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#microespressioni
omarfor-orchestra · 4 months
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che poi a me mimmo e simone sono piaciuti molto, a mio parere le loro scene sono le migliori della stagione (non che ci volesse molto, in effetti) e avere mimmo come love interest principale di simone sarebbe pure andato bene, ma allora dovevi mettere in chiaro fin dalla prima stagione l'eterosessualità di manuel (e non farlo limonare e scopare con il quasi fratello), non renderlo geloso e soprattutto non basare tutta la promozione della tua serie su una coppia che sai non sarà mai canon. Perché così stai solo prendendo in giro l'intelligenza del tuo pubblico.
Sì penso che il punto principale sia questo, che hanno fatto baiting. È che ad un certo punto i personaggi escono anche dalla penna di chi li scrive, quindi se gli è uscito Manuel geloso all'inizio avrebbero dovuto assecondarlo, non ostacolarlo.
Posso anche però aggiungere che tipo la Banijay non l'aveva fatto all'inizio, nessuno aveva detto niente, poi la gente ha cominciato a chiedere foto e contenuti di nic e dami insieme perché si erano convintə che la coppia serbbe stata ottenuta e loro hanno cominciato a metterli. Magari loro manco ci pensavano a sta cosa e poi hanno capito che era una richiesta anche piuttosto insistente, quindi hanno cavalcato l'hype.
Onestamente mi sento più di dare la colpa proprio alla scrittura e all'idea di partenza, perché se Petraglia mi viene a dire che Manuel "era stato scritto etero" e poi invece si dimostra tutt'altro io due domande me le faccio. O Damiano ha fatto il cazzo che voleva o non sai manco tu quello che hai scritto. Poi ripeto, chiamate zoom durante le pause pranzo di altri lavori
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freedominthedarkmp3 · 4 months
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L'abbraccio eterosessuale arginato solo dalle microespressioni di Damiano Gavino siamo salvə
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arreton · 11 months
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Le espressioni facciali delle emozioni non si manifestano sempre allo stesso modo, ma differiscono per alcuni parametri, come grandezza, intensità e velocità. Quelle che osserviamo in modo più frequente sono le macroespressioni, della durata di 0,5-4 secondi, che coinvolgono l’intero volto e usualmente sono in linea con tutta la comunicazione non verbale del soggetto. Si tratta di espressioni manifestate apertamente, dato che il soggetto non ha l’obiettivo di nascondere i suoi sentimenti. A differenza delle macroespressioni, quelle sottili sono «incomplete» e riguardano un solo distretto del volto, sopracciglia, occhi o bocca. Sono molto veloci e possono indicare un’emozione nascosta o di bassa intensità. Infine, ci sono le microespressioni: velocissime, durano da 1/25 a 2/25 di secondo, coinvolgono l’intera faccia e in genere non si possono riconoscere a occhio nudo. Le microespressioni emergono «per sbaglio» quando si tenta di reprimere un’emozione e sono quindi potenzialmente rivelatrici di un atteggiamento ambivalente o del tutto menzognero da parte del soggetto.
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newsintheshell · 1 year
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CAMPFIRE COOKING IN ANOTHER WORLD WITH MY ABSURD SKILL: la serie fantasy gourmet sbarcherà in tv grazie allo studio Mappa
L’anime tratto dalla light novel di Ren Eguchi andrà in onda da gennaio 2023.
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Il meme è sempre più potente, signori: ecco a voi l’ottocentesimo annuncio della settimana, che è al contempo l’ottocentesimo isekai e l’ottocentesimo anime targato MAPPA! (Li dovranno pur mettere all’opera quei 300 e passa dipendenti, mica possono tutti stare a fare le microespressioni su Chainsaw Man :v)  
Bushiroad ha aperto un sito ufficiale per la serie animata di “CAMPFIRE COOKING IN ANOTHER WORLD WITH MY ABSURD SKILL” (Tondemo Skill de Isekai Horo Meshi), da gennaio 2023 porterà il fantasy gourmet di Ren Eguchi in tv. 
Un primo teaser verrà mostrato durante una diretta speciale, fissata per il 4 novembre.
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L’adattamento è diretto da Kiyoshi Matsuda (Re-Main, Kakegurui xx) e Michiko Yokote (Tsurune, Karakai Jozu no Takagi-san) ne supervisiona la sceneggiatura.
Al character design sta pensando Nao Otsu (Beastars, The Idaten Deities Know Only Peace), mentre le musiche sono firmate da Masato Koda (KonoSuba), Kana Utatane (Akebi's Sailor Uniform) e dal Kuricorder Quartet (Tsuritama).
Insieme ad altri tre futuri eroi, il ventisettenne Mukoda Tsuyoshi viene trasportato in un mondo fantastico, per salvare un regno da una misteriosa minaccia. Tuttavia, diventa presto chiaro che Tsuyoshi è stato trascinato nel rituale di evocazione per caso. La sua unica abilità si rivela infatti essere il “Menu del cibo”, che gli permette di aprire un'interfaccia in cui può acquistare e ottenere articoli dai supermercati del Giappone.
Cacciato dal palazzo senza tante cerimonie, Tsuyoshi si mette in viaggio da solo. Tuttavia, la sua capacità di creare piatti deliziosi sconosciuti a questo mondo dà presto i suoi frutti, attirando persino il leggendario lupo Fel. La creatura è talmente affascinata dalle sue ricette che stringe immediatamente un contratto con Tsuyoshi, diventando il suo famiglio. Accompagnato da questo stravagante essere mitico, Tsuyoshi comincia a guadagnarsi da vivere come mercante e avventuriero, viaggiando e cucinando piatti appetitosi che non mancano mai di stupire gli abitanti di questo nuovo fantastico mondo.
cast
Tsuyoshi Mukoda: Yuma Uchida (Megumi Fushiguro in Jujutsu Kaisen)
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Fel: Satoshi Hino (Ainz Ooal Gown in Overlord)
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Sui: Hina Kino (Alas Ramus in The Devil is a Part-Timer!)
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La light novel viene pubblicata da Overlap dal 2016, con le illustrazioni ad opera di Masa. Il 12° volume è uscito in Giappone lo scorso giugno. A cominciare dal 217, ne viene serializzata una versione manga disegnata da Akagishi K (Sabikui Bisco), giunta al 6° volumetto.
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Autore: SilenziO)))
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer
[FONTE]
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i-libri-di-ale · 7 months
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Le Microespressioni Facciali
Tu lo conosci il "Love Lab", il sistema di previsione di come andrà una relazione amorosa, di Gottman? E il sistema FACS di Ekman e Friesen? Leggi l'articolo per scoprire di cosa si tratta. è tutto incentrato sulla comunicazione non verbale!
Questo articolo è tratto dal mio libro “I Segni Silenziosi: un’indagine semiotica sul linguaggio non verbale“ Le microespressioni facciali, un campo di studio affascinante nell’ambito della comunicazione non verbale e della psicologia emotiva, meritano un’analisi approfondita. Queste espressioni sono brevi, involontarie e spesso difficili da rilevare con l’occhio non allenato, ma giocano un…
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mircobertazzoni · 3 years
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Kim Philby Agente segreto risponde ad alcune domande e mostra quello che è il gusto per la beffa durante l'intervista.
youtu.be/tpjO0n3JJfQ
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giulia-liddell · 4 years
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Cena
Parole: 1799
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Ship: Anacore
Avvertimenti: Ehm... Troll (?), gente che si insulta da sola, candele, chiusura che non chiude
Note autore: Prima o poi scriverò qualcosa di più lungo, promesso
Marco sente la luce del mattino arrivargli dritta sulla faccia e non può evitare di aprire gli occhi. Dopo qualche secondo di disorientamento si rende conto di non essere nella sua camera. Per prima cosa è troppo ordinata, poi è troppo luminosa ed infine è stranamente minimalista. Sta quasi per andare nel panico e mettersi ad urlare quando il suo cervello inizia a funzionare un pochino di più e si rende conto di trovarsi nella stanza di Tarek, proprio nel momento in cui si rende anche conto di avere un paio di braccia strette intorno alla vita. Fa un respiro profondo. Sente il cuore che improvvisamente inizia a battere più veloce e la pelle che si scalda di colpo. Sa perfettamente che le braccia che lo stanno stringendo, che il petto che è premuto contro la sua schiena e che il lieve respiro che si infrange contro la sua nuca appartengono a Rancore, però una parte della sua mente non riesce a capacitarsene. Con una calma che non gli appartiene, riesce a voltarsi dentro a quell’abbraccio e si ritrova faccia a faccia con Tarek, che gli sorride lievemente con gli occhi ancora semichiusi per il sonno. Marco non riesce a trattenere un sorriso di risposta. È una visione perfetta, sotto ogni punto di vista. Tarek alza una mano ed accarezza piano la sua guancia e Marco deglutisce mentre aspetta che dica qualcosa…
Marco si sveglia nella sua stanza con la sensazione di essere incredibilmente rilassato, ma anche frustrato allo stesso tempo, si tira su di scatto e poi si ributta sul letto affondando la faccia nel cuscino e grugnendo. Cazzo. Cazzo, cazzo, cazzo. Per una volta che avrei voluto continuare a sognare. Cazzo. Pensa mentre stringe il cuscino in una presa mortale. Si sente un caso disperato. Normalmente resterebbe lì a chiedersi come mai ha fatto un sogno del genere, ma il punto è che sa benissimo perché. Prima di tutto è decisamente cotto. Molto cotto. Troppo cotto. Poi, negli ultimi giorni è stato più a contatto con Rancore del solito e questo significa che il suo cervello ha più tempo per raccogliere idee a livello inconscio. Infine, come se non bastasse, Leo continua a stuzzicarlo di tanto in tanto sulla sua situazione e sicuramente contribuisce a fornire scenari alla sua maledetta immaginazione. Non che ce l’abbia davvero con Leo… Però ecco un po’ è fastidioso avere degli scenari così incastrati in testa senza poter farci fare niente. Tra l’altro questa sera ha promesso di fare un salto per cena a casa di Rancore e davvero non ha bisogno di passare una serata a cercare di non guardare Tarek e pensare all’immagine del suo volto sorridente appoggiato sul cuscino accanto a lui.
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Tarek non è normalmente una persona che va nel panico. Ha davvero uno straordinario controllo sulle sue emozioni e sui suoi sentimenti. Prova ne sia che riesce a fare diverse attività insieme a Marco senza sciogliersi ogni volta che lo vede sorridere. Almeno, non all’esterno. Riesce a mantenere un aspetto calmo e composto, anche se dentro al cervello sente almeno una ventina di allarmi che partono in contemporanea. Il punto è che nessuno si rende conto se è sopraffatto dalle emozioni oppure no. Almeno, quasi nessuno. Non ha capito ancora come o perché, ma Junior Cally è l’unico che lo becca sempre. Forse sa leggere le microespressioni… In ogni caso normalmente Tarek è completamente in controllo delle sue reazioni, ma oggi da quando si è svegliato, sapendo di dover cenare con Marco si sente improvvisamente insicuro di tutto e sta andando nel panico per cose stupide come quale tipo di pane sia più adatto da mettere a tavola per cena. come se non bastasse Cally ha deciso di chiamarlo nel pomeriggio per infierire.
«Hey, allora ti stai preparando per questo appuntamento?» chiede ridacchiando
«Non è un appuntamento.» risponde Rancore seccato mentre mette in vivavoce.
«No, certo… Anastasio viene a casa tua per cena e cucini tu… Non è assolutamente un appuntamento… Stupido io che l’ho pensato.» ribatte Cally con il tono più sarcastico possibile. Rancore vorrebbe rispondergli a tono perché gli sembra così ovvio che non si tratta di un appuntamento. Anche se deve ammettere che l’idea non gli dispiacerebbe.
«Non è un appuntamento… Siamo amici, non ci vedevamo da un po’ e l’ho invitato per una serata a casa mia. È una cosa normale tra amici.» riesce a dire Rancore sforzandosi di sembrare convinto delle proprie parole.
«Sì, certo, certo… Io credo che tu sotto sotto sappia benissimo perché lo hai fatto, ma non lo vuoi ammettere e credo che Anastasio sappia perfettamente perché ha accettato senza contestare, ma non lo vuole ammettere… In ogni caso quante candele hai messo in sala per il vostro appuntamento?» continua Cally quasi ignorandolo completamente. Rancore emette un verso di frustrazione, ma poi abbassa lo sguardo sul ripiano più basso di uno dei mobili della cucina e nota un pacco di candele che ha effettivamente comprato due giorni fa. Non sa perché e non si ricorda di averlo fatto, ma sono lì. Cazzo. Che coglione.
«Nessuna.» si affretta a rispondere «Perché non è un appuntamento.»
«Oooh… Quindi mi hai appena confermato che sei il tipo da “candele ovunque” per gli appuntamenti… Interessante…» replica Cally con tono divertito. Doppiamente coglione a quanto pare.
«Okay, ciao eh. Ci si sente un’altra volta. Vai un po’ a rompere le balle a Lauro.» dice secco Tarek prima di chiudere di botto la telefonata. Non ha motivo di essere così irritato. Non è che sia vero quello che ha detto Cally. O almeno prova a convincersi che non lo sia. Intanto deve preoccuparsi di preparare la tavola e sposta tutte le sue attenzioni su quello.
Marco arriva un pelo in anticipo davanti casa di Rancore. Cioè un quarto d’ora prima. Si vergogna un po’ di sé stesso. Per prima cosa è davvero poco da italiano arrivare in anticipo di addirittura un quarto d’ora, e poi rende decisamente palese che c’è qualcosa sotto. Mentre bussa alla porta e si maledice perché non ha suonato il campanello spera che Rancore non si renda conto di niente.
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«Ciao! Sei in anticipo!» esclama Tarek appena apre la porta con un mestolo in mano ed un grembiule addosso. Perfetto. Lo ha notato. E come cazzo fa a stare bene con un grembiule? I grembiuli non sono una cosa che deve stare bene alla gente… Ma che cazzo? Non è umano. È l’unica risposta possibile. «Ehm, ciao… Eh sì… Non avevo molto da fare quindi… Va beh… Ti ho portato del vino.» risponde Anastasio allungando con un gesto secco la bottiglia verso la mano libera di Tarek. Lui sorride e la prende mentre si sposta per farlo entrare. «Oh, è ottimo. Non sapevo ti intendessi di vini!» commenta tornando alla sua postazione in cucina. Anastasio si passa una mano dietro il collo ed abbassa lo sguardo «Eh… Infatti non me ne intendo… Ho chiesto consiglio a Leo… Che ha chiesto consiglio a suo padre…» confessa imbarazzato e Tarek ridacchia «Non credo che incontrerò mai il signor Gassmann, ma se dovesse succedere gli farò i complimenti per i gusti allora.» scherza «Tu butta pure la giacca da qualche parte ed accomodati… Fa come se fossi a casa tua…» si affretta ad aggiungere.
Dopo essersi sbarazzato della giacca, Marco si avvicina incuriosito ai fornelli e sbircia quello che sta preparando Rancore «Che combini?» chiede incuriosito «Ehm… Pollo alla cacciatora… Non è niente di che davvero.» risponde lui evitando il suo sguardo «Oh, sembra ottimo.» si affretta a commentare Marco poi chiude gli occhi ed inspira profondamente prima di emettere un verso di apprezzamento «E fa un ottimo profumo.» aggiunge prima di riaprire gli occhi e ritrovarsi Tarek che lo fissa con uno sguardo strano mentre tiene il mestolo a mezz’aria. «Ehm… Grazie…» riesce a dire appena si riprende dalla sua trance. «Comunque è pronto… Ehm... Accomodati pure che io servo in tavola…» aggiunge facendo un gesto in direzione della tavola e Anastasio esegue.
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Tarek prende la padella ed un sottopentola e si avvicina al tavolo. Appena appoggia il tegame la luce se ne va. «Cazzo.» si lascia sfuggire sottovoce. «Ehm… Tarek? Tutto okay?» chiede incerto Anastasio. Rancore sospira «Sì… Io… Mi dispiace… Credo che sia un blackout previsto… Di cui mi ero completamente dimenticato… Stanno facendo dei lavori o qualcosa del genere non lo so… Cazzo, sono un coglione… Aspetta un attimo.» risponde mentre tira fuori il telefono i si fa luce con la torcia. Marco lo sta fissando con gli occhi spalancati. Non sembra preoccupato. Sembra un cucciolo. Qual è il termine? Puccioso. Credo sia puccioso. Madonna non ci credo che sia reale questo qui. Rancore si sposta verso la cucina e si ricorda del pacco di candele nel mobile. Lo afferra insieme ad un accendino e torna verso la tavola mettendosi all’opera per posizionare le candele un po’ sul tavolo un po’ sui mobili lì intorno e poi le accende pazientemente una ad una. Marco si alza per aiutarlo con il suo accendino «Ah meno male che avevi queste. Sempre meglio averne un po’ in casa, vero?» commenta prima di sedersi di nuovo a tavola «Eh sì, meno male…» risponde lui cercando di non pensare alle parole di Cally di quel pomeriggio e concentrarsi sul fare i piatti prima di riportare la padella in cucina. Quanto Tarek torna a sedersi a tavola ed augura buon appetito a Marco non può fare a meno di notare che la luce soffusa è un po’ di atmosfera. E poi può vedere la luce delle candele che balla sopra i tratti di Marco… Okay adesso basta. Non hai dodici anni. Coglione. Poi però Anastasio scherza «Ah ah ah, con tutte ‘ste candele sembra che dobbiamo fare una cena romantica… Tipo appuntamento… Non è che hai pure i petali di rosa da qualche parte?» e Tarek sente il suo cervello andare in tilt. «Cazzo, Cally aveva ragione.» pensa. Marco inclina la testa di lato. Un cucciolo davvero. «Perché che ha detto Cally?» chiede. Eh? L’hai detto ad alta voce. Coglione. «Ehm… No… Niente ha fatto una battuta… Perché sei venuto a cena da me, no? Ed io ho cucinato, no? Ed insomma è un po’ come un appuntamento, no? E adesso tu hai detto che con le candele… sembra… un… appuntamento…» la sua voce si abbassa sempre di più mentre finisce di parlare. Ma che cazzo? Ma perché non te ne stai zitto? Cazzo di coglione. Alza lo sguardo per controllare rapidamente che Anastasio non sia sul punto di mandarlo a quel paese e vede che ha lo sguardo fisso sul tavolo. È arrossito? «Ah. Capisco. Ah ah. È carina sì… Beh possiamo fare finta che lo sia… Un appuntamento.» commenta Marco. Ecco adesso Rancore non riesce quasi a parlare «Sì. Possiamo… ehm… fare finta.» concorda
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kon-igi · 5 years
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ODE AGLI AUDIO DI WHATSAPP
Se volevo parlare ti telefonavo.
E invece se ti mando un audio (sempre) il motivo è semplice...
Non posso telefonarti.
Le mie mani sono impegnate nell’aiutare hobbit, elfi, umani e nani e il vivavoce mi distrae mentre tengo d’occhio l’occhio di Sauron.
Sennò ti telefonavo.
Le mie orecchie sono impegnate nell’ascoltare i lamenti delle femmine e gli audio li ascolto quando mi prendo una pausa dallo schiacciare i nemici e inseguirli mentre fuggono.
Sennò ti telefonavo.
Il mio cervello deve avere tempo di ricomporsi dalla tua cagata appena espressa e il fatto che io stia ‘registrando un audio’ di dieci minuti significa solo che il primo audio è di nove ma che lo cancellerò per rispetto della tua fragile autostima.
Sennò ti telefonavo.
Una piccola macchia di sangue sullo schermo per avviare il tuo audio riesco a lavarla via, tutto il cellulare imbrattato perché ho dovuto stringerlo lungamente e spasmodicamente per interloquire con te mentre eseguivo un trapianto cardiaco no.
Sennò ti telefonavo.
Già nella comunicazione verbale non diretta non riesco a valutare gli emblemi gestuali e le microespressioni dell’interlocutore per sapere se è stronzo o più stronzo, quindi permettetemi di ascoltare gli audio mille volte per individuare il rumore di sopracciglio corrucciato o di narici dilatate.
Sennò non ti telefonavo... venivo direttamente a casa tua a spiegarti in maniera robusta quanto tu sia stronzo.
Se sei in mezzo ad altra gente ti sto pure risparmiando l’imbarazzo del soggiacere agli sguardi irritati di chi non sopporta il Meu Amigo Charlie Brown della suoneria del tuo cellulare e se proprio sei curioso del mio giudizio sulla tua pregiata persona puoi eseguire il trick di ascoltare l’audio appoggiando il telefono all’orecchio... sicuramente questo ti rievocherà i bei ricordi del tuo vecchio telefono in bachelite grigia con cui la tua fiamma del tuo cuore (solo il tuo) ti rimbalzava via a colpi di due di picche.
Io non ti contraccambierò il favore e anzi alzerò il volume del vivavoce della mia auto e passerò accanto alle folle coi finestrini abbassati perché tutto il mondo finalmente sappia quanto tu sia un fastidioso e pretenzioso rompicoglioni.
Sì, proprio tu... che invece di mandarmi un audio mi fai partire l’opening di Shingeki No Kyojin (sei vivo solo perché mi piace ascoltarla) mentre mangio, dormo, copulo ed espleto le mie mirabili funzioni escretive. E tutto perché ho solo confuso la destra e la sinistra nel suturare gli arti inferiori amputati e ora tutti ti scherzano perché indossi le scarpe invertite.
Tieni il telefono vicino ché forse prima o poi ti chiamo.
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a---fire---inside · 5 years
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Con la luce che dalle enormi vetrate penetra nella sala, disegnando ombre che si muovono tremolanti alle loro spalle, l’Ispettore Capo Castoldi sembra avere le corna. Come il demonio che è, pensa Ermal, che in quella stanza d'ospedale ha visto quanto basta per capire la chiara allusione a tutti i pestaggi -e chissà cos’altro- a cui il bastardo ha sottoposto Fabrizio.
E’ furioso Ermal, di una rabbia limpida e pura come il suo CC, perchè nonostante le sue maniere sempre impeccabili e la facilità con cui si inserisce in ogni ambiente, non tollera i soprusi, avendone subiti tanti quando era solo un bambino indifeso, che cercava di proteggere sé stesso e quelli che erano importanti per lui, e se adesso non sopporta che debba subirli Fabrizio è per quello stesso motivo, non perché quell'uomo gli occupa i pensieri da quando l'ha conosciuto, come un enigma che non riesce a decifrare.
Il nuovo Ispettore fa per dirgliene quattro -alzare la voce in una sala piena di gente non è appropriato, ma quello che stanno facendo loro è un crudele abuso di potere- quando qualcosa lo blocca.
Un calore sul polso.
Una mano abbronzata e decorata da un sole nero che non brilla ma scalda.
Ermal si gira verso Fabrizio che non dice niente, lo guarda e basta, in modo fermo ma non impassibile; nei suoi occhi si intravedono la tristezza, la vergogna e la rabbia di chi non può difendersi, e la preoccupazione, non per sé stesso, compromesso per sempre, ma per l’altro.
Mettersi contro un Ispettore Capo sarebbe un problema, anche per chi è brillante come Ermal, e l’Esecutore non vuole che abbia problemi con quell’essere maligno, anzi, non vuole che abbia problemi nelle FPS perché per lui quell’Ermal Meta non è solo la sua enorme potenzialità o il suo coefficiente criminale invidiabile, non è solo un risultato straordinario ma una persona.
Una bella persona, non solo per il colore candido della sua pelle, che sembra rappresentare fisicamente il suo CC altrettanto chiaro; non solo per le mani affusolate, gli occhi nerissimi e i ricci che incorniciano un volto adulto ma anche infantile per certi versi, certe microespressioni che durano solo un battito di ciglia.
Nell’Ipotesi Grande (capitolo 4)
ovvero Metamoro Futuristic Police AU/Psycho Pass AU, riscritta (non più in bulletpoints) su Ao3 (lucchettata).
Warnings: Hurt/Comfort- Heavy Angst- (mentions of) Dubious Consent- (mentions of) abuse/violence- Power Dynamics- Power Imbalance
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efprocacci · 6 years
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Servizio del TG3 sul metodo brevettato dal Dott. Emiliano Forino Procacci, esperto di comunicazione verbale, non verbale e codifica/decodifica delle microespressioni facciali. Svolge docenze per enti – istituzioni, utilizzando il Facial Action Coding System per la selezione del personale ed in tutte le occasioni in cui si rende necessario individuare segnali rivelatori di menzogna (ambito giuridico, civile e militare). ..... #intervista #assessment #microespressioni #emozioni #bodylanguage #linguaggiodelcorpo #metodo #selezionepersonale #psicologo #forinoprocacci #libro #scrittore #writer #emiliano #forino #procacci #motivation #motivationmonday #motivationalquotes #motivazione
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strichinina · 5 years
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Federica dice che quando osservo la gente cogito e anche che, quando lo faccio, mi si legge in faccia praticamente tutto quello che penso, come se non esistessero filtri tra rappresentazioni immediate del mondo e microespressioni facciali. Federica sembra Robin di How I Met your Mother, è cazzuta come pochi esseri umani, ha la potenza del mare in tempesta negli occhi e sembra esser cresciuta lottando contro i lupi. Non parla molto, ma quando lo fa tira giù montagne. Vivere insieme a lei è ancora una scommessa e a dispetto dei pronostici negativi sul dividere un appartamento con un'amica, fino ad ora sembra andare tutto per il verso giusto. Abbiamo imparato a conciliare i silenzi assoluti tipici di quei momenti in cui sentiamo il desiderio di farci i beneamati cazzi nostri, rimanendocene nelle rispettive camere a rimuginare o guardare per ore i gatti azzuffarsi, alle confidenze imbarazzate/imbarazzanti durante le pause caffè a ripetizione ciclica.
Era un po' di tempo che non andavamo a trovare tutte insieme Alberto nella sua casa al mare. Lui vive a pochi chilometri dal centro e la sua abitazione sembra situata in un tempo fuori dal tempo, lontana dagli ecomostri, dalle luci artificiali e dal caos cittadino. Sembra perennemente sotto effetto d'ayahuasca o di qualche altra sostanza da rituale sciamanico, non ha senso del ritmo, ma ride sempre quando schiaffeggia con il palmo della mano la pelle del primo djembe - o presunto tale - capitatogli sotto tiro. Andare a trovarlo è stato come tornare a due anni fa, in primavera, quando io e Lei ci scrutavamo dicendo tutto senza dire niente, tra una strimpellata e l'altra, ma con una decina di gradi in meno e anche con meno tolleranza alcolica.
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marinacaserta-blog · 5 years
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Chi vive a pane e thriller, come me, conosce senz’altro la serie TV “Lie to me”, in cui un fantastico (secondo me) Tim Roth interpreta Cal Lightman, uno scienziato esperto nel linguaggio del corpo e del volto e fondatore del Lightman group. Il Lightman group collabora spesso con l’FBI perché, grazie agli studi di Lightman, tramite l’osservazione delle microespressioni facciali, riescono a capire se e quando qualcuno mente.
Questo, in pochissime parole e la serie, che rimane una delle mie preferite, ne meriterebbe molte di più.
Mi è piaciuta tanto che ho deciso di approfondire la storia, scoprendo che il personaggio di Cal Lightman si ispira moltissimo a uno scienziato americano: Paul Ekman, che fa da consulente alla serie (e ho scoperto che su Facebook pubblicizza il suo corso sulle microespressioni con slogan tipo “Sii come Cal!”, per dire quanto abbia sposato la causa… O stia cavalcando l’onda).
Mentre nella serie Lightman è lo scopritore delle microespressioni, nella realtà Ekman non le ha scoperte, ma le ha perfezionate e ampliate, e ne ha teorizzato l’universalità, trascorrendo anche un periodo in Papua Nuova Guinea.
Nonostante ovviamente il telefilm sia molto romanzato, gli studi di Ekman sono veramente affascinanti e, per chi volesse accostarsi ad essi, consiglio di leggere ” I volti della menzogna”.
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labalenottera · 5 years
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skam italia di qua, skam italia di là, ah, questi giovani d’oggi non conoscono la vera sofferenza. Ai miei tempi* ci si svegliava alle 3 di notte per collegarsi prima al sito skam.p3.no, e poi alla pagina di google translate per la traduzione norvegese/inglese. Ai miei tempi si cantava 5 fine frøkner dall’inizio alla fine anche se nessuno conosceva le parole. Ai miei tempi si guardavano le clip appena uscite e l’unico modo per capire qualcosa era osservare attentissimamente le microespressioni facciali dei personaggi, fino a quando qualche anonima anima buona non faceva uscire una sorta di traduzione, e allora facevi ripartire la clip tenendo a fianco quella sottospecie di script casalingo. AH, la gioventù.
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Tim Roth al Museo Nazionale al Cinema
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Già protagonista al Festival di Cannes - che lo ha visto al fianco di Vicky Krieps in Bergman Island di Mia Hansen-Løve - e in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Sundown di Michel Franco, il candidato all’Oscar Tim Roth sarà ospite del Museo Nazionale del Cinema di Torino, dove il 30 agosto alle ore 18:30 incontrerà il pubblico in occasione di una Masterclass nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. Nato a Londra nel 1961, Tim Roth nella sua carriera si è diviso tra cinema e serie tv, interpretando personaggi molto diversi tra loro, fortemente caratterizzati. Attore feticcio di Quentin Tarantino - magistrali le sue interpretazioni in Le iene e Pulp Fiction -, Roth nel corso della sua carriera ha lavorato con registi di fama mondiale quali Francis Ford Coppola, Michael Leigh, Tim Burton, Giuseppe Tornatore, Peter Greenaway, Woody Allen, Stephen Frears, e Robert Altman, giusto per citarne alcuni. La consacrazione con il grande pubblico televisivo arriva nel 2009 con la serie tv Lie to me, dove interpreta uno non convenzionale psicologo di comunicazione non verbale, esperto in microespressioni, prossemica, linguaggio del corpo, mimica facciale e reazioni involontarie. Debutta alla regia - alla quale, per sua stessa ammissione, vorrebbe dedicare più tempo - nel 1999 con il super acclamato The War Zone, presentato con grande successo di critica al Sundance Film Festival. Nel corso della masterclass Tim Roth sarà accompagnato da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e da Grazia Paganelli. Durante il suo soggiorno torinese, Tim Roth visiterà il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e Photocall. Attrici e attori del cinema italiano, la mostra fotografica a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, che ripercorre oltre un secolo di cinema italiano attraverso i corpi e i volti delle attrici e degli attori che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Read the full article
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