomparse. Le immagini sono state il cuore dell’esposizione Le Musée des oeuvres disparues  che presentava un centinaio di opere inedite della pittrice rivelandone aspetti meno conosciuti come le caricature, la pittura storica e paesaggistica, le illustrazioni di leggende inglesi.
Nel castello dove ha abitato è possibile dimorare e godere del meraviglioso giardino dove teneva i suoi amati animali.
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mayolfederico · 2 years
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Eugeni d'Ors ~ La valle di Josafat - I. Figure d'artista
Eugeni d’Ors ~ La valle di Josafat – I. Figure d’artista
  Leonardo da Vinci, Vergine delle rocce, 1486 ca., Museo del Louvre, Parigi   L’uomo non è che un giunco, il più debole della natura; ma è un giunco che pensa. Bastano un poco di vapore, una goccia d’acqua a dargli morte. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe più nobile perché sa che è più forte di chi lo uccide; e l’universo ignora il vantaggio che ha su di lui   Eugeni…
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